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• AutoCAD 14 in anteprima
• MPEG Layer 3 stream audio
• Roma duemila anni fa... su CD-ROM
• Digital Imaging: calibriamo il colore
• DTP e le pagine mastro
• Mac: FreeHand 7.0 e DOS Mounter 95
• I server Web con Lotus Domino
• KPT Bryce II per Windows
■ la telematica e il commercio elettronico
• Programmi per il multimedia dal Web
• Outlook 97 e gli utenti singoli
• Dalle intranet alle extranet
• Tektronix Phaser 450 a sublimazione
• HTML: cascading style sheet
• Realtà virtuale sulle macchine Pentium
• Giocare on-line
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6 Indice degli Inserzionisti
58 Editoriale di Paolo Nuti
68 Posta a cura di Rino Nicotra
88 News a cura di Massimo Truscelli e Fabio Della Vecchia
Reportage
120 IX Convegno degli Studenti Esperti in Computer di Manna Chiodini
Attualità
124 CD Giocare On Line con MC Software di Giuseppe Caggese
Anteprima
138 AutoCAD 14 per Windows 95 di Francesco Pedoni
Archeologia Informatica
140 La Divisione Informatica Olivetti (prima parte) di Gaetano Di Stasio
Informatica & Società
150 Quali leggi per il territorio di Internet? di Manlio Cammarata
159 Le norme sulla stampa si applicano a Internet? di Manlio Cammarata
Arte informatica
166 All'ombra delle reti di Ida Gerosa
Informatica & Architettura
a cura di Paolo Martegam e Riccardo Montenegro
170 Architettura e Cooperazione in rete
174 Un riuso a Venezia: tecnologia avanzata e storia di Lucia Fabi
Altri Tempi
176 Le mele maturano e divengono meloni di Raffaello De Masi
180 Playworld di Francesco Carla
Intelligiochi
188 Protocolli esoterici (seconda parte) di Corrado Giustozzi
Prove
192 Pentium II contro K6. Otto sistemi a confronto di C Giustozzi
214 HL MacOS Compatibile di Massimo Truscelli
220 Apple Power Macintosh 8600/200 di Valter Di Dio
226 McPerson EOS MMX di Andrea de Prisco
230 Monolith Geo Challenge di Andrea de Prisco
234 MetaTooIs Bryce 2 per Window 95 di Francesco Pedoni
240 Schede audio: Sound Blaster AWE 64 Gold e Turtle Beach Pinnacle
di Corrado Giustozzi
OverView
246 ModemFax SpeedCom V3314 di Valter Di Dio
250 STB Velocity 3D di Bruno Rosati
ABC
254 Windows 95 e il disco di ripristino di Rino Nicotra
Prodotti multimediali
258 La macchina del tempo di Dino Joris
4
MCmicrocomputer n. 174 - (numerazione editoriale)
Digital Imaging
266 Calibriamo i colori di Gianluca Li Causi
274 Tektronix Phaser 450 di Andrea de Prisco
Computer & Video
281 Programmi per il multimedia dal Web di Bruno Posati
288 MPEG-1 Layer 3 alla scoperta dell'audio ad alta fedeltà
di Massimo Novelli
Realtà Virtuale
294 Elysium UltraScaler. Realtà virtuale ad elevata scalabilità su macchine
Pentium based di Gaetano Di Stasio
Telematica
300 II commercio elettronico (prima parte) di Sergio Pillon
HTML
306 Cascading Style Sheet (prima parte) di Giuliano Boschi
Mathematica
312 Gli aspetti computazionali del progetto Virgo a cura di Francesco Romani
MicroCAMPUS - Ricerche
316 Art Bank: una banca dati sull'arte (seconda parte) di Gaetano Di Stasio
Desktop Publishing
322 Facciamoci un "Master" di Mauro Gandim
Grafica
326 Grafica di presentazione: non trascuriamo la verità di Francesco Petrcni
Office
332 Outlook 97: utilizzo da parte di un utente singolo di Francesco Petroni
Workgroup
338 II server Web con Lotus Domino di C. Petroni e L Sandullì
Client Computing
346 Dalle intranet alle extranet di Leo Sorge
PD-Software
350 Gioco d’azzardo di Paolo Ciardelli
OS/2
352 Internet Connection Server di Giuseppe Casarano
356 La rincorsa all'upgrade a cura del Team OS/2 Italia
Macintosh
360 Freehand Graphic Studio 7 0 di Raffaello De Masi
368 DOS Mounter di Ratfaello De Masi
370 PD Software - La scatola musicale di Valter Di Dio
Amiga
374 Amiga F/X Oggetti virtuali in scenari reali di Massimiliano Marras
382 Micromarket - micromeeting - microtrade
385 Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci
240
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ISSN 1123-2714
giugno 1997
5
Indice Inserzionisti
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265 E.GI.S. Via Tuscolana 261 00181 ROMA
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129 -130 FACAL PRODUCTS SRL Via Silicella 84 00169 ROMA
131-132
133-134
135-136
57 - 61 FRAEL ITALIA SRL Via del Roselo 50
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Galli 66 C/D/E/ - 00123 ROMA
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34 INFOWARE SRL Via M Boldelti 27/29 - 00162 ROMA
54 ITALSEL SRL Via Lugo 1 A 40128 BOLOGNA
22 JAZZ HIPSTER CORPORATION TAIPEI TAIWAN
147 JEN ELETTRONICA SRL Via Avogadro 10
62010 MONTELUPONE MC
50 - 51 JEPSSEN ITALIA SRL Via Raddusa sn 94011 AGIRA EN
118-119-121 KERNEL SPA Via A Cavaglieri 26 - 00133 ROMA
44-45 KLONOUS SRL Va dei Duranlim 144 - 00157 ROMA
7-8-9 LOGIC SRL S S dei Giovi 34 - 20030 BOVISIO MASCIAGO MI
10-11
12-13
100 M3 INFORMATICA SRL Via Monte Asolone 7/D -10141 TORINO
Inserto MAC STORE V le Oceano Pacifico 66 00144 ROMA
49 MATROX GRAPHICS INC.
249 MEDIA DIRECT SRL Viale Asiago 83 A
36061 BASSANO DEL GRAPPA VI
299 MICROFORUM ITALIA SRL Via Antonio Musa 13
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69-71 MICROLINK SRL Via Seslese 61 - 50141 FIRENZE
101 -103 MICROSOFT SPA Via Cassanese 224 20090 SEGRATE MI
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107 NEC ITALIA SRL Via Leonardo da Vinci 97
20090 TREZZANO S NAVIGLIO MI
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115-117 SYMBOLIC SRL Via N Sauro9 43100 PARMA
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III cop. UNIDATA SRL Via S Damaso 20 - 00165 ROMA
46 UNI WARE SISTEMI SRL Via Malera 3-00182 ROMA
42 VEGSTORE INDUSTRIE SRL Via Agnone Maggiore 21
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250
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sue funzioni si limitano a fare soltanto l'elaborazione
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perfettamente a tutte le tue esigenze attuali e future.
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Responsabilizzare gli autori
D iritto alla comunicazione, alla libertà di espressione, alla riservatezza Tre diritti fondamentali
garantiti in Italia dalla Costituzione e dalla Legge e internazionalmente dalla dichiarazione dei
diritti dell'uomo.
Nessuno li mette direttamente in discussione, ma l’attenzione alle "regole della telematica" su¬
scitata dal fenomeno Internet, potrebbe involontariamente produrre questo effetto
Come i nostri lettori forse ricordano, siamo stati i primi a sollecitare un intervento organico del le¬
gislatore perché definisse con chiarezza i ruoli e le responsabilità dei diversi "soggetti telematici"
e la novità della "rivista telematica” ossia la sua capacità di trasformare in potenziali "fornitori di
informazioni” anche soggetti, i lettori, tradizionalmente passivi o comunque sottoposi! a vaglio re
Razionale
È chiaro che trasformare il lettore in soggetto attivo della comunicazione impone la necessità di
responsabilizzarlo e informarlo sulle regole del gioco: rispettare 'a dignità del prossimo evitando
accuratamente di lederne l'immagine, la privacy, i diritti politici e quelli religiosi, rispetlare la libertà
di impresa e la libera concorrenza evitando di diffondere informazioni false tese ad alterare la dina¬
mica dei mercati, evitare di ledere il diritto di autore diffondendo opere di ingegno (testi, immagini,
composizioni musicali, raccolte ragionate di dati, software, etc.l senza l'autorizzazione dell'autore
o chi per lui, evitare di compiere, attraverso il mezzo telematico, altri reati contro le cose come
l’accesso illegale a sistemi remoti, il danneggiamento di sistemi informatici o telematici, etc.
Perché una regola venga rispettata occorre però che chi la trasgredisce possa essere perseguito
e. ancor prima, possa essere identificato L'identificazione dell'autore - il soggetto attivo - di una
"azione telematica" limita però, in un numero per fortuna ridotto di casi, il suo diritto alla libertà di
espressione perché in un limitato numero di occasioni l'anonimato diventa una necessità inaliena¬
bile: si pensi ad esempio alla denuncia di atti di repressione politica Per questo è nato il concetto
di anonimato protetto, i dati identificativi del soggetto attivo vengono sostituiti con altri utilizzando
un soprannome (mcknamel o cancellati in sede di pubblicazione del messaggio.
Per evitare che l'anonimato protetto, concepito per meglio garantire il diritto universale di espres¬
sione del pensiero, venga invece sfruttato per compiere reati, è sufficiente che chi offre anonima¬
to (nell'accesso ad un sistema telematico o nella pubblicazione di documenti) tenga traccia degli
elementi identificativi soppressi che dovranno essere comunicati esclusivamente dietro motivata
richiesta dell'autorità giudiziaria.
Con questo schema si garantiscono i diritti di tutti. Dobbiamo quindi rallegrarci che il professor
Rodotà, recentemente nominato Garante dei dati, abbia ancora una volta ribadito questa imposta¬
zione con articoli sulla rivista Telema ed il quotidiano La Repubblica.
L'attenzione al fenomeno Internet ha però suscitato un grande interesse sia di organi comunitari
che nazionali. Facendo eco alle corrispondenti commissioni europee, in questo momento si stan¬
no interessando alle regole per Internet (e sarebbe meglio che si parlasse sempre e comunque di
regole per la telematica) il Ministero della Pubblica Istruzione, quello dell'industria, quello degli In¬
terni, quello di Grazia e Giustizia e quello delle Poste e Telecomunicazioni. Come se non bastas¬
se. l'indignazione e la preoccupazione per la lunga serie di reati contro la dignità (e spesso la vita)
dei minori ha dato luogo ad un testo di legge già approvato dalla commissione giustizia della Ca¬
mera.
A causa di una scarsa conoscenza dei meccanismi di diffusione delle informazioni in rete, alcune
di queste iniziative non mettono in sufficiente evidenza che la responsabilità dei contenuti deve
ricadere esclusivamente su chi li immette in un sistema telematico. Il che significa che chi auto¬
rizza l’accesso ad un sistema telematico (Internet compresa! deve farsi carico dell’identificazione
del soggetto cui concede i diritti di accesso e chi gestisce sistemi atti alla diffusione di contenuti
iserver) deve farsi carico di riconoscere - o di essere in grado di riconoscere - direttamente o in¬
direttamente, il soggetto telematico cui concede l’uso del sistema In pratica significa far firmare
un contrano, tenere un registro degli indirizzi di rete assegnati (permanentemente o provvisoria¬
mente) per consentire l’accesso al sistema, tenere un registro degli indirizzi a partire dai quali è
stato diffuso un contenuto, consentire ad eventuali sub-fornitori di fare la stessa cosa
Come conseguenza di questa scarsa informazione girano sia all'estero che in Italia proposte tese
a responsabilizzare per i contenuti, in luogo degli autori, i proprietari dei sistemi telematici (server)
che li ospitano. Il che significa che i proprietari dei server dovrebbero trasformarsi in censori, eli¬
minando questo o quei contenuto se non intere classi di contenuti II che non solo non è possibi¬
le per la mole di dati da esaminare, ma rappresenta una coercizione tanto pericolosa (i proprietari
dei server sarebbero costretti prima o poi a disattivarli per l'impossibilità di esaminarne i contenu¬
ti) quanto mutile
Come è noto, il mezzo telematico non ha frontiere e i contenuti eliminati in un sistema restano a
disposizione altrove. Se quindi si vuole raggiungere il risultato di eliminare dalla rete i contenuti il¬
legali o di classificare quelli potenzialmente nocivi, l’unica vera soluzione resta quella prima indica¬
ta- responsabilizzare l'autore
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redazione; Paola Pu|ta (responsabile) Massimo A t reno
Francesca Bigi. Alessandro bsandri, Paola Nesbitt. Lucilla
Secchtaroii Pro getto grafisoj Paola ; iiom Grafica e
impaginezione: Adr-ano S. • i • Grafica copertina Pan’.i
F ion» Fotografia : Patir, Tessa Amministrazione: M-v
Neri Ramagi a (responsabile Anna Rita Frati' Abbona¬
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1981 Copyright Techmmeda s r I Tutti » diritti nsorvan
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coordinamento di Rino Nicotra
FuturShow:
il Museo e il treno
di MC
C
■# pettabile Microcomputer,sono un Vo¬
stro affezionato lettore e, oltre a farVi i
complimenti per l'ottima rivista (per me è
senza dubbio la migliore!). Vi scrivo per
complimentarmi per l'eccellente organiz¬
zazione dell'iniziativa per il FuturShow 97.
A parte il fatto che non è da tutti (viste
le Ferrovie Italiane) arrivare con mezz'ora
di anticipo, cosa senz'altro gradita, seppur
nella sua semplicità, è stata la cartellina
distribuita sul treno che. a fine giornata,
era stracolma di ogni tipo di depliant e ri¬
vista.
In ultimo, visitando il Vostro Museo del¬
l’Informatica. ho avuto quasi un sussulto
quando ho visto troneggiare il glorioso
Commodore 64 tra tanti altri pezzi che
hanno fatto Stona: mi sono tornate alla
mente le giornate passate su quel simpa¬
tico ‘coso' quasi quindici anni la quando,
poco più che bambino, cominciavo a
muovere i primi passi nell'Informatica.
Salutandovi, rinnovo ancora i miei com¬
plimenti per l‘ ottimo lavoro svolto.
P.S. consideratemi dei vostri pure per /'
edizione del 19981
Andrea Gavazzi
G razie, Anche per noi l'organizzazione
del treno è stata un'esperienza nuova
e stimolante; tra l'altro l’ETR-500 è davve¬
ro un treno bellissimo, che fa venir voglia
di viaggiare in treno anche a chi preferi¬
sce l'auto o l'aereo, come me; devo dire
che dà una certa emozione, dalla cabina
di guida, entrare nelle gallerie a 250 chilo-
Scrivete a MC!
Come probabilmente avete visto, da qualche mese abbiamo aumentato lo spazio destinato alla
posta dei lettori Non è escluso che questo spazio aumenti ancora, dipende soprattutto da voi.
dal contenuto delle vostre lettere. Per ovvi motivi non riusciamo a rispondere a tutti, ma faccia¬
mo il possibile soprattutto perché le lettere di interesse generale trovino posto. E' difficile che
riusciamo a fornire risposte private (quindi non inviate francobolli o buste affrancate); per le e-
mail qualche volta succede. Voi provate, basta che non vi offendiate se non vi rispondiamo..
Vi assicuriamo comunque che leggiamo tutta la corrispondenza e teniamo nella massima con¬
siderazione ciò che ci viene segnalato.
Per scriverci avete a disposizione sia la posta tradizionale ( Via Carlo Perder 9, 0 0157 Roma),
sia il fax della redazione 141892486) sia l'e-mail, alt indirizzo |mc.posta(g>mclink.itl Ogni giorno i
messaggi vengono girati alle persone di competenza, per cui vi consigliamo di indirizzarvi alla
casella della redazione piuttosto che a quella dei singoli redattori che comunque, come al soli¬
to. trovate qui sotto E" più semplice per voi e. anche se sembra strano, per noi
m.m.
Nominativo
su MC-link
su Internet
Paolo Ciardelli
MC6015
oiciarneiiiramciinK ,i
Andrea de Prisco
MC0258
aapwmcuni: il
Corrado Giustozzi
MC0006
. - . |
Marco Marinara
MC0009
r\ marmacoWmcimV 1
Paolo Nuli
MC0002 iB.nuimimdinit il
Massimo Truscelli
MC0094
rtltruscelWmeiinfc il
Luca Angelelli
MC6647
anaelel|i®mcimfc il
Giuliano Boschi
MC9706
Manlio Cammarala
MC2918
'ricammarataWmrirk >1
Francesco Carla
Giuseppe Casa'ano
MCI 754
casarannemiii-nx J
Francesco Fulvo Casiellano
aqroup«coc i|
Cesare Cittadini (Team OS/2)
MC2934
iriitadiniinmc! intuì
Raffaello De Masi
MCI 468
:• •• i ••• ■ • |
Valter Di Dio
MC0008
Gaetano Di Staso
MC7400
0 ai stasiowmclink |
Enrico Ferrari
MC0ni2
, Terrai iiamHBHI
Mauro Gandmi
MC0452
n Qandmi@mclink 1
Gerardo Greco
MC4720
iroco^mcTìn^]
Dino Joris
MC9745
liorisamclink i|
Massimiliano Marras
MCI 606
.,. .: . • .!
Rino Nicotra
MC9781
Lnirnuaamcimf il
Massimo Novelli
MC4397
r,a.si.i«.m.p-ni.J
Francesco Petroni
MC8689
Detronrésmdiru 1
Sergio Pillon
MC2434
3iilon<0mnTn^]
Francesco Romani
’oman t<{5 demoni
Bruno Rosati
MC4200
: -osaingm^i.r.. |
Leo SorgB
MC6750
-• • • |
Andrea Suatom
MC2741
and@mclmk.it
Team OS/2 Italia
MD1652
metri l'ora, nei tram in cui la linea lo con¬
sente. L'orario che le Ferrovie avevano
stabilito era abbastanza "largo", e per ri¬
spettarlo i macchinisti hanno anzi dovuto
in molti tratti mantenere bassa la velocità,
o addirittura fermarsi: nel percorso Roma-
Firenze-Bologna. infatti, anche arrivando
in anticipo a Firenze sarebbe stato neces¬
sario comunque aspettare l'orario di par¬
tenza previsto, per non lasciare a terra i
viaggiatori. Al ritorno, invece, nel tratto Fi-
renze-Roma il treno ha viaggiato alla sua
velocità abituale, e cosi i viaggiatori sono
arrivati a Roma mezz'ora prima di quanto
si aspettassero. Evidentemente le Ferro¬
vie non hanno voluto rischiare che il treno
arrivasse in ritardo e, trattandosi tra l’altro
di un treno riservato che quindi, in caso di
necessità, avrebbe dovuto lasciare la pre¬
cedenza ai convogli di linea Se ne avre¬
mo l'opportunità speriamo anche noi. do¬
po questa prima esperienza, di riproporre
l'anno prossimo l'iniziativa Un piccolo
aneddoto un momento apparentemente
banale ed invece quasi emozionante è
stato quanto, la mattina all'alba, siamo an¬
dati nel deposito dei treni ad alta velocitò
per applicare gli adesivi sul muso
dell'ETR-500: non so perché ma, come
fosse la balena di Pinocchio, sembrava
che da un momento all'altro dovesse
aprire la bocca e mangiarci, mentre gli
stavamo stuzzicando il muso ..
Quanto al Museo, se ha "toccato" lei si
figuri noi. è stata un'occasione per ritro-
connnua apag 70
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
68
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GEUiD
segue da pag 68
varci, con numerosi operatori del settore,
a rievocare tempi nei quali parlavamo di
kappa come oggi parliamo di giga. Al di là
del fatto che tutti avevamo una quindicina
di anni di meno, e nessun essere umano
resta insensibile quando viene forzato a
questa considerazione, ciò che più colpi¬
sce è pensare a di quanto poco tempo fa
si parli: gli anni sembrano decenni, i de¬
cenni sembrano centinaia di anni quando
ci si trova di fronte a questi "reperti", E
devo confessare che l'entusiasmo che
l'iniziativa ha suscitato in tante persone è
stato lo stimolo per un'idea della quale
spero di potervi parlare presto
Marco Marinacci
Il CD Disney
IN MC DI APRILE
SPORGEVA TROPPO?
^'arissim di MC Vostro affezionatissi¬
mo lettore dal 1988. tengo in casa gli ulti¬
mi 15 numeri e consegno alla biblioteca
comunale I precedenti, ho sempre ap¬
prezzato per completezza e utilità i V/s ar¬
ticoli Avete clamorosamente ’toppato'
sull'ubicazione del CD nel numero 172
trovato stamattina in edicola Ma è mai
possibile posizionarlo metà nella rivista e
metà all'esterno con tutti i guai derivanti
dalla spedizione, in quante copie tale CD
risulterà irreparabilmente danneggiato?
Per onestà, come mimmo, venga espo¬
sto al pubblico ludibrio il responsabile.
Salutoni
Carlo Bergamaschi
Y ùole sapere la verità? Anche a me
quel tipo di confezione destava una
certa perplessità, ma sono riuscito a su¬
perarla grazie alla considerazione che le ri¬
viste che adottano questo sistema ormai
praticamente non si contano... In effetti,
non abbiamo avuto segnalazioni di proble¬
mi, e d'altra parte il CD sulla copertina ne
avrebbe coperto un pezzo e sarebbe sta¬
to comunque meno visibile E poi non ci
sarebbe stato lo spazio per dire cosa era il
CD, avremmo dovuto dedicargli tutta la
copertina! Le copie per gli abbonati sono
invece state confezionate diversamente,
con il CD sul fondo senza farlo sporgere.
m.m.
Non fermiamo
il progresso!
mici! Sono un vostro lettore della pri¬
ma ora e dunque mi sento in diritto di
chiamarvi cosi, ma oggi vi scrivo per met¬
tere la parola Fine (Spero!) sull'annosa
questione che ci tormenta: era meglio ieri
con 48K o oggi con 32 mega? Sono dàc-
cordo sulle riflessioni generali circa
l'informatica attuale. Abbiamo sistemi
operativi pesanti: mega e mega di pro¬
grammi per scrivere sicuramente male
ottimizzati, lentezze e guai per sistemare i
sistemi 11 /perdonatemi 1).
Sono anche d'accordo con chi dice che
una volta con un C64 o uno TX si faceva¬
no cose grandi, si sfruttava ogni minima
risorsa per un programma, cercando di
ottimizzare fino all'ultimo byte. Mi sem¬
bra che in mezzo a queste due situazioni
vi sia il nulla ignorato da tutti: ieri e oggi.
Signori miei, è normale e naturale mi¬
gliorare ciò che siamo e ciò che abbiamo.
Molte volte ricordiamo i punti deboli del¬
l'informatica attuale, ma intanto possiamo
fare cose incredibili, parlare con ii mondo,
sentire, vedere, usare i nostri sistemi in
maniera impensata allora, ma fantastica
oggi. Posso mandarvi un E-Mail, attaccan¬
doci un file, prendere un programma a
Timbuctù e mandarlo a Detroit. Posso
suonare, comporre musica, scrivere, di¬
segnare . e mille altre cose.
Dunque dobbiamo vedere questo pro¬
gresso che ci ha accompagnato gradual¬
mente e che. attenzione, abbiamo voluto
NOI come amico che ci chiede ma che ci
dà.
Non so se tra voi amici, vi siano dei
Trekker ima suppongo di sii dunque qual¬
cuno non capirà se cito la targa su II'USS
Ennepnse: ... To proudly go where no
man has gone before 1 ' Non possiamo
fermare il progresso perché equivarrebbe
a fermare il mondo, a snaturare ciò che
siamo. Possiamo guardare con tenerezza
quei momenti antichi (informaticamente
parlando) allo stesso modo in cui guarde¬
remo questi momenti, un giorno.
Possiamo parlare, discutere, confronta¬
re le nostre idee su questo e quell'argo¬
mento; possiamo criticare i sistemi opera¬
tivi, i programmi, le CPU E' giusto, ma
dobbiamo accettare ciò che siamo e ciò
che abbiamo, per migliorarci e migliorare.
Un giorno discuteremo sul fatto che un
sistema operativo richieda il comando vo¬
cale 'Spegniti!', invece di Vai a dormire' e
et arrabbieremo perché il sistema non ri¬
conosce il medesimo significato delle
due frasi.
Continueremo ad essere insoddisfatti
ma positivamente e ciò sarà solamente
un bene.
A proposito, vorrei fare i complimenti
agli amici di MC perché tra di loro si na¬
scondono Trekker sfegatati ho notato
che ogni numero ha un 'immagine o un ri¬
ferimento a Star Trek, è anche questa la
rivista che voglio: parlare, discutere e di¬
vertirsi tra amici, ecco la sensazione che
provo ogni volta che sfoglio MC.
Lunga Vita e Prosperità a tutti.
Maurizio Binello
S iamo d'accordo: nessuno di noi vuole
fermare il progresso; neppure gli uma¬
nisti (quelli "illuminati") vogliono una cosa
simile, figuriamoci se possiamo essere
proprio noi che da tanti anni seguiamo il
“missile" dell'informatica. La mia convin¬
zione però, peraltro condivisa da parec¬
chie persone qui dentro e nel settore, e
che la corsa al progresso a tutti i costi
non sempre sia produttiva o, soprattutto,
che non io sia nella misura in cui sembra
apparentemente esserlo. E questa consi¬
derazione non vale solo nel settore
dell'informatica. Siamo contenti di andare
in automobile e di avere il frigorifero e
l'aria condizionata se però è vero che
svuotiamo la terra estraendo il petrolio,
che buchiamo l'atmosfera e che facciamo
squagliare i ghiacci, forse stiamo co¬
struendo un giorno in cui tutto farà
"bum" e sulla terra non ci resterà più
nessuno. Per abituarci a vivere in un mon¬
do sommerso dobbiamo aspettare milioni
di anni, dando tempo al processo di evo¬
luzione della specie di trasformarci in es¬
seri che prendono l’ossigeno dall'acqua e
non dall'aria. E’ già successo milioni di an¬
ni fa. quando c'erano i dinosauri e prima
ancora. Ma quando succede da un giorno
all'altro si chiama diluvio universale, e se
Noè non fa in fretta con la sua arca sono
dolori. Quindi se qualcuno dice "non usa¬
te i deodoranti" dice forse una cosa stupi¬
da, ma è più stupido usare qualsiasi cosa
ci venga in mente senza pensare agli ef¬
fetti che potrà avere a lunga scadenza
Un altro esempio piu banale: oggi tutti
usiamo il telefonino, e qualcuno dice che
la sua antenmna a pochi centimetri dal
nostro cervello non è propriamente una
mano santa per quest'ultimo. Sarebbe
bello sapere se è vero, perché se per ca¬
so è abbastanza vero forse ci stiamo ra-
dio-suicidando un pezzettino alla volta tut¬
ti quanti: vivere senza cellulare mi sem¬
brerebbe oggi drammaticamente scomo¬
do, ma pensandoci bene è stato cosi fino
ad una manciata di anni fa E, volendo an¬
dare ancor più nell'immediato: un bel li-
contmuaa pag 72
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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segue da pag 70
moncello fresco, dopo cena, fa sicura¬
mente piacere in queste calde giornate di
quasi-estate. dopo il primo bicchierino è
gradevole anche il secondo, e il terzo, e il
quarto e se vai avanti cosi, dopo un po', ti
senti malissimo e ti rendi conto che del li-
moncello non dovresti abusarne
Nessuno di noi, qui a MC. è contro il
progresso, ci mancherebbe altro. L'uso di
mezzi ultrasofisticati è affascinante e gra¬
tificante. Aspetti un attimo, eccomi di
nuovo qui: lei ha nominato Timbuctù, io in
un minuto e quaranta secondi scarsi ho
aperto una finestra Internet, fatto con Al¬
taVista una ricerca sulla parola "Timbouc-
tou", supponendo che si scrivesse cosi,
ho indovinato ed ho trovato quattordici
documenti, chccando su uno a caso ho
scoperto che a Padova la 1991 esiste la
AM AVE, Associazione Maliana delle Tre
Venezie, che raggruppa e supporta i citta¬
dini della Repubblica del Mah e che. fra
l'altro, ha in programma di organizzare
viaggi turistici a Timbouctou e dintorni.
Ecco, questo mi sembra davvero affasci¬
nante e gratificante, il computer moderno
e la telematica sono davvero quasi una
bacchetta magica Ma è bene che stiamo
attenti a non fare come Topolino nelle ve¬
sti dell'apprendista stregone . tutto quii
Marco Marinacci
Un... semplice
SFOGO
i\ Ha redazione di MC "LA RIVISTA
DELL ‘INFORMATICA";sono passati pa¬
recchi anni dalla prima volta che ho letto
MC . Novembre 1981, se non vado errato
doveva essere il nr.2 della mia enciclope¬
dia a fascicoli mensili .("doveva "perché
purtroppo sono andate perdute le scatole
con i vecchi numeri}.
E da allora non ho perso quasi nessun
numero, ogni evoluzione informatica af¬
fiancata da MC, che spiegava le cose, ed
avevo 9 anni. Bei tempi, quasi nessuno
possedeva un "home computer’ e ci si ra¬
dunava a casa per giocare con quei giochi
a 4 colori con grafica orribile. Però ci si di¬
vertiva veramente, si stava assieme agli
amici e il computer sulla scrivania era una
novità invidiabile.
Poi pian piano il computer entrava nelle
case, chi lo Spectrum chi il Vic20, il CI6 e
C64 erano d’élite. Una emozione ad ogni
nuova cassetta di giochi da "caricare", e
via di "giri" di registratore, la lunga attesa
per ’smanettare" il nuovo gioco.
1997 Dal nr.2 di MC sto leggendo il
nr. 172. In 170 numeri c'è stata l'evoluzio¬
ne del PC. Dai pochi appassionati iniziali
del 1981, alle casalinghe del 1997 che
leggono le riviste di informatica per trova¬
re siti internet adatti ai loro figli Oramai il
PC è diventato strumento commerciale, i
giochi seppur graficamente stupendi, so¬
no progettati male, invece di divertirti co¬
me Atic Arac per lo Spectrum ti fanno
'incazzare' perchè anche se hai il proces¬
sore più veloce del mondo, vanno a scat¬
ti. Ed ecco che Microsoft tira fuori Arcade
per i "vecchi" del PC (infatti preferisco gio¬
care a Space Invaders che a Tombraider).
E poi la ram non basta mai, il processo¬
re diventa obsoleto appena comprato, la
scheda video non è 3D, allora compri
64Mb di Ram. ma ti dicono che puoi but¬
tarle perchè ci sono le DIMM, cambi pro¬
cessore e prendi il P200MMx. ma di dico¬
no che conveniva aspettare il Pentium II,
compri la scheda video 3D. ma ti dicono
che non sarà mai più supportata e allora
rimpiangi il tuo vecchio C64 grigio col re¬
gistratore che andava sempre bene ..
nessuna modifica l'oggetto del relax, oggi
col il PC vai in psichiatria, e i nuovi driver
per Windows77 ..BASTAI!!!!!
E poi la cihegma sulla tastiera... INTER¬
NET! Ogni qualvolta amici o conoscenti
mi chiedono qualcosa riguardo Internet
avendo loro idee confuse, mi metto a sor¬
ridere.
INTERNET, per quanto riguarda la situa¬
zione Italiana, per me non esiste. E" gesti¬
ta malissimo, siamo l'unico paese che pa¬
ga meno i fornitori d'accesso e di più l'uti¬
lizzo della linea I gli amici della Telecom
per intenderci). Inoltre per una malata di¬
visione in settori e distretti della Telecom
. chi non ha un Internet Provider nella zo¬
na urbana è costretto a pagare la tariffa
interurbana per usufruire del servizio (Vi
sembra democratico. io che abito a 3 Km
dal Provider pago l'interurbana perché
fuori distretto. . quindi rinuncio!). Intanto
nel resto del mondo sono collegati prati¬
camente online perché una volta pagato
l'abbonamento non pagano come da noi
la telefonata Per non parlare dell'America
che le linee T1 si trovano anche nelle
campagne. Purtroppo nel nostro bel pae¬
se, Internet rimarrà per un bel po' un ser¬
vizio d'élite a meno di non collegarsi a
qualche pagmetta Web per cosa fare non
si sa. evitando gli FTP (vi verrebbe l'ulcera
duodenale), o il collegamento con teleca¬
mera e voce, (gli altri utenti del mondo si
"incazzerebbero", siamo troppo lenti) per
trovarvi poi il postino che vi recapiterà la
bolletta telefonica sorridendo, ad apren¬
dola trovereste Telecom ringrazia... avete
superato 5000 scatti", e di Internet di co¬
sa avete usufruito DI NIENTE... (N.B. la
72
parola "navigare" mi la rabbrividire!!!!).
Forse dal 1998 qualcosa cambierà con
altri gestori di linee, per adesso Telecom
cercherà di spillarci più soldi possibi¬
le... (Mi dispiace Nuti ma non sono d'ac¬
cordo con te sull'editoriale di Aprile, ri¬
guardo la buona volontà del Governo., at¬
tenzione non facciamoci raggirare 1 )
Per non parlare di alcuni provider che
invece di guadagnare e ammortizzare i
costi, sono andati in perdita, grazie sem¬
pre a! nostro meraviglioso sistema di ge¬
stione italiano.
Vi ringrazio per l'attenzione, questo è
solo un mio sfogo, e per fortuna come ho
avuto modo di percepire condiviso anche
da altri.
Saluti by Davis (reader for ever)
V olevi sfogarti... e allora ti lasciamo
sfogare, lasciando la lettera cosi
com'è e i commenti agli altri lettori che
vorranno a loro volta sfogarsi o comun¬
que intervenire Continua a seguirci!
m.m.
Toni o impulsi,
NON FA DIFFERENZA
S
** pett le redazione
Sono diventato un accanito lettore del
vostro mensile MCmicrocomputer da al¬
cuni mesi e volevo domandarvi quanto
segue:
lo ho una linea telefonica di quelle an¬
cora a "impulsi" a differenza di molti amici
che invece ce l’hanno a "toni" quindi ho
una trasmissione dati molto lenta rispetto
a loro per quanto riguarda fuso di Inter¬
net. Avendo un modem da 33.6, le capa¬
cità di questi non sono sfruttate perché
su Netscape per esempio ricevo dati con
una velocità massima di 3 Kb/s. Ma nem¬
meno chi ha una linea telefonica a toni
sfrutta le potenzialità del proprio modem.
Allora mi chiedo, che lo compro a fare
un modem cosi veloce se le linee telefo¬
niche sono scarse ?
C'è qualche sistema (magari economi¬
co per le mie tasche) che mi possa
risolvere tale problema permettendo¬
mi di sfruttare al meglio le potenzialità del
mio modem?
AdeI Ayan
continua a pag 74
MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997
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segue dapag. 72
C aro lettore, la differenza tra linee che
consentono la selezione dei numeri a
toni o ad impulsi non influisce sulla velo¬
cità- di connessione. Infarti mi pare che la
velocità' di trasferimento che riesci ad ot¬
tenere non sia affatto male. 3 Kb/s
(30.000 bps) è una velocità di tutto rispet¬
to, considerando che la velocità massima
teorica raggiungibile dal tuo modem è di
3.36 Kb/s (33.600 bps) direi proprio che il
risultato ottenuto sia più che soddisfacen¬
te In ogni caso, la velocità di trasferimen¬
to non viene stabilita solo dalle capacità
del modem e dalla qualità della linea te¬
lefonica (certamente importanti) ma in
modo significativo anche dalla quantità di
traffico in corso sulla dorsale Internet at¬
traverso la quale stanno viaggiando i dati
richiesti. Un altro fattore importante è rap¬
presentato dalla quantità di richieste invia¬
te al sito sulla quale si sta navigando o dal
quale si intende effettuare download di fi¬
le. Se il sito in questione è particolarmen¬
te contattato, esso deve 'erogare' le
informazione (testi, immagini, file, ecc.)
contemporaneamente a piu utenti, tro¬
vandosi nella condizione di dover dividere
le sue capacità di distribuzione fra tutte le
richieste. Questo comporta un notevole
rallentamento nella velocità di trasferi¬
mento ed in casi veramente limite si pos¬
sono toccare (in basso) velocità anche al
di sotto del Kb/s. Pertanto mi sento di po¬
terti dire che non solo va tutto bene, ma
che la tua condizione sia addirittura da in¬
vidiare: le attuali condizioni di traffico pre¬
senti sulla rete raramente concedono ve¬
locità che raggiungano 1 3 Kb/s.
Pino Nicotra
Nuova CPU:
VELOCITÀ E FATTORE
DI MOLTIPLICAZIONE
^iao, sono Michele, dopo aver letto
l'articolo sull'upgrade del 486. del numero
166 di MC. ho aquistato /' AMD586 - P75
a 133 MHz. Purtroppo, non essendo ripor¬
tato sul manuale della scheda madre il
settaggio di questa CPU, ho scelto il set¬
taggio per 486-DX4 a 100 MHz con il
clock della scheda impostato a 40 MHz
Con dei test di velocità, ho constatato che
la CPU lavora a "soli" 120 MHz, cioè molti¬
plica x3 il clock della scheda, e non x4 rag¬
giungendo 160 MHz. Mi sono rivolto alla
ditta dove ho comprato la scheda, ho cer¬
cato su internet, senza risultato. Sapresti
aiutarmi a trovare la configurazione per la
mia scheda madre la cui sigla, riportata
sul manuale hJ-403VIP
P.S. sulla scheda madre ho letto un no¬
me: 'KASTER', ma sul manuale non vi è
riportato alcun nome relativo alla ditta pro¬
duttrice della scheda. Ringraziandoti del¬
l'interessamento. ti saluto
Michele
N ell'articolo sulle CPU 486 (MC n° 166)
sono apparsi i grafici relativi al proces¬
sore AMD 5x86 P75 con due velocità di
clock, 133 MHz e 160 MHz. Va ricordato
che la AMD dichiara per questa CPU la
capacità di lavorare solamente a 133 MHz
moltiplicando la 'velocità' della scheda
madre per un fattore 4, ovvero posto il
clock della MB a 33 MHz. la CPU lavorerà
ad una frequenza quattro volte superiore
ovvero, approssimativamente, a 133
MHz. L'esemplare in nostro possesso era
in grado di superare questo limite e fun¬
zionare regolarmente a 160 MHz (40 x 4
= 160). I risultati che si ottengono in que¬
sta configurazione sono di notevole livello
ma non sono garantiti dalla casa madre.
Abbiamo deciso di riportarli sulla rivista
solamente per dimostrare cosa il vecchio
486 era in grado di dare senza grande
sforzo. Fatta questa necessaria premessa
veniamo al problema del Sig Fabbri che
non dipende dalla velocità impostata
quanto da una errata scelta del giusto fat¬
tore di moltiplicazione. Normalmente sui
manuali delle schede madri prodotte pri¬
ma che fosse introdotto sul mercato
l'AMD 5x86 non è possibile trovare l’indi¬
cazione del jumper che seleziona il fattore
di moltiplicazione 3x/4x. ma solamente la
possibilità di utilizzare alternativamente i
fattori 2x/3x. In realtà il problema non sus¬
siste perché il controllo che "dice" alla
CPU se utilizzare un fattore 2 o 3 x è lo
stesso anche per l'AMD 5x86 solamente
che m questo caso seleziona il fattore di
moltiplicazione a 3 o 4 x. L'unico proble¬
ma è la corrispondenza: normalmente la
posizione 2 x corrisponde a 3 x sul 5x86
di AMD e la posizione 3 x a 4 x. Su alcune
schede madri accade esattamente il con¬
trario ovvero il fattore 3x corrisponde ef¬
fettivamente alla stessa selezione per
questa CPU, quindi va scelta l'altra opzio¬
ne per ottenere la moltiplicazione del
clock della scheda madre per un fattore 4
Per quanto riguarda il costruttore della
scheda madre non è possibile fare alcuna
ipotesi ragionevole vista l'esiguità delle in¬
dicazioni. Il fatto che il produttore o il di¬
stributore dell'hardware che andiamo ad
acquistare assicuri una assistenza del pro¬
dotto sotto Internet è una peculiarità da
controllare al momento dell’acquisto e de¬
ve costituire un parametro di scelta al pari
delle caratteristiche tecniche o del prezzo.
Luca Angelelli
MMX e FPU
UN "salto" continuo
buongiorno, mi chiamo Riccardo Odia¬
no e vorrei avere un piccolo chiarimento
riguardo i nuovi processori Pentium
MMX, Ho letto che, per motivi di compa¬
tibilità, le nuove istruzioni multimediali uti¬
lizzano in maniera esclusiva l'unita' mate¬
matica del chip, costringendo il processo¬
re a 'swappare' Imi scuso per il poco feli¬
ce termineI tra una modalità (MMX) e l'al¬
tra IFLOATING puro) in caso di necessità.
Che succede se ho un ricalcolo di una ta¬
bella Excel m background e lancio un'ap¬
plicazione che sfrutta le Multi Media eX-
tensions?
a) Il processore continua a cambiare
modalità di funzionamento perdendo una
marea di cicli
b) Si pianta tutto (spero di no)
c) .... Ringrazio anticipatamente per la
risposta e colgo l'occasione per inviare
Distìnti saluti
Riccardo Odicino
G eni. Sig. Odicino, è vero che le nuove
operazioni MMX sono mappate sugli
stessi registri di quelle della FPU e il pro¬
blema è consistente perché per passare
da l’un tipo all'altro questi registri vanno
azzerati. L'operazione richiede vari cicli di
clock e il loro numero dipende da come è
stata pensata la CPU L'AMD K6 ne do¬
vrebbe impiegare circa 20, il Pentium
MMX almeno il doppio, il Pentium II do¬
vrebbe raggiungere valori vicini a quelli
del K6. Non è necessario pensare al un
multitasking per immaginare una situazio¬
ne nella quale una CPU MMX si possa
trovare in 'difficoltà': è sufficiente che il
codice di un tal programma non sia otti¬
mizzato perché ci sia una perdita di effi¬
cienza dovuta ad un utilizzo random di
istruzioni MMX e FPU. Fissata la questio¬
ne va ricordato che quanto ad efficienza
di programmazione la stragrande maggio¬
ranza del software in circolazione è al¬
quanto carente con dissipazione di risorse
di calcolo molto più consistenti di quella
dovuta a questo tipo di 'salto'. Durante le
nostre prove abbiamo sottoposto i pro¬
cessori MMX ad un uso intenso con di¬
versi applicativi contemporaneamente sia
MMX che normali.
Il bilancio è sempre stato a favore delle
CPU con MMX soprattutto perchè la loro
architettura interna è stata migliorata ri¬
spetto alle versioni 'classiche'.
Luca Angelelli
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AMD-K6 MMX li
costringe a correre solo
per stare al passo con noi.
di trarre il massimo dalla
multimedialità. Non cede a
nessun compromesso sulle
prestazioni. Tutto ciò grazie
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Perché? Tanto per cominciare, l'AMD-K6
funziona sia con Windows 95 che con
Windows NT (cioè a 16 e a 32 bit), sfruttandone
chip. Lasciando perdere il gergo tecnico, date
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di domani.
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Ma non è solo una nostra opinione.
Quando sulla stampa compaiono affermazioni
quali: "AMD è ben piazzata per diventare nel
1997 l'alternativa più significativa a Intel"', anche il
settore comincia a pensarla in questo modo.
D'altra parte, non può essere una sorpresa.
Invece li
AMD ha rivestito un ruolo di leadership nello
sviluppo del mercato dei processori per PC: ha
infatti fornito processori di ogni generazione e
vanta circa 90 milioni di CPU installate.
Pertanto, se desiderate un processore per
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Per la prima volta nella storia il Campione del Mondo di scacchi soccombe ad una macchina in
un torneo su tempi regolamentari
Kasparov - Deep Blue: la rivincita del computer
Nella replica del famoso “incontro del secolo” svoltasi dal 3 all’11 maggio a New York,
la nuova versione del supercomputer scacchistico Deep Blue messo in campo da IBM
ha avuto la meglio su un Kasparov sottotono. Una vittoria di misura che però costitui¬
sce una vera pietra miliare nella ricerca in intelligenza artificiale.
di Corrado Giustozzi
Il team di sviluppo di Deep Blue Da sinistra a destra
JobI Benjamin, C J Tan, Jerry Brcdy. Murray
Campbell. F H Hsu, Joe Hoane
Si sono da poco spente le
luci all’Equitable di New
York: li è il pomeriggio dell' 11
maggio, qui da noi sono da
poco passate le dieci di sera.
I mass-media non hanno
ancora rimbalzato la notizia
laconicamente battuta dalle
prime agenzie, ma il popolo
di Internet che ha assistito in
diretta ad un evento storico
prosegue in un tam-tam pla¬
netario che durerà presumi¬
bilmente assai a lungo. Pochi
minuti prima, sotto gli ester¬
refatti occhi virtuali delle cen¬
tinaia di migliaia di appassio¬
nati di scacchi collegati al sito
Web dell'IBM o ad uno dei
suoi numerosi mirrar, il gran¬
de Garry Kasparov, già
Campione del Mondo di
scacchi e da tutti ritenuto il
più forte giocatore di tutti i
tempi, si è arreso dopo sole
diciannove mosse nell'ultimo
e decisivo incontro del
Torneo della Rivincita contro
il supercomputer Deep Blue.
Si tratta in effetti di un even¬
to davvero storico, Mai nella
stona degli scacchi, da tutti
considerati il gioco intelligen¬
te per eccellenza, era avve¬
nuto che un Campione del
Mondo in carica venisse bat¬
tuto da una macchina in una
sfida con regole "umane" e
tempi regolamentari. Era in
effetti i evento che tutti i
ricercatori di Intelligenza
Artificiale speravano che
prima o poi accadesse, per
dare nuova dignità alle loro
tesi e dimostrare che anche I
freddi computer possono
eccellere sulla imprevedibile
strategia della mente umana
Tuttavia il successo è solo a
metà. Nonostante i primi
entusiastici commenti a
caldo dei Grandi Maestri che
seguivano in diretta i vari
incontri, i quali esaltavano il
gioco del computer, a mente
piu fredda sembrerebbe addi¬
rittura di poter dire che la
nuova versione di Deeo Blue,
Ed ecco a voi
Deep Blue Negli
armadioni neri si
nascondono due
supercomputer
parateli RS/6000
SP/2 in tecnologia
RISC che control¬
lano 32 nodi di
calcelo specializ¬
zati per le elabora¬
zioni scacchisti-
che
dalla potenza piu
che raddoppiata
rispetto a quella
che lo scorso anno
giocò la prima
"sfida del secolo
abbia giocato so¬
stanzialmente
peggio rispetto alla
precedente edizio¬
ne. Forse piu che
di bravura della
macchina sarebbe
il caso di parlare di
demento di Kaspa¬
rov, il quale dopo
la vittoria iniziale
nel primo dei sei
incontri ha subito
una sconfitta se¬
guita da una sene
di tre pareggi in
fila, che si è con¬
clusa solo all'ulti¬
mo incontro con una clamo¬
rosa sconfitta per abbando¬
no. I pur rispettabili quattro-
centomila dollari in palio per il
perdente non hanno così pla¬
cato il furibondo Kasparov,
noto per il suo carattere già
solitamente scontroso e
incostante, che in preda all'i¬
ra ha addirittura accusato di
imbrogli il “mediatore"
umano che si occupava di
trasferire sulla regolamentare
scacchiera di legno da torneo
le mosse indicate da Deep
Blue sul proprio schermo. Al
team vincitore sono andati
invece ben settecentomila
dollari ma soprattutto una
salutare iniezione di gioia e
soddisfazione che ricom¬
pensa almeno in parte lama-
rezza per la sconfitta dello
scorso anno quando fu Deep
Blue a gettare via una posi¬
zione favorevole e forse una
vittoria in seguito ad una
serie di mosse incomprensi-
bili.
Quest'anno il campione
russo si era in effetti trovato
di fronte un osso duro,
Nell'anno trascorso letteral¬
mente chiuso rei sotterranei
dei laboratori IBM a York-
town Heights, il team
86
MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997
A sinistra il responsabile
dello sviluppo di Deep
Blue, C J Tan.
A destra la pagina Web
con l'annuncio su
Internet della vittoria di
Deep Blue su Kasparov
responsabile dello sviluppo di
Deep Blue aveva fatto di
tutto per mettere a punto
una vera e propria macchina
anti-Kasparov, dalla potenza
di calcolo raddoppiata rispet¬
to alla versione precedente e
dagli algoritmi tarati sullo stile
di gioco del proprio avversa¬
rio A nulla è servito che
Kasparov tentasse di confon¬
dere il suo antagonista di sili¬
cio con aperture raramente
usate o varianti anticonven-
zionali; la micidiale capacità
elaborativa del supercompu-
ter parallelo ha rintuzzato
ogni velleità del campione
umano, portandolo soprattut¬
to verso un cedimento psico¬
logico che si è infine manife¬
stato sotto forma di un cla¬
moroso errore nell'ultimo
incontro.
I risultati di lunga portata di
questa sconfitta epocale
sono ancora da discutere;
sembra tuttavia che i soli
Cronaca di un suicidio annunciato...
contenti siano gli informatici,
mentre a tutti gli altri (dai filo¬
sofi agli scacchisti) la cosa
non ha fatto più impressione
di tanto Buon segno, tutto
sommato: ad esempio la
temuta reazione inconsulta
della stampa e della TV
sostanzialmente non c'è
stata, e i pochi commenti
uditi qua e là non erano di
tono apocalittico come si
poteva temere ma anzi sotto¬
lineavano che la macchina
rimarrà sempre
inferiore all'uomo
(e meno male!...).
A questo punto
naturalmente man¬
ca la "bella", ed
infatti la IBM ha già
ufficialmente chie¬
sto a Kasparov se
intende prestarsi
ad un terzo incon¬
tro con Deep Blue
da disputarsi orien¬
tativamente tra un
anno.
Kasparov però non
ha ancora fatto
sapere la sua inten¬
zione.
D'altronde è com¬
prensibile: lui ci ha
messo trentaquat-
tro anni per diven¬
tare quello che è. e
non può mica raddoppiare la
sua potenza di calcolo in una
manciata di mesi..
Ecco nel listato il resoconto della partita piu
discussa del match, quella conclusiva, che dopo
una lunga parità ha infine fatto pendere la bilan¬
cia del punteggio a favore di Deep Blue Ma dire
che sia una bella partita è del tutto fuori luogo:
in realtà si tratta di una partita cortissima
(Kasparov ha abbandonato alla diciannovesima
mossa) e piuttosto atipica, nella quale più che
l'abilità del giocatore artificiale risalta un clamo¬
roso errore di quello umano che la macchina
ovviamente non ha mancato di sfruttare con la
sua logica inesorabile e micidiale. Ovvio quindi il
disappunto di Kasparov. che resosi conto della
situazione ormai compromessa ha preferito get¬
tare la spugna piuttosto che subire l'inevitabile
sconfitta sul campo, la quale sarebbe certamen¬
te stata tanto schiacciante quanto disonorevole
Kasparov, si è detto, ha giocato il tutto per tutto:
pur muovendo i neri, e dunque partendo svan¬
taggio. è uscito per primo dal "libro" delle
aperture consolidate ed ha impostato una parti¬
ta di attacco, nella speranza forse di sorprende¬
re la macchina con un comportamento imprevi¬
sto. In lieve vantaggio di materiale, ma contro
un bianco ben sviluppato sulla scacchiera,
Kasparov tuttavia per svista o per errato calcolo
perde ben presto la regina: è troppo per il cam¬
pione del mondo, il quale cede di schianto sotto
il peso psicologico del proprio errore e decide di
darsi per vinto.
La domanda a questo punto è: può davvero un
giocatore del calibro di Kasparov, unanimemen¬
te considerato il più grande scacchista di tutti i
tempi, cadere in una trappola del genere? 0 la
scelta di essere sconfitto in maniera cosi clamo¬
rosa non è piuttosto stata accuratamente calco¬
lata e meticolosamente messa in scena dà un
Kasparov ormai alle corde, in una sorta di piro¬
tecnico suicidio rituale di fronte all'agghiacciante
prepotenza del supercomputer che, sono parole
dello stesso Kasparov. "gioca come un Dio"?
Deep Blue - Kasparov, Garry
IBM Kasparov vs. Deep Blue Rematch
New York. NY USA
6°incontro II I maggio 1997)
1. e4 c6 2. d4 do 3. Cc3 dxe4 4. Cxe4 Cd7 5.
Cg5 Cgf6 6. Ad3 e6 7 C1f3 h6 8 Cxe6 De7 9
0-0 fxe6 10. Ag6+ Rd8 11 Af4 b5 12 a4 Ab7
13. Tel Cd5 14 Ag3 Rc8 15. axb5 cxb5 16 Dd3
Ac6 17 Af5 exfó 18. Txe7 Axe7 19. c4 1-0
Situazione dopo 17. AfS. Il nero proseguirà accettando il
sacrificio di altiere (17. exfS) ma perderà immediata¬
mente la donna 118. T>e7l abbandonando poco dopo
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Z-Note 6000: il notebook Zenith con MMX
Assoprint costituisce Asso.IT
La linea Z-Note 6000 è stata potenziata
con l'ingresso di un nuovo modello a 150
MHz con tecnologia MMX, che si affianca a
quelli precedenti a 133 MHz.
di Enrico Ferrari
Lo Z-Note 6000 PI 50 integra
una memoria RAM da 16 a
32 MB, oltre a una cache di
secondo livello da 256 KB.
La sua struttura modulare
consente di alloggiare una o
due unità a disco da 1,3
Gbyte oppure una unità CD¬
ROM in alternativa a una
delle unità disco. Il display da
12,8' permette la scelta tra
una soluzione SVGA o XGA
con 1024 x 768 punti, Audio
stereo a 16 bit, microfono e
altoparlanti sono di default.
Z-Note 6200 è l'ultimo arrivo
della gamma di notebook di
Zenith Data Systems e asso¬
cia la potenza del processore
Intel Pentium a 166 MHz
MMX con il display di più
ampie dimensioni della cate¬
goria 13,3 pollici di diagonale,
con una superficie netta
visualizzable analoga a quella
di un monitor standard da
15'.
Lo Z-Note 6200, oltre al pro¬
cessore MMX a 166 MHz,
implementa una memoria
RAM da 32 a 128 MB e un
disco fisso da 2.1 GB Un
secondo alloggiamento può
integrare o il lettore CD ROM
lOx rimovibile interno o. in
alternativa, un secondo hard
disk opzionale, sempre rimo¬
vibile
Il nuovo 6200 MMX diventa
anche un perfetto PC da tavo¬
lo grazie al "replicatore di
porte’, che consente di man¬
tenere collegati i cavi di uso
più ricorrente (es. stampanti,
monitor esterno, LAN), non¬
ché una "docking station' che
trasforma all'occorrenza lo Z-
Note 6200 in un PC da tavolo
a tutti gli effetti, con possibi¬
lità di inserire unità periferiche
aggiuntive,
Lo Z-Note 6000 P150 è
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Il gruppo storico Assoprint si
allarga e annuncia, nel corso di
una conferenza stampa a
Milano, la sua evoluzione costi¬
tuendo Asso.IT.
di Francesco Fulvio Castellano
È da notare che con questa iniziati¬
va Assoprint allarga il suo raggio
d'azione "incorporando", dopo il
Gruppo Large Prmtmg, il Gruppo
Assoprint. e il Gruppo Copier,
anche il Gruppo AssoPC e il
Gruppo AssoMonitor. Nel corso
della conferenza stampa sono
stati resi noti i dati '96 relativi al
mercato italiano dei PC, dei
monitor, delle printer e delle
copier.
Noi concentreremo la massi¬
ma attenzione al mondo prin¬
ter (stampanti) Nel '96 sono state
vendute 1 361 910 unità Si tratta
di un fenomeno storico perché e la
prima volta che le stampanti supe¬
rano il numero dei computer ven¬
duti nel nostro Paese stampanti a
impatto 263.959, stampanti laser
256.651, stampanti ink-|et
840.940
& tratta quindi di una performance
eccezionale, in modo particolare
per le ink-|et (+75%) un po' meno
le laser (+37,9%), mentre c’è un
calo evidente (-26,4%) per quelle a
impatto. Prendiamo in considera¬
zione le stampanti a tecnologia
ink-jet: le monocromatiche non
esistono quasi più (-54,7%), le tri-
cromatiche col.cap (+87.7%) sono
in buona crescita, ma quelle che
ormai dominano il mercato sono le
stampanti full color (+165,3%)
La famiglia PowerMate completa l’offerta NEC per il mercato professionale
NEC Computer Systems annuncia il lancio dei nuovi computer
desktop PowerMate.
Ecco in dettaglio l'offerta della nuova famiglia:
PowerMate Ve è l'offerta entry level della gamma NEC, impiega
un processore Pentium 133 MHz, scheda Grafica S3 trio V64+ e
architettura PCI. PowerMate Ve è fornito con la possibilità di ope¬
rare in Windows 95 oppure Windows for Workgroups.
PowerMate V, è disponibile con processore Pentium a 133 MHz o
166 MHz, con una scheda grafica ATI Rage. Concepita come PC
aziendale generai purpose la serie PowerMate V è dotata della tec¬
nologia NEC Magic Eye e di LANDesk Client Manager di Intel,
nonché di altri software mirati alla riduzione del costo totale di
esercizio.
PowerMate P, utilizza la tecnologia Intel MMX. La linea
PowerMate P è composta da tre modelli con processore 166 MHz
e 200 MHz dotati di ATI Rage e di scheda grafica 3D a 64 bit con
architettura PCI. La serie PowerMate P è dotata dalla tecnologia
NEC Magic Eye che offre tutti i vantaggi propri deH'ambiente multi¬
mediale senza trascurare la riduzione del costo totale di esercizio.
PowerMate Pro. concepito come PC workstation di ultima genera¬
zione, utilizza processo¬
re Pentium Pro 200
MHz di Intel. Grazie alla
potente scheda grafica
Matrox Millennium,
allEnhanced IDE e al¬
l'opzionale interfaccia
Ultra SCSI, il Power
Mate Pro è il modello di
punta della serie. Dotato
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Magic Eye e LANDesk
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ne di Extreme 3D 2, l'editor
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sione 2.02 e il plug-in Shock¬
Wave La versione Windows
si avvale di SoundForge di
Sonic Foundry in luogo di
SoundEdit.
Una peculiarità importante è
lo streaming di ShockWave,
che visualizza i filmati durante
lo scaricamento dei file e non
alla sua fine: si tratta d'una
caratteristica particolarmente
vantaggiosa per utenti con
modem a bassa velocità. Vale
per tutti poi la nuova modalità
di navigazione di Director 6.
che consente di visualizzare
dopo un solo secondo un'ani¬
mazione ShockWave da
200K L’ambiente di program¬
mazione supporta JavaScript,
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Grazie ai moduli Xtras.
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insieme qualcuno La tecnologia, già esistente da tempo per
dimensioni ridotte, è adesso valida anche per schermi fino a 16'
con risoluzioni fino a 1280x1024 1 prezzi sono ancora intorno a
qualche milione di lire, da tre in su. ma solo ora stanno arrivando
prodotti delle dimensioni necessarie a fare grandi volumi di vendi¬
ta Sono già svariati i grandi nomi che si cimentano nell'impresa,
da Philips a Siemens. Nel plasma il numero uno mondiale è
Fujitsu, i cui display Plasmavision raggiungono un angolo visuale di
160 ", fondamentale in presenza di folto pubblico. Il plasma con¬
sente di avere modelli di grandi dimensioni ma di peso ridotto: si
tratta di modelli da 21 " e addirittura da 42" con risoluzione
852x480x16,7 milioni di colon, adattissimi a sistemi audiovideo,
applicazioni industriali e di office automation. Il modello PDS 4201
è un 42" multistandard (Pal/Secam/Ntscl in formato 16:9 Fujitsu è
distribuito da Melchioni
Gli LCD hanno una visibilità migliore rispetto ai monitor di pari
dimensioni La risoluzione e di 1024x768 con refresh fino a 75 Hz
Ma non ci sono solo colossi: ad
esempio ci sta provando anche
la STB, azienda texana nota per
le sue schede video di grande
qualità. E infatti sul mercato la
serie Galileo, un 13,8' che rag¬
giunge una risoluzione di
1024x768 punti con 64K
colori I nuovi oggetti sono
senz’altro piu comodi dei tradi¬
zionali monitor, davvero ingom¬
branti Galileo può essere mon¬
tato sia su tavolo tramite brac¬
cetto che direttamente appeso
al muro La serie si compone di
due modelli, 1 con interfaccia
Digitale e 2 con interfaccia analogica. In Italia STB è rappresentata
da Intersystem, Il primo prodotto del genere ad avere la nazionalità
italiana è Spectrum di McPerson. Si tratta di una gamma di LCD in
tecnologia sia TFT che DSTN Le dimensioni vanno da 10,4” a 18"
SXGA In particolare il 12,1" DSTN arriva ad una risoluzione di
800x600x64K con scansione verticale da 50 a 100 Hz, mentre il
TFT di stesse dimensioni raggiunge i 262 mila colon ed ha un piu
ampio angolo di visuale Lo spessore di 46 mm lo rende uno dei
più sottili sul mercato.
Tra le opzioni troviamo un microfono, due altoparlanti, le cuffie, la
telecamera per videoconferenze ed il touch screen.
DOVE & CHI-
Melchioni - Via Colletta 37, 20135 Milano, Tel. (021 5794 220
McPerson - Via Maestra 242, 33084 Cordenons (PNI.
Tel. (0434) 5420.00
Intersystem - Via G Vaimarana 65. 00139 Roma.
Tel. (06)8864.1808
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Le v check di rete 5Coni Favt Et ber Link XL
ed EtlcrLink XL rendono più veloce il
deoktop e allo v trovo tempo, grazie alle
funzionalità DynamicAcervo, migliorano
leprevtazionidell'intera rete.
rete
Le schede che conoscete riescono a dare sprint alla vostra rete e a rendere più Facile
il vostro lavoro? Quelle 3Com sì. Le schede EtherLink XL e Fast EtherLink XL
garantiscono il massimo throughput e il minimo utilizzo della CPU, grazie alla
tecnologia brevettata da 3Com Parallel Tasking. Se in più si aggiungono le
funzionalità DynamicAccess, le schede si interlacceranno con la rete commutata in
modo da migliorare le prestazioni nel complesso, consentendo allo stesso tempo un più
ampio controllo dell’ampiezza di banda e delle risorse in generale.
Anche la gestione della rete risulterà più semplice e più completa, perché le schede XI- sono in grado di
raccogliere e distribuire le statistiche RAION: grazie alla tecnologia PACE, consentono di regolare in modo
ottimale il traffico generato dalle applicazioni real-time e multimedia; se utilizzate in combinazione con il nuovo
software di 3Com Fast IP, contribuiscono a migliorare sensibilmente le prestazioni delle Intranet. E con gli
upgrade delle funzionalità DynamicAccess sarete sempre padroni del gioco. Ala sapete qual è la notizia migliore?
Che le schede XL sono solo una parte delle soluzioni di rete più affidabili e più scalabili in assoluto - quelle
offerte daSCom, leader del networking.
Fate una mossa intelligente: visitate il nostro sito Web per scoprire come le nuove funzionalità
DynamicAccess possano far fare alla vostra rete un vero
salto di qualità.
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O IW.team Ciwpiir.lloi* tCom. Sthcrl-nli. tanilll TaJung. I>! orivi Ai.(,*- l'ACEr Nriworia Thll Golhr Diluirne urne mirrili di JCom Corporation
Concorso di computer grafica per l’Etruria
Il Comune di Grosseto, con la collaborazione
del Circolo di Cultura Informatica 'Bmary
Digit', promuove la seconda edizione del
concorso internazionale di Computer Grafica
organizzato nell'ambito della quarta edizione
della manifestazione "Immaginando ".
Titolo del concorso è "Visioni digitali
deN'Etruria', con opere ispirate alle immagini
degli scavi, al paesaggio od ai reperti del sito
archeologico prescelto. Lo scopo del
Concorso è quello di far conoscere al grande
pubblico gli aspetti storico-paesaggistici del¬
l'antica Etruria del Grossetano. Un elenco di
siti Web inerenti il tema è disponibile presso
il sito Internet di Immaginando '97,
http://www.qol. qrosseto.il/pinarv. ntnj
Gli elaborati dovranno pervenire su supporti
in formato MS-DOS, AmigaDOS o
Macintosh, in formato grafico TGA.TIFF, IFF
e JPG al 100% di qualità. Non esistono limiti
al numero di opere che ogni partecipante
può presentare, le immagini possono essere
inviate anche per via telematica. Le opere,
che saranno selezionate per la fase finale
della competizione da una giuria composta
da cinque persone di fama nazionale, verran¬
no esposte presso il Cassero Senese di
Grosseto dal 19 al 26 ottobre 1997
Lernlt Online: il tutor online
Che Internet possa essere utilizzata
anche per scopi educativi oramai è risa¬
puto, e l'idea di creare un sistema capa¬
ce di fornire online dei veri e propri
corsi interattivi è destinata ad avere
successo.
La Ziff Davis, il potente editore informatico
americano, ha realizzato una divisione chia¬
mata Learnlt Online, http:/Avww.learnitonli-
ne.com, che realizza veri e propri corsi via
Internet su Windows 95, Office, e molti altri
programmi normalmente utilizzati che spesso
richiedono ore di corsi di preparazione specifi¬
ca Utilizzando una tecnologia proprietaria
chiamata Learn Flow, Learnlt Online è un
flusso di dati in tecnologia streaming, che
consente di avere sul proprio schermo un
tutorial in una finestra a parte vicino al tradi¬
zionale browser. Grazie al tutorial ed al colle¬
gamento online è possibile cosi imparare a
seguire le lezioni ad hoc ed interagire con le
simulazioni del software che si sta imparan¬
do. Un abbonamento annuale costa 29.95$ e
dà diritto a tutti i corsi che si vogliono.
Gli insegnamenti fondamentali sono Win¬
dows 95 e Office 95. sono in arrivo le lezioni
per Office 97, trucchi e suggerimenti per Net¬
scape e Inter¬
net Explorer e
corsi sul lin¬
guaggio HTML
e Java, il tutto
sempre in per¬
fetta interazio¬
ne e simulazio¬
ne online.
Philips lancia Genie, il GSM più leggero al mondo
Piccolo nelle dimensioni, grande nelle prestazioni, Genie
è il modello, forse in assoluto, più avanzato della gamma GSM.
di Francesco Fulvio Castellano
Philips ha presentato anche in Italia, dopo
averlo lanciato a livello internazionale al
recente CeBIT di Hannover, il nuovo
telefono GSM "Genie" che, con i suoi 99
cc di volume e un peso di soli 95 grammi,
vanta a pieno diritto il titolo di cellulare
GSM più piccolo e leggero al mondo Ma
nonostante il contenimento di peso e
dimensioni, le prestazioni di Genie sono
estremamente innovative, come dimo¬
stra l'incredibile
durata dell’autono¬
mia in stand-by.
ben 3 settimane,
un record non
riscontrabile per un
apparecchio GSM. Il
disegno ergonomi¬
co di Genie include:
un microfono a
scomparsa brevet¬
tato che, oltre a
garantire il giusto
rapporto nella di¬
stanza tra ricevitore
e altoparlante, per¬
mette inoltre, tra¬
mite pressione, di
aprire il collega¬
mento e di chiu¬
derlo automatica-
mente al termine
delle conversazio¬
ni, un’innovazione
che si deve al
know-how di Philips
nei settori dell'elet¬
tronica di consumo e
della telefonia cellulare. Genie è
dotato anche dell’esclusiva funzione
"Voice Dial" (composizione vocale del
numero), che consente di effettuare una
chiamata semplicemente pronunciando il
nome della persona alla quale il numero
appartiene. Con la funzione Voice Dial si
possono memorizzare sino a 10 numeri:
basta aggiungere a ciascuno di essi, già in
memoria nell'apparecchio, un'apposita
voice tag.
Questa funzione si rivela particolarmente
utile durante la guida, in quanto non
richiede l'uso delle mani e, di conseguen¬
za, consente di effettuare le chiamate in
tutta sicurezza.
Nonostante il formato compatto, Geme è
dotato di uno spazioso display grafico e
permette alcune possibilità di personaliz¬
zazione: per accedere, ad esempio, alle
nove funzioni maggiormente utilizzate o
ai nove numeri più frequentemente chia¬
mati. basta tenere premuto per alcuni
istanti un tasto apposito. Geme è dotato,
infine, di un dispositivo che sostituisce la
tradizionale suoneria con una più discreta
"‘vibrazione" (ideale per tutte le situazioni
in cui il silenzio è d'obbligo) o. vice¬
versa, con un "trillo" più intenso
udibile anche quando l'apparecchio
si trova all'interno di una borsa o di
una valigia Piccolo nelle dimensio¬
ni, grande nelle prestazioni. Geme è
il modello, forse in assoluto, più
avanzato della gamma GSM e il più
veloce nella trasmissione dati E
proprio per la compressione dei dati
grazie alla Twin Data Card. Genie è
in grado di supportare trasmissioni
sino a 38.400 bps con la Philips
Mobile Card e sino a 115.000 bps,
su reti di linea fisse. Infine, e non è
tutto, il telefonino è provvisto di una
gamma completa di accessori, pri¬
mo fra tutti il kit viva voce per auto
in versione duplex che consente la
sovrapposizione delle voci dei due
interlocutori eliminando l'effetto di
interruzione audio tipico dei tradi¬
zionali viva voce.
L'audio del kit per auto è predispo¬
sto, altra novità, alla regolazione
automatica del volume a seconda
dell'intensità dei rumori di fondo;
ad esso si aggiungono l’adattatore
per l'accendisigari dell’auto, com¬
pleto di LED per l'indicazione della
carica e meccanismo di blocco bre¬
vettato per impedire che l’adattatore
si sposti, il carica-batterie da tavolo e
da viaggio, e una vasta scelta di batte¬
rie. Cosa si vuole di più da un peso
piuma?
Come tutti i cellulari Philips, anche Geme
è coperto dalla garanzia First Choice. un
servizio esclusivo di assistenza globale
che, in caso di guasto, sostituisce l'appa¬
recchio nel giro di 24 ore.
Genie è stato studiato in modo da risulta¬
re perfettamente compatible con le spe¬
cifiche GSM Phase II, ed è predisposto
per tutte le funzioni offerte dal nuovo
standard, naturalmente dipendenti dalla
rete. Sarà disponibile sul mercato italiano
a partire da questo mese.
Unico neo, il prezzo ancora da definire.
DOVE fc CHI-
Philips Spa
Piazza IV Novembre 3.
20124 Milano,
Tel. (02) 76.521
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Canon
wwt
CREATA DA UNA GIORNATA AL MARE,
DALLE ASPETTATIVE DI UN PADRE ARCHITETTO
E DAI NUOVI PRODOTTI CANON
PER L'ACQUISIZIONE DELLE IMMAGINI.
Se pensale che cosiruire un castello partendo da un secchiello di
sabbia sia praticamente impossibile, i casi sono due: o non
giocate abbastanza con l'immaginazione o non conoscete i nuovi
prodotti Canon. PowerShot 600 e PowerShot 350, le nuove
macchine fotografiche digitali con sensore ottico
rispettivamente di 570.000 e 350.000 pixel,
consentono di ottenere immagini ad altissima
definizione, vederle ed elaborarle sul PC,
inserirle nei documenti. CanoScan 300 e 600,
gli scanner a colori a piano fisso A4 con design compatto e
risoluzione ottica di 300 o 600 dpi. seansiscono velocemente
con un unico passaggio. CanoScan 2700F, il nuovo film scanner
con risoluzione di 2720 dpi, è in grado di acquisire
immagini da diapositive, negativi, rallini APS. Se poi
volete anche una stampa all'altezza della vostra fantasia
affidatevi al Fotorealismo Canon e otterrete una qualità
assolutamente fotografica. Un esempio di
tutto ciò? L'avete proprio sotto gli occhi.
CANON ITALIA h i l p // w w \v e a ti mi 1 1 F- ina il lui n l i i m .1 1 .im 1 . ,i n u n il - PRONTO CANON 02/66184383
Da Eutron arriva Smartlock Pro 675, per gli adempimenti della legge sulla privacy
Eutron annuncia Smartlock Pro 675, un software di sicurezza infor¬
matica per gli adempimenti legati alla nuova legge 675 del 31
dicembre 1996 sulla tutela dei dati personali.
di Enrico Ferrari
-| |a|vj |c|a]i»|«|
Eutron
Computer Socwnty So* ut-ori»
Già in piena attuazione, nono¬
stante le polemiche, la legge
sulla tutela dei dati personali
pone dei nuovi problemi lega¬
ti all'aggiornamento dei soft¬
ware e alla gestione delle
banche dati con la nuova nor¬
mativa La legge 675 del 31
dicembre 1996 sulla normati¬
va per la tutela della privacy
informatica contiene impor¬
tanti adempimenti da attuare
in termini di procedure che
assicurino la sicurezza e la
riservatezza dei dati imma¬
gazzinati da enti e società
relative al cittadino; la manca¬
ta adozione delle misure
necessarie viene classificata
dal legislatore come penal¬
mente perseguibile, anche se
è noto che dovranno essere
introdotte numerose correzio¬
ni per chiarire tutti gli aspetti
della normativa.
In questo scenario Eutron
annuncia Smartlock Pro 675,
un software di sicurezza
informatica per gli adempi¬
menti legati alla nuova legge
sulla tutela dei dati personali:
il software consente di creare
una barriera in termini di
accesso e di utilizzo dei dati
verso intrusioni telematiche e
atti di pirateria informatica.
Smartlock Pro 675, installato
sui personal computer in rete
o locali, consente di proteg¬
gere le informazioni memoriz¬
zate sia localmente che sui
dischi di rete, controllando
l'accesso ai
sistemi, limi¬
tando l'utilizzo
delle risorse,
proteggendo
con funzioni di
crittografia a
diversi livelli i
file e le directory desiderati in
modo semplice ed efficace.
Questo software è dedicato
all'ambiente PC e LAN, dove
transitano importanti informa¬
zioni riservate e dove, para¬
dossalmente, gli aspetti di
sicurezza logica sono spesso
trascurati o inesistenti.
Smartlock Pro 675, per aderi¬
re alle raccomandazioni della
legge, consente di archiviare i
dati in forma crittografata su
supporti magnetici al fine di
estendere la sicurezza anche
alle copie di sicurezza delle
banche dati relative ai dati
personali.
Din & chi-
Eutron
Via Gandhi 12,
24048 Treviolo (BGI.
Tel (035)697011
L’immagine digitale a metà tra fotografia e videocamera
Sony privilegia il consumer con la compatta DSC-F1, Axis addirittura integra una porta Ethernet
per mettere in rete la sua NetEye 200.
di Leo Sorge
Sony ha lanciato anche in Italia una mac¬
china fotografica digitale, la DSC-F1. Si
tratta d'una stili camera per il mercato
consumer le cui caratteristiche principali
sono la compattezza e la semplicità nei
collegamenti. Dal punto di vista fotografi- j
co si tratta d'una 35mm con macro che |
avvicina da 10 cm fino all'infinito.
L'esposizione può essere sia automatica
che manuale, mentre il flash incorporato si
attiva automaticamente. Ovviamente per
fare delle sequenze basta il temporizzatore
già incluso con scatti ogni 5 secondi, utile
anche per l'autoscatto. Altre funzioni utili
sono il multiscreen e l'inserimento di data ed ora II display a colo¬
ri da 1.8", che come di consueto funge sia da mirino che da moni¬
tor, è un CCD da 350 mila punti di risoluzione utile pan a 640x480
punti con colore a 24 bit. Le immagini vengono memorizzate su
una memoria flash incorporata da 4 Mb che a seconda della risolu¬
zione può contenere da 30 a 108 immagini. L'uscita diretta piu
importante è per la TV o il videoregistratore senza bisogno di altri
circuiti. C'è anche il collegamento al PC, la cui semplicità è data
dall'uso dell'interfaccia ad infrarossi incorporata, ma chi preferisce
il cavo potrà usare l'interfaccia parallela del PC oppure quella seria¬
le RS-422 del Mac. Se serve stampare direttamente si può acqui¬
sire la companion printer DPP-M55, un modello a
sublimazione di colore da 144 dpi che si connette
con tutte le opzioni citate per i desktop
Addirittura già pronta per essere usata su
Internet ed Intranet è NetEye 200 di Axis. Sul
palmo della mano viene ospitato un hardware
eccezionale: una macchina fotografica digitale a
colori, un Web server ed una connessione
Ethernet. Per la precisione le dimensioni sono di
5x7,5x15 cm. Con NetEye è immediato ripren¬
dere immagini ed immetterle direttamente in
rete, sia essa aziendale, geografica o di telesor-
veglianza. Le foto, che hanno una risoluzione
cromatica di 16 milioni di colon, possono essere
scattate a distanza: l'hardware le comprime Jpeg in
meno di un secondo e le rende consultabili tramite un qualsiasi
browser. L'installazione è immediata, dato che basta assegnare
all'apparecchio un indirizzo IP
DOVE & CHI-
Sony Italia - Via G Galilei 40, 20092 Cinisello Balsamo (MI),
Tel (02) 6183.81
Axis Communications - Schleevagan 16, 22270 Lund (Svezia),
Tel 0046/46/270 1925. fax 0046/46/1361.30
94
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Corsia riservata verso il futuro della comunicazione
Philips Modem Fax.
•oooooooooooo
Modem Fax 33.6 Kbps+Voice.
Incredibile ma Philips: in un solo strumento,
tutte le più avanzate performance nel campo
della trasmissione di voce e dati.
Da oggi il Modem Fax Philips è velocità,
comodità e qualità multifunzione.
SVD, per telefonare e inviare fax allo stesso
destinatario simultaneamente. Voice, per
usare il modem come segreteria telefonica
con memoria illimitata. E Full Duplex, che
garantisce l'ottima qualità del suono e la con¬
nessione microfono/casse per l’ascolto del¬
la segreteria e la ricezione delle telefonate.
• disponibilità di modello interno/esterno,
ambedue omologati PCA 330IV-EV
• V.42/MNP 2-4 capacità di correzione errore
• V.42bis/MNP5 compressione dati
• compatibilità con lo standard V80 per videoconferenze
• software di comunicazione sem¬
plice e completo con ISP per appli¬
cazioni Internet
Miglioriamo il mondo.
| Numero «erte_
167-820026
PHILIPS
In rete. Big Blue è la più veloce
Il nuovo record di velocità per server Internet è stato stabilito da IBM
di Leo Sorge
L'RS/6000 modello F50, equipaggiato con quattro PowerPC
604e in multiprocessing simmetrico, ha raggiunto le 2148 opera¬
zioni HTTP al secondo nel benchmark standard SpecWeb96
Sottoposto nella stessa configurazione anche al benchmark TPC,
i valori raggiunti sono stati di 7308,10 tpmC e 99$/tpmC.
Dal 15 aprile tutti i sistemi di questa famiglia sono forniti di sene
con AIX versione 4 1 5 o 4.2.1, quest'ultima particolarmente stu¬
diata per applicazioni Internet e completa di svariati package tra i
quali Lotus Domino 4.5 per la macchi¬
na monoprocessore.
DOVE & CHI-
IBM
Circonvallazione Idroscalo,
Segrate (Mll,
Tel. (02) 5962.5852
Candidati in video per le aziende che assumono
Aumenta la gamma di servizi di Mail Boxes Etc, che
ora propone una home page a chiunque voglia pro¬
muovere la propria professionalità
Piangete, head hunter di tutto il mondo, perché la vostra abilità
sta per finire. È infatti attivo un doppio servizio di svariate asso¬
ciazioni d'imprese e professionisti, tra le quali Assoservizi, dedi¬
cato a chi si propone per lavorare Gli head hunter. o cacciatori
di teste, sono quei professionisti che si dedicano alla ricerca di
personale specifico per le più svariate esigenze aziendali anche
in questo caso Internet si sostituirà almeno al livello più basso
dell'attività tradizionale
I due servizi si chiamano II mio lavoro e Professionisti in rete,
con due siti Web che, guarda caso, si chiamano vwvw.ilmiola-
voro.com e Iwww.professiomstunrete. conti entrambi senza
spazi. La diffusione del servizio è garantita dalla convenzione
con i negozi, Mail Boxes, ecc , che ospitano l'accesso ai siti ed
eventualmente anche la casella di posta elettronica dei candida¬
ti. In pratica si propone una home page individuale completa di
foto, curriculum e - laddove possibile - anche esempi di lavoro.
II costo base è di lire 60 mila, ma foto ed audiovisivi vanno con¬
teggiati a parte.
Ovviamente la cosa è interessante in quanto esiste un elenco
di aziende clienti che possono
accedere alla galleria di home
page, pagando un prezzo base di
lire 200 000
Molte altre informazioni sono
disponibili sui siti citati.
VE & CHI-
Mail Boxec Etc
Piazza IV Novembre 1,
20)24 Milano,
Tel (02)6692 661
Delta distribuisce Motorola MacOS
Da aprile Delta è distributore nazionale dei computer Motorola
compatibili con il sistema operativo del Mac. Le due sene
sono una entry level, la StarMax 3000 con PowerPC 603e. ed
un altra high performance. StarMax 4000 con PowerPC 604e.
Indicati per il mercato soho, tutti i modelli alloggiano un CD¬
ROM 8x La certificazione Apple è totale, e la garanzia è di cin¬
que anni.
Nel 1996 l'intero gruppo Delta ha
fatturato 260 miliardi, ed adesso
ha attratto anche i prodotti della
Motorola divisione Computer
Group.
& CHI-
Delta
Via Brodolini 30,
Malnate (VA),
Tel 0332/830.443
In casa Siemens colpo di SCENIC
Siemens Nixdorf presenta il suo nuovo notebook, lo
SCENIC Mobile 700 MMX, con processori MMX da
150 e da 166 MHz, dotato di un'ampia gamma di
moduli di espansione: si possono cambiare il proces¬
sore, l'hard disk e la memoria di lavoro in modo
modulare.
Questo nuovo prodotto Siemens
va a collocarsi certamente tra i pro¬
dotti top di questo segmento, tra
le sue caratteristiche preminenti
c'è la possibilità di ampliare la
RAM da 8 Mb fino a 72 Mb.
mentre il disco rigido e disponi¬
bile nelle seguenti configurazio¬
ni: 1, 1 35, e 2.1 Gb Tutti i
modelli SCENIC Mobile
700 MMX dispongono .
del display a cristalli
liquidi LCD-TFT da ,
11.3 a 12.1
oppure di un di¬
splay overhead da
12.1 pollici Lo SCENIC con¬
sente di usare una Pc Card Type II e
Type III contemporaneamente, le Card Type II
hanno funzioni fax/modem o LAN per integrazione in rete, una
Card Type III può essere un hard disk supplementare La versa¬
tilità è garantita da due FlexiBay che possono alloggiare un dri¬
ver per floppy disk, uno per hard disk da 1.35 o da 2.1 Gb. una
batteria extra, un CD-ROM 8x. un MOD drive (Magnetic
Optical Disk), un secondo hard disk oppure un'altra batteria. Si
possono modificare i moduli addizionali a computer funzionan¬
te. La versione di SCENIC con il display overhead staccabile
non è soltanto il top della gamma dei notebook; è. anche, un
sistema per presentazioni davvero efficiente. Staccare il display
e inserirlo in un proiettore consente di fare efficienti presenta¬
zioni con grafica di altissima qualità, animazioni e sequenze
video a basso costo.
Infine lo SCENIC Mobile 700
MMX ha un'interfaccia a raggi
infrarossi (IrDA) per comunicazio¬
ni remote con altri notebook o
altre periferiche dotate di un'in¬
terfaccia simile.
chi -
Siemens-Nixdorf
Via Roma 108,
20060 Cassma de' Pecchi,
Tel. (02) 95121.694
96
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
3AOTI MCM.COMP. Ogilvy «r Malhcr
‘Far lavorare insieme
tutte le mie reti
è come districare
un piatto di
spaghetti
E’ facile rimanere impigliati nei numerosi
particolari del Networkin g. Oggi però
destreggiarsi è più facile per tutti. IBM infatti
ha messo a punto una strategia cosi semplice
che si riassume in poche parole: una rete
è molto di più della somma delle parti che
la compongono. Siano esse IBM o no.
Ciò vuol dire che IBM supporta le
prestazioni complessive delle vostre reti
senza tener conto della provenienza delle
singole parti.
Per sapere come IBM può aiutarv i a fare
funzionare meglio i vostri network, chiamate
IBM Direct al Numero Verde 167- 01701)1*
oppure visitate il sito Internet
|ww w.in‘lwi>rkm».ilnii.i •■»m/ncla<[
Una nuova strategia
per fare di ogni
rete qualcosa
di più della somma
delle sue parti.
Soluzioni per un piccolo piunrla
Se preferite potete inviare un messaggio e-mail a IBM Direct all’indirizzo ibm_direct@it.ibm.com. L’indirizzo IBM in Internet è http //www ibm.com
Micrografx FlowCharter 7: la nuova generazione di diagrammi su desktop
tratta della prima soluzione per l'integrazione dinamica " “ -
Jeo con i diaarammi
video con i diagrammi
La texana Micrografx ha reso
disponibile FlowCharter 7, un
software per il disegno e la
generazione di grafici e dia¬
grammi che rinnova il concet¬
to di diagrammazione a video.
Grazie alla tecnologia Living
FlowCharts, che consente di
interagire dinamicamente a
video con i diagrammi, si può
usare anche la funzione
Shape Action Wizard (SAW)
per assegnare azioni e per¬
corsi agli oggetti, aggiungen¬
do ai diagrammi di flusso una
nuova interattività.
FlowCharter 7 può essere
usato come piattaforma per
la creazione di template,
oggetti e applicazioni perso¬
nalizzate. La vasta libreria di
metodi e API secondo le
regole di OLE Automation
permette di adattare facil¬
mente qualunque template e
oggetto alle esigenze indivi¬
duali ed aziendali, permetten¬
do di garantire un aspetto
omogeneo dei grafici generati
all'interno dell'organizzazione.
Micrografx FlowCharter 7
offre inoltre template e fun¬
zioni di autocomposizione di
facile impiego con i quali è
possibile creare più di 20
diversi tipi di diagrammi, tra
cui grafici piramidali, di con¬
fronto, barre temporali ed altri
ancora. Tra le principali
nuove funzioni troviamo
anche i CooISheets Templa-
tes, che consentono di creare
rapidamente e semplicemen¬
te diagrammi strutturati,
come grafici piramidali, di
confronto, temporali e check-
list da incorporare nei docu¬
menti, nei fogli elettronici e
nelle presentazioni Sul fronte
della compatibilità con
di Leo Sorge
Microsoft si segnala la
compatibilità con Office 97
ed Intellimouse, novità che
accelerano l'uso.
Ma non basta, perché nei
prossimi mesi Micrografx
apporterà ulteriori significa¬
tivi miglioramenti a Flow
Charter 7. Tra questi tro¬
viamo Viewer, che per¬
metterà di accedere ai
Living FlowCharts da qua¬
lunque fonte e visualizzarli su
un PC locale senza che sia
necessaria l'installazione del¬
l’intero programma, e l'inte¬
grazione con Visual Basic for
Application,
FlowCharter 7 è disponibile
anche in italiano a lire
640.000 IVA esclusa.
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Zipfolders risolve l’archiviazione compressa dei file
Grazie ad un device driver permette la convivenza trasparente
di cartelle compresse e cartelle normali
. **•*“ V—«. ?
-B^a«ialiti .i, 1.1 j&i
“3F~3 ej.
È giunto anche in Italia il
nuovo prodotto di compres¬
sione dati Zipfolders, prodot¬
to da Mijenix e distribuito da
C. H. Ostfeld. Zipfolders, che
va ad aggiungersi alla
gamma di compressori dati
già offerta dalla società mila¬
nese. è il metodo più sempli¬
ce per lavorare con file zip,
dato che permette di trattare
i file senza curarsi del fatto
che vadano compressi o
decompressi. È attualmente
disponibile per Windows 95,
Windows 3.1 e Windows for
Workgroups
I file compressi, infatti, ven¬
gono visti come cartelle da
File Manager, mentre i file
contenuti sono normali file
utilizzabili da qualunque appli¬
cativo Windows. L'unico ele¬
mento che distingue una car¬
tella compressa da una
decompressa è la presenza
dell'estensione ZIF. I file con¬
tenuti in una cartella ZIF
sono quindi tutti compressi.
Al contrario delle solite pro¬
cedure però, con Zipfolders
non è necessario procedere
ad alcuna operazione di
decompressione per poterli
usare, poiché tale operazione
verrà svolta in modo del tutto
trasparente dal sistema ope¬
rativo. Per copiare un file in
una cartella ZIF è sufficiente
eseguire la classica operazio¬
ne di trascinamento, visto
che tutto quello che finisce
dentro alla cartella ZIF viene
compresso.
Tra le altre
caratteristi¬
che vanno
citati la
creazione
di file auto-
scompat-
tanti con
estensione
EXE, il controllo dell'integrità
degli archivi e la compatibilità
con i formati arj, Izh, z, tar,
gz, taz, tgz e zoo.
Il principale componente di
Zipfolders è un device driver
in formato VXD che viene
integrato nel sistema operati¬
vo.
Per caratterizzarne il compor¬
tamento sono disponibili dei
programmi ausilian distribuiti
con Zipfolders. Questi sono
attivabili dall'icona presente
nella barra delle applicazioni,
dalla quale è possibile inoltre
disattivare e riabilitare il dri¬
ver stesso.
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Su alcuni modelli
Da Epson Eizo FlexScan i monitor di alta qualità
Eizo FlexScan è la famiglia di moni¬
tor Epson progettati per chi si occu¬
pa di grafica ad alto livello e ha
bisogno sia di qualità che di grandi
schermi
Iniziamo con il "piccolo" Eizo
FlexScan F55, un nuovo
monitor 17 pollici ad alte pre¬
stazioni: in risoluzione racco¬
mandata di 1024x768 ha una
frequenza di refresh di 86 Hz
per immagini stabili.
L'F55 è anche dotato del
sistema di Input Priority per il
riconoscimento del segnale
video selezionato dall’opera¬
tore ed è caratterizzato da un
nuovo design e dal pratico
sistema di controllo on
screen. ScreenManager, con
icone colorate e animate,
facilmente accessibile grazie
al nuovo pulsante.
Basato sulla tecnologia Invar
Shadow Mask, Plug & Play
con Windows 95, è conforme
alle più restrittive norme in
materia di ergonomia e rispar¬
mio energetico. Può essere
dotato di kit multimediale per
l'AudioBusiness Sound.
Eizo FlexScan T67S invece è
un nuovo monitor 20 pollici,
basato su tecnologia Trini¬
tron, che migliora le caratteri¬
stiche già avanzate del T67
offrendo prestazioni eccellen¬
ti per chi utilizza CAD e sofi-
di Enrico Ferrari
sticati programmi di
elaborazione dell'im¬
magine
Dotato di un nuovo
cinescopio che con¬
sente di ottenere un
dot pitch di appena
0,25 mm e dell'inno¬
vativo sistema di convergen¬
za digitale, il T67S presenta
colori vivi con immagini preci¬
se nei dettagli, nitide e accu¬
rate anche nei profili più sottili
su tutto lo schermo
Con una risoluzione di 1600x
1200 a 75 Hz assicura un’ele¬
vata definizione deir immagi¬
ne e una completa assenza di
sfarfallio per una visione più
rilassante anche per chi lavo¬
ra a lungo davanti al monitor.
Dotato del nuovo Scre¬
enManager con tasto multidi-
rezionale QuickSet, Plug &
Play con Windows 95, anche
il T67S rispetta le più rigide
norme ergonomiche e di
risparmio energetico per la
tutela dell'operatore e può
essere dotato di kit multime¬
diale per l'AudioBusiness
Sound.
Arriviamo all"Eizo FlexScan
F77 ovvero il top della gam¬
ma, si tratta di un nuovo
monitor 21 pollici che sostitui¬
sce il monitor F764 miglioran¬
done le prestazioni.
Grazie all'altissima risoluzione
di 1600x1200 con refresh
rate di 75 Hz. con dot pitch di
0,28 mm e grazie alla nitidez¬
za delle immagini assicurata
dal nuovo gioco di deflessio¬
ne e dagli avanzati sistemi di
controllo dell'immagine, l'F77
è il monitor pensato per chi si
occupa di grafica professiona¬
le e desktop publishmg a
colori e ha bisogno di una
ampia superficie per visualiz¬
zare le pagine affiancate.
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FDM: prototipi tridimensionali
con materiali termoplastici
Il sistema FDM (Fused De-
position Modeling) è un'inte¬
grazione di hardware, softwa¬
re, supporti e materiali per
modellazione, nato per realiz¬
zare prototipi tridimensionali
con materiali termoplastici
direttamente da modelli CAD.
Un primo grande miglioramento
consiste nella gestione automatica
dei supporli: il pacchetto software
QuickSiice include un modulo chia¬
mato SupportWcrks che permette
all'operatore di verificare la neces¬
sità di realizzare i supporti ed even¬
tualmente di scegliere il metodo
più efficiente pei costruirli. Il pac¬
chetto QuickSlice crea lo slicing
dell'intero modelo, la struttura del
supporto, ed infine genera il per¬
corso per la costruzione del
modello stesso II modello e la
struttura del supporto sono
costruiti uno strato alla volta
secondo le istruzioni dei comandi
macchina fino alla realizzazione
totale del prototipo. Il materiale dei
supporti è un materiale sicuramen¬
te più fragile e quindi facilmente
rimovibile una volta ultimato il
pezzo. Il secondo grande migliora¬
mento interessa i materiali, sono
disponibili 5 nuovi materiali per
prototipazione ABS. MABS
(METIL METACFILATO ABS) con¬
cepito per applicazioni nel settore
medicale e 3 ELASTOMERI (E50-
E100-E150I II sistema FDM ha
fatto notevoli progressi anche in
termini di velocità, oggi circa 3
volte piu veloce rispetto ad un
anno fa. questo grazie all'impiego
di motori più potenti e alla presen¬
za di 4 ruote d trascinamento
materiale anziché due Questi
miglioramenti consentono al siste¬
ma di aumentare la portata del
materiale.
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Più integrazione col mondo Internet/intranet,
più integrazione col mondo client/server.
più tecnologia, ma soprattutto più velocità:
Microsoft Visual Basic 5.0 aumenta l’esecuzione del
codice del 2000% (vuol dire che farete delle operazioni
fino a 20 volte più rapide. Vi sembra poco?).
Inoltre potrete creare i controlli ActiveX
per Internet e intranet e poi riutilizzarli in altri
strumenti di sviluppo, come Visual Basic, Visual C++,
Microsoft Office e Microsoft Internet Explorer,
utilizzando II più efficiente strumento
per creare applicazioni e componenti su piattaforme
a 32 bit. Volete scoprire le altre novità
dei Visual Tool? Voltate pagina.
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La strumentazione virtuale si affida ai maghi
National Instruments propone su piattaforma Windows i
nuovi DAQ Wizard, grazie ai quali la programmazione di
LabView avviene con pochi click del mouse.
di Leo Sorge
È disponibile la versione 4.1 di LabView, l'ambiente grafico di svilup-
po di strumentazione virtuale. Acquisizione ed analisi dei dati sono
rese ancora più semplici grazie ai nuovi DAQ Wizard per ambiente
Windows DAQ sta per Data AcQuisition:, la nuova tecnologia per¬
mette la programmazione pomt-and-click. È sufficiente descrivere le
connessioni tra le misure da farsi e LabViews provvede a generare
automaticamente i programmi nel suo codice nativo
Altri miglioramenti dell'ultima versione comprendono un tutorial Onli¬
ne, collegamenti automatici ai siti Internet dedicati a LabView e
un'interfaccia OLE Automation per la generazione automatica di
report tramite HiQ per Windows 95 ed NT
La piattaforma software è
disponibile per tutte le versioni
di Windows successive alla
3.1. Macintosh e PowerMac.
Sun Sparcstation, workstation
HP e sistemi reaitime della
Concurrent; i DAQ Wizard,
però, saranno disponibili solo
su Windows
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Autocomposizione Avery per la stampa delle etichette
Autocomposizione Avery è il nuovo software di Avery Dennison
Italia che permette agli utenti domestici e professionali di creare e
stampare etichette in modo semplice e rapido.
Autocomposizione Avery, compatibile con Microsoft Word per
Windows 7.0, è già disponibile nella versione italiana e viene fornito
gratuitamente su richiesta, basta contattare il Consumer Center al
numero verde 167-373667
Gli utenti di Microsoft Office 97 troveranno invece la versione del
prodotto di Avery compatibile con Word 97 nel CD-ROM Office 97
Professional.
'Il valore aggiunto che Autoconposizione Avery offre agli utenti di
Microsoft Word è per noi decisamente importante", ha
sottolineato Alessandro Adamo, Product Manager
i Microsoft Office e Word.
I programma si occupa di suggerire automatica-
mente il font e il formato del testo ideale per
i ogni tipo di configurazione delle etichette.
1 Autocomposizione Avery, che opera come
| add-on di Microsoft Word, esegue le seguen-
operaziom: creazione e stampa di formati
' particolari per i quali Avery produce gli appositi
’ supporti cartacei, creazione di mailing list, pos-
„ ' sibilità di stampare le etichette scegliendo il
” punto esatto (in alto, di lato, in bassol dove si desi-
’ dera che il testo venga riprodotto.
"Grazie all'interfaccia di tipo WYSIWYG gli utenti hanno la
possibilità di visualizzare sullo schermo il lavoro finito prima di inviare
il file alla stampante. Autocomposizione Avery è in grado di operare
con ogni tipo e formato di etichette presente nell'ampia gamma di
prodotti Avery. dalle etichette per gli indirizzi da applicare sulle buste,
a quelle per i floppy disk, le audio e videocassette e centinaia di altre
differenti applicazioni.
Nasce Finance-Net il futuro della banca elettronica
Collegati in teleconferenza con Roma, si è svolta
in un grande albergo di Milano la superaffollata
conferenza stampa congiunta Microsoft/Telecom
Italia per l'annuncio dell’introduzione sul mercato
di Finance-Net 1.0, una soluzione di “electronic
banking " per le banche italiane.
di Francesco Fulvio Castellano
La sempre più incisiva diffusione dei servizi Internet offre oggi [
alle banche una grande opportunità per distribuire alla clientela |
| prodotti e servizi con modalità innovative rispetto al passato, rea- I
lizzando servizi di banca elettronica.
I clienti possono, in tal modo, accedere ai propri conti bancari,
comprare e vendere titoli ed effettuare innumerevoli altre opera- |
zioni senza spostarsi dalla propria abitazione e negli orari che pre¬
feriscono.
La banca, per contro, non ha più bisogno di un luogo fisico (l'a¬
genzia) per contattare la propria clientela, proporre e vendere
nuovi servizi finanziari e di tipo diverso.
L'integrazione delle tecnologie informatiche e delle Tic offre oggi |
tutti gli strumenti per costruire efficaci ed avanzate applicazioni
di banca elettronica, alle quali i principali istituti di credito italiani
già guardano con grande interesse. E in questo quadro, panico- '
tormente stimolante e innovativo, che Telecom Italia e Microsoft j
hanno raggiunto un importante accordo per proporre una solu- i
zìone all'avanguardia del mercato: Finance-Net, che consente 1
alle banche stesse di realizzare e offrire alla propria clientela,
rapidamente e a costi contenuti, i servizi di electronic banking.
Da questo mese avremo dunque l'home banking, gestione j
conti, redazione virtuale, gestione titoli e corporate banking. Non
c'6 alcun dubbio: se le prestazioni dei microprocessori aumenta¬
no ogni 18 mesi, il fenomeno Internet è lo sviluppo più importan¬
te dopo il PC, ha detto Umberto Paolucci, Amministratore
Delegato di Microsoft Italia.
Quali le implicazioni? Commercio, svago, economia, finanza, for¬
mazione, governo, ma soprattutto scuola e casa (gli oggetti
dell'IT, oggi; PC desktop e portatili, handheld, wallet PC, smart
phone, auto PC, TV smart set).
Ritornando a Finance-Net versione 1.0 si tratta di una soluzione
che avrà un grande impatto per e tra la gente, e avvicinerà clien¬
te e banca. E una soluzione disponibile da subito e le operazioni
bancarie interesseranno per la prima volta home e corporate
banking, ha voluto sottolineare Girolamo Di Genova, Vice
Direttore Generale di Telecom Italia collegato da Roma in video-
conferenza. È una soluzione applicativa su tecnologia Internet
realizzata con la partnership di Finsiel-Banksiel, che arricchisce il
"Village" di Server-Farm, l'offerta dei servizi applicativi Telecom
Italia sotto "Iride", ambiente di lavoro di gruppo immediatamen¬
te disponibile che consente di scambiare dati in maniera riserva¬
ta fra gli utenti e assicura elevati livelli di sicurezza e discrezione.
II primo cliente pilota di Finance-Net è la Banca Popolare di
Novara. Siti bancari su Internet a tutt'oggi sono: Gruppo Banca
Sella, Cariplo, AmbroVeneto, diventate banche multicanale con
una serie di "legacy Service".
Finance-Net si basa sugli standard Internet e usufruisce di tutte
le soluzioni di rete più avanzate che Telecom Italia mette a
disposizione sia della clientela affari che della clientela privata (in I
particolare, rispettivamente, Interbusiness e Telecom Italia Net), |
per garantire accessi sicuri, in forte competizione
I vantaggi della electronic banking ricadranno in un futuro non |
lontano sia sulle banche, perché avranno costi più bassi per le
operazioni fatte da rete, sia sui clienti, che accederanno alla
banca dove e quando vogliono e potranno gestire i propri conti |
con maggiore cura.
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Presentato il monitor Brilliance 4500AX a cristalli liquidi: 14,5" ultrapiatto, esente da
emissione di radiazioni. Il display può raggiungere una frequenza massima di relresh
pari a 75 Hz (1024x768), con 256.000 colori.
di Enrico Ferrari
Philips Brilliance 4500AX è II nuovo monitor a cristalli liquidi ultra-
piatto che si colloca in una posizione di punta della famiglia
Brilliance: la superficie di schermo visibile è analoga a quella di un
tradizionale modello a tubo catodico da 17\ ma lo spessore del
monitor è di soli 6.3 cm La tecnologia utilizzata è a matrice attiva
TFT; come tutti i monitor di questo tipo anche il Brilliance 4500 AX
non emette radiazioni ed e del tutto immune dal fastidioso feno¬
meno dello sfarfallio dell'immagine. Un uso particolare dei monitor
a cristalli liquidi è negli ospedali: grazie all'assenza di emissioni,
infatti, Brilliance 4500AX è l’ideale dove le radiazioni o i campi
magnetici possono rappresentare un problema
Grazie alle sue dimensioni, un monitor a cristalli liquidi può essere
trasportato (pesa solo 5 chilogrammi) e montato in qualsiasi posi¬
zione, anche a muro per una presentazione La sua particolare
conformazione ha permesso di ridurre i consumi a soli 33 W. all'm-
circa un quarto del consumo di un monitor tradizionale di pari
dimensioni L'area d'impronta corrisponde a 11.5 cm, il che signifi¬
ca che lo spazio occupato dal Brilliance 4500AX sul piano d'appog¬
gio è sette volte inferiore rispetto a quello di un monitor a tubo
catodico La conformità agli standard EPA Energy Star e NUTEK
garantisce un effettivo controllo dei consumi; oltre ad essere
estremamente silenzioso, infine, lo schermo è conforme anche ai
requisiti prescritti dalla certificazione MPR-II e agli standard sulle
emissioni nocive TC092.
Il Brilliance 4500AX rappresenta la soluzione ideale per chi vuole
avere a disposizione un monitor piatto a cristalli liquidi di ultima
generazione e la più avanzata tecnologia per ottenere immagini di
ottima qualità ad un prezzo competitivo
L'autoscan provvede a regolare
automaticamente l'immagine a
tutto schermo, prescindendo dal
tipo di input (VGA, SVGA o XGA),
Alla configurazione video ottimale provvede la funzione DDC1/2B,
uno standard VESA che consente la comunicazione bidirezionale
tra schermo e PC II monitor e del tipo Plug & Play versione
Windows 95 e garantisce la massima facilità di installazione e con¬
figurazione, peraltro già semplificate dalla presenza di comandi
digitali. I: display può raggiungere una frequenza massima di 75 Hz
(1024 x 768), con 256 000 colori e un dot pitch pari a 0,288, il che
garantisce la massima nitidezza e definizione dell'immagine, grazie
anche allo speciale rivestimento anti-riflesso della superficie dello
schermo. Il nuovo Brilliance 4500AX è esente, inoltre, dal proble¬
ma della distorsione geometrica che occorre, a volte, nei tradizio¬
nali monitor.
Diversamente da quanto accade con alcuni schermi a cristalli liqui¬
di che richiedono un apposita scheda per l'allacciamento a compu¬
ter, Brilliance 4500AX è compatibile con tutti i normali PC e i com¬
puter Apple, grazie ad un'interfaccia video convenzionale da 15 pm
che si collega direttamente alla scheda grafica del computer. Nel
4500AX sono incorporati anche due altoparlanti da 1 W di ottima
qualità per le applicazioni multimediali e la videoconferenza
Philips Spa - Piazza IV Novembre 3. 20124 Milano. Tel (02) 67521
Millicent, il commercio Online secondo Digital
Il software Millicent di Digital consente pagamenti elettro¬
nici per transazioni commerciali fino a decimi di centesimo,
in qualunque valuta.
Digital Equipment Corporation fara del micro-commercio elettronico
su Internet una realtà grazie a Millicent, il primo sistema di cyber-
commercio che permetterà a milioni di utenti di acquistare e vende¬
re informazioni con profitto con transazioni di valore anche inferiore
al centesimo. Questo sistema rivoluzionario eliminerà il vincolo di
acquisti mimmi non inferiori a 10-25 centesimi, attualmente imposto
da altri sistemi di pagamento elettronico. Millicent rappresenta un
modo completamente nuovo di vendere e acquistare contenuti
informativi via Internet in porzioni minime. Il sistema supporta infatti
transazioni che possono andare da un decimo di centesimo fino a 5
dollari Le microtransaziom di questa ampiezza sono importanti per
gli editori on-line che intendano "vendere' singoli articoli di una pub¬
blicazione, singole 'strisce' di cartoon, o l'ascolto di singoli pezzi
musicali Gli utenti avranno il beneficio di poter selezionate e pagare
solo l'informazione di specifico interesse, pagando pochi centesimi
per pagina o meno, e non l'intera pubblicazione I fornitori di softwa¬
re che indirizzano il mercato del network computing potranno utiliz¬
zare Millicent per vendere applet Java e applicazioni residenti su
sistemi host con tariffe basate sull'uso In un contesto intranet, il
software Millicent agisce come un 'web-contabìle' che conteggia
gli accessi ai sistemi informativi e ai servizi entro l'azienda. Per i
navigatori che vogliono avere un panorama completo di Millicent e
per i potenziali fornitori di contenuti interessati a partecipare alla fase
di sperimentazione l'indirizzo è pttpv/www millicent Digital comi
Office 97 Small Business Edition: telematica e gestione insieme
Microsoft, in collaborazione con Telecom Italia Net e con II
Sole 24 Ore, ha realizzato una versione speciale di Office 97
chiamata Office 97 Small Business Edition, che consente
alle piccole aziende di usare gli strumenti tradizionali di
Office, Word, Excel e Outlook, combinati con software
gestionale e di accesso a banche dati offerte da II Sole 24
Ore e dall'utilizzo di Internet attraverso TIN.
Office 97 Small Business Edition si differenzia dalle versioni
Professional e Standard di Office in quanto fornisce subito, al prezzo
di Office 97 Standard, una sene di pacchetti che forniscono soluzioni
mirate alle piccole imprese. Viene fornito anche Publisher 97, uno
strumento ideale per creare brochure di elevata qualità ma anche siti
Internet professionali grazie al modulo Web Site Wizard di Publisher
97 I materiali realizzali possono cosi essere distribuiti su carta o
direttamente in rete II Sole 24 Ore mette a disposizione sirumenti
quali il calendario delle scadenze, integrato con l'agenda di Outlook,
e la noimativa amministrativa e fiscale, oltre che i "formulari",
moduli preconfezionati in formato Word 97 per gli adempimenti
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© 1996 Ei»de Pecoomci International Cwp lutti i «fritti tono narvali ®. sono matctii registrati e decositati delia Exide Electronics International Cop
Creative Labs presenta la Video Blaster PCI
Disponibile già dalla metà di maggio, la Video
Blaster PCI, sostituendo la gloriosa Video Bla¬
ster SEI 00, è da considerarsi come la nuova
proposta entry-level di Creative Labs per la
videoacquisizione.
di Bruno Rosali
Capace di acquisire sia in sm-
gle-frame che in motion video
(in questo caso fino a
320x240 a 30 fotogrammi al
secondo, dipendentemente
dalla potenza del PC ospite) la
Video Blaster PCI ha il suo
naturale bacino d'utenza nel-
l'ambito delle presentazioni
multimediali e nelle videocon¬
ferenze On The Web.
La velocità di acquisizione,
garantita dall'uso del bus PCI,
la possibilità di avere le con¬
nessioni d'input sia in video¬
composito che in S-Video,
nonché la funzione di "live"
video overlay durante la cat¬
tura, sono le sue caratteristi¬
che principali. La Video
Blaster PCI e inoltre dotata
del supporto al VESA-DDC
per il pass-through tra scheda
VGA e monitor, di un buffer
onboard da 1 Mbyte di
memoria pienamente rimap-
pabile e del burst-transfer (su
bus PCI) sia in modalità
master che slive. Il controllo
di tali caratteristiche viene
quindi garantito dalla disponi¬
bilità del driver per la cattura.
del codec per la codifica
in formato non compres¬
so Creative YUV, del-
l'MCI-overlay (per il live-
video) e quindi dal driver
TWAIN per utilizzare la
scheda in emulazione scan¬
ner con gli applicativi compa¬
tibili a tale standard. Podero¬
so il quantitativo del software
con cui la scheda è confezio¬
nata ed attraverso il quale,
sfruttando le caratteristiche
offerte dalla Video Blaster
PCI, vengono coperte varie
attività produttive. Il software,
ricco di titoli, è suddiviso in
due gruppi principali: l'autho-
ring multimediale e il Web
Publishing. A livello di autho-
rmg multimediale chi acquista
la Video Blaster PCI si ritrova
a disporre dell'Asymetrix
Digital Video Producer 4.0 per
l'acquisizione e l'editing
video, dell'Ulead ImagePal
Gol quale tool per il media
management; del Family
Album Creator per la realizza¬
zione di album multimediali;
del Creative MPEG Encoder,
pezzo forte della confezione,
con il quale è possibile com¬
pattare clip AVI nel formato
mpg Per quanto concerne
l'ambito del Web Publishing,
il bundled si completa con il
Creative Video WebPhone
3.0, per mezzo del quale è
possibile comunicare su
Internet con audio, video e j
chat solo testo; il SoftQuad
HoTMetaL Light 3 0, per la
creazione e la pubblicazione
di pagine Web ed infine il kit
Microsoft Internet Explorer
3.x per la nagivazione in rete.
Il prezzo di acquisto della
Video Blaster PCI, in confe¬
zione retail con il software
applicativo, è fissato intorno
alle 320.000 lire IVA inclusa
DOVE & CHI-
Creative Labs.
Strada d. Pai A/3. Milanofiori,
20090 Assago (MI).
Tel. (02) 57 51 07 74
Plasmon, anche i magneto-ottici convergono sul DVD
I jukebox della serie D sono compatibili con il nuovo standard, permettendo ipotetiche capaci¬
tà di 8,6 TB. La tecnologia Limdow, poi, raddoppia la velocità di scrittura su dischi da 2,6 GB.
DriveCopy
semplifica il cambio di HD
DriveCopy di PowerQuest
è l'utility ideale per trasferi¬
re da un hard disk ad un
altro tutti i dati che contie¬
ne, comprese le partizioni e
le informazioni di sistema.
di Leo Sorge
Non c'è più la necessità di
tutte quelle operazioni tradizio¬
nalmente ritenute necessarie
quali il backup, la formattazio¬
ne e il restore con l'eventuale
reinstallazione di qualche com¬
ponente. DriveCopy nasce dal
successo di Partition Magic,
del quale aumenta le opzioni
estendendole all'intero hard
disk con tutte le sue partizioni
Ad esempio copiando un HD
da 540 MB su uno da 1,6 GB
tutto resterà come prima,
eccetto che lo spazio adesso
sarà molto di più. Il prodotto,
rilasciato da poche settimane,
costa in Italia intorno alle 50
mila lire In Italia, PowerQuest
è distribuita da Shot, ambizio¬
so acronimo di Sales High-
Tech Outsourcing Team
DOVE fi CHI-
Shot
Via Gilino 9,
20128 Milano.
Tel. 1021 2576 764
Anche i magneto-ottici tradizionali si avvantaggiano di nuove tecnolo¬
gie. Un esempio è il nuovo Plasmon DW260. che legge e scrive
dischi da 2,3 e 2,6 GB di tipo riscrivibile, worm e della nuova modalità
Limdow La compatibilità con il passato è garantita dalla lettura dei
media ISO nei formati da 0,6, 0,65, 1.2 e 1,3 GB; quella software si
attua attraverso del software che consente l'interscambio di dati tra
Mac, Windows 3 e Windows 95. Il DW260 è disponibile in un'ampia
gamma di |ukebox, dall'emiy level Plasmon M20. fino a 20 slot per
un totale di 52 GB, fino al top M258. con 258 slot per una capacità di
670 GB II singolo drive in configurazione interna viene 3.250.000 lire,
mentre il disco costa 195 mila lire. Ught Intensity Modulation Direct
Over Write. in arte Limdow, aumenta di molto la velocità di scrittura.
Tradizionalmente la registrazione magneto-ottica avviene con due
rotazioni del disco, una per cancellare ed un'altra per la vera scnttura.
poiché non è possibile modificare il campo magnetico cosi veloce¬
mente da agire in una sola passata Limdow però usa media a più
strati, ed in questo caso un laser può invenire il campo magnetico già
nella prima rotazione. Limdow è già incluso tra le poposte di standar¬
dizzazione del certificato DIS 14517 di ISO Ma Plasmon non si ferma
alla sene M. È disponibile anche la serie D. che comprende lukebox
multidisco che integrano CD-ROM, CD-R e PD, il nuovo supporto di
funzionalità DVD. Grazie al supporto di terze parti questi prodotti
sono utilizzabili su NT, Unix e NetWare. Tre i formati, da 120, 240 e
480 dischi. In particolare il supporto del DVD consentirà le applicazio¬
ni di video on demandi ipotizzando l'uso di tutti e 480 gli slot per
DVD la capacità della serie D arriva a 8.6 terabyte! I distributori italiani
di Plasmon sono Modo, PDS. Gigatek. Algol/Telcom e Vegstore
DOVE & CHI-
Plasmon Data ■ Whiting Way, Melbourn, Royston, Herts SG8 6EN
Gran Bretagna. Tel. 0044/1763/2629 63
106
MCmicrocomputer n. 174 - qiuano 1997
Il Monitor MulliSync, nelle versioni M 500 a 15 pollici
e M 700 a 17 pollici, con l'innovativo tecnologia
CromaCleai, offre una saturazione del colore, una
localizzazione dell'Immagine ed un controsto
sorprendenti. Questo grazie all'utilizzo della Slol-Mask
con fosfori rossi, verdi e blu di formo ellittica (mask
pitch 0.25 mm). Ecco perché il pomodoro su fonda
rosso appare cosi nitido, infoiti è riconoscibile a prima
vista. Esattamente come il monitor studialo dalla NEC.
Inoltre per un ulteriore miglioiomento dello qualità
visiva, ce il sistema Vìdeo Boosi, che crea uno finestra
speciale nello schermo e permette un'immagine
paragonabile a quella del televisore, ottimizzale
dall'anliriflesso OpliClear. Il MultiSync non si limita
alla qualità tecnologica, ma offre anche un'immagine
prodotto con un design elegonle e compatto,
estremamente adottabile all'ambiente. E’ studiato nei
mimmi particolari: ha due speaker incorporati per un
eccellente ascolto stereo ed un microfono integrato
ad ampio ronge. Sino o qui vi abbiamo descritto un
perfetto strumento multimediale, ed è per questo che
NEC vuole mantenerlo tale, con un servizio di assistenza
rapido ed efficiente. Il Pronto Intervento NEC
è un servizio che assicura un supporto telefonico
immediato, la riparazione del prodotto entro 5 giorni
(7 per Calabria e Isole) presa e consegna a domicilio.
TECNOLOGIA CROMACIEAR. SUPREMAZIA NEC.
Borland arriva Delphi 3
È arrivato Delphi 3, la nuova versione
del famoso tool Borland di sviluppo
visuale, che ha registrato oltre
500.000 installazioni.
La nuova release è disponibile in tre versio¬
ni. Standard. Professional e Client/Server.
Delphi 3 Professional offre all'utente profes¬
sionista della programmazione un set inte¬
grato di tool di sviluppo visuale ad alte pre¬
stazioni, tra cui oltre 130 componenti riutiliz¬
zabili con il relativo codice sorgente e tool
scalabili per l'accesso a database con driver
nativi per Access, Paradox, dBASE e FoxPro.
Delphi 3 ClientlServer Suite, destinato agli
sviluppatori aziendali, è la suite piu completa
di tool di sviluppo visuale ad alte prestazioni
per la creazione di applicazioni client/server e
per il Web scalabili Tutte le versioni di
Delphi 3 operano in ambiente Windows 95 e
Windows NT e sono disponibili su CD-ROM
Il prodotto in italiano è disponibile dal 2 mag¬
gio 1997 al prezzo consigliato di lire 199 000
IVA esclusa per quanto riguarda la versione
Standard: lire 1.149 000 IVA esclusa per la
versione Professional e lire 3 840.000 IVA
esclusa per la versione Client/Server.
Digital fa causa ad Intel
La mamma dei Pentium userebbe ille¬
galmente brevetti che accelerano le
prestazioni dei suoi figlioli
Digital Equipment Corporation ha citato in
giudizio Intel Corporation per violazione
volontaria di 10 brevetti Digital in relazione a
fabbricazione, uso e vendita dei microproces¬
sori Intel delle famiglie Pentium. Pentium Pro
e Pentium II. Digital chiede sia un ingiunzione
che i danni, compresi i danni in misura tripla
per la volontaria violazione dei brevetti da
parte di Intel.
L'ingiunzione impedirebbe ad Intel l'uso nei
suoi attuali e futuri microprocessori delle tec¬
nologie brevettate di Digital. I brevetti sono
relativi a tecnologie come la gestione di
cache, la branch prediction e le istruzioni di
elaborazione ad alta velocità, fondamentali
nella progettazione di microprocessori allo
stato deil'ane. I brevetti sono stati concessi
dallo U.S. Patent and Trademark Office fra il
1988 e il 1996 L'azienda di Maynard afferma
che tale violazione le ha causato un danno
economico e che, ove non cessasse, sareb¬
be causa di danno irreparabile. 'In conse¬
guenza della violazione dei nostri brevetti - ha
continuato Palmer - Intel ha rafforzato il suo
monopolio sul mercato X86 e sta cercando di
estendere il suo monopolio ai microprocesso¬
ri di più elevate prestazioni', ha deno Robert
Palmer, presidente di Digital Thomas
Siekman, direttore degli affari legali di Digital,
ha affermato ‘Questa causa è essenziale per
proteggere i miliardi di dollari che l'azienda e i
suoi azionisti hanno investito nello sviluppo di
tecnologie di elaborazione e di microproces¬
sori di avanguardia'
DOVE & CHI -
Silicon Graphics
Milanofiori N3.
20089 Trezzano (MI).
Tel (02)575611
Silicon Graphics nel cuore dell’Europa
Tre delle quattro linee di prodotto vengono adesso realizzate nello
stabilimento di Cortaillod. Personale internazionale e precisione
svizzera ne fanno una opportunità per il Vecchio Continente
di Leo Sorge
Lo scorso 4 aprile è stata una data impor¬
tante per Silicon Graphics, che ha aperto
in Europa la sua più grande fabbrica al di
fuori degli Stati Uniti. In effetti si tratta
d'un allargamento del preesistente stabili¬
mento sito in Cortaillod, nella Svizzera,
vicino a Neuchàtel. Da qui partirà buona
parte delle consegne mondiali di macchi¬
ne di visual computing destinate non solo
nella vicina Europa ma anche nel lontano
Giappone.
La zona di Neuchàtel è famosa nel
mondo per i lavori di precisione, tradizio¬
nalmente associati alla produzione di oro¬
logi. una caraneristica fondamentale nella
ricerca dell'eccellenza anche nel settore
del computing ad alte prestazioni La sua
localizzazione geografica rende razionali
gli spostamenti sia delle merci che delle
persone, l'attitudine multilingue attutisce
effetti secondari di personale internazio¬
nale. Infine la
Svizzera non è
membro del¬
l'Unione euro¬
pea. per cui
non ne segue
le lunghe atte¬
se, ma com¬
mercialmente
ha una serie di
accordi bilate¬
rali con i singoli
Stati in modo
da non pagar
dazio, in tutti i
sensi.
A Cortaillod, adesso. Silicon Graphics pro¬
duce tre delle sue quattro nuove linee,
tutte comincianti per O: Origin, Onyx,
Odane. Le workstation di fascia bassa, le
02, sono prodotte in un unico stabilimen¬
to. quello di Sunnyvale. in California La
capacità produttiva è di 300 pezzi al mese
per Origin 2000 ed Onyx 2, mentre su
Odane si può raggiungere le 9000 unità
annue In Svizzera vengono ancora
assemblati dei modelli delle serie prece¬
denti, ad esempio Indigo. ancora richiesti
dal mercato La capacità produttiva è
stata pensata per
una grande cresci¬
ta delle vendite,
per cui le linee
attuali sono leg¬
germente sovradi¬
mensionate alle
necessità d'oggi,
cosi come le strut¬
ture coperte sono
già predisposte
per un allargamen¬
to della superficie
utile senza dover
costruire altro.
Lo stabilimento
ospita tre laboratori, dedicati ai server
video per la TV interattiva, alla realtà vir¬
tuale e al supercalcolo: a quest'ultimo è
dedicato un elaboratore parallelo di poten¬
za pari al 20° d'Europa
In particolare è qui che è nato Space
Crunch, il piu grande database chimico
del mondo, ricco di oltre 150
miliardi di composti, accessi¬
bile anche da Internet
(hllp://spacecrunch.sgi.cl| e
http:i7www-tripos.coml.
1
1
rV
m-
XT ;
‘XX' !
108
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
OLIVETTI JP790.
IL NERO IN PIU’ CHE MIGLIORA
LA STAMPA DI TESTI E COLORI.
•t Olivetti JP790 è la
ma stampante che ag-
;iunge alla quadricro¬
mia un quinto colore: il
nero coprente. Quel
nero che migliora la
vostra qualità di stampa
regalandovi testi perfettamen¬
te incisi e immagini a colori veramente brillanti.
Un colore così importante che Olivetti JP790
gli ha destinato una delle due testine di cui è do¬
tata, dedicando l’altra al blu ciano, al giallo, al ros¬
so magenta e al nero di quadricromia, un nero
“grafico” studiato per essere accostato agli altri co¬
lori, che non deborda, asciuga velocemente e ser¬
ve a dare più precisione al colore e alle sfumature.
Due testine, quelle della JP790, che intera¬
giscono in misura variabile a seconda dell’immagi¬
ne che volete stampare, senza richiedere il vostro
intervento grazie al driver di stampa Olichrome.
Risultato? Più qualità di stampa e un perfetto ab¬
binamento testo immagine.
Ma la Olivetti JP790 è una stampante straor¬
dinaria anche perché vi dà risoluzione di 600x600
dpi (nero e colore), velocità massima di 6 pagine
al minuto (nero), alimentazione flessibile in grado
di gestire fino a 120 fogli, 25 buste o 50 lucidi.
Come tutte le stampanti Olivetti, la JP790 ò
predisposta all’uso delfesclusivo Ink-Jet Refilling
System che vi consente di sostituire, anche per il
colore, solo il serbatoio e non le testine, riducendo
le spese di gestione; ed è garantita* per un anno
con diritto all’uso di una help line e alla sostituzio¬
ne gratuita della stampante a domicilio.
11 prezzo? 562.000 lire**. E incluso nel prezzo
avrete anche Visual Map, un software su CD-ROM
che vi guida attraverso 100.000 località europee.
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Ccrcrdi di turarvi* di Urano I VA. cvlim
Hardware -
Philips ha presentato in Italia il suo primo CD riscrivibile. CDD3600. con lettura a velocità
sestupla e scrittura a velocità doppia.
Il CD riscrivibile sostituisce il floppy
Il dischetto è obsoleto e va sostituito. Il CD, adesso riscrivibile, si propone grazie alla sua
grande diffusione nella versione audio e ROM. Conquisterà il mercato in tempo per salvarsi
dalla competizione con il DVD?
di Leo Sorge
EasyCD Pro e CD Creator.
Il riscrivibile introduce anche l'incre¬
mentai packet writing, una variante che
risolve il problema della continua riscrit¬
tura su CD. Finora, infatti, questo sup¬
porto permetteva una sola scrittura, per
cui bastava la possibilità di scriverlo un
po' per volta con la multisessione
Il CD-Silver è stato sviluppato da
Ricoh, che ha preparato un nuovo mate¬
riale basato su quattro elementi chimici:
argento (simbolo chimico Ag), Indio (In),
Antimonio (Sb) e Tellurio (Te). La regi¬
strazione modifica lo stato di questo
materiale, che passa da una fase amorfa
a bassa riflettività ad una cristallina con
grande riflettività. In realtà il materiale
non è mai in una fase completamente
amorfa, ma anche prima della registra¬
zione una buona parte è ordinata in
microcnstalli che - pur non riflettendo il
raggio laser di lettura - rendono più sem¬
plice la successiva scrittura
Infine il rivestimento in Ag-ln-Sb-Te
Lo scorso 5 maggio, Philips
ha presentato in Italia il suo
primo CD riscrivibile,
CDD3600. con lettura a velo¬
cità sestupla e scrittura a
velocità doppia L’incontro è
stato organizzato congiunta-
mente ad Artec, uno dei
distributori della Casa olande¬
se. Annunci del genere ce
n’erano già stati al CeBIT, ad
esempio da Ricoh. ma altri
ne stanno arrivando diretta-
mente da noi. Il formato dei
file è l'LiDF. la scrittura di tipo
incrementale, il supporto è il
CD-Silver.
Ma vediamo queste carat¬
teristiche una per volta.
Il nuovo formato di scrittu¬
ra è l'UDF, acronimo di
Umversal Disk Format, proposto per il
DVD. Digital Versatile Disk (se ne è par¬
lato su MC 170, pag. 176-184: Morirà il
CD? di Massimo Truscelli). UDF prende
il posto dello standard attuale usato per i
CD, LISO 9660. e a sua volta proviene
da ISO (International Standard Orga-
nization) in quanto è un sottoinsieme
delle regole ISO 13346 proposto da
OSTA (Optical Storage Technology
Association).
È una specifica liberamente imple¬
mentabile da chiunque, tanto che le
stesse Apple e Microsoft ne stanno con¬
siderando il supporto nei loro ambienti
operativi, anche alcuni produttori di hard
disk stanno lavorando nella stessa dire¬
zione.
Oggi ci sono svariate aziende che si
dedicano a realizzare pacchetti software
che affianchino Windows 95 o System 7
nella gestione delle nuove periferiche:
tra queste Adaptec, che ha una sua suite
di prodotti comprendente DirectCD,
offre quella resistenza ad alte¬
razioni termiche che è alla
base della durata del materiale
nel tempo
La compatibilità tra i tre
sistemi di base (Audio/Rom,
Gold e Silver) non è ancora
assoluta.
La riflettività del supporto è
diversa nei tre casi: se il Gold
è oggi leggibile dall'85% dei
drive multisessione in circola¬
zione e dal 100% di quelli in
produzione, il Silver è più criti¬
co. per cui solo tra qualche
mese i lettori in produzione
saranno completamente com¬
patibili.
In pratica nella fase di transi¬
zione si dovrà usare il RW
sulla propria unità, mentre per
trasportare dati ci si dovrà affidare ai
Gold.
Oggi un drive che scrive i CD-Gold
costa all'utente finale circa 600 mila lire,
un prezzo in discesa, mentre il nuovo
Philips RW-3600 è stato annunciato a
circa 1 milione di lire, una cifra in linea
con i PC di fascia alta.
Inoltre i supporti Gold costano ormai
circa 15 mila lire l'uno, mentre i Silver
stanno ancora oltre le 40 mila.
Artec
Via degli Aldobrandeschi 47,
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MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997
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21”. Per il settore "nuovi merca¬
ti-nuove tecnologie" presentati il
nuovo monitor “Flatron”, una
serie di CD-ROM, DVD e i CD
Rewritable.
di Francesco Fulvio Castellano
LG è un gruppo con 120.000 dipenden¬
ti, 64 miliardi di dollari di fatturato, 260
tra impianti produttivi e uffici in 120
Paesi nel mondo; il contesto in cui
opera è fortemente mutato dall'89
(caduta del muro di Berlino) in molte
cose: socio-politico, economico, tecno¬
logico, business e, proprio in quell'an¬
no, è stato decisa la riorganizzazione
del gruppo in 50 C.U. (Cultural Units) le
quali, a loro volta, fanno parte di 6
macrosettori: electric&electronics, che-
micals&energy, machinery&metals,
trade&service, public Service, sports e
altri campi (finance).
L'internazionalizzazione della società è
avvenuta nel '95 quando la produzione
concentrata in Korea si è ampliata con
impianti in Indonesia, Brasile. Messico,
Gran Bretagna e presto in moltissimi
altri Paesi.
Lo sviluppo di nuovi mercati e nuovi
prodotti ad alto contenuto tecnologico
(momtor-TFT LCD, CD-ROM e DVD,
sistemi di videoconferenza, HandHeld
PC) hanno dato una svolta al gruppo. In
Italia l'offerta è amplissima: dal settore
B&W (audio, video, telecamere, hi-fi,
car stereo, frigoriferi, forni a microon¬
de) si passa al R.A.C. (con i sistemi
split a parete di airconditionmg), per
finire al C&C (monitor, CD-ROM. DVD.
V.C.S. HHPC)
I nuovi prodotti ad alta tecnologia
disponibili dal '98 presentati e visti in
anteprima in occasione della conferen¬
za stampa tenuta a Milano, sono:
- monitor da 17" Flatron (dopo l'acquisi¬
zione della statunitense Zenith Corpi
con uno schermo perfettamente piatto,
nessuna distorsione dell'immagine,
nuova tecnologia ARAS anti-riflessione
della luce ambiente e massimizzazione
della superficie utile;
- nel settore "optical Storage" CD
ROM dopo aver presentato il CD-ROM
a 16X Max (presentato nelle News sul
numero 172 di MCmicrocomputer) le
velocità passeranno entro la fine del
'97 a 24X Max slot tray. per poi passa¬
re nel '98 con il 30X Max slot (piu velo¬
ce di cosi sarà possibile?);
- il CD Rewritable passerà al primo
modello DVD-ROM nella metà del '97,
al secondo modello verso ottobre del
corrente anno e al terzo modello nel
primo trimestre del '98;
- Windows CE-based HandHeld PC, un
computer palmare con tutte le informa¬
zioni in una mano (e-mail. Internet, faxl
è un prodotto scelto da Microsoft per
lo sviluppo della sua piattaforma CE e
in futuro con schermo a colori;
- la nuova desktop videocamera con
software driver per connessione a PC,
- digitai stili camera per connessione a
PC (seriale)
Questi due ultimi prodotti saranno
immessi sul mercato a partire da otto¬
bre del presente anno.
LG Electronics Spa
Centro Direz "Il Quadrato",
Via Modigliani 45,
20090 Segrate (MI),
Tel (02) 26 96.8203
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
WebShare per la connessione ad Internet di tre PC con una sola linea telefonica
Un solo indirizzo IP, una sola linea telefonica e con un solo modem, è quanto basta ad avere tre personal
computer connessi contemporaneamente ad Internet. È quanto promette WebShare, una proposta
dell'azienda canadese Pro tee MicroSystem che connette in plug'n'play tre PC su porta seriale.
di Leo Sorge
Ricordate l'avvento degli apparecchi |
multifunzionali per la linea telefonica,
che permettevano oltre agli usi tradizio¬
nali anche la segreteria e il fax?
Orbene oggi si stanno moltiplicando gli
apparecchi multifunzionali di rete come
WebShare, che con un solo indirizzo
IP. una sola linea telefonica e con un
solo modem, permette di avere tre
personal computer connessi contem¬
poraneamente ad Internet.
Il package, comprendente sei adattatori
DB25/RJ45 e i cavi necessari per il collegamento, è disponibile
tramite i canali Lindy al prezzo di lire 999 mila IVA inclusa.
Sempre il distributore comasco ha portato in Italia un altro dispo¬
sitivo multifunzionale, dedicato sia al mercato piu hobbistico che
a quello professionale Si tratta di Aver TV-Phone dell'azienda
taiwanese Aver Media Technologies
DOVE & CHI -
I Lindy Italia -Via dei Mulini 3. 22100 Como. Tel (031)2721 40
Si tratta d'una soluzione sia hardware che
software che integra la videotelefonia con
altri mezzi di trasmissione, permettendo di
ricevere e trasmettere comunicazioni audio
e video su personal computer connesso
alla rete sia telefonica che locale che
Internet L'hardware si basa su una scheda
PCI 2.1 con tuner radio e TV integrata da
microfono e telecomando, mentre
j k l'apparato di videoconferenza è com-
|Mà patibile con lo standard H 324
■ Il prezzo a: pubblico è di 499 mila
lire IVA inclusa
mma
Mmln
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•REALIZZAZIONE PROTOTIPI
CON SISTEMA STRATA5V5 FOIV1
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EiENISVS - STRATA5YS
stampante tridimensionale
Per informazioni rivolgersi a:
r ”
.* *
IBM annuncia LANClient Control Manager
G
razie alle utility di IBM ed Intel
la gestione dei PC in rete diventa
semplice
In linea con la sua strategia
tesa a ridurre il più possibile la
complessità di gestione delle
reti, IBM PC Company ha
annunciato LANClient Control
Manager, in breve LCCM. Si
tratta di un tool di setup e
gestione PC a basso livello,
disponibile per server
Windows NT, OS/2 Warp e
NetWare, che migliora e
amplia ulteriormente la tecno¬
logia IBM Wake on lan.
LANClient Control Manager
che rende più semplice l'inte¬
grazione di nuovi PC e la loro
manutenzione in rete, offren¬
do agli amministratori di rete
l'accesso remoto ai PC Ciò
significa che si possono stan¬
dardizzare le configurazioni
delle macchine installando
comodamente e senza diffi¬
coltà sistemi operativi e appli¬
cazioni desktop, senza richie¬
dere alcun intervento all'uten¬
te finale. Grazie a Wake on
lan gli amministratori di rete
possono, ad esempio, accen¬
dere in remoto alcuni o tutti i
di Leo Sorge
PC della rete in
un momento
qualsiasi del gior¬
no o della notte,
aggiornare in
remoto il BIOS di “ =1 ^ =
sistema e configurare o
modificare il setup in CMOS,
È indipendente dall'hardware
ed è complementare ad altri
tool di gestione PC di alto
livello quali, ad esempio, TME
10 NetFinity, LANDesk
Workgroup Manager di Intel
e Systems Management
Server (SMS) di Microsoft
Può essere prelevato gratui¬
tamente da tutti i clienti IBM
su Internet all’indirizzo
rittDV/www pc.iom.com/desE]
top/lccm. LCCM è del tutto
analogo a LANDesk Con-
figuration Manager di Intel, e
ciò non è casuale. Infatti il
tool di Big Blue e una delle
prime implementazioni della
Advanced Manageability
Alliance IBM-Intel. costituita
per sviluppare una nuova
classe di prodotti software e
rendere i PC più semplici da
installare, aggiornare e gesti¬
re in un ambiente di rete I
due colossi condividono que¬
ste tecnologie per garantire
che i clienti implementino
standard industriali all'avan¬
guardia quali ad esempio
Desktop Management
Interface (DMI) 2.0 e ai proto¬
colli di boot RPL in versione
standard o HybridRPL.
LANClient Control supporterà
le nuove workstation Intel-
liStation di IBM e i sistemi
desktop commerciali della
serie PC 300GL oltre ai futuri
sistemi della serie PC 300.
CHI
IBM PC Company
ViaTolmezzo 15,
20132 Milano.
Tel. (02) 59 621
HAHT Software apre una filiale italiana
Presentato nel corso di una conferenza stampa a Milano HAHTSite, un sistema di sviluppo
integrato per applicazioni su Internet.
di Francesco Fulvio Castellano
HAHT, un nome difficile: chiariamo subito che si tratta delle iniziali dei cognomi dei quattro fondatori della
società di Raleigh, Nord Carolina, nata soltanto nel 1995 e. oggi, una delle società del settore a più rapido
successo negli Stati Uniti. I fondatori sono: Holcomb, Archer, Hebert e Tyler, cioè HAHT.
Quindi, HAHT Software Italia, che nel nostro Paese opererà come Divisione della Questar con sede a
Bergamo, è pronta a conquistare il mercato italiano con il suo prodono di punta HAHTSite, uno dei più
affermati ambienti di sviluppo integrati per la creazione e la distribuzione di applicazioni "mission-critical"
su WWW impostosi con successo negli USA HAHTSite dimostra come sia possibile integrare all'interno
di un unico ambiente la gestione di un sito Web
Negli ultimi mesi, HAHT Software ha stretto numerose alleanze, sia dal punto di vista tecnico che com¬
merciale, con partner del calibro di SAP America, Informix, Oracle, Computer Associates e altri.
Ad esempio, HAHT Software ha fornito a SAP la tecnologia per integrare le infrastrutture di R/2, R/3 e
R/3.1 su Web attraverso un'applicazione basata sulle funzioni di HAHTSite e creata all'Interno di SAP In
cambio, HAHT Software ha ottenuto la possibilità di utilizzare i canali di vendita di SAP per la distribuzione
del proprio software. Un altro importante accordo è quello che lega
HAHT a Oracle per permettere all'Application Server HAHTSite di acce¬
dere direttamente alla Network Computing Architecture (NCA).
I clienti di Oracle saranno in grado di sviluppare applicazioni server per il
web utilizzando HAHTSite. HAHT Software ha inoltre stretto contatti
con Informix per creare un ambiente di sviluppo visuale WYSIWYG
per Informix Umversal Web Architecture
DOVE & CHl|-
HAHT Software Italia
Via Ghislandi 61/B.
24125 Bergamo,
Tel. (035) 42 82.999
\&ice Corri ^
0 » » u i ( «
La manifestazione Voi-
ceCom'97 organizzata
da Iter e Soiel e spon¬
sorizzata da Telecom
Italia si svolgerà a Ro¬
ma dal 18 al 20 giugno
presso l'hotel Shera-
ton
di Leo Sorge
Dopo la prima edizione
tenutasi lo scorso feb¬
braio a Milano, che ha
annoverato 26 espositori
e un'affluenza di oltre
800 persone provenienti
da più di 650 aziende,
Voice Corri'97 si ripete
all'Hotel Sheraton di
Roma dal 18 al 20 giu¬
gno, con la sponsorship
ufficiale di Telecom
Italia.
Si tratta di una nuova
opportunità per i prota¬
gonisti del settore di fare
cultura in questo campo
e di promuovere le pro¬
prie soluzioni ad un sele¬
zionato pubblico di azien¬
de utenti, in particolare
del Centro-Sud d'Italia,
interessate a prodotti e
soluzioni in grado di
migliorare la produttività
aziendale.
Il target dell'edizione
romana è infatti costitui¬
to da Pubblica Ammi¬
nistrazione ed Enti Pub¬
blici, ma anche dal setto¬
re privato, principalmen¬
te banche ed assicura¬
zioni ma anche industria
e servizi che ritengano
interessanti le soluzioni
di computer telephony.
La manifestazione è arti¬
colata in conferenze,
incontri ed area demo,
con ingresso gratuito
DOVE & CHI
Iter
Via Fratelli Bressan 16,
20126 Milano,
Tel. (02) 2600.0074
114
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Connectix aggiorna il suo Agent
Molte novità nella fortunata utility di controllo
delle prestazioni su Client Microsoft
Ageni, l'utility di Connectix per la diagnostica in tempo
reale, è giunta alla versione 97 che funziona anche con
la sottoversione 2.1 dell'ambiente Windows 95 La
nuova versione mantiene la struttura modulare compo¬
sta da quattro elementi che si occupano di memoria,
risorse, prestazioni e sistema, i cui risultati vengono
mostrati sullo schermo in modo comprensibile ed aggior¬
nato. Inoltre è in grado di effettuare la compressione dei dati m Ram. qualora la configura¬
zione non sia pu sufficiente alle necessità del sistema operativo, senza collidere con altri
sistemi analoghi, analogamente agisce sulla frammentazione del GDI e ne effettua il recu¬
pero anche in modo automatico Nonostante le nuove funzioni, il controllo dinamico
richiede ora solo 50 KB di Ram contro i 180 K della versione precedente Tra le novità di
System Info, l'agente di sistema, c'è la visualizzazione del bus del computer e la sottover¬
sione di Windows 95 Performance Agent permette di
conoscere l'impatto dell'uso della memoria di ciascuna
applicazione; un'altra novità è il supporto delle CPU
Cyrix. Agent 97 è disponibile in Italia tramite l'importato¬
re unico Questar, al prezzo di lire 99 mila più IVA. Gli
utenti di Agent 95 possono avere l’upgrade gratuito o
dal Siloiwww <: iiuii-i II» rumi
DOVE & CHI
Questar
Via Ghislandi 61B.
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Tel. (0351 249945
Con Vocal Automation parlate, il PC vi ascolta!
Una nuova linea di PC dell'azienda siciliana integra la tecnologia di riconosci¬
mento vocale. Integrata ai moduli di automazione già disponibili, il controllo
vocale viene esteso a qualunque circuito elettrico collegato al PC.
La tecnologia Super Fast PCI di Jepssen permette anche il controllo vocale del computer
La novità si chama infatti Vocal Automation, grazie ad un sofisticato software di ricono¬
scimento vocaè, grazie ad una cuffia-microfono si possono attivare le varie funzioni del
computer Inoltre poiché i personal Jepssen. grazie ai moduli multimediali della serie M-
PC Total Project, vedono qualunque dispositivo elettrico, è possibile anche fare una
telefonata, accendere la luce, azionare la macchina del caffè e quant'altro sia stato colle¬
gato. La nuova funzione sarà disponibile in tutti i pezzi contraddistinti dalla sigla VAS SF
PCI, che riassume il concetto di Vocal Automation System Super-Fast PCI.
Tali modelli partono dal Pentium a 165 MHz con moni¬
tor colore e Sound Wave 32D che si uniscono al
software vocale e al microfono/cuffia, il tutto a prezzi
molto competitivi.
Oltre alla tecnologia SF-PCI e all'auiomazione anche
vocale, le soluzioni Jepssen offrono l'aggiornamento
con il programma Total Upgrade.
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DTH 1000: arriva il DVD di Thomson
Thomson e in prima linea nel pro¬
muovere il DVD nella sua attuale
versione dedicata alla riproduzione
di film,
A partire da marzo, infatti, l'azien¬
da francese leader
negli audio¬
visivi sta
svolgendo
delle dimo¬
strazioni al
pubblico sulle
prestazioni del nuovo standard
Il modello in questione è il DTH 1000,
L'obiettivo è diffondere la cultura sull’ho-
me cinema, che s'impernia sul DVD
come veicolo per immagine a 16/9,
scansione a 100 Hz e
suono Dolby Sur-
| round Prologic su 4
I canali,
Il prezzo indicativo di
vendita al
• pubblico
è di circa
11 milione
I e mezzo.
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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Lotus e Sun insieme per Java Beans * r io» / Hr ?!
J avaSoft adotta la tecnologia Lotus InfoBus per la
creazione di una nuova classe di applicazioni interat¬
tive in rete.
JavaSoft e Lotus Develop-
ment Corporation hanno
siglato un accordo che con¬
sentirà alla nuova tecnologia
Lotus InfoBus di essere utiliz¬
zata come standard per la
condivisione di informazioni
tra i JavaBeans. Grazie a que¬
sto accordo, Lotus e Sun rila-
sceranno una tecnologia che
faciliterà ulteriormente la
creazione di applicazioni Java
e Internet/lntranet ancora piu
potenti e interattive sia per
ambienti client che server.
Verranno cosi sviluppate una
nuova gamma di applicazioni
aziendali dinamiche per Web.
per computer collegati in rete
e per personal computer.
Lotus InfoBus è una nuova
tecnologia che consente ai
JavaBeans di condividere e di
scambiare le informazioni
senza necessità di program¬
mazione. La tecnologia
InfoBus è in grado di ridurre
drasticamente i costi di svi¬
luppo di un'applicazione com¬
pleta per l'accesso ai databa¬
se consentendo di assembla¬
re l'applicazione utilizzando i
JavaBeans e InfoBus senza
nessun tipo di programmazio¬
ne esplicita.
Lotus continuerà ad apporta¬
re contributi alla specifica
anche quando InfoBus diven¬
terà parte di Java Developers
Kit. A seguito della revisione
di Enrico Ferrari
IloTJJC
IJÉi
da parte dei
partner
JavaSoft, la prima versione
delle API InfoBus verrà inclu¬
sa nella prossima versione
del Java Developers Kit.
La tecnologia InfoBus fa
parte della più ampia sene di
prodotti Lotus per Java,
denominata "Kona"
Gli applet aziendali Lotus
basati sui JavaBeans sono
sviluppati in modo specifico
per ambienti di elaborazione
in rete. Gli applet Lotus Kona
sono costruiti direttamente in
linguaggio Java e in modo
specifico per il nuovo ambien¬
te di elaborazione in rete e
non sono una rielaborazione
di applicazioni desktop già
esistenti. Gli applet sono
attualmente disponibili sul
sito Lotus Web all’indirizzo
|nnp://kona.;otu5.con| e il rila¬
scio è previsto entro l'estate.
Lotus Development Italia
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Lentissima la crescita dei PC in Italia
Presentato a Milano il rapporto europeo EITO '97 sull'andamento dei PC
in USA, Europa e Italia.
di Francesco Fulvio Castellano
Se è vero che il PC e sempre più presente nelle
case delle famiglie italiane, la sua penetrazione è
più lenta del previsto. Questo è quanto risulta da
un’ampia indagine effettuata annualmente da
EITO lEuropean Information Technology
Observatory), contenuta nel rapporto ‘97, pre¬
sentata in questi giorni a Milano. Nel 1996 sono
stati venduti un milione e 500 mila PC
Nello stesso anno è stata delineata la figura di
un consumatore di prodotti di microinformatica:
un individuo che può utilizzare il PC per esigenze
professionali, domestiche o attività del tempo
libero.
A questa fascia di consumatori si riferiscono le
ricerche sul mercato "consumer”, contigui e
spesso sovrapposti troviamo i dati relativi al mer¬
cato detto SOHO (Small Office/Home Office),
che include piccole e piccolissime aziende e
studi professionali. Nel '96 il 46.2 per cento dei
PC venduti sono stati acquistati dal mercato
"consumer” e il 12,7 per cento per uso domesti¬
co.
Circa il 12 per cento delle famiglie italiane quindi
possiede un personal computer II rapporto EITO
'97 evidenzia l'andamento del mercato mondiale
e i ritardi italiani Negli USA è stata registrata una
crescita del mercato delle tecnologie informati¬
che quasi doppia rispetto a quella europea. Nel
'96, infatti, l'incremento delle vendite in Europa
è stato del 6,5 per cento, negli Stati Uniti del
12,3 percento.
Nel Vecchio Continente alcune nazioni sono
molto vicine all’indice USA, fra queste la
Scandinavia, la Svizzera. l’Olanda. All'estremo
opposto troviamo, ahinoi, proprio l'Italia insieme
con Spagna, Portogallo e Irlanda, cenerentole
d'Europa II mercato italiano delle tecnologie
informatiche ha fatto registrare nel '96 il peggio¬
re andamento tra tutti i Paesi europei, con una
crescita appena del 4 per cento, contro una pre¬
visione del 6,5 e un aumento del 4,9 nel ’95
Sempre più indietro
Secondo gli esperti l’andamento è stato determi¬
nato dalla debolezza del ciclo economico e in
particolare dalla domanda interna di consumi e
investimenti che nel '96 ha avuto un andamento
deludente. A soffrirne di più sono stati i mercati
delle piccole e medie aziende e delle famiglie.
Stakar abbassa i prezzi
I computer verranno reca¬
pitati a casa del cliente
nella configurazione ri¬
chiesta
Dallo scorso mese di aprile
Stakar ha lanciato una campa¬
gna promozionale che per¬
mette di acquistare un perso¬
nal computer Stakar a prezzo
di fabbrica telefonando al
numero 075/5288999
II computer arriverà a casa
dell'utente a mezzo corriere,
configurato secondo le sue
esigenze e predisposto ad
hoc. L'utente potrà anche
ordinarlo o ritirarlo presso gli
Stakar Point di Milano, Torino.
Bologna, Firenze, Perugia e
Foligno.
Acquistando il proprio perso¬
nal computer il cliente avrà
diritto all'assistenza telefonica
gratuita a vita su hardware e
software forniti
Sono disponibili CPU Pen¬
tium, MMX, Pentium Pro,
espansioni di memoria, sche¬
de video e hard per usi pro¬
fessionali ad alta capacità
116
MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997
Sbocciano le novità in casa Tulip
Sono stati presentati i primi sistemi con MMX ed è stata aperta una
nuova sede per Tulip Computers Italia. Annunciata anche la nuova
linea di server e l'accordo con Microsoft per la disponibilità
di Windows NT sulla gamma Tulip.
di Enrico Ferrari
Tulip Computers si presenta all'apertura
dell’estate con una serie di novità che
riguardano nuovi prodotti e nuove strate¬
gie commerciali.
La prima notizia riguarda l'uscita dei nuovi
sistemi basati su CPU Pentium MMX,
adottati sulla linea Tulip Vision Line.
La potente capacità di elaborazione dedi¬
cata della tecnologia MMX
migliora notevolmente le presta¬
zioni grafiche, audio, video e di
comunicazione: un beneficio
importante per le applicazioni ver¬
ticali avanzate ma per il lavoro
d'ufficio di routine la videoconfe¬
renza è sicuramente un campo
dove queste nuove tecnologie
avranno maggiore utilizzo.
Poter attivare una
sessione di
videoconferen¬
za su una rete
LAN, WAN o anche Internet, significa
disporre di funzionalità di codifica e deco¬
difica (CODEC) potenti e standard zzate,
in grado di sfruttare tutta la larghezza di
banda messa a disposizione dal canale di
trasporto dei dati.
Le istruzioni MMX che sono state aggiun¬
te a quelle dell'architettura dei processori
Intel consentono oggi alle CPU di gestire i
segnali digitali proprio come i DSP.
Oltre a questo notevole passo in avanti
nella potenza di calcolo, con la prcssima
uscita di una serie d videocamere digitali
dal costo accessibile che potranno essere
facilmente collegate allo Universal Serial
Bus, già disponibile su tutti i computer
Tulip Vision Line, si potrà avere una
potente quanto economica soluzione
plug-and-play per la videoconferenza.
Tulip Computers annuncia di aver siglato
un accordo con Microsoft, grazie al quale
tutti i sistemi Tulip Vision Line Server
saranno dotati di Microsoft
Windows NT Server 4.0. Inoltre
con la tecnologia Tulip "Set &
Serve for Microsoft Windows
NT Server" l'installazione del
sistema operativo di rete di
Microsoft sarà particolarmente
semplice e veloce. Set & Serve
for Windows NT Server include
Microsoft Windows NT Server
versione 4 0 ed è preinstallato
in tutte le principali lingue
come Inglese, Francese, Tede¬
sco, Italiano e Spagnolo. I Tulip
Vision Line Server sono rilasciati con 10
licenze cliente gratuite di base che posso¬
no essere incrementate facendone richie¬
sta direttamente a Tulip Computers.
Tulip Computers ha trasferito la propria
filiale italiana nella nuova sede in Via G. Di
Vittorio 27, 20068 Peschiera Borromeo
IMI). ‘Il trasferimento della filiale italiana di
Tulip Computers in una sede
di 1400 mq", dichiara Fabrizio
Bonazza. Amministratore
Delegato di Tulip Computers
Italia SpA, "è in linea con la
missione della società di
offrire un servizio sempre
migliore al cliente."
L'ultimo annuncio
riguarda una
nuova genera¬
zione di server
scalabili, che
parte da un server diparti¬
mentale a basso costo fino ad arrivare a
un server dì fascia alta equipaggiato con 4
processori Pentium Pro per impieghi
aziendali.
Il modello Tulip Vision Line DR è il model¬
lo entry levai della nuova gamma di ser¬
ver, é dotato di un Pentium Pro da 180 o
da 200 MHz, memoria RAM fino a 512
MB, 5 slot di espansione per disk drive
con tecnologia hot swap, e altri 3 slot dì
espansione; inoltre è possibile aumentare
la potenza di questo server dipartimentale
aggiungendovi una seconda CPU, slot per
hard disk SCA hot swap e gestione RAID
per incrementare le prestazioni degli hard
disk Anche il modello Tulip Vision Line
PR offre alti livelli di prestazioni. La poten¬
za centrale è fornita da due processori
Pentium Pro da 200 MHz; l'unità è inoltre
equipaggiata con 8 slot di espansione (di
cui 5 in standard PCI), 10 slot per drive
SCA, una capacità di memoria RAM pari a
1 GB, ultra-wide SCSI e Fast Ethernet.
Il modello Tulip Vision Line QP è l'u¬
nità di fascia alta della gamma di
server, e dispone di tutte le funzio¬
nalità, può operare con un massi¬
mo di 4 CPU Pentium Pro da 200
MHz, e può installare un massimo
di 4 GB di ECC RAM.
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DI COMPUTER PORTATILI SE NE INTENDE
È vero, un bel quadro completa l'aspetto di una casa.
Ne aumenta gli orizzonti, aprendo nuove vedute sulle pareti.
Ma un quadro non nasce solo per essere visto.
Nasce per essere guardato, sentito e vissuto.
Un quadro diventa un pezzo fondamentale della nostra vita.
E come tale diventa uno strumento irrinunciabile.
In un mondo dinamico - all'ultimo minuto, ma che non
dimentica i piccoli piaceri - nulla può essere più lasciato al caso.
Per questo, tecnologia e arte si sono sposate in un connubio perfetto
per dare luce a nuovi oggetti.
Oggetti che nascono solo per aiutarci.
E che come tali devono essere belli, ma soprattutto utili.
Noi abbiamo cercato di creare tutto quello che mancava.
Il resto dipende solo dalla vostra fantasia.
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STUDIO K
a cura di Corrado Giustozzi
IX Convegno degli Studenti Esperti in Computer:
una finestra su un settore in straordinaria evoluzione
Una giornata di incontro tra i migliori “giovani
informatici” italiani ospitati come di consueto
dalla Città dei Ragazzi di Roma.
di Marina Chiodini
Il 30 aprile si è tenuto, nell'accoglien¬
te cornice della Città dei Ragazzi di Ro¬
ma, il tradizionale Convegno degli Stu¬
denti Esperti in Computer ormai giunto
alla nona edizione.
Le quaranta scuole intervenute pro¬
vengono da tutte le aree geografiche
del Paese e, essendo state selezionate
tra le oltre centocinquanta che avevano
inviato le loro proposte di partecipazio¬
ne, rappresentano davvero quanto di
più interessante attualmente si produce
nel campo multimediale nella scuola ita¬
liana.
Tra i lavori presentati ha suscitato un
grande interesse quello prodotto dagli
studenti di una intera classe dell’ITIS
"Volterra" di Torrette in provincia di An¬
cona che hanno realizzato un prodotto
multimediale che documentava in mo¬
do simpatico e spiritoso le diverse fasi
della costruzione, comando e controllo
di un piccolo robot pilotato a distanza da
un computer.
Breve ma molto ben risoluto è sem¬
brato uno spot presentato dall'Istituto
d'Arte di Firenze contro l'inquinamento
atmosferico e commissionato dalla Le-
gambiente.
Molto interessante è stata anche la
dimostrazione di un lavoro ben articola¬
to sul "Gruppo del Bernina" realizzato
dai ragazzi dellTTIS "Mattel" di Sondrio
in collaborazione con il CAI della loro
provincia.
La Città dei Ragazzi ha presentato in¬
vece un ipertesto sugli archi monumen¬
tali a Roma di cui facevano parte rico¬
struzioni tridimensionali e videoanima¬
zioni dei monumenti presi in esame.
Un filone che anche quest'anno è
stato ben rappresentato è quello dei la¬
vori che illustrano le caratteristiche dei
diversi istituti scolastici e che possono
costituire un efficace mezzo divulgativo
e di promozione. Di questo gruppo fan¬
no parte gli elaborati presentati
dall'ITCG "Antonio San Gallo" di Terni e
dall'ITCG "Romagnosi" di Erba in pro¬
vincia di Como entrambi progettati in
modo stimolante e molto curati nella
parte grafica.
Da un alunno del Liceo Scientifico
"L. Da Vinci" di Agrigento è stato pre¬
sentato un ipertesto sulla sua città di
cui è autore integrale cioè, oltre a cura¬
re tutta la parte realizzata al computer,
egli ha personalmente realizzato le foto
utilizzate ed ha composto ed eseguito il
commento musicale
Infine, davvero notevole è stato il la¬
voro presentato da un allievo del liceo
Classico "Aristosseno" di Taranto e de¬
nominato "Ipertavola Periodica ". Si trat¬
ta di un ipertesto che può brillantemen¬
te competere con i migliori prodotti
multimediali presenti sul mercato e che
può rappresentare uno strumento didat¬
tico di grande efficacia.
Come d'abitudine, nella mattina si è
tenuta tra gli adulti una tavola rotonda,
anche per dar tempo e modo ai giovani
di avere uno scambio di idee e di espe¬
rienze e di confrontarsi sulle soluzioni
adottate nell'affrontare i molteplici pro¬
blemi che hanno incontrato nell'utilizzo
dei software impiegati nei loro lavori.
Rispetto agli anni passati dalla di¬
scussione è emerso un clima di mag¬
giore ottimismo e, nei diversi interventi
che si sono susseguiti, presidi, inse¬
gnanti delle diverse aree disciplinari ed
esponenti della pubblica amministrazio¬
ne e delle industrie di settore, hanno
posto l'accento sulla straordinaria evolu¬
zione che l'introduzione dell'uso del
computer nella scuola ha avuto negli ul¬
timi anni e sull'importante contributo
che il convegno degli studenti esperti in
computer offre nel mettere in luce e
pubblicizzare tale sviluppo
Da tutti gli intervenuti è stato com¬
mentato positivamente il Piano Ministe¬
riale che interesserà 15.000 scuole nei
prossimi quattro anni dotandole almeno
di circa dieci postazioni multimediali ed
offrendo loro la possibilità di collega¬
mento ad Internet a condizioni favore¬
volissime. Da più parti è stato però sot¬
tolineato che le difficoltà maggiori che
permangono nella scuola per lo svolgi¬
mento di questo tipo di attività sono da
collegarsi all'organizzazione del perso¬
nale didattico ed all'assenza nell'organi¬
co della figura dell'assistente tecnico
che potrebbe affiancare gli insegnanti
nella soluzione dei problemi specifici
che puntualmente si presentano nel
supportare gli studenti durante le fasi di
progettazione e di realizzazione dei pro¬
dotti multimediali. Dalla riflessione sui
120
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
kernel
Durante la mattinata si sono svolti diversi
seminari cui hanno partecipato gli studenti
sia della Città dei Ragazzi sia delle scuole
ospiti del convegno.
In loto vediamo l'intervento di Corrado Giu¬
stozzi che ha illustrato la stona di Internet e
le sue prospettive future, con particolare ri¬
guardo al fenomeno delle intranet di parti¬
colare rilevanza per il mondo del lavoro.
Ricordiamo che la Città dei Ragazzi è molto
attiva sul Web ed ha un sito ed un proprio
dominio ospitati da MC-link. La URL per far-
lavori presentati quest'anno sono emer¬
se in modo più chiaro di quanto avvenu¬
to nelle precedenti edizioni due diverse
tendenze. La prima è rappresentata da
prodotti che ancora conservano caratte¬
ristiche di elaborati scolastici in cui non
è evidente una specifica ricerca di per¬
fezione formale e di professionalità. Si
tratta sempre di lavori di gruppo che a
volte hanno coinvolto un'intera classe,
e che hanno lasciato trasparire, sia nella
realizzazione vera e propria che nella
presentazione, un che di sperimentale e
di giocoso.
La seconda tendenza invece è testi¬
moniata da lavori di singoli studenti che.
seguiti da un unico docente oppure la¬
vorando in modo del tutto autonomo,
hanno realizzato programmi multimedia¬
li di una perfezione didattica e formale
stupefacente. Si tratta di casi di veri e
propri "genietti" del computer che sa¬
rebbero già in grado di inserirsi brillante-
mente nel mondo del lavoro.
Esaminando più dettagliatamente la
provenienza degli elaborati riconducibili
alle due tendenze individuate si nota co¬
me solitamente l lavori di gruppo siano
stati realizzati in Istituti Tecnici di diversi
indirizzi, mentre quelli prodotti da autori
isolati provengono da Licei.
Da queste considerazioni discende
che il susseguirsi di riforme negli Istituti
Tecnici e Professionali, soprattutto at¬
traverso l'introduzione delle aree di pro¬
getto, hanno consentito attraverso una
più libera ed esperta organizzazione
dell’attività nella scuola, sia dei docenti
che degli studenti, il formarsi di gruppi
di lavoro spontanei che sviluppassero
attività fortemente interdisciplinari. D'al¬
tronde a questo tipo di Istituti è ormai
riconosciuta una certa autonomia sia or-
ganizzativo-finanziaria sia nell'intrattene-
re rapporti con i settori produttivi e con
le istituzioni pubbliche e private operan¬
ti sul territorio. Ciò ha consentito, da un
lato di dotare le scuole delle necessarie
attrezzature, dall'altro il collegamento di
molti degli elaborati prodotti con la
realtà socioeconomica in cui la scuola è
inserita, rompendo l'isolamento in cui
spesso sinora ha operato.
Nei Licei invece si ha l'impressione
che la struttura rigida dell'insegnamen¬
to ed il vincolo pressante dello svolgi¬
mento dei "mastodontici'' programmi
delle singole discipline abbia limitato lo
svilupparsi di una diffusione quasi
spontanea dell'uso dei mezzi multime¬
diali nel'insegnamento. In questa situa¬
zione si sono messi in luce soltanto
episodi individuali dovuti alla determina¬
zione e alla preparazione personale di
studenti che, per realizzare i loro lavori,
hanno dovuto vincere l'indifferenza di
interi consigli di classe e che, operando
quindi in modo isolato, non rappresen¬
tano un punto di riferimento per gli altri
studenti né riescono a trasmettere le
loro conoscenze ed abilità a compagni
sia coetanei che più giovani.
Per quanto concerne quindi lo svilup¬
po delle tecnologie multimediali della
scuola italiana si auspica che, con l'in¬
troduzione delle recenti disposizioni mi¬
nisteriali e soprattutto con il necessario
riordino dei cicli scolastici, si migliori la
situazione nella generalità dei casi, ma
anche che si ponga tutta l'attenzione
possìbile nel non interrompere e vanifi¬
care un positivo processo in un vasto
settore della scuola secondaria che è
da tempo in atto come puntualmente,
anno dopo anno, questo Convegno de¬
gli Studenti Esperti in Computer mette
in evidenza. £53
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©
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Legge 675/676 e requisiti di sicurezza:
aspetti organizzativi e tecnici
In considerazione dell'attualità del tema, riportiamo una sintesi dell'intervento
di Paolo Nuti in seno al convegno "La protezione dei dati personali nei sistemi
in rete" svoltosi a Roma il 23-24 aprile 1997.
La legge 675, entrata in vigore i‘8 mag¬
gio 1997, definisce "Dato personale' 'qua¬
lunque informazione relativa a persona fisi¬
ca, persona giuridica, ente od associazio¬
ne, identificati o identificabili, anche indiret¬
tamente, mediante riferimento a qualsiasi
altra informazione' e stabilisce che "I dati
personali oggetto di trattamento devono
essere custoditi e controllati, anche in rela¬
zione alle conoscenze acquisite in base al
progresso tecnico, alla natura dei dati e al¬
le specifiche caratteristiche del trattamen¬
to, in modo da ridurre al minimo, mediante
l'adozione di idonee e preventive misure di
sicurezza, i rischi di distruzione o perdita,
anche accidentale, dei dati stessi, di acces¬
so non autorizzato o di trattamento non
consentito o non conforme alle finalità del¬
la raccolta"
Stabilisce inoltre che in attesa del DPR
che definirà le misure minime di sicurezza,
la cui emanazione è prevista entro l'8 no¬
vembre e l'entrata in vigore sei mesi dopo
vale a dire a fine aprile 1998, occorre co¬
munque dall‘8 maggio 1997, custodire i
dati personali "in modo da evitare un incre¬
mento dei rischi"
Il responsabile dell'elaborazione deve (o
dovrebbe) di conseguenza:
• Identificare gli archivi presenti in azienda
su mainframe, server di rete, macchine in¬
dividuali. supporti magnetici, ottici, carta¬
cei, etc.
• definire per ciascun archivio contenente
dati personali la durata del trattamento no¬
minativo (che deve essere non superiore a
duella necessaria agli scopi per i quali sono
stati raccolti o successivamente trattati )
• verificare o istituire procedure di cancel-
lazione/anonimizzazione dei dati obsoleti
• verificare o istituire procedure scaden¬
ziario archivi non informatici da distruggere
• verificare o istituire procedure di back-up
atte a garantire per tutta la durata del trat¬
tamento l'integrità (anche fisica! degli ar¬
chivi
• comunicare agli incaricati del trattamen¬
to le procedure da seguire sotto il profilo
• della riservatezza
• della sicurezza di accesso agli archivi
• della integrità dei dati
• comunicare anche ai non addetti al trat¬
tamento il divieto di creare archivi conte¬
nenti dati personali senza la preventiva au¬
torizzazione del responsabile dell'elabora¬
zione (che è comunque responsabile insie¬
me al titolare e deve provvedere alle ne¬
cessarie valutazioni e preventive notifica¬
zioni al garante)
Il condizionale deriva dal fatto che alcuni
archivi, per esempio quelli creati personal¬
mente sul proprio PC daH'amministratore
delegato di una azienda, pur ricadendo nel¬
l'ambito applicativo della legge, restano
necessariamente fuori dalla portata del re¬
sponsabile dell'elaborazione; inoltre alcune
delle procedure sopra indicate potrebbero
portare ad effetti paradossali o che comun¬
que non rientrano negli obiettivi sostanziali
della legge.
In attesa del regolamento che indivi¬
duerà le misure di sicurezza previste dal¬
l'articolo 15 e di eventuali decreti integrati¬
vi che potranno essere emanati ai sensi
della 676, il responsabile dell’elaborazione
deve curare la custodia dei dati personali
"in maniera tale da evitare un incremento
dei rischi'.
Il responsabile dell'elaborazione dovrà di
conseguenza verificare ed eventualmente
correggere le procedure di:
• accesso fisico agli elaboratori (server e
workstation)
• accesso logico agli elaboratori (server e
workstation)
• accesso alla rete interna dall'esterno
• accesso all'esterno dalla rete interna
• back-up e conservazione delle copie
Il che sarà utile anche al fine di redigere la
"descrizione generale che permetta di valu¬
tare l'adeguatezza delle misure tecniche
ed organizzative adottate per la sicurezza
dei dati' che costituiscono il punto f della
notificazione al Garante)
In pratica
L'occasione è buona per fare un po'
d'ordine cioè:
• controllare i tracciati fisici delle reti:
qualche macchina potrebbe essere stata
posta su rami non protetti da firewall o
router ed essere utilizzata come 'sniffer'
• controllare che i server possano accetta¬
re chiamate solo da workstation o server
che hanno una valida ragione per chiamare
In Questo esempio di
rete aziendale con¬
nessa ad una rete
pubblica Ip.e Inter¬
net! e suddivisa un
due lami, uno dei
Quali e destinato alla
elaborazione di dati
panicolarmente riser¬
vati, sono stati com¬
messi due errori una
workstation abilitata a
vedeie solo il server a
basse esigenze di ri¬
servatezza e stata
collegata al ramo ri¬
servato e una work¬
station e raggiungibile
dall'esterno attraver¬
so il modem ciré un
urente, per navigare
su internet, ha instal¬
lato all’insaputa del responsabile della sicurezza La prima macchina, se cade in mano ad un utente esperto,
può ‘ snidare ' dati riservati, nessuno se ne è accorto perche il router igiustamentel consente comunque l'ac¬
cesso al server a basso livello di riservatezza La seconda macchina inficia le funzioni del firewall
Reie dm
pubblica
fpc Internet)
| ipuin ili iiounw |
-
122
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
In attesa delle misure minime
Chi è g ià sicuro? Non cambi server p er le basi dati!
In attesa del regolamento cne individuerà le misure minime di si¬
curezza da adottare ai fini della riduzione al minimo del rischio, la
legge 675 prescrive che i dati personali debbano essere custoditi
'in maniera tale da evitare un incremento dei rischi'.
Nel periodo transitorio Iche durerà presumibilmente fino
a maggio 19981, l'adozione di misure di sicurezza atte
ad evitare l'incremento dei rischi è dunque condizione
necessaria per evitare di essere ritenuti responsabili in
sede civile del danno.
Come abbiamo visto, tra i fattori di rischio dobbiamo
comprendere anche la gestione degli accessi ai
server o comunque alle basi dati
Di conseguenza, nel periodo transitorio non
solo non dovranno essere ridotti i livelli di si¬
curezza (ove la gestione della sicurezza sia
strutturata per livelli), ma si dovrà valutare
con estrema cautela anche la sostituzione di un ser¬
ver che integri un sistema di autorizzazioni strutturato,
con altro meno strutturato o. più semplicemente meno
collaudato sotto il profilo della sicurezza.
Il discorso è particolarmente delicato anche perché
coinvolge grossi interessi commerciali: in molte azien¬
de e in corso una migrazione da sistemi main-frame o
mini dipartimentali verso server Unix o NT Questa
scelta deve essere valutata con estrema attenzione:
anche senza entrare nel mento della maggiore o mino¬
re vulnerabilità di questo o quel sistema operativo, re¬
sta comunque il fatto che la gestione gerarchica, granulare e "per
livelli', tipica ad esempio di un AS-400, difficilmente può essere
esportata in altro ambiente quanto basta a sostenere che. nella
migrazione, non vi sia stato un incremento del rischio di ac¬
cesso non autorizzato - sia pure dall'interno dell'azienda - a
file System o record precedentemente non accessibili
Alcuni suggeriscono che le aziende, per cautelarsi, nomini¬
no addetti alla elaborazione tutti, o quasi, i propri dipenden¬
ti, Ci sembra però difficile sostenere che l’estendere II nu¬
mero di persone che possono accedere a determinate dati
o categorie di dati in seguito ad una minor granularità
delle restrizioni, non rappresenti un incremento
del rischio.
Una soluzione che sta prendendo piede per co¬
niugare la sicurezza di un ambiente consolidato
con la flessibilità di un sistema operativo ricco di
strumenti per la creazione di applicazioni multi¬
mediali è quella di specializzare una macchina in da¬
ta-server (p e base dati SQL) ed una seconda macchi¬
na in 'application server' Con un mimmo di attenzione,
la sicurezza della base dati resta quella della p'ima mac¬
china e la flessibilità diventa quella della seconda.
Una strada, del resto, suggerita dalla stessa IBM nel
momento in cui ha introdotto per r AS-400 schede con
coprocessori Risc o Intel sulle quali installare applicativi
in ambiente OS-2, Unix o NT
Paolo Nuli
Le modalità di ge¬
stione della sicurez¬
za di accesso ai dati,
tipiche di un main¬
frame o di un mini
dipartimentale come
iAS-400 Inella fotol
difficilmente posso¬
no essere esportate
su ahri sistemi ope¬
rativi.
• se uno o più nodi della la rete interna
debbono essere raggiunti dall'esterno,
sbarrare comunque con un firewall o un
wrappmg via router a tutti gli altri nodi
• verificare che sulle workstation collega¬
te alla rete interna non siano stati installa¬
ti, all'insaputa del responsabile dell'elabo¬
razione, dei modem. E' inutile vigilare at¬
tentamente (con un firewall o un proxi)
sugli accessi da e per l'esterno, se poi
una workstation si collega direttamente
via modem crendo una strada di attacco
alternativa
• se è proprio indispensabile disporre di
un accesso remoto via modem su una
workstaion collegata alla rete interna (per
esempio perché un dirigente vuole asso¬
lutamente un accesso diretto da e per l'e¬
sterno, sensibilizzare l'utente perché non
installi procedure di rete senza la supervi¬
sione del responsabile della sicurezza; ri¬
cordare che si può 'entrare dall'esterno'
anche quando ad attivare la comunicazio¬
ne è l'utente interno; se possibile installa¬
re un firewall ad hoc tra la waorkstation e
la rete interna
• Attivare e controllare sempre e comun¬
que i log di sistema delle macchine dei fi¬
rewall e delle applicazioni
• determinate una tantum il profilo stati¬
stico del sistema e verificarlo periodica¬
mente
• produrre report significativi e porre at¬
tenzione comportamenti anomali!
• mettere una password anche sulle
workstation, come minimo sullo screen
saver
• verificare che sulle workstation non sia¬
no state attivate inavvertitamente (!) fun¬
zioni di condivisione di file
• proteggere le password sul server di
rete
• il data base dei codici di autorizzazione
deve sempre essere crittografato
• l'accesso al data base delle PW deve
essere ristretto al responsabile della sicu¬
rezza
• non devono esserci possibilità di snif-
fing dall'esterno di una rete o gruppo
• per evitare sniffing, l'invio del codice
può essere prottetto da cifratura
• il vero punto debole è l'educazione del¬
l'utente
• educare l'utente a non comunicare la
PW a terzi indipendentemente dal fatto
che siano estrenei, parenti o personale
dell'azienda, impedirgli di utilizzare PW
banali; costringerlo a cambiare PW perio¬
dicamente
• valutare la possibilità di utilizzare appli¬
cazioni client/server protette da crittogra¬
fia
Sotto il profilo fisico è opportuno
• installare i server in una saia macchine
con accesso limitato al personale autoriz¬
zato
• controllare che tutte le persone che
possono accedere fisicamente ai server
abbiano un buon motivo e la competenza
per farlo
• conservare le copie di sicurezza (me¬
glio se doppie) in luogo adeguatamente
protetto (armadio ignifugo, cassaforte, ar¬
madio chiuso a chiave)
• Per le stazioni di lavoro, che possono
ospitare dati personali e non possono es¬
sere confinate in locali protetti, bisognerà
aiutare la fortuna con precise indicazioni
agli utenti: non creare archivi senza auto¬
rizzazione, non asportare copie di dati, etc.
Ricordare infine che se è tragicamente
vero che 'aver fatto le fotocopie di un te¬
sto non significa averne appreso il conte¬
nuto' (U.Eco, come si scrive una tesi di
laurea), aver messo un firewall a protezio¬
ne della propria non significa averla protet¬
ta. Il rischio, se non si fa un accurato esa¬
me di coscienza - cioè della rete e delle
istruzioni che sono state impartite alle per¬
sone che ci lavorano - è quello di sentirsi
falsamente sicuri e di abbassare ulterior¬
mente le difese
KSS
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
123
a cura di Corrado Giustozzi
Tutto quello che avreste sempre voluto sapere su come giocare a giochi multi-utente
ma non avete mai avuto il tempo di imparare...
Giocare on line con MC Software
E’ vero, esistono i giochi multi-utente. E non sono un’araba fenice,
tutti sanno dove sono: su Internet! Ma quanti li conoscono
veramente? Quanti di voi lettori,
appassionati di giochi, hanno mai provato
l’esperienza di giocare al computer
interagendo, in differita o meglio ancora in
tempo reale, con altre persone sparse per il
mondo? Crediamo siano pochi, forse
pochissimi rispetto alla grande massa dei
video-giocatori; e principalmente perché la
cosa sembra ancora difficile, poco chiara,
non si sa bene quanto costa ed in fondo...
finché non la si prova non si sa cosa si perde!
Eppure provate a parlare con chi è riuscito a fare qualche partita
ad un gioco multi-utente, magari nella ludoteca sotto casa, oppure
sulla LAN dell’ufficio durante l’ora di pranzo, o ancora su un MUD
Figura I
La mappa di Lumen et Umbra,
il gioco multi-utente di MC-link,
ti gioco e accessitiite
da Internet all'indinao.
telnetS/mcImutì mclmk it 6000.
La mappa e stata disegnata
da Silver e Killrazcr.
due "immortali ~ del gioco.
americano tramite Internet: chi conosce questa esperienza non la
dimenticherà più, anzi tutti gli altri giochi provati sbiadiranno nel
confronto e nell’impatto emotivo... e per molti diventa una specie
di droga. Ma... come fare a entrare in questo mondo? Dove trovare
i Client, le utility, le informazioni? Facile: ci pensa MC Software con
un numero su CD-ROM tutto dedicato al gioco on line!
124
MCmicrocomputer n. 174- giugno 1997
al i&l *1*1 Ifel&lal *1
~~ 77 ; 1
Figura 2
La connessione a Lumen et Umbra tramite un'mlertaccia dedicata sviluppata
in Italia: Eli per Wmsock. Il programma è disponibile anche sul CD Giocare On
Line
e
•*« *>«• n•»<#"• »•»>
Vi ho spaventato abbastanza? Bene,
allora siete pronti ad entrare nel mondo
dei giochi in rete! Prima però di vedere
alcuni giochi specifici è bene chiarirci le
idee su cosa voglia effettivamente dire
"giocare in rete". Vi sono tre grosse ca¬
tegorie di giochi multi-utente:
-1 giochi multi-utente in rete locale,
via modem o via collegamento seriale
(tipicamente protocollo IPX, o seriale)
-1 giochi multi-utente su Internet (di ti¬
po client-server o WEB based)
- i giochi multi-utente a turni (turn-ba-
sed) tipicamente via e-mail.
Giochi in rete locale
Nella prima categoria ricadono in gros¬
sa parte tutti quei giochi commerciali
che oltre che in solitaria si possono gio¬
care anche in LAN: esempi noti a tutti
sono Doom, Quake, MechWarnor II,
Warcraft 2, Red Alert... Questi giochi
rendono il massimo in una piccola rete
Figura 3
La home page di Sub-
space, un gioco d’azio¬
ne m tempo reale di¬
sponibile gratuitamen¬
te su Intemetl
Giochi su Internet
Questa seconda categoria offre una
scelta ancora più ampia della prima ed
in realtà è molto più complessa ed arti¬
colata. Da un lato abbiamo giochi come
i MUD (Multi-Users-Dungeonsl che defi¬
nirei antichi (in termini telematici) ma
ancora estremamente vitali, dall'altro
abbiamo giochi più "moderni" con inter¬
facce grafiche o addirittura via Web. in
fase di sperimentazione o già attivi e a
pagamento.
Questo tipo di giochi offre alcuni pe¬
culiari vantaggi rispetto alla categoria
precedente: si possono giocare normal¬
mente 24 ore su 24; avendo un abbona¬
mento Internet si possono giocare in
tutta tranquillità da casa propria; si in¬
contrano centinaia di persone diverse
da tutto il mondo; come hardware spe¬
cifico basta il modem. Vi sono però an¬
che degli svantaggi; il costo delle telefo¬
nate, anche se a tariffa urbana, può di¬
ventare elevato se si gioca a lungo; per
giocare giochi con server residenti
all'estero bisogna disporre di un ottimo
Internet provider oppure il collegamento
sarà cosi lento da rendere il gioco prati¬
camente ingiocabile.
In Italia sono nati e si stanno svilup¬
pando vari nodi che offrono le possibi¬
lità di giocare in rete In particolare MC-
link, la rivista telematica della Techni-
locale, tipicamente di tre o quattro po¬
stazioni, in mi ci si incontra/scontra con
gli amici o i colleghi di lavoro.
Nella versione più economica possia¬
mo collegare due PC tramite un norma¬
le cavetto seriale Per collegare tre o più
PC, e comunque per avere il massimo
delle prestazioni, occorre una vera rete
locale.
Tipicamente i giochi di questo tipo
hanno un alto contenuto grafico ed una
notevole dose di azione (stile Doom),
ma in qualche caso abbiamo anche una
commistione di azione e strategia (Red
Alert o Warcraft). Le partite sono a tem¬
po limitato e normalmente finiscono in
una sessione di gioco. Per provare que¬
sti giochi senza spendere cifre conside¬
revoli per approntare una rete a casa, il
modo migliore è recarsi in una delle tan¬
te ludoteche che ormai ospitano reti di
PC e... giocare!
Figura 4
La home paga di Ga-
mezone. un grande si¬
lo ricco di giochi classi¬
ci completamente gra¬
tuito.
MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997
125
Figura 6
Il bridge su Internet tramite Gamezone scegliete il tavolo elle piu preterite e
giocale'
Figura 5
Entrando in Gamezone tramite il Client ldisponibile sul CD Giocare On Linei, si
passa per il villaggio virtuale ove et sono vane case da gioco Posizionando il
mouse su ogni casetta si aura in tempo reale l'informazione di guanti giocatori
vi sono
Figura 7
La semplice scnermata
di registrazione su Ten
Network, uno dei pnnet-
pah fornitori di giochi in¬
terattivi su Internet
Con il Client tornito sul
CD Giocare On Line, o
preso da Internet po¬
nete registrarvi diretta¬
mente on Ime. unico re¬
quisito. una carta di ere-
media. già mette a disposizione un gio¬
co multi-utente in tempo reale IMUD)
accessibile da tutto il mondo Internet e
totalmente gratuito: Lumen et Umbra
(Figure 1 e 21
Per saperne di piu date un'occhiata
all'indirizzo l'i'.n uh .t'mu'l
oppure provate a giocare direttamente
via telnet collegandovi a telnel;//mcl
mud.mcimk it:6000 I MUD offrono una
esperienza unica di interazione con altre
persone (provare per crederei, ma non
sono gli unici giochi che Internet offre
In realtà abbiamo anche dei giochi con
Client grafico locale e server remoto (per
un esemp io tipico date un'occhiata
all'indirizzo t tmv/www vie eom'sn.i
vedi figura 3); e come se non bastasse
esiste la possibilità di giocare a giochi
commerciali per rete LAN usando dei
particolari server di appoggio che creano
una LAN virtuale (ad esempio Kali:
mio //www axxis.com/Kaiil
Giochi via e-mail
Un'ultima categoria è quella dei giochi
via posta elettronica (una volta era posta
normale. .) (Figura 9). Molto di moda
qualche anno fa, quando la e-mail era il
principale mezzo per lo scambio di infor¬
mazioni su Internet, con il tempo sono
stati soppiantati da giochi più interattivi
ed immediati; tuttavia non sono morti, e
addirittura negli ultimi mesi ne sono
usciti diversi molto originali ed accatti¬
vanti. In pratica si tratta di giochi per lo
più strategici in cui ogni giocatore elabo¬
ra la propria mossa con tutta calma a ca¬
sa propria, con una copia del software
del gioco stesso. Poi invia la mossa in
formato elettronico (tipicamente un file)
ad un host, ovvero a qualcuno che fun¬
ge da "direttore" del gioco. Questo, ri¬
cevute tutte le mosse dei giocatori, le
dà in pasto ad un programma che. dopo
averle digerite ben bene, sputa fuori il ri¬
sultato ... che è poi composto da altret¬
tanti file da mandare indietro ai giocato¬
ri.In giro al momento ci sono alcuni gio¬
chi superbi, dal classico VGA-PLANETS.
al più recente STARS, non ultimi i giochi
gestiti in Italia da Agonistika: Adventurer
Kings e World Conquest. In alcuni casi,
come ad esemplo proprio questi ultimi
due, si tratta di giochi cosi articolati e
complessi da richiedere un grosso lavo¬
ro da parte dell'host, e quindi talvolta in¬
vece di pagare il software sono a paga¬
mento le singole mosse
Giocare on line
col CD di MC Software
A tutte le forme di gioco on line su In¬
ternet è dedicato il numero speciale di
MC Software che sarà in edicola nei
prossimi giorni. Si chiama infatti Gioca¬
re On Line e contiene, su un CD-ROM
appositamente realizzato, tutto ciò che
serve per giocare in rete e per usare al
meglio Windows 95 e Internet.
Il CD e veramente ghiotto per tutti gli
amami dei giochi. Un gruppo di esperti
ed appassionati ha infatti selezionato le
utility che consentono di utilizzare al me¬
glio Windows 95 in rete locale e di colle¬
garsi ad Internet, oltre a tutti i program¬
mi necessari per giocare in rete ai più
appassionanti giochi attualmente dispo¬
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li, più di 1 500 file compressi, vi sono ad
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per 26 volte da
un'altezza
di 70 cm
con diverse
angolazioni.
Specifiche:
MIL-3TD-810E
TEST N° 2
Resistenza
alla polvere
con densità
di 60 gr/n?
per 8 ore.
Specifiche:
IPX Liv. 5
pentium'
TEST N°3
Shock da vibrazioni
simulato per 1'utilizzò
j su )in veicolo in
movimento. Abbiado
sottoposti# il £F-25
a forti yibrdzjloni
normalmente dannose
f per Hard disk
e DiSRla
TEST N 4
Resistenza all' acqua
sottoponendo il CF-25
ad una intensa
pioggia da diverse
direzioni.
Specifiche:
IPX Liv. 1
,. non ci siamo riusciti
CF-25 Condizioni estreme
Il CF-25, creato per lavorare ai limiti dell'impossibile, offre una
eccezionale affidabilità nel lavoro di tutti i giorni, garantendo un
utilizzo multimediale finalmente senza compromessi.
Magnesio, Gel ammortizzante e Silicone garantiscono l'incolumità del
computer in condizioni di lavoro estreme, pari a quelle indicate dalle
norme militari americane (MÌ1-STD-810E) .
CF-62 Prestazioni estreme
Il CF-62 è il primo notebook multimediale che utilizza il "PD System"
integrando la lettura dei CD-Rom con l'utilizzo dei dischi ottici riscrivibili
da 650 MB. Oltre a questa esclusiva capacità di memorizzazione, grazie alla
alta qualità dei componenti e alla estrema cura nei dettagli
costruttivi, le prestazioni multimediali sono da primato.
Pentium 153/150 Khs, Ram da 16 ad
80 MB, Hard Disk da 1,35 a 7,2 GB,
2 MB Viari, LCD TFT da SVGA a XGA e
da in,-l" a 12, !" a 65.000 colori.
Notebook Panasonic Qualità estrema
Panasonic
02-67072556
Figura 9
Uno dei migliori sili per gli appassionali di giochi via e-mail
Figura 8
La schermala introduttiva di Dark Sun, una dei tanti originali giochi multi-utente
di Tenl
esempio i Client per gli ultimissimi giochi
multi-utente come Subspace o Gamezo-
ne, le patch per i più famosi giochi com¬
merciali (DIABLO, Magic thè Gathering,
EF2000.J, tutte le informazioni e le uti¬
lity per giocare ai Multi-Users-Dungeon
ed al più grande gioco multi-utente italia¬
no, Lumen et Umbra. In più vi sono an¬
che i demo di giochi recentissimi come
Outlaws. X-COM 3, Starsi. Metal Km-
ghts, Planetary Raiders e molti atri.
Ma non è tutto: per chi desidera an¬
che creare e programmare da sé i propri
giochi on line è compresa una sezione
speciale che contiene utility e librerie
per gli sviluppatori di giochi, oltre a tutti i
sorgenti dei MUD più diffusi su cui po¬
ter intervenire a piacimento. L'interfac¬
cia per navigare nel contenuto del CD è
realizzata in HTML per maggiore sempli¬
cità di utilizzo. È comunque possibile co¬
noscere in dettaglio il contenuto del CD
anche prima di acquistarlo: basta visitare
la URL htu?7/m.cflsm^mclinL!.tZgnJine
dove è riportato l’indice aggiornato del
CD stesso. Il numero speciale di MC
Software Giocare On Line sarà in tutte
le edicole verso fine mese; esso tuttavia
può anche essere acquistato presso la
Techmmedia con le solite mediante il ta¬
gliando qui sotto riportato Non perdete¬
lo: su di esso potete infatti trovare tutto
quello che veramente vi serve per gioca¬
re on line ed usare al meglio Windows
95 e la Rete, risparmiandovi molte ore di
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nodi urbani sia attraverso le reti Internet, Concert e Itapac.
1. accesso attraverso i nostri nodi urbani
PROCEDURA DI ACCESSO
Dopo la connessione del modem, premere tre volte il tasto
Invio, quando appare il simbolo digitare mcnet e premere
Invio, quando riappare il simbolo digitare il proprio codice
abbonato e successivamente la password.
In alternativa è possibile accedere in emulazione di terminale di¬
gitando mclink alla seconda @
ELENCO LOCALITÀ E NUMERI DI TELEFONO A FONDO PAGINA
2. accesso attraverso la rete Internet
Chi ha un accesso telnet alla rete Internet può collegarsi ad MC-
link stabilendo (secondo le procedure in vigore sul proprio nodo)
un collegamento TELNET a:
mclink.mclink.it
L'accesso a mezzo telnet non comporta alcun addebito supple¬
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Mondiali della rete CONCERT
L'elenco completo dei 220 concentratori europei e dei rimanenti
concentratori mondiali della rete CONCERT, i loro numeri di te¬
lefono, la velocità e le modalità di login sono indicate nelle pagi¬
ne INFO sul Web di MC-link.
Il costo per l'accesso attraverso i 220 concentratori europei è di
145 lire +IVA al minuto mentre il costo per l'accesso attraverso i
concentratori mondiali è di 590 lire +IVA al minuto, indipendente¬
mente dalla loro velocità, e viene addebitato all'abbonato diretta-
mente da MC-link.
4. accesso attraverso la rete Itapac
Il numero di telefono per tutto il territorio nazionale è: 1421
alla risposta premere due volte invio
quindi comporre 26410420Pccccccpppppp
dove P deve essere obbligatoriamente maiuscola
cccccc = codice abbonato di 6 caratteri
pppppp = password di 6 caratteri
La velocità massima dei nodi che fanno capo al numero 1421 è
2.400 bps. L'accesso attraverso Easy Way Itapac comporta l'ad¬
debito di UN SOLO scatto telefonico (indipendentemente dalla
località e dalla durata del collegamento) e di una ''tartffa a tempo
e volume".
I consumi vengono addebitati mensilmente su carta di credito.
ELENCO DEI NODI URBANI - LOCALITÀ, NUMERI DI TELEFONO E VELOCITÀ (kbps)
Aggiornamenti disponibili sul Web alla pagina fiffp://www.rnclinK.it/into/nodi.mrrl
Agrigento
(0922) 605781
14.4
Cosenza
(0984)21123
14.4
Messina
(090)2936180
14.4
Roma
(06)4513900
33.6
Alessandria
(0131)41489
14.4
Cremona
(0372) 30657
14.4
Milano
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Cuneo
(0171)65796
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Modena
(059) 343239
14.4
Roma
(06)41739900 33.6
Aosta
(0165)32027
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(0532) 760183
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(0575) 302564
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Firenze
(055)5001111
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Novara
(0321) 32695
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Salerno
(089)223140
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Foggia
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dei prodotti piu longevi nella storia dell'Infor¬
matica per PC Ila versione 14 è stata precedu¬
ta da circa una dozzina di versioni, dapprima
pei DOS. a partire dalla prima metà degli anni
'80. poi per Windows 3.x ed ora per Windows
a 32 bit)
Nella versione 14. la seconda per Win¬
dows 95, non ci sono novità eclatanti, ma una
miriade di miglioramenti di piccolo e medio
cabotaggio, sia per guanto nguarda i vari pro¬
cessi di ricalcolo, di ridisegno, di operazioni in¬
put/output. sia per quanto riguarda le proce¬
dure operative, che ora si avvalgono di aiuti
più 'intelligenti', e quindi più efficienti, al dise¬
gno.
Insomma la versione 14 di AutoCAD è in¬
dubbiamente più veloce ed affidabile della
precedente 13, rispetto alla quale rAutodesk
ha peraltro previsto una politica di upgradmg a
costi mimmi, ed è pure più facile da usare, an¬
che da pane di chi inizia ora a lavorare con Au¬
toCAD
Un miglioramento un po' panicolare, molto
stimolante per noi che ci occupiamo da sem¬
pre di OLE Automation e di Visual Basic for
Application, è l'introduzione del modello ad
oggetti, grazie al quale è possibile vedere e
programmare 'per oggetti', con un qualsiasi
prodotto di programmazione OLE Automation
compatibile, un progetto AutoCAD In pratica
è possibile referenziare la 'AutoCAD R14
Ob|ect Library' e quindi gestire i suoi oggetti,
proprietà, eventi e metodi.
Le novità
In attesa della prova, che prevediamo di
compiere sulla versione italiana tra qualche
mese, citiamo, in maniera casuale ed incom¬
pleta, qualcuno di questi miglioramenti
Sono stati introdotti i profili utente, analo¬
ghi a quelli di Windows 95. grazie ai quali un
utente può memorizzare, assegnandole ad un
nome di profilo, tutte le sue configurazioni
personali Questa possibilità risulterà partico¬
larmente comoda quando più utenti lavorano
sulle stesse macchine, ma anche quando un
singolo utente esegue vari lavon molto diffe¬
renti sullo stesso PC
È ora possibile mettere in condivistone file
con disegni AutoCAD sulla rete Internet Si
pensi ad un'azienda che produca apparecchia¬
ture tecnologiche e che debba distribuire i
propri schemi di montaggio ai vari installatori
sparsi per il mondo C'è un nuovo formato
DWF IDrawmg Web Format) che produce una
vista 2D del disegno. Per visualizzarlo c'e un
apposito plug-in per Netscape e un motorino
ActiveX per MS Explorer e che si chiama
WHIP!
6 ora possibile inserire, direttamente nel di¬
segno, degli hyperlink a sui Internet. Questa
novità è in linea con gli standard MS Office 97.
Sono stati introdotti altri miglioramenti rela¬
tivamente al workgroup, citiamo ad esempio
la possibilità di eseguire operazioni di clippmg,
di ritaglio, su elementi del disegno ottenuti con
gli ’External Reference'
È stata introdotta una nuova entità di dise¬
gno: la polilmea 'leggera'. In pratica la nuova
entità è memorizzata in un array e non più una
collezione di entità separate II risultato è una
maggiore velocità nella sua gestione, editazio-
ne, visualizzazione. Anche l'entità 'Hatch', il
riempimento, è stata rivista per renderla meno
pesante da gestire, anche qui non più elemen¬
ti separati ma un'unica entità, di nuovo tipo.
Ora è possibile inserire nel disegno, e ge¬
stire con una serie di comandi specifici, im¬
magini bitmap. provenienti da file, di qualsiasi
formato e gestibili con l'Image Manager È
possibile inserire vecchi disegni scannerizzati.
senza necessità quindi di ridisegnarli, immagi¬
ni provenienti da foto, che possono mostrare,
ad esempio, un edificio prima del restauro, o
immagini virtuali, realizzate con prodotti di
rendering che mostrano viste realistiche del¬
l'oggetto che si sta progettando
E stata rivista anche la Command Line,
che appare in basso nella vdeata e con la
quale, secondo la tradizione AutoCAD, è pos¬
sibile (e qualche volta ancora conviene) digita¬
re a mano uno specifico comando Viene me¬
morizzata la 'stona' dei comandi ed e anche
possibile 'ripescare' e rieditare comandi ese¬
guiti in precedenza.
Figura I - Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 ■ Procedure di autocampo-
spione
Ir) AutoCAD 14 sono state inserite numerose funzionalità che hanno visto la
luce m AutoCAD LT In particolare ci sembrano mollo comode le procedure di
autocomposizione. nella versione inglese Si chiamano Wizard, che guidano
l'utente nelle impostazioni iniziali del disegno Questa, relativa al setup avan¬
zato e che vediamo nella loto, prevede ben sene passaggi, durante i duali
vengono definite tutte le caratteristiche generali del progetto, come le unità
di misura da utilizzare, la SQuadratura del foglio, eco
•urniai un xiiiirni ■'*i r, i su ■>-j«ùmI .ri ■«« ricuoia -ri
Figura 2 - Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 - Tantissimi miglioramenti
AutoCAD 14 presenta , rispetto alia versione 13. molte più rovita di ouante ne
presentava AutoCAD 13 rispetto alla versione 12. In pratica la 14 e la ‘vera
versione per Windows 95. in quanto ne sfrutta completamente I interfaccia ,
la potenza dei 32 Bit e le funzionalità condivise Molli dei mglioramenti riguar¬
dano l'ottimizzazione dei vari processi, molti altri l'operatività . In sostanza Au¬
toCAD 14 à molto piU comodo e veloce da usare delle precedenti versioni,
anche di Quelle per DOS
138
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Sono state modificate, per renderle più fa¬
cili e dirette da usare e più aderenti all'inter¬
faccia Wm95. numerose dialog box. dotate di
piu pagine attivabili con le linguette, ad esem¬
pio quella per la selezione e l'impostazione dei
"Piani del Disegno' e dei "Tipi di Linea”, ad
esempio quella con la quale gestire gli attribu¬
ti degli elementi del disegno. In questo caso
si tratta di box analoghe a quelle che mostra¬
no le 'properties' degli oggetti di Office 97
Servono non solo per settare le proprietà ma
anche per selezionare gli oggetti a parità (Mat¬
ch) di proprietà.
Per quanto riguarda gli 'Aiuti al Disegno' la
novità più interessante è l'introduzione della
tecnica AutoSnap grazie alla quale AutoCAD
"intuisce' le mosse dell’operatore, proponen¬
dogli i punti di aggancio ai vari oggetti I vari ti¬
pi di snap sono impostabili in un'apposita box,
questi punti vengono anche descritti dinami¬
camente con delle piccole finestrelle dette
'Snap Tip' Poiché buona parte del lavoro di di¬
segno. nel caso di disegno tecnico, si appog¬
gia sugli snap risulta evidente l'importanza di
questa novità.
C è anche un nuovo Text Editor, in pratica
un mini word processor, anche questo allinea¬
to agli standard Windows 95, dotato di funzio¬
nalità Trova e Sostituisci" ed in grado di sfrut-
Figura 5 - Autodesk Au¬
toCAD 14 per Windows
95 - Funzionalità di ren¬
dering interno.
AutoCAD 14 incorpora
AutoVision che m prece¬
denza era un add-in ven¬
duto separatamente Si
tratta del modulo che
consente di realizzare
viste realistiche con un
processo di rendehzza-
zione completo, in cui si
scelgono materiali, si
impostano luci. ecc.
1 . immagine prodotta si
può salvare come Oit-
map ed eventualmente
riportare sul loglio.
Figura 4 - Autodesk Au¬
toCAD IA per Windows
95 - AutoCAD 14 è OLE Automation compatibile
L'adozione dell'OLE Automation ci sembra una novità molto succulenta. In pratica AutoCAD 14 è OLE
Automation compatìbile, può esporre i propri disegni come collezioni di oggetti, e può essere program¬
mabile attraverso qualsiasi linguaggio VBA Qui vediamo un significativo esempio di OLE Automation Si
tratta di una macro Excel che legge, da un disegno AutoCAD, l'elenco degli attributi alfanumerici asso¬
ciati agli elementi del disegno e lo riporta su un foglio vuoto. La libreria attivabile con il comando VBA
CreateObjeci si chiama AutoCAD RIA ObjecI Librarv
Figura 3 • Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 - Inserimento di immagini
bitmap nel file DWG
Tta le lame novità accessorie ci sembra molto comoda quella che consente
di inserire file bitmap direttamente nel progetto e quindi nel foglio da dise¬
gno. I file, che m genere contengono viste realistiche del progetto, foto, ripro¬
duzioni di particolari, salvale come immagim bitmap. vengono incorporate nei
file DWG di AutoCAD La riteniamo una funzionalità accessona in quanto non
riguarda le operazioni di disegno vero e proprio
Anche questo incide nel miglioramento delle
prestazioni,
È stata migliorata la funzionalità 'Plot Pre-
view', attraverso la quale ora e possibile una
più diretta messa a punto del disegno finale
La procedura di installazione è stata total¬
mente rivista, segue ora lo standard Windows
95 (viene utilizzato l'instali Shield). Viene in¬
stallato anche uno strumento di autoapprendi¬
mento molto efficace, basato su elementi
multimediali, che si chiama AutoCAD Lear-
nmg Assisiance,
Altre novità le citiamo direttamente nelle
didascalie delle figure, altre ancora, di cui non
abbiamo avuto possibilità di parlare, le vedre¬
mo nella prova.
Conclusioni
AutoCAD 14 è molto vicino a Windows 95
in quanto ne sfrutta completamente l'interfac¬
cia standard, con le box. i quick menu.l’help È
anche molto vicino al Microsoft Office 97, in
quanto ne sfrutta alcune funzionalità comuni e
le tecnologie OLE Automation e ActiveX, Si
avvicina ad Internet e quindi ad Intranet,
aprendo nuove prospettive in termini di distri¬
buzione del materiale sviluppato.
Se a tutte queste novità aggiungiamo quel¬
le proprie del prodotto, che riguardano, come
detto, la revisione in termini di efficienza e di
velocità di tutti i moduli e l'introduzione di
nuove funzionalità operative, diventa facile
prevedere per AutoCAD una vita ancora molto
lunga, magari con un'altra dozzina di versioni.
£ 3 ?
tare al meglio i font, standard di Windows,
True Type Serve, ovviamente, per inserire le
annotazioni testuali sul disegno.
Il miglioramento delle performance, pari al
100% la detta dell'Autodesk) rispetto alla ver¬
sione precedente, è dovuto a decine di inter¬
venti sul codice e riguardano, ad esempio, le
vane operazioni di editing degli elementi ed i
comandi di Zoom, Pan. ecc., che ora sono
eseguibili in 'reai lime", sia nello spazio dove
vive il modello (Model Space) che in quello in
cui viene visualizzato il disegno (Paper Space)
È stata definitivamente introdotta, per quanto
riguarda la gestione dell'output a video, la tec¬
nologia HEIDI che sostituisce quella ADI.
AutoCAD è organizzato in un'architettura
modulare grazie alla quale vengono caricati in
memoria solo i moduli effettivameme in uso.
139
In collaborazione con il Museo Nazionale degli Sterumenti per il Calcolo di Pisa
L Archeologia Informatica
LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA
La Divisione Elettronica Olivetti
Forse non tutti sanno che negli anni ‘50 noi italiani avevamo uno dei centri di
ricerca sui grandi calcolatori più all’avanguardia, che ci permise di progettare
e costruire il primo grande calcolatore scientifico made in Italy, fra i più potenti
dell’epoca in Europa e fra i più dotati di memoria centrale al mondo. Forse non
tutti sanno che negli anni ‘50 noi italiani, con la nostra tecnologia elettronica,
primi fra i primi, monopolizzammo l’attenzione mondiale con l’ingresso sul
mercato del primo grande calcolatore commerciale interamente
transistorizzato (1958). Forse non tutti sanno che quella azienda era Olivetti e
la divisione operativa che diede questi brillanti risultati era la sua Divisione
Elettronica. In questo articolo e nei prossimi ripercorreremo un’avventura che
diede il via alle origini dell’informatica in Italia: fra grandi occasioni di sviluppo,
entusiasmi, grandi sfide
tecnologiche, in un viaggio nel
passato lungo oltre
quarant’anni.
Prima parte
di Gaetano Di Stasio
Negli scorsi appuntamenti con Ar¬
cheologia Informatica scrivendo della
Calcolatrice Elettronica Pisane (CEP), il
primo calcolatore scientifico progettato
e costruito in Italia, si è messo in risalto
l'apporto determinante dato in quel con¬
testo da Olivetti.
Olivetti allora era diretta da un perso¬
naggio eclettico, instancabile, di grande
valore intellettuale ed umano, ring,
Adriano Olivetti, che si dimostrò da subi¬
to, già dai primi anni '50. interessato al
mercato nascente dell'elettronica ed alla
progettazione, costruzione e commer¬
cializzazione dei grandi calcolatori. Egli
comprese infatti l'importanza strategica
del settore e fiutò nel mercato del cal-
Una loto dell ELEA 9003 nella configurazione
operativa vediamo da sinistra le unità a nastro
magnetico connesse col rack dell'unità di I/O,
la memoria, la consolle di comando. Il lettore di
nastro di carta
140
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Archeologia Informatica
La Olivetti fino al 1935 fabbricava solo macchine da
scrivere Dopo quell'anno iniziò lo studio delle mac¬
chine sommatrici e moltiplicatrici e delle macchine
contabili II primo modello di macchina sommatrice
fu la MC 4S SOMMA del 1940. totalmente mecca¬
nica, mentre il secondo Ila MULTISUMMAI del
i 941 era già elettromeccanica. In foto abbiamo una
MULTISUMMA del '41. l'interno di una DIVISUM-
MA 14 del '43. una TETRACTYS del 1956 e la ELET-
TROSUMMA 22 del '58
Anche le prime macchine contabili Olivetti entraro¬
no sul mercato nel 1940 erano totalmente mecca¬
niche e derivate dalle macchine da scrivere in pro¬
duzione Dal 1955 queste furono sostituite dalle
elettromeccaniche e dal 1960 con la MERCADOR
5000 alla tecnologia puramente meccanica ed elet¬
tromeccanica si affianco anche quella elettronica
grazie all'esperienza ormai consolidata col progetto
e la produzione dei grandi elaboratori
colo automatico
una strada impor¬
tante per lo svi¬
luppo e la crescita
della propria a-
zienda
Già nel 1952
egli fondò negli
Stati Uniti, a New
Canaan (Connecti¬
cut), un Laborato¬
rio di Ricerche
Elettroniche che
rappresentava un
po' un sensore,
un osservatorio
col compito di
monitorare gli svi¬
luppi tecnologici nel campo elettronico e
nell'elaborazione automatica dell'infor¬
mazione là dove questo filone di ricerca
era più attivo ed avanzato II Laboratorio
si trasferì poi a Pisa nel ‘56 alla firma del¬
la convenzione con l’Università per la co¬
struzione della CEP. Nel '57 Adriano
fondò la SGS (Società Generale Semi-
conduttori) e quindi la Divisione Elettro¬
nica Olivetti che inglobava entro di sé
tutte queste componenti di ricerca avan¬
zata e produzione dei grandi calcolatori.
Una strategia insomma studiata fino in
fondo che, con il know how acquisito
col Laboratorio di Ricerche Elettroniche,
con la partnership sulla CEP e l'ingresso
nel settore dei componenti con SGS,
permise di garantire una solidità ed una
assestata aggressività commerciale alle
macchine elettroniche del gruppo di
Ivrea.
I ricercatori della Divisione Elettronica
verso la seconda meta del 1958 portaro¬
no a termine la ELEA 9003, la prima cal¬
colatrice commerciale al mondo com¬
pletamente transistorizzata, figlia dei
prototipi ELEA 9001 (interamente a val¬
vole, 1957) ed ELEA 9002 (a tecnologia
ibrida). La Olivetti era dunque allora
all'avanguardia rispetto agli altri produt¬
tori nel mondo, IBM compresa. Negli
stabilimenti di Borgolombardo (Milano),
dove il gruppo
di ricerca della
Olivetti si spo¬
stò dopo aver
lasciato i labora¬
tori di Pisa, ne
furono costruiti
40 esemplari fi¬
no alla fine del
1960 Dal 1961
entrò in pro¬
duzione PELEA
6001 che ebbe
un successo an¬
cora più impo¬
nente. alla fine
del 1964 i calcolatori della classe ELEA
installati in Italia erano oltre 170!
L'intuito e la lungimiranza di Adriano
Olivetti però ci spingono ancora più in¬
dietro nel tempo, e precisamente nel
1949 (oltre dieci anni prima della nascita
della Divisione) in cui fu firmato un ac¬
cordo commerciale stipulato con la
Compagnie des Machines Bull che
comportava la creazione di una società
con partecipazione paritetica incaricata
della vendita e dell'assistenza in Italia
degli impianti meccanografici a schede
perforate costruiti dall'industria france¬
se. Nacque allora la Olivetti-Bull: per
l'azienda di Ivrea ciò significava il primo
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
141
Archeologia Informatica
Siamo nel 1956 alla firma della convenzione fra Università di Pisa e Olivetti per
la costruzione della CEP, vediamo l'Ing Adriano Olivetti con la sua classica
cravatta bianca su camicia bianca, ti Rettore dell'Università di Pisa Enrico
Avanzi e nella seconda foto ring . Mano Tchou
Alla vigilia del Natale 1955. Adriano Olivetti confidava alle maestranze di Ivrea
••Nel campo dell'elettronica, ove soltanto le più grandi fabbriche americane
hanno da anni la precedenza, lavoriamo metodicamente da quattro anni dadi
candoci ad un ramo nuovo
Una nuova sezione di ricerca potrà sorgere nei prossimi anni per sviluppare gli
aspetti scientifici dell'elettronica, poiché questa rapidamente condiziona nel
bene e nel mate l'ansia di progresso delle civiltà di oggi
Noi non potremo essere assenti da questo settore, per molti aspetti, decisivo
Con ciò. tuttavia, nessun pericolo incombe sulle nostre produzioni: come l'in¬
dustria aeronautica non ha fermato lo sviluppo di quella automobilistica, cosi le
calcolatrici elettroniche non sostituiranno, almeno per molto tempo, ne le ad¬
dizionatrici, ne le calcolatrici meccaniche. Esse si aggiungono soltanto a ren¬
dere possibile l'esistenza elicente dei grandi organismi e a procurare ai tecni¬
ci e agli operai italiani nuove occasioni di lavoro.
Anche il nostro Centro Meccanogralico di Ivrea è dotalo di una calcolatrice
elettronica, questo Centro, per il cosciente lavoro di alcuni vostri colleghi,
prende sempre più ampio sviluppo: esso mira, appunto, a riprendere quel
coordinamento finanziario che in una azienda delle nostre dimensioni rischia di
andare perduto se alla mente dei direttori non si danno nuovi, potenti, rapidi
mezzi di indagine e di controllo »
vero incontro col trattamento automati¬
co dell'informazione
Questa instancabile proiezione in
avanti sviluppata da Adriano, basata co¬
munque su una ponderata analisi del
mercato e delle prospettive di sviluppo
della tecnologia, la ritroviamo in Camillo
Olivetti, padre di Adriano, che nel 1909
fonda la società in accomandita C. Oli¬
vetti & C., per costruire "macchine di
cui nessuno sente la necessità": le mac¬
chine per scrivere, che in quegli anni ini¬
ziavano ad affacciarsi sul mercato statu¬
nitense, La storia si ripete dunque qua¬
rantanni dopo ma con difficoltà oggetti¬
ve ben più elevate, perché da un lato
l'imprenditoria italiana ed in generale la
classe dirigente nostrana era abituata ad
investire solo nella produzione di beni
maturi e non certo di prodotti a tecnolo¬
gia avanzata Non si comprendeva la ne¬
cessità di immobilizzare capitali in atti¬
vità di ricerca e sviluppo, cioè di investi¬
re negli uomini ed in know-how prima
che nelle macchine: si riteneva infatti
che il boom economico basato su que¬
sta equazione non dovesse mai finire.
Dall'altro lato non era neanche chiara
l'effettiva utilità di un calcolatore elettro¬
nico, le sue reali potenzialità, cosa esso
potesse fare e quali quesiti potesse af¬
frontare e risolvere.
Il Gruppo di Ricerca
Uno dei problemi piu importanti era
l'assenza di manodopera specializzata e
qualificata l'Italia usciva proprio in quegli
anni dal disastro della seconda guerra
mondiale. Un annuncio pubblicato dalla
Olivetti su tutti i maggiori quotidiani nel¬
la primavera del 1955 portò risultati for¬
se inaspettati: in esso si richiedevano
tre terne di ingegneri ed una di fisici
elettronici con esperienze nelle tecniche
impulsive ed interesse ai problemi relati¬
vi alle calcolatrici elettroniche. L'annun¬
cio fece da catalizzatore e l'Olivetti ebbe
cosi quel manipolo di 12 uomini, giovani
ricercatori e giovanissimi neo laureati
con esperienze nelle tecniche impulsive
sviluppate in campi come il progetto di
strumentazioni elettroniche da laborato¬
rio e telecomunicazioni, che permisero
all'avventura di decollare. A questi si uni
poi un gruppo di tecnici specializzati.
Ma occorreva trovare inoltre un capo
per il gruppo. Una valida risposta a que¬
sto problema venne trovala direttamen¬
te da Adriano e Roberto Olivetti nella
persona di Mario Tchou. un giovane pro-
3 terne di Ingegneri e 1 terna di fisici
elettronici
con specifica competenza nelle tecniche Impulsive cercansl allo scopo di
potenziare e sviluppare gU uffici studi e progetti e 1 laboratori di ricerca.
SI richiedono: seria preparazione scientifica e tecnica, vivi Interessi al pro¬
blemi relativi alle calcolatrici elettroniche, predisposizione ad eventuale
temporaneo trasferimento all' estero per approfondimento preparazione.
Saranno valutati adeguatamente 11 livello di formazione e la posizione
attuali. Pregasi non Inviare documenti originali, essendo sufficiente un det¬
tagliato curriculum manoscritto. 1 cui elementi rimarranno strettamente
riservati. Indirizzare le domande, che saranno esaminate fino a! 30 agosto, alla
tng. C. Olivetti & C. f S. p. A. - Ivrea
Ecco l'annuncio pubblicalo da Olivetti su lutti i maggiori quotidiani nella primavere del 1955 e che annun¬
ciava la nascita delia Divisione Elettronica e del Laboratorio di Ricerca a Pisa. Questa avventura elettroni¬
ca ' fu ampiamente considerata e preparata, ma la costituzione del Laboratorio Olivetti nella città toscana è
collegata ed un evento fortuito e cioè la mancala realizzazione presso la locale Università di un sincrotrone
Nel 1954 piatti tale progetto venne assegnato da un decreto minrstenaie a Frascati e non a Pisa, per cui
l'Università si trovò a dover dispone in alno modo di un tondo di 150 milioni elargito daga enti locali «Se il
vostro obiettivo è quello di stimolare ricerche nel campo della matematica, della logica e dell'elettronica,
progettare un elaboratore", suggerì Enrico Fermi ai responsabili dell'Università Ma questa e una stona che
abbiamo già trattato approfonditamente negli scorsi appuntamenti con Archeologia Informatica
142
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Canon
Ora potete allargarvi. Anche oltre i confini di questa pagina.
Con la Canon BJC-4530 potete infatti stampare ad alta
velocità in bianco e nero e in alta qualità a colori
anche in formato A3, E questo sia da Windows
che da Macintosh, sia in ufficio che a casa. Grazie
al Fotorealismo Canon, agli inchiostri fotografici e
CANON ITALI A : |li l l p / / w » » . c
alia speciale carta ad alta risoluzione, le vostre immagini
saranno poi talmente brillanti e naturali
da sembrare vere. Da oggi, con la
BJC-4550, le vostre idee avran¬
no più spazio e più vita. Una
vita molto, molto più comoda.
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Archeologia Informatica
fessionista italo-cinese: era
giovane ma aveva sia il back¬
ground tecnico che le doti
umane necessarie per guida¬
re un gruppo di persone im¬
pegnato in una attività pionie¬
ristica.
Mario Tchou, figlio di un di¬
plomatico cinese, era nato a
Roma nel 1924 dove aveva
compiuto buona parte degli
studi fino ai primi anni di università, che
concluse col PhD degree in ingegneria
elettronica alla Columbia University.
Presso questa stessa università rimase
per alcuni anni come ricercatore e do¬
cente di elettronica, e proprio II lo aveva¬
no incontrato gli Olivetti.
Avvenne così che alla metà degli anni
'50 un piccolo gruppo di ingegneri e fisi¬
ci selezionati fra coloro che avevano ri¬
sposto all'annuncio o individuati diretta-
mente da Mano Tchou si trovò a lavora¬
re sotto la sua direzione a Pisa. E' un fat¬
to di tutto rilievo comunque che il perso¬
nale scelto fu tutto italiano, tranne che
per una eccezione: ring. Fnedman infat¬
ti era canadese e fu scelto ed assunto
da Tchou per la sua esperienza nelle
memorie a nuclei di ferrite Si trattava
anche in questo caso di una testimo¬
nianza della grande fiducia che Adriano
Olivetti ebbe nelle capacità di costruire il
futuro basandosi su risorse "domesti¬
che" in un momento in cui l'Italia era da
II dettàglio sulla console
da dui sono sotto con¬
trollo i bit di parità o di
traboccamento, tutte le
oeritericbe. i registri e le
vane unità. Da qui inoltre
si attivano tutti i processi
ondine ed oll-llne come
può essere ad esempio il
trasferimento di dati dal
nastro di carta al nastro
magnetico
Contribuite al
Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo
Attualmente il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo è impegnato a ristruttura¬
re la sua sede naturale (gli ex Macelli di Pisa) ed a organizzare la raccolta del materiale. Il
Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica ha infatti diramato circolari in tutti i Mini¬
steri, le Università, le scuole e le aziende a partecipazione statale perché tutti gli elabora¬
tori dismessi siano donati al Museo. Ciò ha permesso di raccogliere non solo elaboratori
di inestimabile valore storico ma anche tutta la documentazione ad essi allegata, di impor¬
tanza altrettanto elevata per gli obiettivi del Centro di Studi
Ciò non di meno il Museo é interessato a tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬
matica manuali, vecchi libri, documentazione, programmi, oltre ovviamente ai calcolatori
obsoleti che da tutta Italia stanno giungendo copiosi.
A questo interesse unanime è però importante che si associno anche iniziative di studio
e di restauro. Infatti il Museo è interessato a coinvolgere in tali attività tutti coloro che vo¬
gliono donare il proprio tempo ed il proprio impegno ai vecchi dinosauri dell'informatica,
per ridare loro lo splendore di un tempo. Stiamo parlando dei tecnici, magari oggi in pen¬
sione. che hanno lavorato su queste macchine e che oggi possono dare importantissimi
contributi sia in termini di conservazione che di comprensione delle macchine stesse, e gli
studenti che desiderano approfondire lo studio di questo penodo storico con ricerche mi¬
rate e tesi.
Per ulteriori informazioni:
Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo
Museo degli Strumenti Scientifici
Prof Poberto Vergata Caffarellt
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa
Piazza Torricelli 2-56100 Pisa
Telefono 10501911212 - 911247
Fax 050 48277
poco uscita da un lungo periodo di isola¬
mento culturale e poteva mettere a di¬
sposizione poco più che "giovani spe¬
ranze".
Il sogno Olivetti
L’Olivetti era a quei tempi una realtà a
sé stante e fu per tal motivo oggetto di
studio da Università italiane e straniere.
Siamo all'inizio del boom economico ed
interesse suscitava il fatto che
nessun'altra azienda delle sue dimensio¬
ni aveva avuto per cosi tanti anni conse¬
cutivi ritmi di crescita compresi tra il 20
ed il 42% ( 1953 al 1963), che era una
delle poche vere multinazionali italiane,
che a Ivrea non si producevano beni ma¬
turi ma tecnologie estremamente avan¬
zate. Ma dell'Olivetti colpiva soprattutto
un altro fattore e fu questo che, nel gri¬
giore delle società italiane protagomste
del boom, la distinse in modo particolare
dalle altre. Era che dai suoi stabilimenti
non uscivano soltanto macchine da scri¬
vere e da calcolo di successo, ma anche
qualcosa di difficile da quantificare e da
144
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
TRAVELMATE 6160.
SCEGLIETE OGGI LA TECNOLOGIA DI DOMANI
Sorprendente! Il Mobile Computing 7
ha superato se stesso, l’er effettuare TfijP jri
videoconferenze di altissima qualità
collegandovi con qualsiasi parte del
mondo oggi c’èTravelMate 6160.Integra
un processore Pentium* con tecnolo¬
gia MMX 1 ” a 166 MHz. EDO RAM a
32 MB espandibili a %, HDD rimovibi¬
le da 2,1 GB. schermo da 12,1” Su¬
perVGA in tecnologia TFT e CD ROM
lOx standard.
Grazie alla Modular Bay potrete imple¬
mentare le funzionalità delTravelMate 6160
inserendo nell'alloggiamento una batteria
aggiuntiva, per ottenere oltre 10 ore di
autonomia, un disco rigido da 2 GB o un
disco ad alta densità per aumentare la
capacità di archiviazione, caricabatterie
per telefoni cellulari. DockMate per
organizer o implementazioni future quali
il disco magneto ottico.
TravclMate 6160 mobile computer, il
notebook con un rapporto prezzo pre¬
stazioni assolutamente vantaggioso che vi a
sorprenderà. «j?'"
Texas
Tfxas
Instruments
ipttlivi produttori.
Archeologia Informatica
"fatturare" una diversa concezione dei
metodi di conduzione e dei fini stessi
dell'azienda.
«La massima pane del frutto del lavo¬
ro deve sodare a chi umilmente lavora »,
diceva il socialista Camillo Olivetti che
tra l'altro attivò già dai primi anni della
fondazione un programma di servizi so¬
ciali per i dipendenti, che precorrevano i
tempi di decine di anni
Questo spirito fu incarnato poi dal fi¬
glio Adriano che dal 1933 prese a dirige¬
re l'azienda; egli sosteneva che « la fab¬
brica è un luogo di lavoro dominato dal
progresso, guidato dalla giustizia, ispira¬
to dalla bellezza».
Nel 1938 nominato Presidente scris¬
se. ‘'Quando iniziai a lavorare compresi
che i lavoratori dovevano essere parteci¬
pi dei fini della fabbrica, Ciò implica una
risposta ad alcune delle questioni fonda¬
mentali della mia vita, questioni che ri¬
tornano drammaticamente nei momenti
di dubbio e di incertezza, questioni di
importanza decisiva per la fede che pre¬
suppongono e per le responsabilità che
coinvolgono: può l'industria avere dei fi¬
ni? Vanno essi ricercati soltanto nell'en¬
tità dei profitti o non vi è nella vita della
fabbrica anche un ideale, un destino,
una vocazione?».
Adriano pensava alla produzione orga¬
nizzata come parte integrante della cul¬
tura moderna, ma rifiutava la logica ma¬
terialistica dell'impresa che definiva: "la
tragica marcia verso l'efficienza e il pro¬
fitto". La sua missione era dimostrare
che una "fabbrica a misura d'uomo"
non era solo possibile ma anche alta¬
mente efficiente e remunerativa, e ciò
lo metteva in contrasto con la Confindu-
stria, nella quale l’Olivetti non entrò mai
fino alla morte di
Adriano, La Con-
findustria era anzi
spesso in difficoltà
perché Olivetti fir¬
mava i contratti
separatamente e
spaccando così il
fronte padronale.
Contratti integrativi
garantivano infatti
salari superiori in
misura del 10-20%
rispetto agli altri la¬
voratori metalmec¬
canici, ma anche
condizioni normati¬
ve particolari come
i permessi di ma¬
ternità che la leg¬
ge stabiliva per le
lavoratrici in cin¬
que mesi e mezzo
retribuiti all'80%;
la Olivetti invece li
aveva fissati in no¬
ve mesi e mezzo e
interamente retri¬
buiti.
Ivrea era dunque
diventata da citta¬
dina tagliata fuori
dalle principali vie
di comunicazione,
a grande attrattore
per ogni tipo di intellettuali, architetti,
designer, sociologi, musicisti.
Nei primi anni '60 Olivetti era presen¬
te sui mercati di 117 paesi, attraverso
26 organizzazioni commerciali dirette e
108 agenti indipendenti. Le sue macchi¬
ne per scrivere e da calcolo venivano
prodotte in nove stabilimenti italiani ed
in nove stabilimenti all'estero (il primo in
Spagna a Barcellona nel 1930, poi in
Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada. Mes¬
sico. Colombia, Argentina, Brasile. Sud
Africa)
Il numero di dipendenti era salito dalle
4 mila unità della fine della guerra, alle
25 mila del '59, fino alle 55 mila del '63
di cui 27 mila in Italia.
Sul mercato mondiale Olivetti vantava
quasi il 30% per le macchine da scrive¬
re, oltre il 33% delle macchine addizio¬
natrici e contabili. In Italia in particolare
controllava il 90% del mercato, mentre
aveva quasi il monopolio in Spagna ed in
Messico.
In quegli anni Olivetti aveva iniziato a
produrre anche telescriventi e macchine
utensili ma le macchine per ufficio resta¬
vano il vero punto di forza. Il comparto
hi-tech della Divisione Elettronica dava
invece lavoro a 3 mila dipendenti fra tec¬
nici specializzati, commerciali, ricercatori
e dirigenti. Il gruppo di ricerca era costi¬
tuito da oltre trecento professionisti.
Oltre alla serie ELEA 9003, 6001 e alla
linea in fase avanzata di progettazione
denominata 4000 (di dimensioni e pre¬
stazioni più ridotte) erano in produzione
svariate unità accessorie e periferiche
come lettori di banda, unità a nastro ma¬
gnetico, stampanti, fatturatrici, converti¬
tori, selezionatrici, lettori di schede e co¬
si via coprendo oltre il 25% del mercato
nazionale, l'unico mercato che per scel¬
ta si volle aggredire con i prodotti elet¬
tronici.
Tutto questo era stato conseguito
senza aver mai fatto ricorso alla tecnica,
allora già collaudata e consolidata dalla
quasi totalità delle grandi aziende italia¬
ne, di ottenere contributi diretti o indiret¬
ti dallo Stato. Anzi era accaduto che in
varie occasioni i grandi enti, le società a
partecipazione statale, a parità di condi¬
zioni, avevano preferito ordinare calcola¬
tori IBM; proprio mentre gli organismi
federali statunitensi rifiutavano di acqui¬
stare prodotti della Underwood, la con¬
sociata italiana della Olivetti negli Stati
Uniti, perché straniera
La fine del sogno
Alla morte di Adriano Olivetti avvenuta
improvvisamente nel 1960 il disinteres¬
se e la miopia della classe politica di allo¬
ra, la spregiudicatezza di alcune lobby
affaristiche nostrane, il disorientamento
dovuto ad una temporanea crisi finanzia¬
ria ed i litigi degli oltre venti componenti
della famiglia Olivetti che detenevano la
maggioranza delle azioni del gruppo,
portarono nel 1964 alla vendita di una
importante quota dell'Azienda, ed allo
smembramento ed alla cessione della
Divisione Elettronica prima alla General
Electric e poi alla Honeywell
A rendere il quadro ancora più critico
c'è da ricordare la scomparsa tragica nel
1961 dell'lng. Tchou, in un incidente au¬
tomobilistico sulla Torino-Milano; veniva
cosi a mancare anche il padre dell'elet¬
tronica Olivetti, l'unico, dopo Adriano
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dell organizzazione amministrativa, una tappa fondamentale Si tratta infatti
della prima macchina contabile elettronica con memoria, siamo nel I960 e la
memoria ovviamente era a nuclei magnetici di lenite. La Metcator 5000 era
un vero e proprio centro contabile a programma, dotato di un sistema di me¬
moria e di elaborazione logica elettronica, di totalizzatori e di perforatore a na¬
stro era pertanto in grado di rispondere brillantemente a servizi contabili com¬
plessi In pochi millesimi di secondo poteva tornire prodotti di dodici cifre, pro¬
cedendo anche all'eventuale scarto dei decimali e all'arrotondamento alla cifra
superiore o inferiore, o alla più vicina. Anche il sistema di scrittura, in parallelo,
contribuiva ad incrementare le prestazioni, in quanto aboliva tutti i tempi morti
del dispositivo di scrittura La codifica dei dati era in binario mentre il perfora
tore a nastro riportava su un nastro a 6 canali i termini, le voci e i risultati ili
tutte le operazioni di contabilita e di calcolo, consentendo di collegare il dispo¬
sitivo ai centri meccanografici ed agli elaboratoli elettronici.
che poteva avere il carisma
e la forza per difendere quel
patrimonio di conoscenze in¬
calcolabile che era cresciuta
sotto il nome di Divisione
Elettronica La mancanza
improvvisa di due personag¬
gi fondamentali di questo
calibro, la crisi economica
del 1962 che preannunciava
la fine del boom economico
(che per Olivetti si tradusse
in un calo brusco della do¬
manda non solo in Italia ma
anche all’estero), la concor¬
renza dell'industria giappo¬
nese e americana e la scar¬
sa coesione nella famiglia
permisero l'ingresso nel
Consiglio di Amministrazio¬
ne di una cordata di impren¬
ditori capeggiata dagli istituti
pubblici IMI e Mediobanca
(già allora guidata da Cuccia)
e da privati quali FIAT e Pi¬
relli.
Questa fu la fine dell'av¬
ventura nei grandi calcolatori
elettronici e l’inizio della fine
della filosofia Olivetti con
l'ingresso dell’azienda nella
Confindustria.
Questo evento si ricollega
al disinteresse generalizzato
per le tecnologie avanzate
che ha contraddistinto la
classe politica e gli imprendi¬
tori italiani e che si è concre¬
tizzato storicamente con
quel ritardo dell'economia
che stiamo vivendo anche
oggi e che si ripercuote ov¬
viamente con maggior forza nelle zone
più deboli della nostra penisola. Il fatto di
aver abbandonato, senza scrupoli, la
strada del grande calcolo automatico e
quindi dell’informatica al suo nascere è
stato un errore che ancor oggi paghia¬
mo: non a caso in seguito l’industria
Bibliografia
- vari documenti ed articoli dai fascicoli
Notizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1965
dalla C. Olivetti & C.
- Lorenzo Soria, Informatica, un'occasio¬
ne perduta, Einaudi - Torino 1979
- Enrica Zanzi, Il calcoltore elettronico
ELEA 9003, Istituto Superiore per le indu¬
strie artistiche - Faenza 1986
- vari documenti dagli Atti del Convegno
Internazionale sulla storia e preistoria dei
calcolo automatico e dell'informatica, Sie¬
na 1991
informatica è stata definita "motore trai¬
nante dell'attività produttiva di un paese"
grazie ai fatto che dal suo sviluppo con¬
seguiva la crescita culturale ed intellet¬
tuale e parallelamente lo sviluppo di altre
attività industriali o terziarie indotte o co¬
munque sollecitate dal mercato dei gran¬
di calcolatori.
Così Lorenzo Sona descrive l'evento
nel suo libro-denuncia pubblicato da Ei¬
naudi: nNell’ottobre del '62 a Bascapè,
un paesino distante pochi chilometri da
Milano, l'aereo su cut viaggia Enrico
Mattel. l'uomo che si era permesso di
Ringraziamo il Museo Nazionale degli
Strumenti per il Calcolo di Pisa por la col¬
laborazione, i documenti scientifici ed il
materiale fotografico che ci ha fornito e
che è stato utilizzato per scrivere questo
articola.
mettere in discussione il mono¬
polio delle sette sorelle del pe¬
trolio. si schianta misteriosa¬
mente al suolo. Un anno dopo
a saltare è Felice Ippolito, an¬
che lui reo di aver ricercato una
politica energetica alternativa
per l'Italia Passano ancora al¬
cuni mesi, siamo nell'estate del
'64, e iOlivetti cede, anzi rega¬
la. alla General Electric la sua
Divisione Elettronica.
Tre episodi slegati, senza al¬
cuna relazione diretta tra loro,
un filo sottile ma neanche tanto
che li unisce, che li accomuna,
però c'è. È la risposta brutale e
secca che hanno avuto quegli
uomini e quelle forze che ave¬
vano tentalo in quegli anni di
dare un assetto diverso alle fra¬
gili strutture su cui poggiava
l'economia italiana E di farla fi¬
nita con la formula su cui il pae¬
se aveva costruito il cosiddetto
« boom": costo del lavoro Pas¬
sissimo e più produzione di be¬
ni a tecnologia matura. Una for¬
mula che aveva fatto credere
agli italiani che tassi di crescita
annui nell'ordine del 5-7% fos¬
sero non solo normali, ma an¬
che destinati a durare all'Infini¬
to. I...1
Invece di seguire la scia
dell'innovazione gli imprenditori
e con loro i responsabili della
politica economica del paese,
riuscirono anzi a neutralizzare
lo a distruggere1 1 Mattei, gli Ip¬
polito. le Divisioni Elettroniche,
quelle forze che avevano avan¬
zato alcune perplessità di fronte alla sa¬
cra formula su cui il paese aveva prodot¬
to il proprio reddito in quegli anni”.
Per tutti i dipendenti, dai massimi diri¬
genti alle operaie addette alle pulizie, la¬
vorare all'Olivetti significava vivere una
realtà aziendale molo stimolante e uma¬
na rispetto a quella di qualsiasi altra
azienda italiana. In virtù di questo spirito
ancora oggi molti tecnici e dirigenti che
lavorarono alla Divisione Elettronica e
che attualmente sono ancora alla Olivet¬
ti o sono disseminati in altre aziende del
settore informatico parlano di quegli an¬
ni come di un vecchio amore perduto.
Sul prossimo numero di MC descrive¬
remo il lavoro nella Divisione Elettronica
ed il progetto dei calcolatori della serie
ELEA Sui successivi invece approfondi¬
remo alcuni dettagli tecnici sulle macchi¬
ne 9003 e 6001.
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Informatica
e Società
■ i.
di Manlio Cammarata
Continuano i tentativi di censura e limitazione della libertà della Rete
Quali leggi per il
"territorio Internet"?
In tutto il mondo si cerca di imporre il controllo dei contenuti della Rete, magari
sotto forma di una "autoregolamentazione" più o meno reale. Ma in realtà
nessuno ha ancora capito "che cosa è" Internet dal punto di vista giuridico e
quali strade si debbano seguire per scrivere regole giuste.
di L
_i a mia paura è che, con il contributo della
scarsa chiarezza di idee dei mass-media,
del legislatore e persino di molti provider, più che al
centro dell'attenzione, Internet sia pericolosamente
al centro del mirino'. Cosi, un mese fa, Paolo Nuti
concludeva il suo editoriale su questa rivista. Una
conclusione che può essere vista come la premes¬
sa di un discorso molto più ampio sulla situazione
delle "regole di Internet", alle quali è dedicato que¬
sto articolo.
Fissiamo alcuni punti essenziali per inquadrare la
situazione:
1. il progresso della diffusione di Internet, anche
se non rapidissimo come si pensava qualche tem¬
po fa, è inarrestabile e coinvolge gruppi di persone
sempre più vasti e indifferenziati, fino a far ritenere
non lontano il momento in cui ‘la rete delle reti" po¬
trà essere considerata un mezzo di comunicazione
di massa, come la televisione:
2. il modello di Internet si evolve in forme sem¬
pre più lontane dalla sua impostazione originaria di
mezzo di scambio di informazioni destinate a grup¬
pi specifici di utilizzatori;
3. una convergenza tecnologica spontanea porta
Internet a "incorporare' media differenti, come la ra¬
dio, la televisione, la stampa, fino a configurare un
nuovo sistema globale di informazione:
4. l’interattività, e soprattutto la possibilità di ri¬
cercare e combinare le informazioni da parte del
singolo utente, costituiscono un aspetto compieta-
mente nuovo del sistema globale dell'informazio-
ne;
5. tutti gli sviluppi, tecnologici e di contenuto, si
verificano al di fuori di qualsiasi tentativo di pro¬
grammazione e di regolamentazione.
Descritto così, molto sommariamente, il quadro
d'insieme, dobbiamo aggiungere un paio di consi¬
derazioni. La prima è che la possibilità di utilizzare
Internet determina maggiori opportunità di cono¬
scenza, di lavoro e dì sviluppo personale e sociale;
dunque è necessario che il maggior numero possi¬
bile di persone abbia accesso alla Rete e che non si
crei un divario sempre più ampio tra 'info-ricchi' e
"info-poveri". La seconda deriva da tutto quello che
abbiamo detto fin qui, ed è la constatazione che la
'regolamentazione di Internet" non interessa solo i
"cibernauti', ma tutta la popolazione, dal momento
che in tempi abbastanza brevi l'intera vita economi¬
ca e sociale della collettività sarà in qualche misura
influenzata dalla presenza e dall'utilizzo di Internet.
Anzi, della 'Rete', perché la realtà tecnologica e co¬
municativa che si sta sviluppando è sempre più
lontana dalla concezione originaria di Internet.
Poste queste premesse, occorre chiarire il punto
centrale: che cosa si deve intendere per "regola¬
mentazione di Internet? Nel quadro attuale della si¬
tuazione, caratterizzata dalla 'scarsa chiarezza di
idee - rilevata da Nuti, sembra che la questione più
urgente da risolvere sia il controllo dei contenuti
“critici - ; subito dopo viene il problema delle tariffe.
Ma questa è una visione molto parziale del proble¬
ma, che non tiene conto della premessa più impor¬
tante, cioè la diffusione dell'accesso alla Rete co¬
me strumento dì crescita individuale e sociale e
quindi come oggetto di un "diritto all'informazione"
inteso in senso globale. Si deve aggiungere un se¬
condo aspetto importante, quello della "certezza
del diritto" per tutti i rapporti di rilevanza giuridica
che si realizzano sulla rete, oltre che per eventuali
comportamenti illeciti.
Il "codice genetico"
di Internet
Internet - o meglio, la Rete - è un sistema as¬
sai complesso che si sviluppa secondo regole
150
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Società
proprie Tutti i tentativi di programmare o indiriz¬
zare lo sviluppo della Rete fino a ora non hanno
avuto successo. E' recente la notizia che l'esperi¬
mento della Time Warner di costruire un mercato
della TV interattiva a Orlando, in Florida, si è con¬
cluso con un fallimento: sembra che neanche in
una società avanzata come quella della Florida al¬
la gente importi alcunché della TV interattiva in
quanto tale. Sarebbe però interessante sapere di
quanto, nei tre anni della sperimentazione, sia
cresciuto il numero di abbonati a Internet nella
stessa area: certamente molto di più di quanto i
signori della Time Warner e i loro soci possano
aver immaginato agli inizi per i sottoscrittori del
loro sistema,
Anche in Italia siamo in una situazione del ge¬
nere: le sperimentazioni di Stream, per quel poco
che si riesce a capire, non hanno dato risultati
confortanti, e la stessa azienda sembra ora piu
orientata alle applicazioni di TV satellitare e "Inter-
net-like'. Anche l'impegno di Telecom Italia appa¬
re più orientato a capire quali possano essere le
applicazioni decisive da vendere on-line che a for¬
me di interattività diverse da quelle che si stanno
sviluppando sulla base dei protocolli TCP-IP, che
sono il "linguaggio tecnico" di Internet e che sono
sul punto di estendersi verso la televisione e la
multimedialità in generale.
Sembra che Internet possieda una sua capa¬
cità autonoma di incorporare e assimilare tutte le
possibili forme di comunicazione, influenzando
attraverso questo l'ambiente in cui vive. Probabil¬
mente questo dipende in primo luogo dalla natu¬
ra dei protocolli TCP-IP e dalla loro estrema flessi¬
bilità. E' significativo il fatto che nel giro di pochi
anni, praticamente da quando ha iniziato a diffon¬
dersi il World Wide Web, siano scomparsi o pas¬
sati in secondo piano tutti gli altri protocolli di te¬
lecomunicazione ed anche i sistemi di archiviazio¬
ne e ricerca delle informazioni non compatibili
con il linguaggio HTML, Persino i più importanti
sistemi di database, come Oracle, Access e simi¬
li. si evolvono in direzione di un utilizzo iperte¬
stuale sugli schemi del Web. Anche il futuro si¬
stema operativo Microsoft per l'informatica per¬
sonale seguirà lo schema della "navigazione" sulla
Rete ipertestuale e multimediale.
Insomma. in questo momento qualsiasi evolu-
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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
151
Informatica e Società
zione delle tecnologie dell'informazione deve
confrontarsi con gli schemi informativi e i presup¬
posti tecnici di Internet, che costituiscono una
sorta di "codice genetico" della Rete. Un esempio
che ci riguarda da vicino è quello della Rete unita¬
ria della pubblica amministrazione progettata e
avviata dall'AlPA. Dopo anni di proposte più o
meno inconcludenti, dopo interminabili dibattiti e
conferenze sugli standard e sull'interoperabilità,
si è arrivati alla conclusione che Internet è l'unico
sistema a portata di mano per interconnettere e
consentire lo scambio di informazioni tra gli uffici
pubblici. Ne è derivato un nuovo modello di pub¬
blica amministrazione che ricalca il "modello Inter¬
net". al punto che in qualche documento dell'Au¬
torità per l'informatica le unità organizzative della
PA sono definite "siti"!
A questo punto credo di poter azzardare una
previsione: anche le regole sul "documento digi¬
tale" e sulla crittografia, che presto dovranno es¬
sere varate per attuare le disposizioni della "legge
Bassanini", saranno fondate sulle procedure già
in uso su Internet L'impostazione del progetto
"Atti e documenti in forma elettronica" diffuso
dall'AlPA nell'autunno scorso, con tutta la sua bu¬
rocrazia e le sue impennacchiate "autorità", sarà
probabilmente spazzata via da un insieme di re¬
gole molto semplici, compatibili con il "codice ge¬
netico" di Internet e in grado quindi di assicurare
nel modo più immediato la funzionalità della rete
unitaria della PA. Nello stesso tempo si darà cer¬
tezza legale alle transazioni telematiche private,
con il semplice riconoscimento delle procedure
che sono già in uso e che si sono sviluppate
spontaneamente, in virtù della loro efficacia
Cosi, con il documento digitale, siamo ritornati
al punto di partenza: le regole di Internet. E non
c'è dubbio che le regole per l'autenticazione dei
documenti e l'identificazione certa degli utenti
costituiscono un aspetto molto importante della
regolamentazione della Rete, sostanziale almeno
quanto la possibilità di perseguire gli autori di rea¬
ti commessi on-line o di delimitare con sufficien¬
te chiarezza le responsabilità dei provider per i
contenuti critici.
Perché
l'autoregolamentazione?
C'è un altro aspetto che deve essere messo in
rilievo e che si inserisce nel già citato quadro di
scarsa chiarezza della natura e dei problemi di In¬
ternet. Si dice e si scrive che Internet è "un mon¬
do senza regole", che vi regnerebbe la più sfrena¬
ta anarchia, si tende a vedere II ciberspazio come
una specie di Far West, dove vige la legge del piu
forte o del più furbo. Nulla di più falso.
Come vedremo meglio tra un attimo, Internet
esiste proprio grazie a un sistema di regole per¬
fettamente strutturato. Una parte di queste sono
Una le gge p er il cibers p azio
P
I erché le leggi nazionali non sono in grado di
regolare tutte le attività che si svolgono in forma tele¬
matica? Vediamo qualche esempio.
E’ già possibile, e ira poco tempo sarà un fatto assolu¬
tamente normale, acquistare in rete beni e servizi. Po¬
niamo un caso in cui l'acquirente si trovi in Italia e il
venditore negli Stati Uniti: quale legge regola questa
transazione, quale tribunale di quale nazione è compe¬
tente per un'eventuale controversia? Il "diritto interna¬
zionale privato" piò offrire qualche risposta, ma in molti
casi il meccanismo di rinvii sui quali è fondato potreb¬
be rivelarsi troppo complesso, soprattutto se si consi¬
derano gli sviluppi quantitativi prevedibili a medio ter¬
mine per il commercio telematico.
Ecco un altro esempio. In Italia tra poco tempo do¬
vrebbe essere possibile, grazie alla prevista regola¬
mentazione del documento digitale, stipulare il con¬
tratto di acquisto di un immobile tra soggetti che si
trovano in città diverse, con l'intervento di due notai
collegati via modem. In quale delle due città sarà risul¬
terà formato l'atto di vendita, in quella dell’acquirente
o in quella del venditore?
Un problema simile può essere posto per un'azione
delittuosa. Un hacker che si trova in Svezia attacca un
sistema che si trova in Italia, complichiamo un po' la
situazione immaginando che per compiere questo ille¬
cito penale egli si introduca abusivamente in un siste¬
ma posto sul territorio australiano (l'ipotesi non è pere¬
grina). La domanda naturalmente è: in quale nazione è
stato compiuto il crimine?
Ci possono essere situazioni ancora più complesse.
Immaginiamo che nel paese A sia operante una rete di
telecomunicazioni di proprietà del paese B, e che su
questa rete passino contenuti provenienti dal paese C
e diretti al paese D Nel paese A, dove si trovano i rou-
ter della rete del paese B, questi contenuti sono proi¬
biti. mentre sono perfettamente leciti negli altri paesi
coinvolti nello scambio di informazioni. Un magistrato
del paese A. in forza della legge nazionale, potrebbe
proibire al gestore della rete il transito dei dati illegali
(ammettiamo che il paese A sia l'Italia e i dati riguardi¬
no un traffico illegale di armi: il magistrato italiano po¬
trebbe legittimamente disporre il sequestro dei routet
interessati). Ora i paesi B, C e D potrebbero sollevare
un putiferio internazionale: come si permette un magi¬
strato di un altro stato di impedire le nostre transazio¬
ni?
Ecco quindi la necessità di un "diritto della rete" unifor¬
me e accettato dal maggior numero possibile di stati
Certo, qualche stato potrebbe non aderire all'accordo
e si creerebbero cosi i "paradisi telematici", come oggi
ci sono i "paradisi fiscali". Ma. da che mondo è mondo,
nella società c'è sempre un certo numero di individui
che trova il modo di sfuggire alle regole accettate dalla
maggioranza. Né Internet né le sue possibili future leg¬
gi potranno cambiare questa realtà
152
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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[FA 21. 1997]
[Mar 20. 1997]
|D.c 30. 1990]
[Dee 6, 1996]
[Sept 24. 1996|
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Un'occhiata al sito
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iter Foundation e
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il punto della situazio¬
ne sui problemi della
regolamentazione di
Internet nel mondo
I ihllo mvw.e'r grol
di natura strettamente tecnica (i protocolli), altre
di tipo tecmco-amministrativo (come la struttura
degli indirizzi di rete), altre ancora definiscono i
comportamenti (la cosiddetta "netiquette"). Tutto
nell'ambito del principio generale della libertà di
espressione e dell'adesione volontaria di ogni
soggetto all'insieme delle regole Qui sta il noc¬
ciolo della questione: lo sviluppo della struttura
originaria della rete e buona parte della sua più
recente evoluzione sono fondati su una forma
particolare e generalizzata di "contratto per ade¬
sione". le cui clausole sono accettate da tutti gli
aderenti come condizione necessaria per l'appar¬
tenenza al sistema. Non si può far parte di Inter¬
net e non accettarne le regole: dal punto di vista
tecnico è impossibile, dal punto di vista dei com¬
portamenti si rischia di essere "espulsi" dalla ri¬
provazione di tutti gli altri aderenti. Questo è ap¬
punto ciò che si dovrebbe intendere quando si
parla di autoregolamentazione.
La caratteristica più importante del sistema di
regole che governa Internet è che esso non fa ri¬
ferimento ad alcun sistema giuridico riconosciuto
come tale dalle convenzioni intemazionali. Cioè
non esistono "leggi" che regolino Internet al di
sopra delle sue norme interne E' vero che in
ogni paese in cui operano soggetti collegati alla
Rete esistono leggi che i soggetti stessi devono
rispettare, ma si tratta di norme generali, non
dettate in funzione delle attività di Internet. Dove
invece questo avviene (per esempio in Cina e a
Singapore), l'uso della rete non è libero, e non a
caso sono nazioni il cui ordinamento non può es¬
sere definito democratico.
Ora qualcuno chiederà: ma se la Rete dispone
di un sistema cosi efficace di norme, da dove na¬
scono i problemi della pornografia, della pedofi¬
lia, della diffusione di incitamenti al crimine o al¬
l'odio razziale e via elencando? La risposta e che
questi comportamenti rientrano nell'ambito della
liberta di espressione on-line, almeno secondo le
visioni più radicali, come quella della Electronic
Frontier Foundation. Ma in questo modo non si
risolve il problema, perché l'allarme sociale de¬
stato dai "contenuti critici" è forte e potrebbe alla
fine portare a forme di controllo, censura e re¬
pressione che si sa dove Incominciano e non si
sa mai dove vanno a finire. Dunque il punto è fa¬
re in modo che la Rete stessa, secondo il suo
"codice genetico", si dia nuove regole che ne as¬
sicurino l'ulteriore sviluppo, allontanando il ri¬
schio di interventi repressivi.
Ecco perché da più parti si cerca di incoraggia¬
re l'adozione di codici di autoregolamentazione
(si veda, in particolare, la Raccomandazione del
Consiglio Europeo). E' necessario però che sia
"vera" autoregolamentazione, non un insieme di
regole concordate con le autorità dei singoli pae¬
si, che sarebbero una forma di repressione ma¬
scherata. I codici di autoregolamentazione non
possono sostituirsi alle leggi per molti punti im¬
portanti, come quello della responsabilità per i
contenuti, ma sono molto più flessibili e possono
essere applicati e fatti osservare dagli stessi
aderenti con procedure rapide ed efficaci inoltre
costituiscono un punto di riferimento importante
anche in caso di interventi della magistratura,
perché il giudice può assumere le norme di auto¬
regolamentazione come parametro per valutare il
comportamento dell'eventuale imputato (questa
possibilità può addirittura essere stabilita per leg¬
ge).
Attenzione, però: l'autoregolamentazione può
essere efficace solo per quanto riguarda i rappor¬
ti tra i soggetti coinvolti nella definizione e nel-
I applicazione delle regole, oltre che per i loro
eventuali beneficiari (in questo caso gli utenti-ab¬
bonati). Ma non può in alcun modo influire su si¬
tuazioni giuridiche esterne al sistema. Per esem¬
pio, non può determinare effetti legali sulla pro¬
prietà o sull'esecuzione di contratti, o su altre si¬
tuazioni normalmente regolate dalle legge comu¬
ne o dagli accordi internazionali II problema di
"regolamentare Internet" si pone quindi per l'a¬
spetto che interessa i rapporti tra la Rete e "il re¬
sto del mondo".
Tanto per fare un esempio: l’autoregolamenta¬
zione può servire a determinare il comportamen¬
to dei fornitori di accesso per la selezione dei
contenuti, mettiamo in materia di pedofilia, ma
non ci può essere autoregolamentazione per il
reato di abuso sessuale ai danni di un minore, è
una questione che ricade nelle previsioni della
legge del paese in cui si verifica il fatto.
La natura giuridica
di Internet
Entriamo cosi nel "problema dei problemi":
spesso è difficile determinare l'ordinamento giu-
154
MCrricrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Società
i
Il codice,., se g reto
U n codice di autoregolamentazione dovrebbe nascere da una discussione pubblica tra tutti gli interessati.
Qualcuno fa una proposta, qualcuno ne fa un'altra, si mettono insieme, si dibatte
E invece in Italia sta succedendo qualcosa di strano. Del codice di autoregolamentazione dei fornitori di Internet
si occupano diversi ministeri, fra gli altri quello della Giustizia e quello delle Poste, in segretissimi colloqui con i
Charte de l'Internet
UsgtaJEaA
6m 1997
1 « Chmir de rtlllrmef rii .|.....i
uv l'auto I r culatta* 4* Univi»»!
» l>rpv»« Ir 24 4<rtl,|tau i> ranuinituijHr n .• compir trndu ile
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IMI*» lo* ■*««••••«< do llftloiMI nm putirti.«irut « la
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H«hW un cntnplainrnf «u rlaiifiara la* p» *»<!»*• luadatavoi
da la H davroti 4 afimHt atnant i linan ini «pii munì
pai la frmp* d* In* la < Kartr ri <jiu «ari 4*
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puui dimnri *lf a la Oiuia rom *ìjJ*iii»*i ària n*uiut
La* refmacai
rappresentanti delle associazioni
interessate, che presentano se¬
gretissime bozze di codice. Che
cosa potrà uscirne? Difficile dir¬
lo Noi abbiamo fatto la nostra
pane, con la bozza pubblicata
nel Forum multimediale 'La so¬
cietà dell'informazione"
ihupy/www.mciinK.u/iniorum^
codice.htm); sarebbe opportuno
che anche gli altri rendessero
pubblici i loro progetti. Nell'atte¬
sa possiamo dare un'occhiata al¬
l'interessante proposta france¬
se. pubblicata alla URL
rttp://www.pianete netycod^
internet/.
Suscita molte discussioni la bozza di
autoregolamentazione francese
i'iui ,v,vrt w clanete neVcoge-imemeti
ma presenta diversi aspetti interessan¬
ti.
ridico nel cui ambito devono essere inquadrate
molte attività - lecite o illecite - che si svolgono
sulla Rete (ne parliamo nel riquadro). Vi sono
inoltre rapporti particolari, caratteristici del mon¬
do "virtuale", che difficilmente possono essere ri¬
condotti a situazioni analoghe nel mondo "reale"
(si pensi al complicato sistema di relazioni coin¬
volte nella configurazione di un router, cioè di
uno di quei computer che smistano i flussi di bit
sulle reti interconnesse).
Ma. prima di affrontare questo tipo di questio¬
ni, è necessario chiarire un punto che fino ad ora
non è stato discusso: che cos’è Internet dal pun¬
to di vista del diritto? O, per dirla in termini tecni¬
ci, qual è la "natura giuridica" di Internet? La ri¬
sposta a questa domanda è preliminare a qual¬
siasi altra considerazione e richiede conoscenze
tecnologiche e conoscenze giuridiche in pari mi¬
sura.
Indagando sui rapporti che si instaurano nella
Rete, il giurista si accorge presto dell'assenza di
qualsiasi requisito che possa far attribuire a In¬
ternet una personalità giuridica. Non ha uno sta¬
tus. non è titolare di diritti, non ha doveri. Non
esiste un 'responsabile di Internet", un ammini¬
stratore, un procuratore. Nessuno può stipulare
un contratto "con Internet", Non esiste nessun
soggetto del quale si possa dire che abbia un
rapporto giuridico, di qualsiasi natura, con Inter¬
net. Si può concludere che Internet "non esiste"
dal punto di vista giuridico? Vediamo.
La definizione usuale di Internet è "la rete che
collega milioni di computer in tutto il mondo"
Ora noi sappiamo che cosa è una rete, dal punto
di vista fisico. E' un insieme di beni materiali,
cioè cavi, antenne ricestrasmittenti e apparec¬
chiature di commutazione (router) e di beni im¬
materiali, cioè i software che la fanno funziona¬
re. Il punto è che non esiste un solo metro di ca¬
vo, una sola antenna, un solo router, una sola ri¬
ga di software di cui si possa dire che "è di Inter¬
net". Ciascun pezzo deil'infrastruttura globale di
telecomunicazioni appartiene a un soggetto di¬
verso, che può essere pubblico o privato, nazio¬
nale o multinazionale. Ogni rete fa capo a uno o
più soggetti proprietari delle infrastrutture fisiche
e titolari dei diritti di utilizzo del software. Ma In¬
ternet, in quanto Internet, non solo non è pro¬
prietaria di alcuna infrastruttura, ma non ha nem¬
meno un contratto, sia pure implicito o informa¬
le. con alcun proprietario di infrastrutture di tele¬
comunicazioni. La conclusione che "non esiste" è
fondata su una logica ferrea.
Eppure c'è, funziona abbastanza bene, ed è la
rete di telecomunicazioni più estesa del mondo,
"la Rete" per eccellenza. Come può funzionare
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
155
Informatica e Società
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Kommunikalionxtitiult"
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wtrdcn.
J/&I Doti*»* Don»
Anche in Germania
sono in corso accese
discussioni sulla rego¬
lamentazione di Inter¬
net, in particolare sulla
bozza di un testo sui
‘Muovi servizi di mfor
mazione e comunica¬
zione' Anche se il fo¬
rum Isul sito del Mini¬
stero dell'Industria!! e
momentaneamente
chiuso Comunque,
per chi capisce il tede¬
sco. la URL è
rttpy/wwwjio. pe/ràn
men/ecK wer te Dmoi
html
qualcosa che non esiste? Per capirlo dobbiamo
analizzare 'come' funziona. Vediamo, per esem¬
pio, che cosa deve fare un soggetto che voglia
collegare il suo computer a Internet, Deve fare
due cose; stipulare un contratto con un soggetto
detto ‘Internet Access Provider' (che non è Inter¬
net!) e installare nella sua macchina un software
con particolari caratteristiche, definite da un in¬
sieme di norme tecniche designate come "proto¬
colli TCP/l P' La più importante di queste norme
riguarda la designazione del computer collegato
alla rete, in termini tecnici il suo 'indirizzo' (IP ad-
dress), che può essere fisso o assegnato di volta
in volta all'inizio del collegamento Tutto questo
"è Internet' Qualsiasi soggetto che disponga dei
requisiti elencati, cioè di un diritto di accesso
(del quale è parte essenziale l'assegnazione del¬
l'indirizzo fisso o variabile), e del software TCP/IP
può connettersi alla rete o, più esattamente, può
usare la rete per connettersi ad altri soggetti che
seguano le stesse regole
Quindi Internet altro non è che un accorgi¬
mento tecnico, fondato su regole tecniche, che
consente il collegamento (e quindi lo scambio di
informazioni) tra un numero indefinito di sogget¬
ti che si trovano nelle stesse condizioni. Ecco
perché 'Internet non esiste'! Esistono solo dei
soggetti che si connettono tra loro usando le re¬
ti di telecomunicazioni (dì chiunque siano, pur¬
ché interconnesse) Possiamo quindi identificare
Internet come 'un insieme di regole'. E' un in¬
sieme fortemente strutturato, al punto che pos¬
siamo definire la stessa Internet come una
struttura caratterizzata da una logica interna fon¬
data su regole tecniche. Abbiamo quindi in qual¬
che modo trovato una risposta alla domanda
'che cosa è Internet': Internet è una struttura lo¬
gica.
La Rete come
"meta-territorio"
Ora possiamo cercare una definizione giuridica
che possa adattarsi a questa struttura logica. E'
chiaro che Internet non è un 'soggetto', perché
tutti i rapporti telematici non si realizzano 'con' la
Rete, ma si realizzano tra soggetti diversi 'nella'
Rete. Ma allora la Rete è un 'luogo'!
Se accettiamo questa definizione, tutto diventa
più chiaro. La Rete è un luogo nel quale si realiz¬
zano rapporti interpersonali, relazioni commerciali,
azioni illecite, msomma tutto quello che si manife¬
sta perché esiste quello che chiamiamo 'ciberspa¬
zio' o 'spazio virtuale”. Le difficoltè emergono
quando tentiamo dì definire le relazioni tra lo spa¬
zio virtuale e lo spazio reale. Non dimentichiamo
che il diritto positivo (cioè quello riconosciuto e in
qualche modo codificato) tende a delimitare lo
spazio, a identificare confini che dividono lo spazio
in 'territori', e ad assumere il territorio come uno
dei presupposti per l'applicazione della legge.
Dunque si deve decidere quale legge debba esse¬
re applicata al 'teiritorio-rete'
I singoli ordinamenti nazionali, come abbiamo
visto, non riescono a 'contenere' tutte le situazio¬
ni che si verificano nel ciberspazio. Per gli aspetti
penali possono essere predisposti accordi interna¬
zionali simili a quelli già esistenti per i delitti del
"mondo reale' Per gli aspetti civilistici qualcuno
potrebbe avere la tentazione di richiamare le nor¬
me del 'diritto internazionale privato', che tuttavia
si rivelano impraticabili perché, di fatto, consisto¬
no in una serie di richiami ai diritti nazionali e
spesso determinano situazioni di conflitto di diffi¬
cilissima soluzione Con la sempre maggiore diffu¬
sione delle transazioni su scala globale è necessa¬
ria una regolamentazione per quanto possibile
uniforme e accettata dal maggior numero possibi¬
le di paesi.
A mio avviso, l'unica soluzione possibile consi¬
ste nella definizione di un 'diritto della rete” che
prescinda in partenza dalle legislazioni dei singoli
stati A questa soluzione si oppone però il concet¬
to di “territorio' che di norma è alla base dell'appli¬
cabilità della legge. Ma c'è un'eccezione, quella
relativa agli spazi in cui vige il diritto della naviga¬
zione marittima o aerea. Questi spazi extraterrito-
riali hanno inizio nel punto in cui terminano gli spa¬
zi territoriali. Se si riuscisse a stabilire un 'limite
delle reti territoriali', come per le acque e gli spazi
aerei, il problema potrebbe essere avviato a solu¬
zione. Resterebbe da capire quale possa essere il
confine.
Vediamo il caso dei dati personali contenuti nel¬
le pagine del World Wide Web. Per la nuova leg¬
ge italiana essi sono 'trasferiti all'estero' nel mo¬
mento stesso in cui sono pubblicati, perché 'mes¬
si a disposizione' di soggetti che si trovano al di
fuori del territorio nazionale. Ma allora la frontiera,
il punto di confine, è il modem, oppure il server
del fornitore di accesso. Attenzione, però, che il
156
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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1997: LA LEGGE E LA RETE
Relazioni - 5
Proposta per un codice di autoregolamentazione dei tornitori di
servizi telematici
di Manlio Cammarata e Andrea Mortn
Nota ai un articolo tuia noria ffNina r Gxanta pai U protarona dai 0ab paitonah anunca alciaa
pnncp fonò*m*ftlali o«< U rt^olanwntazior* é MimM (M a la R#oob£*c»)
Inlamat. n* carnuta nò anarchia aalvaoola - di Statano Rodotà
Sommario
INTRODUZIONE
!. ironia ai ntmiilltBj|iatiiflip3Bianninigtii||ig pai ut* iplumi"! Pivviain
ZJIMllG_ll«LLs!lll«
3. Smuro mW-Cmllm
4. fon ti di nlBilinpM p
BOZZA DEL CODICE
1 11 l’I’ r'.M
Titolo I G ri'OlQl'iQ
Binisi Rraolv ili miuuuttfmiilii » rr>iio'-satiUlto
Titolo Il i Otaa nl a c pmaetanra
Titolo !V Procedimi tomoiKioso
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tante che ciicolano in
segretoI è nel Forum
multimediale 'La so¬
cietà dell'mlormazio-
ne' alla URL
Vino //W'.y.y Hic'jri: n/\
nforum/codice.htm
concetto di esportazione presuppone il passaggio
di un bene da un territorio a un altro. Verso quale
territorio viene esportata un’informazione immes¬
sa nella Rete? Verso "tutti gli altri", viene da ri¬
spondere, ma è una risposta insoddisfacente,
perché le norme sull'esportazione sono ovunque
diverse a seconda del paese destinatario (senza
considerare gli aspetti relativi ai beni in transito).
Considerare la Rete come un territorio, da,
verso e attraverso il quale possono compiersi
passaggi di beni immateriali, costituisce un salto
concettuale non facile. E si può obiettare che si
possono determinare conflitti tra il 'territorio re¬
te" e le realtà territoriali sulle quali la rete fisica¬
mente si trova. In effetti è difficile immaginare
che a un territorio reale in senso giuridico se ne
possa sovrapporre un altro, a meno che non si
pensi al secondo come a un 'meta-territorio"
Se si osserva con occhio disincantato la realtà
della Rete, non è difficile immaginarla come un
meta-territorio. Non tanto una realtà extraterrito¬
riale, come le acque e gli spazi aerei, né come
un luogo a-territoriale, che sarebbe una contrad¬
dizione in termini, ma come qualcosa di ulterio¬
re, di esterno, anche se localizzato, di volta in
volta, in corrispondenza di un territorio ricono¬
sciuto dalla comunità internazionale.
Se si arrivasse a una definizione giuridica della
Rete come meta-territorio, diventerebbe molto
più facile creare una normativa accettabile dalla
maggior parte degli stati. Il punto più difficile sa¬
rebbe probabilmente l'individuazione della linea
di confine, che non dovrebbe essere fisica, ma
logica: per esempio, un trasferimento di dati che
abbia origine e termine nello stesso stato, sareb¬
be soggetto alla legge di quello stato e non del
meta-territorio; nel caso poi che questo flusso
'interno" passasse attraverso un altro paese (co¬
sa del tutto normale da un punto di vista tecni¬
co), quest’ultimo non avrebbe alcuna competen¬
za diretta su esso, in quanto, per quella tratta,
sarebbe meta-territoriale e quindi soggetto alle
norme del meta-territorio.
Mi rendo conto che tutto questo può apparire
azzardato, o addirittura stravagante, a chi non ab¬
bia una conoscenza diretta e approfondita del ci¬
berspazio e conosca bene, invece, il sistema del¬
le leggi vigenti. Ma chi ha preso confidenza col
browser, chi è abituato a scambiare informazioni
attraverso la Rete, chi ha "navigato" per più di
qualche ora nel Web, ha certamente afferrato il
senso di quegli strani rumori che vengono prò
dotti dai modem al momento della connessione.
Essi sono il segnale dell'attraversamento di un
confine, dell'uscita da uno spazio reale non verso
un 'esterno' non delimitato, ma verso 'l'interno'
di un territorio diverso, ovvero del meta-territorio.
E' evidente che una regolamentazione della
Rete come realtà territoriale autonoma rendereb¬
be più facile non solo l'accordo internazionale su
una serie di aspetti normativi che oggi appaiono
di ardua soluzione, ma anche l'innovazione legi¬
slativa all'interno dei singoli stati. Infatti, compiu¬
to il passaggio concettuale che porta alla defini¬
zione della rete come meta-territorio, diventereb¬
be più semplice immaginare che il luogo della
stipulazione di un contratto o della commissione
di un delitto sia. appunto, "la rete" (di volta in vol¬
ta come "rete nazionale", e quindi soggetta al di¬
ritto interno, oppure meta-territorio e quindi sog¬
getta al "diritto della navigazione in rete").
Questa espressione può apparire suggestiva,
soprattutto se si riflette sull'uso comune del ver¬
bo "navigare" per indicare l'attività di ricerca su
Internet. Tuttavia il "diritto della navigazione in
rete' non avrebbe una struttura paragonabile a
quella del diritto della navigazione marittima o
aerea, perché dovrebbe regolare fattispecie
completamente diverse. La sola analogia consi¬
sterebbe nel fatto che si tratterebbe di un diritto
'speciale e autonomo', cioè di un insieme di nor¬
me particolari destinate a regolare situazioni non
previste dal diritto 'comune", o da questo regola¬
te in modo diverso, e ordinate sistematicamente
in un codice i cui contenuti dovrebbero essere
recepiti nei singoli ordinamenti statali.
Per giungere a questo risultato non bastano i
pur utili accordi tra singoli stati Occorre un gran¬
de concerto internazionale, che dovrebbe partire
da un’apposita conferenza da preparare con
grande larghezza di vedute e una buona dose di
entusiasmo. E' difficile, non può essere un pro¬
cesso di breve durata, ma è l'unica strada per¬
corribile per mettere ordine in un assetto globale
che rischia di non svilupparsi nel miglior modo
possibile. Non si può costruire un grande edificio
se all'opera sono chiamati troppi architetti, cia¬
scuno dei quali elabora un suo progetto senza
avere la minima idea di quale possa essere il co¬
mune risultato finale.
158
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Società
E 1 anche un problema di libertà
Le norme sulla stampa
si applicano a Internet?
Alcuni tribunali rigettano le richieste di iscrizione delle testate telematiche nel
registro della stampa, altri le accettano con motivazioni non sempre
convincenti. Analizziamo i termini della questione e vediamo quali possono
essere le soluzioni.
di Manlio Cammarala
orniamo su un argomento toccato più
volte in queste pagine, e in particolare
sul numero 168 del dicembre '96: il riconosci¬
mento della natura di "stampa periodica" per
certi tipi di informazione telematica. Il problema
è sempre aperto ed è necessario che venga ri¬
solto nella maniera più rapida e soddisfacente
possibile, perché il ruolo dell'informazione on-li-
ne cresce di giorno in giorno.
Questa volta lo spunto viene da un caso con¬
creto. Il 14 aprile scorso è stata presentata al
Tribunale di Roma la richiesta di iscrizione nel
registro della stampa di una testata da pubblica¬
re su Internet. Mentre scrivo, ai primi di mag¬
gio, la decisione è ancora in sospeso: il magi¬
strato si trova di fronte a un compito difficile,
perché si rende conto della sostanziale fonda¬
tezza della richiesta, ma i suoi margini discrezio¬
nali sono stretti. Le leggi considerano solo i
giornali di carta e i notiziari radiofonici e televisi¬
vi, in termini tali da escludere, almeno a una pri¬
ma analisi, l'informazione on-line. In alcuni casi
sono state trovate soluzioni di compromesso,
ricorrendo a formulazioni ambigue della richie¬
sta, che hanno consentito ordinanze di iscrizio¬
ne un po' tirate per i capelli; molto spesso però
i tribunali rigettano le domande con una motiva¬
zione semplice e difficilmente attaccabile: la
legge non lo prevede.
La legge, in questo caso, è la n. 47 dell'8 feb¬
braio 1948 e dice testualmente: 1. Definizioni
di stampa o stampato. - Sono considerate
stampe o stampati, ai fini di questa legge, tutte
le riproduzioni tipografiche o comunque ottenu¬
te con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qual¬
siasi modo destinate alla pubblicazione. Non
c'è dubbio che l'informazione telematica non
rientra in questa definizione. Secondo l'interpre¬
tazione più diffusa, è chiara l'intenzione del legi¬
slatore di disciplinare solo la carta stampata,
perché a quel tempo esistevano già i giornali ra¬
dio e probabilmente non si riteneva opportuno
sottoporre alle norme sulla stampa quella che
allora era esclusivamente informazione "di Sta¬
to". Il problema si è posto con la nascita dell'e¬
mittenza privata, e opportunamente la legge 14
aprile 1975 "Nuove norme in materia di diffusio¬
ne radiofonica e televisiva" ha sancito con l'arti¬
colo 7: Ai telegiornali ed ai giornali radio si appli¬
cano le norme sulla registrazione dei giornali e
periodici contenute negli articoli 5 e 6 della leg¬
ge 8 febbraio 1948 n. 47, i direttori dei telegior¬
nali e dei giornali radio sono, a questo fine, con¬
siderati direttori responsabili. La stessa disposi¬
zione è ripetuta testualmente, e inutilmente,
nella legge "Mammì" del 1990 e anche nel dise¬
gno di legge S1138 ('Meccanico") in discussio¬
ne al Senato. Su questo torneremo più avanti.
L'iscrizione conviene?
Dunque, almeno a una prima analisi della norma¬
tiva, non c'è nessuna possibilità di ottenere l'i¬
scrizione di una testata telematica nel registro
della stampa. Ma qualcuno chiederà: è necessa¬
rio, o almeno conveniente che un organo di infor¬
mazione on-line sia assimilato a un giornale?
La risposta non è semplice, perché ci sono
aspetti sostanziali, economici e organizzativi. Bi-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
159
Informatica e Società
sogna partire dall'art. 21 della Costituzione: Tutti
hanno diritto di manifestare liberamente il pro¬
prio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro
mezzo di diffusione. Questo significa che nessu¬
no mi può impedire di pubblicare, su Internet o
altrove, tutto quello che mi pare (purché non sia
contrario alla legge). Ma il secondo comma del-
l'art. 21 aggiunge: La stampa non può essere
soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può pro¬
cedere a sequestro soltanto per atto motivato
dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo au¬
torizzi, o nel caso di violazione delle norme che
la legge stessa prescriva per l'indicazione dei re¬
sponsabili. E qui le cose si complicano. A prima
vista questo comma estende le garanzie per la
libertà di espressione, ma nello stesso tempo
pone un vincolo. Prevede infatti una 'legge sulla
stampa', che è appunto la 47/48, che contiene
le norme per "l'indicazione dei responsabili'. Ci
sono poi altre norme, in particolare una legge
del 1939 (modificata nel '45) e soprattutto il Re¬
gio Decreto n. 561 del 1946 che definisce ap¬
punto le regole per il sequestro dei giornali e
delle altre pubblicazioni. L'art. 21 della Costitu¬
zione entra poi in ulteriori dettagli: indica quando
è consentito il sequestro per iniziativa della poli¬
zia giudiziaria, prevede che una legge possa sta¬
bilire che siano resi noti i mezzi di finanziamento
della stampa periodica e infine vieta le pubblica¬
zioni 'contrarie al buon costume'.
In sostanza l'art. 21 distingue tra la libertà di ma¬
nifestazione del pensiero in generale e la libertà
di stampa. La prima (è sottinteso) deve svolger¬
si nel generico rispetto della legge, la seconda è
soggetta a una particolare normativa, soprattut¬
to di carattere penale, che costituirebbe il con¬
trappeso a una situazione di particolare e parzia¬
le 'immunità'
Vediamo ora gli aspetti essenziali della normati¬
va sulla stampa nella legge del ’48. L'art. 2 pre¬
scrive le indicazioni che devono essere obbliga¬
toriamente riportate su ogni stampato (luogo e
anno della pubblicazione, nome dello stampato¬
re o dell'editore e cosi via); l'art. 3 stabilisce che
Ogni giornale o altro periodico deve avere un di¬
rettore responsabile, mentre l'art. 4 si occupa
del proprietario della testata, che deve essere
cittadino italiano e possedere gli altri requisiti
per l'iscrizione nelle liste elettorali politiche. Par¬
ticolarmente importante è l'art 5; Nessun gior¬
nale o periodico può essere pubblicato se non
La libertà di stam pa
4 ffinché una pubblicazione possa essere con¬
siderata 'giornale o periodico' a norma di legge, è ne¬
cessario che sia iscritta in un registro tenuto dal tribu¬
nale competente per il territorio in cui si effettua la
pubblicazione. Se il proprietario o l'editore sono so¬
cietà è necessario inoltre seguire una lunga e com¬
plessa sene di prescrizioni, che hanno lo scopo di assi¬
curare la trasparenza della proprietà stessa evitando le
concentrazioni editoriali. Inoltre ci sono vecchie norme
di polizia, poco adatte a un paese democratico, che
prescrivono il deposito da parte dello stampatore di al¬
cuni esemplari della pubblicazione alla Prefettura e alla
Procura della Repubblica.
Vediamo la parte relativa al Tribunale, seguendo il va¬
demecum predisposto dalla sezione stampa del Tribu¬
nale di Roma. Il proprietario della testata deve presen¬
tare al Tribunale la richiesta di iscrizione, in carta bolla¬
ta e con firma autenticata. Nella richiesta deve essere
indicato il titolo del periodico, la sede, il carattere e la
periodicità, la tecnica di diffusione (stampa, radio, TV,
ecc.. come si legge nell'articolo in queste pagine). Se
l'editore è diverso dal proprietario, deve a sua volta
presentare una dichiarazione in carta bollata e con fir¬
ma autenticata. Una terza dichiarazione in carta bollata
e con firma autenticata deve essere presentata dal di¬
rettore responsabile, che deve allegare il certificato di
iscrizione all'Ordine dei giornalisti, anche questo muni¬
to di bollo.
Per tutti questi signori il Tribunale richiede anche il cer¬
tificato di cittadinanza, di godimento dei diritti politici e
di residenza (solo quello di cittadinanza è esente da
bollo). Naturalmente, dove i Comuni lo prevedono, è
possibile presentare un certificato unico, ed è anche
possibile ricorrere aH'autocertificazione ai sensi della
è una carta bollata
legge n. 15 del 1968.
Riassumendo: una fila per acquistare le marche da bol¬
lo, una fila per chiedere il certificato dell'Ordine dei
giornalisti, una per ritirarlo; una fila per i certificati, due
per l'autenticazione delle firme (una per acquistare le
‘marche comunali' e una per ottenere l'autenticazio-
ne); un’altra per presentare le richieste al Tribunale,
sperando che tutto vada bene e basti un'ulteriore fila
per avere il certificato di iscrizione. Se poi il proprieta¬
rio o I editore è una società, occorrono altre file alla
Camera di commercio per ottenere il relativo certifica¬
to di vigenza e dal notaio per la copia autentica (in bol¬
lo) dell’atto costitutivo e dello statuto.
Ottenuta l’iscrizione, si ricomincia con le file per la re¬
gistrazione della testata presso l'ufficio del Garante
dell'editoria, che è obbligatoria per i periodici edili o di
proprietà di persone giuridiche ed è necessaria anche
per avere diritto alle 'provvidenze' Poi è bene fare un
salto in Prefettura per conoscere le modalità di deposi¬
to delle copie (dovrebbe provvedere lo stampatore per
i periodici cartacei; come si fa per quelli telematici?)
La legge 241/90 sul procedimento amministrativo non
serve a nulla, il cittadino continua a fare il postino per
conto degli uffici pubblici, le ore lavorative perdute in
fila si accumulano a milioni Se qualcuno chiede per¬
ché non si fa uno sportello unico per tutti gli adempi¬
menti. perché II Tribunale stesso non autentica le fir¬
me e non si procura i certificati, perchè non si predi¬
spone un unico formulario da far sottoscrivere a tutti
gli interessati e trasmettere in copia all'ufficio del Ga¬
rante, magari via e-mail, viene guardato come se fosse
matto.
Ah, dimenticavo: tutto questo serve per assicurare la
'libertà di stampa'
160
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
Sfififi...
]{on
svegliatilo!
Anche se dorme quello che avrebbe potuto vedere
e sentire rum andrà perduta. Il'Teatro adì Scala,
che ha tra i suoi fini istituzionali la tutela del
patrimonio artistico e culturale, am il sostegno
operativo della fondazione per il “Teatro alla
Scala, ha avviato il progetta per la salvaguardia
dell'intero Archivio Musicale su C‘D-%
Cinquanl 'anni di opere, concerti, spartiti e
documenti saranno resi eterni da un supporto
digitale, il C‘D-%_professionalt TD%. “Da molti
anni leader nei supponi per la registrazione
magnetica, ’TDJC ha sviluppata nuovi media
digitali della massima affidabilità, durata e
velocità, per la registrazione professionale dei
dati, dei suoni e delle immagini. Oggi 'T‘D%_
mette la sua competenza al servizio della Scala,
per conservare questa memoria culturale a fattore
delle nuove generazioni.
§TDK
TDK Italia S.p.A. • C.so Buenos Aires, 36 • 20124 Milano
telefono (02) 2952.3945 - fax (02) 2952.2843
Informatica e Società
< »/(X*i*«»Ai«rvv«r> •«*»
■nanna
alimi ia
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g CORRIERE DELLA SERA tì fazaao £•
y a Ultime
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i«ji> ABBAM?oaAa.nguo pimi Afgana. cas
iiiM: la mafia fEoano: et assalto all'astlara ria urfrakf runa
II-** UTATi IH BAMBINO SU QUATTRO POSSUPIIK COMEUIIB
Acpomtf* itili II CO «ft*2300
Il Mango 1997
La maggior parte dell 'informatone
italiana on-line è costruita da supple¬
menti di pubblicazioni cartacee, e non
si pone quindi il problema dell’iscrizio¬
ne della restata nel registro della
stampa
quelle telefoniche si. perché
consistono nello sconto del
50 per cento su qualsiasi ti¬
po di collegamento. Non è
poco, per un mezzo che può
esistere solo grazie alle linee
telefoniche.
• i-.......
sia stato registrato presso la cancelleria del tri¬
bunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione
deve effettuarsi. Per la registrazione occorre
che siano depositati nella cancelleria: 1) una di¬
chiarazione, con le firme autenticate del proprie¬
tario e del direttore o vicedirettore responsabile,
dalla quale risultino il nome e il domicilio di essi
e della persona che esercita l'impresa giornali¬
stica, se questa è diversa dal proprietario, non¬
ché il titolo o la natura della pubblicazione ; /.../
3) un documento da cui risulti l'iscrizione nell'al¬
bo dei giornalisti, nei casi in cui questa sia ri¬
chiesta dalle leggi sull'ordinamento professiona¬
le: il
Fermiamoci qui, per il momento, perché c’è un
problema, che differenza c'è tra la "stampa" in
generale (art. Dei "giornali e periodici" che. se¬
condo l'art. 3. devono avere un direttore respon¬
sabile e chiedere la registrazione? La legge non
lo dice e bisogna ricorrere a un'altra fonte, il co¬
dice postale, che agli articoli 55 e 56 definisce
come stampe periodiche quelle che si pubblica¬
no regolarmente con un intervallo non ecceden¬
te i sei mesi fra un numero e l'altro con lo stes¬
so titolo, non costituiscono opere determinate e
sono tali da poter durare indefinitamente, con
contenuto diverso tra un numero e l'altro.
Tralasciamo le norme penali, che riguardano so¬
prattutto la responsabilità del direttore per
"omesso controllo" sui contenuti della pubblica¬
zione. e completiamo il quadro ricordando che
una serie di disposizioni prevede tariffe postali e
telefoniche ridotte per le testate registrate al¬
l'ufficio del Garante per la radiodiffusione e l'edi¬
toria. Naturalmente le agevolazioni postali non
interessano una pubblicazione telematica, ma
Non tutto il
WWW è
"stampa"
Prima di rispondere al quesi¬
to di partenza, se convenga
o possa essere considerato
obbligatorio richiedere l'iscri¬
zione di un organo di informazione telematica
nel registro della stampa, dobbiamo chiarire un
altro punto essenziale: che cosa, di tutto quello
che passa su Internet, possa ragionevolmente
essere considerato "stampa". In parte la defini¬
zione del codice postale può adattarsi alla mag¬
gior parte dei siti del World Wide Web: ci sono
milioni di pagine che vengono aggiornate a inter¬
valli non superiori ai sei mesi, con lo stesso tito¬
lo e con contenuti di volta in volta diversi. La
questione è nell'avverbio "regolarmente" e nella
precisazione "fra un numero e l'altro", perché le
pagine di solito vengono aggiornate parzialmen¬
te e a intervalli non predefiniti, sicché non è faci¬
le distinguere fra un "numero" è il successivo (al¬
tre norme prevedono l'identità di contenuto in
tutte le copie di uno stesso numero, si dovrebbe
quindi dedurre che ogni aggiornamento costitui¬
sce pubblicazione di un nuovo numero).
C'è un’altra differenza tra un notiziario stampato
e uno telematico: mentre il contenuto del primo
cambia completamente tra un numero e il suc¬
cessivo, il secondo si forma "per aggiunte", per¬
ché le informazioni precedenti restano di solito
disponibili al lettore (questo è uno dei vantaggi
dell'informazione on-line); tuttavia questo non
sembra essenziale per la materia in discussione.
Il punto è che sulla Rete ci sono siti che, alla lu¬
ce del più elementare buon senso, fanno infor¬
mazione né più né meno che i giornali, le agen¬
zie di stampa e i notiziari radiofonici e televisivi.
A questi siti dovrebbero essere applicate le di¬
sposizioni sulla stampa. Il problema che si po¬
trebbe porre è se "tutti" i siti che fanno informa¬
zione telematica debbano essere considerati
"stampa", e non è un problema da poco. Infatti,
(.li ullimi - giorni
GII Mirimi 7 giorni
I
I
162
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Società
Onesto è il puma numero di InterLex,
la testata che ha chiesto la registra-
zione aI Tribunale di Roma come pe¬
riodico diffuso attraverso Internet
ihito-r'/www.eu’Bha.M terlex).
se si accettasse questa ipo¬
tesi. si dovrebbero registra¬
re migliaia di "testate", e
quelle che non chiedessero
la registrazione dovrebbero
essere classificate e punite
come "stampa clandestina",
ai sensi dell'art. 16 della leg¬
ge 47/48 Stampa clande¬
stina. - Chiunque intrapren¬
de la pubblicazione di un
giornale o altro periodico
senza che sia stata eseguita
la registrazione prevista dai-
l'art. 5 è punito con la reclu-
£ UcMn U*L /SrteWSTOS» NiT
InterLex
RIVISTA MULTIMEDIALE DI DIRITTO TECNOLOGIA INFORMAZIONE
Oggi entra in vigore la legge per la tutela del dati personali
Banche dati e fatti nostri
8 magao 1997 d» 099 » e « «-gote la legge che ci d* il dettlo di
•&**»• lasciati in pace Quoti*. in etlrema sintomi. « li tostènza
della 6*536 Un* tene di norme che pongono fin* *R\iso
mditcnmnato • sposto spregiudicalo eh* fino * oggi ♦ sialo fatto
tifile mformoztora persona» cr# riguardano ciascuno di no* M» sono
norm# compiette. « vote muWmeme »es$*tone. che dowenno
ess*r# m«t# m moli* punti atmchè la legge possa essere
compiutamente applicai*
Un e (ugge 4i miglio* aie amma/we
Il diritto in rete
■ _ v
Gold* loqionala *1 «ili Internet
/ 0 (a WF*'WU"«VH*7>0»f Scrivi a InterLex
di intonine giuridico
7 "■*
Arato (n 16 ireg^io 1997
• I testi delle leqqi
675 •«$ del 31.1736
éAntr— Morti
• BbwqwoMìW.cM*
drOerweVCoKe
• Due anni di dteeBto
sione fino a due anni o con la multa lino a lire
cinquecentomila /.../
Evidentemente occorre stabilire un criterio di
selezione, che potrebbe essere da una parte
fondato su valutazioni di tipo soggettivo (distin¬
guendo chi pubblica qualcosa su Internet solo
per esprimere le proprie idee da chi intraprende
un'attività editoriale stabile), e dall'altra su requi¬
siti oggettivi, come l'organizzazione di un'impre¬
sa editoriale, sia pure di dimensioni minime, l'at¬
tività anche non continuativa di giornalisti iscritti
all'albo professionale, la previsione di aggiorna¬
menti regolari e cosi via. A ben vedere bastereb¬
be stabilire che le norme sulla stampa si applica¬
no ai siti che chiedano l'iscrizione, perché do¬
vrebbero possedere i requisiti previsti dalla leg¬
ge del '48. Tutti gli altri potrebbero continuare
tranquillamente la loro attività, in quanto libera
manifestazione del pensiero tutelata dall'art. 21
della Costituzione.
Partendo da queste premesse, possiamo rispon¬
dere alla domanda se sia opportuno chiedere l'i¬
scrizione (escludendo, allo stato della normativa,
che possa essere obbligatorio). La risposta è "di¬
pende" La necessità di nominare un direttore
responsabile - che deve essere un giornalista
iscritto all'albo professionale dei professionisti o
dei pubblicisti - può comportare un onere econo¬
mico non sostenibile per una piccola testata,
senza considerare il peso degli adempimenti bu¬
rocratici. D'altra parte c'è da considerare il terzo
comma dell'art. 21 della Costituzione, che limita
a casi ben determinati la possibilità di sequestro
da parte dell'autorità giudiziaria. Poniamo il caso
che un sito sia coinvolto, anche indirettamente,
in atti illeciti, come la diffusione di software co¬
piato illegalmente 0 un reato previsto dalla legge
547/93 sui crimini informatici. Se il sito (0 alcune
pagine diffuse da questo) non fosse registrato
come stampa, il magistrato inquirente potrebbe
disporne il sequestro anche solo a scopo proba¬
torio; nel caso di una pubblicazione registrata
questo sarebbe impossibile.
Un altro, non trascurabile, vantaggio, è dato dal¬
le tariffe agevolate per le linee telefoniche, che
in molti casi potrebbe compensare ampiamente
gli altri oneri, considerando che la connettività è
una delle voci di costo più significative nella ge¬
stione di un sito Internet. Ma il punto essenziale
è di ordine più generale- chi svolge professional¬
mente un'attività editoriale on-line di carattere
giornalistico dovrebbe avere un interesse a qua¬
lificare come "stampa" il suo sito, per distinguer¬
lo dalle pagine commerciali 0 dalle iniziative vel¬
leitarie tanto comuni sulla Rete, oltre che per
qualificare l'informazione stessa e valorizzare il
proprio lavoro.
Un ultimo aspetto, tutt'altro che marginale, deri¬
va dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati perso¬
nali: per l'esercizio della professione giornalisti¬
ca sono previste attenuazioni non indifferenti
della normativa, in particolare per quanto riguar¬
da il consenso dell'interessato. Per comprende¬
re bene la portata delle limitazioni previste dal-
art. 25 della 675 si deve attendere l'emanazio¬
ne del codice deontologico; d'altra parte il de¬
creto legislativo n.123 del 9 maggio scorso (che
contiene le prime modifiche e integrazioni alla
legge sui dati personali) indica un'apertura signi¬
ficativa a favore di qualsiasi attività giornalistica
0 di manifestazione del pensiero (il testo è su
Net_Lex alla URL http://www.mclink.it/info-
rum/netlex/dl 1 23_97.htm).
Tutto questo discorso, però, presuppone la solu¬
zione del punto centrale: l'accettazione della do¬
manda di iscrizione da parte del Tribunale, con
l'ostacolo costituito dall'apparentemente insor¬
montabile art. 1 della legge del '48. Insormonta¬
bile?
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
163
Informatico e Società
La soluzione c'è
Torniamo al caso citato all'inizio, alla registrazione
della testata telematica chiesta il 14 aprile. Il Tri¬
bunale d Roma fornisce a chiunque ne faccia ri¬
chiesta un utile elenco degli adempimenti neces¬
sari per l'iscrizione nel registro della stampa. Vi si
legge fra l'altro: Alla richiesta di registrazione de¬
vono essere allegate due dichiarazioni /.../ dalle
quali risultino I...I il titolo del periodico, la sede
dello stesso, il carattere e la periodicità, la tecnica
attraverso la quale sarà diffuso Itecniche attuali
stampa, radiodiffusione sonora e televisiva, tele-
text: in Italia il VIDEOTEL della TELECOM e il TE-
LEVIDEO della RAI, telescrivente, videocassetta,
compact disc, musicassetta-nastro magnetico,
rete telegrafica, personal computer, rete telefoni¬
ca, audiotex-audiotel, CD-ROM, floppy disc).
Ma allora c'è anche Internet! Infatti, se mettiamo
insieme la rete telefonica e il personal computer,
otteniamo il sistema di diffusione di qualsiasi
pubblicazione telematica. Su questa base è stata
formulata la richiesta di iscrizione per un periodi¬
co 'che sarà trasmesso a mezzo rete telefonica e
personal computer". La formula è stata conside¬
rata inaccettabile, perché, secondo il Tribunale, il
periodico deve essere diffuso "o" attraverso la re¬
te telefonica "o" attraverso il personal computer.
Il che è strano, perché col solo PC non si può tra¬
smettere nulla e con la sola rete telefonica qual¬
siasi cosa, anche un notiziario vocale, che non ha
niente a che vedere con Internet. La solita solu¬
zione "all'italiana* consisteva nell'eliminazione di
uno o l’altro dei termini, ma il richiedente voleva
che la sua testata fosse iscritta per quello che è.
cioè un periodico diffuso su Internet. Dopo un
cordiale scambio di idee con il giudice delegato
alla sezione stampa, ha presentato un'integrazio¬
ne alla prima richiesta, con l'esatta indicazione: il
periodico sarà diffuso in formato digitale con i
protocolli tecnici della rete Internet.
Una patata bollente, per dirla alla buona, conse¬
gnata nelle mani del magistrato Infatti l'art 5.
terzo comma, della legge n. 47 dice: Il presiden¬
te del tribunale o un giudice da lui delegato, veri¬
ficata la regolarità dei documenti presentati, ordi¬
na entro quindici giorni l'iscrizione del giornale o
periodico in apposito registro tenuto dalla cancel¬
leria Riterrà il magistrato che i documenti pre¬
sentati sono 'regolari"? Se accetterà la definizio¬
ne, ci sarà finalmente un precedente al quale altri
tribunali potranno fare riferimento e il problema
potrà dirsi risolto "in via giurisprudenziale", come
dicono i legulei. In caso contrario dovrà motivare
il rigetto della domanda e sulla base della motiva¬
zione potrà essere presentato un ricorso. E qui la
questione si ingarbuglia, perché i precedenti so¬
no contraddittori.
Infatti non è chiara la natura giuridica del procedi¬
mento di iscrizione di una testata giornalistica:
secondo alcuni esso deve essere considerato un
atto di "volontaria giurisdizione", e allora il ricorso
va presentato alla Corte d'appello; secondo altri è
un procedimento di natura amministrativa e quin¬
di è necessario appellarsi al TAR. In casi prece¬
denti l'uno e l'altro organo hanno dichiarato la
propria incompetenza e rigettato il ricorso. Si veri¬
fica quindi un ‘conflitto di giurisdizione", che do¬
vrebbe essere risolto dalla Corte Suprema di Cas¬
sazione a sezioni riunite, quindi il caso tornerebbe
al TAR o alla Corte d’appello, a seconda della de¬
cisione della Corte di Cassazione. Ma a questo
punto si porrebbe daccapo il problema dell'art. 1,
con il rischio di una decisione negativa.
Ma, a mio avviso, la soluzione del problema è a
portata di mano, perché un'interpretazione esten¬
siva dell art. 1 è possibile, anzi, è già stata fatta
dallo stesso Tribunale di Roma. Non c'è dubbio,
infatti, che l'inserimento delle testate videotex,
audiotex e simili, contenuta nel "vademecum" di¬
stribuito dallo stesso Tribunale costituisce un'in¬
terpretazione estensiva della norma del '48: l'ul¬
teriore estensione a Internet ne sarebbe il natura¬
le completamento.
Il punto è questo: si può, a mio avviso, sostenere
che l'art. 1 della legge 47/48 si riferisce a qualsia¬
si tipo di testala, perché con la formula tutte le ri¬
produzioni tipografiche o comunque ottenute con
mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi mo¬
do destinate alla pubblicazione, si comprendeva¬
no tutte le forme di diffusione allora possibili da
parte di soggetti privati I radiogiornali, infatti, co¬
stituivano una "privativa" dello Stato, in quanto la
radio era in regime di monopolio e la natura giuri¬
dica dell editore pubblico era del tutto differente
da quella degli editori privati, per i quali era impo¬
stata la normativa sulla stampa. La prova di que¬
sta situazione è nel fatto che le norme del '48 so¬
no state estese all'editoria privata radiotelevisiva,
non appena essa si è sviluppata Oggi, che si sta
sviluppando l'editoria telematica, non estendere
ad essa le norme sulla stampa porterebbe a una
differenza di trattamento tra soggetti che com¬
piono la stessa attività, indipendentemente dal
mezzo usato.
E qui si vede un'altra strada per arrivare alla regi¬
strazione delle testate telematiche: nel caso di ri¬
getto della richiesta "campione" presentata a Ro¬
ma in aprile, si potrebbe sollevare un'eccezione
di incostituzionalità dell'art. 1 fin dal primo ricor¬
so. E' evidente infatti che il rifiuto della registra¬
zione si risolverebbe in una disparità di trattamen¬
to tra editori cartacei e radiotelevisivi da una par¬
te ed editori telematici dall’altra, che contraste¬
rebbe con l'art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadi¬
ni /...) sono eguali davanti alla legge
Dunque il giudice si sostituirebbe in qualche mi¬
sura al legislatore, cosa che di questi tempi viene
molto criticata. Ma allora, perché il legislatore
non provvede? L'art. 10 del disegno di legge
S1138 ripete (ripete inutilmente, perché la norma
non è mai stata abrogata) la disposizione delle
leggi del '75 e del '90: Ai telegiornali ed ai giornali
radio si applicano le norme sulla registrazione dei
giornali e periodici, eccetera eccetera. Bastereb¬
be scrivere: Alle testate telematiche che facciano
richiesta di iscrizione nel registro della stampa si
applicano le norme della legge n. 47 dell‘8 feb¬
braio 1948.
E' così difficile?
164
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Società
Buone letture
Tutto quello che
avreste voluto sapere
sulla tutela dei dati
personali...
Riccardo Imperiali - Rosario Imperiali
La tutela dei dati personali
Vademecum sulla privacy informatica
pp. 379
Il Sole 24 Ore, Milano, 1997
Giovanni Buttarelli
Banche dati e tutela
della riservatezza
La privacy nella società
dell'informazione
pp. 593
Dott. A. Giuffrè Editore,
Milano, 1997
Banche dati
e tutela
della riservatezza
Siamo a tre, ed è solo l'i¬
nizio, Dopo il manuale di
Umberto Rapetto recensi¬
to sul n. 172, ecco altri -— --
due testi sulla legge
675/96, che vale la pena
di esaminare insieme per¬
ché si completano a vi¬
cenda.
Il primo (in ordine di pub-
binazione) è opera degli
avvocati Riccardo e Rosa- _____________
rio Imperiali, che disegna¬
no un percorso critico e
ragionato all'Interno della legge, dal punto di vista delle im¬
prese e degli enti pubblici che dovranno osservarla. Il secon¬
do libro può essere visto come la fatica conclusiva del lavoro
di Giovanni Buttarelli, il magistrato dell'Ufficio legislativo del
Ministero di Grazia e Giustizia che per oltre cinque anni ha
seguito i lavori europei e il difficile iter parlamentare dei di¬
versi disegni di legge italiani.
Due punti di vista, dunque, assai diversi, anche perché pro¬
venienti l'uno dal fronte degli avvocati, l'altro da un magistra¬
to, ma con un punto fondamentale in comune: la consape¬
volezza dell'Importanza della legge sulla protezione dei dati
personali nella nascente società dell'informazione e il tenta¬
tivo di costruire quella 'cultura della privacy" che in Italia è
ancora assente (come dimostrano i primi maldestri tentativi
di applicazione, fatti di improvvise censure, che abbiamo vi¬
sto a partire dai primi di maggio).
Dunque gli avvocati esaminano la legge con l'intento - a mio
avviso riuscito - di fornire indicazioni operative ai titolari delle
banche dati. Ecco quindi una pratica struttura a domande e
risposte, con abbondanza di richiami, schemi e tabelle, indi¬
spensabili per orientarsi in una normativa tanto complessa.
Ma "La tutela dei dati personali" non è solo un manuale appli¬
cativo, perché offre anche una panoramica a tutto campo
degli aspetti più controversi della legge, con i necessari rife¬
rimenti alla normativa europea e ai suoi lavori preparatori.
di Manlio Cammarata
Ed è questo il punto da cui parte Butta¬
relli, che si propone evidentemente di
fornire una 'summa' non solo della legge
675/96, ma anche di tutto l'accidentato
percorso che ha portato all'approvazione
del testo definitivo. Articolo per articolo,
comma per comma, il magistrato esamina
la legge, spiegando il perché di ogni scelta
legislativa e le conseguenze che ne deriva¬
no. Il risultato è una sorta di "interpretazio¬
ne autentica' di natura dottrinale che non
potrà essere ignorata in sede di applicazio¬
ne della legge.
Nonostante la sostanziale complessità della
materia e l'ampiezza dei riferimenti, "Ban¬
che dati e tutela della riservatezza' è scritto
con notevole chiarezza. La sua lettura è
quindi consigliabile anche a chi, pur non
avendo una particolare preparazione giuridi¬
ca, sia interessato a conoscere tutti i risvolti
della tutela dei dati personali. Non si tratta però di "istruzioni
per l'uso": chi ha la necessità di un manuale di consultazio¬
ne, troverà certamente più utile il lavoro degli Imperiali, cor¬
redato anche di una completa appendice normativa.
Pratica contrattuale
Carlo Rossello
i contratti dell'Informatica nella nuova disciplina del
software
Collana 'Il diritto dell'infor¬
matica’ di Guido Alpa
pp. 295
Dott. A, Giuffrè Editore,
Milano, 1997
E' discutibile che nel set¬
tore delle tecnologie del¬
l'informazione si possa
definire "nuovo" qualco- |
sa che risale a cinque i
anni addietro, come il ■,
decreto legislativo n.
518 del '92. Ma, come
si sa, il diritto avanza a
un passo molto più '
lento della tecnologìa,
e per il giurista cinque
anni sono un'inezia. L»;
Tuttavia la riserva ri-
guarda solo il titolo ;
del volume di Carlo *■■' ’ 1 --—I
Rossello (che contie¬
ne anche importanti contributi di
Alessandro Musella e Cesare Guerreri), perché il contenuto
è attuale e di notevole utilità. Infatti, oltre a un'analisi della
normativa, il libro presenta una serie dì modelli di contrattua¬
listica che non si limitano al software, ma comprendono an¬
che l'hardware, i contratti di outsourcing e la System inte¬
gration Di notevole interesse anche la rassegna della giuri¬
sprudenza.
Jcontnrttl
««' Informatica
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
165
All'ombra delle reti
Arte & Internet, un convegno a Torino
Ad aprile scorso, a Torino, nella Galleria Civica d’Arte Contemporanea,
si è tenuto ancora un altro seminario sui “nuovi media”, in particolare
sul rapporto possibile tra l’arte e le reti. Quindi Internet.ArsLab, questa
la sigla del Comitato promotore insieme alla società Extramuseum e
all’assessorato alle Risorse Culturali, è un progetto che studia il
collegamento tra arti e scienze, arti e tecnologie, addentrandosi nel
percorso in equilibrio tra i vari linguaggi. Le iniziative e i seminari
organizzati nel tempo guardano alla realizzazione della terza edizione
della mostra prevista per il 1998.
testi di Ida Cerosa - foto di Alessandro Cagnolati
Il seminario
Alcuni studiosi e alcuni operatori nel
campo dell'arte elettronica sono stati in¬
vitati ad incontrarsi per meditare e per
far riflettere sullo sviluppo a crescita
esponenziale dei collegamenti in Inter¬
net, e sulle implicazioni che la rete, con
la sua vastissima e variegata connetti¬
vità, consente alle attività legate all'arte
Al di là degli ancora pochi artisti che
lavorano fattivamente con le nuove tec¬
nologie, e che ormai hanno assorbito
questa maniera di proporre il risultato
della loro ricerca, ci sono molti studiosi
che, non operando direttamente con
questi mezzi, hanno desiderio di ap¬
profondire la conoscenza di quest'area
per capire le realtà che gradatamente si
stanno configurando
In tutto il mondo, a fianco dei semi¬
nari, nascono musei, spazi espositivi,
banche dati per quest'arte che rappre¬
senta la trasformazione in atto. Spesso
con i finanziamenti
dei governi locali e
con la sponsorizza¬
zione di società
culturalmente
avanzate. Lenta¬
mente, anche noi
ci stiamo adeguan¬
do grazie alle lode¬
voli iniziative prese
con entusiasmo da
singole persone che, credendo in quello
che fanno, lavorano per la crescita e
l’espansione delle loro idee.
E' il caso dell'esperienza ArsLab che
prende l'avvio nel 1992, sollecitata da
un gruppo di artisti sensibili alle "tecno¬
scienze" in collaborazione con tecnici e
scienziati per indagare sull'interazione
tra arte, scienza e tecnologia.
Un percorso che capisco bene ed ap¬
prezzo perché dapprima in maniera soli¬
taria l'avevo già fatto nel 1984/1985 al
Centro Scientifico IBM a Roma, e poi in
collaborazione con alcuni professori
dell'Università "La Sapienza" di Roma,
nell'"Associazione per l’Interazione tra
Arte Scienza e Tecnologia" negli anni
tra il 1985 e il 1990,
Un percorso necessario per potersi
insinuare negli infiniti tragitti da scoprire
e da studiare per scegliere e raggiunge¬
re alcuni dei tantissimi, possibili risulta¬
ti.
Certo è una scossa forte per le arti,
perché spinge a ricerche e a risultati im¬
pensabili solo una ventina di anni fa
166
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
Arte Informatica
j
Ma è un'indagine importante e ne¬
cessaria perché nel mondo oggi sono
tanti gli artisti che in maniera solitaria o
in piccoli gruppi si sono adoperati per
succhiare la linfa all'atmosfera che si è
composta in questo fine secolo, per ri¬
proporla anche trasformata, ingigantita
come vista attraverso una lente d'in-
grandimento.
Attraverso queste esperienze artisti¬
che si sono evidenziati particolari diver¬
si che hanno stabilito la base di tante
nuove ricerche. E' il desiderio di ogni
artista di comunicare con forza quello
che ha intuito, percepito profondamen¬
te, verificato. E' la gioia di raccontare le
proprie scoperte attraverso la proposta
di opere rappresentative e soprattutto
stimolanti.
Il seminario organizzato da ArsLab ha
previsto la presentazione di opere in re¬
te che fossero da impulso alle riflessio-
L'intervista
ristiana Scoppa, giornalista che collabora con "Noi
Donne", contribuisce con le sue parole a rendere più evidenti i
significati e l'atmosfera del seminario.
L'ombra delle reti è stato un seminario "aperto' 1 . Una sola in
sostanza l’ipotesi di lavoro: verificare che cosa comporta per
l'attività artistica la connessione smisurata che le reti consento¬
no. quali "rischi”, quali sfide, quali possibili limitazioni. Ma non è
certo ipotesi da poco. La scelta di non dare alcun titolo ai tre pa¬
nel ha condizionato il dibattito seguito alla presentazione dei la¬
vori. La discussione ha seguito "un andamento nzomatico”, per
dirla con Deleuze, che rispecchia senz'altro la polimorfa realtà
del Cyberspazio, ma non ha consentito di approfondire realmen¬
te nessuno dei numerosi e vitali stimoli che pure questa intensa
due giorni ha offerto.
Scegliamo dunque qui e là alcuni temi. Il primo è senz'altro l'in¬
troduzione alla variabile tempo nell'opera d'arte Era già succes¬
so in passato, con il cinema, il video, le performance, tutte for¬
me d'arte che "durano" un certo numero di minuti e altrimenti
non sono. Ma Internet introduce quella che Oliver Auber chiama
"una nuova prospettiva temporale" quella cioè, che permette
di rappresentare "Il corpo sociale che comunica alla velocità del¬
la luce" e alla quale ha tentato di dare una prima forma pratica¬
bile con il suo Generateur Poietique Di che si tratta? Di un pro¬
getto dalla semplicità quasi disarmante: persone diverse in parti
diverse del mondo realizzano insieme un'immagine computeriz¬
zata Ciascuna di loro, a Tokyo, Parigi, in Australia o negli USA.
controlla però solo una piccola porzione del disegno e la accorda
via via a quella degli altri artisti per arrivare a una forma "com¬
piuta" Che può essere astratta o figurativa, linee colorate o
mucche su un prato, La cultura, il desiderio, l'immaginano di eia
scun autore “parziale" influenzano e condizionano gli altri, sti¬
molando nuove forme, colori, tratti Per la prima volta la creati¬
vità diventa comunicazione in tempo reale, non verbale e asso¬
lutamente non gerarchica.
Con questo introduciamo un altro tema del dibattito, quello del
controllo delle reti, della partecipazione, dell'accesso alle tecno¬
logie anche in termini economici. La riflessione più articolata è
arrivata da Tommaso Tozzi, anima e cuore di Strano Network In¬
ternet e in tempo reale nel server del KnowBotic Research. I
KnowBots le traducono in sensazioni virtuali ma anche fisiche
(caldo, freddo, suoni, eccetera) che grazie a sensori e caschi
possono essere scelti e sperimentati dal pubblico, autore di un
ulteriore riassemblaggio che crea nuova rappresentazione, cioè
nuovo sapere, nuovo immaginario.
Tutto ciò implica la capacità di adattarsi ad un mondo in costante
mutamento (aggiornamento?!), un mondo nel quale esislono di¬
verse forme di realtà Su questo tema hanno lavorato in partico¬
lare Monika Fleischmann e il suo compagno Wolfgang Strauss,
nato come architetto ma prestato da anni alia ricerca informatica.
Notevole l'esperimento realizzato con una televisione tedesca:
una trasmissione nella quale convivevano, per lo spettatore a ca¬
sa come per il pubblico in sala, paesaggi e luoghi virtuali con altri
concreti, dove i corpi comparivano e scomparivano usando bana¬
lissimi trucchi teatrali e i normali criteri di percezione venivano ri¬
baltati. Oppure Liquid Views touch screen 'acquatico'' nel quale
la propria immagine riflessa veniva deformata dal gesto, aprendo
inquietanti interrogativi su come gli altri ci vedono, filtrati dalla lo¬
ro percezione.
Conservazione e fruizione, dunque. Ma non solo. Per parlare di
arte in rete occorre forse una ndefimzione dei concetti di opera
d'arte e di monumento, concetti che hanno a che fare con la cul¬
tura. la storia, la memoria, l'identificazione e il modello. Ma an¬
che con lo spazio fisico, urbano, metropolitano Che cosa accade
quando li collochiamo nel cyberspazio? Una risposta possibile è
la sperimentazione portata avanti da qualche anno da Giorgio
Vaccarino con la sua Netville: una città in costante evoluzione,
nella quale i monumenti e i luoghi delle città "vere" (strade, piaz¬
ze, edifici) convivono con quelli della rete.
MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997
167
Arte Informatica
ni di alcuni studiosi, tra i quali Maria
Grazia Mattei, Antonio Caronia. Carlo
Infante, Pierre Restany, Lorenzo Taiuti
e Tommaso Trini, che hanno posto l'at¬
tenzione ai codici, intesi come sistemi
di segnali che caratterizzano questo pe¬
riodo.
Gli artisti
Tra gli artisti presenti Ennio Ber¬
trand, che ha presentato un progetto, a
dir poco singolare, che descriveva
un'installazione performatica con la
quale inviare a distanza immagini profu¬
mate Un'operazione concettuale.
La nostra sensibilità, unita ai ricordi e
alle percezioni già vissute, ci rende rea¬
le il profumo di fiori che vediamo in un
paesaggio riprodotto in una fotografia
Alla stessa maniera, sostenuti dalla fan¬
tasia e dalla memoria riceviamo un'im¬
magine trasmessa via cavo da un com¬
puter ad un altro. Infine di aiuto posso¬
no essere gli inchiostri profumati della
stampante che metterà su carta l'im¬
magine che ci è stata inviata.
Interessante, poi. il progetto propo¬
sto da Monika Fleischmann, direttore
artistico della "Visualization and Media
System Design” e capo delle attività di
Computer Art della "German National
Research Center for Information Tech¬
nology''
Scrive: "Oggi i laboratori di compu¬
ter assomigliano sempre di più a degli
studios di effetti speciali. Possono es¬
sere un laboratorio virtuale, oppure una
"casa delle illusioni", in cui esplorare
nuovi tipi di percezioni. L'interazione
può avvenire con luci, suoni, oggetti,
corpi o con lo spazio. Questi ambienti
reagenti sono sviluppati in un senso ar¬
tistico o scientifico come supporto per i
processi immaginativi "
E infatti il progetto presentato preve¬
deva l'uso di sistemi interattivi, indiriz¬
zati verso "human-interfaces" naturali.
Cioè la navigazione attraverso i movi¬
menti corporei, il gesto, la parola che
danno il senso della presenza umana
nello spazio virtuale.
Poi, uno sguardo attento è d'obbligo
per Piero Gilardi, uno dei fondatori di
Ars Technica nel 1989, che ha offerto
le riflessioni forse più interessanti
Ecco alcuni brani estratti dalla pre¬
sentazione del suo progetto.
.. "Il reale subirà una radicale ristrut¬
turazione per effetto della retroazione
dei mondi virtuali sulla nostra psiche e
sulle nostre condizioni materiali di esi¬
stenza Si tratta dunque di elaborare la
transizione a un nuovo stato di esisten¬
za, ad una nuova realtà." ... "Per far
questo occorre agire trasformativamen¬
te sul rapporto tra reale e virtuale, non
in base ad un astratto senso di respon¬
sabilità o una sperimentazione virtuale
empiristica, ma attraverso una riflessiva
creatività " ... "Dal momento che il
mezzo principale della produzione so¬
ciale è il computer on-line, che connet¬
te anche il nostro tempo di vita al pro¬
cesso globale della produzione capitali¬
stica di senso, potremmo utilizzare le
sue potenzialità di codificazione, autore¬
golazione e attuazione per produrre au¬
tonomamente anche il nuovo senso
della nostra vita e dunque anche una
nuova coscienza comunitaria, ibrida, re-
ticizzata e multicentrale.' 1 ..
Infine Giorgio Vaccarino. con il suo
"Progetto Netville" del 1993 per una
"città dei monumenti in rete", spinge a
riappropriarsi degli spazi urbani per
guardarli con occhi nuovi, accendendo
"fuochi" di connessione tra città e città
e tra i più diversi villaggi, per strutturare
"monumenti" intesi come "interfaccia
plastici" del mondo della rete.
Le sue parole: "Qui alla disparità dei
luoghi potremo ben associare la più
ampia varietà dei codici. La radicale ba¬
nalizzazione dei soggetti rilevabili da
semplici codici a barre avrà modo di
confrontarsi con la complessità dei rap¬
porti innescati dagli agenti artificiali
sguinzagliati in rete per selezionare e
costruire nuovi percorsi di conoscenza
e, in definitiva, nuovi 'monumenti'."
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Sono graditi
i contributi dei lettori
Siete d'accordo con le parole di Piero Gilardi e di Giorgio Vaccarino?
Vorrei poter attivare una sorta di colloquio corale con i lettori di questa rubrica.
Scrivete i vostri consensi o i vostri dissensi, in ogni caso i vostri pensieri circa la trasfor¬
mazione sociale in atto, dovuta anche alla maniera di comunicare in Internet a Ida Garosa,
e-mail: mcZBiaamcIiDEH
Oppure inviate lettere, sempre a Ida Gerosa, ma all'indirizzo della redazione di MCmicro¬
computer - Via Carlo Perrier, 9 - 00157 Roma.
Proveremo ad iniziare un dibattito che costituirà una pane della rubrica.
Le pagine Internet di ArsLab Boulevard sono raggiungibili all'indirizzo-
pup.//www. aipnet.it/ aisiaD/Douievaro/Duiv.nfrnl
Per intervenire nella discussione: ferslabt6iarpnet.il
Monika Fleischmann e-mail IfTeischmanniaiqmg.dé
168
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S. BENEDETTO DEL TRONTO (AP) \LM\ Compiile,- ■mirice (rii) -51.295 PESCARA II IHuitrbi del I tnHpuler fieli) 692.349 ARPINO (FR) ilstrinlnflmtiatlcl O '>) 84.219
PURGNANO (BA) LomiZX,) Ooim-nhl, ( H") 491.1933 FOGGIA VE. 11. (1881) 720.4~ 5 CAMPOBASSO - Lem, System flN-4) *11.33» COSENZA llunU- Sufi fé*,) 413-450
SCALEA (CS, Oc,irmi Office i •'■5) 90.069 POGGIOMARINO (NA) UHI. (HI) 52H59.M ALCAMO (TP) Cori,In tufil(1021) 50~.49~
ROSOLINI (SR) Tecnicirslat l>e, II) 502110 BAGHERIA (PA) CV ,11 Corra„ Antonini, fOI) 96397(1 QUARTI! S. ELENA (CA) UH In/,.emulici ITO) H26H92
y Informatica
, e Architettura
a cura di Paolo Martegani
e Riccardo Montenegro
Architettura e Cooperazione in rete
Le risorse messe a disposizione
daU’informatica e più ancora dalla telemati¬
ca, rappresentano un mezzo per potenziare
le attività di Cooperazione con i PVS.
L'affermazione, che è valida per tutti
i settori, trova nell’ambito dell'architettura
una decisa conferma: insegnamenti mirati,
contatti a distanza, crescita dei siti www
in Internet che si interessano di queste
problematiche.
di Paolo Martegani
COOPE RAZIONE
ITALIANA
ITALIAN COOPERAI ION
PVS è un acronimo che indica i Paesi
in Via di Sviluppo. Una considerevole
parte del pianeta. L'Italia, come gli altri
Paesi industrializzati, attraverso il proprio
Ministero degli Affari Esteri partecipa,
promuove e finanzia molte iniziative con¬
dotte in collaborazione con i governi lo¬
cali. Un ambito strategico della coopera-
zione allo sviluppo è quello che riguarda
la "formazione", a tutti i livelli, ma spe¬
cialmente per quanto riguarda la "forma¬
zione dei formatori".
Informatica
e cooperazione
I computer in Angola, ma più ancora
in Mozambico rivestono un ruolo di im¬
portanza crescente. Fin dalla fondazione,
ad opera della Cooperazione Italiana, la
Facoltà di "Arquitectura e Planeamento
Fisico" di Maputo si è dotata di un Labo¬
ratorio di Tecniche Informatiche.
II numero, la potenza e i campi di ap-
170
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
Informatica e Architettura
■ TTTTTT' f? _
Hi
7ZZ ZZZZ (-•
>1
I 4 /Hl?ÌF/ / /
i CA1EUR
CASPXJR
Cantorrio pei Ir Applirariani di
Slip errale al» per Università c Rie ere a
“T
!Bii.
JussaasLi.
plicazione delle macchine sono poi au¬
mentati: disegno automatico, modella¬
zione solida, progettazione assistita, cad-
componenting, simulazione, rendering,
È ora pressante l'esigenza di conser¬
vare quanto si va elaborando nella Fa¬
coltà: i migliori lavori dei corsi, le tesi di
licengiatura, i rilievi degli edifici significa¬
tivi, le immagini grafiche, fotografiche e
video della realtà architettonica e am¬
bientale di Maputo.
Ma anche le schede tecniche sui ma¬
teriali e sui componenti disponibili, la
raccolta di leggi e norme attinenti l'edili¬
zia e quanto altro si elabora all'interno
del Centro de Desenvolvimento do Habi¬
tat e do Ambiente (CDHA). Un patrimo¬
nio che, in parte, può essere utile anche
all'esterno della Facoltà.
Se il computer può svolgere un ruolo
insostituibile per conservare tutto que¬
sto, la Rete ne estende notevolmente la
possibilità di consultazione. Da qui la na¬
scita del sito Web: Developing Countries
University Cooperation, ARCHITECTU-
RE raggiungibile in Internet all’indirizzo
|ittp://www caspur it/coop/ccoop.htrrl l
Sperimentare le risorse
Una iniziativa che sperimenta le risor¬
se della rete Nel sito sono presenti, in
progressivo accumulo, i risultati della
Cooperazione Italiana, per quanto attie¬
ne la formazione universitaria per l'archi¬
tettura a Maputo e Luanda.
Attualmente sono disponibili: banca
dati fotografica, bibliografia multimedia¬
le, cartografia, immagini di sintesi, mo¬
nografie e link. La telematica può contri¬
buire allo svolgimento dei progetti di
cooperazione in essere. Ma anche sug¬
gerire nuove forme di attività.
La sperimentazione di tecniche didatti¬
che a distanza e la collaborazione in pro¬
grammi di ricerca svolti contemporanea¬
mente in sedi fisicamente remote, sono
i prossimi obiettivi dell'iniziativa. Da per¬
seguire attraverso i collegamenti con il
CIUEM Centro Informatica Umversidade
Eduardo Mondlane. in Mozambico, e piu
recentemente con l'omologo dell'Uni¬
versità Agostinho Neto di Luanda, in An¬
gola. Nella Rete esistono altre pagine
Web che trattano dell'argomento, alcu¬
ne di esse sono raggiungibili direttamen¬
te dal sito, le altre utilizzando i motori di
ricerca.
Nel concludere è d'obbligo citare la
presenza in Internet del sito del Ministe¬
ro degli Affari Esteri, specie per quanto
riguarda il settore dei programmi degli
istituti culturali presso le ambasciate ita¬
liane all'estero.
Nella pagina a fianco: in alio, il logo della
Cooperatone Italiana
In basso, la città spontanea che Si esten¬
de a macchie d'olio a lidosso del nucleo
centrale di Luanda.
In alto, nella oagina principale del CA-
SPUP, appare 1 1 puntatore relativo alla
cooperatone universitaria per l'architet¬
tura, realizzato da alcuni docenti grazie al¬
la disponibilità ed alla collaborazione dela
direzione e del personale tecnico dello
stesso CASPUR. Nel sito sono visibili
centinaia di immagini, suddivise m caie
gotte, sulla realta ambientale ed architet¬
tonica dell'Ango'a e del Mozambico, pae¬
si con i quali I Italia ha rapporti di coope
razione per la formazione di architetti,
In basso, uno dei due cortili del grande
mercato di Pazza Kina Xijti, nell'area cen¬
trale di Luanda, Angola. È un'opera di Va¬
sco Vieira da Costa, allievo di Le Cotbu-
sier ed esponente del modernismo afri¬
cano.
Al Min Paolo Bruni Direttore Genera¬
le per la Cooperazione allo Sviluppo del
Ministero Altari Esteri, abbiamo rivolto al¬
cune domande.
In prospettiva quale ruolo potrebbe
assumere la telematica nella coopera-
ziqne?
È da qualche anno che stiamo seguen¬
do con particolare attenzione gli sviluppi
della telematica e le sue possibili applica¬
zioni nell'ambito dell'assistenza ai Paesi in
Via di Sviluppo. Già dal 1992, quando an¬
cora sugli organi di stampa non appariva¬
no quotidianamente informazioni su Inter¬
net, avevamo intuito quale formidabile
veicolo di avvicinamento tra il nord ed il
sud del mondo fossero le cosiddette
"Information Highways". Abbiamo allora
avviato con l'UNESCÓ un programma pi¬
lota destinato a costituire dei punti di ac
cesso ad Internet in oltre 15 paesi dislo¬
cati nell'intero continente africano. La si¬
tuazione nel frattempo si è evoluta, c'è un
dialogo apeno tra l'Europa ed il Mediterra¬
neo sulla Società dell'Informazione, si stu¬
diano reti satellitari per superare le diffi¬
coltà connesse allo sviluppo delle teleco¬
municazioni in Africa e noi partecipiamo
ed appoggiamo a questo dibattito e le mi¬
sure allo studio, torti della nostra espe¬
rienza e del nostro interesse in tale setto¬
re.
Qual è la situazione attuale e quali
gli sviluppi a breve?
Dal dibattito in corso un aspetto emer¬
ge con chiarezza: il problema che si pone
per quanto attiene alla partecipazione dei
PVS alla Società dell’Informazione non ri¬
guarda piu l'importanza o la priorità da ac¬
cordare a tale tematica ma è come mette¬
re le tecnologie dell’informazione al servi¬
zio dello sviluppo In questo contesto noi
ci siamo mossi, come citavo piima, av¬
viando il progetto pilota con l'UNESCÓ È
da lungo tempo, inoltre, che sosteniamo
programmi destinati ad applicare la tele¬
matica per i sistemi di "Early Warning"
per la sicurezza alimentare. Partecipiamo
inoltre al giuppo di lavoro su un progetto
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
171
Informatica e Architettura
Nel settore della formazione sono
previste sperimentazioni della didatti¬
ca a distanza ?
Il progetto COPINE, al quale ho fatto ri¬
ferimento in precedenza, prevede tra le
principali applicazioni il settore dell'educa¬
zione, Non si tratta solo di un settore di
possibile interesse ma di una specifica ri¬
chiesta avanzata da un numero considere¬
vole di paesi africani riuniti per dibattere le
Sopra, planimetria di Ma-
puto. presente nel sito
L'immagine 6 interattiva:
cliccando su un settore se
ne ottiene l'ingrandimento,
che oftre aree sensibili che
possono essere ulterior¬
mente ingrandite
E una elaborazione, in pro¬
gress, dell'architetto mo¬
zambicano Paulo Monda¬
ne
A sinistra, un suggestivo
disegno di L. Ferreira che
ben testimonia il carattere
della Odade Antiga, nel
quale sono riconoscibili
alcuni elementi ricorrenti
nell'architettura coloniale
portoghese
applicazioni telematiche nei loro paesi.
Non mi sembra peraltro che ci si debba
stupire di tale richiesta L'impiego della te¬
lematica nell'educazione e, in tale ambito,
della formazione a distanza rappresenta
un elemento di grande interesse e desti¬
nato ad assumere nei prossimi anni un
ruolo sempre più rilevante, compatibil¬
mente con la crescita dei sistemi di co¬
municazione nei PVS,
denominato COPI¬
NE e destinato ad
applicare la tecnolo¬
gia satellitare per la
medicina, per la for¬
mazione e, più in ge¬
nerale, per creare
una rete di informa¬
zioni che copra l'in¬
tera Africa.
Al disegno del
progetto partecipa¬
no oltre all'Italia nu¬
merosi paesi euro¬
pei, l'OMS, l’Agen¬
zia delle Nazioni Uni¬
te per gli Affari Spa¬
ziali di Vienna. l’A¬
genzia Spaziale Eu¬
ropea.
Esistono iniziati¬
ve analoghe al Sito
"Developing Coun-
tries University
Cooperation"?
Nell’ambito delle
iniziative promosse
dalle Organizzazioni
Non Governative
(ONG) figurano alcu¬
ne attività destinate
all'educazione allo
sviluppo.
Nel corso del
1996 le ONG hanno
avuto accesso a fi¬
nanziamenti destina¬
ti a promuovere ed a
sensibilizzare varie
fasce di popolazione sulle tematiche dello
sviluppo anche attraverso l'uso di stru¬
menti telematici.
Per quanto attiene allo specifico argo¬
mento della cooperazione universitaria,
valuto con interesse le iniziative intrapre¬
se per divulgare quanto realizzato in tale
settore e. come affermavo in preceden¬
za, lo strumento telematico mi sembra
particolarmente idoneo e suscettibile di
interessanti sviluppi.
Quali sono le azioni da intraprendere
per l'impiego delle potenzialità della
telematica nella cooperazione?
È importante una precisazione. La coo¬
perazione non è soltanto un possibile fi¬
nanziatore di progetti di sviluppo ma è an¬
che un utente che ha una grande neces¬
sità di adeguare i propri strumenti alle
evoluzioni tecnologiche.
L'uso della posta elettronica per inviare
informazioni e documenti tra le nostre
rappresentanze e gli uffici di cooperazione
all'estero e la sede centrale è di fonda-
mentale importanza per ridurre i costi ed
incrementare l'efficienza.
Ci stiamo attrezzando di conseguenza.
Planimetria de Maputo Cidade
_«_l*_c_d
172
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Architettura
Al Prof. Mario Docci Preside della Fa¬
coltà di Architettura dell'Università "La
Sapienza" di Roma e Presidente del Co¬
mitato Scientìfico per la Cooperazione
con l'Università Eduardo Mondlane. di
Maputo, Mozambico, abbiamo rivolto al¬
cune domande.
Qual è la finalità principale della
cooperazione nella formazione di ar¬
chitetti?
Una buona qualità progettuale ha una
ricaduta diretta sulla qualità della vita e la
tradizione del nostro Paese in questo
settore può fornire un contributo impor¬
tante. C'è parallelamente da considerare
che gli architetti costituiscono una com¬
ponente fondamentale per ogni società:
a maggior ragione là dove, dalla pianifi¬
cazione territoriale fino alla costruzione
degli edifici, c'è ancora moltissimo da or¬
ganizzare e da fare.
A oltre dieci anni dall'inizio di que¬
ste esperienze quali sono gli aspetti
particolarmente positivi?
La Facoltà conduce programmi di coo¬
perazione nell'ambito della formazione,
oltre che in Mozambico, anche in Ango¬
la, nell'Università Agostinho Neto di
Luanda. dove l'attività è concentrata nel¬
la fase conclusiva. E in Algeria, presso
l’EPAU di Algeri dove da molti anni è in
corso una collaborazione che prima ha
portato all'attivazione di una scuola di
post-graduazione in Urbanismo e suc¬
cessivamente ad una scuola sulla valo¬
rizzazione dei siti storici.
L'attività è ora interrotta per le note vi¬
cende: ma le risorse disponibili consen¬
tono ad alcuni studenti il completamen¬
to, in Italia, dei propri studi
Nella formazione professionale i pro¬
grammi hanno dato risultati positivi: gli
architetti sono di buon livello e trovano
immediato inserimento contribuendo a
dotare quei Paesi dei quadri di cui hanno
straordinaria necessità.
Quali le parti del programma che
necessitano di ulteriori messe a pun¬
to?
Le difficoltà maggiori sono nella for¬
mazione dei docenti. Un neo-laureato
non è pronto per svolgere il ruolo di do¬
cente. Ma la modestia degli incentivi
economici, normalmente disponibili, ren¬
de difficile mantenere all'interno dell'u-
Alfandega. veduta della sede della
dogana. Influenze europee, india¬
ne e di altre origini sono compre¬
senti e rendono Maputo una città
architettonicamente vivace e inte¬
ressante
mversità anche i giovani con predisposi¬
zione all'approfondimento.
Un problema più legato agli aspetti for¬
mativi si evidenzia nella considerazione
che un docente universitario non può es¬
sere considerato tale se prima non è un
ricercatore e quindi non è in grado di tra¬
sferire nell'attività didattica i risultati del¬
la propria ricerca.
Questo problema può essere risolto in
parte nel far passare ai giovani più pro¬
mettenti periodi, necessariamente brevi
per evitare uno estraneamento dalle loro
realtà, nei nostri dipartimenti. E parallela-
mente con l'attivazione di programmi di
ricerca in loco, dove i neo-laureati possa¬
no svolgere, sotto la guida di docenti ita¬
liani, attività scientifica Questa operazio¬
ne raggiungerebbe la doppia finalità di
arricchire l'esperienza personale dei sin¬
goli e l'ampliamento del patrimonio di
conoscenza della Istituzione.
Formare i formatori è una finalità
chiara: quale ruolo assumerà la coo¬
perazione quando questo obiettivo
sarà stato raggiunto?
Questa è una domanda da rivolgere al
Ministero degli Affari Esteri. Certo è che
avviare programmi di cooperazione che,
nel formare i quadri di un PVS, promuo¬
vano contemporaneamente la cono¬
scenza della cultura e della lingua italia¬
na, oltre che essere un'operazione sicu¬
ramente utile per il Paese destinatario,
porta ad un positivo ritorno e non solo in
termini di presenza e di immagine.
Un video sulla città di Maputo
"Nas terras de Mpfumo"
Video prodotto dal CATTID Centro per le Applicazioni della Tele¬
visione e delle Tecniche per l'Istruzione a Distanza dell'Univer¬
sità "La Sapienza" di Roma. Responsabili scientifici sono i proff
Mario Docci, Paola Coppola Pignatelli, José Forjaz; la direzione è
dell'arch. Fernando Recalde Leon: la ricerca storica e iconografi¬
ca dell'arch Luigi Corvaja. Oggetto del video è l'esame della
realtà locale. Annotazioni per una lettura della città di Maputo in
Mozambico, sorta sulle terre di un leggendario "capo" o "re" lo¬
cale:" Mpfumo”. Frutto delle attività di ricerca e di didattica con¬
dotte, nella Facoltà di Architettura della Universidade "Eduardo
Mondlane" di Maputo. da alcuni docenti nell'ambito del progetto
di cooperazione universitaria del Ministero Affari Esteri. Una ric¬
ca banca di dati reiazionabili alle problematiche sia della conser¬
vazione, del restauro e del riuso, che a quelle relative ai nuovi in¬
terventi progettuali.
Linei Corvaja - Fernando Recalde Leon
’ NÀS TERRAS DE MPFUMO"
Appunti per un* lettura lidia atto ili Munite m Miuanbfii*
MCmicrocomputer n, 174 - maggio 1997
173
Informatica e Architettura
Un riuso a Venezia:
tecnologia avanzata e storia
A Venezia l'Università Ca’ Foscari
ha realizzato, restaurando l'edificio della ex
chiesa di Santa Margherita (già trasformata
in cinema-teatro), una struttura polivalente
e ad alta tecnologia al servizio della cultura
e della città.
di Lucia Fabi
Comincia da molto lontano la storia di
uno spazio che oggi, oltre a presentarsi
come un significativo esempio di recu¬
pero e di riqualificazione edilizia, costitui¬
sce anche una delle più attrezzate e mo¬
derne strutture per incontri, convegni e
spettacoli esistenti a Venezia.
La chiesa di Santa Margherita fu con¬
sacrata nell'anno 853, ma non si hanno
che poche notizie sulla tipologia e sulla
sua consistenza edilizia originaria, né so¬
no note le trasformazioni subite nei suoi
primi secoli di vita: a partire dal X dove¬
vano anche esservi una cupola ed un'ab¬
side ricoperta di mosaici d'oro di ascen¬
denza bizantina, mentre più tardi, nel
1500, la pianta di Jacopo de Barbari la
raffigura come un classico edificio a tre
navate affiancato da una possente torre
campanaria.
Da chiesa a teatro
Agli inizi del XVII secolo, secondo
quanto riportano le fonti, l'antica struttu¬
ra si presentava ormai però tanto caden¬
te da doverne disporre la totale ricostru¬
zione, completata intorno al 1650. Il nuo¬
vo edificio, ad una sola navata, contrap¬
poneva alla umile sobrietà dell'esterno
un'interno sfarzosamente arricchito di al¬
tari. decorazioni ed opere d’arte. Nel
1697 il pittore Antonio Zanchi realizzò sul
soffitto della chiesa uno splendido affre¬
sco. rappresentante il martirio di Santa
Margherita di Antiochia e caratterizzato
da un vertiginoso
impianto prospetti¬
co dal basso verso
l'alto e da una resa
figurativa ariosa¬
mente scenografi¬
ca
Nel 1810. a se¬
guito dei decreti
napoleonici, la
chiesa fu sconsa¬
crata e da allora l'e¬
dificio. rimosso e
disperso, nel tem¬
po, il ricchissimo
arredo, ha subito sorti alterne deposito
di tabacchi, luogo di culto della Comu¬
nità Evangelica, sala delle assemblee
della Camera del Lavoro, fino ad essere
trasformato, nei primi anni del nostro se¬
colo, in un cinema-teatro. A questo sco¬
po lo spazio fu drasticamente rimodella¬
to: il palcoscenico ricavato dal taglio del
presbiterio e la platea delimitata erigen¬
do tre ordini di logge sovrapposte lungo
le pareti longitudinali e di fronte alla ori¬
ginaria parete di ingresso, per creare un
foyer ed altri spazi di servizio La sala fu
inoltre controsoffittata, per coprire l'af¬
fresco, mentre statue in gesso, colonni¬
ne in stucco e decorazioni varie vennero
profuse, quasi a voler attribuire una nuo¬
va sacralità al secondo locale da spetta¬
colo che si apriva a Venezia, nel 1908, e
dal nome particolarmente roboante:
"Sociale Arte e Cultura"
Divenuto poi più semplicemente "Sala
Santa Margherita" e subiti ancora rima¬
neggiamenti e manomissioni, svolse la
sua utile ed onesta funzione fino alla
chiusura, alla fine degli anni ‘70.
Il restauro
Ne è seguito un nuovo periodo di ab¬
bandono e di degrado, terminato nel
1986. allorché l'Università Ca' Foscari di
Venezia ha acquisito l'immobile e lo ha
sottoposto ad una esemplare e radicale
opera di restauro, affidando all'arch. Lu¬
ciano Gemm il progetto del ripristino e
conservazione delle antiche strutture e
della dotazione tecnologica ed impianti¬
stica necessaria alia sua nuova destina¬
zione d’uso.
Sopra, dalla famosa
veduta disegnata da
Jacopo de Baroari l'a¬
spetto di Venezia nel
1500 la chiesa di
Santa Margherita è al
centro, tra il campo
omonimo e il rio di
Ca’ Foscari.
A destra, la cabina di
regia con la console di
comando e i monitor
del sistema di ripresa
televisiva
174
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Informatica e Architettura
I lavori, eseguiti e
coordinati dalla dit¬
ta Decima di Pado¬
va, con la supervi¬
sione della Divisio¬
ne Servizi Tecnici
dell'Università so¬
no ormai completa¬
ti e la ex chiesa
Santa Margherita è
divenuta una
"macchina" par la
cultura e lo spetta¬
colo tra le più sofi¬
sticate di quelle
esistenti a Venezia,
dotata di tutte le
più moderne appa¬
recchiature e dei
migliori equipaggia¬
menti tecnici necessari allo svolgimento
delle attività previste: da Aula Magna
universitaria a Centro Congressi o spa¬
zio disponibile e attrezzato per dibattiti,
spettacoli, proiezioni e concerti...
Particolarmente innovativa, perché de¬
terminata dalla necessità, sempre più av¬
vertita, di trasmettere in videoconferen-
za o documentare gli eventi, oltre che
dalla volontà di favorire una loro effettiva
interattività con il pubblico presente in
sala, la adozione di un sofisticato siste-
Sopra, vista dell'inter¬
no della sala la platea
ed il primo ordine del¬
le balconate
A destra, particolare
di una delle postazioni
dì ripresa laterali
Sotto, pianta alla Quo¬
ta del foyer e della
platea e pianta alla
quota della prima bal¬
conata. In evidenza il
posizionamento delle
postazioni di ripresa
televisiva a circuito
chiuso Ipunti I, 2, 3,
Al e della cabina di
controllo e regia (pun¬
to 5)
Il sistema di ripresa
televisiva
ma di ripresa televi¬
siva, programmabile
e controllato a di¬
stanza.
La cabina di coman¬
do di tutte le appa¬
recchiature e di re¬
gia degli eventi è si¬
tuata di fronte al pal¬
coscenico, all'altez¬
za della prima balco¬
nata.
Nonostante la quan¬
tità e la complessità
degli apparati in fun¬
zione, che ne fanno
un vero e proprio cervello tecnologico
dal quale si dipartono tutti i segnali di co¬
mando ed al quale affluiscono tutti i
feed-back, è organizzata in modo estre¬
mamente razionale, ed è dotata di una
amichevole interfaccia utente della ame¬
ricana AMX, un cui terminale è anche
presente sul palco, ad eventuale disposi¬
zione degli oratori o degli animatori degli
eventi.
Un nuovo spazio
per la cultura
Numerose ed importanti sono già sta¬
te le attività di carattere culturale che
hanno avuto luogo nella nuova "Sala
Santa Margherita": concerti, proiezioni
di cicli di film, incontri pubblici e privati,
un convegno su "Matematica e Arte"
promosso dall'Università. C'è da sperare
vivamente che questa lodevole operazio¬
ne costituisca uno stimolo affinché sem¬
pre più numerose Istituzioni culturali co¬
niugando opportunamente le proprie
funzioni con altre, complementari e rivol¬
te ad un più ampio bacino di utenza, tro¬
vino la volontà e la forza di scendere in
campo per il recupero e la valorizzazione
di siti ed edifici storici che in Italia pre¬
sentano, purtroppo, un incerto destino.
Il sistema di ripresa televisiva presente
nella "Sala Santa Margherita" è costitui¬
to da quattro telecamere Sony DXC 930
con ottiche motorizzate Canon VH
13x7,5 e YH 17x 7, montate su testate
brandeggiabili di tipo QUASAR 2, coman¬
date da una console sulla quale sono
presenti tutti i necessari trasduttori, i ta¬
sti per il dialogo con il sistema, la gestio¬
ne delle memorie e le spie di funziona¬
mento I segnali di controllo, che di nor¬
ma viaggiano su una seriale RS 422, pos¬
sono essere anche inviati per mezzo di
un modem, da qualunque distanza. Ogni
testata può memorizzare fino a 60 inqua¬
drature (posizione di Pan, Tilt, fuoco e
zoom), le quali possono essere raggiun¬
te, con il movimento prescelto dall'ope¬
ratore e
con assolu¬
ta precisio¬
ne. un nu¬
mero infini¬
to di volte.
Connetten¬
do la con¬
sole a un
computer,
per mezzo
di una se¬
riale RS
232, può
essere ot¬
tenuta una
significati¬
va espansione delle potenzialità del si¬
stema: aumento del numero delle in¬
quadrature memorizzabili, gestione de¬
gli indici delle memorie in forma di
"iconogrammi", "mappatura" dello
spazio della ripresa per l'autoregolazio¬
ne del fuoco in sincrono con gli sposta¬
menti della testata, puntamento rapido
effettuato per mezzo del mouse, della
tavoletta grafica o di un toutch screen.
Come tutti gli altri apparati tecnologici,
anche all'impianto di ripresa televisiva
possono essere inviati comandi dal si¬
stema AMX, per scegliere delle macro,
ovvero dei particolari assetti dell'intero
sistema, o per comandare le singole
testate
Il sistema è stato realizzato dalla Mo-
veCam and Control (con sede a Sas¬
soferrato e ufficio a Roma: telefono
06/68804264, fax 06/6832635), una
azienda di formazione recente, ma nel¬
la quale sono confluite tutta una serie
di esperienze maturate nel settore del¬
la movimentazione e del controllo di
telecamere, in ambienti sia broadcast
che professionali: realizzazioni per
grandi studi televisivi, per eventi spor¬
tivi di particolare rilevanza, per struttu¬
re quali l'Auditorium Giovanni Agnelli
del Lingotto, le sale convegni della Fie¬
ra di Roma, ecc
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
175
coordinamento di Andrea de Prisco
Le mele maturano
e divengono meloni!
Marzo 1984, tempo di primavera. Arriva¬
no le rondini e cominciano a vedersi i
PC IBM non più come oggetti di oscuro
desiderio, ma a disposizione di chi ha da¬
naro sonante in tasca. La Bit Computers
di Roma offre nel suo catalogo tre marchi
di assoluto prestigio. Hewlett-Packard. Ap¬
ple e, appunto, Big Blue (come dire mettere
insieme diavolo e acqua santa). La società ri¬
corda che queste tre macchine praticamente
coprono il 70% del totale del mercato, forse
con un po' di esagerazione, ma mai pensando
quanto lontana possa essere dal vero, per di¬
fetto, questa previsione. E, per buona aggiunta,
la stessa offre tutti i modelli di Commodore e
Sinclair.
Digital continua a promuovere il suo CP/M (insie¬
me al Cuncurrent), ma. conscia del vento che tira,
offre il suo package grafico GXS anche in ambien¬
te DOS. Ma il colpaccio è rappresentato dalla pre¬
sentazione, da parte di sir Sinclair, di una macchi¬
na rivoluzionaria e, per certi versi, ancora oggi at¬
tuale, il QL, che, ancora per qualche intimo, è
chiamato ZX84
QL, acronimo di Quantum Leap, più o meno
"balzo in avanti", ha veramente di che ador¬
narsi di prestigio. Abbandonati i processori
storici adotta un potente Motorola 68008.
con architettura interna a 32 bit (purtroppo
dotato di un bus dati a soli 8 bit; ma cosa
volete per circa 400 sterline?); la cosa fa
scalpore perché, con questo cuore pul¬
sante, la memoria indirizzarle sale a
ben 640 k (standard ci sono disponibili
128 k); la ROM occupa 32 kbyte. e contiene
sia sistema operativo che BASIC, anzi SuperBasic.
come viene ufficialmente chiamato. Ma avremo
modo di parlarne diffusamente in occasione della
prova
Maurizio Bergami apre una vistosa rubrica dedicata
ai giochi che, in confronto ai prodotti di oggi, anche
freeware, stanno come un panino con la mortadella
sta ad un'anatra all'arancia; ciononostante Maurizio
riesce a riempire due pagine con ogni gioco. Grafica
a puntini, anzi a mattoni, e striduli suoni degli alto-
parlanti interni fanno sognare avventure spaziali e
discese nel Maelstrom; ma si vive anche di questo.
Il piatto forte del fascicolo è dedicato al piu grande
computer di tutti i tempi (non sparate al macintoshi-
sta!); è arrivato il melone, il superApple che stravol¬
gerà del tutto il metodo d'uso delle macchine e le
interfacce con l'utenza. Per la verità non si tratta di
una vera novità; già il Lisa, macchina nata sotto una
cattiva stella, adottava una interfaccia grafica con
tanto di mouse Ma, mente di nuovo sotto il sole, il
tutto è ereditato da una interfaccia della Xerox di
qualche tempo prima, che non fu mai sviluppata pie¬
namente e che non ebbe alcuna ricaduta sul merca¬
to, La prova è affidata, manco a dirlo, a Corrado Giu-
stozzi, che cosi si pronuncia, ascoltate senza sorri¬
dere: "Il Mac è decisamente un oggetto dalla tec¬
nologia molto avanzata. Dotato di un Motorola
68000 funzionante a 7,83 MHz ( quando i numeri so¬
no piccoli non si trascurano neppure i decimali;
n.d.r. I, di un particolare microfloppy da 3.5” a velo¬
cità variabile, che su una singola faccia è capace di
contenere 400K ( ricordo che la misura, in un mondo
in cui tutto era potenza di 2, fece inorridire, n.d.r.)
con un firmware potentissimo per la gestione, tra
l'altro, del mouse e delle finestre, ci appare notevol¬
mente lontano dal tradizionale personal computer"
Corrado si diverte a narrare, tra il serio e il faceto,
dell'aspetto e dei colon della macchina, del mouse
che propone, con un occhio alla purezza, di chiama¬
re "topo", A proposito di esso, vale la pena di nota¬
re che è definito come qualcosa che "conferisce al
tutto un aspetto stravagante, che incuriosisce an¬
che l'osservatore distratto" Notevole anche la ta¬
stiera, piccola e poco ingombrante, legata al cubotto
da un cavetto "telefonico". La filosofia di utilizzo,
ovviamente, per i tempi, è più che rivoluzionaria,
tanto per usare ancora una volta una espressione di
Corrado, "filosofica" Ovviamente siamo ancora al
primo modello, dotato di "soli" 128 k di RAM, che
diverranno subito 512, con boot da dischetto e con il
corredo, incredibile per i tempi, di due software.
MacWrite e MacPaint, che in altri ambienti costano
fior di soldini, se non ci si vuole limitare al solito edi¬
tor di linea. E. proprio in questi ambienti di lavoro,
meraviglia la potenza del refreshing dello schermo,
la possibilità di posizionare e ridimensionare le fine¬
stre sullo schermo (che. potenza dei tempi, posso¬
no essere addirittura otto!), e la disponibilità, in li¬
nea, di aggeggici come calcolatrice, un blocchetto
notes, un controller dello schermo e un gioco del 15
di quelli che si trovavano una volta nelle fiere e nel¬
le feste del patrono. E, manco a dirlo, la cosa che
desta più curiosità è il cestino, di cui sono sicuro
nessuno immagina l'uso e il significato. E questa
meraviglia costa tra i 5 e i 6 milioni, e può essere
corredato da una serie di applicativi piuttosto inte¬
ressanti, Multiplan (una specie di Excel) e Multi¬
ci Raffaello De Masi
176
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
(AITPITFMIPl)
re; si tratta dello Spectravideo SV-328, e
dell'Acorn Electron, che, almeno oltre
Manica, rappresenta un degno avversa¬
rio del più famoso Spectrum. Il primo è
importante, in quanto è la prima macchi¬
na storica ad aver introdotto lo standard
MSX (cui aderiranno numerosi e ben no¬
ti costruttori, tra cui Canon, Toshiba,
Sony, Yamaha). La tastiera è degna di
macchine di più alto lignaggio, ma, su¬
perata questa, il computer è già finito,
vale a dire che sotto i tasti sono nascosti
tutto il cuore e le interfacce. Ambedue
sono basati sull'inossidabile Z80, e vi¬
vranno una sola estate felice.
Il pezzo forte è senza dubbio l'Apricot
ACT, si tratta di una macchina moderna,
Chart, MacDraw e MacProject (prodotti
direttamente dalla Apple, che poco dopo
fonderà la Claris e ad essa li licenzierà), e
gli immancabili linguaggi: un rivoluziona¬
rio BASIC Microsoft senza numeri di li¬
nea. e un curioso Pascal interpretato,
che è anche ambiente di sviluppo della
Apple stessa. Apple preannuncia che
per la fine dell'84 ci saranno disponibili
almeno 500 pacchetti diversi; una volta
tanto non si andrà lontani dal vero.
La macchina si può interfacciare solo
con una stampante originale Apple, la
Imagewriter, pesantissima ma estrema-
mente robusta, anche se sferragliante
come un tender, che riesce a riprodurre
su carta tutto quanto presente a scher¬
mo, ivi compresi i rivoluzionari font sca¬
labili. Anche il prezzo di questa periferica
non scherza, circa tre volte quello di una
stampante standard a 80 colonne. Ma
c'è la soddisfazione di ritrovare, all'inter¬
no della carrozzeria del computer, le fir¬
me del team di progettazione del "melo¬
ne".
A confronto con questa prova le altre
sembrano impallidire; ecco quindi prova¬
to e recensito un ennesimo "Micro Co¬
lor Computer" della TRS a far concorren¬
za più o meno degna alle macchinette
delle puntate precedenti. Solita interfac-
ciatura con televisore e registratore a
cassette. In tema di periferiche, invece,
interessante la presentazione dei micro¬
drive Sinclair, unità di memoria di massa
della grandezza di una scatoletta di mi¬
nerva; basati su un minuscolo nastro
magnetico ad anello, lungo circa 5 metri,
diverranno poi standard sull'incipiente
QL; possono essere collegati in sene fi¬
no a 8 elementi, e ogni microdrive è au-
toconfigurante per il suo indirizzo. Curio¬
so il consiglio fornito con le microcasset-
Eccolo Qua il 'melo¬
ne' è ormai realtà an¬
che in Italia. Con soli
128 K di RAM e
un ‘appendice a forma
di topo cambiò il de¬
stino dell'informatica
personale
ZX mie roda ve: un
gioiello di miniaturizza¬
zione tecnologica... al
servizio idei sudditi) di
Sua Maestà.
te; viene suggerito
di formattare, al
primo utilizzo, la
microcassetta più
di una volta; in
questo modo la
sua capacità (circa
90 K) aumenta
ogni volta legger¬
mente.
Ohilà, ecco un
word processor in
piena regola per
Commodore 64,
l'Easy Script della
casa madre. Defi¬
nito pomposamente dalla casa di Norri-
ston "uno dei più potenti wp disponibili
per qualsiasi microcomputer" eguaglia,
effettivamente, prestazioni viste su pac¬
chetti per macchine ben più potenti (leg¬
gi Wordstar e simili). Costa solo qualche
diecina di migliaia di lire. Usanze dei
tempi che furono, ecco una ennesima ri¬
visitazione, della Torre di Hanoi, questa
volta implementata in un dimenticato
CYBERLogo. Francesco Petroni insegna
i primi segreti delle tavolette grafiche
(una Watanabe), e poi, a tutta forza, pa¬
gine piene zeppe di sorgenti BASIC in
tutte le salse e per tutte le esigenze; uno
per tutti, ecco la simulazione di un esa¬
me di guida per lo Sharp 1211 ; o, maga¬
ri. in SOA, l'estrazione di radici in multi¬
pla precisione.
Apricot, una grande
occasione mancata
Il numero 29, aprile, offre due altri esem¬
plari delle scatolette da ottocentomila li-
Quanti ricorOano l'Oliveth M21 ? Forse n pochi, era
la versione portatile del più noto M24
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
177
L’ACT Apncot, oltre ad avere un'estetica particolarmente curata, si richiudeva su se stesso agevolandone il
trasporto Era un desktop, portatileI
( ALTRI TFMPl)
di altissima qualità, relativamente poco
costosa, basata su una architettura mul-
tiprocessore e dotata, di serie, di ben tre
sistemi operativi (MS/DOS, CP/M 86 e
Cuncurrent) e di una serie di applicativi di
tutto rispetto. Corrado, non sempre pro¬
digo di lodi, lo definisce una delle più in¬
teressanti novità degli ultimi tempi.
Avanzatissimo nella progettazione e nel¬
l'uso delle più moderne tecnologie Ila ta¬
stiera, addirittura, incorpora un orologio a
cristalli liquidi) si evolverà, in questa dire¬
zione, rapidamente (i modelli successivi
aboliranno, ad esempio, tutti i collega-
menti attraverso filo delle periferiche);
tastiera, mouse (ne è provvisto), stam¬
panti saranno legate all'unità centrale da
collegamenti in infrarosso, affidabili e
ben efficienti fino alla distanza di tre o
quattro metri. I drive sono ovviamente
quelli da 3 1/2", e la memoria RAM è
ben 256 K. L'unità centrale è tanto pic¬
cola da poter esse¬
re trasportata in
una valigetta venti-
quattr'ore, ma non
ce n’è bisogno, vi¬
sto che l'Apricot,
con un sapiente
gioco di sportellini
degno di una Bat-
Mobile, si trasfor¬
ma esso stesso in
una valigetta. Man
co a dirlo, il rullo
compressore IBM
farà immediata giu¬
stizia anche di que¬
sto.
Maurizio Bergami
scova una interfac¬
cia vocale per
Spectrum, che par¬
la con voce metalli¬
ca solo con allofoni
inglesi, mentre Vai-
ter Di Dio ingaggia
battaglie spaziali
Il Casio FP- 1 100 era un personal computer ’a strati' Al pian terreno l'unità cen¬
trale, al primo piano le due meccaniche floppy disk Tastiera formato terrazzo
con vista sul monitor
con un |oystick per Commodore adattato
a un Apple 11, e un ponderoso editor per
Applesoft. Potenza della tecnologia,
Tommaso Pantuso insegna a costruire
un combinatore telefonico gestito da un
VIC 20, e poi Frogger, Invaders, labirinti
a tre dimensioni, studio delle funzioni in
SOA, e chi più ne ha più ne metta. Il nu¬
mero 30, ancora, accanto all'immancabi
le pezzo da ottocento (un oscuro ORIC-1
formato tavoletta di cioccolata) offre due
ghiotte novità, il Casio FP-1100 di classe
appena appena superiore, e un pregevo¬
le Philips P-2000C, che merita qualche
parola in più.
Macchina della classe 'portatile con
qualche sforzo", leggi Osborne, è una
vera macchina completa, con tanto di
monitor integrato a fosfori verdi, tastiera
separata che funge da coperchio, tracol¬
la di trasporto (la maniglia non serve vi¬
sto che pare fatto di piombo!). Basato
ancora una volta su LUI, lo Z80, offre di
178
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Da MC n 30 /Maggio 19841: 'La caratteristica principale del P2000C è la pona-
bililà; all'interno del mobile che lo ospita sono infarti alloggiati anche un monitor
e due capaci floppy disk II risultato è un sistema autosufficiente, che per fun¬
zionare richiede solo il collegamento del cavo di alimentazione alla presa di rete'
Che tempi, che tempiiII
Calibi tfmpO
Tra i due litiganti, il terzo, soccombe L One I Ichi era costui?l fu un antagoni¬
sta in terra tì oltre Manica del Sinclair ZX-Spectrum. acerrimo nemico a sua voi
ta dell’onnipresente Commodore Vic-20
serie il CP/M in versione 2.2, il Word-
Star e il CalcStar (ennesima versione di
Visicalc in salsa tartara) e addirittura, vo¬
lendo, un disco rigido dalla stratosferica
capacità di 10 Mb, che insieme alla
espansione a 256 mega di RAM fa lievi-
tronica Emiliana,
una società di Mo¬
dena, presenta una
stampantina forma¬
to mattone capace
di 40 caratteri per riga, che permette di
stampare due copie di cui una si avvol¬
ge automaticamente all'interno della pe¬
riferica, e di una curiosa chiusura a chia¬
vetta
Volete progettare un circuito automobili¬
stico con tanto di specifiche riguardanti il
raggio delle curve e i raccordi? France¬
sco Petroni vi insegna a farlo, con un Ca¬
sio FP200 e una serie di formule rubate
alla sezione progetti del Nurburgring o di
Brands Hatch. Rubando il mestiere a
Pavlov, Valter Di Dio ci spiega come fan¬
no gli asini (quelli della famiglia degli
equini!) a contare fino a dieci, e Fabio
Schiattarella ci insegna il gioco Babilonia,
forse con riferimento alla immensa pagi¬
na di listato scritta in corpo 2. Con PC-
1500 invece andiamo sul serio (calcolo
dei limiti di una funzione F(X) e calcolo
dell’impedenza di un circuito), e Alberto
Marchesini usa il sistema operativo alge¬
brico come meridiana.
Basta cosi; come al solito qualche curio¬
sità; forse prevedendo il gramo futuro,
Casio comincia a regalare software sulle
sue macchine, Olivetti comincia a ren¬
dersi conto del vicolo cieco in cui si è
cacciata col suo M20 presentando un or¬
todosso M24 e un gradevole M21, un
lettore di Sora cerca ragazzi e (soprattut¬
to) ragazze fanatici del VIC20 (bravo lui!),
un hobbista comprerebbe "tasti (proprio
cosi; n.d.r.) usati di macchine in disuso ”,
uno studente di Roma, a prezzi conve¬
nienti, offre lezioni di BASIC, Cobol.
FORTRAN, ma anche, più vicino alla
realtà, sistemi di totocalcio, astrologia, e,
proprio per chi non è interessato ad al¬
tro. lezioni private di matematica per le
scuole medie e superiori. E una signora
di Donnini traduce, a prezzi modici, ma¬
nuali in inglese Ci risentiamo nel prossi¬
mo numero.
tare il prezzo a oltre otto milioncini. Elet-
Cosa accadeva nel marzo 1984?
Guerra Iran-lraq; un ispiratore ideologico, Khomeini, un grande generale, Zahirnejad. Gli
eserciti di Teheran stravincono (ancora per quanto?) e gli iraniani protestano indifferente¬
mente contro Stati Uniti e Unione Sovietica
In televisione scoppia il caso Carré, che arraffa (perdonate il gioco di parole) alcuni miliardi-
m alla Rai, con tanto di Andrea Barbato che, per buona misura, la definisce ''impagabile"
Oggi i miliardi di Berlusconi non impressionano più nessuno.
Infuria ancora la guerra fredda; Robert Close, sulle pagine di Panorama, calcola che lungo
la cortina di ferro c'è schierato, in media, un soldato ogni cento metri. Sempre sulle pagine
della stessa rivista, ecco la notizia definitiva!, scoperto che il ''monoxidil", un medicinale
contro l’ipertensione, spalmato pazientemente sulla pelata ogni giorno, farà ricrescere, an¬
che a Kojak, chiome fluenti. Quante boccette ne ho comprate, e, oggi, ogni mattina, conto
i superstiti del campo di battaglia (tanto che sto pensando di comprarmi una kefiahl)
Dal 26 del mese di marzo i missili di Comiso, con buona pace dei pacifisti, divengono ope¬
rativi; ma non gliene frega nulla a nessuno! A Berlino, con tre anni di anticipo, viene nomi¬
nata la commissione che preparerà un grandissimo spettacolo per le celebrazioni dei 750
anni dalla fondazione della città. Lo spettacolo piu importante sarà realizzato nell'ampia
area deserta a ridosso del famigerato muro. Nei cinema scoppia il fenomeno "Voglia di Te¬
nerezza", vero Guinness della lacrima facile, che farà in un colpo rinverdire i fasti di film da
salvagente, come "All'ovest niente di nuovo", "Il cammino della speranza", "Furore",
"Piccolo Lord", "Incompreso", "Luci della ribalta”, e compagnia cantante, anzi piangente.
Eros Macchi lascia la Rai, lanciando accuse pesantissime. Approvata la legge che prevede
ia mutuabilità delle spese per il cambio di sesso (chissà quanti ne hanno approfittato?) e
sulla Germania cominciano a soffiare venti di scandali legati a corruzione e malcostume.
Paul Voung, con il suo "Love of thè common people", trionfa nelle classifiche discografi¬
che, e una spedizione keniota-americana trova, vicino al lago di Benngo. alcuni resti dell'o¬
minide più antico finora sconosciuto, ennesimo definitivo anello mancante della catena
Duccio Tessati tenta di trasferire sullo schermo la figura di Tex Willer, affidata, dopo il ri¬
fiuto di Giuliano Gemma, a Patrick Wayne. figlio di John, c'ne si farà meglio conoscere suc¬
cessivamente come protagonista di soap-opera; sarà un fiasco
Proprio al finire di maggio viene presentata "La storia Infinita", che costerà 40 miliardi e re¬
sterà il più costoso film tedesco di tutti i tempi. Il Brasile evidenzia un crack finanziario spa¬
ventoso e nuove ricerche scoprono che i ceppi dell'AIDS sono due Mosca dice no alle
Olimpiadi, e Bob Dylan tenta di rinverdire vecchi fasti con una tournée in Italia.
E per finire una curiosità. A Milano si costituisce una associazione di pedoni contro le auto
che salgono sui marciapiedi. La pena inflitta al trasgressore non è il taglio delle gomme
(magari!), ma un adesivo estremamente tenace e appiccicoso che i "cattivi" si ritroveran¬
no sul parabrezza.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
179
E' primavera inoltrata, però
fuori piove. Così ho deciso di
trascorrere la domenica con
voi, pregiatissimi e affeziona¬
ti lettori di Playworld. Sono
negli studios di Simulmondo
e non c'è nessuno, ovvia¬
mente.
Al piano di sopra ho acce¬
so una radio (dopo aver pro¬
vato ad usare quelle di
Internet...) per seguire,
quando le orecchie si con¬
netteranno, le partite di cal¬
cio del campionato. La voce
dei radiocronisti mi giunge
abbastanza lontana e non
infastidisce la mia concen¬
trazione. cosi posso pensare
con calma all'argomento di
cui volevo parlarvi questo
mese nel mio spazietto dei
commenti II tema è: il lin-
uaggio dei videogame
omincio.
Nel 1971 sono nati i video¬
giochi e sono stati il primo
prodotto di massa generato
dal microchip (che era stato
inventato da pochissimo
anche lui e da un italiano.
Federico Faggin..).
L'inventore dei videogìo-
chi, ma dovreste già saperlo,
si chiamava Nolan Bushnell,
e la sua creatura Pong.
Un'intuizione geniale, perché
in poche immagini grafiche
(due bacchette di pixel bian¬
chi per le racchette e un
cubetto per la pallina...) e in
pochissimi suoni digitali
(poooooong! ! !) aveva già
messo assieme gli elementi
fondamentali del linguaggio
interattivo e simulante. Già,
perché la cosa assai magica
era che queste bacchette
(racchette) potevano colpire
e passarsi il cubetto (pallina)
simulando un rudimentale,
ma efficacissimo, Ping Pong.
Un contatore fissava il pun¬
teggio e dava inizio e fine
alla partita e si poteva anche
giocare da soli, in una moda¬
lità che poi sarebbe stata
moltissime volte imitata in
migliaia di videogame. Il lin¬
guaggio (l'mterattività simu¬
lante e grafica) e questo pro¬
dotto (il videogame) avrebbe¬
ro costituito negli anni il pro¬
pellente essenziale di tutte
le macchine (hardware) e di
tutti i programmi (software)
che avrebbero di lì a poco
circolato negli home e perso¬
nal computer. Senza i video-
giochi, il linguaggio, le tecni¬
che. il pubblico e il mercato
del digitale non si sarebbero
sviluppati cosi in fretta e di
certo sarebbero stati molto
diversi,
Venticinque anni dopo a
che punto siamo con la
costruzione del simulmondo.
del digitai world e che ruolo
hanno ancora i videogiochi?
La frontiera si è spostata
molte volte da quel 1971.
Dalle sale giochi, alla televi¬
sione (le console), dagli
nome computer ai CD-ROM
e a Internet. E i siti che sem¬
brano videogiochi sono nella
top 100 di Internet e il lin¬
guaggio e le tecniche di pro¬
duzione dei videogame sono
alla base delle zone piu inno¬
vative della Web (The
Palace, Firefly, Alpha
World ).
Ecco perché studiare la
storia del linguaggio, delle
tecniche di produzione, l'e¬
voluzione del pubblico e del
mercato dei videogiochi è
cosi vitale per capire il passa¬
to, il presente e il futuro dei
new media digitali
E poi sono cosi diverten¬
ti!!!
InterNet People 3
AVOCADO MEMORIES
North Lincoln Street, Burbank, California 91506 Http://wwwgeoci-
ties.com/Heartland/3452/mdex.himl
Che cosa sono le "Avocado Memories"? E'
la mia collezione di foto di famiglia che
documentano i cambiamenti che abbiamo
inflitto alla nostra piccola e povera casa di
Burbank, in California, durante il periodo che
va dal 1966 al 1980 Le ho chiamate cosi
perche il colore "avocado" era, per qualche
strana ragione, quello prevalente nel gradi¬
mento dei miei genitori
Molti mi hanno chiesto come mai mi sia
venuto in mente di fare delle foto dell'inter¬
no della nostra casa mentre stavo crescen¬
do. Quello che posso rispondere è che
sapevo che un giorno mi sarebbe piaciuto tornare con la memoria
al luogo dove sono venuto su Ora potete farlo anche voi.
Dedico questa page a: Mr. and Mrs Wesley H. Clark li miei genitoriI
Questa piccola collezione di foto e di testi (la versione completa
con tutte le incredibili foto potete trovarla all'indirizzo Web nel tito¬
lo nota di Carlà) è sostanzialmente la storia dei fallimenti dei miei
genitori come arredatori II punto è che sebbene essi siano entram¬
bi nati e cresciuti a Est. hanno velocemente adottato lo stile califor¬
niano del dopoguerra e sono essi stessi diventati californiani, cioè
residenti di uno stato dove il gusto non è assolutamente necessa¬
rio! Guardando queste foto potreste
avere l'impressione che i miei genitori
fossero dentro la definizione di
"working class". A dirla tutta si potreb¬
be invece collocarli nello stile di vita pre¬
valente nella California del Sud: con il
suo duro lavoro la mia famiglia e diven¬
tata relativamente benestante nel boom
di Los Angeles e della sua economia, e
con i soldi hanno potuto comprare i sim¬
boli del benessere della vita americana
e moderna del dopoguerra (quelli
descritti cosi bene da Hanna e Barbera
negli "Antenati" altra nota di Carlà)
una piscina, molte generazioni di barbe¬
cue, un inceneritore, molti televisori, e una processione senza fine
di mobili e soprammobili orrendi e cheap.
lo so che i miei genitori mi amavano e avevano fiducia in me Forse
anche troppo. Cosi io sono vissuto felice
in mezzo a questi oggetti e in quella
casa, imparando e assimilando il loro
"gusto" E li voglio ringraziare moltissi¬
mo per questo anche se non potro fare
mai l’arredatore.
(wclarKigpioneer.usoto.aoM
MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997
I /
Titolo: Krush KitI ’Nd destroy
Autore Beam Software
IAustraliaI
Casa: Electronic Arts (Usai
Format: Pc Cdrom
Giud.
Krush Kill and Destroy non
riesce a buttar giù Command
& Conquer dal suo trono di
supremo wargame in reai
time, ma certo è una sorpre¬
sa da non trascurare in que¬
sto effervescente mondo
della strategia di guerra a
metà del 1997. E che poi
venga dalla terra dei canguri
non pud non sorprendere
ancora di più. E nelle prossi¬
me righe saprete perché.
Lo scenario di riferimento
è abbastanza consueto, una
pioggia radioattiva e di guer¬
ra ha ricoperto il pianeta. I
pochi che hanno deciso di
non cercare rifugio sottoterra
sono rimasti esposti per
troppo tempo alle radiazioni
con il risultato di divenire
mutanti, anzi Evolved, come
" J * '
loro stessi si sono ribattezza¬
ti. La colpa della distruzione
dell’umanità deve essere
fatta risalire alla decisione
terribile di
Scourge, una
divinità assai
carognesca,
decisa a farla
pagare agli
umani per il
loro riprove¬
vole compor¬
tamento.
60 anni do¬
po, appena il
livello delle
radiazioni è
diventato
sopportabi¬
le,gli umani
sopravvissuti
stanno riemergendo dai sot¬
terranei e sono pronti a scon¬
trarsi con gli Evolved in una
cruenta guerra di cui noi
saremo protagonisti.
KKND è un wargame in
reai time simile a Command
& Conquer e a Warcraft 2: il
giocatore può scegliersi il
punto di vista da cui combat¬
tere e ricevere una serie di
missioni di difficoltà progres¬
siva. Un breve video dà indi¬
cazioni su quello che sta per
accadere, indicando quali
sono gli obiettivi da raggiun¬
gere e le altre caratteristiche
della battaglia. La novità di
KKND è che non si prende
troppo sul serio e inietta una
buona dose di salutare ironia
in questo genere di rpg che
si sta facendo progressiva¬
mente troppo serioso e affol¬
lato. KKND è probabilmente
il migliore tra questi rpg,
almeno tra quelli sotto DOS,
e funziona in 640x480 con
un ottimo dettaglio sia del
Index
d eccoci pronti al decollo anche in questo prodigioso mese di giugno, in mezzo
ad esami, impegni vari, miraggi estivi e desideri interattivi.
Cominciamo con il terzo personaggio di Internet People, in apparenza una storia diver¬
tente di quelle che non è raro estrarre dalla Rete; in realtà un'antologia pregevole (specie
se ve l'andate a cercare nella sua interezza...) e un saggio involontario sull'american way
of life degli anni Sessanta e Settanta che cosi tanto ha segnato anche la vita europea e
le abitudini delle nostre famiglie. Un'America che esiste ancora anche simulata su
Internet.
Di seguito 4 Avvenimenti 4. a conferma della ritrovata vitalità del mercato: Krush Kill
and Destroy, Obsidian, M A X. e infine Outlaws di LucasArts.
Da ultima un'edizione molto molto densa di Panorama conclude questo numero di
prima estate del vostro Playworld. E' per questo che devo correre velocissimo. (E anche
perché devo r ecarmi ad Atlanta per l'annuale megafiera E3...). Zoooooom!!!
Kt.carlaWsimul.nl
landscape, che delle unità di
combattimento. La qualità di
tutta la parte grafica è ottima
e soprattutto le animazioni
hanno e danno ritmo e
potenza a tutta l'azione: i
veicoli esplodono in palle di
fuoco e la sensazione gene¬
rale è che la simulazione sia
convincente e ben costruita.
E la parte sonora, ormai
determinante specialmente
in questo genere di game,
riempie di altrettanto detta¬
glio e qualità la scena della
lotta; gli ordini, il suono delle
armi, i suoni dello scenario
di battaglia sono interattivi e
proporzionali e sembrano
curati da un vero tecnico
audio di qualità cinematogra¬
fica e non mancano, nem¬
meno questi, di understate-
ment e humour.
La giocabilità, che è quasi
sempre la roccia su cui s'in¬
frangono le speranze di mol¬
tissimi game e wargame. è
forse la” qualità migliore di
KKND' talmente istintiva e
veloce da ricordarmi moltis¬
simo gli action wargame
della Sensible Software, che
però non avevano assoluta-
mente la parte intelligente e
strategica che invece qui
abbonda senza, per miraco¬
lo, complicare troppo l'inter¬
faccia e quindi pregiudicare il
divertimento. Una grande
novità è la possibilità di dare
una serie di ordini contem¬
poranei alle nostre unità,
vedendo i medesimi essere
eseguiti: molta strategia con
poco sforzo.
Un consiglio: usate i veico¬
li per distruggere in modo
veloce e sicuro un bel muc¬
chio di nemici e seguite il
motto del titolo: fate scon¬
tro, killeraggio e distruzione.
Tanto nessuno si farà male.
+ldisastro). ++ inon simulare).
-t-*r (interagire con cautela).
-S—5—t—!► Ida simulare),++■!•++
(interagisci o muori)
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
181
t /
Titolo: Obsidian
Autore Rockel Science
(Usa)
Casa: Segasoft Uap)
Format: Pc Cdrom
Giud.
Obsidian è un'adventure
game un po' mistica e un
po' filosofica ed esoterica,
un viaggio abbastanza new
age, mixato con tutte le
possibilità tecnologiche che
i Pc piu veloci e la grafica
precalcolata (assieme a 5
Cdrom) hanno assegnato a
questa fine di millennio in
videogame. E' un mix tra le
cose migliori di Trilobyte
(7th Guest e 11 th Hour) e
Myst, con un occhietto
strizzato alle pregevoli
opere francesi della Cryo
(Dragon Lore 1 e 2 e
Versailles . ) Se vi è piaciu¬
to Myst (che è pur sempre
uno dei Cdrom più venduti
della storia...) dovreste
ragionevolmente adorare
Obsidian E cosi parzialmen¬
te giustificare l'immensa
quantità di soldi che Rocket
Science ha speso per realiz¬
zarlo lo credo che Tomb
Raider e Formula 1 Gp 2
siano strade migliori nell'e¬
voluzione del software
entertainment, ma questa è
un'altra storia.
Il risveglio somiglia a tanti
nostri wake up nella storia
del gioco su video: una fore¬
sta, molte ansie, pochi
ricordi. E il nostro compa¬
gno è spanto. Unica traccia
un PDA (personal digitai
assetanti nella tenda poco
distante. Quello che possia¬
mo leggere nel PDA ci rive¬
la il motivo per cui siamo
finiti qui e ci racconta delle
strutture nere che abbiamo
chiamato Obsidian Un urlo
ci richiama all'azione e azio¬
ne significa essere risuc¬
chiati nel vortice nero di
Obsidian. Cosi qui comincia¬
no i puzzle (la cosa che più
odio in questo tipo di adven-
ture con grafica precalcola¬
ta, il vecchio e ormai obso¬
leto sistema di gioco con
struttura predefinita, strut¬
tura che dev'essere solo
esplorata e per riuscirci
bisogna analizzare e risolve¬
re i mosaici logici ed illogici,
roba da enigmisti più che da
simulanti...), moltissimi
puzzle, tutti quelli che ser¬
vono per rendere più sensa¬
te le 50 ore di gioco che tro¬
vate disseminate nei 5
Cdrom di Obsidian Puzzle
che però, ad essere onesti,
sono meno vigliacchi e
noiosi dello standard di que¬
sti game, più ironici e dav¬
vero new age, tanto che
spesso la mente razionale
non ci può arrivare e allora
ci vuole il cervello laterale, il
pensiero illogico e sensibile.
E questo in uno scenario
grafico di buonissimo livel¬
lo, un po’ alla Roger Dean
degli anni Settanta, anzi
tutto mi sembra un po' anni
Settanta in questa selva di
visioni esoteriche. E qui
sono filmati 3d rendered
(per questo ci vogliono 5
Cd!!!) e non solo immagini
fisse sebbene molto belle
come in Myst
Si gioca da una prospetti¬
va soggettiva, in prima per¬
sona cioè, piazzati tipo cro-
makey contro uno sfondo
precalcolato. I fondali si ani¬
mano e sonorizzano con il
contributo di Thomas
Dolby, un musicista digitale
che ebbe grandi onori alla
metà degli anni Ottanta e
veniva dal¬
l'ondata degli
Ultravox e
degli Human
League, mu¬
sicisti inglesi
di cui forse
avete perso
le tracce.
"Le vostre
regole qui
non conta¬
no", ammo¬
nisce il mot¬
to sulla con¬
fezione, e non sembrano
parole a vanvera: come vi
dicevo qui si possono fare
cose che di solito non sono
routine nella nostra vita
reale: tipo camminare sul
soffitto e sui muri (i riferi¬
menti alla musica pop ingle¬
se degli anni Settanta e ulti¬
mi Sessanta continuano...).
E una grande dose di liser-
gia e allucinazione vi sarà
necessaria anche per trova¬
re le formule giuste per pro¬
cedere nell'avventura, se
così vogliamo chiamarla,
abbandonando le leggi della
fisica e della logica che
comunque non hanno in
genere troppa cittadinanza
nell'arte interattiva Come la
francamente onirica vicenda
del primo puzzle, un ponte
da riparare che nasconde
molte speranze e sogni Un
ponte nel vostro inconscio
interattivo Ma ricordatevi di
salvare spesso se volete
evitare un brusco risveglio
« /
Titolo M A X.
Casa: Interplay lUsa)
Format: Pc Cdrom
Giudizio:
***
Davvero è il momento
delle sigle (K.K.N D e ora
MAX...) in questo turbolen¬
to e in costante sviluppo
mondo dei videogame La
moda degli action wargame
rpg non pare scemare, e la
ragione c'è: quando un
genere ha successo, con un
riflesso condizionato e vaga¬
mente masochistico, la
comunità intera degli svilup¬
patori si mette sulle orme
dei vincitori. Ma siccome
per realizzare un buon pro¬
dotto ci vuole un sacco di
tempo, ecco che tutti quelli
che arrivano dopo general¬
mente trovano un mercato
già intasato e il pubblico
poco interessato a migrare
verso nuovi titoli Anche
perché quasi tutti quelli sul
mercato si somigliano. Già
successo molte volte e con¬
tinua a succedere. Faccio
due o tre esempi giusto per
rafforzare la mia tesi: esce
Wolfenstein 3d e poi Doom
e di 11 a poco non c'è più
182
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
praticamen¬
te nessuno
che non si
metta in
testa di imi¬
tarli I cloni
non si con¬
tano e l'uni¬
co che abbia
avuto suc¬
cesso rima¬
ne Descent
(e Duke e
Dark Forces)
che infatti
non era per
nulla un
clone di Doom a guardare
bene Ancora prima era
nata la moda delle adventu-
re alla Lucas e alla Sierra e
nemmeno in questo caso
nessun epigono è riuscito
minimamente a scalfirne il
predominio. E lo stesso
dicasi per Sim City e
Civilization Non si vede
quindi perchè debba riusci¬
re negli rpg e nei wargame
quello che non è riuscito nei
generi precedenti.
Dopo questa cospicua
premessa, assisto con mal-
celata soddisfazione e lo
sguardo un po' da irritante
saggio interattivo, al proflu¬
vio di cloni di Warcraft,
Diablo, Masters of Orion,
Command & Conquer e Ufo
che si stanno abbattendo
sulla scena dei videogame.
Tutti con la pretesa di esse¬
re migliori dei precedenti,
ovviamente multiplayer, di
certo Internet compatibili,
molto meno probabilmente
originali e innovativi. E' pur¬
troppo anche il caso di MAX
della Interplay (la casa
benemerita di Borrowed
Time e di altre adventure
assai notevoli, ma di dieci
anni fa...). Non che questo
titolo non sia di qualità,
tutto il contrario: è buono,
benissimo disegnato, altret¬
tanto bene sonorizzato, e
perfino dotalo di ottima ed
ergonomica interfaccia
user. Potete anche giocarci
in due sia a turni che in
simultanea Non gli manca
nulla. Se non il fatto che gli
appassionati di Masters of
Orion 2 sono già da tempo
persi nelle galassie interatti¬
ve del titolo della
Microprose e proprio non si
sognano di uscirne per
andare a comprarsi MAX.
Già perché anche qui (MAX
sta per Mechanized Assault
& eXploration...) si tratta di
combattere e colonizzare
negli spazi interplanetari e
siderali, negli abissi stellari,
con un ruolo già visto di
mercenari (First
Encounters...) dei quali noi
siamo il commander.
Cosi poco importa, credo,
che qui si possa scegliere
tra 8 differenti gruppi di
contender, tra 50 unità di
terra, mare e aria. E solo un
fatto di quantità che non
migliora la faccenda. Anche
se la possibilità di customiz-
zare i mezzi è effettivamen¬
te una conquista in più
rispetto agli altri wargame e
anche la Al è di buon livello
come del resto la grafica e
il suono.
Insomma tutto bellissimo
a parte il timing di uscita
Che però di questi tempi è
la qualità numero uno di un
aspirante number one.
t /
Titolo Outìaws
Casa . LucasArts (Usai
Format: Pc Cdrom
Ciud: *
-l-r-i- 7/2
La stona del western in
videogame non è esatta¬
mente costellata di succes¬
si Un po' per via del fatto
che il genere in se non
conta troppi appassionati tra
le nuovissime generazioni
(anche molti tentativi cine¬
matografici di resuscitarlo
non hanno dato esisti positi¬
vi a parte Balla coi lupi e
poco più...), un po' perché
mal si presta a versioni inte¬
rattive che non siano basate
sulla fase arcade delle pisto¬
lettate e delle frecce dei pel¬
lirossa. Ma
forse questa
è solo una
scusa e la
verità vera è
che nessun
autore
degno di tal
nome si è
interessato
alla calda
epopea della
frontiera.
Fatto sta
che ad oggi
ancora
migliori titoli
che mi vengono in mente
sono Freddie Pharkas (fron-
tier pharmacist...) della
Sierra di qualche anno fa
(un'adventure di ottimo
lignaggio) e Alone in The
Dark 3 (una sortita in pieno
west della saga della
Infogrames che tanto suc¬
cesso ha ottenuto per via
delle intuizioni straordinarie
di Fredric Raynal attualmen¬
te organizzatosi per conto
suo con la Adeline (Little Big
Adventure 1 e 2 e Time
Commando che pure ha
qualcosa di western in sé
medesimo...).
Cosi, il fatto che la regina
delle adventure interattive,
la LucasArts, nemmeno a
dirlo, abbia deciso di punta¬
re molte delle sue carte
estive proprio sul western
multiplayer, fa accendere
più di una lampadina nella
testa dei no¬
stalgici di
Ombre Ros¬
se e degli a-
manti di Tex
Willer e di
Sergio Leo¬
ne. Del re¬
sto, quando
sono stato
alla Lucas
un po' di
tempo fa (la
Lucas ha se¬
de vicino a
San Franci¬
sco, città
quanto mai
centrale nelle vicende della
frontiera della west coast, e
nemmeno questo dev'esse¬
re un caso...) non c’ho
messo molto a capire che
Guerre Stellari, nella testa di
George Lucas, altro non è
che una versione riveduta e
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
183
corretta e riambientata dei
vecchi spaghetti western di
Leone e Morricone. E
Harrison Ford (e si vede
ancora meglio in Indiana
Jones...) assomiglia parec¬
chio all'avventuriero solitario
e un po' cinico incarnato da
Clint Eastwood in tanti film
western italiani degli anni
Sessanta Perciò non credo
di essere troppo distante dal
vero a pensare che da alcu¬
ne di queste riflessioni
dev'essere nato il progetto
di Outlaws.
In questa nuova adventure
della Lucas (devo dire che
adesso se ne sente davvero
il bisogno dopo quest'orgia
di rpg...) i giocatori assumo¬
no il ruolo di Mysterious
Loner (questo si che assomi¬
glia a Eastwood!!!) che
gironzola per le città del
west in cerca di rivincita e
vendetta, all'interno dell'im¬
marcescibile schema narrati¬
vo (quante storie di Tex par¬
lano di questo...) del signore
delle ferrovie che tiranneggia
la zona Per restituire al
meglio questa struttura in
versione interattiva, gli autori
della Lucas hanno deciso
(molto correttamente,..) di
usare sia Insane (il motore
adventure già visto all’opera
con successo in Rebel
Assault 2...) che il 3d Engine
di Dark Forces Insane dà il
suo elevato contributo nella
parte più
distintamente
di derivazione
cinematogra¬
fica, mentre
la parte 3d
serve egre¬
giamente le
scene d'azio¬
ne e pistolet¬
tate Nel mo¬
do multipla¬
yer i giocatori
possono fino
a 12, imper¬
sonando dif¬
ferenti cowboy e bountykil-
ler, ognuno dei quali in pos¬
sesso (elemento di derivazio¬
ne rpg..,) di personali caratte¬
ristiche utili al combattimen¬
to. Dunque adventure inte¬
rattiva a cartoni animati, 3d
game in tempo reale e multi¬
player, e un po' perfino rpg
nel tentativo di simulazione
dei comportamenti e nelle
dotazioni dei personaggi.
Nella versione normale i
giocatori assumono il ruolo
di James Anderson, un ex-
marshal, la cui vita è stata
resa complicata da alcuni
insopportabili desperados,
loschi figuri di cui è fiera¬
mente intenzionato a liberar¬
si una volta per tutte. Per
desiderio di riscatto e sete di
giustizia e vendetta. Proprio
nello schema narrativo di
Sergio Leone (Il Buono, il
Brutto e il Cattivo e Per un
pugno di dollari sono i due
film che ispirano pesante¬
mente il visual, sebbene qui
si tratti, com'è consuetudine
in casa Lucas, di un cartone
animato disegnato in gran
parte a mano...) e nella gran¬
de tradizione del film
western di cui Outlaws è un
ambizioso' redesign interatti¬
vo. Insomma un'operazione
che solo alla Lucas potevano
tentare e potevano veder riu¬
scire.
Un successo annunciato
nonostante tutto.
CD-ROM E INTERNET
Ed eccovi al solito mix di
storie simulate connesse e
sconnesse (nel senso di
locali e su Cdrom e in rete
dalla Web...) che dovrebbero
esservi come sempre d'aiu¬
to nella vostra scelta di inte¬
razione mensile. Al momen¬
to ho anche riscoperto
Broken Sword, un'adventure
inglese che avevo colpevol¬
mente trascurato e che
altresì vi consiglio di cuore.
E nello stesso tempo, ma in
un'altra finestra di Win95 e
in un paio di browser aperti
alla bisogna, sto amabilmen¬
te chiacchierando con due
mirabili avatar che spero
davvero femminili come si
dichiarano.
Una vive da un po' e con
gioia in Alphaworld e l’altra
attira user sempre più moti¬
vati in ThePalace.com. Due
luoghi di socializzazione e
The palace
vita 3D che assomigliano
sempre di più al mio caro
vecchio simulmondo.
Andateci per credere.
Intanto io decollo con le
news.
La mania degli engine e
dei game clonati sembra
non avere fine (ve ne parlo
184
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
anche in altra parte di que¬
sto Playworld di giugno. )
ed è abbastanza logico (seb¬
bene raramente coronato da
successo...) che alcune case
ritengano possibile, e magari
perfino giusto, darci un'over¬
dose di bis con editor già
sfruttati per altri game di
successo E' il caso di que¬
sto Redneck Rampage di
Xatrix (pubblicato da
Interplay...) che usa il moto¬
re software di Duke per invi¬
tarci ad una vera festa splat-
ter. lo ho scoperto, improvvi¬
samente. di avere un gran
mal di testa. Non andateci
nemmeno voi, vi prego, c'è
solo della trash people...
Si può invece prendere in
considerazione l’ipotesi di
recarsi a quest'altro ban¬
chetto, sebbene anche qui
si possa obiettare che gli
invitati sono un po' in là con
gli anni L'anfitrione è Yoda
(quasi mille anni, ma non li
porta male..,), il grande vec¬
chio di Guerre Stellari, e ci
ha appena invitati alla prima
del suo Cdrom, The Yoda
Stories. che usa la stessa
struttura di gioco delle
Indiana Desktop adventure
che non hanno avuto un
riscontro entusiasmante,
forse a causa dell’editor un
po' retrodatato, lo invece le
trovavo molto degne e dello
stesso avviso sono per que¬
sto disco di Yoda. Tra una
lettera commerciale e l'altra
cosa vi è di meglio che
sconfiggere gli madeguati
scherani dell’Impero?
Alcuni giochi di corsa (che
poi se ci mettete l’uscita
dell'attesissimo The Need
for Speed 2 di Electronic
Arts fanno 3. ) tormentano
Un programmatore di Streets ot Srm
City
Redneck
Rampage
di recente i
nostri Pen¬
tium MMX
si tratta di
Pod e se ave¬
te un MMX,
sennò molto
più ma è la
solita sto¬
ria...) di Ubi
Soft e di Po¬
wer FI di Ei¬
dos. Anche
questo Formula 1 simulator
non è male affatto se vi
siete già stufati di FI Gp2
che è certamente più simu¬
lator Se invece avete nostal¬
gia di un sano giro in elicot¬
tero con un simulatore di
volo (io ancora ritiro fuori
Comanche che trovo sem¬
pre ottimo...) potete cavarvi
lo sfizio con Apache, oppure
con Helicops di 7th Level (la
casa americana è anche
autrice dei due Game Break
molto carini e venduti di
Disney., insomma una casa
assai eclettica ..) oppure
usare il discreto graficamen¬
te e buono simulatoriamen¬
te (non fosse altro che per la
bellissima possibilità di usar¬
lo nelle vostre SimCity .)
SimCopter dì Maxis
A proposito di Maxis, è
uscito da poco Baule throu-
gh thè Streets of SimCity,
Streets of
Sim City
con alcuni momenti che lo
fanno sembrare perfino
un'adventure sebbene gio¬
cata in soggettiva... L’altro
titolo è Blood, che fin dal
nome non lascia margini
d'errore a proposito del
tema di cui si occuperà e
subito dopo chiarisce ancora
meglio con un'introduzione
davvero splatteristica ed un
ancora più evocativo sito
Internet iiwww.DioDd.coni ...
adesso va molto di moda
mettere su un sito per un
game di successo...). Blood
ha tutta l'aria di aver attinto
un nome molto giusto per
una trovata non male di
Maxis (già iniziata in embrio¬
ne in SimCopter...) quella di
ambientare e farvi ambienta¬
re vicende all'interno delle
città da voi stessi create con
SimCity oppure usando 50
città predisegnate per voi. E
attenzione al Truck letale,
potentissimo e megafornito
e assai ricordante il Tir mici¬
diale di Spielberg nel suo
Duel. Naturalmente il tutto
può accadere anche in multi¬
player con altri 7 giocatori in
rete.
Due altri
titoli m uscita
meritano
attenzione
per differenti
motivi, pur
essendo
ancora total¬
mente den¬
tro la tradi¬
zione, resi¬
stentissima
nei videoga¬
me. dell'ac-
Hexen2
tion orientato alla violenza,
che però secondo ricerche
recenti fa addirittura bene ai
ragazzi e scarica i nervi
secondo la vecchia e coltis
sima legge del Patei Matos
della Tragedia Greca.. I due
titoli di cui sto cianciando
sono Hexen II, derivato dalla
software house gemella di
ID Software dal motore di
Quake (come il primo Hexen
fu ricavato dal motore di
Doom ). e da questi amici
della Raven Software, porta¬
to nel mondo dei maghi e
delle streghe e arricchito
con non pochi elementi di
rpg che tanto di moda va e
Blood
non poco
alla temibile
tradizione di
dive Barker
e Stephen
King per
tutto lo sce¬
nario e gli
effetti spe¬
ciali. Un dio
dimenticato
si è risvegliato con una gran
sete di sangue e in mezzo a
questo trambusto interattivo
hanno scelto giusto noi per
tirare le fila della vicenda.
Attenti a non scivolare su
tutto questo materiale ema¬
tico sebbene simulato.
Cambiamo completamen¬
te discorso per ritornare per
un po' alla storia dei video¬
game, che come sapete
hanno compiuto 25 anni che
è poco Uno dei miei più
gravi crucci (motivo che mi
ha spinto a scnvere ben due
libri sulla storia dei videogio-
chi e una tesi di laurea e ad
allestire un Museo del
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
185
Qben a'ben
Magic non era assolutamen¬
te cosa da poco. E davvero
vanno premiati quelli della
Microprose per esserci riu¬
sciti.
Galactic Civilizations 2,
Trials of Battle e Avarice:
The Final Saga, sono tutti e
Videogioco che forse avrete
visto nella sua nuova versio¬
ne al recente Futurshow di
Bologna I è il timore che i
vecchi game sia da sala che
da casa svaniscano nel ricor¬
do e anche nella realtà, per
via della sparizione delle
macchine sulle quali funzio¬
nano Cosi ne ho raccolti e
collezionati moltissimi e ho
tenuto da parte tutte le mac¬
chine da game che mi è
stato possibile trovare Ma
anche così la mia (e quella
di altri collezionisti nel
mondo...) sarebbe una lotta
impari, se non ci fossero i
gemali e volontari creatori di
emulator, di Arcade Game
Emulator, cioè di software
(e relative collection di titoli,
molti e sempre in numero
crescente... qui vedete un
bellissimo Q*bert e un
Green Berets per il C64. ..)
capaci di far funzionare sul
Pc di oggi i codici di vecchi
videogiochi di dieci o quindi¬
ci anni
Un'operazione meritoria
nella quale si distingue un
italiano. Andrea Salmoria.
che ha programmato il
MAME, uno dei più efficienti
emulatori di questo genere.
Un riassunto di tutta l'atti¬
vità di questi archeologi digi¬
tali (inclusa una megalista di
game...) lo trovate andando
nel loro sito Atmospherical
Heights (http://www.xs4
all.nl/-delite/index.html)
E per finire eccovi un’altra
bella lista di Cdrom game
altamente segnalati e consi-
la briscola si gioca con le
solite carte da non so mai
quanti secoli, le carte dì
Magic cambiano sempre e
costituiscono un business
colleziomstico mostruoso.
Peggio delle schede telefo¬
niche. Realizzare una credi¬
bile versione immateriale di
debito nei confronti dei miei
amici sponsor dell'OS2 che
mi mandano molte mail per
spingermi a dedicare un po'
di spazio al loro sistema
operativo preferito
Lords of thè Realm 2 è un
bellissimo rpg/wargame
"vecchia Britannia" della
tre simulatori e rpg warga-
mistici della premiatissima
Stardock, una delle poche
case che lavori quasi esclu¬
sivamente sotto OS2 e che
nonostante questo riesca a
vendere ragguardevoli quan¬
tità del suo software. Mento
dello scrupolo e della pas¬
sione dei suoi programmato-
ri e della qualità dei suoi
designer. Fatto e che ogni
suo titolo finisce regolar¬
mente nelle top di vendita.
E cosi ho anche pagato un
Green Berets
gitati per la loro assoluta
qualità: Magic The Ga-
thering, Galactic Civilizations
2, Lords of thè Realm 2,
Theme Hospital, Trials of
Battle, Avarice: The Final
Saga, Shivers 2, EA Cricket
97. Vediamone con un po' di
calma qualche dettaglio.
Magic: The Gathering è
l'attesissima versione inte¬
rattiva di Microprose del
gioco di carte più popolare
dopo la briscola. Con la pic¬
cola differenza che mentre
Impressions, una casa euro¬
pea che conosco molto
bene e da molti anni, e che
ha avuto la capacità di farsi
apprezzare in tutto il mondo
con le sue simulazioni
(Caesar è probabilmente il
loro successo più noto.. ),
tanto da spingere la Sierra
ad acquistare tutti gli asset
della casa inglese E i risulta¬
ti continuano a venire
Questo Realm è divertente,
ben ambientato e perfino,
come ci aspetteremmo da
inglesi beneducati, ironico.
Perfetto all'ora del tè.
A proposito di rpg, ecco il
secondo, attesissimo simu¬
latore della serie Theme
della Bullfrog, dopo il suc¬
cesso di Theme Park:
Theme Hospital Annunciato
da talmente tanto tempo
che ormai cominciavo a pen¬
sare ad un'altra leggenda
digitale (la piu mitica ormai
dovrebbe essere il ritardatis¬
simo Heart of Darkness di
Virgin...). Potrei intonare il
fatidico ”ne è valsa la
pena", ma lo rimando al
mese prossimo per dedicar¬
gli il meritato Avvenimento
(raramente un game di
Bullfrog non ha avuto que¬
st'onore...). Intanto io me lo
comprerei.
E chiudo con questo
Shivers 2 di Sierra, un'ad-
venture molto bene struttu¬
rata anche se un po' troppo
basata, un errore che hanno
fatto in molti e l'hanno
anche pagato caro, sulla
parte audiovisiva, la Sierra
avrebbe fatto meglio ad
evolversi verso il rpg e il
wargame, ma del senno di
poi sono piene le tombe e le
urne funerarie. Perfino quel¬
le spaziali come va di moda
adesso..
E credo proprio che per
questo mese sia tutto.
Chiamo un taxi e mi reco ad
Atlanta dove dal 19 al 21
giugno avrà luogo la terza
edizione dell*E3 Sarò,
manco a dirlo, il vostro fida¬
tissimo agente simulato.
Vado e torno.
Kg
186
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Ti diranno che gli inchiostri
sono tutti uguali.
E, naturalmente, non è vero. Perché i materiali
Epson sono studiati su misura per i prodotti
Epson. Gli inchiostri sono appositamente formu¬
lati per allungare la vita agli ugelli delle Stylus; il
toner ha una granulometria particolare
per la tecnologia MAP che migliora i neri
e la pulizia dei bordi; i nastri delle stam¬
panti ad impatto adottano inchiostri
particolari e un tessuto speciale che garantisce
lunga vita alle testine. Certo, acquistando mate¬
riale di consumo non originale avresti magari
l'impressione di risparmiare...
ImaginEmozione
Epson Italia SpA - 20099 Sesto S. Giovanni (MI)
V.le F.Ui Casiraghi 027 - fax 02/2U07S0.
Per informazioni sui punti vendita, chioma il
In Internet: \www.eason7ii
EPSON*
Intelligiochi
r
L
di Corrado Giustozzi
Protocolli esoterici
Se non vi sono bastati i protocolli esoterici visti un mese fa, eccovene
una seconda dose. Non vi accontentate di poter giocare a testa e croce
per telefono? Bene, eccovi il modo per farlo tramite posta elettronica.
Testa e croce è un gioco troppo infantile? D’accordo, eccovi allora il
modo per giocare al “poker mentale" che si fa senza carte, con la certez¬
za che nessuno bari. Questo mese per voi, in diretta dal mondo della
ricerca crittografica avanzata, i più esoterici fra i protocolli esoterici, per
permettervi di fare tutto ciò che non avreste mai osato immaginare...
Seconda parte
Eccoci dunque, come promesso lo
scorso mese, a parlare ancora di proto¬
colli esoterici. Breve riepilogo per chi
avesse perso la puntata precedente: per
protocollo si intende, in senso tecnico,
una procedura formale ovvero una serie
di istruzioni che due o più "attori" (perso¬
ne. dispositivi, programmi di computer...)
devono seguire alla lettera per ottenere
un determinato risultato comune. Una
sorta di algoritmo, insomma, ma con
alcune differenze fondamentali: la prima
è che il protocollo serve a far interagire
più parti, spesso proprio al fine di accor¬
darne le esigenze divergenti, mentre l'al¬
goritmo viene ponato avanti da un solo
soggetto; la seconda è che il protocollo
può servire espressamente ad evitare
che qualcuno dei soggetti coinvolti bari o
imbrogli o comunque non svolga corret¬
tamente la sua parte nell'Insieme globale
di relazioni, mentre l'algoritmo dà per
scontata la buona fede di chi lo esegue.
I protocolli di cui ci stiamo occupando
in queste pagine li ho definiti "esoterici"
perché riguardano situazioni talmente
rare e singolari da apparire addirittura
pretestuose se non cervellotiche; eppu¬
re sono i frutti di serissime ricerche,
generalmente nel settore della crittogra¬
fia e delle procedure di autenticazione,
che costituiscono gli elementi di base su
cui sono poggiate alcune fra le tecnolo¬
gie che maggiormente cambieranno la
nostra vita nel prossimo futuro on-line
prospettatoci dal boom della società del¬
l'informazione. Una per tutti: la cosiddet¬
ta "moneta elettronica", particolare
forma di transazione finanziaria nata per
il commercio in Rete che gode di tutti i
vantaggi di sicurezza e affidabilità delle
tradizionali transazioni effettuate tramite
carta di credito ma conserva compieta-
mente l'anonimato, la trasferibilità e la
spendibilità tipiche del comune contante
fisico.
Bene, un mese fa abbiamo visto
come dividere una torta in parti eque,
come calcolare la media degli stipendi di
un gruppo di persone senza che nessu¬
no riveli il proprio, e come giocare a
testa e croce per telefono. Questo mese
capitalizzeremo su quanto abbiamo
appreso ed andremo oltre, generalizzan¬
do alcuni risultati per poterci occupare
infine di un problema ancor più sofistica¬
to e sottile: come giocare al "poker
mentale" via posta elettronica, senza
che nessuno abbia la possibilità di bara¬
re. E questo, vedrete, non è ancora
nulla...
Testa e croce
via e-mail
Dedichiamoci dunque a vedere come
si possa giocare a poker per posta elet¬
tronica, cioè senza un mazzo di carte fisi¬
camente accessibile e controllabile da
tutti i giocatori. Ma prima occorrerà un
breve "ripasso" di qualche nozione pro¬
pedeutica, e dunque torneremo innanzi¬
tutto sul protocollo relativo a testa e
croce al telefono visto il mese scorso
per trasportarlo dall'ambito telefonico a
quello più moderno che vede la posta
elettronica come mezzo di scambio di
informazioni. Da qui sarà assai più age¬
vole la sua interessante generalizzazione
al poker mentale.
Un'avvertenza, per comprendere a
fondo il funzionamento dei due protocolli
che vedremo, occorre avere una certa
dimestichezza con i sistemi di crittogra¬
fia a chiave pubblica; questi sono già
stati ampiamente trattati in passato, e
comunque per seguire il discorso non
sara necessario conoscerli a fondo nei
loro meccanismi interni ma basterà la
conoscenza almeno del loro schema di
principio. Purtroppo per comprensibili
motivi di spazio non posso ovviamente
ripetere qui la trattazione di tali sistemi:
chi non si sentisse proprio ferrato può
dunque riferirsi utilmente alla puntata di
Intelligiochi pubblicata su MCI37. del
febbraio 1994, dove appunto ho esposto
i concetti generali ed i principi di funzio¬
namento di tali sistemi; i quali, come
vedremo, costituiscono il fondamento di
moltissimi protocolli esoterici e non.
Ritorniamo dunque al protocollo per la
testa e croce e vediamo come modificar-
188
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Infelligiochi
lo affinché i due giocatori possano intera¬
gire via posta elettronica. Diamo natural¬
mente per scontato che siano entrambi
in grado di usare un sistema di crittogra¬
fia a chiave pubblica; l’unico prerequisito
necessario è che l’algoritmo crittografico
utilizzato sia commutativo, ossia che
cifrando due volte consecutive un mes¬
saggio con due chiavi diverse il messag¬
gio cifrato risultante sia il medesimo indi¬
pendentemente dall'ordine con cui sono
state applicate le due cifrature. Ciò con¬
sente di decifrare un messaggio doppia¬
mente cifrato senza preoccuparsi dell’or¬
dine con cui dover applicare le due chiavi
di decifratura. Questa proprietà, fonda-
mentale per i protocolli che vedremo tra
un attimo, è fortunatamente vera nei
principali algoritmi crittografici a chiave
asimmetrica ed in particolare nell'algorit¬
mo RSA, che è attualmente il più diffuso
ed utilizzato nel mondo reale.
Ma prima di andare avanti lasciatemi
introdurre una simbologia per rappresen¬
tare i vari processi di cifratura, che ci aiu¬
terà a comprendere meglio i complessi
(ma non complicati!) passaggi che vedre¬
mo tra un attimo. Chiamando come al
solito A e B i due corrispondenti, indi¬
chiamo con M i vari messaggi che essi si
scambieranno ed introduciamo le funzio¬
ni crittografiche CIMI e D(M) che indica¬
no rispettivamente le operazioni di cifra¬
tura e decìfratura sul generico messag¬
gio M. È chiaro a questo punto che
D(C(M))=CID(M))=M per definizione,
essendo le due operazioni di cifratura e
decifratura l'una l’inversa dell’altra. Per
essere piu specifici indicheremo inoltre
con C A (M) la cifratura fatta con la chiave
pubblica di A e con D A (M) la decìfratura
fatta con la chiave privata di A; analoga¬
mente con C b (M) e D B (M) saranno indi¬
cate le corrispondenti operazioni di cifra¬
tura e decifratura svolte con le chiavi di
B. Con questa simbologia la proprietà
commutativa prima descritta si esprime
semplicemente dicendo che C A (C B (M))
= C b (C a (M)) per ogni coppia di chiavi.
Ecco dunque il protocollo con cui A e
B possono giocare a testa e croce via e-
mail essendo certi che nessuno dei due
possa imbrogliare. Lo descriverò per
passi successivi perché è necessario
comprendere con la massima chiarezza
la successione delle azioni.
1, Per prima cosa A e B generano cia¬
scuno la propria coppia di chiavi pubbli-
ca/pnvata, mantenendola tuttavia segreta.
2. Quindi A genera due messaggi M,
e M 2 che rappresentano uno "testa" e
l'altro "croce". È necessario che i due
messaggi contengano al loro interno
anche due opportune "firme", ovvero
stringhe pseudocasuali di riconoscimen¬
to che al termine del protocollo permet¬
teranno di verificare la reale autenticità
dei messaggi ricevuti ed elaborati duran¬
te l'esecuzione del protocollo stesso.
Generati dunque i messaggi, A li cifra
entrambi con la propria chiave pubblica e
li invia a B in ordine casuale.
3. A questo punto B ha ricevuto i due
messaggi C A (M,) e C A (M 2 ) di cui natural¬
mente non può leggere il contenuto per¬
ché non conosce le chiavi crittografiche
di A. Allora ne sceglie uno a caso, lo cifra
con la sua chiave pubblica e lo manda ad
A. Questo messaggio di ritorno rappre¬
senta il lancio della moneta.
4. Ciò che A riceve è dunque un mes¬
saggio della forma C B (C A (MI) nel quale
M può essere M, o M 2 ma A non può
sapere quale perché a sua volta non è in
grado di leggere il contenuto del mes¬
saggio stesso. Tuttavia lo decifra con la
sua chiave privata e manda il risultato
nuovamente a B.
5. B riceve è un messaggio della
forma D A (C B (C A (M))) che, per la pro¬
prietà commutativa, equivale ad un mes¬
saggio della forma C B (M) dove M è sem¬
pre M, oppure M z in funzione della scel-
Questa macchina g ioca come u n D io !
Sapete ormai tutti che Deep Blue ha clamorosamente avuto la sua
rivincita su Garry Kasparov sconfiggendo il grande campione russo
per 3.5 a 2,5 punti nel torneo su tempi regolamentari che si è svol¬
to a New York dal 3 airi 1 maggio scorsi.
In apertura delle news di questo stesso numero potete trovare la
breve cronaca ed un succinto commento all'evento; gli stretti
tempi redazionali (scrivo solo pochissimi giorni dopo la conclusio¬
ne del match) non mi permettono per ora di fare qualcosa di più
approfondito. Vi dò tuttavia appuntamento sin d’ora alla prossima
e*, e* v— &« &>—*• aWo- B*o
o-l«o|a»| a| |s|al«|
Gjc* i , kjfeefc* • WrtMX "ttoty U I*tff bv*
TI* wr ttm Bit IBM r*<rcc«v«'f i 3 V 2 5 vctc*v n
8» ta gmr* tmtc* bmiArfcitlBr>tVTM*c«U
rfuot»* kM fe* • nunfa tc • twpm
L_
JM
D Urtati
"Wh M w» futi nuiKd vai a Ucxfaurt «tl r u n utf m
il OocuMf) Dot*
puntata di
Intelligiochi che
sarà interamen¬
te dedicata alla
sfida Kasparov
- Deep Blue e
alla sua valenza
sia tecnica che
filosofica: non
dobbiamo infat¬
ti dimenticare
che è la prima
volta nella sto¬
ria degli scac¬
chi che un
computer batte
un campione
del mondo.
Parleremo
quindi di Deep
Blue e della sua struttura, per quanto trapelato dallo strettissimo
riserbo IBM, e vedremo assieme le partite da esso giocate; potre¬
mo cosi valutare, sotto la guida di un esperto, se e quanto esse
siano migliori rispetto a quelle giocate l’anno scorso dalla prece¬
dente versione del programma. Ciò ci porterà di nuovo ad affronta¬
re il complesso problema dello "stile” e dell’intenzionalità nel
gioco delle macchine, più volte discusso su queste stesse pagine
in passato ma ora prepotentemente tornato alla ribalta dopo la
sconfitta del campione umano. Alla line della manifestazione un
Kasparov ancora sconvolto ha dovuto ammettere: "questa mac¬
china gioca come un Diot": vedremo dunque assieme se ciò è
necessariamente vero, e cosa possiamo da oggi in poi attenderci
dai prossimi giocatori artificiali.
▼
£
111 f « 11 »
un
[ 77 $
5
thè
189
ta operaia da B a! punto 3. Pertanto
adesso B può finalmente decifrare il
messaggio con la sua chiave privata e
leggerne il contenuto, che vale appunto
M, oppure M 2 e rappresenta l'uscita del
lancio. A questo punto a B non rimane
che inviare ad A il messaggio in chiaro
cosi ottenuto, per conoscenza e verifica.
6. Il cerchio si chiude A riceve da B il
messaggio in chiaro. M, o M 2 che sia. e
verifica che esso sia effettivamente uno
dei due messaggi generati al punto 2 del
protocollo.
7. Per finire. A e B si scambiano le
coppie di chiavi generate al punto 1 per
accertarsi reciprocamente che nessuno
abbia barato nello svolgimento del proto¬
collo.
Il procedimento, come avrete notato,
è lungo ed articolato ma non complicato
La cosa interessante è che. per come
sono organizzate le operazioni, nessuno
ha la possibilità di imbrogliare: o meglio,
chi imbrogliasse verrebbe immediata¬
mente scoperto dall’altro senza possibi¬
lità di farla franca, come vi lascio per
compito di dimostrare (provate a riper¬
correre il protocollo manualmente, cer¬
cando di barare). Questo protocollo è
dunque "self-enforcing", come dicono
gli anglosassoni, ovvero non richiede
arbitri esterni o terze parti fidate per dm-
mere eventuali questioni: le conclusioni
cui giunge sono assolutamente certe,
sia nel caso di termine regolare sia nel
caso di interruzione prematura perché
qualcosa non quadra (e dunque qualcu¬
no ha imbrogliato).
Il poker mentale
A questo punto siamo finalmente
pronti per passare al protocollo che per¬
mette di giocare a poker tramite posta
elettronica Esso è infatti un'estensione
del protocollo per la testa e croce visto
un attimo fa, e si fonda sul medesimo
concetto: l'utilizzo di un sistema di critto¬
grafia a chiave pubblica con algoritmo
commutativo, grazie al quale le scelte
vengono fatte mediante una sorta di
sistema "a doppio cieco" che garantisce
tutti i partecipanti dell'imparzialità delle
scelte stesse e consente a posteriori di
verificare che nessuno abbia barato.
Eccovi dunque il protocollo, esposto
ancora per punti. Anche qui, come
prima, le cose sono complesse ma non
complicate: un po' di attenzione nel
seguire i vari punti e tutto vi apparirà
chiaro. Sottolineo solo una cosa: notate
che non vi è un "mazziere" fisso che
tiene le carte; queste invece sono conte¬
nute in "mazzo virtuale" che, in forma
cifrata, gira per i giocatori e viene usato
secondo necessità. Per semplicità sup¬
porremo inoltre che i giocatori in ballo
siano solo tre, A. B e C, ma il protocollo
può essere generalizzato ad un maggior
numero di partecipanti,
Andiamo ad incominciare,
1, Ciascuno dei tre giocatori genera
una propria coppia di chiavi crittografiche
e la mantiene segreta.
2. Come prima cosa A provvede a
generare 52 messaggi, M, che rappre¬
sentano le carte del mazzo. Ogni mes-
Il Settimo Torneo di Crobots di MCmicrocom p uter
Sono aperte da questo mese le iscrizioni all'ormai tracizionale
Torneo di Crobots di MCmicrocomputer, giunto quest'anno alla
settima edizione.
Credo che oramai tutti sappiate cos'è Crobots, il gioco di strategia
nel quale si fanno combattere dei 'robot' preventivamente pro¬
grammati in un subset del C d' Kernighan e Ritchie. Chi non lo
conoscesse è caldamente invitato a prendere il file CROBOTS.ZIP
che si trova su molte BBS di tutto
il mondo, nonché a leggersi i fasci¬
coli di MCmicrocomputer dove in
passato mi sono occupato di
Crobots: innanzitutto il numero 97
(giugno 1990) dove si trova un in¬
troduzione generale al gioco, e poi
i numeri 108, 115, 124, 135, 146,
157 e 168 dove sono stati presen¬
tati e commentati con dovizia di
particolari i precedenti tornei (il
primo di MC-link. gli altri di
MCmicrocomputer). Chi avesse
accesso ad Internet può trovare
on-line sia gli articoli citati sia il file
CROBOTS.ZIP nel sito che
Intelligiochi Ori The Web dedica a
Crobots. La URL per raggiungerlo
è:http:/fyvww,mc!ink .it/n/mcm/ 1
intellio/crobots/ e vi invito a visitar¬
lo sin d'ora perché vi si trova molto
materiale interessante legato a
questo gioco ed ai precedenti
Tornei di MCmicrocomputer.
Ma torniamo al Torneo. Questo si
svolgerà come d'abitudine verso la
meta del prossimo mese di otto¬
bre ed i suoi risultati saranno pre¬
sentati sulla puntata di Intelligiochi di dicembre. Le iscrizioni sono
aperte dal primo giugno e resteranno aperte fino al trenta settem¬
bre. data ultima di presentazione dei candidati. Il vincitore del tor¬
neo otterrà come premio a sua scelta un abbonamento annuale a
MCmicrocomputer o due mesi di accesso ad Internet tramite un
abbonamento omaggio ad MC-link.
Le regole di svolgimento del Torneo sono le medesime applicate
nelle precedenti edizioni ed esposte sui numeri 115,124 e 135 di
MC. Anche le regole di partecipazione sono le solite, che comun
que riDeto qui di seguito a beneficio di tutti:
(1) I robot devono pervenire in
redazione entro e non oltre il 30
settembre 1997.
(2) Ogni concorrente può inviare
al massimo due robot, e deve
indicare quale dei due preferisce
veder combattere nel caso si
rendesse necessario limitare i
combattimenti ad un solo robot
per concorrente.
(3) Ogni robot deve essere
accompagnato da una breve
scheda descrittiva che ne chiari¬
sca strategia e tattica, illustrando
gli aspetti salienti del suo com¬
portamento.
(4) Il sorgente di ogni robot deve
essere ben commentato, e deve
comprendere in testa un com¬
mento riportante i dati anagrafici
dell'autore, compreso un recapi¬
to telefonico o di e-mail
(5) I robot e le schede devono
essere necessariamente regi¬
strati su file in formato ASCII
puro (non usate word proces¬
sori), eventualmente raggruppati
in un archivio compresso con
PKZIP o in un formato compatibile Inon usate altri compressori!)
(6) Il file o i file devono essere inviati alla mia attenzione presso la
redazione di MCmicrocomputer in uno dei seguenti due modi
6*. E» 5. B*»—Spm
*1-lai «»l-l*iai»l *1
m*
//w» rt<to* f*n
]Q
I tornei di
Crobots
di NCmicrocomputer
In queste pagine troverete tutte le informazioni relative a Crobots
ed ai Tornei unnuulmente organizzati da MCmicrocomputer
I bill a Cr»Wtc
• I Inori * Mt 'min o< rapai>t ni \V«*
Gl pofcbUf 4a MCmrtxmvnn
« ;f'< ano dnmtn 199Ì
9 146 • 1994
© ìfruwv • Aetmln 1995
9 i tS.énmtn 1999 •]
i fùisàii'òom
190
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Intelligiochi
saggio deve contenere al suo interno
una stringa di riconoscimento unica e
non indovinabile dagli altri, Quindi A cifra
ognuno dei messaggi con la propria chia¬
ve pubblica e li manda tutti a B in ordine
casuale.
3. B riceve il ''mazzo'' costituito dai 52
messaggi di tipo C A (M;) dei quali ovvia¬
mente non può conoscere il contenuto.
Ne sceglie quindi cinque a caso, li cifra
con la sua chiave pubblica trasformando¬
li così nella forma Cb(C a (M,)) e li manda
ad A.
4. B invia i rimanenti 47 messaggi,
immutati, a C.
5. C riceve da B i 47 messaggi di tipo
C a (M,) di cui non può conoscere il conte¬
nuto. A sua volta ne sceglie cinque a
caso, li cifra con la sua chiave pubblica
trasformandoli nella forma C c (C A (M;)) e li
manda ad A,
6. A riceve i cinque messaggi di B ed i
cinque messaggi di C, di cui a sua volta
non può conoscere il contenuto. Li deci¬
fra tuttavia con la sua chiave privata e li
restituisce al rispettivo mittente.
7. B riceve da A i suoi cinque messag¬
gi nella forma D A (C B (C A (M|))) i quali
però, per la proprietà commutativa, risul¬
tano essere del tipo C B (M,) e dunque
leggibili da B stesso; questi dunque li
decifra con la sua chiave privata otte¬
nendo ovvero i cinque
messaggi in chiaro, che rappresentano
la sua mano. Analogamente, C riceve
cinque messaggi del tipo
Da(Cc<C a (M i I))=C c (M i ) che provvede a
decifrare con la propria chiave privata
ottenendo DcfCcfMjlhM, e cioè la sua
mano in chiaro.
8. A questo punto C sceglie a caso
altri cinque messaggi dai 42 di tipo
C a |M|I che gli rimanevano dal punto 5 e
li manda, immutati, ad A.
9. A riceve da C i cinque messaggi e li
decifra con la propria chiave privata otte¬
nendo cinque messaggi del tipo
D a (C a (M ))=M, che costituiscono la sua
mano in chiaro.
A questo punto ciascuno dei tre gio¬
catori ha la sua mano iniziale e il gioco
può cominciare. Le carte successive
verranno estratte
dal mazzo in
maniera analoga:
se sono B o C a
volere una carta, la
prenderanno dal
mazzo cifrato delle
carte rimanenti
C a (M,I e ripeteran¬
no i passi del pro¬
tocollo che coinvol¬
gono A fino ad
ottenere la carta
stessa in chiaro; se
è A a volere una
carta, la chiederà a
chi è in possesso
del mazzo in quel
momento il quale
provvederà a sce¬
glierne una a caso
e ad inviarla ad A
che potrà metter¬
sela in chiaro da
solo. In questo
modo ognuno è
certo dell'assoluta
imparzialità della
scelta delle carte,
che vengono
estratte a caso da
chi non ha mate¬
rialmente la possi¬
bilità di conoscere
il contenuto del
mazzo cifrato; inol¬
tre la procedura di
decifrazione è tale
che solo il legitti¬
mo destinatario delle carte può metter¬
sele in chiaro, e nessuno degli altri può
conoscere la carta in questione o le chia¬
vi crittografiche usate dagli altri nel pro¬
cedimento. E' opportuno tuttavia che al
termine della partita i giocatori si scam¬
bino le rispettive chiavi di cifratura e
pubblichino tutte le loro mani, di modo
che ciascuno possa verificare che nes¬
suno degli altri ha barato.
Il protocollo, come avete visto, è sicu¬
ramente il più complesso di quelli incon¬
trati sinora: tanto che, pur essendo assai
interessante dal punto di vista teorico, è
praticamente impossibile da realizzarsi
sul piano pratico. In effetti gli algoritmi di
crittografia a chiave pubblica oggi cono¬
sciuti sono talmente inefficienti, e i pas¬
saggi incrociati con cifrature multiple
previsti dal protocollo sono talmente
numerosi, che ogni implementazione
reale di questo protocollo è destinata ad
essere praticamente inutilizzabile. Per la
cronaca il protocollo del poker mentale è
stato davvero implementato in un siste¬
ma reale, nell'ambito di un lavoro di
ricerca svolto nel 1994 all'Università del
Kentucky da J. Edwards per la sua tesi
di dottorato. Si trattava di un protocollo a
soli tre giocatori, ciascuno dei quali utiliz¬
zava per di più una potente workstation
Sparc in rete; e tuttavia l'autore riferisce
che solo per "mescolare" il mazzo e
distribuire la mano iniziale servivano otto
ore di calcolo! Figurarsi allora quanto
potrebbe durare una partita vera...
Conclusioni
Siamo cosi giunti anche alla fine di
questa seconda puntata dedicata ai pro¬
tocolli esoterici. Quelli di oggi, indubbia¬
mente. sono stati davvero "tosti": d'al¬
tronde non è da tutti l'esigenza di gioca¬
re a poker per posta elettronica, e un
intelligiochista che si rispetti non arretra
certo di fronte a piccole difficoltà di ordi¬
ne implementativo!
Tuttavia per rinfrancarvi lo spirito e
darvi modo di... digerire questi antipasti-
ni in attesa del vero e proprio piatto
forte, nella prossima puntata non ci
occuperemo di protocolli. Parleremo
infatti, come accennato nell'apposito
riquadro, del match della rivincita fra
Kasparov e Deep Blue che tanti interro¬
gativi ha creato nell'intera comunità
degli scacchisti informatici. Sui protocolli
esoterici torneremo dopo la pausa esti¬
va quando, rinfrancati dalle meritate
vacanze, potremo lavorare duramente
sui divertenti ed elegantissimi sistemi di
autenticazione zero-icnowledge.
Appuntamento fra trenta giorni. «g
- per posta ordinaria: in questo caso il supporto magnetico utilizza¬
to deve essere necessariamente un floppy da 3.5” registrato in
formato compatibile MS-DOS
- tramite Internet: in questo caso il file compresso deve essere
inviato per posta elettronica come attachment MIME all'indirizzo
Attenzione: i robot che non rispettino anche una di queste condi¬
zioni verranno automaticamente esclusi dalla partecipazione al
Torneo.
Ultima cosa importante: partecipando al Torneo, ciascun autore
accetta implicitamente che il suo robot e/o la documentazione che
l'accompagna (compresi i propri dati anagrafici) vengano libera¬
mente distribuiti nel pubblico dominio, anche all'estero, sia tramite
MCnncrocomputer sia tramite MC-link o Internet, a beneficio di
tutti gli altri appassionati di Crobots.
Bene, questo è quanto. Vi invito a partecipare numerosi: avete
tutto il tempo di mettere a punto i vostri concorrenti e vincere cosi
fama, onore e... un abbonamento a MCmicrocomputer o a MC-
link. Ricordo a questo proposito, per chi volesse allenarsi contro
combattenti agguerriti, che i file con i robot che hanno partecipato
a tutti i precedenti tornei di MCmicrocomputer sono liberamente
disponibili sul sito dei Tornei di Crobots indicato prima.
Per chi invece non volesse partecipare ma avesse comunque l'in¬
teresse a seguire l'andamento del Torneo, ricordo che anche que¬
st'anno ciò sarà possibile via Internet grazie ad alcune speciali
pagine accessibili dalla “solita" URL dei Tornei di Crobots. Queste
pagine infatti, grazie ad un collegamento dinamico con il computer
su cui si svolgerà il Torneo, riporteranno in tempo reale la cronaca
e gli aggiornamenti intermedi dei vari incontri durante il loro stesso
svolgimento Questi avranno luogo gereralmente durante la notte,
ed il relativo calendario verrà pubblicato in anticipo nella pagina
relativa al Torneo di quest'anno In questo modo chiunque dispon¬
ga di un accesso ad Internet potrà seguire il Torneo praticamente
in diretta, e conoscerne cosi i risultati molto prima della loro pub¬
blicazione ufficiale su MC del prossimo dicembre.
Mi raccomando dunque, mettetecela tutta. In bocca al lupo, anzi al
robot, e... vinca il migliore!
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
191
di Corrado Giustozzi
i> ^jJJJ LljjJ
Pi
rovo
) .
Pentium il un mese dopo. Dopo circa
un mese dagli annunci Intel e dalla pre¬
sentazione del nuovo processore (per voi
che leggete, ovviamente; per noi sono
passati solo alcuni giorni), e facendo se¬
guito all'ampio articolo di tecnica presen¬
tato lo scorso mese, abbiamo pensato
che fosse opportuno e necessario resta¬
re sull'argomento per verificare sul cam¬
po l'effettiva rispondenza del mercato al¬
le proposte alquanto rivoluzionarie del co¬
losso di Santa Monica.
Non solo: dato che nel frattempo si è
reso realmente disponibile il tanto atteso
AMD K6, anch'esso discusso in profon¬
dità lo scorso mese, l’occasione era adat¬
ta a mettere a confronto i due processori
concorrenti non tanto in termine di poten¬
za di calcolo quanto anche in termini di
costo e di diffusione reale, ossia del gra¬
do di accettazione presso gli OEM.
Nasce dunque con l'intento della verifi¬
ca questa prova di otto computer "quasi
a confronto". Diciamo ''quasi'' perché,
come tutti sapete, siamo contrari alle tra¬
dizionali prove a confronto basate sulla
pura enunciazione di cifre, nelle quali cia¬
scuno legge un po' quello che vuole. Gli
otto sistemi in prova questo mese non
sono "a confronto" in modo diretto. Il
senso della prova è invece un altro, ed è
volto a ottenere due risultati differenti da
un lato verificare le prestazioni reali dei
due processori antagonisti utilizzando
macchine di produzione e disponendo di
una "base statistica" per le misure, ben
sapendo (e comunque pronti a verificare
anche questo) che le prestazioni dei sin¬
goli sistemi proposti dai vari OEM pro¬
mettono sulla cada di essere pressoché
indistinguibili luna dall’altra per via della
ormai strettissima standardizzazione delle
componenti esterne; dall'altra toccare
con mano la reale diffusione ed il vero co¬
sto dei nuovi chip, ad un mese dalla loro
uscita, per saggiarne la potenzialità di pe¬
netrazione sul mercato.
Sicuramente si tratta di un momento
particolare per il mercato stesso, nel qua¬
le la situazione è in continuo divenire e
anche la più piccola scelta operativa può
potenzialmente essere estremamente in¬
fluente sulle finanze dei costruttori. Vede¬
re dunque chi va con Intel e chi va con
AMD (e chi tiene il piede in due staffe...)
è un'indicazione interessante Anche la
stessa tecnica è tuttora in subbuglio, e il
gioco di botta e risposta fia Intel e AMD
si svolge senza esclusione di colpi. Intel
ha già fatto vedere un Pentium II a 300
MHz, e su Internet c'è già chi racconta di
aver "overclockato" i Pentium II fino a
330 MHz senza troppi problemi; AMD dal
canto suo ha mostrato i primi K6 a 233
MHz e afferma di poterli tirare " ancora
ben oltre i clock attuali, promettendo pre¬
stazioni mirabolanti a costi ridottissimi
Sempre su Internet è nato un altro caso
intorno ad un bug recentissimamente
192
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pentium II contro K6
scoperto nel Pentium II (e nel Pentium
Pro dal quale esso deriva direttamente):
questa volta Intel, memore della scottan¬
te perdita di credibilità ricevuta in seguito
alla cattiva gestione del primo famosissi¬
mo bug del Pentium, ha reagito all'inse¬
gna della massima trasparenza pubblican¬
do con estrema rapidità le errata del Pen¬
tium Il e suggerendo soluzioni e contro-
misure; il prezzo del Pentium II è comun¬
que rapidamente calato in misura piutto¬
sto sensibile, il che fa presagire la prossi¬
ma immissione sul mercato di un nuovo
"stepping" (ossia aggiornamento del
chip ad una versione di maschera suc¬
cessiva) privo di questo bug.
La situazione insomma è fluida, per
usare un eufemismo. Con la prova di
questo mese abbiamo tentato di "foto¬
grafarla" m un momento molto particola¬
re, quello dell'inizio della distribuzione dei
nuovi chip nel nostro paese. Ovviamente
fra uno o due mesi le cose saranno
profondamente diverse, e non manche¬
remo di ritornarvi sopra. Per ora, questo è
quello che succedeva sul nostro mercato
nei primissimi giorni dopo gli annunci dei
nuovi chip.
Nuovi processori:
ma ci sono davvero?
Siamo cosi andati dai costruttori e da¬
gli OEM nazionali di maggiore rilevanza,
chiedendo di mandarci la loro migliore
macchina basata su Intel Pentium II o
AMD K6. indifferentemente ed a loro
scelta, purché ovviamente fosse un pro¬
dotto in reale produzione. Un conto è ri¬
portare gli ottimistici comunicati stampa,
un altro è andare al negozio e vedere co¬
sa è davvero disponibile: abbiamo cosi
constatato che verso la metà di maggio
(termine ultimo per la chiusura di questo
numero di MC) la maggioranza degli
OEM interpellati non disponevano anco¬
ra di Pentium II, se non magari per una o
due unità arrivate non si sa come (spes¬
so dal mercato tedesco) e ovviamente
non legate ad una reale produzione in se¬
rie. Diversi hanno anche espresso per¬
plessità e dubbi che altri concorrenti po¬
tessero avere realmente disponibilità dei
nuovi chip. Da notare che noi ci siamo ri¬
volti soprattutto ad OEM ed assemblato¬
ri nazionali, per la precisa volontà di veri¬
ficare la situazione reale del nostro mer¬
cato. ma anche prestigiosi nomi interna¬
zionali non apparivano pronti a soddisfa¬
re le richieste: ad esempio IBM dispone¬
va di una sola macchina demo, impegna¬
ta a fare il giro delle varie redazioni, e
praticamente non ci ha neppure risposto
quando abbiamo chiesto di poter dispor¬
re di un computer vero per un periodo di
tempo di almeno una settimana. Certo il
fatto che la nostra sede sia dislocata ai
remoti confini dell'Impero non aiuta, ma
tant'è.
Leggermente migliore è la situazione
per quanto riguarda il K6: non a caso, in¬
fatti. degli otto computer ricevuti ben
cinque sono basati sul nuovo processore
AMD Complice ovviamente è anche la
piu facile reperibilità di motherboard atte
a supportarlo, dato che come noto non
servono schede madri apposite ma va
bene qualsiasi scheda madre di recente
produzione; e questo rientra appunto co¬
me parte sostanziale nel novero dei van¬
taggi anche economici derivanti dall'ado¬
zione di un processore basato su Socket
7 anziché su Slot 1. Inutile poi sottolinea¬
re che, dato il costo sensibilmente infe¬
riore a quello del Pentium II, i
K6 è più accessibile anche
agli stessi OEM, e dunque
visto in modo piuttosto fa¬
vorevole soprattutto dai
piccoli costruttori che pos¬
sono così proporre al pro¬
prio pubblico sistemi di con¬
siderevole potenza a prezzi
del tutto ragionevoli.
Comunque alla fine abbiamo raccolto
ben otto computer basati su Pentium II o
K6, grazie alla prontezza ed alla solerzia di
quelli che evidentemente sono i più attivi
produttori italiani, molto attenti a caval¬
care l'onda tecnologica per offrire ai lo¬
ro clienti il miglior servizio. E' chiaro
che alcune delle macchine ricevute so¬
no da considerarsi di pre-serie: ossia rap¬
presentative di quella che sarà la produ¬
zione "di massa" (ammesso cioè che
modelli cosi hi-end abbiano una vera e
propria produzione di massa) ma con un
livello di ingegnerizzazione ancora non a
regime. Di ciò abbiamo tenuto conto nei
giudizi e teniamo a sottolinearlo per non
far torto a nessuno. D’altronde, ripetia¬
mo, il senso di questa prova "di massa"
non era quello di valutare a fondo i singoli
prodotti, che sappiamo tutti essere anco¬
ra immaturi, quanto dì fornire una base di
test ampia e variata che consentisse di
trarre alcune conclusioni tecniche sulle
prestazioni dei nuovi processori. Tornere¬
mo sicuramente in futuro sui singoli si¬
stemi quando, usciti dai convulsi momen¬
ti di prima commercializzazione, la produ¬
zione si sarà assestata e gli standard si
saranno consolidati
Le conclusioni
Nelle pagine finali, successive alle
singole schede sintetiche di prodotto,
troverete le conclusioni e un'ampia se¬
rie di considerazioni tecniche suggerite
e suffragate dalle nostre misure e da un
cospicuo periodo di utilizzo degli otto si¬
stemi provati. Per gli impazienti ed i
frettolosi riassumiamo comunque bre¬
vemente il succo del discorso: com'era
da aspettarsi in base a valutazioni sulla
carta, ì processori Intel offrono presta¬
zioni migliori rispetto a quelli AMD. Ciò
non solo per la maggiore frequenza di
clock alla quale vengono fatti lavorare,
che sarebbe il meno, ma anche per una
più efficiente implementazione dei sot-
tosistemi interni. Questo è il frutto, ov¬
viamente, dell'integrazione di processo¬
re e cache di secondo livello all'interno
di un modulo autonomo svincolato dal
bus di sistema che è appunto la base
del progetto del Pentium II e del
suo nuovo cartridge SEC.
Il K6 tuttavia mostra una
migliore efficienza nel far
Come pene della cam¬
pagna di lancio del K6, AMD
prevede anche la vendila di gadget
girare il "vecchio" codice a 16 bit (ma
quando ce ne libereremo?) e suggeri¬
sce di poter essere ancora "tirato" a
frequenze maggiori per offrire presta¬
zioni migliori. Dal canto suo il K6 offre
come vantaggi commerciali il costo
estremamente minore ed il fatto impor¬
tantissimo di poter essere montato co¬
me semplice upgrade su una mother¬
board preesistente, comportando al
massimo l'aggiornamento del BIOS.
Per quanto riguarda le singole imple¬
mentazioni, ai nostri test esse sono ap¬
parse sostanzialmente identiche: ora¬
mai il livello qualitativo nella produzione
di schede madri, ed ovviamente l’ado¬
zione di componenti del tutto standar¬
dizzati se non addirittura monoformtore.
sono tali da garantire la quasi totale
coincidenza di prestazioni fra prodotti di
costruttori diversi Sempre di più. per¬
tanto. i motivi ultimi di scelta fra un pro¬
dotto e l'altro devono essere ricercati
fra i servizi a valore aggiunto offerti dai
vari produttori più che nella prestazione
tecnica fine a se stessa.
MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997
193
Pentium II contro K6
di Luca Angelelli
CentroHL Sinerqy K6 200
CentroHL, attivissi¬
mo OEM fiorentino, ha immediatamen¬
te recepito le nuove normative CE e il
nuovo standard ATX, difatti il Sinergy
K6 200 è montato in un cabinet di ta¬
glia mid tower adatto ad ospitare sche¬
de madri nel nuovo standard. La diffe¬
renza con lo standard baby AT è imme¬
diatamente riconoscibile osservando la
parte posteriore del computer dove
molti connettori (COM 1 e 2, LPT1,
USB e prese PS/2 per mouse e tastie¬
ra) sono disposti verticalmente in quan¬
to collegati direttamente alla scheda
madre Un vantaggio evidente è quello
di lasciare tutti gli slot sottostanti liberi
per montare tutte le schede di espan¬
sione che si vuole.
La scheda madre è la Admiral di Acti-
vel. basata su chipset Intel TX con 512
k di cache L2 e 32 mega di memoria
RAM in un unico banco DIMM II rego¬
latore di tensione sulla scheda madre è
di tipo switching, quindi in grado di for¬
nire senza problemi di surri¬
scaldamenti le correnti neces¬
sarie a K6. L'HD è un Quan¬
tum da 4.5 G UW SCSI colle¬
gato ad un controller (ovvia¬
mente SCSI) Adaptec AHA
2940 UW, il CD ROM è un
Sanyo CRD-820P capace di
raggiungere la velocità di pun¬
ta di ben 20X Al posto del
normale floppy CentroHL ha
deciso di utilizzare una unità
in grado di leggere non solo i
normali floppy ma anche un
nuovo tipo di formato in grado
Pentium II contro K6
di raggiungere i 120 Mb. Sotto al Sanyo
è montato uno dei primi masterizzatori
per canale EIDE, il Mitsumi CR-2600, in
grado di leggere i supporti a 6x e scri¬
vere a 2x
La scheda video è una Diamond
Stealth 2000 con 4 M di Edo RAM alla
quale è stata affiancata una Diamond
Monster 3D, anch'essa dotata di 4 M di
RAM Completano la dotazione una
scheda audio Sound Blaster 64G e un
Modem SupraExpress 336i che come
la sigla suggerisce permette connes¬
sioni fino a 33.600 bps.
Sia la tastiera, con layout italiano e
tasti funzione per Windows 95. che il
mouse sono del tipo PS/2 II monitor è
un ottimo Miro da 17 pollici in grado di
supportare tutte le risoluzioni che l'ac¬
coppiata Stealth 2000 e Monster 3D
CentroHL Sinergy
K6 200
Produttore e Distributore:
CentroHL Srl., Via di Novoli 7
50127 Firenze Tel 055/337900.
Fa». 055/3370730
Prezzi (IVA esclusa).
CentroHL Sinergv K6 200 Lit. 6 420 000
Monitor Miro Ergolme DI 764TE Lit. 1.260.000
sono in grado di generare.
La dotazione di manuali e driver è
molto consistente visto soprattutto l'e¬
levato numero di componenti utilizzati
in questo PC. Gradevole la presenza
dei manuali Supra, Activel e Creative in
italiano.
Il software in dotazione comprende
ovviamente Windows 95, molti giochi e
utilità per la Monster 3D e la Sound
Blaster 64, un programma di masteriz¬
zazione per scrivere i CD R in grado di
funzionare con il masterizzatore Mitsu¬
mi EIDE.
Prestazioni
Le prestazioni del Sinergy K6 200 si
distaccano (superandole! appena dalla
media delle macchine in prova basate
sul chip di AMD II vantaggio è conte¬
nuto e effettivamente percepibile solo
nei bench di Intel nei quali gli ottimi
componenti utilizzati fanno sentire il lo¬
ro "sinergico" apporto alle prestazioni di
tutto il sistema. Per quanto riguarda i ri¬
sultati ottenuti con la Suite d MC l'u¬
niformità ottenuta si spiega con il fatto
che i nostri bench impegnano essen¬
zialmente CPU senza interessare so¬
stanzialmente il sistema nel suo com¬
plesso
Il prezzo è assolutamente concorren¬
ziale soprattutto se si tiene bene a
mente la quantità e la qualità del-
l'hardware utilizzato
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
195
Pentium II contro K6
di Luca Ang elelli
Computer Store CS Giove Nitro K6 200
Computer Store pre¬
senta il suo Giove Nitro in un cabinet di
tipo mid lower II cuore del sistema 6
una scheda madre Fighter Trilon VX do¬
tata di 512 N di cache sincrona in stan¬
dard baby AT II chipset è, come il no¬
me stesso suggerisce, è il Triton VX ed
ha la possibilità di utilizzare sia memorie
Simm che Dimm, offrendo rispettiva¬
mente quattro slot del primo tipo e due
del secondo, entrambi occupati con due
moduli per un totale di 32 M.
L’HD è un ottimo IBM da 3 G, il CD
ROM e il Goldstar 16X direttamente
collegati al controller EIDE integrato, co¬
sa oramai standard, sulla scheda ma¬
dre La scheda video è la Nitro 3D che
utilizza il chip S3 Virge/GX con 2 M di
EDO Ram espansibili a 4 La massima
risoluzione possibile è di 1280x1024 e
la scheda supporta i DirectX di Micro¬
soft tanto usati nei giochi che vanno per
la maggiore.
L'architettura baby AT è immediata¬
mente riconoscibile guardando la parte
posteriore dove tutti i connettori sono
posizionati classica-
mente su file parallele.
Il regolatore di ten¬
sione per la CPU è di ti¬
po lineare quindi ne¬
cessita di un dissipato¬
re di alluminio di buone
dimensioni e di una
certa aerazione per
smaltire il calore pro¬
dotto durante il funzio¬
namento. A questo
scopo è bene controlla¬
re che il flusso dell'aria
196
Pentium II contro K6
espulso lateralmente dall'insieme vento-
la-dissipatore investa il dissipatore del
regolatore, cosa ovviamente implemen¬
tata dall'attento assemblatore sul CS
Giove Purtroppo dobbiamo notare la
mancanza di un qualche accorgimento
atto a ridurre la resistenza termica fra la
CPU e il suo dissipatore, cosa assoluta-
mente raccomandata dalla AMD. In
realtà durante le prove la macchina, che
comunque è bene ricordarlo è un prototi¬
po assemblato per questo test, ha sem¬
pre funzionato regolarmente per lunghi
periodi in un ambiente abbastanza caldo.
Un altro particolare curioso è che sul
manuale della scheda madre è riportata
la possibilità di far funzionare la scheda
madre con un clock di 75 MHz. Ora la
Intel ufficialmente non ha mai ricono¬
sciuto questa possibilità per i suoi chi-
pset "limitandoli" a 66 MHz. Questa
impostazione permetterebbe di utilizza¬
re il Cyrix P200+ che notoriamente fun¬
ziona con un clock interno di 150 MHz
ottenuto moltiplicando per due quello
della scheda madre ovvero 75 MHz.
Quando è impostata questa "velocità"
è tutto il sistema che ne trae un vantag-
Computer Store CS Giove
Nitro K6 200
Produttore e Distributore:
Computer Store, Via Morandi
20090 Segrate IMI). Tel 02/269664300.
Fax 02/26964399
Prezzi (IVA esclusa);
CS Giove Nitro K6 200 Ut. 2.819.000
Monitor LG Electronics 17" 78D Lit. 1 449.000
gio in quanto diminuiscono i tempi di
accesso a Ram e cache e aumenta il
flusso dei dati che il bus PCI è in grado
di trasportare in quanto il clock di fun¬
zionamento è la metà di quello principa¬
le, ovvero 75/2 = 37,5 MHz.
Questa possibilità, riconosciuta pale¬
semente dal produttore, testimonia evi¬
dentemente della bontà della scheda
madre in grado di "superare" gli stan¬
dard di funzionamento. Va ricordato che
questo aumento del clock deve essere
tollerato anche dalle altre schede utiliz¬
zate sul sistema.
Prestazioni
Il CS Giove Nitro K6 200 non è dota¬
to di scheda audio quindi i risultati rac¬
colti con l'Intel Media Benchmark, che
ha una sezione esplicitamente dedica¬
ta a questo tipo di elaborazioni, non
possono essere confrontati con gli altri
rilevati sulle altre macchine di questa
tornata. Fatta questa necessaria preci¬
sazione potete osservare dai grafici ri¬
portati come le prestazioni siano so¬
stanzialmente eguali a quelle dei per¬
sonal che utilizzano il chip AMD sia
nelle prove effettuate con la Suite di
MC, sia con i Bench di Intel Questo ri¬
badisce non solo la bontà della macchi¬
na ma anche l'ottima efficienza di que¬
sta implementazione del chipset Intel
VX in grado di rivaleggiare con schede
madri (più costose) che fanno uso del
più recente TX.
Il prezzo del Giove Nitro K6 200 è
estremamente allettante soprattutto
considerando la bontà dei componenti
utilizzati, le prestazioni raggiunte e, ul¬
tima ma non meno importante, una ga¬
ranzia di tre anni riconosciuta da Com¬
puter Store sul PC e un egual periodo
suH'ottimo monitor riconosciuto diret¬
tamente dal produttore
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
197
Pentium II contro K6
di Luca Angelelli
Computer Union Tutto
Alla Computer Union
quando dicono Tutto significa proprio tut¬
to o quasi: la dotazione di software di
questo PC è in grado di soddisfare le ne¬
cessita di una famiglia e non solo. Il pac¬
chetto contiene Microsoft Works, l'enci¬
clopedia Zanichelli, il dizionario della lin¬
gua italiana Devoto Oli, un'antologia della
letteratura italiana, Corel Draw 5. un cor¬
so di lingua inglese, la guida a Windows
95 oltre ovviamente al CD ROM d'instal¬
lazione di questo sistema operativo.
Il PC è assemblato in un cabinet di di¬
mensioni mini tower nei nuovo stan¬
dard ATX che oramai sta sostituendo il
baby AT oramai in uso da parecchi anni
Principalmente il nuovo standard preve¬
de una disposizione diversa dei compo¬
nenti sulla scheda madre e una diversa
tensione di alimentazione. Questa pic¬
cola rivoluzione comporta necessaria¬
mente una revisione del mobile e
dell’alimentatore, per questo parlando
dei cabinet li definiamo, anche se forse
impropriamente, ATX Una delle partico¬
larità più evidenti è la disposizione dei
connettori sul pannello posteriore: le
connessioni COM 1-2, LPT 1, USB,
mouse e tastiera tipo PS/2, joystick e
audio, sono disposte verticalmente so¬
pra le aperture dedicate alle schede di
espansione che quindi sono tutte a di¬
sposizione dell'utente. Sotto il connet¬
tore di alimentazione è presente un in¬
terruttore che permette di disconnette-
re completamente dalla rete il sistema
una volta spento Questo perché nel
nuovo standard all'atto della chiusura
del sistema operativo il personal si spe-
gne (funzione non implementata su
questo particolare esemplare) ma l'ali¬
mentatore resta in uno stato di attesa
pronto a riattivare il sistema al pigiare
del pulsante di accensione sul frontale
che non è più un interruttore.
La scheda madre è una Intel con chi-
pset Triton 440FX che ospita a bordo
anche una completa scheda audio. In
questo modo l’unica scheda utilizzata è
quella video, l'ottima Matrox Millen¬
nium divenuta oramai uno standard per
macchine di fascia medio alta
Nella parte alta della scheda madre
spicca il processore Pentium II inserito
198
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pentium II contro K6
nello slot 1 e dotato di una abbondante
aletta dissipatrice in alluminio le cui di¬
mensioni ricordano da vicino quelle uti¬
lizzate negli amplificatori hi-fi di buona
potenza. La CPU lavora ad una frequen¬
za di 233 MHz utilizzando un fattore
moltiplicatore pari a 3.5 del clock di si-
Computer Union tutto
Produttore e Distributore:
Video Computer S.p.A. Via Amonelli, 36
10093 Collegno (TO) Tel. 011/4034828.
Fax: 01 1/4033325
Prezzi UVA esclusa!
Union Tutto Pentium II 233 MHz
con software Ut. 3.998.000
Monitor Sony 17" 200SFT Ut. 1 260.000
sterna che è di 66 MHz. Ricordiamo
che la cache di secondo livello è inte¬
grata sulla scheda che contiene anche il
processore e lavora ad una frequenza di
clock pari alla metà di quella della CPU.
quindi qui a circa 116 MHz.
I 32 M di RAM sono di tipo EDO divi¬
si in due banchi SIMM da 72 Pin, l'HD è
un Maxtor da 2.5 G. il CD ROM. di tipo
EIDE come il disco rigido, è un Goldstar
16X. Il monitor in dotazione al Tutto è
un ottimo Sony 200 SFT da 17" in gra¬
do di raggiungere la risoluzione massi¬
ma di 1280x1024
Per completare il quadro non ci resta
che riportare la buona tastiera con i tasti
funzione per Windows 95 saggiamente
corredata del riduttore che permette il
collegamento con la presa mini Dm sul
retro del cabinet, il mouse seriale e la
cuffia con microfono per l'utilizzo di tut¬
te le funzioni audio messe a disposizio¬
ne dalla macchina e dal software a di¬
sposizione.
Prestazioni
Con il codice a 16 bit della nostra Suite
il Pentium II a 233 MHz non si distacca
significativamente dal K6 a 200 MHz, un
risultato assai interessante Inoltre nei
test dove viene utilizzato in modo mas¬
siccio il coprocessore matematico, Ren¬
der 1 e 2, l'efficienza è inferiore a quella
del Pentium 200 MMX indice che la FPU
è diversa da quella del predecessore
Passando agli Intel Media Benchmark
la situazione cambia e i risultati pongono
il Tutto fra il Pentium 266 e il Pentium
200 MMX preso come riferimento. E'
evidente a preferenza del Pentium II per
il codice a 32 bit, oltre che ovviamente i
benefici effetti della piu elevata frequen¬
za di lavoro.
Il prezzo di questo Computer Union
Tutto è buono, considerando anche l'otti¬
ma dotazione di software.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
199
Pentium II contro K6
di Luca Artgelelli
EGIS PC K6 200
semblata da EGIS. noto OEM romano,
si presenta come un mini tower nel
consueto formato adatto a montare
schede madri di tipo baby AT. Il cuore
di tutti i PC è la scheda madre in quanto
rappresenta l'elemento sul quale ven¬
gono poi montati o collegati tutti gli altri
componenti La sua importanza è per
certi versi superiore alla CPU stessa in
quanto una mother board di scarsa qua¬
lità influenzerà negativamente le presta¬
zioni di tutto il sistema mentre un pro¬
cessore poco performante (se mai ve
ne siano ancora) limita solamente quel¬
le applicazioni che ne fanno uso intensi¬
vo (cad. programmi matematici, alcuni
giochi .). Ricordiamo poi che gli appli¬
cativi per Windows 95 richiedono una
quantità di memoria piuttosto consi¬
stente per poter funzionare in modo
fluido ancor prima che un processore
velocissimo. Ovviamente il compito di
gestire la RAM e la cache di secondo li¬
vello e deputato alla scheda madre. ..
Ben consci di questo i tecnici della
EGIS hanno scelto una scheda madre
Asustek, la TX97-E, un ottimo compo¬
nente basato sul recente chipset Intel
Triton TX. La cache di secondo livello e
la massima possibile per questo tipo di
chipset (512 k) ed è integrata diretta¬
mente sulla scheda.
La TX97 permette di utilizzare RAM
sia di tipo SIMM a 72 pin (quattro slot)
che DIMM (due slot), con l'accortezza
di non usare i due tipi contemporanea¬
mente In questo caso sono stati utiliz¬
zati due moduli SIMM EDO da 16 M ca¬
dauno per un totale di 32 M
La dimensione massima di memoria
installabile è di 256 M ma è bene ricor¬
dare che dì questi il chipset TX è in gra¬
do di "pilotarne" in modo cache solo
64, caratteristica questa, è bene ribadir¬
lo, comune a tutte le schede madri ba¬
sate su questo chipset.
La riduzione della tensione per la CPU
è effettuata con un regolatore di tipo
switching direttamente implementato
sulla scheda madre. Grazie alla efficien¬
za intrinseca del dispositivo il calore da
dissipare durante il funzionamento è
molto contenuto e parimenti possono
200
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pentium II contro K6
essere trattate correnti consistenti co¬
me quelle richieste da processori come
appunto il K6 impiegato oppure il 6x86
di Cyrix.
Altra caratteristica importante del chi-
pset TX ovviamente implementata su
questa scheda madre è l'aumento della
capacità di trasferimento dati da parte
del controller EIDE utilizzando il BUS
MASTER DMA/33 in grado di arrivare a
EGIS PC K6 200
Produttore e Distributore:
EGIS di Nilotta Gian Piero. Via Tuscolana 261
00181 Roma Tel 06/7810593. Fax: 7803856
Prezzi (IVA esclusa!
PC K6 ZOO Ut. 2 190 000
Monitor Sony 15" 100SF Lit. 775 000
flussi dell'ordine di ben 33 m al secon¬
do di picco.
Anche in questo caso l'Asus riporta
sul manuale della scheda madre la pos¬
sibilità di utilizzare un frequenza di clock
di 75 MHz, superiore ai 66 ufficiali di¬
chiarati da Intel per il suo chipset.
L'HD utilizzato è un NEC da 2.5 G EI¬
DE, il CD ROM è un Goldstar 16X max
e la scheda video è l'ottima Matrox Mi-
stique. In dotazione ci sono le casse
acustiche per sfruttare al meglio le pos¬
sibilità della scheda audio Creative
Sound Blaster 16 PnP e un modem fax
esterno 33.600 bps con funzionalità voi¬
ce Completano il tutto la tastiera con i
tasti funzione per Windows 95 e l'indi¬
spensabile mouse
Prestazioni
Le prestazioni di questa macchina so¬
no essenzialmente allineate con quelle
che utilizzano la stessa CPU. Le diffe¬
renze sono tanto piccole da poter esse¬
re considerate realmente delle sfumatu¬
re. La situazione è la stessa sia nel caso
della Suite di MC sia con gli Intel Media
Benchmark. Le differenze percepibili si
possono rintracciare con quest'ultimo
test e sono dovute essenzialmente alla
diversa scheda video e audio utilizzata.
Anche in questo caso si conferma la
migliore performance del processore di
AMD alle prese con codice a 16 bit ri¬
spetto ai processori Intel, fatto essen¬
zialmente dovuto al decodificatore
hardware implementato nel chip che
traduce le istruzioni x86 in istruzioni Ri¬
sc che vengono eseguite con buon pa¬
rallelismo dalle più unità di questo tipo
utilizzate nel chip.
Il prezzo è assolutamente concorren¬
ziale, non ce ne voglia il lettore per que¬
sta reiterata affermazione, ma è la realtà
dei fatti ad essere "noiosa" Con circa
due milioni e seicentomila lire si entra in
possesso di una macchina estremamen¬
te potente in grado di utilizzare senza
problemi quasi tutto il software in circola¬
zione, il che non è assolutamente poco.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
201
Pentium II contro K6
di Luca Angelelli
ERGO Computer BiaKrono
L'aspetto di que¬
sto computer della ERGO è indubbia¬
mente imponente con il suo mobile big
tower adatto ad ospitare schede madri
di tipo ATX, il nuovo standard industria¬
le implementato per razionalizzare la
disposizione dei vari componenti sulla
mother board, introdurre nuove funzio¬
nalità per limitare il consumo di ener¬
gia e migliorare di conserva lo smalti¬
mento di calore aH'interno del mobile
L'impostazione del BigKrono è quel¬
lo di una macchina per usi pesanti vi¬
sta la presenza del potente controller
ultra wide SCSI Adaptec AHA 2949
UW montato su bus PCI al quale sono
collegati l'HD anch'esso ultra wide da
ben 9 G e il velocissimo CD ROM SCSI
Plextor 12/20X.
La scheda madre è di produzione In¬
tel. per la precisione il modello
PD440FX, con scheda audio on board,
Il chipset è ovviamente l'Intel 440FX vi¬
sto che è anche l'unico in circolazione
attualmente a supporta¬
re il Pentium II. Il pro¬
cessore lavora ad una
frequenza di 266 MHz
quindi conseguente¬
mente la cache di se¬
condo livello implemen¬
tata direttamente sulla
scheda che contiene
anche il processore ''gi¬
ra" a ben 133 MHz, ov¬
vero alla metà del clock
della CPU. Questa ca¬
ratteristica limita il collo
di bottiglia rappresenta-
202
Pentium II contro K6
to dalla frequenza di lavoro della piastra
madre che è di 66 MHz, ovvero quattro
volte inferiore a quelle del processore.
La RAM è di 64 M composta con due
moduli SIMM da 32 M cadauno e con¬
ferma la vocazione "prò" del Big
Tower II contenitore del processore è
ventilato con un dissipatore dotato di
ventola integrata, limitandone così l'in¬
gombro rispetto al tipo passivo impiega¬
to nelle altre tre macchine basate sul
Pentium II in prova.
I connettori standard, porte seriali, pa¬
rallela, mouse e tastiera, oltre che in¬
gressi e uscite audio e porta giochi so¬
no raccolte sopra la contattiera dedicata
alle eventuali schede di espansione che
l'utente vorrà utilizzare senza togliere
loro spazio, altro vantaggio questo dello
standard ATX.
Sul retro, accanto alle prese per l'ali¬
mentazione di rete e quella asservita
per il monitor, è presente un interrutto¬
re per scollegare completamente il si¬
stema alla rete luce: gli alimentatori dei
ERGO Computer BigKrono
Produttore e Distributore:
ERGO Italia Srl, Via della Nocetta 109
00164 Roma. Tel 06/66140630,
Fax 06/66140628
Prezzi UVA esclusa!
ERGO BigKrono Pentium II 266 MHz,
monitor 17" MS-1703 Lit 7 950 000
cabinet ATX possono essere messi in
stand by dal sistema durante periodi di
inattività lunghi o all'atto della chiusura
del sistema operativo, pronti a ravviarsi
quando viene premuto il pulsante sul
pannello anteriore. Ecco spiegata dun¬
que l'utilità dell'interruttore vero e pro¬
prio da utilizzare per la massima sicu¬
rezza se si prevede di lasciare spento il
computer per un lungo periodo.
La scheda video è la Matrox Millen¬
nium con 4 M di WRAM a garantire pre¬
stazioni al di sopra di
ogni sospetto. Com¬
pleta la dotazione la
tastiera Windows 95
ready e il mouse en¬
trambi con attacchi
mini Din o PS/2 che
dir si voglia.
Completa è la dota¬
zione di manualistica e
dischi driver per tutti i
componenti del siste¬
ma, per la scheda ma¬
dre ad esempio è for¬
nito un intero CD
ROM contenente ol¬
tre che gli applicativi
necessari alla gestio¬
ne anche i manuali in
formato PDF in varie
lingue compreso l'ita¬
liano.
Il software a corre¬
do comprende ovvia¬
mente i CD ROM di
installazione di Win¬
dows 95 e la Suite di
Lotus, permettendo di
utilizzare da subito il
personal anche se sia¬
mo sicuri che l'acqui¬
rente di questa belva
sicuramente ne preve¬
de l'utilizzo con appli¬
cativi molto, molto più
pesanti.
Il monitor da 17 pol¬
lici è buono e permet¬
te un'ottima fruibilità
del sistema anche se per lavori di grafi¬
ca o videocomposizione è raccomanda¬
bile la scelta di una misura superiore.
Prestazioni
Alle prese con la Suite di MC l'ERGO
BigKrono ha raggiunto i più alti punteggi
mai registrati garantendo prestazioni su¬
periori del 45% a quelle ottenute dal
Pentium 200 MMX preso come riferi¬
mento. Un risultato superiore a quello
che si poteva aspettare considerando la
sola differenza di frequenza di clock sul
quale pesano indubbiamente i 512 k di
cache di secondo livello direttamente
montati sulla scheda del processore.
Nelle prove con gli Intel Media Bench-
mark la macchina di ERGO è risultata di
un soffio inferiore a quella di Mitas che
utilizza lo stesso processore ma diversa
scheda madre. Quando diciamo soffio
intendiamo proprio una vera e propria
inezia: la differenza è del 0,6% circa!
Il prezzo del BigKrono è in assoluto
elevato ma indubbiamente commisura¬
to alle prestazioni offerte e soprattutto
alla qualità dei componenti utilizzati per
assemblare questo computer. Attenzio¬
ne, nel prezzo pubblicato non e compre¬
sa l'IVA ma è considerato il monitor da
17 pollici!
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
203
Pentium II contro K6
di Luca Angelelli
Hyundai K6 200
Questo Hyundai K6
200 è l'unico PC di questa prova ad utiliz¬
zare un cabinet desktop, particolare curio¬
so forse dettato da un generale orienta¬
mento dell'utenza verso contenitori di tipo
tower In realtà non ci sono ragioni per
preferire l'uno o l'altro tipo se non le ne¬
cessità proprie di ogni utente.
La macchina è basata su di una scheda
madre di tipo baby AT con chipset Intel
Triton VX dotata dì 256 k di cache di se¬
condo livello direttamente integrata sulla
scheda madre. La RAM impiegata è di ti¬
po EDO in due banchi SIMM da 16 M
per un totale di 32.
Il disco rigido è un Fu|itsu da 2.5 G El-
DE. il CD ROM il 16X max della Hitachi
mentre la scheda video è l'ATI 3D Xpres-
204
sion+ con 4 M di RAM
Sul retro tutti i connettori sono riportati
sugli slot a disposizione per le schede di
espansione come di norma per le schede
madri di questo tipo, ad eccezion fatta
per l’attacco per la tastiera e quello per
l'alimentazione, disposti
a sinistra della contattiera
principale. La scheda au¬
dio è montata nello slot
ISA piu lontano dalla
scheda video, precauzio¬
ne sempre valida per ri¬
durre almeno un poco il
rumore indotto dal siste¬
ma sui circuiti audio ed è
di produzione Aztech,
modello MMPRO 16 3D
per la cronaca.
Il regolatore di tensio¬
ne per il processore e di
Pentium II contro K6
Produttore e Distributore:
Data Pool S.p.A , Largo Alessandria del Carretto 28
00040 Morena - Roma. Tel : 06/729889224,
Fax: 06/72989236
Prezzi UVA esclusa!:
Yundai K6 200 Ut. 2.590 000
Monnor15 Hyundai Delux 15G+ Lit. 554000
Prestazioni
Questo Hyundai si è comportato me¬
glio con la Suite di MC che con gli Intel
Media Benchmark. La ragione va ricerca¬
ta nella diversa natura dei due test: men¬
tre il primo interessa essenzialmente la
CPU, il secondo investe tutto il sistema.
Ora questa macchina è l'unica di questa
tornata di prove ad utilizzare solamente
256 k per la cache di secondo livello e
questa è una delle ragioni delle prestazio¬
ni appena sotto la media delle altre mac¬
chine che utilizzano il chip di AMD Le al¬
tre sono rappresentate dalle prestazioni
della scheda audio che hanno un certo
peso sul risultato complessivo e dal chi-
pset indubbiamente non più modernissi¬
mo. D'altro canto va riconosciuto che sia¬
mo alla presenza di una delle macchine
più economiche di questa prova e alla lu¬
ce di questo fatto queste lievissime pec¬
che, del resto superabili richiedendo una
quantità superiore di cache L2, sono am¬
piamente perdonabili. Ancora una volta
un prodotto ampiamente conveniente
IHSP
=.vrr_-...
tipo lineare, questo significa che durante
il suo funzionamento dissipa in calore la
"potenza in eccesso" ovvero la differen¬
za fra la tensione fornita dall'alimentatore
e quella nominale della CPU (in questo
caso 5 - 2,9 = 2,1 V) per la corrente as¬
sorbita dal processore (circa 7,5 A massi¬
mi per il K6 200), il che tradotto in numeri
fa circa 15 W. Un valore indubbiamente
consistente del tutto affidato ai dissipato¬
ri passivi sui quali sono montati gli inte¬
grati regolatori. E' importante che in que¬
sto caso il flusso dell'aria prodotto dalla
ventola montata sulla CPU vada a lambire
l'aletta del regolatore riducendone la tem¬
peratura di funzionamento Sono piccoli
accorgimenti che comunque evitano im¬
motivati e improvvisi blocchi del sistema
durante un prolungato funzionamento in
ambienti caldi.
Sia il mouse seriale sia la tastiera sono
di produzione Mitsumi e assicurano una
buona affidabilità e un feedback nella nor¬
ma. Accompagnano il tutto una coppia di
casse acustiche amplificate e un microfo¬
no da collegare alla scheda audio.
Assieme al PC vengono forniti tutti i
driver e i manuali dei componenti installa¬
ti oltre all'indispensabile CD ROM di Win¬
dows 95. alla Lotus SmartSuite e a vari
giochi a corredo della scheda video.
Il monitor da 15" assicura una soddi¬
sfacente fruizione di questo Hyundai ma
nel caso di un utilizzo prolungato con ap¬
plicativi facenti intenso uso di grafica (fo¬
toritocco, impaginazione elettronica, cad,
etc.) è consigliata la scelta di un modello
di dimensioni superiori.
La garanzia che il produttore riconosce
sia al personal sia al monitor è di tre anni,
particolare assolutamente non trascurabi¬
le al momento della scelta di un nuovo
computer
Hyundai K6 200
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
205
Pentium II contro K6
di Luca Angelelli
JEPSSEN VAS K6-200 VTC
Il cabinet dello Je-
pssen Vas K6-200 VTC si presenta co¬
me un mid tower invero più "cicciotto''
della media, un look che può piacere o
meno ma che comunque lo distingue
dalla gran massa dei personal che, sal¬
vo pochi elementi caratteristici, qualche
pulsate colorato o qualche adesivo, so¬
no esteticamente piuttosto eguali
L'elemento caratterizzante di questo
personal è la capacità di comandare a
distanza una serie di prese di corrente
permettendo l'automazione di molte
funzioni casalinghe e non. Il tutto è per¬
messo dalla presenza di una apposita
scheda (guardando la foto del retro è
quella dalla quale fuoriesce un corto
spezzone di cavo utilizzato come anten¬
na), del software dedicato e di una serie
di interruttori telecomandati da inserire
nelle prese dell'impianto luce, di cui
due dati a corredo all'atto dell'acquisto.
Purtroppo per motivi di spazio non
possiamo approfondire, come merite¬
rebbe, la conoscenza
con quest'interessante
sistema e rimandiamo il
paziente lettore ad una
prossima occasione
La scheda madre è di
tipo baby AT. denomi¬
nata 8500 TUD. e si ba¬
sa sull'ultimo chipset di
Intel nel campo delle
MB con sockei 7. La ca¬
che di secondo livello è
di 512 k ed è possibile
utilizzare moduli SIMM
o DIMM per un totale
Pentium II contro K6
massimo di 256 M. Anche in questo ca¬
so bisogna ricordare che non è possibi¬
le utilizzare i due tipi di memoria con¬
temporaneamente e che il chipset non
permette di utilizzare più di 64 M in mo¬
dalità cache Questo non significa che
non si possano utilizzare quantità supe¬
riore di RAM ma questo comporta una
perdita di performance del sistema. E'
altresì bene ripetere che queste sono
caratteristiche proprie dell'Intel TX e
che non dipendono assolutamente
dall'OEM. Come tutte le schede madri
TX è possibile utilizzare la modalità Ultra
DMA/33 che permette con le periferi¬
che che la supportano di raggiungere i
33 M al secondo di transfert rate. Il re¬
golatore di tensione della CPU pare
(non essendo riportato alcun dato in
proposito sul manuale di istruzione il di¬
scernimento è affidato all'occhio e al
naso del redattore) di tipo lineare.
Il disco rigido è da 2.5 G e il CD
ROM, anch'esso EIDE, è un Goldstar
16X max. La RAM è composta da due
moduli SIMM da 16 M cadauno per
l'ovvio totale di 32. La scheda video è
Produttore e Distributore:
Jepssen Italia S.r.l., Corso delle Provincie 116
95127 Catania. Tel 0935/960777,
Fax: 0935/960780
Pretri (IVA esdusa):
Jepssen Vas K6-200 VTC Ut. 2.320.000
Monitor 15" SVGA Ut. 445.000
Kit Multimediale Ut. 855.000
una Tseng Labs Etx e utilizza il chip
Tseng ET6000 che come i lettori più at¬
tenti ricorderanno lavora a 128 bit. Ac¬
canto alla scheda video è stata montata
la scheda Fly Video che permette di cat¬
turare immagini video provenienti
dall’antenna TV o da un videoregistrato¬
re anche SVHS e ovviamente inviare al
televisore o al videoregistratore le im¬
magini trattate. La scheda audio è una
Yamaha con chipset OPL 3.
Tutte le connessioni sono riportate
negli slot dedicati alle schede di espan¬
sione come è d'obbligo nei case predi¬
sposti per il montaggio di MB AT
La dotazione di accessori comprende
oltre la cuffia con microfono e le casse
acustiche anche una piccola telecamera
che permette di importare nel PC im¬
magini con una qualità sufficiente per
gli usi "multimediali" come videoconfe¬
renze.
Molto originale la tastiera che vede
nettamente separati i tasti dedicati alla
mano sinistra da quella destra. Dobbia¬
mo riconoscere che, abituati a fogge
più consuete, il primo impatto è stato
un poco duro ma solamente un uso
molto prolungato e una buona padro¬
nanza della tecnica dattilografa potreb¬
bero mettere in luce i reali vantaggi di
questa disposizione.
Il monitor da 15" inviatoci è di buona
qualità.
Prestazioni
Le performance dello Jepssen sia
con la nostra Suite che con i Bench di
Intel sono buoni e assolutamente nella
media delle macchine in prova che uti¬
lizzano il K6 200. Le differenze con i
concorrenti sono lievissime tanto da po¬
ter essere considerate trascurabili. Il
prezzo concorrenziale è allineato alla mi¬
gliore concorrenza.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
207
Pentium II contro K6
di Luca Angele///
BUSiNlsy/'/»-
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7.V.
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MbM BUSINESSIine 266
Nel case Big Tower
di questo MbM BUSINESSIine 266 pulsa
uno dei due Pentium II a 266 MHz in
prova questo mese. E' inutile nasconde¬
re la nostra curiosità nel conoscere le
prestazioni del nuovo chip di Intel e di
come sia stato utilizzato dagli OEM italia¬
ni. Intanto contrariamente a quanto visto
negli altri due personal basati sul nuovo
chip Intel la Mitas Italia ha scelto una
scheda madre made in Taiwan, la ASUS
KN97-X.
Siamo alle prese dunque con uno dei
primi Pentium II giunti sul mercato e con
una delle prime schede non Intel dedica¬
te a questa CPU.
Per poterci proporre questo cumulo di
novità in tempo per partecipare a questa
sessione di prove alla Mitas hanno dovu- dre ASUS è ATX quindi i connettori PS/2
to fare una vera e propria corsa contro il per tastiera e mouse, le porte seriali, pa-
tempo che fortunatamente è
stata vinta ma ha portato co¬
me conseguenza alcuni picco¬
li problemi di assemblaggio
che sono stati risolti con sue
cesso durante la fase di col¬
laudo antecedente alle prove
vere e proprie. Il fatto non de¬
ve allarmare il possibile utiliz¬
zatore perché quello pervenu¬
to alla nostra redazione è un
esemplare pre serie e siamo
sicuri che nella produzione
corrente questi piccoli proble¬
mi sono stati eliminati.
Il formato della scheda ma-
208
Pentium II contro K6
rallela, giochi e USB oltre alle prese rela¬
tive all'ingresso e uscita audio sono di¬
rettamente collegate alla mother board e
compaiono sulla parte posteriore del ca¬
binet in una contattiera disposta vertical¬
mente e completamente separata da
quella dedicata alle schede di espansio¬
ne da installate sui cinque slot PCI o sui
tre ISA. Accanto ad uno degli slot PCI è
montato un ulteriore connettore, sicché
l'insieme permette di montare schede di
tipo particolare di produzione ASUS
(Asus Media Bus).
Il chipset utilizzato è l'Intel 440 FX La
RAM può essere di tipo SIMM, quattro
banchi disponibili o DIMM, un solo slot a
disposizione, che possono essere solo
del tipo EDO RAM da 5 V La Mitas ha
deciso di utilizzare due moduli SIMM per
un totale di 32 M di EDO RAM
La cache di secondo livello (512 k)
non è presente sulla scheda madre pre¬
ce - è presente nel contenitore del pro¬
cessore con il vantaggio di lavorare alla
MbM BUSINESSIine 266
Produttore e Distributore:
Mitas Italia S.r I. Via Stazione 92
39040 ORA IBZl Tel 0471/540900
Prezzi (IVA esclusali
Mitas Pentium II 266 MHz Lit 5 490.000
Monitor 17" Mitas Viewsomc17PS Ut 1499.000
metà della frequenza di lavoro della
CPU, ovvero in questo caso a 133 MHz,
mentre il clock principale della MB è di
"soli" 66 MHz.
Le dimensioni del dissipatore di calore
montato sul Pentium II sono necessaria¬
mente consistenti perché questo è di ti¬
po passivo e perché il calore prodotto
del chip è dell'ordine di grandezza delle
decine di watt.
Il CD ROM è una unità EIDE di produ¬
zione TEAC mentre l'HD ha una dimen¬
sione di 3.2 G. La
scheda video è in¬
tegrata nella sche¬
da madre e utilizza
il chipset Creative
Vibra 16C
Sia il mouse che
la tastiera dotata
dei tasti funzione
per Windows 95
vanno connessi agli
attacchi PS/2 pre¬
senti sul pannello
posteriore; all'uopo
viene dato in dota¬
zione un adattatore
in grado di ridurre la
presa Din della ta¬
stiera in mini Din e
rendere cosi possi¬
bile la connessione.
Non mancano poi
le due casse audio
per la migliore frui¬
zione dei suoni pro¬
dotti dal computer.
L'MbM BUSI-
NESSIine 266 è
l'unico personal in questa sessione di
prove ad utilizzare come sistema operati¬
vo Windows NT Workstation, fortunata¬
mente l'assemblatore, conscio dell'uso
che dovevamo farne, ha pensato bene di
installare sull'HD anche Windows 95 in
modo da poter fare indifferentemente il
boot con uno dei due sistemi operativi.
Per uniformità abbiamo scelto di effet¬
tuare i nostri test con il secondo OS.
Il monitor da 17" ViewSonic 17PS
supporta risoluzioni fino a 1600x1280
pixel ben accompagnandosi alla ottima
scheda video Matrox Millennium con 4
M di WRAM a bordo
Il floppy disk è una unità EIDE in gra¬
do di utilizzare il formato da 120 M ov¬
viamente assai più comodo e versatile
deH'oramai piccolissimo 3.5 pollici da so¬
li 1.4 M.
Prestazioni
Il confronto con l'altra macchina dotata
di Pentium II a 266 MHz, TERGO BigKro-
no, vede prevalere il Mitas con i Bench
di Intel mentre con la suite di MC è TER¬
GO a sopravanzare il BUSINESSIine 266.
Un match praticamente alla pari conside¬
rando soprattutto che le differenze rileva¬
te sono veramente minime sopraitutto
nel caso degli Intel Media Benchmark.
Beh, se cercate il massimo oggi (do¬
mani chi lo sa) sapete dove rivolgervi e
cosa cercare
209
I conti... con l'oste
Siamo cosi giunti al termi¬
ne di questa lunga e pesan¬
te prova di otto computer
(pesante anche in senso fi¬
sico: portateli voi otto gros¬
si tower dal quarto piano al
seminterrato per le foto e
viceversa...), nella quale ab¬
biamo potuto raccogliere
una interessante mole di
dati riferiti alle prestazioni di
ciascuno. Ricordo che, co¬
me da premessa, lo scopo
della prova in batteria non
era stabilire vinti e vincitori
fra i rispettivi produttori
bensì rilevare i comporta¬
menti dei nuovi micropro¬
cessori Intel Pentium II e
AMD K6 inseriti in macchi¬
ne reali dì varia natura, e
sottoposti a compiti altret¬
tanto reali o quantomeno
realistici. Vediamo quindi di
trarre alcune conclusioni pratiche da
quanto abbiamo constatato in questa
esperienza.
I test
Prima di tutto, però, un ovvio accenno
alle questioni metodologiche. Per quanto
riguarda le rilevazioni quantitative, in as¬
senza di una suite di test per codice
MMX universalmente accettata, ci siamo
affidati all ormai noto Intel Media Bench-
mark col quale la Intel misura le presta¬
zioni dei propri proces¬
sori MMX Si tratta di
una suite composta
da quattro applicativi
diversi, ciascuno o-
rientato ad un partico¬
lare tipo di compito,
che fa largo uso di co¬
dice MMX in tre di es¬
si. I risultati dei singoli
test vengono poi com¬
binati in un singolo in¬
dice globale applican¬
do ad essi una media
geometrica pesata,
con pesi scelti in mo¬
do tale da rappresen¬
tare realisticamente il
mix di compiti diversi
durante un utilizzo
medio del computer.
Attenzione: voci di
corridoio raccolte qua
e là su Internet e pres¬
so alcuni concorrenti
di Intel insinuano che
il Media Benchmark ri¬
sulti, guarda caso, par¬
ticolarmente ottimiz¬
zato proprio per i pro¬
cessori Intel e fornisca
risultati apparente¬
mente deludenti su
processori concorren¬
ti Corrado Giustozzi
ti Noi riportiamo questo pettegolezzo per
dovere di cronaca ma lo riteniamo infon¬
dato sino a precisa e circostanziata prova
del contrario, anche se prendiamo atto
che effettivamente il K6 è uscito strana¬
mente mortificato dal test su di esso; chi
volesse disassemblare 20 MByte di ese¬
guibile si accomodi...
Non solo per curiosità abbiamo poi fat¬
to girare sui nuovi chip la nostra vecchia
suite interna a 16 bit, quella che ci è ser¬
vita nell'arco di molti anni per rilevare le
prestazioni dei sistemi dal 286 ai primi
Pentium. A rigore tale suite oggi dovreb¬
be essere considerata ob¬
soleta tuttavia va ricordato
che, almeno sino alla uscita
della prossima versione di
Windows 95. il codice a 16
bit non è del tutto sparito
dai nostri computer Buona
parte dello stesso Win¬
dows 95 è infatti tuttora a
16 bit, in special modo alcu¬
ne sezioni del kernel e mol¬
tissimi device driver; per
cui l'efficienza con cui i
nuovi processori fanno gira¬
re il codice di questo tipo
ha un riflesso ancora rile¬
vante sulle prestazioni glo¬
bali del computer. Ma a
parte il sistema operativo,
ed anche ammettendo che
siano oramai poche le mac¬
chine che fanno girare Win¬
dows 3.1 (e non è certo il
caso...) va considerata la
grande quantità di applicativi a 16 bit che
popolano ancora i nostri hard disk: a co¬
minciare proprio dai programmi per Win¬
dows 3.1, che per motivi di pigrizia o di
compatibilità molti di noi ancor oggi fanno
regolarmente girare tali e quali sotto Win¬
dows 95, per finire coi giochi "per DOS"
che sicuramente impegnano in modo
pressoché abituale la stragrande maggio¬
ranza dei cicli di clock delle nostre CPU
Dunque non è del tutto peregrina l'idea di
verificare le prestazioni dei nuovi proces¬
sori anche mettendoli alle prese con l'ar¬
caico codice a 16 bit, anzi.
I risultati
Vediamo dunque
nei grafici riportati in
queste pagine i risulta¬
ti ottenuti nei nostri te¬
st Come vedete ab¬
biamo scelto di raf¬
frontare direttamente i
dati relativi ai vari pro¬
cessori, inserendoli
tutti assieme nei vari
grafici: inoltre per faci¬
lità di lettura ed inter¬
pretazione abbiamo
provveduto a normaliz¬
zare tutti i risultati
esprimendoli come in¬
dici relativi alle presta¬
zioni di un processore
campione A questo
scopo abbiamo scelto
il più evoluto dei pro¬
cessori di precedente
enerazione, ovvero il
entium MMX a 200
MHz, il quale è stato
dunque inserito come
pietra di paragone nei
vari grafici con indice
di prestazione unitario.
Dai grafici analitici
210
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pentium II contro K6
In Questi due graia una estrapolazione azzardata e non del tutto giustificata, ma egualmente degna di interesse. Abbiamo normalizzalo i risultati dei benchmark ad una
medesima Irequerza di clock Ignorando a beta posta l'influenza della motherboard. cosa non del tutto corretta, abbiamo un 'idea dell'efficienza intrinseca dei van chip.
Note sparse sulla scelta
della scheda madre "ideale"
Non è facile oggi scegliere un computer per lavoro o per diletto: le
offerte sono molte e quasi tutte concorrenziali. Il risultato più appa¬
riscente scaturito da questa prova in batteria è che sistemi basati
sull'AMD K6 hanno prestazioni molto buone e prezzi assai competi¬
tivi che in un prossimo futuro sono destinati a ridursi ulteriormente.
Questo non toglie che è bene considerare attentamente cosa si ac¬
quista per evitare una obsolescenza precoce dei beni acquisiti. La
cosa più importante è l'acquisto di una buona scheda madre visto
che è questo componente il più importante in un personal compu¬
ter, affermazione che può essere banalmente motivata dalla consi¬
derazione che tutti i componenti del sistema sono collegati e di¬
pendono per il loro funzionamento da questo componente È inutile
scegliere ottime CPU e poi economizzare sulla scheda madre per¬
ché cosi si vanificano parte degli sforzi economici fatti. Le conside¬
razioni che faremo di seguito valgono essenzialmente per le sche¬
de con socket 7 ovvero quelle MB dedicate all'uso dei processori
di classe Pentium.
Per prima cosa la mother board Socket 7 ideale è in grado di mon¬
tare tutte le CPU in commercio, il che non è impresa facile: per pri¬
ma cosa deve garantire la possibilità di impostare tutte le possibili
tensioni di alimentazione che attualmente vanno da 2.8 V del Pen¬
tium MMX ai 3.2 V dell'AMD K6 233. In futuro è possibile che i
produttori decidano di abbassare ancora un poco la tensione di ali¬
mentazione del nucleo del processore per ridurre l'assorbimento e
la produzione di calore, in breve potremo considerarci soddisfatti
se la MB offre tensioni da 2,5 V a 3,5 V. Ma anche questo non è
sufficiente: le CPU arrivano ad assorbire correnti consistenti, del-
l'ordine dei 7,5 A per il K6 200 o addirittura 9,5 A per il K6 PR 233
(che moltiplicati per i 3,2 V di alimentazione fanno la bellezza di 30
W, fortunatamente si tratta dell'assorbimento massimo possibile).
Per questa ragione il regolatore di tensione per il processore pre¬
sente su ogni scheda madre deve essere adeguatamente dimen¬
sionato.
Questo essenziale componente elett'ico può essere di due tipi, o
lineare o switching: nel primo caso viene usato o un integrato rego¬
latore o uno o più transistor e la tensione proveniente dall'alimenta¬
tore principale (5 V per i case AT, 3,5 V per quelli ATX) viene ridotta
dissipando in calore la 'potenza' in eccesso, in prima approssima¬
zione questa è eguale al salto di tensone richiesto per la corrente
'in transito' (per un K6 200 e una MB baby AT si ha (5-2,9) x 7,5 =
15,7 W). Per questa ragione i regolatori o i transistori sono montati
su di una aletta dissipatrice che permette lo smaltimento del calore
prodotto.
Il regolatore switching funziona trasformando la corrente continua
m alternata ad alta frequenza e ottenendo la tensione cercata trami¬
te un piccolo trasformatore (di solito toroidale). Avvenuta la trasfor¬
mazione, che può essere sia a salire che a scendere, la corrente è
di nuovo trasformata in continua. L'efficienza di tutto il processo è
molto alta e il calore prodotto molto ridotto Questo tipo di regola¬
tore è in grado di fornire correnti superiori a quello lineare senza
produrre calore e quindi senza la necessità di ingombranti alette.
Nel caso che la scheda madre fosse dotata di regolatore lineare è
bene indirizzare il flusso d'aria in uscita dal dissipatore della CPU
verso l'aletta del regolatore di tensione per raffreddarla
Altra importante precauzione da prendere è quella di porre fra pro¬
cessore e dissipatore un sottile strato di pasta conduttiva o una mi¬
ca impregnata di grasso silicomco par ridurre la resistenza termica
fra i due elementi e abbassare cosi la temperatura di funzionamen¬
to della CPU.
Queste semplici precauzioni eviteranno improvvisi quanto inspiega¬
bili blocchi del sistema più probabili con l'approssimarsi della sta¬
gione calda.
Altra importante caratteristica della scheda madre ideale è la capa¬
cità di montare tubi i tipi di memoria RAM sul mercato e soprattut¬
to i nuovi moduli DIMM a 168 pin di SRAM che pian piano andran¬
no a sostituire i moduli DIMM. Nel caso l'utente necessitasse di
montare una quantità molto grande di RAM va controllato quanta
memoria la scheda madre è in grado di gestire in modalità cache:
molte MB hanno come limite 64 M. Questo significa che è si pos¬
sibile montare molto più di 64 M di RAM ma a prezzo di uno scadi¬
mento delle prestazioni di tutto il sistema.
Parimenti va fatta attenzione alla quantità di memoria cache di se¬
condo livello presente sulla scheda madre: per i chipset Intel que¬
sta è al massimo di 512 k e di solito è presente in questa quantità
e funziona in modalità sincrona. Vanno evitate quantità inferiori di
cache o modalità di funzionamento non sincrone. Presto assistere¬
mo all'introduzione sul mercato del chipset di AMD che, come il
VIA già in produzione, sarà in grado di aumentare la memoria tam¬
pone migliorando ulteriormente, anche se di poco, le prestazioni
Importantissimo poi é il supporto che la casa produttrice é in grado
di offrire sotto forma di aggiornamenti del bios e note tecniche da
prelevare presso un sito Internet in modo da mettere il sistema in
grado di utilizzare le CPU che appaiono man mano sul mercato. Ac¬
quistare una scheda sconosciuta o come spesso accade senza al¬
cun riferimento al costruttore si rivela al primo aggiornamento di
processore una scelta economicamente sbagliata
Luca Angelelli
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
211
Pentium II contro K6
che riportano i singoli valori di prestazione
ottenuti sui diversi applicativi di cui si
compongono le due suite utilizzate, quella
di MC per il codice a 16 bit e quella Intel
per il codice MMX a 32 bit, abbiamo quin¬
di estratto i soli valori sintetici di prestazio¬
ne complessiva esponendoli in due grafici
riassuntivi, che per la minor "popolazio¬
ne" di barrette risultano così di interpreta¬
zione più immediata.
Commentiamo dunque brevemente i
vari grafici, cominciando da quelli relativi
alla suite di MC. Quello che si evince dal
test è un'ottima efficienza del <6 soprat¬
tutto nell'esecuzione di codice relativo a
calcoli fra interi, dove i valori sono costan¬
temente superiori a quelli del Pentium II a
233 MHz. I valori sintetici mostrano dun¬
que il K.6 sensibilmente migliore rispetto
al Pentium MMX di pari frequenza, e pra¬
ticamente alla pari col Pentium II a 233
MHz.
Ben diverse sembrano invece le cose
passando al codice a 32 bit con MMX. I ri¬
sultati del Media Bench suggeriscono in¬
fatti che il K6 sia addirittura meno efficien¬
te del Pentium MMX in praticamente tutti
i casi, tranne quello della riproduzione
MPEG. Ciò sinceramente ci ha meraviglia¬
to non poco; tra l’altro il test di grafica
Sulta MC
geometrica 3D non fa uso di codice MMX
e dunque dovrebbe essere eseguito con
risultati pressoché analoghi sul Pentium
MMX e sul K6, ed invece penalizza que¬
st'ultimo chip in maniera piuttosto rilevan¬
te. Ovvia invece la differenza tra K6 e
Pentium II, dovuta alla più avanzata archi-
Ecco i gialìa dei usuiteli leali, tutu quanti
riferiti alle prestazioni di un Pentium MMX
", liscio~ a 200 MHz. Qui sopra e in alto a destra,
i risultati sulla nostra suite a 16 bit, a fianco e
in basso a destra, quelli ottenuti sull'Intel
Media bench I valori, come si vede, risultano
estremamente consistenti fra i prodotti del
diversi costruttori
Il FIST bug nel Pentium II
Nei primi giorni successivi all'introduzione sul mercato del Pentium
Il si è parlato con una certa insistenza su Internet di un bug riscon¬
trato nel nuovo processore e localizzato nell'unità di calcolo in virgo¬
la mobile, in particolare nell'istruzione di conversione da floating
point a interi. I più allarmisti hanno rievocato il fantasma dell'oramai
famoso "Pentium bug" che affliggeva i primi Pentium a 75 MHz, e
che come si ricorderà provocò un famoso "caso internazionale"
quando la comunità di Internet smascherò i tentativi di Intel di met¬
tere a tacere la cosa e costrinse il presidente e CEO dell'azienda,
Andrew Grave, a pubbliche scuse e ad un impegno di maggiore tra¬
sparenza.
Questa volta infatti le cose sono andate diversamente, e Intel si è
comportata in modo impeccabile: dando ascolto alle prime segnala¬
zioni ha provveduto rapidamente a identificare e riconoscere il bug.
fornendo contemporaneamente tramite il proprio sito Internet noti¬
zie certe su di esso e consigli per evitarne l'insorgere. Intel ha an¬
che assicurato che i prossimi "stepping" di Pentium II e Pentium
Pro (sono questi infatti i processori affetti dal bugi verranno corretti
e dunque non soffriranno più del problema: il quale, per la cronaca,
è stato inserito nelle liste ufficiali dei “problemi noti" dei due chip ri¬
spettivamente al 62mo posto per il Pentium Pro ed al 25mo posto
per il Pentium II.
Vediamo rapidamente in cosa consiste esattamente il bug, per fare
un po' di chiarezza sul problema e soprattutto capire quanto sia gra¬
ve il danno. In termini generali ciò che succede è che, in particolari
condizioni, l'operazione macchina che converte un numero floating
point a 80 bit in un intero a 16 o 32 bit non si comporta secondo le
specifiche e dà luogo ad un errato settaggio di alcuni flag del pro¬
cessore Più precisamente l'errcre si verifica quando la conversione
darebbe luogo ad un overflow, ossia quando il valore da convertire è
troppo grande per essere rappresentato nel tipo di dato di destina¬
zione: in questo caso il processore dovrebbe segnalare l'errore ac¬
cendendo li flag IE (Invalid Operation) e causando un'eccezione
hardware, cosa che invece non si verifica.
Vediamo dunque quali sono le condizioni specifiche che danno luo¬
go all'errore. In primo luogo l'istruzione deve essere della famiglia
FISTIPI a 16 o 32 bit: la conversione a 64 bit avviene correttamente.
In secondo luogo il valore da convertire deve essere di segno nega¬
tivo e di valore assoluto estremamente più grande rispetto al massi¬
mo valore rappresentabile dal tipo di dato di destinazione. Infine il
processore deve essere impostato sul tipo di arrotondamento " to
nearest", "tozero" o " up "; il tipo "down" è immune dal problema.
L'errore si manifesta con un comportamento deviarne da quello
standard: il campo di destinazione viene correttamente riempito col
valore convenzionale MAXNEG. corrispondente al massimo intero
negativo rappresentabile dal relativo tipo di dati, ma il bit IE (Invalid
Operation! della Floating Point Status Word non viene acceso e
dunque non viene impostata un'eccezione, mentre il bit PE (Preci-
sion Errar) della stessa word viene acceso. Il comportamento cor¬
retto prevederebbe invece l'esatto contrario: IE acceso, a segnalare
un'operazione invalida, innesco di una eccezione, e PE spento.
Nonostante tutto il bug sembra comunque essere piuttosto raro, e
quindi di impatto relativamente poco grave sul software applicativo.
Le soluzioni suggerite da Intel per rimediare sono tre: controllo di
validità degli operandi prima di una conversione (che è sempre una
buona pratica...), controllo a posteriori dell'esito della conversione
verificando se essa ha generato un risultato di tipo MAXNEG. sosti¬
tuzione nel proprio codice della conversione a singola istruzione con
una successione di tre istruzioni che ottengono lo stesso effetto ma
non innescano il bug.
Intel si è anche preoccupata di raccogliere dichiarazioni da parte dei
maggiori produttori di software riguardo il possibile impatto del bug
nei rispettivi prodotti: tutti hanno affermato che i propri applicativi
non sono affetti dal “FIST bug", e che comunque terranno conto
del problema nel futuro ed eviteranno di scrivere codice vulnerabile
ad esso. Corrado Giustozzi
212
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pentium II contro K6
Suite MC
Ergo. Kttts. Video C«*rc**.. PVjrvl® Kfl wOosson. K6 Ep* K8 200 Ccmouter Penftum
Pentium i Penetri Computo!. K0200KHT 200MHz 200»»*tz NHz Mouse. Kfl MMX 200
266 MHz 266MHz Porcumi 200 MHZ MHZ
233
Intel Media Bench
1.6
1.4
1.2
1
0.8
0.6
0,4
0,2
0
Mtas Ergo Video
Pero uri Porcumi Computer.
266 MHz 266 MHz PkCut.1
233 MHz
Percun Ceree**.. Jopsseo. Eps, K6 Computer Hyt/vj»
200MMX Kfl200 Kfl200 200MHz House Kfl K6200
MHz k*C 200
tettura di questo ultimo processore il qua¬
le. portando con sé la cache di secondo li¬
vello, non deve "affacciarsi" sulla mother¬
board ad ogni accesso e dunque può par¬
lare con la cache sempre ad altissima ve¬
locità. Praticamente coincidenti tra loro,
comunque, le misure su una medesima
classe di processori; e crescenti linear¬
mente col clock nel caso dei Pentium II.
come ci si attendeva.
Estrapolazione fatale
A questo punto possiamo tentare an¬
che un'operazione non del tutto lecita ma
interessante proviamo a normalizzare i ri¬
sultati reali riportandoli tutti alla medesima
frequenza di clock, per avere un'idea della
maggiore o minore efficienza intrinseca
dei vari processori. L'operazione non è le¬
cita perché non tiene conto dell'influenza
del clock della motherboard, il quale ov¬
viamente non può crescere linearmente
col clock del processore; ma tuttavia, in
prima approssimazione e tenendo sem¬
pre ben presenti i limiti concettuali della
cosa, può dare alcune interessanti indica¬
zioni di massima.
I risultati di questa elaborazione sono
riassunti nei grafici di pagina 212, sempre
in modo separato per il codice a 16 e a 32
bit; sono inoltre riportati solo i dati dei mi¬
gliori fra i sistemi valutati, assieme a quelli
del solito Pentium MMX di riferimento.
Quello che ovviamente risulta è l'esaspe¬
razione dei risultati evidenziati sinora,
mentre sulla suite di MC il K6 esce come
trionfatore, sul Media Benchmark risulta
drammaticamente perdente.
Conclusioni
In realtà quindi, per quanto abbiamo po¬
tuto vedere in questa prova, sembra che i
problemi siano più delle soluzioni. Il Pen¬
tium Il è ovviamente vincente come ci si
aspettava, ma il K6 sembrerebbe una sor¬
ta di Dr. Jekill e Mr. Hide, ottimo sul codi¬
ce a 16 bit e poco efficiente su quello
MMX. Indubbiamente la cosa richiede ul¬
teriori verifiche, e prima ancora la messa
a punto di una metodologia di test ade¬
guata ed imparziale Le cose comunque
cambiano se si portano in conto i costi dei
processori e delle motherboard; in questo
caso infatti il K6 si riscatta per via del so¬
stanziale risparmio che consente all'uten¬
te finale, sia per quanto riguarda il costo
intrinseco del chip sia perché non richiede
una motherboard apposita ma può essere
installato direttamente su qualsiasi
motherboard di recente produzione Da
questo punto di vista il K6 si offre in mo¬
do del tutto naturale come upgrade, per
dare nuova vita al proprio sistema Pen¬
tium di una certa età senza dover spen¬
dere una fortuna o cambiare tutto. 1X6
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
213
di Massimo Truscelli
RW.*r*.c*.t> cimo iiowi
ifmtut ofirr MMnKro
CD-ROM TOOLKK^
HL MacOS Com
Quando Apple deci¬
se di estendere la potenziale utenza dei
propri sistemi Macintosh dalla ristretta
nicchia degli utilizzatori professionisti ad
una più ampia categoria di utenti, le
aspettative di chi immaginava di potersi
permettere, ad un prezzo di mercato più
basso, dei sistemi in tutto e per tutto
uguali agli 'originali' Macintosh, vennero
in parte deluse. Dopo un primo momento
di grande entusiasmo nel quale marchi
blasonati alla stregua di Pioneer annun¬
ciarono i propri compatibili basati su
PowerPC, le politiche di mercato hanno
fatto si che in Italia giungessero solo po¬
chi marchi capaci di offrire prodotti Ma¬
cOS compatibili per il grande pubblico: in
particolare, Power Computing e Umax,
distribuiti rispettivamente da Modo e
Image, due società tradizionalmente le¬
gate ai prodotti Apple. Per rendere possi¬
bile la costruzione dei sistemi MacOS
compatibili, per la natura stessa del siste¬
ma operativo di Apple, era indispensabile
che quest'ultima 'licenziasse' la possibi¬
lità di impiegare quella sostanziosa parte
di sistema operativo residente su ROM
che. allo stato attuale delle cose, rappre¬
senta svariati megabyte di codice. Trala¬
sciando i sistemi compatibili MacOS ba¬
sati su architettura multiprocessore
PowerPC IDay Star MP, ecc l i due nomi
poc’anzi citati rappresentano Tunica vera
alternativa ai Macintosh originali, in parti¬
colare. Umax offre una soluzione per l'as¬
semblaggio in proprio di sistemi compati¬
bili Mac basata sull'impiego di un 'bare¬
bone', ovvero una configurazione base,
costituita da un cabinet a standard ATX
completato da una motherboard, attorno
alla quale è possibile allestire sistemi più
o meno completi scegliendo tra la vasta
gamma di dispositivi, periferiche ed ac¬
cessori che il mercato offre.
Si tratta di una soluzione che lascia agli
assemblatori ampie possibilità di perso¬
nalizzazione de! prodotto, che, in tal mo¬
do, può essere 'tarato" rispetto alle esi¬
genze delTutilizzatore. Centro HL Distri¬
buzione. già nota per i propri PC a base
Intel le processori compatibili) basati sul¬
l'impiego delle motherboard Activei, ha
stretto un accordo commerciale per l'as¬
semblaggio di sistemi compatibili basati
sul 'barebone' Umax Pulsar, divenendo di
fatto un produttore di sistemi assemblati
MacOS compatibili.
214
MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997
HL MacOS Compatibile
Descrizione
Il computer si presenta nel classico
cabinet Umax di tipo tower caratteriz¬
zato da uno sportellino, incernierato sul
lato destro del cabinet, che racchiude
l'unità di lettura CD-ROM |6x in confi¬
gurazione base), l'unità floppy disk (Su-
perDrive) e gli ulteriori alloggiamenti
per altri dispositivi di memorizzazione
di massa (Zip, Syquest, Jaz, ecc.) dei
duali l'utente voglia eventualmente do¬
tarsi. Sempre sul pannello frontale so¬
no presenti il pulsante di alimentazione
(contenente all'interno una spa lumino¬
sa), i tasti di reset e programmazione,
le prese mini-jack per l'input e l'output
audio. Il retro è caratterizzato dalla pre¬
senza di una doppia ventola e del pan-
nellino metallico a standard ATX con le
connessioni relative alle due porte ADB
(Apple Desktop Bus), all'uscita audio
ed al connettore SCSI Una barretta in
stile "simil PC" offre le connessioni RS
422 per stampante e modem ed i con¬
nettori Ethertalk a standard AUUUI-15
ed il particolare lObase-T utilizzato da
Apple Macintosh.
Un appunto va mosso allo sportelli¬
no che racchiude le unità di lettura
FDD e CD-ROM; pur se rappresenta
una valida soluzione estetica, nell'im¬
piego pratico del computer si rivela
scomodo mostrando, oltretutto, una
HL MacOS
Compatibile
Produttore.
UMAX Daia Svstems, Ine - 8F. 68. Nankmg East
Rd. Sec 3 - Taipei, Taiwan, ROC
Distributore:
Centro HL Distribuzione s.r.l. - Via di No voli, 7 -
50127 Firenze-Tel 055/337900 - Fax
055/3370701 - Indirizzo fmp//www.centioni.it
Prezzi II VA esclusa!
HL MacOS Compatibile Lit. 4 990.000
miro Ergolme DI 785TE Lit. 1 850 000
miro Motion DC20 Lit. 1.250.000
certa fragilità costruttiva dei perni sui
quali ruota. Una nota divertente, sem¬
pre a proposito della parte interna dello
sportellino, è rappresentata dalla seri¬
grafia in rilievo di un'onda con la frase
'In recognition of those who kept thè
faith' seguita dalle firme di tutti coloro
che hanno collaborato alla realizzazione
del progetto,
La dotazione comprende una tastie¬
ra estesa di foggia praticamente identi¬
ca a quella originale, ma caratterizzata
dalla presenza sul fondo di due piedini
retraibili e da una fattura apparente¬
mente piu 'plasticosa' rispetto all origi¬
nale Apple, pur se tuttavia il tocco è
«
gradevole e preciso Analogo è il di¬
scorso riguardante il mouse monota¬
sto, anch'esso di chiara produzione
taiwanese.
La motherboard, sulla quale l'HL
MacOS compatibile è basato, venne
sviluppata da Umax ispirandosi all'ori¬
ginale Power Mac 9500, denominato
in codice 'Tsunami', ed è siglata come
SuperMac S900. La motherboard offre
la possibilità di impiego contempora¬
neo di due schede processore
PowerPC con frequenza di clock com¬
presa tra 180 e 225 MHz.
Oltre alle caratteristiche pai consue¬
te per questo tipo di scheda madre.
Il retro del sistema mostra tutte le connessioni
standard disponibili II frontale e caratterizzato da
un pannellmo che cela, oltre ad alcun vani per al¬
tre unità accessorie, le unità FDD e CD-ROM Nel¬
la foto in allo m questa pagina le firme delle perso¬
ne che hanno collaborato al progetto.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
215
HL MacOS Compatibile
come la disponibilità di una memoria
cache di secondo livello da 512 Kbyte
e 16 Mbyte di memoria RAM, saldati
direttamente sulla scheda in configura¬
zione standard, la motherboard offre
anche una serie di ulteriori caratteristi¬
che. Innanzitutto, l'espandibilità è assi¬
curata da 6 slot PCI gestiti con una par¬
ticolare configurazione del chipset: un
chip Bandit per la gestione dei primi
due slot PCI (il primo dei quali è fornito
di un ulteriore connettore ausiliario per
l'applicazione di schede speciali) e per
le operazioni di I/O; un chip DEC 21052
per il controllo dei restanti quattro slot
PCI e la gestione delle comunicazioni
con i primi due.
La doppia gestione è adottata anche
per ciò che riguarda l'interfaccia SCSI
che offre, analogamente ai modelli Ma-
HI moiOS Compatibile Hepott
CPU 11960
Grafite» 0 000
DiJk 4 198 Nen* of Hard Disk testa): Mertl Disk 2065
Ms»k 525 415
P*rformine* P»tir*g 12 218
kWhetstoKM 109277674 371 584
Onrtjatonw 252460 224 14 616
Tovsrs 17 413
OmckSort 22 044
BobaieSon 14 641
OdMfrt 13 009
Punì# 24 905
Permutetton» 16 692
Intefer Metri. MuMiply 22 545
Sieve 17 422
Benchmerk Avere* 53 407
FPU fasi Founer 22 472
fPUKWheislones 111271 857 21569
f PU f P Mairi « Muli 28 456
FPU Test Avere* 24 09?
Black & Wfitte 0.000
4Colora 0 000
16 Color» 0 000
256 Colora 0 591
52.767 Color» 8 929
Color Teat Avere* 8 760
I tepori generati dalle applicazioni TechTool e Spee
dometer nvisitano la compatibilita delle caraneristi¬
che hardware e le prestazioni del sistema sottoposto
ad una sene di benchmark
cintosh ’DOC", due distinti canali di co¬
municazione. Nel compatibile del Cen¬
tro HL uno dei due canali è a standard
SCSI-II a 10 Mbit/secondo per la catena
di periferiche interne e l'altro, per la ca¬
tena esterna, a 5 Mbit/secondo. Per
quanto riguarda l'espandibilità della me¬
moria RAM, essa può contare sulla pre¬
senza di 8 slot per moduli DIMM a 168
pin e 64 bit con velocità di 70 ns o infe¬
riore. Calcolando che il 'taglio" massi¬
mo di tali moduli è di 128 Mbyte la do¬
tazione di memoria RAM può raggiun¬
gere la ben più che ragguardevole ca¬
pacità di 1 Gigabyte.
La dotazione software del sistema
giunto in redazione comprendeva il Ma¬
cOS System 7.5.3, i driver per la sche¬
da video PCI e le utility FWB CD-ROM
Toolkit.
L'esame
L'esemplare di HL MacOS Compati¬
bile provato da noi era completato da
un monitor miro Ergoline D1785TE con
schermo Trinitron da 17', completo di
adattatore VGA-Mac, interfacciato con
una delle due schede video che il Cen¬
tro HL offre a scelta per la configurazio¬
ne standard di questo sistema: Twin
Turbo 128M2 oppure Diamond Javelin
3240XL. La Diamond Javelin è una
scheda ad alte prestazioni, basata sul
chip S3, capace di assicurare una risolu¬
zione massima di 1600 x 1200 punti a
256 colori con un refresh di 76 Hz; per il
true color la risoluzione scende a 800 x
600 pixel con una frequenza di refresh
di 120 MHz. La Twin Turbo è invece
una scheda che assicura la completa
compatibilità con Quick Draw assicuran¬
do il supporto di tutte le risoluzioni vi¬
deo standard offerte in ambiente Ma¬
cintosh: da 640 x 480 pixel con refresh
di 67 Hz a 1600 x 1200 pixel e refresh a
65 Hz. la quantità minima di colori vi¬
sualizzati è di 256 (ciò significa che B/N,
4 e 16 colori non sono supportati). Nel
nostro caso, parafrasando una nota tra¬
smissione televisiva, la scheda in dota¬
zione era... 'La seconda che hai detto!'.
La Twin Turbo ha mostrato di essere
una scheda particolarmente veloce e,
andando a leggere le sue caratteristi¬
che, non poteva essere diversamente
poiché utilizza un 'Bit Blit Engine', dove
blit indica l'abilità ad esegu re operazioni
di 'bit block transfer', che elabora i dati
su due linee interne di comunicazione a
64 bit interfacciate con l'architettura a
32 bit del bus PCI. Fornita di un chip di
accelerazione video Integrated Micro
Solutions (IMS) e di una VideoRAM di 4
Mbyte, la scheda incorpora la compo¬
nentistica necessaria per la riproduzione
video MPEG (resa possibile con la sola
aggiunta di un apposito software opzio¬
nale) e per lo zoom lineare e le funzioni
di pannmg. Lo zoom lineare permette,
con semplici combinazioni di tasti, l'in-
/ mouse e la tastiera, pur se di Iattura più economica rispetto ai medesimi elementi originali Apple, forniscono un buon feedback all'utihzzatore
216
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
HL MacOS Compatibile
Speedometer Report: HL MacOS Compatibile
Test eseguito in modalità nativa PowerPC
CPU:
11,960
Graphics:
0,000
Disk:_
_4,198
Matn:_
Performance Rating:
_DZO,4 lo
12.218
KWhetstones:
109277,674
Dhrystones:
252460,224
Torri di Hanoi:
17,413
QuickSort:
22,044
Bubble Sort:
14,641
Reqine:
13,009
Puzzle:
24,903
Permutazioni:
16,692
Matrici Multiple Intere:
22,543
Sieve:
17,422
Media Benchmark:
53,487
FPU Fast Fourier:
22,472
FPU KWhetstones:
111271,837
FPU F.P. Matrici Multiple:
28,456
FPU Media Test:
24,099
Bianco & Nero:
0,000
4 Colori:
0,000
16 Colon:
0,000
256 Colori:
8,591
32,767 Colori:
8,929
Media Test Colore:
8,760
Nella tabella e visibile il
report completo dei
benchmark condotti
con Speedometer Nel
grafico è possibile con¬
frontare le prestazioni
dell'HL MacOS Com¬
patibile con il sistema
di tiferimenio, uri Ma¬
cintosh Quadra 650
Il cabinet ATX aperto
mostra la motherboatd
Umax S900 sulla quale
l'HL MacOS Compati¬
bile basa il proprio fun¬
zionamento
same di altri sistemi Mac 'originali' co¬
me un Power Mac 8500/120 ed il
Power Mac 8600/200 presentato in
questo stesso numero della rivista
Altro esame condotto con l'ausilio di
un software è quello riguardante il con¬
fronto delle prestazioni con altri modelli
della produzione Apple Macintosh, Per
eseguire tale test abbiamo utilizzato il
programma che a torto o a ragione è
considerato lo standard di riferimento in
ambiente Macintosh Speedometer
4.0.2. I risultati sono riportati in una ta¬
bella pubblicata in questa pagina e as-
grandimento della finestra video in ma¬
niera praticamente istantanea, senza i
problemi di refresh che solitamente af¬
fliggono questa operazione, mentre le
funzioni di panning sono attivate auto¬
maticamente semplicemente spostan¬
do il mouse quando si ingrandisce la fi¬
nestra video.
La prima operazione condotta, dopo
aver installato il sistema, è consistita in
un esame della configurazione median¬
te una delle tante applicazioni esistenti
per l'ambiente Macintosh. Per la preci¬
sione abbiamo utilizzato il TechTool
1.1.3 della MìcroMat Computer Sy¬
stems che riconosce il sistema come
un SuperMac S900 della Umax Compu¬
ter Corporation. Le altre caratteristiche
rilevate dal programma sono la presen¬
za di un processore PPC604e a 185
MHz, di 32 Mbyte di RAM (33.554.432),
di un bus PCI operante a 52 MHz e di
un hard disk da 2 Gigabyte
(2 145.395.200). L'altra informazione
utile che il programma ha fornito nell'i¬
spezione della configurazione hardware
riguarda le ROM di sistema nelle quali è
memorizzata parte del codice del S O.
Esse risultano essere appartenenti alla
versione $0770 ed avere una capacità
di 3.145.728 byte. In pratica, sono i me¬
desimi valori riportati procedendo all'e-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
HL MacOS Compatibile
Il multimedia
con miro Motion DC20
J modelli Apple Macintosh al vertice della gamma offrono nel¬
la dotazione standard entrate ed uscite video a standard S-Video
e Videocomposito con le quali è possibile destinare i sistemi al-
l'authoring multimediale o comunque ad applicazioni multimediali
di vario genere e di più o meno elevato livello qualitativo.
L'HL MacOS Compatibile non dispone nella configurazione stan¬
dard di tale dotazione, ma il medesimo distributore rende disponi¬
bile la miro Motion DC20, una scheda PCI, completa di software
di gestione e produzione video, che permette, spenderdo la cifra
di unmilioneduecentocinquantamila lire IVA esclusa, di trasforma¬
re il sistema in una stazione di authoring multimediale o di produ¬
zione video dalle caratteristiche qualitative molto elevate.
La miro Motion DC20, analogamente ai prodotti dello stesso mar¬
chio per la piattaforma DOS/Windows, permette la digitalizzazio¬
ne, l’editing, la compressione ed il playback di sequenze video uti¬
lizzando il codec MJPEG.
La visualizzazione dei filmati può avvenire sia sullo schermo del
computer, sia utilizzando un monitor PAL esterno, caso, quest'ul¬
timo. nel quale abbiamo potuto constatare che la qualità di ripro¬
duzione. anche in modalità full motion e full screen, è assoluta-
mente indistinguibile da quella di un normale filmato ripreso con
una videocamera.
I componenti della miro Motion DC20 comprendono: una scheda
che integra i chip dedicati aH'encoding ed alla compressione video
(Philips e Zoran), completa di ingressi e uscite S-Video e, con uno
speciale cavo adattatore, a standard videocomposito (CVBS): il
driver software QuickTime per il controllo, acquisizione, compres¬
sione, decompressione e playback delle sequenze video, il
software di editing video Adobe Premiere 4.2.
La scheda offre una completa sezione di codifica/decodifica che
permette l’acquisizione di video nei formati PAL, NTSCe SECAM
(il formato SECAM è supportato solo in input) Le altre caratteristi¬
che comprendono la compressione video real-time in formato
Motion JPEG e la scansione ed il trattamento dei segnali video
secondo i formati digitali 4:2:2 e YUV.
Una volta installato Adobe Premiere è possibile procedere all'in-
stallazione del driver software compatibile QuickTime per la ge¬
stione delle funzionalità sia all'interno del programma di editing
che per l’acquisizione direttamente dalle applicazioni Apple alla
stregua del "Video Player"
Al termine dell’installazione, la procedura provvede a 'depositare'
una sene di nuovi moduli della striscia di controllo con i quali è
possibile settare il funzionamento della miro Motion DC20: in par¬
ticolare è possibile settare il formato video IPAL, NTSC) e l’out¬
put, a scelta tra il monitor di sistema o un dispositivo video con¬
nesso all'uscita della scheda.
BagBfijB[aprsnpmpifys|BpnB3^
Impiegando l'accoppiata miro Motion DC/HL MacOS Compatibile
si rimane sconcertati dall'incredibile qualità delle acquisizioni Ab¬
biamo provveduto a digitalizzare una serie di sequenze video me¬
diante una videocamera Hi8 impostando i parametri cS acquisizio¬
ne con il formato full broadcast 768 x 576 pixel a 25 fps. I risultati
sono stati per al¬
cuni aspetti scon¬
certanti; la per¬
centuale di "frame
dropped' in fase
di digitalizzazione
rimane entro valo¬
ri piu che accetta¬
bili e comunque
molto bassa
Una volta resi di¬
sponibili i clip vi¬
deo (memorizza-
bili in van formati
tra i quali QuickTi¬
me. Cmepak,
ecc.) è possibile
procedere al
montaggio in
Adobe Premiere
per ottenere co¬
me risultato finale
un movie anch’esso di elevata qualità (768 x 576 pixe, 25 fps).
Se si sceglie di visualizzare il risultato sul monitor di sistema, la pri¬
ma impressione che si trae è che il numero di frame persi in fase
di acquisizione sia molto elevata, ma in realtà in tale modalità di
funzionamento il sistema di cattura della miro si limita a fornire
una semplice anteprima affetta da problemi di vario genere, tra i
quali la ridotta fluidità del filmato. Le cose cambiano compieta-
mente quando si attiva l’output mediante la DC20. La qualità sul
monitor PAL. o sull'eventuale videoregistratore, e praticamente
identica a quella di un collegamento diretto telecamera-monitor
Anche dopo essere intervenuti pesantemente con effetti digitali,
tendine, maschere, titoli, ecc., messi a disposizione da Premiere
la qualità del filmato sull'uscita PAL della DC20 rimane molto ele¬
vata e praticamente priva di salti, interruzioni e la scattositè tipica
dei filmati digitali visti su un computer non adeguatamente perfor-
mante
Da questo punto di vista, la miro Motion DC20 è probabilmente
più adatta ad un videoamaiore evoluto che voglia produrre video
creativi riversandoli sui dispositivi video tradizionali (VCR, TV, ecc )
piuttosto che ad un team di sviluppo di aopiicazioni multimediali
su CD-ROM, sebbene la qualità di acquisizione della scheda è tale
da garantire un'elevata qualità anche dei filmati a ridotto frame-ra-
te e ridotta risoluzione tipicamente utilizzati in tal caso.
Un unico neo riguarda la presenza, in uno dei due CD di Adobe
Premiere, della procedura d’installazione di Logo Motion, il
software per la produzione e I animazione di logo della Specular,
inutilizzabile poiché da nessuna parte è riportato il numero di serie
indispensabile per la prima esecuzione del programma.
Per finire, nella dotazione della miro Motion DC20 è compresa co¬
me 'plus' un'utilità (Disk Express 2) che consente di Tenere in or¬
dine" il disco evitando di incorrere nei problemi di scadimento della
qualità video derivanti dall'eccessiva frammentazione dei dati o
dalla scarsa manutenzione dell'hard disk stesso.
mt
Recordlng Settlngs
O Record ut current slze
® Record al: ]768 | h |S76
S constraln
□ Posi-Comprese Uldeo
□ Record lo RAM
G Rbort on dropped frames
0 Report dropped frames
0 Conforto molile lo | Z5.00 tps —-|
□ Oecode burned-ln tlmecode
Rudio Block Slze: | l/2Setotid
^ | Cantei |
218
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
HL MacOS Compatibile
Due ctose-up sulla
motherboard eviden¬
ziano la disposinone
del bus PCI e degli slot
per le schede proces¬
sore. La particolare ar¬
chitettura del bus PCI
impiega contempora¬
neamente un chip Ban¬
dii e un chip DEC
21052; I ubicazione de¬
gli slot per le schede
processore sacrifica
l'impiego dei primi due
slot PCI A banco, la
scheda processore
PPC 604e ed il genero¬
so dissipatore termico
sumono come va¬
lore di riferimento
unitario le presta¬
zioni offerte da un
Mac Quadra 650
Uso
Logicamente, il
MacOS compatibile del Centro HL non è
stato sottoposto esclusivamente ad una
serie di test 'sintetici’, ma è stato impie¬
gato con numerose applicazioni per con¬
trollare il suo comportamento e valutare,
oltre alle prestazioni offerte, la comodità
di impiego, tanto decantata quando si
parla di Macintosh.
I primi due programmi installati sono
stati Adobe Photoshop 3.0 e Adobe lllu-
strator 6.0. seguiti a ruota da Quark
XPress 3.32 e Adobe Premiere 4.2 nella
versione che accompagna la scheda mi¬
ro Motion DC20 Mac della quale si parla
più avanti in uno specifico riquadro.
L'HL MacOS Compatibile ha mostra¬
to qualità che rie fanno un sistema capa¬
ce di sopportare carichi di lavoro pesanti
offrendo al contempo una buona velocità
ed una altrettanto buona qualità generale
delle prestazioni.
Tanto per "dare i numeri'', un'immagi¬
ne di quasi 12 Mbyte (11.91 viene aperta
in Photoshop in poco meno di tredici mi¬
nuti secondi, se poi si procede a sotto¬
porre la stessa immagine al filtro 'effetto
rilievo', con un'inclinazione di 100 °, spes¬
sore di 10 pixel e percentuale del 300%,
l'operazione viene svolta in una ventina
di minuti secondi Assolutamente non
quantificabile è il tempo necessario per
le operazioni di zoom: ad esempio, il pas¬
saggio dal rapporto di ingrandimento 1:4
a 1:3 avviene in frazioni di secondo.
A proposito di zoom, quando si usa
quello lineare eseguito via hardware, le
combinazioni di tasti che attivano o me¬
no questa funzione sono 'Option-Shift-.'
e ’Option-Shift-,’: utilizzando S O. italiano
e tastiera italiana sorge qualche proble¬
ma poiché la corrispondenza dei tasti
non è rispettata. In pratica, il pannello di
controllo e le scorciatoie da tastiera con¬
tinuano a comportarsi come se si stesse
utilizzando una tastiera US. ragione per la
quale bisogna andare a cercarsi in tale
layout dove sono ubicati i tasti e
La velocità generale del sistema si ap¬
prezza anche nell'uso di Quark XPress e
lllustrator; in definitiva si può affermare
che l'HL MacOS Compatibile si apprezza
specialmente nelle applicazioni dtp, pur
se tale specializzazione è riduttiva. Con la
dotazione opportuna, e ci riferiamo alla
scheda miro Motion DC20 commercializ¬
zata dallo stesso distributore, il sistema
non disdegna nemmeno le applicazioni
di authoring multimediale e tutte quelle
applicazioni dove si vuole esaltare la
componente audio e video sfruttando il
personal computer come componente
centrale della catena produttiva. In pro¬
posito, nelle note descrittive, non mi so¬
no soffermato sugli aspetti audio del si¬
stema che comprende una completa se¬
zione stereo a 16 bit con una frequenza
massima di campionamento (IN/OUT) di
44,1 kHz integrata nella motherboard e,
tra le altre cose, offre capacità di regi¬
strazione e riproduzione simultanea. Ciò
significa che l'HL MacOS Comoatibile, al
pari dei Mac ’DOC’, può essere utilizzato
anche per le applicazioni multimediali
che prevedano l'editing audio di buon li¬
vello qualitativo.
Conclusioni
Le conclusioni sono scontate. L'HL
MacOS Compatibile è un sistema che ad
un prezzo inferiore a quello dei modelli di
punta della produzione Apple offre pre¬
stazioni per alcuni versi leggermente in¬
feriori, per altri leggermente superiori.
Ad una minore potenza del processore
(peraltro facilmente aggiornabile grazie
alla particolare architettura della mother¬
board e sostituzione della scheda pro¬
cessore! rispetto ai modelli della produ¬
zione Apple con caratteristiche superiori,
il compatìbile assemblato sul ’barebone'
Umax da Centro HL contrappone una
maggiore prestanza della sezione video,
assicurata dall'uso della scheda Twin
Turbo, certamente con caratteristiche
superiori a quelle delle sezioni video
built-in generalmente presenti nei mo¬
delli Macintosh originali.
Tanto per dare qualche cifra, il prezzo
della configurazione da noi esaminata
ammonta a quattromilioninovecentono-
vantanovemila lire IVA esclusa A questa
cifra bisogna aggiungere il prezzo del
magnifico monitor miro Ergoline
DI785TE (unmilioneottocentocinquanta-
mila lire IVA esclusa). Se confrontiamo
questi prezzi con quelli dell'Apple Macin¬
tosh 8600/200 e del relativo monitor
(non Trinitron), provato su questo stesso
numero della rivista, possiamo vedere
come con un prezzo inferiore sia possibi¬
le ottenere prestazioni solo leggermente
inferiori in alcuni aspetti e nettamente
superiori in altri, Solo un'accurata valuta¬
zione delle caratteristiche richieste per il
principale campo di applicazioni permet¬
te di scegliere un modello oppure un al¬
tro. La possibilità di poter personalizzare
la configurazione con numerosi elementi
(dischi, lettori CD-ROM, schede video ad
alte prestazioni, sistemi IN/OUT video ed
altri dispositivi e periferiche) permette di
'tarare' il sistema secondo le specifiche
esigenze dell'utilizzatore con modalità si¬
mili a quelle del 'built-to-customer' che
hanno reso celebre il distributore fiorenti¬
no nel mercato dei PC assemblati a base
Intel.
«e
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
219
di Valter DI Dio
Apple Power Macintosh 8600/200
ta di Power Macintosh spiccano alcuni
modelli particolarmente ritagliati sulle
esigerne di determinate categorie di
utenti. Al contrario del mondo Win¬
dows. dove si cerca di avere una mac¬
china capace di fare di tutto, il mondo
Mac. da sempre orientato ad un utente
esigente, continua ad allineare i prodotti
alle richieste del mercato. Un mercato
di nicchia, ma proprio per questo molto
più facile da seguire con cura e profes¬
sionalità. Questo modello è nato con
l'obiettivo di fornire una macchina spe¬
cificamente dedicata agli sviluppatori
multimediali.
L'avvento dei processori a 200 MHz
non poteva che riallineare verso l'alto le
versioni di punta dei Power Macintosh.
L'8600/200, sostituisce la precedente
macchina 8500/180 espandendone le
capacità non solo a livello di frequenza
di clock (tra i più veloci al mondo) ma
anche aggiungendo alcune periferiche
che ormai stanno diventando uno stan¬
dard di fatto (vedi lo Zip Drive interno).
Inoltre si cambia il contenitore con un
nuovo tipo disegnato apposta per facili¬
tare l’accesso alla zona memorie e al
processore
Le caratteristiche tecniche di questa
macchina sono di tutto rispetto. Spicca¬
no, oltre al processore 604e a 200
MHz, la cache DIMM da 256 K, l'acce¬
leratore grafico incorporato, la VRAM a
64 bit, la sezione AV e gli mgressi/usci¬
te audio stereo a 16 bit. Il fatto di esse¬
re una macchina dedicata allo sviluppo
multimediale è evidenziato anche dal
supporto per il riconoscimento vocale e
per alcune funzionalità di conversione
del testo in parlato. L‘hardware è stato
inoltre ottimizzato per QuickTime Con-
ferencmg (anche se ormai sembra che il
prodotto sarà abbandonato dalla Apple).
Come periferiche è dotato oltre che del
floppy e dell'HD da 2 Giga (su SCSI Fa¬
st a 10 Mbit/s), anche da un lettore CD-
Rom 12x (solo lettore purtroppo) e da
una unità Iomega Zip integrata
La piastra madre è una PCI con clock
a 50 MHz dotata di tre slot di espansio¬
ne standard PCI e uno slot DA V (Digital
Audio Video) per schede compcessio-
220
MCmicrocomputer n, 174-giugno 1997
Apple Power Macintosh 8600/200
Apple Power
Macintosh 8600/200
Produttore e Distributore:
Apple Computer S p A
Via Milano. 150
20093 Cologno Monzese (Mll
Tel (021 273261
Fax (02)27326555
Prezzi UVA esclusa):
Power Macintosh 8600/200,32 MB RAM, 2 GB HD,
CD 1 2x. Cache L2 256 K, Zip Interno Ut 6.220.000
con Monitor Apple 15' Ut 6.870.000
Monitor Apple Multiple Scan 1705 Lit 1.140.000
Monitor Apple Vision 1710AV (Trinitron) Ut 1 580.000
ne/decompressìone hardware.
Come per tutti i modelli di nuova ge¬
nerazione il processore 604e a 200
MHz è montato su una scheda facil¬
mente upgradabile.
La sezione video, accelerata, permet¬
te di visualizzare un filmato PAL in tem¬
po reale in una finestra da 640 x 480
pixel. In acquisizione le cose peggiora¬
no un tantino e si riesce ad avere un fil¬
mato accettabile solo con finestre infe¬
riori ai 320 x 240. Lingresso/uscita AV
è m grado di accettare un segnale S-Vi-
deo o videocomposito sia m NTSC che
in PAL, l'uscita video è a 24 bit con un
sistema speciale di ottimizzazione che
riduce lo sfarfallio anche a diverse
profondità di colore.
Da fuori
Il nuovo contenitore, più largo dei
precedenti, dà una buona impressione
di stabilità e solidità a questa macchina
Si nota subito l'am¬
pia sezione dedicata
alle periferiche inter¬
ne che, oltre al
floppy, al CD e allo
Zip incorporato, la¬
scia ancora posto
per un'altra unità da
cinque pollici, Posi¬
zione utilissima per¬
ché potrebbe conte¬
nere un Syquest, ne¬
cessario per la com¬
patibilità con il vec¬
chio installato pro¬
fessionale o, più pro¬
babilmente, una
unità CD-R per poter
masterizzare diretta-
mente i CD. Peccato
infatti che in una
macchina simile si
L aspetto solido e robusto dell'8600 dovuto al nuo¬
vo case mini tower Da notare il driver Iomega Zip
da 100 MB installato di serie
sia installato un semplice lettore di CD
e non un masierizzatote. Vero è, co¬
munque, che una unità in più non fa
mai male, soprattutto nel caso in cui ca¬
piti di dover duplicare dei CD.
Sotto alla sezione dei driver, una se¬
rie di forellini rivela la presenza di un so¬
stanzioso altoparlante che fornisce a
questa macchina una bella voce profon¬
da. Trattandosi di una macchina stereo
a 16 bit. con campionamento di qualità
CD-Audio, sarà forse il caso di abbinarla
ad un monitor AV (con casse stereo in¬
sù/ retro i connettori per le peritenche a l'alimenta-
ziorie. Si nota in alto a destra la leva di blocco aper¬
tura che può essere fissata con un semplice luc¬
chetto
corporate) oppure di affiancarle un po¬
deroso sistema HI-FI.
Alla destra della colonna principale
c'è la sezione che corrisponde, interna¬
mente, alla piastra madre con, in basso,
l'elegante interruttore di accensione re¬
tro-illuminato.
Sopra alla macchina sulla sinistra
spicca un grosso tasto verde triangolare
che, per la sua forma vetrosa, tutti
scambiano per una strana spia lumino¬
sa. In realtà si tratta del tasto che per¬
mette, con un sol dito, di aprire lo spor¬
ta tastiera estesa che verrà data con tutti i modelli Power Macintosh
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
221
Apple Power Macintosh 8600/200
tello laterale che permette l'accesso al¬
la parte bassa della CPU dove si trova¬
no gli slot di espansione e la scheda
della CPU. Sullo sportello è attaccata
anche la poderosa ventola da cinque
pollici che soffia direttamente sulle alet¬
te della CPU La ventola prende alimen¬
tazione da una presa attaccata sulla sca¬
tola dell’altoparlante, sicché una volta
aperto lo sportello smette di funzionare;
meglio quindi spegnere la macchina pri¬
ma di aprire il portellone laterale. Sul re¬
tro della macchina ci sono le feritoie de¬
gli slot (ovviamente identici a quelli del¬
le macchine MS-DOS), la piastrina con
gli ingressi e le uscite Audio/Video e S-
Video, l'uscita per il monitor, le due se¬
riali, l'uscita Ethernet AUI e il Bus per la
tastiera (peccato che sia solo uno). Oltre
all'ingresso per la 220 (o meglio per
qualsiasi tensione tra i 110 e i 240) esi¬
ste anche un'uscita di rete asservita, da
utilizzare per il monitor o per altre peri¬
feriche che si vuol accendere e spegne¬
re insieme alla macchina.
Cosa fa, l'ha aperto?
Ebbene sì. Un contenitore di questo
tipo invita chiunque all'esplorazione (for¬
se anche troppa gente), Dopo aver
aperto la fiancata, si appoggia la mac¬
china sul fianco dalla parte della scheda
madre (quattro mini piedini evitano che
si possa graffiare la superficie laterale
del Mac). Si notano subito due leve ver¬
de chiaro e una grande maniglia di pla¬
stica trasparente. Si aprono le levette e
si tira su la maniglia In un attimo la
Impressionante la quantità di slot disponibili su questa macchina. La piastra, una PCI de SO MHz. sembra
fare solo da supporto per tutte le schede di espansione.
della CPU
Impressionante l'abbondanza di slot
di questa macchina Ci sono otto slot
per la RAM, espandibile fino a 512
Mbyte, uno per la ROM che contiene
una ROM-SIMM da 4 Mbyte e quattro
slot per la RAM video che può arrivare
fino a 4 Mbyte. Ci sono poi i tre slot
PCI, lo slot che già contiene la scheda
con il PowerPC 604e più vari altri attac¬
chi per espansioni o ulteriori unità SCSI
interne. Dalla piastra madre partono so¬
lo due fiat cable, uno per la schedina
Sbloccati i due termi di pla¬
stica si può ribaltare comple¬
tamente tutto lo scomparto
alimentazione e dischi.
Basta un dito per aprire il
Mac.
macchina si apre come una specie di
borsa attrezzi, rivelando tutta la piastra
madre e liberando il fermo della scheda
222
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
Apple Power Macintosh 8600/200
sono ormai del tutto insufficienti al tra¬
sferimento di programmi e dati, soprat
tutto nel campo grafico e multimediale
non ci vuole nulla ad avere un docu¬
mento da qualche decina di Mbyte. Fi¬
no a poco tempo fa lo standard per que¬
sti trasferimenti (almeno nel mondo
Mac) era la cartuccia Syquest da 5". Ma
la scomodità del supporto Syquest e la
sempre maggiore diffusione dello Zip
nel mondo Windows, hanno finito per
decretare la morte delle cartucce da 5"
e il passaggio al dischetto da 100 MB.
Se lo Zip verrà installato di serie anche
sulle prossime macchine presto il
floppy da 3 e mezzo diventerà obsoleto
come quello da 5 e 1/4.
Come disco rigido T8600 monta un 2
Gbyte SCSI collegato però ad una cate¬
na differente da quella delle periferiche
esterne e dotata di velocità di trasferi¬
mento doppia: 10 Mbit/s contro i 5 della
SCSI standard. Attenzione però che per
sfruttare questa velocità anche le peri¬
feriche e tutto l'hardware che c'è ai due
estremi della catena deve essere ade¬
guato, Nell'eventualità di una sostituzio¬
ne del disco con uno più capiente, ricor¬
darsi di utilizzare una unità SCSI II altri¬
menti si finirà per penalizzare tutti i tra¬
sferimenti dati.
Quale System
La macchina viene fornita con Ma¬
cOS 7.5.5 e la Apple dichiara che sarà
aggiornabile con il 7.6.1 appena questo
sarà disponibile. Evidentemente c'è sta¬
to un disallineamento nei tempi di svi¬
luppo, infatti il 7.6, che già è in circola¬
ta poderosa ven¬
tola di aumenta¬
zione soffia diret¬
tamente sulle a
lette del micro-
processore
La circuiteria Au-
dio/Vìdeo e già
presente sulla pia¬
stra madre, la
scheda sul pan¬
nello posteriore
porta solo i con¬
nettori di Ingresso
e uscita audio e
video.
Il cestello dei diive interni è sicuramente sovradimensionato. Si intia-
vede la posizione libera nonostante siano già presenti un Floppy, un
CD e uro Zip A proposito dì quest'ultimo, il foro pei l'espulsione di
emergenza sul coperchio plastico non corrisponde al relativo pulsante
del driver.
che regge i connettori au¬
dio/video e uno. collegato
alla SCSI interna da 10
Mbit/s, che va verso il ce¬
stello delle unità a disco.
Una feritoia suggerisce
anche la possibilità di
montare altre unità fuori
dal cestello, mentre una
presa SCSI montata sulla
piastra madre porta all'in¬
terno del contenitore la
seconda catena SCSI de¬
stinata, normalmente, alle
periferiche esterne,
L'accesso alle unità a
disco è anch'esso sempli¬
ficato da una serie di ma¬
scherine ad incastro No¬
nostante l'abbondante
schermatura, a base di la¬
mierini d'acciaio, lo smon¬
taggio delle unità a disco
è quasi immediato. Serve
un cacciavite solo all'ulti¬
mo momento quando si
tratta di rimuovere fisica-
mente l'unità dal suo ce¬
stello.
Stranamente il disco ri¬
gido trova una collocazione alquanto ori¬
ginale tra l'alimentatore e il bordo della
macchina. Forse la scelta è stata detta¬
ta dalla possibilità di sfruttare diretta-
mente il flusso dell'aria che comunque
deve raggiungere l'alimentatore.
Se si sfila la scheda con il processo¬
re, dotata di un'alettatura fuori dal co¬
mune, si nota come la piastra madre sia
praticamente vuota. Ci sono solo tre
grossi chip che gestiscono la sezione
AV. il video SuperVGA e il Bus PCI. Tut¬
to il resto del computer è su slot. In par¬
ticolare è su scheda la CPU e tutta la
circuitene associata. Il clock della pia¬
stra madre da 50 MHz viene moltiplica¬
to per quattro direttamente sulla sche¬
da della CPU portando la velocità di
questa a 200 MHz. Facilissimo perciò in
futuro aggiornare questa macchina con
nuove o più veloci CPU, sia prodotte di¬
rettamente dalla Apple che da altri co¬
struttori. L'unica cosa fissa sarà la velo¬
cità del Bus e quella delle SCSI, cosa da
non trascurare perché incide sensibil¬
mente sulla velocità generale di una
macchina.
I driver
Olire al classico lettore per floppy da
800 o da 1.44 compatibile con la for¬
mattazione MS-DOS/WINDOWS, il
Power Mac 8600/200 monta un lettore
di CD I2x che, nonostante la velocità, è
estremamente stabile e silenzioso e un
driver interno Zip per floppy da 100
Mbyte. L'idea di installare di serie lo Zip
è davvero intelligente. I floppy da 1.44
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
223
Apple Power Macintosh 8600/200
Immediala la differen¬
za di ptestazioni ira
I' 8600/200 e un pur ri¬
spettabile 8100/80AV
nel classico confronto
con Speedometer
zione, si rifiuta di installarsi perché alla
Apple non hanno potuto testarlo com¬
pletamente sull'8600 prima del rilascio.
A mio avviso la cosa non è per nulla
grave, tutte le prove della macchina so¬
no state fatte con un buon vecchio
7.5.3 senza dover rinunciare ad alcuna
delle potenzialità di questo Mac.
Più che altro sarebbe il caso che la
Apple fornisse insieme a questo tipo di
macchine un minimo di software spe¬
cializzato (magari anche solo in versione
demo). Ad esempio, con il solo softwa¬
re di sistema non è possibile attivare
l'uscita AV per mandare su un televiso¬
re i filmati ripresi con la telecamera. An¬
che se è pur vero che la macchina finirà
molto probabilmente in mano ad utenti
esperti, non mi sembra una bella cosa
fornire un computer dotato di periferi¬
che che poi non si possono gestire se
non acquistando del software esterno
A parte questo piccolo problema con il
video, il resto del software si è compor¬
tato in modo egregio, non per nulla stia¬
mo parlando di un Macintosh!
Molto bello il nuovo pannello di con¬
trollo suono/video integrato e molto uti¬
le il sistema automatico di Energy Sa-
ving che permette, oltre ai soliti rispar¬
mi di energia dopo un determinato pe¬
riodo di tempo di non uso della macchi¬
na. anche la possibilità di accendere e
spegnere ad orari e giorni predefiniti il
computer, in modo del tutto automati¬
co. La velocità della CPU, grazie anche
all’accesso veloce al disco, alla cache di
secondo livello ed ai 32 M di RAM, si fa
notare in tutte le operazioni e questo
rende il già ottimo MacOS ancora più
comodo da usare
Specifiche tecniche
Processore:
Microprocessore PowerPC 604e da 200
MHz
Unità a virgola mobile integrata, 64 K di ca¬
che e tre unirà per gli interi
Bus di sistema a 50 MHz
Processore montato su una scheda rimovi¬
bile
Memoria:
32 MB di RAM, espandibile a 512 MB con
8 moduli DIMM
4 MB di ROM
256 K di cache di secondo livello su moduli
DIMM
Unità disco:
Disco rigido interno SCSI da 2 GB
Unità per dischetti interna Apple SuperDri-
ve
Accetta dischi da 1,4 MB ad alta densità e
da 800 K nei formati Macintosh Windows,
MS-DOS. OS/2 e ProDOS
Lettore CD-ROM 12x interno
Unità Iomega Zip integrata da 100 MB
Alloggiamenti di espansione per dischi rigi¬
di addizionali
Interfacce:
Tre slot di espansione PCI con schede di ti¬
po PCI 2.0
Due porte seriali DMA ad alta velocità (RS-
232/RS-422) compatibili LocalTelk e Geo-
Port
Connettori Ethernet AUI-15 e 106ASE-T, le
schede PC Compatibility opzionali suppor¬
tano più nodi per più connessioni di rete
contemporanee
Bus interno SCSI (fino a 10 MB/s)
Bus esterno SCSI (fino a 5 MB/s)
Porta di espansione ADB (Apple Desktop
Bus)
Jack fono RCA per ingresso e uscita audio
stereo a livello di linea
Mini jack per ingresso e uscita audio stereo
16 bit con campionamento fino a 44,1 kHz
Porta video DB-15
Connettori (jack RCA fono) per l'ingresso e
l'uscita video composito
Connettori di ingresso e uscita S-Video
Connettore interno DAV (Digital Audio/Vi¬
deo) per schede di compressione/decom-
pressione video
Funzionalità video:
Ingresso video a 24 bit
Proiezione video in tempo reale fino a 640
x 480 pixel con il sistema NTSC; 768 x 576
pixel con PAL
Acquisizione fino a 320 x 240 pixel a 25 fo¬
togrammi al secondo con sistema NTSC
(con unità da 2 GB)
Dimensione massima di acquisizione di
640 x 480 pixel con sistema NTSC
Uscita video a 24 bit
Supporto dei sistemi NTSC e PAL
Convoluzione per la riduzione dello sfarfal¬
lio a tutti i livelli di bit
Supporto grafico:
2 MB di VRAM, espandibile a 4 MB
Trasferimento dati veloce alla VRAM a 64
bit
Supporto per definizioni monitor fino a
1.280 x 1 024 pixel
Colori a 24 bit fino alla risoluzione di 1.152
x 870 pixel
Frequenza di refresh fino a 75 Hz
Comunicazione e multimedia:
Accelerazione grafica integrata
Sottosistema grafico VRAM a 64 bit
Supporto per riconoscimento vocale e fun¬
zionalità di conversione testo in parlato
Ottimizzato per software QuickTime Con-
ferencing
Supporta il software di rete Open Tran-
sport (TCP/lP e AppleTalk)
Legge i dischetti in formato Windows.
MS-DOS, OS/2
Esegue applicazioni MS-DOS e Windows
con le Schede PC Compatibility di Apple
Fornito con tutto il software necessario
per accedere a Internet
Modem GeoPort (opzionale)
Supporto modem a 28,8 Kbit/s
Supporto fax V.17
Funzionalità di viva voce e segre¬
teria telefonica
Orologio/calendario
Tastiera estesa e Mouse II ADB
Alimentazione: da 100 a 240 Vca 50-60 Hz
390 W
Dimensioni e peso: 44 x 24,6 x 44 cm.
15.9 kg
224
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
Apple Power Macintosh 8600/200
(WTjngjQJ®
Authoring Multimediale
Da ricerche di mercato risulta che i
Power Macintosh sono le macchine più
utilizzate per lo sviluppo di pagine Web
(circa il 63% secondo una stima di Web
Week) e per la creazione di CD-Rom (il
72% secondo Dataquest). Inoltre uno
studio della GISTICS Ine ha trovato
che l'uso di un PowerMac aumenta il
profitto del 108% rispetto a chi cerca di
sviluppare sotto Windows. Da queste
premesse ecco nascere una macchina
appositamente progettata a questo fi¬
ne. Una macchina veloce, molto velo¬
ce, generosa come RAM e dischi, otti¬
mizzata per la gestione dei filmati, con
audio stereo 16 bit a 44,1 kHz (lo stes¬
so dei CD) e facilmente upgradabile per
qualsiasi nuova evenienza.
Gli ingressi video e S-Video permet¬
tono di acquisire filmati semplicemente
collegando una telecamera o un video¬
registratore alle entrate posteriori. Un
colpo di mouse e parte la registrazione.
Il risultato può essere salvato come fil¬
mato QuickTime e poi inserito diretta¬
mente in un prodotto multimediale
(CD-Rom o sito Web che sia) oppure,
più probabilmente, dato in pasto ad
Adobe Premiere (o altri prodotti simili)
per la fase di montaggio. Proprio con
Adobe Premiere si può apprezzare l'e¬
strema velocità di calcolo di questa
macchina. Inserimenti, tendine, effetti
e dissolvenze sono tutti istantanei. La
creazione del filmato di preview avvie¬
ne quasi in tempo reale, dura cioè poco
più della lunghezza del filmato definiti¬
vo. La finestra di preview, anche porta¬
ta a 320 x 240, non perde un fotogram¬
ma. L'audio è perfetto e già durante il
montaggio si riesce a scoprire ogni pic¬
colo difetto di registrazione.
Grazie alla gran quantità di memoria
gestibile da questo Macintosh è anche
possibile catturare un fotogramma e "ri¬
passarlo" con Photoshop. Anche con
questo programma la velocità
dell'8600/200 si fa apprezzare. Una im¬
magine RGB da 11,9 Mega (in formato
JPEG sul disco occupava poco più di un
Mega) viene aperta in 10 secondi netti.
Per provare la velocità del computer è
stato applicato a tutta l'immagine un fil¬
tro per l'effetto "Rilievo". L'8600 ha ese¬
guito il filtro e il refresh in 14,8 secondi.
Molto veloce, rispetto ai precedenti
Mac, anche lo zoom della stessa imma¬
gine che. provato in varie scale, si è
sempre tenuto al di sotto dei 3 secondi.
Un problema, comune a tutti i
PowerPC, è che molti prodotti softwa¬
re, e tra questi molti dei filtri di Photo¬
shop, non riconoscono la FPU integrata
nei RISC e si rifiutano ostinatamente di
funzionare. Se la Apple non risolverà il
problema da Sistema Operativo si dovrà
per forza ricorrere agli emulatori softwa¬
re di FPU oppure sperare in un aggior¬
namento del prodotto software
Chi sviluppa software multimediale
spesso deve an¬
che sviluppare
software multipiat-
taforma In questo
caso è particolar¬
mente vantaggiosa
la soluzione di
montare in uno
qualsiasi degli slot
PCI la PC Compati-
bility Card della Ap¬
ple che contiene
un vero e proprio
PC Intel con MS-
DOS e Windows.
Con la scheda PC
Compatibility sarà
come avere in una
stessa macchina
due diversi compu¬
ter, col vantaggio
di utilizzare lo stes¬
so video e la stes¬
sa tastiera e, in
più. potendo condi¬
videre tutte le risor¬
se interne ed
esterne (dischi, let¬
tori CD, schede Audio/Video, driver ZIP,
Stampanti, periferiche SCSI e accessi
Ethernet).
E il monitor?
Il prezzo suggerito dalla Apple per il
Power Macintosh 8600/200 ''linea ver¬
de” (come a dire "chiavi in mano")
comprende anche un monitor da 15
pollici. Lodevole intento quello di forni¬
re un prezzo per una macchina comple¬
tamente operativa, ma un tantino fuor¬
viarne visto che per lavorare davvero in
questo campo il minimo su cui orientar¬
si è un video da 17 pollici. Semmai l’im¬
barazzo può essere tra un modello AV
(ideale a questo proposito il Vision
1710AV con tubo Trinitron della Apple)
oppure un normale SuperVGA, magari
di terze parti, affiancato da due ottime
casse (suggerirei una coppia di Roland
autoamplificate).
Il monitor Apple Multiple Scan da 17
pollici utilizzato per la prova è un buon
compromesso tra la necessitò di uno
schermo ampio e un prezzo ragionevo¬
le Pur non essendo Trinitron ha un dot
pitch molto ridotto, una discreta lumino¬
sità e una notevole nitidezza. La dimen¬
sione dello schermo, come già detto, è
perfetta per l'uso nel campo della grafi¬
ca multimediale, anche se alla risoluzio¬
ne massima di 1024 x 768 le scritte di¬
ventano davvero troppo piccole per un
uso prolungato.
Conclusioni
La potenza e il costo abbordabile fan¬
no del Power Macintosh 8600/200 la
macchina ideale per chi voglia sviluppa¬
re prodotti multimediali o pagine Web.
All'interno di una grande azienda per la
produzione di CD o Web vedrei meglio
una macchina più potente, come ad
esempio il 9600/200MP, magari irrobu¬
stita da una serie di schede specifica-
mente progettate per l'authoring pro¬
fessionale (vedi ad esempio una scheda
di acquisizione video ad alta velocitò, un
masterizzatore di CD, dischi mirrorati,
ecc.) Questa macchina invece è pro¬
prio ritagliata su misura per chi fa autho¬
ring in proprio o come consulente ester¬
no. Una macchina da piccolo studio pro¬
fessionale, o da casa, da completare
con uno scanner, una stampante a colo¬
ri e un masterizzatore di CD
Con una spesa, tutto sommato, mi¬
nima si può metter su una piccola atti¬
vità in un campo in sicura espansione
e, non dimentichiamolo, usando un Ma¬
cintosh!
mg
La scheda del microprocessore con la poderosa alettatura. Il processore sia
sotto, cosparso di grasso siliconico e pressato da ben cinque viti e due clip
metalliche: non ho avuto il coraggio di aprirlo.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
225
di Andrea de Prisco
McPerson EOS MMX
Arrivano, immanca¬
bilmente, i primi notebook armati di
Pentium MMX, la nuova famiglia di mi¬
croprocessori Intel progettati e costruiti
proprio per soddisfare al meglio ogni
perversa esigenza di "calcolo multime¬
diale' Idefinizione, invero, ben più che
maccheronica) ovvero quelle applicazio¬
ni in cui è necessario compiere spesso
semplici operazioni su flussi consistenti
di dati, quali possono essere quelli rela¬
tivi ad un segnale audio/video digitale o
alla generazione in tempo reale di ani¬
mazioni grafiche interattive. L'architet¬
tura Intel MMX promette te mantiene)
stupefacenti performance di calcolo in
ambito multimediale: implementa l'ela¬
borazione parallela su insiemi congruen¬
ti di dati, secondo la nota tecnica delle
unità di processo SIMD (Single Instruc-
tion, Multiple Data-stream). 57 nuove
istruzioni per elaborare in parallelo dati
multimediali, offerte da una nuova unità
di elaborazione 'nascosta" (per garantire
la compatibilità col passato) che all'oc¬
correnza prende il posto dell’unità ftoa-
ting point per eseguire codice del nuo¬
vo tipo. E in attesa che i nuovi program¬
mi sfruttino le nuove potenzialità, anche
sul 'vecchio codice" i Pentium MMX of¬
frono performance maggiori grazie alla
rinnovata architettura dell'unità di arit¬
metica intera e alla cache di primo livel¬
lo (interna al processore) di maggior di¬
mensione.
La macchina di cui vi parliamo in que¬
ste pagine (già provata in veste di proto¬
tipo sullo scorso numero di gennaio di
MCmicrocomputer) è il ‘supernotebook‘
EOS dell'italianissima McPerson di Por¬
denone. Basato su un'architettura
estremamente modulare, espandibile,
ergonomica, il McPerson EOS ha al suo
arco numerose frecce vincenti. Il pro¬
cessore utilizzato, tanto per partire subi¬
to "in quarta", è il Pentium MMX a 200
MHz. ovvero il più veloce chip Intel di
quinta generazione ad oggi disponibile
(utilizzato da vari costruttori all’interno
di notebook pur non essendo ancora di¬
sponibile in tecnologia 'mobile' a basso
consumo). Secondo fiore all'occhiello
dell’EOS è l'eccezionale display a cri¬
stalli liquidi a matrice attiva da 13.5 poi-
226
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
McPerson EOS MMX
liti, dalla risoluzione mozzafiato di ben
1024x768 pixel. Per quel che riguarda le
memorie di massa, troviamo un hard di¬
sk rimovibile da 2.2 gigabyte e un letto¬
re di CD-ROM a velocità lOx. L'unità
floppy disk può essere collegata ester¬
namente, tramite cavo parallelo, oppure
inserita al posto del lettore di CD-ROM;
tale sede, all'occorrenza, può essere
utilizzata anche per l'installazione di una
seconda batteria ricaricabile, per il rad¬
doppio istantaneo dell'autonomia di uti¬
lizzo.
Look sportivo
Anche l'occhio, sì sa, vuole la sua
parte e non possiamo non riconoscere
a McPerson una particolare cura anche
sotto quest'aspetto: l'azienda friulana è
sempre stata molto attenta a proporre
notebook validi sotto il profilo ergono¬
mico e ben curati nell'estetica. Nel ca¬
so in questione, il notebook EOS (co¬
me abbiamo già avuto modo di eviden¬
ziarvi in precedenza) sfoggia un look
curatissimo che non esitammo a defini¬
re "agile e scattante". Un look quasi
sportiveggiante che ben si accosta alle
caratteristiche supervelocistiche della
macchina: oggi, chi acquista un note¬
book di alto rango vuole una macchina
dalle capacità non inferiori a que le of¬
ferte dalle migliori macchine da tavolo,
e non solo per quel che riguarda la pura
(e per certi versi banale) velocità di ela¬
borazione del microprocessore. Vuole
una macchina con un display di genero¬
se dimensioni e senza limiti di visibilità,
memoria RAM più che sufficiente per
"far girare" insieme anche applicazioni
pesanti, un hard disk veloce e capiente
per non rimpiangere la macchina in uffi¬
cio, possibilità di espansione hardware
"no-limìts"... il tutto, per quanto possibi¬
le, all'Interno di un cabinet compatto
(30x24.3x4 5 cm), dal peso contenuto
(2.9 kg), con una discreta autonomia di
funzionamento utilizzando la batteria ri¬
caricabile incorporata.
Sotto il profilo strettamente ergono¬
mico, il McPerson EOS si aggiudica di
certo una promozione a pieni voti, "li¬
sciando", per un pelo, finanche la lode
(e il bacio in fronte). Entusiasmante, co¬
me detto, il display, ottima la trackpad e
l'accessibilità delle unità rimovibili, ras¬
sicurante la robustezza di insieme e
molto apprezzabili le sporgenze poste¬
riori, seppur non ripiegabili, che inclina¬
no ergonomicamente la macchina verso
l'utente. Come è ormai diffusa abitudi¬
ne, il dispositivo integrato di puntamen-
McPerson EOS MMX
Produttore e Distributore:
McPerson Srl
Via Maestra 242
33084 Cordenons <PN)
Tel. 0434/542000
Prezzi UVA esclusal
McPerson EOS, Pentium 200 MMX, 32 MB RAM,
HO 2,2 MB, display TFT 13,5'. Windows95. Bor¬
sa, CD-ROM lOx L. 11 134 000
McPerson EOS. Pentium 200 MMX, 32 MB RAM.
HO 2.2 MB display TFT 12.1', Windows95, Bor¬
sa. CD-ROM lOx L. 9.534.000
Exp. RAM 16 MB (8+8) L. 350.000
Exp RAM 32 MB (16+16) L. 690.000
Batteria Li-lon 3.500 mA/h L 400.000
to è costituito da un'ampia trackpad,
posizionata al centro della zona anti¬
stante la tastiera. Implementa, via
software, anche il singolo e il doppio
click del pulsante sinistro del mouse,
semplicemente picchiettando una o
due volte sulla sua superficie.
L'unica nota negativa, come già
esponemmo a suo tempo, riguarda il
layout della tastiera (non ci riferiamo al
La tastiera del McPer¬
son EOS è completa,
funziona bene, ma ha
la disposizione di alcu¬
ni tasti poco convin¬
cente tvedi resto/. A
lato il retro della mac¬
china con le connes¬
sioni per i dispositivi
periferici
MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997
227
McPerson EOS MMX
castone anche in altri portatili, al posto
della consueta batteria di indicatori LED
troviamo un piccolo schermo a cristalli
liquidi con alcune icone relative ad al¬
trettante funzioni o stati della macchina:
dall'accesso alle unità di memorizzazio¬
ne allo stato di carica delle batterie, fino
alle indicazioni di suspend o di attesa.
Sul lato destro della macchina è pre¬
sente la porta a raggi infrarossi e l'al¬
loggiamento per la meccanica floppy
disk utilizzabile anche per il lettore di
CD-ROM o, come detto, per installare
una seconda batteria ricaricabile. L'u¬
nità floppy, una volta estratta dalla sua
sede, può essere collegata esterna¬
mente attraverso l'accluso cavetto pa¬
rallelo per l'utilizzo contemporaneo al
lettore CD-ROM. In questo caso, però,
dobbiamo rinunciare alla porta parallela
del portatile che rimane impegnata per
l'unità periferica (sulla quale, strana¬
mente, non è presente alcun connetto¬
re di rinvio).
funzionamento dei tasti, preciso e affi¬
dabile), tipico di moltissimi portatili
taiwanesi di fattura ben più economica.
La fila di tasti controllo cursore (Pa¬
geUp. PageDown, Home, End) è scon¬
venientemente posizionata all'estre¬
mità destra della tastiera, dove può
rendere meno agevole l'accesso ai ta¬
sti BackSpace ed Enter di gran lunga
più utilizzati. La barra spaziatrice, inol¬
tre, poteva essere qualche centimetro
più grande, anche a costo di sacrificare
i tasti specifici Windows 95 dall'utilità
pratica quantomeno discutibile.
Come avviene ormai nella totalità dei
portatili in circolazione, numerosi tasti
riportano in blu una serigrafia che identi¬
fica altrettante funzioni di sistema. Si
accede a queste attraverso il tasto Fn
situato in basso a sinistra e riguardano
le regolazioni di luminosità, contrasto,
volume audio, l'attivazione "al volo” del
il lettore di CD-ROM si installa al posto dell'unità
floppy disk.
Sia /'hard disk rimovibi¬
le che il microprocesso¬
re sono accessibili dai
fondo La ventola di ae¬
razione si attiva auto¬
maticamente quando la
temperatura interna si
avvicina a livelli di guar¬
dia. E'possibile installa¬
re una o due batterie ri-
caricabili Ifoto in alto a
destraI
tastierino numerico
in veste di pannello
controllo cursore
(senza ricorrere al
"NumLock"). o la
migrazione in stato
di attesa o di su¬
spend per prolun¬
gare l'autonomia di utilizzo a batterie. In
'attesa" il notebook spegne semplice-
mente il disco rigido e la retroillumina-
zione del display, in 'suspend' viene sal¬
vato l'intero stato della macchina su
hard disk e si provoca una vera e pro¬
pria cessazione di ogni attività: in en¬
trambi i casi, al risveglio della macchina
l'utente si ritrova esattamente nel pun¬
to in cui aveva interrotto. I due diversi
stati di risparmio energetico possono
essere comandati anche dalla chiusura
del pannello display: la selezione della
modalità si effettua dal programma di
setup della macchina, richiamabile al
momento dell'accensione e/o in fase di
riavvio. I vari dispositivi di accensione
servoassistita, spegnimento, sospen¬
sione. sono integrati nell'architettura
softwaie di Windows 95 che spegne
realmente la macchina quando si acce¬
de alla voce 'Chiudi sessione' o 'So¬
spendi' del menu 'Avvio'. Tra tastiera e
display, come già visto in più di un'oc-
228
MCmicrocoiTiputer n. 174 - giugno 1997
Il replicarne di pone offre in più un ingresso /oystick. un'uscirà videocomposi-
ta 0 una coppia di altoparlanti stereo amplificati
McPerson EOS MMX
Sul lato opposto troviamo le porte
audio-in, audio-out, mic-in; l'alloggia¬
mento per le schede di memoria PCM¬
CIA di tipo I, II, III; l'alloggiamento per
la batteria ricaricabile. L'hard disk rimo¬
vibile è accessibile dal fondo, dove tro¬
viamo anche la sede, facilmente rag¬
giungibile, del microprocessore. Abbi¬
nata a quest'ultimo, la ventola di aera¬
zione è sufficientemente silenziosa (nel
prototipo precedentemente provato il
giudizio fu negativo! e si attiva automa¬
ticamente solo quando la temperatura
interna si avvicina ai livelli di guardia.
Sul retro troviamo le interfacce per i
dispositivi periferici: porta seriale, porta
parallela, uscita video SVGA, il connet¬
tore di alimentazione, la porta PS/2 per
mouse e tastiera esterna e un ingresso
video collegato con la sezione di digita¬
lizzazione interna.
Molto interessante, infine, il "replica-
tore di porte" che potremo lasciare col¬
legato a tutte le nostre periferiche: con
un singolo gesto (agendo su un apposi¬
to comando di sgancio) potremo scolle¬
gare il portatile per l'utilizzo in esterni.
Sul replicatore di
porte, oltre alle in¬
terfacce già pre¬
senti sul portatile,
troviamo una porta
joystick, un'uscita
videocomposita,
L'Intel Media Bench-
mark. la suite multime¬
diale messa a punto da
Intel, ha fornito per il
McPerson EOS risultati
leggermente inferiori al¬
le aspettative Nel grafi¬
co. a confronto con la
nostra macchina desk¬
top MMX/200 di riferi¬
mento
una seconda porta per mouse/tastiera,
due ulteriori altoparlanti di maggiori di¬
mensioni pilotati da un amplificatore
stereo. La potenza, finanche quella au¬
dio, non è mai abbastanza.
Prestazioni
Per testare le reali performance di
calcolo del nuovo McPerson EOS con
Pentium MMX ci siamo mossi, come di
consueto, su differenti fronti. Il primo
test spetta di diritto alla ormai classica
Suite di MC: si tratta, come noto, di co¬
dice a 16 bit che impegna il processore
in numerose specialità di calcolo e ha
come maggior valenza la verifica delle
capacità di calcolo del microprocesso¬
re. valutate non solo intrinsecamente
ma anche riguardo il corretto interfac¬
ciamento con la memoria di sistema e
l'eventuale cache di secondo livello (da
256 K nell'esemplare in prova). Com'e¬
ra prevedibile, anche sul McPerson
EOS l’architettura ottimizzata del Pen¬
tium MMX si fa notare sensibilmente,
Intel Media Benchmark
100 200 300 400 500 600 700 800
con un incremento medio delle perfor¬
mance di calcolo di circa un dieci per
cento rispetto alla precedente "motoriz¬
zazione' non MMX, sempre a 200
MHz. I risultati raggiunti, inoltre, sono
perfettamente allineati con quelli delle
macchine da tavolo, a dimostrazione
del fatto che nella progettazione logica
della macchina, almeno per quel che ri¬
guarda l’interfacciamento memoria-pro¬
cessore, non si è dovuto accettare al¬
cun compromesso a favore della minia¬
turizzazione Meno entusiasmanti in
realtà (ma non per questo da conside¬
rare deludenti) i risultati forniti dall'Intel
Media Benchmark, una suite di test
realizzata appositamente da Intel per
misurare le performance multimediali
globali dei computer moderni, In que¬
sto caso, rispetto alle prove da noi ef¬
fettuate su diverse macchine da tavolo,
si nota un leggero calo di prestazioni,
dell'ordine di un venti per cento, dovu¬
to con buona probabilità alle caratteri¬
stiche del bus di sistema e/o all'inter¬
facciamento dei dispositivi periferici in¬
terni (scheda video, scheda audio, con¬
troller dischi, ecc,).
Infine abbiamo utilizzato Adobe Pho¬
toshop 4 0, uno dei pochi programmi
attualmente disponibili già "attrezzato"
per sfruttare la nuova architettura di
calcolo parallelo dei Pentium MMX. E
qui i risultati sono stati davvero lusin¬
ghieri: rispetto al Pentium tradizionale
(a parità dì clock), l'aumento di perfor¬
mance si assesta intorno ad un merita¬
to 10-15 per cento, dimostrando in
questo modo e senza il minimo dubbio
che chi è assetato di elevate potenze
dì calcolo trova nel McPerson EOS
MMX di che dissetarsi. Allacciate le
cinture..
«e
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
229
di Andrea de Prisco
Monolith Geo Challenae
I notebook della li¬
nea Geo Challenge, distribuiti dalla Mo¬
nolith Italia di Milano, appartengono alla
categoria dei portatili ’all-in-one': integra¬
no al loro interno tutte quelle periferiche
e quegli add-on che anche l'utente più
smaliziato può richiedere alla propria
macchina. Computer particolarmente in¬
dicati per chi ha problemi di spazio He ca¬
ratteristiche tecniche, come vedremo
meglio in seguito, non lasciano rimpian¬
gere piu di tanto le ingombranti macchi¬
ne da tavolo), dedicati a chi non intende
scendere a compromessi con i prodotti
informatici e vuole sempre tutto ’on li¬
ne', a portata di mano, senza cavetti, ac¬
cessori esterni, periferiche da non di¬
menticare a casa, in ufficio o nel luogo in
cui ci si reca.
Per questo motivo, sia la meccanica
pei floppy disk che il lettore di CD-ROM
sono presenti contemporaneamente al¬
l'interno del notebook, nonostante di
mensioni esterne e peso complessivo ri¬
mangano assolutamente nella norma.
Ma, 'tutto dentro', non implica assoluta-
mente ridotte possibilità di espansione:
/'hard disk, disponibile in 'tagli' sino a 3.2
gigabyte, è rimovibile con estrema faci¬
lità A 'bocce ferme' <computer spento)
è sufficiente aprire un comodo sportelli¬
no laterale per afferrare e tirare, amo' di
cassetto, la piccola maniglia estraibile.
Il processore utilizzato, come è ormai
consolidata abitudine di ormai tutti i co¬
struttori di notebook, è l'Intel Pentium a
150, 166 e 200 MHz, disponibile anche
in tecnologia MMX per le due 'potenze'
superiori. Processori progettati, quelli a
200 MHz (nella macchina in prova addi¬
rittura in versione MMX), non per l‘utiliz¬
zo 'mobile' a basso consumo e bassa
dissipazione termica.
Ciò si traduce, in pratica, in una sorta
di sfida che gli stessi costruttori di note¬
book basati su CPU 'da tavolo' lanciano a
se stessi, proponendo di latto prodotti al
limite della stessa realizzabilità. Eppur
funziona dobbiamo senza indugio con¬
statare, complimentandoci, di fatto, per
l'effettiva buona riuscita dell'impresa.
E' noto, infatti, che all'interno di un no¬
tebook lo spazio a disposizione è vera¬
mente ridotto cosi come è ridotta Iper
230
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Monolith Geo Challenge
Monolith Geo
Challeng e
Produttore e Distributore:
Monolilh Italia
V ie Romagna IO
20133 Milano
non dire nulla) la possibilità di creare una
sufficiente ventilazione dei componenti
senza ricorrere a generose alette di raf¬
freddamento coadiuvate da una o piu
ventole di aerazione tsingola, nel caso del
Geo Challenge) che forzano la circolazio¬
ne di aria sui componenti più 'cahenti".
A fronte, poi. di grigie previsioni che
avremmo azzardato circa l'autonomia di
funzionamento a batteria, riscontriamo di
farro un'usabilità in queste condizioni di
tutto rispetto. Le batterie ricaricabih del
Geo Challenge. utilizzabili sia in tecnolo¬
gia Ni-MH che Li-lon, assicurano un’au¬
tonomia (nonostante la presenza di nu¬
merosi componenti assetati di energia)
di arca un'ora e mezza. Gli incontentabili
possono raggiungere e superare le tre
ore. installando una seconda unità ricari-
cabile al posto della meccanica per
floppy disk.
Evidenti, inoltre, le attitudini multime¬
diali del Geo Challenge. Il lettore di CD¬
ROM è a velocità lOx e garantisce in
questo modo un elevato flusso di lettura
dati per tenere il passo anche con le ap¬
plicazioni più esigenti. All'Interno della
macchina, oltre ad una completa sezione
audio compatibile SoundBlaster Pro fcui
fa capo una coppia di altoparlanti integra¬
ti ad elevata, considerate le dimensioni,
potenza sonora) troviamo un accelerato-
re hardware per la visualizzazione alla
massima qualità di filmati MPEG (come i
titoli disponibili in formato VideoCD) e
uno slot PCMCIA, dei tre disponibili,
compatibile con lo standard Zoomed Vi¬
deo VPM 1.10 per utilizzare schede di
decompressione video ad alta velocità di
trasferimento dati.
Prezzi (IVA esCusal
Geo Challenge MMX 200 MHz. HD da 2 ! GB,
32 MB Ram, Display TFT 12.1*. modulo MPEG,
CD-ROM lOx, Windows 95, Lotus SmartSuite 97
L 7 900,000
Docking station L 990.000
Pori replicato! L 250,000
Exp, 32 MB RAM L 600.000
Se teniamo in giusta considerazione
tutto il "bendidio' che è racchiuso all'in¬
terno del Geo Challenge non possiamo
non considerare estremamente ridotte
le sue dimensioni complessive In appe¬
na 30x22.8x5.4 centimetri e con un pe¬
so di 3.4 kg troviamo, come detto, un
lettore di CD-ROM, un'unità floppy disk,
La trackpad integrata e situala al centro, in posizio¬
ne facilmente raggiungìbile anche dai mancini
una o due batterie ricancabili Ila secon¬
da prende eventualmente il posto del
floppy disk), tre alloggiamenti per sche-
La tastiera del Geo
Challenge funziona
molto bene L unica
nota criticabile nguar-
da i tasti all’estrema
destra, dove possono
rendere meno agevo¬
le l accesso ai tasti
BackSpace ed Bnter
dui a iato il retro della
macchina, con le va¬
ne connessioni per i
dispositivi periferici
"Vi rvrw l~ tei
Z X
c
V
B
N
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
231
Due piedini inclinano ergonomicamente il portatile
verso l'utente
de PCMCIA, un hard disk facilmente ri¬
movibile, un display a colori a matrice
attiva o passiva con risoluzione
800x600 pixel, una coppia di potenti al¬
toparlanti stereo, un microfono, una
completa serie di porte di interfaccia¬
mento col mondo esterno (compreso il
collegamento ad una opzionale docking
station o ad un altrettanto opzionale re-
plicatore di porte), una tastiera di qua¬
lità più che accettabile e una, ormai
consueta anche questa, trackpad inte¬
grata e posizionata al centro della zona
antistante la tastiera.
Ben quattro sono gli alloggiamenti
presenti sul lato sinistro della macchina.
Troviamo la meccanica per floppy disk,
l'hard disk rimovibile, la batteria ricarica-
bile (in tecnologia Ni-MH nell'esemplare
II Geo Challenge è una macchina molto modulare II lettore di CD ROM a velocità Wx. è situato sul lato
destro: l'unità floppy disk può. all'occorrente. essere sostituita da una seconda batteria.
in prova, ma disponibile anche nella più
performante tecnologia Li-lon), uno dei
tre alloggiamenti per schede PCMCIA,
precisamente quello compatibile con il
nascente standard Zoomed Video. Lì
potremo installare, ad esempio, una
scheda di conversione MPEG ad alta
velocità, anche per eventuali futuri stan¬
dard attualmente non disponibili. Con la
macchina, come detto, è già fornita una
scheda interna di decompressione
MPEG hardware con la quale la visualiz¬
zazione full-moiion, full-screen, è già
una realtà... fornita a corredo. La porta
Zoomed Video, allo stato attuale, può
anche essere considerate semplice-
mente una "cartuccia in più", da sparare
al momento opportuno, quando i tempi
saranno ulteriormente maturi. Per il mo¬
mento godiamoci tutti gli standard at¬
tuali... compresi nel prezzo.
Sul lato opposto è presente il lettore
di CD-ROM. altri due alloggiamenti per
espansoni PCMCIA (è possibile instal¬
lare due schede di tipo I o II o una
scheda di tipo III), la porta di comunica¬
zione a raggi infrarossi compatibile Ir-
DA, ingressi e uscite audio (microfono,
line-in, cuffia). La sezione audio è com¬
patibile Sound Blaster Pro e MWSS
(Microsoft Windows Sound System),
campiona suoni stereo a 16 bit, dispo¬
ne di un sintetizzatore musicale FM e
di un sintetizzatore con Wave Table in
ROM da un megabyte. Gli altoparlanti
integrati sono posizionati tra tastiera e
display, in una posizione e con una
conformazione ben studiata per una re¬
sa ottimale, nonostante le ridotte di¬
mensioni.
Sul retro, protette da un grosso
sportello incernierato in basso, sono
presemi le varie connessioni con le pe¬
riferiche e gli accessori esterni Trovia¬
mo una porta seriale ad alta velocità
compatibile 16C550, il collegamento
multipin per la docking station o il repli-
catore di porte opzionale, un'uscita per
il segnale videocomposito, una porta
joystick, una parallela "intelligente" col
supporto delle modalità SPP/EPP/ECP,
un ingresso PS/2 compatibile per ta¬
stiera o mouse esterno.
Molto gradita, sempre sul retro, la
presenza di due piedini ruotabili che in¬
clinano ergonomicamente il portatile
verso l'utente. In posizione estratta,
inoltre, facilitano la circolazione d'aria
all'interno del notebook, "pescata" dal
fondo della macchina direttamente dal¬
la vigorosa ventola di aerazione abbina¬
ta all’aletta di raffreddamento del pro¬
cessore.
Come già evidenziato nel corso della
prova di altri prodotti portatili di origine
taiwanese, la tastiera, pur caratterizzata
da una precisione di funzionamento dei
tasti più che soddisfacente, è affetta
dal solito "layout criticabile" che costrin¬
ge m seconda fila i tasti "BackSpace" e
'Invio'. All’estremità destra della tastie¬
ra troviamo, tra gli altri, i tasti "Ins" e
"Del", mentre i vari "PageUp", "Page¬
Down", "Home" ed "End" li troviamo ad¬
dirittura in seconda battuta dei tasti
normali di controllo cursore. Tramite il
tasto Fn. serigrafato come di consueto
in blu, accediamo ad alcune funzioni di
sistema (come la commutazione tra di¬
splay LCD e uscita Video, la regolazio¬
ne del contrasto, della luminosità e del
volume audio) o possiamo richiamare
"al volo" il tastierino numerico immerso
nella tastiera alfabetica.
La combinazione Fn+Esc (su que¬
st'ultimo è serigrafata una mezza luna
blu) attiva lo stato di standby della mac¬
china: può avvenire semplicemente di¬
sattivando la retroilluminazione del di¬
splay e sospendendo le principali atti-
232
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Monolith Geo Challenge
vità del portatile, oppure scaricando
l'intero stato del sistema su hard disk
prima di spegnerlo completamente. In
questo caso, alla successiva riaccensio¬
ne, verrà caricato automaticamente lo
stato precedentemente salvato e l'u¬
tente avrà modo di riprendere le sue at¬
tività esattamente dal punto in cui le
aveva lasciate. Lo stato di standby, ol¬
tre che da tastiera, può essere richia¬
mato dal menu ■Avvio" di Windows 95,
dove compare anche la voce "Sospen¬
di - . Lo spegnimento della macchina è,
in tutti i casi, servoassistito. sempre da
Windows 95, selezionando "Chiudi ses¬
sione...', dopo le consuete operazioni
di shut-down, non compare la consueta
schermata di "invito allo spegnimento",
tipica delle macchine da tavolo, in
quanto sarà lo stesso Windows 95, ben
integrato con l'architettura della mac¬
china, a pilotare l'interruzione di alimen¬
tazione.
Non mancano, inoltre, i tasti per ac¬
cedere via tastiera alle funzionalità spe¬
cifiche di Windows 95, in realtà avrem¬
mo preferito anche in questo caso una
barra spaziatrice di
maggiori dimen¬
sioni. La trackpad
integrata è in gra¬
do di "sentire" il
singolo e il doppio
L'Intel Media Bench¬
mark è una suite di pro¬
grammi messa a punto
da Intel per valutare le
performance multime¬
diali dei computer . In
questo grafico il Geo
Challenge a confronto
con la nostra macchina
desktop MMX/200 di ri¬
ferimento ,
click picchiettando col polpastrello sulla
sua superficie, ma invia segnali contra¬
stanti al sistema quando involontaria¬
mente si tocca la sua superficie con
due dita.
Sotto la tastiera, sollevabile facil¬
mente facendo leva con un cacciavite a
taglio, c'è l'alloggiamento per le espan¬
sioni RAM di tipo EDO. Accetta uno o
due moduli di memoria da 8, 16 o 32
megabyte. Sempre sotto la tastiera tro¬
viamo una serie di dip-switch per sele¬
zionare lo standard dell'uscita video¬
composita PAL o NTSC.
Ottimo il display, nell'esemplare in
prova in tecnologia a matrice attiva, in
grado di visualizzare 800x600 pixel a
16.8 milioni di colori (24 bit/pixel). E'
utilizzabile, ovviamente, anche a risolu¬
zione inferiore (640x480 pixel) e/o con
un numero ridotto di colori (16 bit/pixel.
8 bit/pixel, ecc.) Può funzionare con¬
temporaneamente o in alternativa all'u¬
scita video quando è selezionata la ri¬
soluzione 800x600 pixel e si attiva an¬
che l'uscita videocomposita per la vi¬
sualizzazione su monitor o televisore
Intel Media Benchmark
.GEO
■ P55
100 200 300 400 500 600 700 800
PAL l'immagine sul display viene com¬
pressa in senso verticale per generare
un numero di linee in uscita compatibi¬
le con lo standard televisivo adottato.
Prestazioni
Anche nel caso del Geo Challenge,
dovendo verificare in dettaglio gli
aspetti prestazionali della macchina, ab¬
biamo effettuato i nostri test in diverse
condizioni. Abbiamo iniziato, come di
consueto, con la nostra Suite di MC,
una collezione di programmi a 16 bit
appositamente confezionata per testa¬
re il corretto interfacciamento proces¬
sore-memoria-cache di secondo livello
(nel Geo Challenge da 256 K). Com'era
prevedibile la macchina ha risposto cor¬
rettamente. fornendo performance ve¬
locistiche ben superiori a quelle otteni¬
bili da un Pentium "liscio" a parità di
clock. Diverso è stato l'esito dell'Intel
Media Benchmark (la suite di applicativi
proposta da Intel per verificare, nella
globalità, le caratteristiche multimediali
della macchina) che, anche per il Geo
Challenge, ha fornito un indice medio
inferiore a quello misurato sul nostro
computer desktop di riferimento.
Non poteva non mancare, infine, un
giro di Photoshop 4.0, una delle poche
applicazioni attualmente disponibili già
capaci di sfruttare la nuova architettura
SIMD del Pentium MMX. Le differenze
(in meglio!) esistono e sono anche ben
evidenti: speriamo, solo, di vedere pre¬
sto codice MMX dappertutto: magari
anche incorporate nelle prossime relea-
se di sistema operativo. Non ci dispia¬
cerebbe affatto...
MS
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
233
di Francesco Petroni
MetaTooIs Bryce 2
per Windows 95 |
Tre o quattro 'numeri
fa' abbiamo presentato il Kai's Power
Goo, della MetaTooIs (www.
metatools corri), divertente strumento di
categoria Home, quindi molto economi¬
co, specializzato in grafica di tipo bitmap.
Le caratteristiche di questo prodotto so¬
no l'interattività, grazie alla quale l'edi¬
ting, ad esempio la deformazione delle
immagini, viene eseguito in "tempo rea¬
le' e l'interfaccia particolarissima, che
nulla ha a che vedere con le regole vi¬
genti in Windows 95
La specialità del Kai's Power Goo è quel¬
la di 'fare le facce", nel senso che, pren¬
dendo un'immagine bitmap di un viso, è
possibile ritoccarla o deformarla con il
mouse in modo che diventi una faccia
buffa. Puntando ad esempio la punta del
naso la si può trascinare provocando la
deformazione del viso senza però che si
cremo discontinuità nella figura Sequen-
zializzando queste deformazioni si pos¬
sono creare effetti di Morph.
Ora presentiamo un altro prodotto del
marchio ben conosciuto dagli utilizzatori
della piattaforma Apple Macintosh, an¬
che questo caratterizzato da un potentis¬
simo motore grafico (3D) e da un'inter¬
faccia (sicuramente l’avete già notata
nelle figure) assolutamente personale
Si tratta del MetaTooIs Bryce 2, un pro¬
dotto di grafica tridimensionale specializ¬
zato nella realizzazione di paesaggistica
virtuale, ma, come vedremo, adatto an¬
che ad una produzione più tradizionale,
grazie alle sue numerose ed interessanti
primitive 3D.
Chiudiamo il discorso sulla MetaTooIs di¬
cendo che il catalogo di questa software
house (che nasce per Mac, e questo
spiega la libertà che si sono presi i pro¬
gettisti delle versioni per Windows 95) è
ricco di una dozzina di prodotti, alcuni dei
quali, ad esempio il Vector Effects o il Fi-
234
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
MetaTooIs Bryce 2
MetaTooIs Bryce 2
Produttore:
MetaTooIs Ine. - 6303 Carpimene Avenue - Carpin-
tena, CA93013-USA-Tel ++1 805.566.6200
Fax: ++1.805.566.6385
Distributore:
Pico. Tel. 0522/44012 - 0522/541272
Prezzi (IVA esclusali
Bryce 2 Ut. 375 000
nal Effects. complementari rispetto al
nostro Bryce 2.
Primo approccio
MetaTooIs Bryce 2 rientra nella catego¬
ria, ogni giorno più ricca, costituita dai
prodotti economici per la grafica 3D. Il
suo target è rappresentato da quegli uti¬
lizzatori, non necessariamente tecnici,
che debbano realizzare immagini 3D di
grande effetto, senza dover progettare,
in senso tradizionale, la scena. Data la
compatibilità con il formato DXF è ipotiz¬
zabile un altro tipo di utilizzo di Bryce 2
come post-processore di progetti Auto¬
CAD, ad esempio quando si voglia inseri¬
re il progetto stesso in un paesaggio
suggestivo.
L'installazione di Bryce 2 è, come al soli¬
to, semplicissima e non richiede com¬
menti.
L'occupazione su HD non è eccessiva, il
grosso dello spazio è occupato dai file di
supporto. Il materiale demo, ad esempio
i file in formato BRD, il formato dei pro¬
getti Bryce, può rimanere sul CD.
L'ambiente è, come detto, personalissi¬
mo (figura 1). Il foglio di lavoro occupa la
parte centrale e più grande e sulla sini¬
stra ci sono una serie di oggetti che ser¬
vono per posizionare la camera (frecce
per le traslazioni e una trackball, simulata
benissimo, per le rotazionil. In alto una fi¬
gurina che serve per ruotare la scena,
poi una miniatura del risultato finale (Na¬
no Render). Sempre sulla sinistra, in bas¬
so, cinque pulsanti™ che servono per le
operazioni di rendering.
In alto abbiamo due menu, quello supe¬
riore, alla Windows 95. che ha solo quat¬
tro voci e contiene i comandi generali: Fi¬
le, Edit, Object, Help. Ai comandi conte¬
nuti nei menu Edit e Object corrispondo¬
no sempre scorciatoie di tastiera. I co¬
mandi Edit sono i soliti Copia, Duplica,
ecc., i comandi Object sono quelli gene¬
rali riferibili agli oggetti presenti in scena.
Di «pta v
interface Um Min
ArttWigOft
* AnhttMrq (Nomai OusHy)
ArtAiaw* Fra A* ISIo^I
- Spadai OptewabonOlf
Spadai Opatcahon low
Spedai Opmcabon High
VRaoort Renda Ine
* Paipecfr* Renda
360 Peno «me Rende»
Me* Renda
Oistance Renda
AMudc Rende*
Del*# 480 360
Smei 320240
Stender PC 640480
Ùne 35 im 640 386
Cnemaicope 640346
Photo 768512
Figura I - MeiaTooIs Bryce 2 - Ambiente operativo.
Come appare evidente dalle vane figure che vi presentiamo, l'aspetto dell 'ambiente operati¬
vo dì Bryce 2 è assolutamente differente da qualsiasi standard legato a Windows 95. C'è
solo, in alto, e appare se ci si porta il mouse sopra o se si accende un interruttore, una pic¬
cola barra di menu con solo quattro voci. Il resto dell'interfaccia, pulsantiere e pulsanti, dia-
log box. finestre, tendine, caselle di testo, ecc., sono state disegnate liberamente, tacendo
sempre ricorso a spettacolari effetti 3D Ad esempio gli elementi grafici posti in alto, che
tanno parte dei vari menu, sono in realtà strumenti con i quali si eseguono comandi. Le ope¬
razioni di creazione e di editazione, eseguite in vista wireframe. avvengono in tempo reale.
1 object
fi poligone
Figura 2 - MetaTooIs Bryce 2 - Campionario di primitive
In quanto prodotto di modellazione tridimensionale e di rendering. Bryce 2 dispone di una
buona librerìa di primitive geometriche, ben visibili nella barra in alto, facilmente selezionabili
e posizionamii nello spazio del progetto II posizionamento può essere eseguito ‘a vista'
agendo con il mouse sull'elemento, oppure ’a mano - , digitando nella apposita finestrella le
coordinate e gli angoli
Per creare la scena e riempirla di oggetti
si usa il menu grafico posto al di sotto di
quello alla Windows 95. I comandi, e
quindi i menu, sono tre: "Create”, "Edit"
e "Sky e Fog". Ad ogni comando corri¬
sponde un menu grafico, c'è quello
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1S97
235
MetaTooIs Bryce 2
Import od Obiecls
■ • XFCH
np'ntahf]
□EnnWn
□'□□ppa
n r n r n r tTn~
Ada DcW» Import Eiport
Figura 4 MetaTooIs
Bryce 2 - Il risultato del
nostro lavoro
Questa composizione è
stata realizzata utilizzan¬
do un lìle DXF, prodotto
quindi con AutoCAD,
che contiene un logo
MC Sono stati inseriti
elementi di libreria, co¬
me il pavimento, la sfe¬
ra. e scelti materiali di li-
oreria È stata impostata
una luce solare e inseri¬
ta una leggera nebbioli-
na
Figura 3 - MetaTooIs Bry¬
ce 2 - Campionario di og¬
getti compositi
Oltre a quella che contie¬
ne le primitive 'regolari',
esiste una libreria di og¬
getti compositi, non otte¬
nibili da formule geometri¬
che Bryce 2 non dispone
di funzionalità evolute di
composizione, non esiste
ad esempio la possibilità
di estrudere o di ruotare
profili bidimensionali, esi¬
stono poche possibilità, in
termini di operazioni boo-
leane. per creare oggetti
compositi
L'alternativa e quindi quel¬
la di importare solidi rea¬
lizzati con altri prodotti, ad
esempio con AutoCAD,
tramite file in formato
DXF ben visto da Bryce 2.
o con altn prodotti Meta¬
TooIs. specifici pei svol¬
gere tale compito
con le primitive solide,
quello con i comandi di
editing, tradotti in strani
strumenti grafici, che ser¬
vono per stirare, ruotare,
deformare gli oggetti, e
quello con l'cieli"
Da ognuno dei tre menu
si tirano giù tendine con i
campionari di oggetti soli¬
di, i campionari di mate¬
riali, i campionari di am¬
bienti atmosferici.
Anche il lato destro e
quello inferiore della vi-
deata contengono co¬
mandi, ad esempio quelli
per scegliere il tipo di car¬
ta (in una vasta gamma),
quella per produrre una
vista dall'elicottero, quella
per definire la griglia per II
disegno, ecc.
Figura 5 - MetaTooIs
Bryce 2 - Scelta dei ma¬
teriali.
La libreria con i materiali
è ricchissima e ben or¬
ganizzata per argomen¬
to Molte spettacolare, e
anche molto pratico, è il
sistema di presentazio¬
ne del campionario Ci¬
tiamo la presenza di ma¬
teriali liquidi e di mate¬
riali trasparenti, che ven¬
gono riconosciuti dal
processo di rendering fi¬
nale. che sfrutta algorit¬
mi di tipo RayTraong
I quattro momenti del
lavoro
1 - La creazione degli oggetti
Si lavora in un ambiente in cui l'unità di
misura è il Bryce. La dimensione di tale
ambiente è di 2.048 per 2.048 per
2 048 Questo comporta una semplifi¬
cazione per le operazioni di creazione
della scena e una velocizzazione dei
processi di calcolo.
All'inizio occorre definire anche il tipo
(ad esempio A4. Slide 35 mm. Panora¬
ma, ecc.) e la dimensione dell’immagi¬
ne finale in pixel di risoluzione (il massi¬
mo è 2448 per 4032, i nostri esempi so¬
no stati realizzati tutti a 480 per 360
pixel).
Il risultato finale, ottenuto dal processo
di Render, può essere un file BMP, op¬
pure un file TIF, oppure ancora un file
PSD (Adobe Photoshop).
I tipi principali di oggetti non sono le pri¬
mitive geometriche, ma i piani infiniti,
ovvero oggetti senza limiti, e quindi il
piano del disegno, le acque e le nubi
(primi tre oggetti nella Palette 'Create'),
poi ci sono i terreni (superfici reticolari e
tridimensionali generate da algoritmi
frattali) e le rocce, che non sono super¬
fici ma solidi, sempre generati con pro¬
cessi casuali.
C'è poi un tipo di oggetto 'simmetrico',
composto da due parti speculari rispet¬
to ad un piano.
Poi ci sono le primitive tradizionali II
campionario è molto ricco e si basa su
236
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
MetaTooIs Bryce 2
w
OtM H»
cinque famiglie di solidi: sfera,
cilindro, cubo, piramide e cono.
Si preleva l'elemento desidera¬
to dalla palette e lo si posiziona
nella scena.
Continuando a percorre la pa¬
lette troviamo l'oggetto pict.
che corrisponde ad un'immagi¬
ne bitmap, quindi bidimensio¬
nale, inseribile nella scena.
Una volta "a bordo" l'oggetto
pict subisce tutti gli effetti di il¬
luminazione e di visualizzazione
della scena stessa.
Gli ultimi quattro oggetti a de¬
stra nella palette sono i quattro
tipi di luci inseribili nella scena,
radiale, spot, quadrata e paral¬
lela Però, se si tratta di una
scena illuminata dal sole, come
nel caso si utilizzi l'oggetto ter¬
reno, si sfrutta un'unica fonte
di luce già presente, per de¬
fault, nella scena.
Oltre agli oggetti proposti dalla palette
"Create" ne sono disponibili molti altri
"irregolari" nel senso che non corrispon¬
dono né a solidi regolari né comunque a
solidi ottenuti da processi matematici.
Ne vediamo un esempio in figura 3.
Mancano funzionalità di creazione di so¬
lidi. ad esempio solidi di rotazione o di
estrusione, quindi, in caso di necessità,
occorre appoggiarsi ad un altro prodotto
di grafica 3D in grado di produrre file in
formato DXF
Figura 6 - MetaTooIs Bry¬
ce 2 - Creazione dei mate¬
riali.
La libreria dei materiali é
molto ricca ed è ir grado
di coprire le necessità
medie di un utente me¬
dio . Esiste un'ulteriore
funzionatila per la creazio¬
ne di nuovi materiali, che
possono essere bidimen¬
sionali o tridimensionali, e
quindi a rilievo Altra pos¬
sibilità è quella che con¬
sente di utilizzare normali
immagini bitmap come
materiali con i quali rico¬
prire gli oggetti. Nella ge¬
nerazione dei materiali,
cosi come nella genera¬
zione delle rocce, è possi¬
bile introdurre elementi di
casualità.
Materials Composer
Figura 7 ■ MetaTooIs
Bryce 2 - Preparazione
della roccia
La vera specialità di Bry¬
ce 2 è la generazione
delle superila irregolari,
tipiche del terreno, per
le quali sono disponibili
specifiche lunzionalità di
editing. Per questo tipo
di superficie è disponibi¬
le anche uno speciale
strumento per generare
il tipo di roccia, in quan¬
to tipo panicolare di su¬
perficie caratterizzata da
un tipo particolare di
materiale.
2)-L‘edi fazione degli oggetti
Per editazione si intende sia il posizio¬
namento degli oggetti, che la loro rota¬
zione, che la loro eventuale deformazio¬
ne. Queste operazioni sono eseguibili
sfruttando la singolare pulsantiera pro¬
posta dal menu "Edit", oppure interve¬
nendo nella finestrella “Attributi" di cia¬
scun singolo elemento. Si può, ovvia¬
mente, intervenire su tutti i tipi di og¬
getto inseriti, prelevandoli dalla palette
"Create", si può operare nello spazio as¬
soluto, nello spazio relativo all'oggetto,
nello spazio relativo alla camera.
Le operazioni possono essere agevola¬
te dall'uso della pulsantiera in basso,
che serve per selezionare gli oggetti,
per tipo, per scorrimento, oppure per
isolare un oggetto dagli altri allo scopo
di poterlo manipolare più liberamente.
Esistono funzionalità, anche queste ri¬
cadenti tra quelle di Editing, per la repli¬
ca degli oggetti e per la loro dispersione
e/o rotazione casuale, in modo che nella
scena assumano una posizione casuale.
Tutti i problemi di intersezione tra gli
Figura 8 - MetaTooIs
Bryce 2 - Il lavoro con le
luci.
Anche le luci sono og¬
getti inseribili nella sce¬
na, in pratica sono i
quattro oggetti posti a
destra nella pulsantiera
standard Ne va scelto il
tipo, ovviamente, è pos¬
sibile inserire più fonti
luminose nella stessa
scena: il cono di luce, il
colore, l'alone e
quant 1 altro Anche II
punto di vista dell'osser¬
vatore viene materializ¬
zato nella scena É ca¬
ratterizzato da una posi¬
zione, da un punto di mi¬
ra e da un angolo di vi¬
suale.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
237
MelaTooIs Bryce 2
Figura 9 - MelaTooIs
Bryce 2 - Scelta delle
caratteristiche atmosfe¬
riche
Anche la scelta delle ca¬
raneristiche atmosferi¬
che della scena e molto
raffinata in quanto per¬
mette non solo di sce¬
gliere tra decine di
'sfondi' di cielo, ma an
che di scegliere gli ef¬
fetti di luce specifici di
una certa ora della gior¬
nata lad esempio, alba,
mezzogiorno, notte con
o senza luna, ecc I e di
inserire effetti nebbia,
smog, ecc
oggetti sono risolti in fase di rendering fi¬
nale.
Rientra tra le funzionalità di editazione
degli oggetti anche la scelta del materia¬
le con il quale sono fatti gli elementi. An¬
che in questa funzionalità Bryce 2 risulta
particolarmente evoluto. Si possono uti¬
lizzare Texture 3D e Picture 2D. Molto
spettacolari sono le texture assegnabili
agli oggetti terreno e roccia, che rappre¬
sentano tutti i tipi di terreni, roccioso, er¬
boso, sabbioso, innevato, ecc.
Esistono materiali trasparenti, materiali
opachi, materiali riflettenti, tutte caratte¬
ristiche ben riconosciute dall'algoritmo di
rendering finale (figura 5).
Molto sofisticate sono le funzionalità per
creare i materiali (figure 6 e
7) che possono essere
composti da più elementi,
per ognuno dei quali si pos¬
sono definire una dozzina di
caratteristiche, alcune delle
quali impostabili in termini
quantitativi, altre in termini
di 'Sì" e "No". Si possono in¬
serire specifiche riguardanti
la turbolenza, la comples¬
sità, la casualità della textu¬
re.
Un po' limitate le proprietà
delle luci, che però, lo ripe¬
tiamo. non sono chiamate
in causa quando si usa la
luce del sole (figura 8).
3) - Il cielo e le condizioni
atmosferiche
Il terzo momento operativo
consiste nella scelta del
cielo, che fa da sfondo alla scena, e an¬
che in questo caso si sceglie in un vasto
campionario (figura 9). La luce solare la si
può impostare agendo sul grosso pul-
santone rotante (lo vedete in alto a de¬
stra nella figura lì. C'è anche una serie
di disegmni in cui scegliere alcuni effetti
atmosferici, con la loro intensità, che in¬
fluenzano il risultato finale: luci, ombre,
nebbia, foschia, altezza delle nubi, coper¬
tura delle nubi. Ognuno di questi disegni-
ni mostra in basso una strisciolina di co¬
lore che indica il colore di quell'effetto.
C'è anche un pulsantino. anzi un interrut¬
tore, giorno/notte.
4) - Impostazione della vista e render fi¬
nale
Alle impostazioni che riguardano il
modo di vedere la scena è dedica¬
ta l'enorme palette sulla sinistra, la
'Control Palette"
In alto c'è la 'Nano Preview' che
mostra una miniatura del risultato
finale, e che può essere utilizzata
anche per salvare le viste, con le
varie impostazioni. Poi c'è il 'View
Control’, che sembra anch essa
un'anteprima della scena, ma che
in realtà serve per passare da una
vista standard alla successiva Le
viste standard sono: sopra e sotto,
fronte e retro, destra e sinistra (ov¬
vero le classiche viste ortogonali)
e la "Camera View" che in genere è una
vista prospettica. C'è un pulsantino che
fa ruotare la scena e che consente di
bloccare la rotazione una volta raggiunto
l'angolo di visuale desiderato.
Poi ci sono tre specie di croci che servo¬
no per spostare la camera nelle tre dire¬
zioni XY, XZ e YZ. ed infine la volumino¬
sa trackball (simulazione eccezionale)
che consente la doppia rotazione (latitu¬
dine e longitudine) della camera
Tutti questi comandi, che influenzano la
visione della scena, hanno anche nume¬
rose impostazioni "fini", molte delle quali
descritte nella sezione delle 'tecniche
avanzate' presente all’interno del ma¬
nuale
Per finire, in basso, nella 'Control Pa¬
lette', trovano posto i pulsanti per il
rendering.
La tecnica utilizzata per la restituzione vi¬
suale di quanto impostato e in puro Ray-
Tracing, ovvero il calcolo di un raggio vir-
Figura IO - MelaTooIs Bryce 2 -
Tre o quattro cose di Bryce 2
Ecco l'ambiente al gran comple¬
to. con tutti i comandi attorno
alla videata Quelli in basso ser¬
vono per selezionare gli oggetti
La figura è stata realizzata inse¬
rendo quattro elementi, una Pic-
ture, in pratica un 'immagine bit-
map di un quadro di Manet.
mazzata in verticale sul oavi-
mento. un oggetto 'Water', nel
senso di acqua, una luce conica
indirizzata verso il quadro ed in¬
fine è stato impostato un cielo
nuvoloso Notare l'effetto tra¬
sparenza e l'effetto riflessione
dell'acqua
SMoci
Nril OOject Type
238
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
MetaTooIs Bryce 2
luale che parte dalla camera e
viene tracciato all'Interno della
scena per valutare la visibilità e
l'ombreggiatura di ciascun punto
della vista finale. Il raggio virtuale
può essere assorbito, riflesso e
modificato a seconda degli ele¬
menti che incontra nel suo per¬
corso.
La vista finale viene calcolata e vi¬
sualizzata ad 'ondate successive'.
Si pane con quadratoni di 32 pixel
e poi via via si raggiunge la preci¬
sione del singolo pixel.
Ovviamente, la produzione della
vista finale può richiedere molto tempo e
sono quindi possibili varie semplificazioni
nel calcolo, ad esempio c'è il 'Fast Ren¬
der'. che limita il raggio di azione del Ray-
Tracing, poi gli switch Texture Off e 'An-
tialiasing Off.
Tra le varie curiosità incontrabili quando si
circola tra i parametri del rendering citerei
la possibilità di creare una vista, detta 'Pa-
Figura 1 1 - MetaTooIs
Bryce 2 - Un paesaggio
realistico
Nel CD di MetaTooIs
Bryce 2 ci sono decine
di progetti, caricabili nei
suo lormato vettoriale e
quindi modificabili, e
centinaia di esempi in
torma di risultato finale,
e quindi su file btlmap
Qui vediamo l'assoluta
perfezione raggiungibile
nella creazione di pae¬
saggi artificiali, vera spe¬
cialità del prodotto.
norama', a 360 gradi. In sostanza, utiliz¬
zando la tecnologia Apple Quick Time, è
possibile realizzare delle animazioni nelle
quali la camera da ripresa gira intorno ad
un panorama continuo.
Conclusioni
Chiudiamo con le tre figure finali, il con¬
tenuto delle quali è descritto nelle ri¬
spettive didascalie.
Bryce 2 è sostanzialmente un prodotto
che serve alla produzione di paesaggi
virtuali, operazione che può richiedere
anche pochi minuti: basta inserire un
terreno, sceglierne il tipo ed inserire un
tipo di cielo. In tre sole mosse ecco ot¬
tenuto un panorama sintetico.
È facile inserire nella scena solidi 3D,
sia solidi regolari o loro varianti, sia og¬
getti, geometricamente definiti, prele¬
vati dalle librerie.
Non ci sono funzionalità per la creazio¬
ne "ex novo' di oggetti 3D, neanche ot¬
tenendoli da semplici processi di rota¬
zione o di estrusione
Non esiste la possibilità diretta di lavo¬
rare con i testi. Una scritta, anche la più
semplice, deve essere realizzata e trat¬
tata come oggetto.
Sono notevoli le funzionalità che riguar¬
dano i materiali in genere (va considera¬
to un 'materiale' anche il tipo di cielo
nella scena). Notevolissime quelle per
la loro creazione ex novo, ma per padro¬
neggiarle completamente occorre un
po' di tempo. A questo ed ad altri argo¬
menti evoluti è dedicata la seconda par¬
te del manuale.
La qualità dall'immagine ottenuta dal
processo di rendering è di livello profes¬
sionale e, tutto sommato, i tempi di ela¬
borazione sono buoni.
Come detto, di Bryce 2 è ipotizzabile
anche un utilizzo come post-processore
di AutoCAD. Ad esempio per inserire in
un paesaggio virtuale un progetto non
ancora realizzato, oppure per
creare viste realistiche, ottenute
assegnando materiali agli ele¬
menti di un progetto realizzato
con un prodotto CAD.
Trattandosi di un prodotto di cate¬
goria economica può essere sug¬
gerito a chi si voglia avvicinare, in
modo economico, alla grafica 3D
e lo voglia fare con un prodotto
molto divertente e facile da usa¬
re, ma abbastanza sofisticato da
permettere il raggiungimento di
risultati spettacolari. È peraltro un
prodotto dalle caratteristiche tali
da essere anche adatto ad utilizzi
più evoluti e quindi interessante
per i professionisti, i creativi del¬
l'immagine Il non rispetto delle
regole operative standard di Win¬
dows 95 lo rende assolutamente
unico nel panorama di prodotti
grafici per Windows 95
Figura 12 - MetaTooIs
Bryce 2 - Un paesaggio
reale
La differenza tra questa
figura e la precedente è
cbe quella è un'immagi¬
ne realistica, realizzata
con le funzionalità di
creazione dei terreni e di
impostazione de"'am
Piente atmosferico di
Bryce 2 Questa invece
è un'opera del noto fo¬
tografo Ansel Adams.
specializzato m foto di
paesaggi, in particolare
di paesaggi americani,
resi piu drammatici dal¬
l'uso del bianco e nero.
Non per nulla alcuni dei
file di esempio, presenti
nel CD di Bryce 2 si
chiamano AnseI
MCmicrocompulsr n. 174 - giugno 1997
239
La tecnologia elettronica avanza, l'informatica entra in un numero maggiore di applicazioni e l’elettronica
di consumo cerca di aprire nuovi mercati. Il risultato è che sempre più frequentemente ci imbattiamo in
oggetti che sono al confine fra due o più discipline tecniche. Ciò è vero soprattutto per le schede sonore,
che ovviamente oltre al risvolto informatico hanno soprattutto quello audio e musicale.
Questo mese dunque, con la collaborazione dei "cugini" di AUDIOREVIEW e del loro micidiale laboratorio
di misure elettroacustiche, parliamo di due delle migliori schede audio sul mercato sotto un profilo
abbastanza inconsueto per MC: quello della resa sonora, con tanto di misure rilevate al banco
240
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beacn Pinnacle
Creative Labs
Sound Blaster AWE64 Gold
più di tutte rende la AWE 64 adatta a
comporre e riprodurre brani musicali è
l'enorme versatilità nel trattamento dei
campioni e degli strumenti musicali. Il
sintetizzatore WaveTable utilizzato è
l'EMU 8000, uno dei più conosciuti,
che viene impiegato anche su numero¬
si expander professionali Tale sintetiz¬
zatore ha memorizzati nella sua ROM
interna ben 1 megabyte di campioni so¬
nori, che consente di avere suoni molto
realistici. Inoltre l'EMU 8000 consente
di controllare, via software, alcuni para¬
metri che normalmente vengono gestiti
da unità di effetti esterne, come il river¬
bero ed il chorus. La sintesi WaveTable
consente di suonare file MIDI con suo¬
ni molto simili agli strumenti originali: i
suoni di ogni strumento sono infatti di¬
gitalizzati e i campioni sono memorizza¬
ti in una memoria ROM o RAM. Al mo¬
mento della riproduzione di un determi¬
nato strumento il processore audio leg¬
ge il campione dalla memoria e lo ripro¬
duce, eventualmente variandone la to¬
nalità ed aggiungendo effetti generati
digitalmente, come il riverbero o il cho¬
rus. La qualità della sintesi WaveTable
è immediatamente valutabile, special-
mente se confrontata con la vecchia
sintesi FM Inoltre la qualità di un sinte¬
tizzatore WaveTable è proporzionale al¬
la quantità, alla qualità ed alle dimensio¬
ni dei campioni immagazzinati nella sua
memoria. Prendiamo ad esempio uno
strumento complesso come il pianofor¬
te: il timbro di ogni nota del piano è di¬
verso da quelli delle altre note. Questo
è molto evidente se si confrontano le
note delle prime ottave, che utilizzano
una o due sole corde, con quelle delle
ottave centrali, che ne utilizzano tre e
con quelle delle ottave superiori, che
utilizzano sempre tre corde ma di tipo
diverso. Inoltre il timbro cambia se si
suona piano o forte, se si sta usando la
sordina, se si sta suonando un pia¬
noforte a coda o verticale e cambia an¬
che secondo la marca del pianoforte.
Un buon sintetizzatore WaveTable pro¬
fessionale ha memorizzati una notevole
quantità di campioni, sicuramente più
di uno per nota, registrati per varie
pressioni sui tasti, e tutto questo solo
per il pianoforte. Considerando che gli
strumenti previsti dallo standard Gene-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
241
Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTudle Beach Pinnacle
Creative Labs Sound Blaster
AWE64 Gold
Costruttore:
Creative Labs
Importatore per l'Italia:
Creative Labs S r l - Strada 4. Ed A/3 - 20090 As-
sago IMII Tel 02/57510774, Fan. 02/57500768
Prezzi UVA inclusa):
Sound Blaster AWE 64 Gold Ut 499.000
Il pannellino posteriore della scheda comprende
connessioni audio semiprolessionah. mediante pin
RCA placcati in oro per un miglior contatto, opzio¬
nalmente tramite una staffetta aggiuntiva è presen¬
te anche una uscita professionale digitale S/PDIF
Il sintetizzatore WaveS v nth
e la modellazione fisica Wa v eGuide
I
a AWE 64 ottiene le 64 voci contemporaneamente dispo-
nibili per mezzo di un innovativo metodo di sintesi
hardware-software In particolare 32 voci vengono ottenute da
un chip sintetizzatore hardware della E-mu, del tutto simile a
quello contenuto nelle schede Sb 32 e AWE 32. le altre 32 da un
sintetizzatore software. In questo modo si è riusciti a contenere i
costi su livelli bassi, pur non rinunciando alla qualità finale della
sintesi. Chiaramente un sintetizzatore software utilizza parte del¬
le risorse della CPU, e rallenta in qualche modo il funzionamento
del computer; alla Creative Labs però fanno notare che la grande
potenza dei processori disponibili, in particolare di quelli di classe
Pentium, consente di raggiungere prestazioni elevate senza per
altro rendere percettibile il rallentamento generale delle operazio¬
ni. I vantaggi di un sintetizzatore software sono presto detti: in-
nanzilutto la grande flessibilità; i metodi di sintesi possono esse¬
re ottimizzati per ogni situazione possibile, al contrario un sinte¬
tizzatore hardware, anche se evoluto, contiene un solo algoritmo
generico di sintesi, chiaramente un compromesso che deve es¬
sere buono per tutti i casi. In particolare nella AWE 64 esiste una
forte sinergia tra i due sintetizzatori, hardware e quello software,
che porta ad avere prestazioni molto superiori a quella di due sin¬
tetizzatori distinti. Un altro vantaggio è chiaramente quello della
programmabilità e della upgradabili: chiaramente un sintetizza¬
tore software può essere aggiornato facilmente, solamente ri¬
scrivendo il software. Il sintetizzatore software presente nelle
schede AWE 64 e AWE 64 Gold si distingue da ogni altro perché
utilizza un nuovo tipo di sintesi, detta WaveGuide. letteralmente
"a guida d'onda", che riesce a simulare in maniera molto accura¬
ta il comportamento di alcuni strumenti musicali. In particolare
viene impiegata una sintesi che parte da una modellazione fisica
dei fenomeni acustici. Per poter simulare uno strumento musica¬
le bisogna dapprima costruire il suo modello matematico, costi¬
tuito da una serie di equazioni che descrivono il funzionamento
di ogni parte dello strumento La simulazione sarà tanto più accu¬
rata quanto più accurato sarà il modello matematico. Chiaramen¬
te un modello molto accurato avrebbe bisogno di una potenza di
calcolo ben superiore di quella fornita dai moderni processori.
Per questo nella AWE 64 si adottano due semplificazioni che ri¬
ducono molto il numero di cal¬
coli necessari alla sintesi. Si ini¬
zia scegliendo quelle caratteri¬
stiche fisiche che contribuiscono, più di altre, alla generazione del
suono dello strumento. Questa scelta è effettuata con un proce¬
dimento sperimentale, della durata di anni. Per semplificare ulte¬
riormente i calcoli la modellazione viene effettuata con la tecnica
a linee di ritardo WaveGuide. Una WaveGuide consiste in una se¬
rie di equazioni semplici che descrivono la modalità di propagazio¬
ne dell’onda acustica all'interno dello strumento Combinando op¬
portunamente un numero adeguato di WaveGuide si riesce a co¬
struire un modello fisico semplice ed efficace Come si riesce ad
intuire la sintesi a modellazione acustica non e adatta alla totalità
degli strumenti. Innanzitutto può essere applicata solo con stru¬
menti acustici o elettroacustici, e soprattutto solo strumenti di
determinate caratteristiche. Il modello fisico di un pianoforte ri¬
chiederebbe la modellazione di ogni singola corda, della risonanza
del telaio e del mobile, e dell'interazione tra tutte le sue corde. In
questo caso la sintesi WaveTable può essere applicata con mag¬
gior profitto di quella WaveGuide. D'altra parte i modelli fisici de¬
scrivono in modo molto più accurato il comportamento dinamico
degli strumenti. Un esempio lampante puO essere fatto con il
sassofono In un sax il comportamento dinamico viene dato
dall'articolazione di ogni singola nota e dal passaggio da una nota
all'altra, tutti parametri che non possono essere riprodotti da un
sintetizzatore WaveGuide. Un modello fisico, anche se modesto,
può riprodurre in maniera molto realistica queste caratteristiche.
In questo modo, anche se la singola nota è meno accurata di
quella suonata da un sintetizzatore WaveTable. il feeling generale
dello strumento può essere molto più realistico. L'integrazione
dei due sintetizzatori, hardware e software, consente di riprodur¬
re i vari strumenti con la sintesi sonora più appropriata per ciascu¬
no strumento. In generale la sintesi WaveTable sara piu vantag¬
giosa per gli strumenti polifonici, mentre la sintesi WaveGuide e
più adatta agli strumenti acustici monofonici. La sintesi Wave-
Synth comprende 14 strumenti WaveGuide
Potrete trovare ulteriori notizie al sito Creative Labs
hnp//www creativelabs.con) ed in particolare potrete ascoltare la
differenza tra le varie sintesi musicali. WaveTable e WaveGuide
scaricando i file demo in formato " wav"
Pierfrancesco Fravolini
242
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle
REGISTRAZIONE/RIPRODUZIONE (CONVERSIONE A/D - D/A)
Risoluzione effettiva: sinistro: 12,3 bit; destro 12,6 bit
Rapporto segnale/rumore: sinistro: lineare (22-22.000 Hz). "A" 80,5 dB; destro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 80,7 dB;
CANALE SINISTRO -CANALE DESTRO
Risposta in frequenza (-2,5 dB)
t
1
s
0 10 [ kHz 1 " 20
Distorsione armonica a -70 dB 1 kHz
La risposta in frequenza della AWE 64 Gold 6 stata rilevata sia
nel dominio analogico che in quello digitale. In particolare si hanno
tre grafici che rispecchiano tre condizioni di misura, e cioè sola regi¬
strazione, conversione A/D, sola riproduzione, conversione D/A e
registrazione riproduzione, conversione A/D e D/A. Noi pubblichia¬
mo solo quelli relativi alla doppia conversione A/D e D/A, che rias¬
sumono bene la situazione.
Comunque in tutti e tre i casi, la risposta e confrontabile con
quella esibita da registratori digitali DAT di buona qualità. La distor¬
sione armonica è abbastanza bassa: i tre grafici ottenuti mandando
un segnale a -70,1 dB rispetto allo 0 digitale mostrano l'assenza
quasi totale di componenti armoniche. La risoluzione effettiva, pur
non al livello dei DAT, consente comunque di avere prestazioni
piuttosto buone, e quindi la scheda è adatta ad applicazioni di hard
disk recording, anche se non troppo spinte.
Piertrancesco Fravolim
ral MIDI sono 128, potete immaginare
quanta memoria è necessaria per avere
dei suoni WaveTable di buon livello. I
campioni vengono gestiti dal sintetizza¬
tore come banchi sonori (sound bank o
sound fonti che possono essere carica¬
ti da disco. Già la scheda viene fornita
con una libreria composta di vari banchi
di sound font adatti alle più disparate
esigenze come strumenti elettronici,
acustici, etnici (tamburi e percussioni
varie), voci (si. proprio voci, campiona¬
to, trasformate in sound font e suonate
come delle note musicali) suoni fanta¬
scientifici e chi più ne ha più ne metta.
Ma la cosa straordinaria e che agli stru¬
menti in dotazione possono essere fa¬
cilmente aggiunti altri strumenti creati
da voi stessi, ed in maniera facile.
Sempre in dotazione viene fornito il
software Vienna, un editor di sound
font, e WaveStudio, con il quale editare
campioni audio.
In pratica è possibile registrare un
qualsiasi segnale sonoro, dal microfono
o dall'ingresso linea (e quindi anche
dalla chitarra ad esempio), modificarlo
aggiungendo effetti come eco, riverbe¬
ro, flanger e molti altri, con WaveStu-
dio. importare il campione cosi ottenu¬
to in Vienna e assegnare questo suono
ad un particolare strumento. Le possi¬
bilità di un simile approccio sono limita¬
te solamente dalla fantasia dell'utilizza-
tore Alcuni brani demo contenuti nel
CD in dotazione danno la reale dimo¬
strazione di quello che si può fare con
queste schede
Pierlrancesco Fravolirv
m
La memoria nativa del¬
la scheda può essere
espansa mediante oue-
sta piccola daughter-
board addizionale, che
aggiunge ben 8 MBvte
di RAM che si aggiun¬
gono ai 4 MByte stan¬
dard.
243
Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle
Turtle Beach Pinnacle
I La Turtle Beach Pinna¬
cle è dotata dei convertitori A/D Cristal
CS5335 20 bit, fattore di sovracampio-
namento 128x, e dei convertitori D/A
Cristal CS4327 anche loro in grado di
raggiungere una risoluzione di 20 bit
con fattore di sovracampionamento
128x. È subito chiaro che non siamo di
fronte alla solita scheda audio ma a uno
strumento pensato e realizzato per otte¬
nere la massima qualità sonora, quella
qualità CD tanto agognata In sintesi la
nostra Pinnacle è in grado di rivaleggia¬
re, quanto a sezione digitale, con i mi¬
gliori apparecchi hi-fi sul mercato. Sola¬
mente considerando questo aspetto il
costo della scheda, circa 800 mila lire,
potremmo considerarlo adeguato Ma
non basta perché la Pinnacle è la prima
scheda in prova su queste pagine che,
tramite una schedina accessoria, ha l'in¬
gresso e l'uscita digitale in formato
S/PDIF ovvero è possibile collegare al
nostro computer le uscite e le entrate
digitali elettriche degli apparecchi hi-fi e
professionali. In questo modo il compu¬
ter diventa un registratore digitale com¬
pleto!
Ovviamente la scelta della migliore
componentistica non garantisce di per
sé il raggiungimento dei migliori risultati
all’ascolto e questo è ancor più vero per
le schede da inserire nel case di un
computer, uno degli ambienti più sfavo¬
revoli dal punto di vista dell'inquinamen-
to elettromagnetico per un'apparecchia-
Turtle Beach
Pinnacle _
Costruttore:
Turtle Beach Systems. Divisions ot Voyetra Tech¬
nologies Ine , 6 Odell Plaza, YonkersNY 10701 -
1406
Sito Internet htip://www voyeua.com/ibwel.co-
me.htm
Distributore per l'Italia:
Centro HL Distribuzione srl. - Via di Novoli. 9/17 -
50127 Firenze - Tel 055/337900 - Indirizzo http
l/www.centroni it.e-mait inioiacenlroni il
Prezzi:
Turile Beach F>innacle Ut 809.200
Scheda I/O Ut, 190.400
tura con velleità hi-fi I tecnici della Tur¬
tle Beach assicurano che la cura profu¬
sa nell'ingegnerizzazione di tutti i loro
prodotti, e della Pinnacle in particolare,
è stata tale che gran parte dei problemi
di rumore e interferenza seno stati risol¬
ti, arrivando a dichiarare un rapporto se¬
gnale rumore (pesato A) pari o superio¬
re a 97 dB ! Un dato che ha dello strabi¬
liante e che sarà verificato nella sezione
misure effettuate nel nostro laboratorio
Finora abbiamo considerato il solo
aspetto legato alla registrazione e ripro¬
duzione audio. Ma Pinnacle non è il
massimo solo in questo caso! La sezio¬
ne midi infatti impiega il sintetizzatore
Kurzweil MA-1, lo stesso usato in stru¬
menti musicali dal costo di svariati mi¬
lioni! La sintesi è WaveTable con 32 vo¬
ci simultanee, frequenza di campiona¬
mento di 48 kHz e si basa sulla architet¬
tura VAST sempre di Kurzweil I cam¬
pioni sono contenuti in 4 MB "stipati"
in 2 MB di ROM tramite una tecnica di
compressione proprietaria Kurzweil. A
quest) possono essere aggiunti fino a
48 MB di RAM (simm da 72 pin su due
banchi) in modo da poter creare i propri
244
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle
REGISTRAZIONE/RIPRODUZIONE (CONVERSIONE A/D - D/A)
Risoluzione effettiva: sinistro: 12,7 bit; destro: 12,8 bit
Rapporto segnale/rumore: sinistro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 79,8 dB, destro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 80.3 dB;
CANALE SINISTRO -CANALE DESTRO
Risposta in frequenza (-2,5 dB)
Sottoposta ai nostri test la Turtie Beach Pinnacle si è comporta¬
ta molto bene I dati di interfacciamento sono adeguati al collega¬
mento di qualsiasi sorgente hi-fi e qualsiasi sistema di riproduzione
hi-fi. Come si vede la risposta in frequenza che pubblichiamo, rile¬
vata in registrazione/riproduzione (ma abbiamo rilevato anche quelle
in sola registrazione, conversione A/D, ed in sola riproduzione, con¬
versione D/A), è molto lineare, con un calo contenutissimo alle al¬
tissime frequenze. La distorsione armonica, misurata con un tono a
-70,31 dB, è praticamente assente mentre un po' alto è il rumore
di riquantizzazione, che inficia anche la misura di risoluzione effetti-
Distorsione armonica a -70 dB 1 kHz
va, che mentre in D/A esibisce il valore più alto finora trovato su
una scheda audio e comunque confrontabile con quello riscontrato
sui CD player di fascia medio-alta, in A/D, e quindi complessiva¬
mente m A/D-D/A, è molto piu bassa e ritorna su valori riscontrati
nelle misure di altre schede per computer La monotonicità (intro¬
dotta come misura sulle schede audio molto di recente) è corretta,
solo affetta da componenti a bassa frequenza, probabilmente deri¬
vanti dalle migliaia di segnali spuri presenti all'interno del computer.
Il rapporto segnale rumore è nella norma.
Pierfrancesco Fravolmi
Sopra le connessioni
posteriori della scheda
utilizzano tutti /ack suD-
miniatura. Qui a fianco,
la schedina che trasfor¬
ma l'ingresso microfo¬
nico m mgresso/uscna
digitale secondo lo
standard S/PDIF
strumenti midi. A tutto questo ben di
dio può essere aggiunta, se necessario,
una scheda MIDI opzionale di tipo Wa-
veBlaster. Questo sottosistema è gesti¬
to tramite una CPU Motorola 68330 a
10 MHz, processore che avrebbe fatto
la felicità di qualche informatico qualche
anno addietro.
L'architettura audio interna non si ba¬
sa su DMA come sulle altre schede au¬
dio in commercio ma usa una architet¬
tura proprietaria denominata Hurncane
che utilizza di un DSP Motorola 56002
risultando cosi molto piu veloce nella
gestione dei dati audio. La-Pinnacle è in
grado di funzionare in full duplex ovvero
inviare dati audio mentre li riceve senza
alcuna limitazione. La massima frequen¬
za di campionamento va da 8 kHz a 48
kHz con una risoluzione di 20 bit. Di fat¬
to il software attuale permette "solo"
registrazioni a 16 bit con 48 kHz Per in¬
ciso ricordiamo che la cosiddetta qualità
CD prevede 44,1 kHz e 16 bit.
Luca Angelelli
ras
SPBEDCQM
mqb&M
. n.
lemFax
peedCom V3314
I Tempo fa scrissi che pro¬
vare un modem è in fondo provare il
software a corredo. Con l'avvento di
Windows 95 questo è sempre meno
vero, visto che molti dei servizi di co¬
municazione sono offerti dalla piattafor¬
ma di sistema Con questo modem poi
è ancor meno vero visto che oltre ad
essere Fax e Voice è uno dei pochissi¬
mi tee non l’unico) che consente di par¬
lare al telefono mentre si trasferiscono
dati. Il rutto su un modem 33.6, Omolo¬
gato PP TT., marchiato CE e di un co¬
struttore certificato ISO 9001
Il modem
Senza dubbio estremamente elegante
l'aspetto esteriore di questo modem
Originale la soluzione del case con staf¬
fa laterale che permette di utilizzare il
modem di piatto, come di solito, oppure
in verticale, risparmiando spazio utile
sulle sempre piu affollate scrivanie.
Il contenitore metallico nero satinato e il
perspex scuro che nasconde i led ren¬
dono la linea di questo modem futuristi¬
ca e funzionale al tempo stesso.
I connettori del telefono e della linea te¬
lefonica, nonché quello seriale e quello
dell'alimentazione, sono sul retro, na¬
scosti ma accessibili. Sopra (o di fianco
in caso di montaggio orizzontale) cì so¬
no i due jack per il microfono e la cuffia
Ottimamente piazzato il pulsante di ac¬
censione che si mimetizza con la fascia
frontale ma rimanendo facilmente loca¬
lizzabile; peccato che il peso limitato del
modem non ne permetta l'azionamento
con un solo dito. L'alimentazione (9 volt
alternati 1 ampère) è fornita dal classico
trasformatorino direttamente connesso
alla presa di corrente.
II modem non scalda quasi per nulla an¬
che dopo ore di funzionamento (indice
di un ottimo progetto elettronico) e an¬
che il trasformatore diventa appena ap¬
pena tiepido
Produttore:
SneBdCom Telecorrimunications
Distributore:
Monolilh Italia - Viale Romagna, IO
20133 Milano
lei (numero verde! 167-385911
?ax C2/70123825
Prezzo UVA esclusa!:
SceedCom VI 3314 modom interno Lit 239 000
SpeedCom V3314 modem esterno Ln 259 000
L’installazione
Trattandosi di un modem esterno
l’installazione si riduce alla connessione
dell'alimentazione, della I nea telefonica
e del cavo seriale, che e già dotato di
tutti e due i tipi di connettore a 9 e a 25
pin. Una volta acceso il modem si illu¬
minano i led del pannello frontale che
non riportano le solite diciture (CD, OH,
ecc.l o i numeri dei criteri (106, 109,
ecc,| ma delle piccole icone autoespli-
cative. Purtroppo alcune di queste non
sono poi cosi autoesplicative e un ma-
nualetto con il significato non avrebbe
certo fatto male. Su un fianco del con¬
tenitore ci sono i due mmi-|ack per l'in-
gresso e l'uscita audio da collegare
eventualmente ad un microfono ester¬
no e ad una cassa amplificata.
Dal lato software si dovrà solo instal¬
lare I driver (se Windows 95 già non lo
possiede) e poi si può procedere all'in¬
stallazione del software a corredo
L'interno
Per accedere all'interno del modem si
devono togliere due viti (protette dal sigil¬
lo di garanzia) e sfilare i gommini degli
jack audio. Il contenitore metallico è in un
sol pezzo e lo stampato si sfila dal fondo.
La circuitene si presenta molto ordinata e
la sezione telefonica è ben separata da
quella dati e da quella di alimentazione.
Lascia perplessi la scelta di saldare diret¬
tamente il fusibile sullo stampato, cosa
questa che ne rende l'eventuale sostitu¬
zione alquanto difficoltosa
Il modem è sia a norma CE che Omo¬
logato PP TT., inoltre il costruttore e cer¬
tificato ISO 9001. Tutto questo, al di là
della semplice etichetta di carta appicci¬
cata sopra, è un indice di qualità e una
garanzia di serietà da parte del costrutto¬
re.
246
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
ModemFax SpeedCom V3314
l led di questo mo¬
dem sono delle ico¬
ne autoesphcative
della lungone vi-
suahrzata Purtrop¬
po alcune icone
non sono poi cosi
autoesphcative
Il software
Trattandosi di un
prodotto pensato
per Windows 95 il
software a corredo
è abbastanza ridot¬
to, visto che tutte le
principali prestazioni di comunicazione
sono già presenti nel sistema operativo
Quindi sia per i fax che per il terminale
e preferibile utilizzare le risorse di Win¬
dows 95. Chi non avesse Windows 95
può comunque utilizzare il software per
Windows 3,1 fornito a corredo con il
modem. Questo software permette sia
la gestione dei Fax che quello delle ca¬
selle vocali e l'uso come terminale; ter¬
minale che, rispetto a quello standard di
Windows 3.1, è sicuramente migliore,
se non altro per il fatto che supporta
tutti i protocolli di comunicazione. Z-mo-
dem compreso.
Il software per la gestione Voice (pre¬
sente solo nei modelli con l'opzione
Voice) permette di gestire una piccola
segreteria telefonica dotata della classi¬
ca casella vocale comandabile tramite
la tastiera del telefono La casella voca¬
le può contenere sia messaggi vocali,
che file o Fax Insieme al software di
gestione viene anche regalato un ac¬
cesso di prova Internet per 15 giorni
con un importante provider nazionale e
il relativo software per la navigazione
già preconfigurato.
Il retro de! modem
con gli ingressi telefo¬
nici. la sena'e e il plug
dell'alimentazione
Ben fatta la scheda e Ben isolata la sezione re-
lefonica, peccato per il fusibile saldato diretta¬
mente sullo stampato
L'unico modo di sapere esattamente cosa indica¬
no i led e duello di leggere sullo stampato: un po
scomodol
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
247
ModemFax SpeedCom V3314
Cetbno
t.
Mona*
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Poh* n «tf/o
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I *> I e b
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s
a
»
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Mtfl.
Facsimile CeverSheet
iiMinm:
Voce su dati
E' questa una delle
funzioni più interes¬
santi, anche se per
ora limitata dalla poca
diffusione di questo standard. Permette
a due persone di effettuare un collega¬
mento dati tra due modem e poi di par¬
larsi al telefono. La connessione può av¬
venire sia prima in modalità dati e poi
attivando la comunicazione vocale, sia
durante una normale telefonata attivan¬
do la connessione dati E' insomma
possibile, mentre si parla al telefono,
decidere di inviare un documento; basta
avvisare il corrispondente e poi attivare
la trasmissione dati. La comunicazione
vocale può avvenire sia attraverso il nor¬
male apparecchio telefonico collegato al
modem, sia attraverso microfono e cas¬
se supplementari collegate ai mini-jack
del modem.
Se questo standard prenderà piede,
sarà possibile attivare dei chat vocali an¬
che dentro le normali BBS, il tutto men¬
tre magari si sta scaricando un file da
qualche mega.
Naturalmente l'inserimento della vo¬
ce determina un calo della velocità di
trasferimento dei dati; ma nella vita non
si può avere tutto gratis.
La finestra Super-
Terminal con la
configurazione
della porta di co¬
municazione.
Sfc
Vlsuafezdiorc <k
la«
Read Me
4 1 38 «
C'è anche su scheda
i questo modem esiste anche la versione su scheda interna PnP. A pane le ovvie
differenze di installazione (comunque semplicissima grazie al PnP ed al dischetto driver alle¬
gato! i due modem sono, a livello di prestazioni, del tutto simili. Per i computer senza PnP o
senza Windows 95 si tratta solo di seguire il manualetto del modem per configurare i ponti¬
celli della scheda e poi installare manualmente il driver di gestione.
Anche la versione su scheda è molto ordinata come layout e spicca la sezione telefonica
protetta da un doppio guscio plastico. Soluzione
molto intelligente perche evita che una scheda
montata a fianco del modem possa ridurre, con
parti metalliche sporgenti, l'isolamento dalla li¬
nea telefonica che deve essere di quasi 2000 V.
La dotazione di software è identica a quella della
versione esterna, tanto che il manuale del mo¬
dem non fa differenza tra i due. Anche con que¬
sto modem viene regalato un abbonamento In¬
ternet per 15 giorni
La versione interna di questo modem ; spicca l'isolamen¬
to della sezione telefonica realizzato con un opportuno
guscio plastico.
La finestra del menu Avvio relativa al
software di gestione della scheda Mo¬
dem/Fax con i tre programmi Visualizza¬
zione Fax. Super Voice e SuperTemiinal.
La pulsantiera del centro di ge¬
stione SuperVoice che permet¬
te la configurazione e l'uso di
tutte le funzioni di questo mo
TO:
cimar.
Fu
From:
cimar
•JJ
_
pi
Il programma di visua¬
lizzazione dei Fax con
una delle copertine di
esempio presenti nel
pacchetto software a
corredo del modem
k Ar-x.
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i numeri di telefono
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di CorelDraw 7.0
e Corel WordPerfect Suite 7,0
IN ITALIANO
E finito wWe a)
monde die o permette
4 citare, ndmenuonan
e tornire al «alo '«
partizioni iena perdere
acuì dato
l‘dtUkn\bo
Orna 97
Trasferta le prole
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ed HiatiempScemena
parlando al PO
Motta* e offa ndm
IN ITALIANO
Sandatd 169
PioleuionaJ Upjnde 459
Proteismi 949
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CatnGeonwe 1)9
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STB Veiocity 3D retali 4 MB Lit 362.000
(.a scheda Veiocity 3D con i floppy disk
dei driver e il videogame MechWamor
2 ottimizzato pei il funzionamento con i
controlli 3D della STB
STB Veiocity 3D
La STB Veiocity 3D è una
scheda video progettata per fornire, al¬
le applicazioni Windows, performance
elevate in fatto di velocità e qualità vi¬
siva, specialmente per ciò che riguarda
le operazioni di rendering 3D. La sche¬
da rappresenta una valida proposta sia
nell'ambito del CAD/CAM professiona¬
le e dello sviluppo multimediale, sia in
quello delle applicazioni VRML e nel
settore prettamente ludico dei video¬
game.
Caratteristiche
generali
Rendering tridimensionale in tempo
reale, accelerazione grafica con refresh
a 220 MHz compatibilità con i flussi
MPEG-1 ed MPEG-2. pieno supporto
delle specifiche Direct3D per Windows
95 ed Open-GL per Windows NT. Ren-
derWare. Reality Lab e Render-
Morphics per la resa 3D Queste sono
le caratteristiche principali delle quali la
Veiocity 3D è dotata. Si tratta di una
scheda Plug-and-play con a bordo 4
Mbyte di EDO-VRAM, espandibili ad 8
Mbyte, capace di offrire una definizio¬
ne massima di 1600x1200 dot a 64mi-
la colori oppure 1280x1024 dot in mo¬
dalità true-color. La scheda, dal punto
di vista del controllo 3D, è equipaggia¬
ta con un chip-custom STB capace di
operare un elevato numero di controlli:
dallo smooth shading alla correzione
prospettica, dall inserzione di filtri bi-
trilineari ad opzioni di texture-mapping
che, gestite attraverso l'uso dello Z-
buffer e del double-buffering. permet¬
tono la visualizzazione degli scenari in
movimento con una fluidità davvero
eccellente.
La configurazione hardware della Velo
city 3D comprende l'acceleratore S3-
Virge VX ed il chip custom STB. del
quale si è già detto, per il 3D-Rende-
rmg ed il playback multimediale, coa¬
diuvati, nell'I/O con il sistema e lo
schermo, da 4 Mbyte di EDO (Exten-
ded Data Out) Video RAM,
Le memorie di tipo EDO-VRAM, rispet¬
to alle EDO-DRAM, sono in grado di
gestire le informazioni in modalità
'dual-ported", cioè con la capacità di
leggere le immagini trasmesse alla
memoria stessa e di ritrasmetterle
contemporaneamente in uscita per la
stampa in schermo Con questo siste¬
ma si garantisce la velocità e il flusso
continuo delle informazioni, con un au¬
mento delle prestazioni nel refreshing
dello schermo pari ad almeno il 30% in
più rispetto ad un sistema gestito in
modalità 'single-ported"
A sua volta, l'accoppiata S3-Virge VX e
chip-custom STB, oltre ad accelerare la
grafica, è in grado di coprire, gestendo¬
lo via hardware e non più con semplici
librerie software, il rendering 3D di
ogni genere di applicazione Dal
Flat&Gouraud Shading al texture-map¬
ping, dal filtro bi-trilineare alla correzio¬
ne di prospettiva, dall'alfa blending allo
Z-Buffering, ogni ricalcolo complesso
delle dimensioni viene eseguito prati¬
camente in tempo reale ed in tempo
reale (grazie alla tecnologia del 'dual-
ported'l ritrasmesso allo schermo
La versione della Veiocity 3D, giunta a
noi dalla Intersystem di Roma, oltre
che dei 4 Mbyte di EDO-VRAM di ba¬
se, è dotata di un sandwich d'espan¬
sione sul quale risiedono ulteriori 4
Mbyte di EDO-DRAM. I 4 Mbyte di
EDO-VRAM in tecnologia dual-ported
sono incaricati di garantire la massima
banda passante per il flusso dei dati,
mentre i 4 Mbyte di EDO-DRAM si in¬
caricano di velocizzare ulteriormente la
resa del 3D-Rendermg e spingere il
true-color fino a 1280x1024 dot ed i
64K colore fino a 1600x1200 dot Tale
ultima risoluzione è permessa alla fre¬
quenza massima di refresh oggi possi¬
bile ed offre un'elevata stabilità delle
immagini, quasi completamente prive
250
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
STB Velocily 3D
l'/iWOM
PRODUCTS
II silo Web allestito dal¬
la STB pei la Velocily
3D In esso, oltre che
all'elencazione delle
specifiche, è possibile
trovare gli eventuali up-
grade dei driver e la li¬
sta Ipatch compreseI
degli applicativi 30 resi
compatibili
STB Vitton 95 tonimi P«
ttrtotmtrKt lo four n
Icon Toolbar
Display Scttlng
Color Palette |l 6.8M |Z4 bit) »|
Multiple Desktop
Zoom Window
Desktop Area |800x600
Resolution |BODx600
FontSIze |Small
1
fèj[ Blrd's Eye Window
(j%j| Monitor Oplions
1 d
Savi | nemovu |
* sew fevrM quiktr *>1 ir Arni T>« 2DOD UUtme-U Acc«ki«« a drupe 4
•wofealr lo fi"*» DOS. Wftton W OxtaSt/). uA W*d^-i NT* 0
-..'k - -..ir.
fbjfeKk
UwA»wir> PV*- mi
La visualizzazione di
tutte le 1unzioni
messe a disposizio¬
ne tramite la corno-
STB-Viston 95
- ---- - - - - a
litazioni ed utilità che
completano il sistema
Procedendo perciò al-
Control Panel
**«•»! V. 1 1 'iCmmsMt II AVftQCllY D
03 icon 100108 '
£|B
di flickering Tale performance è realiz¬
zata per mezzo di un RAMDAC 'taglia¬
to' a 220 MHz. un valore nettamente
superiore a quello attualmente più dif¬
fuso e che si attesta a 135 MHz.
Oltre alla scheda, con la daughterboard
dell'espansione DRAM già innestata,
nella confezione sono rintracciabili i
floppy disk con i driver per Windows
95 e Windows 3.1x, quelli delle utility
di sistema e dei player MPEG di Me-
diamatics per entrambi gli ambenti
operativi grafici Compieta la dotazione
software l'utility Colorific (true Internet
color) per la calibratura dei colon sullo
schermo. Oltre ai manuali per la guida
all'uso e la gestione del Control Panel
STB-Vision 95, ciò che più spicca nella
confezione è la versione ottimizzata
per la Velocity 3D del videogame Me-
chWarrior 2 di Activision.
Installazione e
configurazione
Il PC impiegato per la prova è stato un
Pentium a 133 MHz sul quale, prima
del test condotto sulla scheda STB. gi¬
rava una S-VGA dotata dell'S3-969 e di
4 Mbyte di VRAM.
Cosi com’è consueto, prima d’installa¬
re una nuova scheda, va settato il dri¬
ver generico in standard VGA sia in
Win 95 che sotto Win 3.1x. Solo dopo
aver eseguito questa semplice proce¬
dura potremo asportare la vecchia
scheda ed inserire quella nuova. Alla
riaccensione del computer, se si è in
ambiente Windows 95, sarà il sistema
stesso a rilevare la presenza del nuovo
hardware e, nello specifico, la presen¬
za di un adattatore PCI-VGA compatibi¬
le. Per tale adattatore verrà quindi ri¬
chiesta l'installazione dei driver relativi
alla corretta gestione di tutte le carat¬
teristiche offerte. Dai floppy a corredo
della Velocity 3D sarà possibile sce¬
gliere tra due modalità d'installazione
dei driver STB Velocity 3D "wilh STB-
Vìsion 95', che provvede all’installazio¬
ne, oltre che dei driver, anche del Con¬
trol Panel STB-Vision 95 (particolar¬
mente dedicato al controllo delle carat¬
teristiche della scheda) e STB Velocity
3D "withojt STB-Vision 95 ", che si oc¬
cupa di installare
solo i driver di ge- _
stione.
La scelta di instal¬
lare o meno l'STB-
Vision 95 non pre¬
giudica certamen¬
te le prestazioni
velocistiche della
scheda, ma è chia¬
ro che, non instal¬
lando l'utility, si ri¬
nuncia ad una se¬
rie di controlli, faci-
• STB Vision 95 Monitoi Oplions
Selected Moniloi
[intra Electronics USACM-1403
Relresh Rate Control
Imago Centerìng
Current Resolution:
UP
|800x600
1
Left | Reset
Bight |
Relresh Rate UmlC
160.0 Hz
Qown
Press 'Esc* or select
'Reset' to canccl changes.
Le
lo
ne.
tura
di control-
a risoluzio-
e centra-
schermo
Oiolog Box Centeiing
d Windows default
f Monitor r~ Desktop
l'installazione completa si può disporre
di settaggi per le 'HotKeys' (il cambio
rapido del modo di visualizzazione me¬
diante combinazioni di tasti); dell'lcon
Toolbar, dalla quale selezionare i co¬
mandi per lo zoom, l'attivazione del de¬
sktop virtuale, la variazione della
profondità dei bitplane e della risoluzio¬
ne senza riavviare il sistema. A segui¬
re, la selezione del monitor, l'image-
centering e il presettaggio dei "multiple
desktop" con i quali ci garantiremo l'as¬
segnazione e l'attivazione rapida di una
diversa grandezza di schermo e relati¬
va profondità-colore da assegnare au¬
tomaticamente all'avvio di determinate
applicazioni.
L'installazione della Velocity 3D, da
quella fisica della scheda a quella dei
driver e delle opzioni di controllo, è tut¬
ta qui e risulta di una facilità estrema
Per ogni problema (malfunzionamenti,
performance ridotte, ecc.) è poi possi¬
bile collegarsi al sito Web di STB
|ihttp://www.stb. comi e da questo na-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
251
STB Velocily 3D
Una sequenza
VideoCD vista
dall’ActiveMo-
vie.
La schermata
d 'introduzione a
MechWarrior 2
vigere per rintracciare il capitolo dedi¬
cato ai "troubleshooting". Nel particola¬
re alla Velocity 3D è dedicata una serie
di documenti rintracciabili all'indir izzo
|http V/www. stO.com/veloc ty3d| Per
quanto concerne l'aggiornamento del
software, i driver ed il Control Panel Vi-
;ion 95 sono disponibili all’indirizzo
Mtp://www.stb.com/ttp_l| les/pci/velo-
city3d.pci/
Impressioni d'uso
La Velocity 3D supporta pienamente il
Direct 3D di Win 95 e l'Open-GL di
Win NT, è fornita del pieno supporto
della tecnologia Intel Intercast TV, dei
sistemi di videoconferenza ProShare e
dello streaming (via PCI) delle codifi-
che MPEG-2. Streaming completato
dal controllo del formato MPEG-1 che.
Una fase di Mech-
Warrior 2 con il rende¬
ring 30 operato dalla
STB Velocity 30 mai
visto niente di più flui¬
do'
senza ulteriore hardware aggiuntivo,
viene gestito attraverso funzioni d in-
terpolazione X/Y per il full screen ed il
full motion a qualsiasi risoluzione. Tut¬
to ciò si traduce in una resa ottimale
sia delle grafiche 3D, sia delle varie so¬
luzioni di flussi multimediali (on-line op¬
pure off-line) Una garanzia teorica si¬
curamente affidabile, ma che sono an¬
dato lo stesso a verificare lanciando,
nel sistema governato dalla Velocity
3D, sia il game-3D MechWarrior 2 che
vari contributi multimediali.
Posso garantirvi che mai come in que¬
sta occasione la realtà s'è rivelata su¬
periore alle aspettative. La fluidità degli
scenari in 3D e la nettezza delle forme
viste scorrere in MechWarrior 2 è
quanto di meglio si possa vedere at¬
tualmente su un personal computer.
Prestazioni notevolissime quelle nel¬
l'ambito del 3D che, oltre all'uso con i
videogame più evoluti (purché ottimiz¬
zati per le specifiche "STB Velocity
3D‘), spingono la scheda in questione
anche all'uso con applicazioni profes¬
sionali quali quelle deH'ambito
CAD/CAM. Per questi ultimi, dove con¬
ta raggiungere le massime prestazioni
alle risoluzioni più alte, la Velocity 3D si
dimostra essere una delle soluzioni mi¬
gliori da adottare. Addirittura la miglio¬
re se consideriamo il rapporto
prezzo/prestaziom.
Lo stesso si può affermare a riguardo
della riproduzione di file multimediali. I
filmati AVI ed i file MPEG (comprese
quindi le sequenze dat-VideoCD) da
noi utilizzati nella prova si sono ripro¬
dotti in schermo prendendo grande
giovamento dalle caratteristiche della
scheda. In particolare, la riproduzione
dei file MPEG e VideoCD è quella che
ci ha sorpreso di più. Senza alcun
hardware aggiuntivo, ma solo grazie ai
controlli imposti dal chip-custom STB e
l'uso intensivo delle estensioni Direct-
X, la riproduzione dei file in questione
si svolge in maniera sufficientemente
fluida. Pienamente garantito il full mo¬
tion (cosa questa rilevabile attraverso i
'settings' dell’ActiveMovie che compu¬
tano continuamente nessuna perdita di
frante) ed ottimo il full screen dove
l'interpolazione fatta dal chip STB si è
rivelata persino superiore a quella di
una (vecchia) scheda MPEG-decoder
precedentemente utilizzata sul sistema
di prova.
Altro plus, stavolta aggiunto dall'impor¬
tatore, è la copertura della piena fun¬
zionalità della scheda garantita per ben
dieci anni.
MS
252
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
con waitec 2026
leggi, scrivi,
cancelli, riscrivi,
WAITEC
ma allora è facile
come un floppy?
W WAITEC
TARTEC
tutta la potenza dell'informatica
Cav nA/ÀA/.19?fln - u u li unì rof/arfor
I
1
•>
a cura di Corrado Giustozzi
Windows 95
e il disco di ripristino
Il disco di ripristino è quel particolare floppy, preparabile da Windows 95, che
dovrebbe venirci in aiuto quando il nostro hard disk fa i capricci o quando il sistema
operativo non ne vuole sapere di partire correttamente. Purtroppo non è sempre così:
alle volte infatti il fantomatico “dischetto di soccorso”, seppur reale, non sempre si
rivela un valido aiuto per la soluzione del nostro problema. A meno che...
di Rino Nicolra
Alle volte accade che sul nostro com¬
puter alcune cose non vadano come do¬
vrebbero: applicazioni che non partono,
messaggi di errore da parte del sistema
operativo, e altre piacevolezze del gene¬
re. Spesso per risolvere il problema
dobbiamo rieseguire l'installazione del-
l'applicazione che non funziona, oppure,
in ultima ipotesi, rieseguire il setup del¬
lo stesso sistema operativo, Fin qui po¬
co male, tutto sommato. D'altronde chi
ha a che fare con i computer sa perfet¬
tamente che prima o poi questa even¬
tualità si presenta. Chi invece non si è
mai trovato in situazioni del genere o è
"maledettamente' fortunato, o fa del
suo calcolatore un uso talmente essen¬
ziale che difficilmente correrà i tipici ri¬
schi che corriamo noi smanettoni.
La situazione però dalla quale non si
sa come uscire è quella che vede il no¬
stro computer rilevare seri problemi du¬
rante la fase di avvio, con conseguenti
messaggi di errore e blocco del siste¬
ma. Che fare? Windows 95 non ne vuo¬
le sapere di partire, e nonostante i vari
tentativi di partenza in modalità provvi¬
soria non succede nulla. Non resta altro
che avviare con il disco di ripristino e
rieseguire il setup di Windows diretta-
mente dal CD-ROM. Ma...
La sorpresa
Ecco che abbiamo appena avviato la
macchina utilizzando il disco di ripristino
creato durante la prima installazione del
sistema operativo {l’avete creato, vero?
Se non l'avete fatto, correte subito a
farlo ora!). Ci troviamo dunque sulla
classica schermata del vecchio DOS
nella posizione A:\>, corrispondente ap¬
punto al bootstrap da dischetto: inseria¬
mo il CD di Windows 95 nel lettore e di¬
gitiamo D: per posizionarci sull'unità
CD-ROM (o l'eventuale altra lettera rife¬
rita al drive) e... sorpresa! Il sistema ci
risponde con il messaggio 'Comando o
nome file non valido’. Ma come?.. Non
è possibile accedere al CD-ROM! E per¬
ché? Semplice: nei due file "speciali''
AUTOEXEC.BAT e CONFIG.SYS pre¬
senti sul disco di ripristino mancano i ri¬
ferimenti ai driver software necessari
alla rilevazione della periferica interessa¬
ta ed al suo funzionamento.
Risolvere il problema in una situazio¬
ne del genere non è affatto semplice,
soprattutto per chi non e molto pratico
di comandi DOS. Infatti per tentare di ri¬
solvere la questione è necessario inter¬
venire con un editor o con un word pro¬
cessor sui file AUTOEXEC.BAT e CON¬
FIG.SYS del floppy di avvio, andando ad
inserire i comandi necessari, natural¬
mente dopo aver individuato sull’hard
disk la posizione dell'applicazione MSC-
DEX.EXE indispensabile al funziona¬
mento del lettore CD-ROM, e del driver
di quest'ultimo.
Lasciamo stare per il momento que¬
sta operazione, afferrerete il modo di
come intervenire se seguirete con at¬
tenzione quanto faremo di seguito
Il consiglio
Naturalmente, come è facile prevede¬
re, il consiglio fondamentale e quello di
creare subito un disco di ripristino ed
apportarvi immediatamente le modifi¬
che necessarie, che vedremo tra un at¬
timo. In questo modo, nel malaugurato
caso di problemi seri, non vi ritroverete
nella spiacevole situazione appena de¬
scritta.
La procedura
Vediamo dunque come costruirci un
dischetto dal quale si possa realmente
far ripartire il sistema danneggiato La
254
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
r> Ert
procedura da seguire è inizialmente
quella prevista dallo stesso sistema
operativo.
Entrate nel pannello di controllo e
cliccate sull'icona "Installazione applica¬
zioni", vi sarà proposta una scheda con
tre linguette di selezione (fig 1) Gio¬
cate sulla linguetta "Disco di ripristino"
e visualizzerete la scheda riportata in fi¬
gura 2 Cliccate su "Crea disco" e se¬
guite le istruzione del sistema: esso vi
chiederà l'inserimento del CD-ROM di
Windows 95 e successivamente quello
di un floppy vuoto per la creazione del
disco di ripristino. Fin qui la procedura
standard.
Conclusa questa fase chiudete tutte
le finestre aperte e procedete come
segue Dal comando "Trova" del menu
avvio di Windows eseguite la ricerca
del file mscdex.exe individuata la sua
posizione (normalmente il percorso è
c:\windows\command\mscdex.exe)
eseguitene una copia trasferendola sul
floppy Per far ciò è sufficiente clicca¬
re sul nome del file con il tasto destro
del mouse; poi, dal menu a tendina
che si apre, scegliere il comando "Invia
a": ed infine dal menu successivo sele¬
zionare la riga "Floppy da 3,5 Pollici
(A)" Il sistema automaticamente tra¬
sferirà sul floppy disk una copia del file
selezionato.
Altrettanto si deve fare con il driver
del lettore CD-ROM. Questo general¬
mente non è tra i file a corredo di Win¬
dows 95 ma vi è stato fornito dal riven¬
ditore assieme al
CD-ROM stesso
Se dunque non
sapete come rico¬
noscerlo sul vo¬
stro hard disk,
prelevatelo diret¬
tamente dal
floppy d'installa¬
zione del CD¬
ROM che avete
avuto a corredo al
momento dell'ac¬
quisto del compu¬
ter o del lettore se acquistato successi¬
vamente In questo caso estraete il di¬
sco di ripristino, inserite il floppy relati¬
vo al CD-ROM e rintracciate al suo in¬
terno il file con estensione SYS che
rappresenta il driver che ci interessa.
Copiatelo sul desktop di Windows tra-
J
sanandolo fuori dal di¬
schetto con il mouse.
Reinserite il disco di ri¬
pristino e trasferite su
di esso una copia del
file appena prelevato
dal floppy del CD¬
ROM.
A questo punto ab¬
biamo tutti i file necessari; ora dobbia¬
mo eseguire due piccole modiche ai fi¬
le AUTOEXEC.BAT e CONFIG SYS pre¬
senti sul disco di ripristino.
Due righe da
aggiungere
Per eseguire le modifiche che ci inte¬
ressano è necessario utilizzare un qual¬
siasi word processor Per comodità e
velocità di esecuzione, ma soprattutto
perché è "di serie" in Windows 95, uti¬
lizzeremo il programma WordPad, pre¬
sente tra gli accessori di Windows
Una volta lanciato WordPad eseguia¬
mo l'apertura del file AUTOEXEC.BAT
presente in "A:", visualizzeremo una
schermata del tutto simile a quella pre¬
sente in figura 4. Ora aggiungiamo la ri¬
ga A:\MSCDEX.EXE /D:MSCDOOO co¬
me in figura 5. A questo punto salvia¬
mo le modifiche e AUTOEXEC.BAT è
pronto per essere eseguito come serve
a noi.
Una cosa analoga dobbiamo fare sul
file CONFIG.SYS. Sempre con Word-
Pad apriamo il CONFIG.SYS presente
in "A ", visualizzeremo una schermata
come in figura 6. Aggiungiamo la riga
DEVICE = A:\GSCDROM.SYS
/D:MSCD000 (fig. 7) dove GSC-
DROM.SYS sta per il file relativo al dri¬
ver del lettore CD-ROM (nell'esempio è
riportato il driver del CD-ROM presente
sul computer utilizzato per scrivere
questo articolo). Anche in questo caso,
appena salvate le modifiche, il CON¬
FIG.SYS sarà pronto per "funzionare"
nel modo a noi utile.
Figura 2 ■ Prima di cuc¬
care sul comando
"Crea disco è neces¬
sario avere a portala di
mano il CD-ROM di
Windows 95 e il nuovo
floppy disk che il siste¬
ma utilme'à per la
creazione del disco di
ripristino.
Sara la procedura auto¬
matica a richiedere,
quando sarò il momen¬
to. l'inserimento del
floppy
Figura I - Per la
creazione del di¬
sco di ripristino a
deve accedere
dal pannello di
controllo al pro¬
gramma "Installa¬
zione applicazio¬
ni".
MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997
255
9 Tfova. File di nome mtcdex.exe
Eie Modica Vnuatea Qoaon 2
Nome e percolo | Dai* | Avallale |
tjome |roicde« exe
Cecca jn: 113
"71
7] SlQflla
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Figura 3 - Per copiare
direttamente sul floppy
un qualsiasi file presen¬
te sull'hard disk esiste
un comando specifico .
per trovarlo basta clic-
care con il tasto destro
del mouse direttamen¬
te sull'icona del file.
La prova
Finito tutto? Eh no! Prima di riporre il
disco di ripristino in un posto sicuro, da
dove prenderlo in caso di bisogno, è
opportuno verificare che esso funzioni
come ci aspettiamo. Altrimenti quando
ne avremo davvero necessità..
Arrestate dunque il sistema e riavvia¬
telo utilizzando il disco di ripristino.
Conclusa la fase di avvio, appena vi tro¬
verete nella posizione A:\>, digitate D:
e premete invio. Se nessun messaggio
di errore appare e si visualizza la riga
D:\> allora tutto funziona. Il lettore CD¬
ROM è stato rilevato ed un'eventuale
reinstallazione del sistema operativo da
CD è possibile. A questo punto proteg¬
gete contro ta scrittura il floppy appena
creato (utilizzando l'apposito nottolino
scorrevole nella finestrella apposita¬
mente prevista), scriveteci sopra a
chiare lettere "Disco di ripristino" e ri¬
ponetelo in un luogo sicuro.
Un piccolo passo
indietro
Ed ora che abbiamo l'anima più tran¬
quilla ritorniamo un momento al caso
ipotizzato all'inizio dell'articolo; compu¬
ter con seri problemi di avvio e disco di
ripristino che non 'vede' il CD-ROM.
L'operazione eseguita con Windows 95
attivo è possibile eseguirla anche in ca¬
so di emergenza utilizzando i vecchi co¬
mandi DOS e l'applicazione edit.com
che Windows stesso trasferisce sul di¬
sco di ripristino
Con il comando "copy', eseguibile dal
disco di ripristino, potete copiare il file
MSCDEX EXE dalla directory di residen¬
za (c:\windows\command\mscdex.
exe) sul floppy Rimosso il disco di ripri¬
stino ed inserito il floppy relativo al CD¬
ROM, sempre con il comando "copy"
potete copiare il driver del CD sull'hard
disk e poi eseguire l'operazione inversa
per trasferirlo sul disco di ripristino. Ef¬
fettuate queste tre operazioni potete
lanciare l'applicazione edit.com presen¬
te sul floppy ed eseguire le modifiche
sui file AUTOEXEC.BAT e CONFIG
SYS, esattamente come abbiamo già vi¬
sto.
Naturalmente tutto ciò è estrema-
mente semplice se conoscete i coman¬
di DOS e sapete utilizzare il suo editor
Purtroppo sono sempre di più gli utiliz¬
zatori di computer che se la cavano be¬
ne con Windows 95 ma non sanno as¬
solutamente come muoversi in DOS
Perciò se non conoscete abbastanza il
'vecchio* sistema operativo lasciate
perdere e chiedete l'aiuto di un amico
un po' più esperto.
■arra»
nuiaioiaiHi I IBI- i
«T UKWM-CiMBTOt
•oa* <06 cp (rapala*) USO» adepti
■oda eoa cp a*tac«*«SO
*• 1* »i,, kaitioacd. apa
olitisi »1 l'^M^I
LilUl
Catara || ,1
Figure 4 e 5 - Per ren¬
dere possibile il funzio¬
namento del lettore
CD-ROM con il disco di
ripristino è necessario
modificare il file AU-
fOFXtC BAT presente
sul dischetto, aggiun¬
gendo una specifica ri¬
ga di comando .
BIT aLA*TM**210 III PI M
SCI U*X»3l-<:i\»ÙCTC
■*<»• COI» c» prapaia* i iS90> aga.cp»
•M» eoa ep NlicflU
■ai* u,.»ai»oaio.ara
• •\ncMrx.rn /Bimctooo
J]
r*i
«h»Va4
*; - *u
256
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Figure 6 e 7 ■ Come
nell AUTOEXEC BAT
anche nel file CON¬
FIG SYS presente sul
disco 0 : npnstiro è ne¬
cessario effettuare una
piccola modifica, ag¬
giungendo una riga di
comando, per attivare
il funzionamento del
lettore di CD-ROM
= 2 =
Oavicfiuapiay.ayi t
e* «a 1 1 r-O» •, •M. e» r r < • r»
aavic.-ci\»na«n'ca4jj:o...«
tivicr-aiiera aT«
'iraxuayiay. ara con* (a««., I)
ca»mi f*0>»t0. country. ir*
arrlra-C-', «OR-»»ca«:>:e.a*a /*,
Dcviccaiua.sia
sr»JC*-ai\fiac»»c«i.aTi /s.k»:k>oc
*( - •»
Qualche altro consiglio
Se il vostro hard disk è sufficiente-
mente grande e l'impegno di circa 50
MByte non rappresenta un grande pro¬
blema. vi consiglio di copiare sul vostro
disco fisso l'intera directory Win95 pre¬
sente sul CD-ROM di Windows 95.
Questo non solo vi consentirà di ese¬
guire veloci reinstallazioni del sistema
operativo direttamente da "C:" (quindi
senza problemi di CD-ROM), ma vi ren¬
derà piu semplice e veloce l'acquisizio-
ne di tutti i dispositivi (driver, accessori,
utilità di sistema, ecc.) che spesso sono
necessari e che altrimenti richiedereb¬
bero ogni volta l’inserimento del CD¬
ROM di Windows Non che sia una
gran fatica inserire all'occorrenza il CD,
ma l'avere tutto subito a portata di
mouse non è una utilità da trascurare,
soprattutto nel caso di PC portatili, ma¬
gari fuori ufficio e con il CD-ROM del si¬
stema operativo nel cassetto della scri¬
vania. Inoltre, se almeno una volta si è
eseguito il setup di Windows diretta-
mente dal disco rigido, ogni ricerca di
driver o dispositivo necessario sarà ef¬
fettuata in automatico senza richieste di
inserimento di CD-ROM.
Un altro consiglio che può rivelarsi
utile è quello di aggiungere nei file AU¬
TOEXEC.BAT e CONFIG.SYS presenti
sull'hard disk le stesse righe che abbia¬
mo previsto sul disco di ripristino. Natu¬
ralmente il percorso da inserire sarà di¬
verso (CAecceteral e deve rispettare l'e¬
satta collocazione dei file interessati.
Questo può ritornare utile nell'eventua¬
lità riavviaste il computer in modalità
DOS, infatti se queste righe non fosse¬
ro già presenti non sarebbe possibile
utilizzare il CD-ROM.
Un ultimo consiglio. Se avete acqui¬
stato un computer nuovo, oltre al siste¬
ma operativo già installato vi hanno for¬
nito anche il CD-ROM originale di Win¬
dows 95. Alle volte, però, succede che
il numero di serie del sistema operativo
installato non coincida con quello del
CD-ROM a corredo Questo può acca¬
dere perché l'assemblatore, durante la
fase di preparazione della macchina, po¬
trebbe avere utilizzato il proprio CD¬
ROM di servizio (procedura non proprio
corretta ma, nella fretta...) che natural¬
mente ha un numero di serie diverso da
quello che vi è stato consegnato Que¬
sta apparentemente trascurabile infor¬
mazione si rivela tuttavia indispensabile
nel momento m cui andate ad eseguire
una remstallazione del sistema operati¬
vo Infatti durante una delle prime fasi
dell'installazione viene richiesto il nu¬
mero di sene del prodotto e. sorpresa, il
sistema potrebbe rifiutare quello che
avete digitato dopo averlo letto sulla do¬
cumentazione a corredo del CD Que¬
sto accade perché il sistema operativo
ha in memoria il numero di serie del
prodotto già installato e non quello del
CD-ROM che vi è stato consegnato.
Quindi è necessario, preventivamente,
rilevare il numero di serie del sistema
installato e trascriverlo su un'etichetta
che applicherete sulla documentazione
del CD-ROM di Windows 95 e che uti¬
lizzerete all'occorrenza.
Per rilevare il numero di serie del pro¬
dotto installato cliccate con il tasto de¬
stro del mouse sull icona 'Risorse del
Computer' presente sul desktop e poi
cliccate su "Proprietà". Visualizzerete
una finestra dove è ben visibile il nume¬
ro di serie che dovete trascrivere e con¬
servare.
Tutto questo, naturalmente, si rende
necessario fino a quando eseguirete
reinsiallazioni del sistema operativo su
se stesso. Alla prima installazione totale
con partenza dal disco rigido formattato
di fresco, il numero di serie registrato
sull’hard disk diventerà quello del CD¬
ROM d'installazione, quindi il numero
da utilizzare per eventuali successive
reinstallaziom sarà quello riportato sulla
documentazione originale.
Conclusione
Vi ricordate il detto 'Prevenire è me¬
glio che curare'? Bene, quanto abbiamo
visto in questa occasione ha proprio
questa utilità: un disco di ripristino effi¬
cace, la directory Win95 presente diret¬
tamente sul disco rigido, la conoscenza
esatta del numero di serie del sistema
operativo installato sul nostro compu¬
ter, rappresentano senz'altro una effica¬
ce azione di prevenzione nel caso in cui,
a causa di gravi difetti, si rendesse ne¬
cessaria la reinstallazione del sistema
operativo.
Avere a disposizione gli strumenti
giusti, precedentemente preparati, che
ci consentono di procedere in modo lo¬
gico. non significa avere risolto di colpo
ogni problema, ma sicuramente aiuta
«e
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
257
La Macchina del Tempo
In attesa che qualche scienziato di genio ci proponga un sistema per
viaggiare effettivamente nel tempo e visitare la Roma Imperiale dal
vivo, possiamo accontentarci di effettuare una visita virtuale e vedere
la capitale del mondo (beh, almeno allora...) com’era: coloratissima.
di Dino Joris
l'effetto della colorazione se essa fosse
effettivamente applicata con azioni di
restauro: non so quale potrebbe essere
l'effetto sul pubblico, ma sono pronto a
scommettere che il Ministro dei Beni
Culturali sarebbe costretto a dimissioni
irrevocabili (e con lui il sovrintendente
alle Belle Arti) per le reazioni indignate
(strumentali, probabilmente) dei mass
media.
Mi chiedo cosa sia accaduto a Creta e
nella madrepatria Grecia quando fu ef¬
fettuato il restauro del palazzo di Minos¬
se (nei vivacissimi colon originali, ap¬
punto: applausi o fischi?)
Quest'operazione di restauro virtua¬
le (che lascia gli originali come sono)
merita applausi, destinati sia agli au-
Gli appassionati Pel genere Star-Trek
probabilmente adorano l'idea di una
macchina del tempo e la considerano
davvero futuribile. Per quanto mi riguar¬
da, tendo a non escludere alcuna possi¬
bilità, pur ritenendo più probabile che il
nostro futuro ci riservi delle macchine di
realtà virtuale che potranno farci crede¬
re di essere davvero nella Roma Impe¬
riale lo in qualunque altro momento/luo¬
go del passatoi, dandoci tutte le neces¬
sarie percezioni sensoriali e consenten¬
doci un controllo di movimento e sensa¬
zioni tale da farci confondere la realtà
vera con quella virtuale. Poi qualcuno
potrà forse scambiare le due realtà e...
Ma non lasciamoci trascinare troppo
dalla fantasia, forse è meglio semplice-
mente farsela stimolare con un piccolo
viaggio virtuale nella
Roma Imperiale. Inizia¬
mo il viaggio insieme?
Roma Duemila
Anni Fa
L'attribuzione del colo¬
re alle costruzioni ro¬
mane in un ambiente
virtuale è un'operazio¬
ne certamente inno¬
cua: nessuno si ecci¬
terà troppo nel vedere
dei colori decisi quali
rosso e blu decorare
vari elementi architet¬
tonici del Colosseo, ad
esempio
Certo diverso sarebbe
258
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
(“ Pl-v^ lL^ -LÙL IJuLliLlb-Lt,dicali )
HISTORI-X
myroMA
HISTOHIA
fe ^ClLRRE MACKDOMCHl: I: CONQUISTA Dt.l.l A GRECIA
LA CIVILTÀ’ ROMANA
J04 » I
|NS|.»
Invi l i Cl h-KKI' Il NU HI- VU>. 1,1 KRKK CIVIIjl
È
11 l ini \ •
i un M «MIO
I I>MU M«»
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ri MI V
:i> im \.i
l.l I HMI
'IVI IWIMI III
I I «INI* l>l I
III I I \ i.Mll IV
tori, sia all'architetto Italo Gismondi,
maggiore riferimento degli autori. Que¬
sti ha prodotto, un buon numero di de-
Roma
Duemila Anni Fa
Produttore:
SACIS e Editalla Multimedia
Distributore:
SACIS - Via Teulada 66 - 00196 Roma
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Windows 95 e Macintosh
Requisiti multimediali:
Windows 95: Pentium 75 con 16 MB di RAM.
lettore CD 4x. colori a 64 K
Macntosh Power Mac 66 con 16 MB di RAM.
lettore CD 4x, System 7 5 e migliaia di colo'i
cenni or sono, un imponente plastico
della Roma Costantiniana, visibile nel
Museo della Civiltà Romana di Roma.
Sono certo che Gismondi sia riuscito, in
virtù delle sue conoscenze, ad esercita¬
re la fantasia per piegarla alla necessità
di camminare per le strade della Roma
antica, per entrare nei palazzi e nei tem¬
pli, per vedere gli spettacoli nei circhi,
forse anche per intrattenersi in piacevo¬
le conversazione (anchessa ovviamen¬
te immaginaria) con la gente.
Con Roma Duemila Anni Fa non sare¬
mo tutti in grado di fare i viaggi fantasti¬
ci del nostro, ma avremo tutti l'opportu¬
nità di vedere senza alcuno sforzo Ro¬
ma com'era, muovendoci nelle strade
tra monumenti e palazzi (vivacemente
colorati), visitandoli anche dall'interno,
eccetera.
Dovremo certo continuare ad esercitare
la fantasia per im¬
maginare la gente
per le strade, le
piazze, i circhi e le
case, per "ascolta¬
re" le voci ed i ru¬
mori della città, per
percepirne gli odori
(ma il fatto di non
percepire questi ul¬
timi è forse di van¬
taggio, visto che al¬
meno nei quartieri
popolari i rifiuti or¬
ganici prodotti nei
piani alti erano, not¬
tetempo, lanciati
dalle finestre per
strada!).
E ora però di offrirvi
una descrizione or¬
ganica di questo
prodotto multimediale, che sfrutta la
tecnologia QuickTime VR per la rappre¬
sentazione tridimensionale degli oggetti
in realtà virtuale.
L'apertura presenta una veduta dall'alto
della Roma d'epoca, con possibilità di
sorvolare la città a volo d'uccello e sce¬
gliere l'area di "atterraggio" (si sceglie
tra Forum, Palatium, Campus Martius e
Insula Tiberina). Si visitano poi i vari siti
d'interesse di ogni area, girando con
una buona dose di libertà sia intorno ad
essi sia al loro interno. I controlli per¬
mettono di ruotare le immagini a 360
gradi, di ingrandirle, di cambiare l'eleva¬
zione, simulando l'osservazione dal ve¬
ro.
Cosi come accade con le visite reali, na¬
sce il desiderio di sapere qualcosa di
più su ciò che si sta vedendo. Il lettore
può cercare di soddisfare questo desi-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
259
( Plv ^LLl Udu Lll^dLull)
ARTE
CASA E FAMIGLIA
ABBIGLIAMENTO
AMBIENTI DOMESTICI
AMULETO
ARRLDAMLNTO DELLA DOMI S
ATTUO
BACINO PER AtVt A PIOVANA
BARRAECAPFJ.il
CASA E FAMIGLIA
CASA SKiNORILh
ESEDRA
FAMIGLIA
FOGNATURE
FONTANA
FUNERALE
GIARDINI
GUAIO INFANTILI
ILLUMINAZIONE
INGRESSO
LETTO
ARS ROMANA
INDI
I VKI > «I
derio cliccando sulle icone delle aree
culturali, Historia, Architectura e Vita,
che sono sempre accessibili.
Attivando queste aree e le schede dedi¬
cate ai vari aspetti culturali e storici del¬
la Roma antica, il lettore si rende subito
conto che gli auto¬
ri hanno forte¬
mente privilegiato
le attività di rico¬
struzione virtuale
degli ambienti,
piuttosto che la
narrazione verba¬
le.
Le schede che si
attivano sui fatti
storici o sugli
scorci di vita della
Roma antica, in¬
fatti. sono piutto¬
sto brevi. Da un
certo punto di vi¬
sta è una fortuna,
visto che la loro
lettura non è age¬
volissima (inevita¬
bilmente, a parer
mio, è stato privilegiato l'aspetto grafico
piuttosto che quello della facilità di let¬
tura).
Tuttavia i lodevoli sforzi profusi dagli au¬
tori per curare quest'opera (quattro an¬
ni, a quanto dichiarano) dal punto di vi¬
sta della ricostruzione in realtà virtuale
hanno dato dei risultati notevoli che
compensano ampiamente la scarsità
d'informazioni
storiche.
Cosi come siamo
abituati a vederci
offrire delle "edi¬
zioni rivedute e
corrette" di libri
tradizionali, assi¬
steremo alla pro¬
duzione d'edizioni
rivedute e corret¬
te di "libri multi¬
mediali", anche
in virtù della con¬
tinua evoluzione
delle tecnologie
Quando gli autori
"metteranno ma¬
no” alle revisioni
e correzioni, cer¬
tamente faranno
un servizio ai let¬
tori se amplieran¬
no i lesti per offri¬
re una maggiore profondità di informa¬
zioni (rendendo quest’opera anche utile
agli studenti medi, ad esempio?).
Nel fare questo potranno forse trovare il
modo per rendere piu agevole la lettura
e magari consentire la copiatura dei te¬
sti. Nel fare questo non dimentichino di
dare un'occhiata agli accenti, che spes¬
so (problema invero marginale) presen¬
tano "l'inclinazione sbagliala"
Ma non saranno gli accenti sbagliati a
trattenermi dal complimentare gli auto¬
ri: l'opera risulta nel complesso grade¬
vole e interessante.
260
MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997
( LJnLLLlii_u_^(iLcali )
L'educazione superiore
Fisica Interattiva
Zanichelli Editore S p A Fax 051/243437
Le opere di tipo educativo che sono
state sino ad oggi recensite in questa
rubrica possono essere suddivise in
due categorie linguistiche e educative
per bambini (queste ultime prevalente¬
mente dedicate alla matematica).
Attendevo da tempo un prodotto
educativo diverso, di livello superiore
(in senso scolastico, ma non solo) e
sono stato accontentato. Ma solo par¬
zialmente, perché Fisica Interattiva non
è ancora un prodotto educativo finito e
compiuto, ma un prodotto dimostrativo
che contiene solo poche delle molte le¬
zioni multimediali che la versione defini¬
tiva conterrà, per trattare tutti gli argo¬
menti di fisica previsti nelle scuole su¬
periori.
Fìsica Interattiva trae le sue origini da
un'opera per i licei di Enrico Fermi, rivi¬
sta da Edoardo e
Ginestra Arnaldi (i
meno giovani ri¬
corderanno che
nei licei TArnaldi"
è stato per lungo
tempo sinonimo di
libro di testo di fi¬
sica) ed infine ri¬
scritta da Ugo
Arnaldi.
Con una tradi¬
zione di tale peso
da rispettare, la
creazione di una
versione interatti¬
va di questo corso
di fisica non pote¬
va non essere af¬
frontata con gran¬
de serietà: menta
il tipo di approccio
della Zanichelli,
che ha messo a
disposizione degli
addetti al lavori (in¬
segnanti. studenti
e redazioni dei
giornali), con una
presentazione in
un liceo di Roma e
altre iniziative que¬
sto prodotto dimo¬
strativo, chieden¬
do la loro collabo-
razione per mette¬
re a punto l'edizio¬
ne definitiva. Que-
UOO *MAib
FISICA
INTERATTIVA
ZANICtlHU
sta collaborazione si concre¬
tizza con il riempimento di un questio¬
nario, presente sul CD-ROM, da parte
degli insegnanti.
Una volta raccolti i commenti e sug¬
gerimenti della base, gli autori (non ba¬
stano le competenze di Arnaldi, occor¬
rono anche le competenze informatiche
multimediali) potranno proporre una
versione definitiva del libro di testo
Gnenolko-D mele titoli» oaiferae
istante
multimediale.
L'opera si avvale dei classici stru¬
menti: animazioni, filmati, suono, per fa¬
cilitare con esempi la comprensione di
concetti che possono risultare altrimen¬
ti ostici ai più.
Nella presentazione, Ugo Arnaldi
chiarisce che l’opera non si vuole pro¬
porre come alternativa ai libri tradizio¬
nali ma come strumento parallelo. Non
si può non essere d'accordo sul fatto
che per il momento è improponibile
pensare ai CD-ROM come unico stru¬
mento didattico. Ma questo probabil¬
mente solo per il fatto che il personal
computer non è ancora in tutte le case
e in tutte le scuole. Ma quando lo sarà,
avrà ancora senso stampare libri?
E voi cosa ne pensate? Se siete degli
addetti ai lavori (insegnanti di fisica) po¬
si (peti « circonferenza perenni Ha un
punta loro direttamente propornoaM il
Invi Impalati ■ percorrerli: pulito e
i uè noto circolare unllorm.
Àidimo
Sitimi di riferimento
Leon» e letto in giù
Il ili lene di riferimento lerrettre
In quale lineine di riferimeeto?
la velocità le diversi sistemi di riferimento
lo rodalo dei gruei in diversi sistemi di riferimento
treste probabilmente offrire il vostro
contributo rispondendo alle domande
del questionario incluso in questo pro¬
dotto dimostrativo (di cui potrete otte¬
nere una copia gratuita dalla Zanichelli,
inoltrando una richiesta tramite la vostra
scuola, al numero di fax 051/243437).
261
Giocattoli e giocattolai
Un'azienda affermata nel mondo dei giocattoli, che ha già una struttura di distri¬
buzione e quindi un mercato aperto non può ignorare il mondo della multimedialità.
Dopo Ravensburger e Mattel, ecco che anche l'industria italiana Clementoni si con¬
quista i suoi spazi nel settore.
Per fare questo ha provveduto alla localizzazione di un paio di titoli, quali "L'in¬
glese con Hickory e Monker" e "Teo, Leo & Manda", che sono programmi di ap¬
prendimento linguistico prodotti all'estero, ma per il resto ha fatto ricorso ai talenti
multimediali italiani. I risultati sono piu che buoni, tanto da farmi preferire le produ¬
zioni locali a quelle estere.
Tommy & Oscar
Il Fantasma del Teatro
Produttore:
Clementoni S.p.A
Distributore:
Leader Distnbu7ione SpA- Via Adua 22-2 ' 045
Gazzate Schianno IVAI Tel : 0332/874111 - Fax.
0332/870890
Prezzo: Ut. 99.900
Fascia d'età .
5-12 anni
Ambiente:
Windows
Requisiti multimediali:
standard
includono anche il "ka¬
raoke" sulla base di un
semplice brano natalizio: un
gioco di memoria che pre¬
vede l'accoppiamento di fi¬
gure nascoste: un labirinto
ed altri ancora.
Tommy & Oscar
Il Fantasma del Teatro
Questo è un prodotto di punta che
offre un cartone animato della durata
di oltre 60 minuti (basato su oltre
30.000 disegni), che può essere ese¬
guito sia in modo passivo che in mo¬
dalità interattiva. La qualità dei dise¬
gni animati e la fluidità delle anima¬
zioni sono di ottimo livello, a confer¬
ma del fatto che Bruno Bozzetto
non è più il solo in Italia a saper
fare delle buone animazioni
Inoltre, questo prodotto offre
una buona gamma di giochi e
un simpatico accessorio che si
appoggia sulla tastiera del com¬
puter trasformandola cosi in una
tastiera strumentale di tipo pia¬
nistico, con la quale il bambino
può eseguire i suoi brani musi¬
cali. Come le immagini suggeri¬
scono, i giochi sono diversi ed
262
/.Ju^LLli-^udLcair)
re dei confini precisi
curezza cosa sia
più educativo che
ludico, o viceversa.
Quello che mi sem¬
bra certo è che se
un gioco è diver¬
tente e stimolante,
se contiene quiz
matematici, gram¬
matici e sintattici,
se si presenta con
una grafica piace¬
vole e se funziona
bene senza biso¬
gno di requisiti
multimediali diversi
da quelli standard,
allora la sua cate-
gorizzazione passa
in secondo piano.
e decidere con si-
Questo gioco prevede come sco¬
po ultimo la liberazione di Sapy il gio¬
cattolaio, imprigionato da un malva¬
gio pupazzo. Ecco che il bambino ini¬
zia il gioco sapendo che esso ha uno
scopo preciso e che le risposte agli
indovinelli e l’elaborazione di strate¬
gie di gioco porterà infine ad un risul¬
tato utile.
Pinguinia - Il Regno
dei Giocattoli
Il gioco per i bam¬
bini è sempre e co¬
munque apprendi¬
mento. Alla Clemen-
toni collocano questo
prodotto a metà tra il
videogame ed il pro¬
dotto "ludeducativo"
(qualche tempo fa
avevo proposto "edu-
mento - al posto del
neologismo inglese
edutainment e nessu¬
no mi ha preso sul
serio, adesso ci ripro¬
vo con "ludeducazio-
ne”...).
Non è facile stabili-
Produttore:
Clomontoni S.p.A.
Distributore:
Leader Distnbuzione S pA Via Adua, 22 - 21045
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Fascia d'età:
6-12 anni
Ambiente:
Windows e Macintosh
Requisiti multimediali:
standard
Pinguinia
II Regno dei Giocattoli
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
263
C PL-e. d^lì.1
ai Romani, agli Egizi
ed ai Cinesi ai tem¬
pi di Marco Polo ol¬
tre che a personag¬
gi come Leonardo
da Vinci, Galileo Ga¬
lilei e i fratelli Lu¬
miere,
Con l'occasione
segnalo anche altri
prodotti Clemento-
ni attualmente in
catalogo: Il Quader-
Produttore:
Clementom S p A
Distributore:
Leader Disiribuzione S p A - Via Adua, 22 - 21045
Gazzate Sdiranno IVA) - Tel 0332/824111 - Fax
0332/870890
Prezzo: Lit 99.900
Fascia d'età:
6-12 anni
Requisiti multimediali:
standard
Sapientino e
la Macchina del Tempo
Prodotto ludico/educativo che con¬
sente l'apprendimento di nozioni di sto¬
ria. scienze naturali e matematica, attra¬
verso la soluzione di problemi e rispo¬
ste a quesiti, con riferimenti ai Primitivi,
no Magico, World
Wolf, Teo, Leo &
Manda, Sapientino e
il Tesoro dell'Isola
dei Giochi, che sono
tutti per Windows e
Macintosh, L'ingle¬
se con Hickory e
Monker è invece so¬
lo per Windows.
Tutti i prodotti so¬
no di buon livello,
ma mi sembra utile
segnalare che L'in¬
glese con Hickory e
Monker è un prodotto
"localizzato", origina¬
riamente destinato
all'apprendimento dei
primi rudimenti lingui¬
stici per bambini di ma¬
dre lingua, quindi è
adatto a bambini che
abbiano già almeno una
certa "predisposizione
naturale" per la lingua
inglese.
Sapientino e la Macchina
del Tempo
264
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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SIS
756
Pentium 133
260
Pentium 166
468
Pentium 200
576
Pentium 166 MMX
599
Pentium 200 MMX
1.086
Pentium Pro 200
1.196
Memoi le RAM
□ □
SIMM 8 Mbyte
74
SIMM 16 Mbyte
145
| SIMM 32 Mbyte
279
DeskJet
Deekjet
Bubblejet
UT
HP
Canon
Canon
400c
690c
240c
150c
274
466
289
287
Deekjet
Deakjet
Deekjet
Laaer
Bpson
Epson
Epson
OKI
400
600
800
Win4
492
599
829
499
Memorie di Mas?a
HO!
1.3 Gbyte E IDE Pujitso
324
1.7 Gbyte EIDE Fujitsu
381
2.1 Gbyte EIDE Quantum
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2.6 Gbyte EIDE Quantum
394
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Sony 16" 100 SPT -0.26 1280
794
Sony 17" 200 SX - 0.26 1280
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ModemFox 33600 est. DSVD 182
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Contr. SCSI Adsptec 2940 U 338
Contr. SCSI Adaptec 2940 tTW 461
Contr. SCSI Adaptec 3940 890
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TEORIE & TECNICHE
a cura di Andrea de Prisco
Calibriamo i colori
Avendo a che lare con riproduzioni fotografiche di immagini digitali il problema fondamentale è la ri-
produzione esatta del colore In questo articolo vedremo come è possibile ottenerla senza utilizzare i
costosi strumenti di calibrazione che solo i professionisti possono permettersi, ma ricorrendo alla più
nobile delle arti informatiche: la programmazione
di Gianluca Li Causi
Digitale è meglio!
«Finalmente!» esclamai, quando per
la prima volta ebbi tra le mani la mia
nuova scheda grafica e il programma di
fotoritocco, «Adesso potrò stampare le
mie foto esattamente come le voglio io,
vedendo il risultato sul monitor invece
di fare i soliti provini! »,
Essendo appassionato di fotografia
era ovvio che vedessi in questa poten¬
zialità tutto un nuovo mondo che mi of¬
friva fantastiche possibilità creative e
soprattutto, finalmente, il completo
controllo dei risultati,
Se vi siete cimentati, magari solo per
diletto, a stampare fotografie in bianco
e nero in camera oscura sapete cosa
vuol dire, a meno di non essere davvero
esperti, sprecare tempo e carta foto¬
Figura I - La slessa immagine di una tavola cromatica come disegnata sui monitor tal e come viene ripro¬
dotta da vari dispositivi, stampante mkiet da ZZOdpi Ibi. stampante professionale a sublimatone le), foto¬
grafia diretta del monitor Id). stampante laser professionale tei proiettore industriale per carta fotografica
Iti Le tavole da Ib) ad tf) sono state scansionate e poi manipolate In modo che sul monitor rispecchiassero
esattamente i colon delle relative stampe. E 1 evidente come ad esempio i colori intorno al blu puro sono ri¬
prodotti quasi sempre in viola
sensibile nell'arduo tentativo di trovare
la giusta esposizione, il giusto contrasto
e l'inquadratura, per non parlare del soli¬
lo pelino di polvere che capita sempre
dove dò più fastidio
Se poi avete provato la stampa a co¬
lori. o anche semplicemente vi siete
serviti di un laboratorio specializzato, al¬
lora capirete senza dubbio la mia esi¬
genza: quando mai la stampa di una dia¬
positiva è venuta esattamente identica
all'originale? Voglio dire con le stesse
densità di chiaroscuri e con le stesse
tonalità cromatiche!
E' tipico ad esempio che le ombre
vengano completamente nere o le luci
alte completamente brucate (classico
esempio le foto dei tramonti): oppure
viene introdotta una dominante cromati¬
ca che falsa più o meno pesantemente i
colori originali, specialmente se questi
sono già poco saturi.
Può il computer risolvere questi pro¬
blemi! 1
Riassumiamo brevissimamente, an¬
cora per una volta, in cosa consiste il
processo di fotoriproduzione digitale.
Partiamo dal nostro fotogramma origi¬
nale su pellicola, sia esso un negativo,
b/n o colore, o una diapositiva:
Fase 1: SCANSIONE: Dapprima la
nostra immagine deve essere analizzata
con uno strumento detto scanner che
trasmette al computer i valori di lumino¬
sità in forma numerica: in questo modo
l'immagine viene digitalizzata
Fase 2: ELABORAZIONE: Una volta
nell'hard disk del computer la foto può
essere elaborata con un adatto softwa¬
re di manipolazione e visualizzato su un
monitor ad alta risoluzione
Fase 3: RESTITUZIONE: Infine vo¬
gliamo ottenere nuovamente un'imma-
266
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
gme fotografica, su pellicola o diretta-
mente su carta, della nostra fotografia.
Detta cosi sembra semplice, ma nella
realtà se non si pone una meticolosa at¬
tenzione alla calibrazione di ognuna di
queste fasi il risultato può essere del
tutto sbagliato
Diremo che un dispositivo di acquisi¬
zione o restituzione di immagini è cro¬
maticamente calibrato se fornisce un
output visivamente identico al relativo
input.
Ma questo di norma non succede!
... Digitale è
peggio?
Supponiamo di far digitaliz¬
zare una diapositiva su un
PhotoCD e visualizziamo il fi¬
le con una opportuna scheda
grafica: se confrontiamo l'im¬
magine della diapositiva con
quella sul monitor quasi sicu¬
ramente non saranno identi¬
che: quel blu è un po' piu ver¬
de, quella zona è troppo chia¬
ra... se andiamo a fare i pi¬
gnoli poco a poco l'immagine
digitalizzata ci comincerà a
sembrare completamente di¬
versa da quella sulla pellicola!
La situazione è ancora
peggiore se adesso mandia¬
mo il file alla nostra stampan¬
te capace, a quanto afferma
la ditta, di offrire una qualità
fotografica: i colori finali non
hanno quasi niente a che fare con quelli
che vediamo sul monitor! Lascio a voi
immaginare il confronto con la diapositi¬
va di partenza!
Dopo molteplici e vani tentativi si fini¬
sce presto per rivolgersi ad un laborato¬
rio specializzato, confidando nella perfe¬
zione del costoso scanner professionale
e della costosissima stampante a subli¬
mazione
Ma il risultato non cambia ancora una
volta la stampa cartacea, nonostante
l'eccellente qualità che la fa molto simi¬
le ad una vera fotografia, ci presenta
un'immagine del tutto diversa da come
noi I abbiamo elaborata!
Quand'é cosi all'inizio pensi che ti sia
capitato un cattivo laboratorio, ma quan¬
do, dopo averne girati una dozzina, ti ac¬
corgi che ognuno ti dà dello stesso file
una stampa diversa, capisci che il pro¬
blema è più profondo.
E' sufficiente osservare la figura 1:
l'immagine la) mostra una tavola croma¬
tica di 32.768 colon, facilmente dise¬
gnarle con qualsiasi software di tratta¬
mento immagini, e i riquadri sottostanti
ne mostrano la stampa ottenuta con i
diversi tipi di stampante disponibili co¬
munemente o presso laboratori specia¬
lizzati: già al primo sguardo è evidente
l'enorme diversità, sia tra di loro sia con
l'immagine al monitor! Anzi, se provate
a generare questa immagine e la con¬
frontate con la sua stampa su questo
stesso articolo, noterete con tutta pro¬
babilità delle ulteriori differenze!
Questo è il problema, ed è già stato
scritto molto al riguardo sulle pagine di
questa rivista. Il mio piccolo contributo
vuole andare un poco piu in profondità
per cercare di capire meglio da dove
viene il problema e soprattutto darne
una soluzione, strettamente software,
alla portata di tutti.
Le domande sono due: da cosa di¬
pende tutto questo? E' davvero possibi¬
le calibrare il sistema fino a ottenere
una riproduzione perfetta, o era meglio
la stampa fotografica tradizionale?
Ancora spazi colore?
Per dare qualche spiegazione dobbia¬
mo ricorrere alla colorimetria, che è
quella scienza che si occupa di misurare
i colori, cosi da poterli classificare in
qualche ordine significativo, dal quale
poi costruire un riferimento assoluto
per la calibrazione cromatica.
Ma come si misura un colore? Nello
spettro vediamo i colori naturalmente
ordinati secondo la familiare sequenza
dell'arcobaleno, ma quelli sono soltanto
una piccolissima parte delle sfumature
percepibili dall'occhio umano Senza en¬
trare troppo nel dettaglio (ma tenete
sotto mano gli articoli precedenti) dire¬
mo che la questione dei colori si è potu¬
ta risolvere scientificamente
solo dopo aver capito come
funziona la rètina già si sa¬
peva che mescolando in ap¬
propriate proporzioni il rosso,
il verde e il blu si poteva ot¬
tenere qualsiasi colore, ma
solo in seguito si scopri che
questo è dovuto al fatto che
la stessa rètina è costituita
da tre diversi fotorecettori.
sensibili selettivamente a
questi tre colori.
Venne allora naturale di
rappresentare i colori sepa¬
randone le componenti nei
tre assi cartesiani del cosid¬
detto spazio colorimetrico
RGB. In questo spazio tridi¬
mensionale un punto qual¬
siasi rappresenta il colore
che si ottiene da tanto fos¬
so, verde e blu quanto valgo¬
no rispettivamente le sue
coordinate x, y e z (fig. 2).
I tre colori citati vengono
detti colori primari additivi in quanto se
li sovrapponiamo alla massima intensità
otteniamo il bianco.
Chi si diletta di pittura saprà invece
che per ottenere i vari colori deve mi¬
schiare il ciano, il magenta e il giallo
ICMY), questi sono infatti i complemen¬
tari dei precedenti e vengono detti colo¬
ri primari sottrattivi, in quanto mischiati
tutti insieme danno il nero.
La differenza sta nel fatto che i prima¬
ri additivi sommano la luce che emetto¬
no, mentre i sottrattivi assorbono la lu¬
ce che li illumina, riflettendone solo una
parte.
Per questo i monitor devono usare i
tre colori additivi ( tricromia RGB), men¬
tre le stampanti quelli sottrattivi, anzi
per avere un nero puro devono aggiun¬
gerlo direttamente ai tre ( quadricromia
CMYK) Ecco che abbiamo già due di-
Figuia 2 - Spano colorimelnco RGB. ogni punto di questo spano rapp'esenta
il colore che si ottiene sommando tanto rosso, verde e blu guanto valgono ri¬
spettivamente le sue coordinate s, y. e 2
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
267
Figura 3 - Ne lo spazio
colorimetnco RGB, né
lo spazio CMYK sono
in grado di rappresen¬
tare tutti i colori perce¬
pibili dall occhio umano
e. soprattutto, non si
sovrappongono esatta¬
mente. con la conse¬
guenza che esistono
dei colon sul monitor
che non e possibile ri¬
produrre con una stam¬
pante Ippicamente il
blu puro del monitori e
dei colori della stam¬
pante che non si pos¬
sono riprodurre sul mo¬
nitor Itipicamente il
verde puro della stam¬
panteI Ovviamente
questo stesso grafico
non è realistico, essen¬
do stampato in CMYK
versi spazi colorimetrici, I RGB e il
CMYK. Ma di spazi colorimetrici ne esi¬
stono tantissimi, ognuno dei quali sce¬
glie proprietà diverse del colore per ca¬
ratterizzarlo; lo standard attuale, scelto
definitivamente nel 1976 dalla C.I.E.
(Commission Internationale de l'Eclaira-
gel, è il famoso CIELAB, che è in grado
di rappresentare tutti i colori percepibili
dall'occhio umano. Inoltre, rappresen¬
tando su di esso gli spazi RGB e CMYK
se ne possono comprendere facilmente
le limitazioni. Il diagramma in figura 3 ci
dà un'idea delle restrizioni imposte da
questi due metodi di riproduzione. Il
cerchio colorato è la sezione equatoriale
della sfera CIELAB che. a prescindere
dalla luminosità, rappresenta tutti i colo¬
ri percepibili: come si vede nessun mo¬
nitor basato sul sistema RGB potrà mai
riprodurre l'intero spettro cromatico del¬
l'occhio umano e. soprattutto, nessun
sistema CMYK potrà mai riprodurre tutti
i colori del monitor (e viceversa). (Ovvia¬
mente i colori del grafico stesso sono
inesatti, essendo stampato in quadricro¬
mia).
Ci sono dunque delle limitazioni di ca¬
rattere fondamentale che non possono
essere superate (a meno di inventare
altre tecniche di generazione del colore
per i monitor e le stampanti), ma se il
sistema è calibrato si potranno perlo¬
meno riprodurre i colori possibili nel
modo giusto Del resto questo proble¬
ma è comune anche alla fotografia tra¬
dizionale (le diapositive si stampano in
RGB e le negative in CMY), ma ciò non
ha mai impedito a nessuno di scattare
ottime fotografie!
Vediamo come caratterizzare il secon¬
do tipo di limitazioni.
Un po’ di matematica
Ciascun dispositivo di acquisizione o
riproduzione di immagini può essere
considerato come una 'scatola nera'
che ha il compito di analizzare l'informa¬
zione in input e trasformarla in una for¬
ma diversa adatta per l'output. Uno
scanner a 24 bit, ad esempio, trasforma
le intensità di luce nei tre colori in nu¬
meri compresi tra 0 e 255, il monitor al
contrario trasforma un dato numerico in
intensità luminosa, mentre la stampan¬
te deve dapprima convertire interna¬
mente la tripletta RGB in una quadrupla
CMYK e poi convertire ancora questi
quattro numeri nelle opportune correnti
elettriche che comandano gli ugelli de¬
gli inchiostri. Poiché queste conversioni
vengono effettuate dai diversi dispositi¬
vi con tecnologie diverse è evidente
che difficilmente senza calibrazione si
potranno avere gli stessi output
La relazione tra l'input e l'output di
un sistema viene chiamata dai mate¬
matici funzione di trasferimento, e la
calibrazione stessa è un tipico esempio
di problema inverso.
La funzione di trasferimento (TF,
transfer function) ci dice molte cose sul
sistema di riproduzione e su quanto sia
possibile o meno ricalibrarlo. Se il no¬
stro dispositivo fosse perfetto questa
funzione sarebbe lineare (fig. 4) e ad
ogni colore in input corrisponderebbe
lo stesso identico colore in output, e
solo quello.
Cominciamo dal sistema macchina
fotografica - diapositiva: la TF non può
essere lineare e nemmeno biunivoca
per principio, perché deve mettere in
relazione l'intero spazio cromatico CIE¬
LAB cioè tutti i colori del mondo reale,
Figura 4 ■ La Funzione
dt Trasferimento mette
in relazione i colori in
input al dispositivo di
stampa con quelli ef¬
fettivamente hprodotti
Se esistesse un siste¬
ma perfetto la sua TF
sarebbe perfettamente
lineare, come quella di¬
segnata m giallo, nella
realtà accade tuttavia
che la TF sia non linea¬
re e spesso anche non
biunivoca Icurva cele¬
ste), cioè a due o più
colon in input corri¬
sponde lo stesso colo
re in output.
268
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Figura 5 - Una diapositiva può riprodurre solamente i colori dello spazio FIGB. che è solo un soitospazio del¬
l'intero spettro visibile, perciò deve necessariamente accadere che due diversi colori A e B vengano npro-
dotti con lo slesso colore C Ioniamente qui l’eflelto è esagerato!
con solo una porzione di essa, cioè lo
spazio RGB rappresentabile dalla diapo¬
sitiva (fig 5). Questo significa che ci sa¬
ranno sicuramente dei colori diversi ai
quali corrisponde lo stesso colore sulla
pellicola Una funzione del genere è non
biunivoca e perciò non è possibile inver¬
tirla. Ed anche qui, come ben sanno i
fotografi, pellicole diverse forniscono
della stessa scena immagini diverse.
Ma il nostro lavoro di elaborazione
parte dalla diapositiva, perciò almeno il
sistema di acquisizione scanner + mo¬
nitor deve essere ncalibrabile, in quan¬
to passiamo da RGB ad RGBI Stesso
dicasi per la restituzione in RGB su dia¬
positiva, mentre ovviamente non vale
se l'originale o il risultato finale sono
stampati su carta, perché allora dobbia¬
mo passare da CMYK ad RGB o vice¬
versa.
Beh. ma a tutto questo dovrebbero
pensarci le case costruttrici di monitor,
scanner e stampanti! Come abbiamo vi¬
sto tuttavia questo non avviene, o alme¬
no non con la precisione richiesta.
Nel campo professionale il problema
viene risolto con l'utilizzo di appositi
strumenti chiamati colorimetri, o anche
spettrofotometri o radiometri spettrali, i
quali misurano direttamente, sul moni¬
tor o sulla stampa, le intensità luminose
che ricevono in un gran numero di ban¬
de spettrali, caratterizzando cosi il colo¬
re in modo univoco e provvedendo poi,
con un apposito software, alla calibra¬
zione. Ma per noi comuni mortali il prez¬
zo di un siffatto strumento, che egua¬
glia o supera quello dell'intero PC. lo
rende decisamente inaccessibile, alme¬
no per il momento.
Inoltre, esistono ben pochi monitor
dedicati alla riproduzione esatta del co¬
lore. tra cui il Barco Reference Calibra-
tor, corredato di particolari circuiti di sta¬
bilizzazione del colore e di uno strumen¬
to in grado di misurare il monitor e cali¬
brarlo automaticamente. Ma anche qui
il prezzo elevato ne consente l’acquisto
solo agli studi grafici più avanzati. C'è
da dire che la differenza è notevole: i
comuni monitor dei nostri PC commet¬
tono errori cromatici fino a 20-30 volte
superiori alla soglia di percezione, quan¬
do già un errore di 6 o 7 viene valutato
come inaccettabile. Se anche trovassi¬
mo un servizio di digitalizzazione o di re¬
stituzione perfetto, la distorsione cro¬
matica del nostro monitor ne rendereb¬
be quindi del tutto vano l'utilizzo
Cosa si può fare?
L idea è concettualmente semplice:
se la funzione di trasferimento distorce
in strano modo i nostri dati basterà for¬
nire al sistema un input distorto nel mo¬
do opposto, cosi da compensarne le de¬
viazioni dalla linearità. Questo vuol dire
invertire la funzione di trasferimento,
cioè calcolare la funzione X tale che
TF " X = 1 (1)
dove 1 è la matrice identità dello spa¬
zio considerato.
Ma abbiamo appena visto che la mag¬
gior parte delle volte tale funzione non
è invertibile! Il meglio che possiamo fa¬
re è allora trovare la funzione X* per la
quale la differenza e che compare nel¬
l'equazione
TF ‘ X' = 1 + e (2)
sia la più piccola possibile.
Per misurare le differenze colorimetri¬
che descritte dalla matrice e è però ne¬
cessario che lo spazio dei colori in cui ci
poniamo sia uno spazio metrico , e ciò
non è per niente ovvio! Dal punto di vi¬
sta matematico lo spazio dei colori ha
una metrica se esiste una funzione det¬
ta “distanza" che verifichi le seguenti
condizioni:
al Due colori ritenuti identici al limite
della percezione visiva, sono 'appresen-
tati dallo stesso punto nello spazio cro¬
matico (condizione di distanza nulla).
b) La distanza tra un colore A e un co¬
lore S è la stessa che tra B ed A (sim¬
metria).
c) La distanza tra un colore A ed un
colore C è minore o uguale della distan¬
za tra il colore A ed un altro colore B più
la distanza tra B e C (disuguaglianza
triangolare).
Se fosse possibile definire questa
metrica sarebbe possibile calibrare gli
input e gli output di sistemi diversi uti¬
lizzando un terzo rivelatore per osser¬
varli entrambi: tanto per fare un esem¬
pio si potrebbero confrontare quantitati¬
vamente una foto di una tavola cromati¬
ca mostrata sul monitor con una foto,
fatta con la stessa pellicola, della sua
stampa cartacea In tal modo un oppor¬
tuno programma di calcolo sarebbe in
grado di risolvere l'equazione (2) in mo¬
do indipendente dalla pellicola usata,
trovando la migliore matrice X' con la
quale trasformare l'immagine
Il meccanismo della percezione dei
colori non è tuttavia cosi semplice co¬
me lo abbiamo descritto all'inizio, e in
realtà non è stato ancora possibile
mappare l'intero spettro cromatico su di
uno spazio metrico euclideo: il motivo è
che i soli valori di percezione dei tre co¬
lori primari R, G e B non sono affatto
sufficienti a caratterizzare un colore!
Per esempio, lo sapevate che l'occhio
umano può percepire due colori come
diversi anche se le relative terne croma¬
tiche sono uguali?!
Effettivamente la rètina è solo a
grandi linee simile ad una pellicola a
colori: innanzi tutto oltre ai tre tipi di
recettori del colore, detti coni, è pre¬
sente un quarto tipo di cellule fotosen¬
sibili chiamate bastoncelli, che hanno
una risposta dipendente dalla sola lu¬
minosità della scena osservata Ma so¬
prattutto le connessioni nervose prove¬
nienti dai singoli fotorecettori non arri¬
vano una per una direttamente ai cen-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
269
Figura 6 ■ Semplice lesi
che dimostra come lo
Spano RGB non ha la
stessa metrica dello
Spazio Percettivo: quali
dei colon laterali sono
'più vicini' a quello cen¬
trale? Sicuramente ri¬
sponderete: 'i colori di
destra' iQuesto tesi va
latto sul monitor, non
su questa figura che è
stampata in CMYKl El-
leltivamenie l'occhio
umano percepisce i co¬
lon illustrali a destra co¬
me piu simili ai centrali,
ma nello spazio RGB il
destro e il sinistro sono
distanti uguali nel caso
lai e nel caso Ibi il sini¬
stro è il più vicmol
ISe volete riprodurti sul
monitor i colori dise¬
gnati sono nell 'ordine
Ir.g.bl 164.64.641,
164.191.01. IO. 191.1271
per tal e 170.0.641.
10.0,1271, 10.0.2551 per
Ibi
tri cerebrali della visione, prima si riuni¬
scono, già all'interno della rètina, in
una serie di sirati gangliari, che elabo¬
rano preventivamente l'informazione
visiva inviandone al cervello il solo con¬
tenuto semantico.
Il colore dunque non è affatto identifi¬
cabile con una terna di numeri, ma di¬
pende. oltre che da questi, anche da
informazioni più complesse come la po¬
sizione sulla rètina, le terne cromatiche
dei colori adiacenti, l’illuminazione glo¬
bale dell'intero campo visivo, il contra¬
sto con lo sfondo, ecc. ecc.
Alcune recenti ricerche sulla visione
indicano che per mappare adeguata-
mente lo spettro cromatico bisogna
usare spazi metrici di almeno 5 o 6 di¬
mensioni.
E' molto semplice rendersi conto di
come la metrica dello spazio RGB non
corrisponda a quella dello spazio percet¬
tivo: prendiamo ad esempio i colori in fi¬
gura 6: quale dei colori laterali è "più si¬
mile' a quelli centrali? Senza dubbio
quelli a destra (per lo meno sul monitor:
per fare questa prova è necessario dise¬
gnare questi colori al computer e con¬
frontarli sul monitor, non sulla stampa di
questo articolo) Eppure nello spazio
RGB sono ugualmente distanti nella si¬
tuazione a), e nella situazione b) il più vi¬
cino è il colore a sinistra: 94 livelli contro
; 28!
Occhio ai colori!
Non potendo quindi mettere in prati¬
ca un metodo automatico basato
sull'RGB che confronti input ed output
e ne calcoli la calibrazione, non resta
che l'antico ma funzionale metodo di
confrontarli 'ad occhio'I In effetti, per
quanto rozza possa sembrare, questa
strada si è rivelata di gran lunga la più
rapida e precisa.
Il programma di calibrazione che ho
scritto fa esattamente il contrario di ciò
che fanno tutti i programmi di grafica
sui quali ho lavorato. Molti di essi, come
Photoshop. CorelPaint, ed altri dispon¬
gono di una opzione di prestampa, ba¬
sata sui famosi CMS (Color Manage¬
ment Systems), con la quale è possibile
avere sul monitor un preview dell’im¬
magine stampata, spesso molto fedele
alla stampa vera e propria ma tuttavia
affatto inutile al nostro scopo: una volta
visto che il preview di stampa è diffe¬
rente dall'immagine originale non c'è
modo infatti di sapere esattamente co¬
me cambiare quest'ultima affinché la
stampa venga come volevamo. O me¬
glio, questo si può fare, ma a spese di
una gran perdita di tempo, visto che
dobbiamo invocare la prestampa (solita¬
mente molto lenta) per verificare il risul¬
tato di ogni operazione E alla fine non
riusciamo in ogni caso ad ottenere la
stessa immagine di quella che voleva¬
mo stampare!
Il mio approccio è stato per questo
motivo diametralmente opposto: una
volta che l’immagine è pronta per esse¬
re stampata, il programma la trasforma
secondo la matrice costruita in fase di
calibrazione e poi la invia alla stampante
così modificata.
Vediamo come funziona in pratica tut¬
to questo, passo passo.
La prima cosa da fare è regolare la lu¬
minosità e il contrasto del monitor al va¬
lore che riteniamo più confortevole per
lavorare con le immagini, ponendo at¬
tenzione che anche l'illuminazione della
stanza sia quella che usiamo di solito
Ogni volta che vorremo elaborare
un'immagine dovremo perciò regolare il
monitor e la luce ambiente in questa
precisa configurazione.
Ora dobbiamo accertarci che il moni¬
tor non abbia dominanti cromatiche e ri¬
produca perciò in modo corretto i livelli
di grigio. Per far questo alcuni nuovi
Figura 7 Tavole cromatiche da utilizzare per la calibrazione dei dispositivi di restituzione Delle tavole
3x3*3 come quelle mostrate sono di solito adeguate, anche se può essere utile usare queste sul monitor
e delle 5*5*5 per la stampa, ottenendo piu precisione nella lase di confronto visivo
£' importante che i riquadri siano grandi, ben distanziati tra di loro, e su sfondo nero
270
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
modelli hanno delle funzioni hardware
apposite che intervengono direttamen¬
te sulla temperatura dì colore del moni¬
tor; in ogni caso i già citati software per
immagini possiedono un comando che
permette di variare il monitor gamma
nei tre colori RGB, ovvero di dare artifi¬
cialmente all'Immagine maggiore o mi¬
nore intensità nei diversi colori per com¬
pensare le eventuali dominanti del mo¬
nitor. Una volta eseguita la regolazione
del gamma, sufficientemente ben de¬
scritta negli help in linea, una scala di
grigi dovrà apparire del tutto neutra.
Di tanto in tanto sarà bene ritarare il
monitor gamma perché in molti mesi di
utilizzo potrebbe variare in modo ap¬
prezzabile. Inoltre se si usano contem¬
poraneamente più programmi di grafica
sarà necessario regolarli l'uno con l'altro
in modo che la stessa immagine appaia
uguale tra di loro.
A questo punto, una volta scelto il di¬
spositivo di restituzione della cui qualità
siamo più soddisfatti, dobbiamo prepara¬
re delle tavole cromatiche come quelle
in figura 7, e farle stampare. Tre tavole
Figura 8 - Confronto tra una tavola cromatica e la sua stampa ll'immagine della stampa e stata modificata
visualmente in modo che il monitor la riproducesse al megliol
Nella lase di confronto bisogna sostituire ad ogni colore della tavola il coioie che ha come coordinate la po¬
sizione del ’riquadro più simile' sulla stampa Nell esempio il colore piu simile allo IO, 127,2551 è stato
stampato laddove sarebbe dovuto esserci lo 10.255,255), perciò dobbiamo disegnare un'altra tavola in cui
coloriamo il riquadro dello IO. 127.255) col coloro 10,255,255) Oucst'ultima tavola sarà /'immagino che
verrà esaminata dal programma di calibrazione per costruire le malrio I, g ed li spiegate nel testo
Figura 9 - L imma¬
gine Ib) che viene
mandata alla stam¬
pante dal program¬
ma di calibrazione
sarà del tutto falsa¬
ta cromaticamente,
ma sarà falsata nel
modo giusto affin¬
ché venga riprodot¬
ta come l 'originale
la)
»
da 3x3 come quelle mostrate sono suffi¬
cienti per interpolare la funzione di tra¬
sferimento inversa con buona precisio¬
ne. anche se per il confronto visuale dei
colori può essere utile stamparne di più.
Sulle tavole segneremo anche le
coordinate cromatiche RGB. come in fi¬
gura 8.
Le stampe vanno confrontate con
quelle al monitor avendo particolare cu¬
ra che la luce con cui le illuminiamo sia
la stessa sotto la quale esporremo poi
le fotografie finali (eventuali deviazioni
globali dovute a diversa illuminazione
potranno comunque essere facilmente
compensate in seguito).
Ora selezioniamo un riquadro delle ta¬
vole sul monitor e cerchiamo sulle
stampe il colore- X che più assomiglia a
quello nel monitor, colore che può tro¬
varsi anche molto lontano dalla posizio¬
ne in cui sarebbe dovuto apparire e che
potrebbe essere anche intermedio tra
due quadrati adiacenti della tavola cro¬
matica. Leggiamo quindi le coordinate
(r.g.b) della posizione in cui si trova que¬
sto colore X, e sostituiamo al riquadro
selezionato sul monitor il colore corri¬
spondente alla tema (r.g.b). Poi ripetia¬
mo il procedimento sostituendo uno ad
uno tutti i colori delle tavole, che alla fi¬
ne rappresenteranno la "mappa'' della
TF inversa della stampante.
In pratica avviene questo: se un colo¬
re A sul monitor appare sulla stampa
laddove dovrebbe essere stampato il
colore 6, noi ogni volta che incontriamo
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
271
IL PROGRAMMA DI CALIBRAZIONE
ui di seguito è riportata a grandi linee la traccia del
programma di calibrazione, che può essere scritto più o meno age¬
volmente in qualsiasi linguaggio.
Il mio programma è stato senno in linguaggio IDL 4.0, un lin¬
guaggio adatto a manipolare dati scientifici, che purtroppo non può
generare file eseguibili. In ogni caso, per chi è interessato, il codi¬
ce può essere trovato al seguente indirizzo
pttp://www. geocities.com/Lapejanaverai/LaD/jjie/cau pro.ntn\
e potreDbe essere utile anche per chi volesse svilupparlo in altri
linguaggi.
Sempre nello stesso sito sono disponibili i file delle matrici di ca¬
librazione per le seguenti stampanti (per la precisione, il monitor
usato è un Hantarex).
Canon Color Laser 700 settata come QMS100 Color Script.
disponibile a Roma presso il laboratorio Eurocopie, Via di Monte
Brianzo 79.
Matrice di calibrazione all'indirizzo:
ttp;//www.geocities.com/LapeLanaverai/LaD/JJlWcanor\ 700.zip
- Epson Stylus Color II. usata a 720 dpi su carta speciale
Epson non lucida, usando i driver di default della slampante
Ancora in preparazione! Ma sarà presto disponibile all'indirizzo:
ftpy/www. geoaties.com/capecanaverai/LaD/JJ iit/styIUs] zip
- Dispositivo d fotorestituzione su pellicola del Laboratorio
Fotografico Professionale Fotoservice S.r.l.. Roma, Via Marcanto¬
nio Colonna 58 e Via della Pisana 419, restituendo l'Immagine su
negativo e usando per la stampa su carta la seguente filtratura:
68 7611 1 N-1 8 2 21 01 (ovviamente una volta tarato il sistema è
necessario che il laboratorio stampi le foto sempre con la stessa
filtratura).
Ancora in preparazione! Ma sarà presto disponibile all'Indirizzo:
ttp://www. geocities.com/LapeCanaverai/LaD/JJ W/totoserv.zi[\
Sono benvenuti ulteriori file con le matrici di calibrazione per al¬
tre stampanti, scanner e monitori (Contattare l'autore via e-mail:
MC4452@mclink.it)
ne stessa con un resampte in modo da ottenere lo stesso effetto.
Salvare poi l'immagine in un formato raw facilmente leggibile
dal programma in quanto composto da un header di dimensioni
scelte dall'utente al quale seguono i valori ad un byte per R. G e B
dei pixel, dall'alto a sinistra al basso a destra dell'Immagine
2. Dal programma, leggere le immagini delle tavole punto per
punto e scrivere i colori in tre matrici 3x3x3 una per il rosso, una
per il verde e una terza per il blu
3. Creare tre matrici 32x32x32 che interpolano le matrici pre¬
cedenti (f. g e h della formula (3) nel testol La funzione interpo¬
lante deve passare per i punti interpolati e deve avere derivate par¬
ziali prime continue (cioè non avere angoli)
Queste condizioni sono verificate da un gran numero di funzioni,
ma uno dei metodi migliori, già implementato nella versione 4.0
del linguaggio IDL che ho usalo, è il Modified Shepard's Method,
descritto in Renka R. J., "Multivariate Interpolation of Large Sels of
Scattered Data,' ACM Transactions on Mathematica! Software,
Voi. 14, Mo. 2. June 1988, Pages 139-148.
Il codice fortran di questa routine si trova anche all'indirizzo In¬
ternet: in ito://www. netho.no/ne tiiD/toms/óo I ed è ampiamente
commentato al suo interno, in ogni caso l'articolo è molto chiaro e
non dovrebbe essere particolarmente difficile tradurre questo codi¬
ce in altri linguaggi In alternativa si potrebbe usare un software
commerciale di calcolo matematico o provare con altre funzioni in¬
terpolatoci che abbiano le proprietà di regolarità suddette.
4. Una volta salvata l'immagine fotografica da stampare in for¬
mato raw, leggerla punto per punto col programma di calibrazione,
scalarne i valori RGB tra 0 e 31 e leggere il valore calibrato
(anch'esso tra 0 e 31 ) nelle matrici f, g ed h
Interpolare linearmente tra questi valori per ortenere comunque
una dinamica di 256 livelli compresa tra 0 e 255. Scrivere infine i
nuovi valori RGB nel file deH'immagine calibrata.
La prima volta è bene stampare proprio le tre tavole dei colori,
per confrontarle ancora una volta con quelle originali ed eventual¬
mente eseguire un secondo ed ultimo confronto per raffinare ulte¬
riormente le matrici di calibrazione
Traccia del programma:
1. Disegnare per ognuna delle tre tavole, modificate dopo il
confronto visuale, un'immagine da 3x3 pixel assegnando ad ogni
pixel il colore del riquadro corrispondente; oppure ridurre l'immagi¬
5. Stampare l’immagine modificata dal programma al posto
dell'originale elaborato.
6. Ammirare finalmente la stampa della propria fotografia sen¬
za più imprecare contro le stampanti, i computer e la fotografia di¬
gitale.
il colore A lo cambiamo in 6: cosi ingan¬
niamo la stampante e gli facciamo
stampare A per forza. Lo schema in fi¬
gura 9 illustra chiaramente il procedi¬
mento.
Ora il programma di calibrazione non
deve far altro che leggere i valori R, G e
B delle tavole modificate, interpolarli su
tutto il cubo RGB e salvare una volta
per tutte le tre matrici tridimensionali
che rappresentano le trasformazioni:
rosso_da_stampare = f (rosso,verde,blu)
verde_da_stampare = g (rosso.verde.blu)
blu_da_stampare =x h (rosso.verde.blu)
dove f, g ed h sono le matrici a tre indi¬
ci suddette, ottenute come spiegato nel
riquadro in appendice.
Perciò ogni volta che dovremo stam¬
pare un'immagine la passeremo dappri¬
ma al nostro programma, il quale la tra¬
sformerà sostituendo ad ogni pixel il co¬
lore letto nelle tre matrici. Ovviamente
l'immagine finale sarà del tutto defor¬
mata cromaticamente se vista sul moni¬
tor, ma sarà distorta nel modo giusto af¬
finché la stampante ne riproduca alla fi¬
ne i colori originali (fig. 9).
Risultati ancora migliori si ottengono
poi se la restituzione è fatta su diaposi¬
tiva o negativo, in quanto il sistema di
proiezione lavora in RGB, in tal caso tut¬
tavia se il fine è stampare l'immagine
su carta, è necessario annotare la filtra¬
tura usata dal laboratorio per la stampa
delle tavole di calibrazione, e usare
sempre quella.
Gianluca Li Causi è rintracciabile via
Internet all 'indirizzo!: \ML44b’j&mcnnk. 71
ras
272
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
FORMULA
FRANCHISING
... T incremento
delle vendite
Il nostro negozio di Roma è tra i
primi per clientela e vendita.Le
nostre iniziative promozionali e
l'accoglienza che diamo nei
nostri punti vendita sono le armi
vincenti che hanno decretato il
successo della formula PCC
Franchising.
... i prezzi competitivi e
listini sempre aggiornati
Nel mercato informatico, più
che in altri, l'attenzione per que¬
sti due aspetti è sicuramente basi¬
lare. La nostra rete di fronchisor's
ha costantemente aggiornate in
linea, sia le quotazioni del mer¬
cato che le giacenze del magaz¬
zino centrale.
...le migliori marche
I nostri affiliati beneficiano, insom¬
ma, del nostro know-how nei rap¬
porti commerciali con le più presti¬
giose aziende del mercato.
...il supporto tecnico
qualificato
La Gold Assistance e la
Formula per le Aziende sono
iniziative che hanno riscosso il
gradimento dei nostri clienti.
... la riduzione dei
costi di magazzino
Studiamo per voi il sistema di
prodotti in pronta consegna e
rivalutiamo le giacenze.
...la pubblicità su
scala nazionale
I nostri investimenti sia a livello
nazionale che regionale sono in
continua crescita. Le nostre cam¬
pagne pubblicitarie compaiono
regolarmente su stampa specia¬
lizzata, su quotidiani e settima¬
nali ma soprattutto su radio e
televisione.
... diventare
imprenditori con noi
La formula PCC Francising si
avvale di uno staff tecnico dedi¬
cato per informarvi sugli aspetti
amministrativi, fiscali, di marke¬
ting e commerciali o a raccoglie¬
re interrogativi relativi alla dispo¬
sizione degli arredi o della
ristrutturazione dei locali di ven¬
dita. Il fee d'ingresso comprende
anche gli arredi fissi, le cappotti¬
ne e le insegne per il negozio.
Saremo il valido supporto per il
vostro immediato successo.
FORMULA FRANCHISING
Sicuramente conviene.
PROVE & PRODOTTI
di Andrea de Prisco
Tektronix Phaser 450
La tecnologia di stampa a sublima¬
zione. diretta discendente <nonché no¬
bile evoluzione) di quella a trasferi¬
mento termico, è tuttora l'unica in gra¬
do di offrire il fotorealismo reale, gra¬
zie alla sua caratteristica principale di
rendere le sfumature di colore a tono
continuo, senza meccanismi di retina-
tura. Per questo aspetto, se vogliamo,
è addirittura superiore alla stampa fo¬
tografica tradizionale che. per quanto
'analogica’ possa essere considerata,
riproduce le sfumature attraverso l'ac¬
costamento più o meno fitto di granuli
d'argento diversamente colorati.
La stampa a sublimazione avviene,
di contro, per sovrapposizione te con¬
seguente fusione) di pigmenti croma¬
tici della sintesi sottrattiva - ciano,
magenta, giallo e, volendo, nero - tra¬
sferiti per via termica attraverso
un'apposita testina di stampa da un
rullo multicolorato ad un supporto car¬
taceo speciale. E' questo, se voglia¬
mo, l'unico limite delle macchine a
sublimazione: l'alto costo dei materiali
di stampa tanche sei o settemila lire
ad uscita in formato A4) ne hanno
sempre frenato la diffusione, questo
nonostante la presenza sul mercato
Igià da alcuni anni) di apparecchi su¬
per semplificati e particolarmente
economici dal punto di vista del-
l'hardware. ma non altrettanto invitan¬
ti per quel che riguarda il costo dei
materiali di consumo
Una tecnologia di stampa, in defini¬
tiva. riservata esclusivamente all'uten¬
za professionale di alto rango, per ap¬
plicazioni in cui il fattore qualità sia as¬
solutamente predominante e tale da
giustificare sia l'alto costo della mac¬
china luna quindicina di milioni...) che
l'altrettanto elevato costo d'esercizio.
Ed è a questo tipo di utenti che si ri¬
volge Tektronix, forse l'unico costrut¬
tore al mondo ad offrire stampanti a
colori in ogni tecnologia, dalle macchi¬
ne a getto di inchiostro liquido compa¬
tibili PostScript alle laser a colori da!
costo copia pressoché irrisorio, dalle
macchine a sublimazione certificate
Pantone disponibili sia in formato A4
che A3, per finire - in bellezza - alla
tecnologia 'getto di inchiostro solido'
Igià nota in passato come ‘getto di ce¬
ra') che offre un'elevata velocità di
stampa, utilizzabile praticamente su
ogni tipo di carta.
Produttore e distributore:
Tektronix Italia SpA
Via XI Febbraio. 99
Vimodtone IMI) - Tel 02/25086499
Premo (IVA esclusa):
TeMionix Phasei 450
RAM 32 MB L 14 950 000
Tektronix Phaser 450
RAM 64 MB - Ethernet L. 17 100 000
274
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
La Phaser 450
La macchina in prova in queste pagi¬
ne, la Tektronix Phaser 450, è la ver¬
sione aggiornata di un precedente mo¬
dello, la 440, già provata su MCmicro-
computer un paio di anni fa. Della 440
mantiene inalterata l'estetica (eredita¬
ta a sua volta dai primissimi modelli a
trasferimento termico) e l'elevata qua¬
lità di stampa. Aumenta la velocità di
elaborazione (le macchine a sublima¬
zione di alto livello integrano al loro in¬
terno tanta memoria e un potente mi¬
croprocessore), migliorano le opzioni
di calibrazione, è possibile utilizzare
nuovi supporti ad alta durata e stabilità
nel tempo Tra questi ultimi è da se¬
gnalare la disponibilità di una nuova
carta più pesante - più simile ai sup¬
porti fotografici tradizionali - e specifi¬
camente realizzata per la nuova nata.
ColorSeal è, invece, un nuovo nastro a
colori che comprende anche uno stra¬
to protettivo (steso sulla carta durante
la stampa) resistente ai raggi UV, ai
graffi e alle impronte. Disponibile ora
anche un nuovo supporto adesivo che
permette il montaggio semplificato
delle immagini nonché la facile realiz¬
zazione di etichette a colori.
L'aumento della velocità di stampa è
dovuto sia all'utilizzo di un nuovo mi¬
croprocessore RISC a 24 MHz, sia al
rinnovamento dei driver di stampa, in
particolar modo al nuovo plug-in di
Photoshop (Macintosh e PC) per la
stampa diretta dall'applicazione
La Phaser 450 è disponibile in due
versioni II modello base utilizza 32
megabyte di RAM, la versione estesa
64. Oltre a questo il modello superiore
II cassetto di alimentatone standard accetta diffe¬
renti formali
La Phaser 450 utilizza
lo stesso cabinet del¬
le prime macchine a
trasferimento termico
proposte da Tektro¬
nix Aprendo il com¬
parto superiore si ac¬
cede al vano del na¬
stro mulucolorato Lo
sportello anteriore, ri¬
movibile. permette di
risolvere eventuali in¬
ceppamenti della car¬
ta
275
6ray Belante
[ Help-
Punì
1. Prtnl thè 6ray Baiarne test print.
2. troni thè 6ray Salante test print, select thè
best neutral gray celi ivlthin eoch clutter and
Indicate that selectlon beloui (or each of thè
si» gray leuels. Rfter makiny selections. you
can moke another test print to uenfy changes.
3. Update printer callbrallon.
Clutter Ualue
® 5% Gray 0
O 10% Gray 0
O 25% Gray 0
O “»0% Gray 0
O 60% Gray o
PrWHr Pfuitr 450
TrPoli Tijp» 5 Color
|Saue Seltlngs | [Rettore 0elaults| [ Cancel |
Calibration Curves
Make a test prlnl lo tee Ihe prlnter't
current callbrallon seltlngs.
I I
[ Help-
L
5% 5
io% 8
20% 17
O CVRN
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® YtUOUl
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O CMV
Ot'iVk
25% 21 § 50% 51 @ 75% 90 § 100% 100 @
50% 25 @ 60% 59 @ 00% 92 (§
40% 25 ffl 70% 87 £| 90% 95 SI
PrtoMr PSMW450
T.«n<» MI SCI»
(Saue Selllngs ) |Reslore Oetaults) | Cantei | £
PhaserMatch™
lo. Pluvo 450
Gt*> Baiarne Tesi Piu*
IWMniy
1 . PrWI Ihe Gtotj linearti y le*»
2. fot eath rouiof thè Cray I intanili lesi prlal.
MtoCl Ih» boa uihoiP both parli ol Ih» tquarc
haue Ihe teme ughlnett and Indicate Ihat
idre Iloti belotv.
5. Update pnntrr callbrallon.
un
un| 00 kul E E o
125456789
05%
10%
@25%
050%
075% 5
Oso* s
r***» TO
Treni» I4RTW. SCI»
|taue Selllngs] [Beslere Belaull»!
Caacel | ^ 0K )
L‘utility PhaserMatch
permette la calibrezio-
ne della stampante at¬
traverso la generazione
di alcune pagine di test
e/o agendo direttamen¬
te sulle singole curve
cromatiche
dispone di serie di porta Ethernet che
è opzionale per il modello più econo¬
mico Con 64 megabyte di RAM è
possibile utilizzare tutte le funzionalità
di PhaserMatch (il sistema di calibra¬
zione cromatica proposto da Tektro¬
nix! e un adeguato buffer di input per
ridurre il tempo di trasferimento di im¬
magini di grande dimensione
Le stampe escono sul lato superiore
della macchina, dove è presento il va¬
no porta nastro accessibile attraverso
un coperchio incernierato. E‘ possibile
utilizzare nastri a tre colori (ciano, ma¬
genta, giallo) per la stampa in tricro¬
mia. nastri a quattro colori (dispongo¬
no in più del nero) e nastri per la stam¬
pa monocromatica, sempre di qualità
fotografica Sul lato anteriore della
Phaser 450 è presente un piccolo pen¬
nellino di controllo dotato di sette spie
luminose e un accesso d'emergenza
alla meccanica interna da utilizzare in
caso di inceppamento di un foglio di
carta. I sette indicatori luminosi segna¬
lano rispettivamente lo stato di accon
sione, lo stato di ready, il coperchio
superiore o anteriore non perfetta¬
mente chiuso, mancanza o esaurimen¬
to del nastro, inceppamento di un fo¬
glio all'interno della stampante e, infi¬
ne, segnalazione di errore non recupe¬
rabile dall'utente (un guasto per il qua¬
le è necessario rivolgersi all'assistenza
tecnica). Ad ogni accensione la stam¬
pante effettua un self test automatico,
veiificando sia i componenti elettrici e
meccanici dell'unità che la presenza e
il corretto posizionamento dei materia¬
li di consumo
Ricca, com'era da attendersi per un
prodotto di alto livello, la dotazione di
interfacce e conseguentemente la
possibilità di collegamento a compu¬
ter. Troviamo, di serie, un'interfaccia
parallela, una porta seriale, un porta
LocalTalk e. opzionalmente, una porta
Ethernet in grado di supportare i pro¬
tocolli EthorTalk, Novell NetWare o
TCP/IP. Con i driver forniti a corredo,
la Phaser 450 è impiegabile in ambien¬
te Windows, Macintosh e Unix. Oltre
alle porte di interfacciamento compu-
276
MCmicrocomputer n 174 giugno 1997
Due esempi di stampa della Phase 45 0 In allo un immagine vettoriale, in basso una bitmap tratta da PbotoCD
ter troviamo anche
una porta SCSI per
il collegamento di
un disco rigido
esterno utilizzabile
per installare ulte¬
riori font (locali alla
stampante) ma non
per bufferizzare i
lavori di stampa.
Non manca, infi¬
ne, la possibilità di
installare un cas¬
setto supplementa¬
re di alimentazione
carta, per avere co¬
stantemente "in li¬
nea' due formati di¬
versi o due diffe¬
renti tipi di suppor¬
to.
Il cassetto stan¬
dard per la carta,
multiformato, è al¬
loggiato nella parte
bassa. E' adibito al-
l'utilizzo di tre di¬
versi formati: A4,
Letter e Letter Ex¬
tra. Quest'ultimo
offre una superficie
utile di stampa di
ben 237x323 mm, superiore dunque
all ‘A4 standard (210x297 mm). Per
passare da un formato all'altro, quan¬
do si utilizza il solo cassetto standard,
è necessario innanzitutto togliere tutti
i fogli, spostare un margine anteriore e
un margine laterale per le diverse di¬
mensioni e spostare una tacca presen¬
te su uno dei lati. La sequenza di ope¬
razioni da compiere è, in realtà, piutto¬
sto macchinosa e quindi a chi è inte¬
ressato ad utilizzare spesso formati
differenti di carta o diversi tipi di sup¬
porto è caldamente consigliabile l'ac¬
quisto del secondo cassetto. Lo stes¬
so non accade per il nastro, dello stes¬
so tipo per tutti i formati carta: banal¬
mente è dimensionato per il formato
massimo utilizzabile (Letter Extra), al¬
trimenti sarebbe stato davvero compli¬
cato venirne a capo senza diventare
matti ogni volta.
Le stampanti a trasferimento termi¬
co utilizzano un nastro multicolorato
formato da tanti spezzoni di dimensio¬
ni almeno pari al foglio di stampa Se
srotolassimo un nastro di questo tipo,
troveremmo un rettangolo giallo, un
rettangolo ciano, uno magenta, poi di
nuovo giallo, ciano, magenta e cosi
via. Per i nastri a quattro colori c'è an¬
che un rettangolo nero ogni tre rettan¬
goli colorati per la stampa in quadricro¬
mia Naturalmente questo significa
che, qualsiasi cosa stampiamo, consu¬
miamo una serie completa di settori
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
277
PhoserPrint"
Tektronix (
PnM umg
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I Pi...., 450
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Matfu «B» 297mm«2IOmm
□ 9*. c«Vr (.•»>" o' »*>***
None
Uioid Color
Photo
Simulate Display
SIDOP Press
✓ Eurostale Press
Commercial Press
SNHP Press
DIC
FujiProof
Monochrome
Use Printer Settina
L utility PhaserPnnt è un modulo ag¬
giuntivo di Adone Photoshop per la
stampa diretta dalTapplicaiione In
alto le calibrazioni standard di Tek-
Color
nastro (tre o quattro colori a seconda
del materiale di consumo utilizzato),
anche nel caso limite in cui l'immagi¬
ne non contenga affatto una determi¬
nata componente cromatica.
PhaserMatch
Installato il primo nastro multicolora-
to e la certa speciale, per ottenere ri¬
sultati il più fedeli possibile sotto il
profilo cromatico, è necessario proce¬
dere alla taratura della stampante. Du¬
rante l'installazione software (effettua¬
bile sia da dischetti che da CD-ROM)
viene ricopiata sul nostro hard disk
un'apposita applicazione di calibrazio¬
ne denominata 'PhaserMatch" con la
quale è possibile effettuare la calibra¬
zione della stampante per quel che ri¬
guarda il bilanciamento cromatico e la
linearità dei livelli di grigio, ma anche
agendo sulle curve di calibrazione per
tarare al massimo i risultati ottenibili.
Oltre a questo possiamo creare o edi¬
tare profili cromatici per simulare il
comportamento di determinati suppor¬
ti cartacei o di inchiostri e procedi¬
menti di stampa tipografica tradiziona¬
le Calibrazioni e profili possono esse¬
re salvati e caricati da hard disk o m-
>
Sul retro della Phaser
450 troviamo una delle
più complete dotazioni
di interfacciamento
verso li computer Ise¬
riale, parallela, retei e
una porta SCSI per il
collegamento di un
hard disk esterno. In
allo il collegamento
elettrico per il cassetto
carta supplementare e
il pulsante per la stam¬
pa di una pagina di te¬
st
viati e ricevuti dalla stampante
L'applicazione PhaserMatch può es¬
sere utilizzata in modalità semplice
(Easy Calibration) o avanzata (Expert
Calibration). Nel primo caso regolere¬
mo solo il bilanciamento e la linearità
dei livelli di grigio, nel secondo caso
sarà possibile procedere anche alla re¬
golazione delle singole curve cromati¬
che.
Richiamando la finestra "Gray Balan-
ce\ possiamo stampare una prima pa¬
gina di test contenente cinque livelli di
grigio (dal 5 al 60 per cento) ognuno
circondato a nido d'ape da ben ses¬
santa variazioni nelle sei direzioni dei
colori primari di sintesi additiva e sot¬
traeva Per ognuno dei cinque livelli di
grigio stampati dobbiamo cercare (ef¬
fettuando l'operazione nelle giuste
condizioni di illuminazione ambientale
e aiutandoci con un'apposita dima cro¬
matica fornita a corredo) nella rosa di
sfumature il grigio piu neutro. Sara
sufficiente cliccare a video nell'esago¬
no corrispondente che. da quel mo¬
mento. sarà assunto come grigio puro.
La finestra 'Gray Linearity", come di¬
ce il suo nome, ci consente di regola¬
re la linearità dei livelli di grigio, sem¬
pre utilizzando una pagina di test al¬
l'uopo stampata Dovremo individuare
la corrispondenza tra diversi grigi "reti-
nati" ed altrettanti livelli di grigio "non
retinati" che comunicheremo alla
stampante con un semplice click del
mouse.
Già con queste due calibrazioni di
base, la resa della stampante è otti¬
mizzata per il nastro utilizzato in quel
momento (l'operazione, per risultati
sempre coerenti, dovrebbe essere ri¬
petuta ogni volta che installiamo nuovi
materiali di consumo), chi non è anco¬
ra soddisfatto dei risultati può abilitare
la modalità "Expert Calibration" e acce¬
dere alla finestra 'Calibration Curve' In
questo caso possiamo agire singolar¬
mente sulle curve gamma delle singo¬
le componenti cromatiche, diretta¬
mente via mouse regolandole grafica¬
mente a video o inserendo i valori di
variazione percentuale per le intensità
comprese tra il 5 e il 100 per cento.
Insomma, chi vuole sbizzarrirsi nelle
regolazioni cromatiche (anche quelle
piu perverse ..) trova in questo caso
molto pane per i suoi denti Attenzione
però a non esagerare: se non sappia¬
mo dove mettere te mani, meglio la¬
sciar perdere.
WS
278
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
NOTEBOOK CDBooK 7SO MMX
CPU PENTIUM 133/I66MMX -/200MMX
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3,2GB / 6,4GB Vjì/ 520/970
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moortm i>» tuo
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HARD DISK SCSI
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4,5GB QUANTUM UlTRA-WIDE 1.560
4,3GB IBM CAPRICORN U-WIDE 1.090
9,1GB IBM SCORPION U-WIDE 2.670
HARD DISK 2,5' IDE
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HITACHI I.36B/I.86B/U6B 8
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60/80
100/120
290
1 ì9 °
91 840
190/240
220/270
—J 470
340/440
260
340
540
340
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830/1.050
PENTIUM II 233/266
1.370/1.650
SIMM EDO 4M8/8MB
40/70
SIMM EDO I6MB/32MB
140/290
DIMM 161 PIN 16MB
190
DIMM 161 PIN 32MB
350
DIMM 161 PIN 64MB
820
DIMM NOTEBOOK 4MB/8MB
60/120
DIMM NOTEBOOK 16MB
230
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DITO 2GBINTERNO/ESTERNO
220/290
CARTUCCE DOTO 2GB (3)
90
ZIP 100 ESTERNO r-j-
m 290
ZIP 100INT. SCSI L3
UJ 270
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W 290
ZIP DISK KWNB 3Pi
75
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690
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360/440
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Programmi
per il multimedia dal Web
Questa volta abbiamo navigato nel Web con l'intenzione di trovare
applicativi per "fare il multimedia", scaricarli, provarli e proporli.
Programmi poco costosi, meglio ancora se gratuiti, demo, utility,
plug-in, ecc. Tutti software in grado di migliorare la nostra
stazione di lavoro multimediale.
di Bruno Rosali
Nel tour intrapreso avremo sicura¬
mente trascurato qualcosa di speciale
e, forse, mal considerato qualcos'altro
di estremamente utile. Resta il fatto co¬
munque che qualcosa di interessante
secondo noi l’abbiamo preso lo stesso.
Prima di scendere nei dettagli di ogni
singolo software, è bene perciò stende¬
re la lista dei file rimasti, per cosi dire,
impigliati nella rete Nello specifico si
tratta di sette, tra applicativi, plug-in ed
utility che possono risultare utili un po'
a tutti e per tutte le attività creative
Cool Edit MPEG -filter (http://
lwww.svntrilliuni.comn Un filtro raffina¬
tissimo con il quale salvare i file audio al
massimo della qualità e con minima oc¬
cupazione di spazio. Verifichiamo se il
formato mp2 può essere l'alternativa
giusta per sostituire il wav.
Jasc Image Robot |http://www.|a-
sc.com). Un batch-(multi)conversion con
il quale è possibile applicare funzioni
multiple (conversione del formato, va¬
riazione delle dimensioni, correzione
della gamma cromatica, imposizione di
effetti, ecc.) su interi gruppi di immagi¬
ni. Il tutto agendo simultaneamente e
per mezzo di uno script salvabile e riuti¬
lizzabile successivamente.
- Ulead Web Extensions (http://
hwvw.uleaa.com)| Un ricco plug-in con il
quale dotare gli applicativi di image-pro-
cessing di estensioni atte a realizzare
bottoni, cornici, ombreggiature e textu-
ring, rapidamente e con controlli raffinati.
Ulead GIF S martSaver (http://
Iwww. ulead conili Un convertitore di
formato pensato per le conversioni in
GIF di immagini destinate al Web. con
buone caratteristiche di controllo ed ot¬
timizzazione della palette.
HyperCam 1.16 (http://www.hype-
rionics.com). Uno "screen-movie captu-
re - in grado di registrare l'azione dinami¬
ca che si svolge sul desktop di Win¬
dows 95/NT e di salvarlo in formato AVI
unitamente ad un commento audio pro¬
veniente da un microfono.
Personal AVI Editor (http://
iwww-tiickertree.cómTl Un editor che
rappresenta una buona alternativa, eco¬
nomica e facile da usare rispetto a "Pre
miere", adatto a chi si trova nella situa¬
zione di dover procedere all'editing di
clip video, senza necessitare delle raffi¬
natezze dell'editing System di Adobe.
Figura 1 Per converti
re preventivamente a
16 bit/32 kHr (minimi) i
parametri di un file
wav. va attivato il pan¬
nello Convert Sample
Type.
■I -w | F r ». — »» r.
280
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
feliirfrftw? [:■- Vkfr*.
IMPEG Encodei Oplions
£ompf£35ton
Psychoacoustics
laye.1
f~ Model 1 MUSICAM
f* Layall
<*■ Modsl2-ATlT
1 _
Data Rate/C omptesoon Ratio
| 32KWi/iet.1.02Ws/samole~
48 K-Ms/sec. 1 53 Ms/sample
56 KMs/sec. 1 79 Ms/sample
64 KMs/sec. 204 Ms/sample
80 KMs/sec. 256 Ms/s«mole
96 KMs/sec. 30? Ms/sample
112 KMs/sec, 3 58 Ms/sample
128 KMs/sec. 4.09 Ms/sample
160 K-Ms/sec. 512 Ms/sample
192 KMs/sec. 6.14 Ms/sample
fie-emphesis tot decoder
/• None
f 0/15 miciosecontb
f~ Mtn7
~3
0K
Canee!
Figura 2 - Il pannello
per il settaggio dei
parametri di com¬
pressione del liltro
MPEG mp2 di Cool
Edit
co (Musicarti per le sin¬
tesi musicali. AT&T per
quelle vocali) e il de-en-
fatizzatore par la de¬
compressione (preferi¬
bile l'opzione "none").
Quindi i rapporti di cam¬
pionamento, 'Data Ra-
te/Compression Ratio'.
Net Toob Stream 3.2 (http://
/vww aupiexx corri oppure http://
/vww.nettoob-Com)l Net Toob Stream
è una soluzione squisitamente "solo-
software' per operare lo streaming di fi¬
le audio e video in formato MPEG-1.
AVI, MOV, FLC/FLI. WAV, MIDI e
QuickTime VR. Ottimo anche per le ri¬
produzioni Off-lme, Net Toob non ha la
necessità di ricorrere ad un (costoso)
server e privilegia le connessioni lente
(28,8 Kbit/sec).
Cool Edit 96
MPEG-filter
L'MPEG-filter per Cool Edit (disponi¬
bile come plug-in sia per la versione 96
che per la 95 e la 3.15), disponibile libe¬
ramente al sito http.//www.syntTTl
lium.com, appena installato diviene par¬
te integrante del Cool Edit e risulta atti¬
vabile dal pannello 'Save As’ al momen¬
to di scegliere il formato nel quale sal¬
vare il file editato.
Il suo utilizzo è estremamente facile.
Unica condizione indispensabile all'uti-
lizzo del filtro è quella di rendere com¬
patibili, in frequenza e risoluzione, i file
da convertire. Siano questi dei campio¬
ni wav preesistenti che file raw appe¬
na acquisiti via scheda audio, entrambi
devono essere a 16 bit per 32 kHz mini¬
mi di campionamento.
Per i file wave preesistenti è suffi¬
ciente provvedere al resampling richia¬
mando il comando Convert Sample Ty-
pe dal menu Edit (fig. 1). settare la fre¬
quenza e quindi l'eventuale numero di
bit. Ovviamente la qualità della sintesi
non si innalzerà rispetto all’originale.
Per quanto invece riguarda le acquisi¬
zioni ex novo, la condizione qualitativa
può essere soddisfatta già al momento
dell'acquisizione, settando i parametri
preventivamente ed ottenendo cosi
una qualità già superiore a quella del
wave preesistente.
Disponendo di entrambi i tipi di file
(.wav e .raw), settati con i corretti para¬
metri qualitativi, sarà sufficiente aprire
la finestra del "Save As" ed in questa
selezionare la voce "MPEG (mp2, mpl,
mpg)" nel campo "Salva come:'. Auto¬
maticamente diventerà attivo il bottone
"Options'. Cuccandoci sopra si visualiz¬
zerà il pannello di settaggio denominato
‘MPEG Encoder Options" In questo,
com'è possibile notare osservando la fi¬
gura 2, sono compresi i campi di sele¬
zione di varie opzioni. Dal tipo di layer
(standard affermato è soprattutto il
Layer II), il tipo di controllo psicoacusti¬
stabiliti tra il data rate in
Kbit al secondo e i bit di campionamen¬
to. La lista consta di 10 preset stan¬
dard, compresi tra i rapporti di 32 Kbit/s
per 1.02 bit e di 192 Kbit/sec per 6,14
bit, e di 4 oversampling che vanno dai
224 Kbit/sec per 7,16 bit ai 384 Kbit/sec
per 12,28 bit di sampling.
Selezionato il rapporto desiderato
(una scelta da farsi in relazione al tipo di
riproduzione, off-line/on-line che si vuo¬
le poi realizzare) e dato l'ok, inizierà la
fase di conversione.
Andando ad una prima verifica (sco-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
281
«Jose Inuoc Robot - UNTI) LEO
w e* a*
Diesici | Tl
Avatotto Cownand:
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Chance io Gieyccde
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Imo®. I040 x 463 x 24bpp
Beve* |
Q<Mo
Movejjp
MoxeOcwo
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IO£l.
Figura 4 - Image Ro¬
bot Un esempio di un
effetto di distorsione
mandato in preview
prima di essere ese¬
guito con tutti gli altri
command presenti
nello script
Webf xlcnsiont loi Photoshop 1 04 (10 dayt loft |
«jnclionai inai vsrsion of WeBExlenslons fot Photoshop i 04 is intendea
fot 30 Oavs or svaiusoon use only After espiratton. you must instali a newerversion
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i « i *”■ I I »*• i
Figura 5 Ulead Web Exten-
sions. Per tutu gli image-pro-
cessor compatibili, un plug-in
per creare bottoni 3D, inserire
ombreggiature e realizzare
mappe interattiveI
Figura 6 - Un esempio di 'bot¬
tone' realizzato con le Web
Extensions
po: l'uso del formato .mp2 a basso bit¬
rate per il Web) abbiamo provveduto a
riconvertire due file wav-pcm Tali file
provenivano da una produzione per CD¬
ROM ed erano stati realizzati al meglio
dei 16 bit per 22,05 kHz in modalità mo¬
no. Nello specifico, il primo file, il
soundtrack di un ruscello, misurava 204
Kbyte per una durata di 5 secondi circa;
il secondo file, la sintesi di un recitato,
misurava a sua volta 1,07 Mbyte per 25
secondi di durata Procedendo alla ri¬
conversione in ,mp2, abbiamo settato,
dal pannello 'MPEG Encoder Options'
del filtro di Cool Edit. il rapporto più bas¬
so di Data-rate/Compression Ratio.
Questo è per la precisione pari a 32
kbit/sec per 1,02 bits/sample. Il proces¬
so di conversione si è quindi realizzato
rapidamente fornendoci, dei rispettivi fi¬
le originali, gli equivalenti mp2 che mi¬
suravano 19 Kbyte il primo e 98 Kbyte il
secondo. Un risultato interessantissi¬
mo, non solo per l'incredibile risparmio
di byte, quanto soprattutto per il mante¬
nimento della qualità. Questa, verificata
più che mai sul secondo file (quello del¬
la sintesi vocale) ci ha permesso di sta¬
bilire senza la benché minima riserva
che il file mp2 è il miglior file compres¬
so che si possa realizzare per bassi rate
di trasferimento. Appena 3,6 Kbyte/sec
(poco di più di una connessione da 28,8
Kbit/sec) per una qualità che né il Rea-
lAudio, né tantomeno il TrueSpeech so¬
no m grado di dare
Da ciò è possibile dedurre una serie
di interessanti conclusioni
- disponendo di connessioni da 33,6
Kbit/sec, un file mp2 può essere in teo¬
ria eseguito senza il bisogno delle tecni¬
che di streaming (verificheremo insie¬
me su C&Vweb n 6)
- realizzando file .mp2 con rapporti in¬
feriori di compressione, non solo viene
garantita la massima qualità alla riprodu¬
zione, ma anche il massimo risparmio di
spazio-disco. A riguardo, è possibile
teorizzare che, con un rapporto ideale di
80 Kbit/sec a 2.56 bit di campionamen¬
to, il risparmio di byte è pari a circa il
90% dello spazio-disco occupabile da
un wave equivalente.
Sia le varie versioni di Cool Edit che i
relativi MPEG-filter sono liberamente
scaricagli dall'URL: http://www.syntril-
lium.com.
Per quanto riguarda infine i risultati
del nostro laboratorio (sviluppatosi nella
conversione ed acquisizione di alcuni fi¬
le a diverse frequenze di campionamen
to e in tre-quattro preset di compressio¬
ne) l'appuntamento è sul numero 6 di
C&Vweb all'indirizzo di sempre:
htto://www.mclink n/n/mcm/cv-wetl
282
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Figura 7-GIF Smart Sa¬
ver al lavoro Sono evi¬
denziati i valori in KOyte
del file originale e di
Quello in lavorazione
con la riduzione ma¬
nuale del numero dei
colon
Phololmpact GIF SmaiISdvei eailhmo2 gii |1 x| ISO* 150 E1E3
Unccnwsssd ::500bHes
C«nci9s«edrj!Ì7 7 byles |V5 7^
<^|Q|l l|al^| Tj aj F Be*"» preview
GIF Opboru ColoiR**x)wn | Piocened Patelle
Smgolh [Nooe 3 Q<tw fciiiiuóòn 3
Paletto: joptrnced 3
Col**: [25 3 (16 256)
Save Ai.. | Canee! | tjdp 1 1 Ljgdt^jj -<|(jg|»-| E)
r^FlypciCam
SaoerAlea | Ho!Keys| AVI Fle| Somd| Lcerae|
Siatelo
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Slanciò
He^[24T
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Seted Regoe
SeleclWnòow
When Recaifcig: leave HypeiCam V/nòow Qpened
F* [coree HypeCan Wnòow lo thè T«k Bai
C Hìdg HypetCam Window
Esj:ca
Start
Play | £daJ» | Help | Ext
Figura 8 - HyperCarn II
pannello iniziale per il
serraggio dei parametri
di acquisizione audio-
video della 'telecamera
del desktop'
Image Robot batch
multiprocessor
A cosa serve un "batch multiproces-
sor" come l'Image Robot?
Supponiamo di avere un'immagme-ti-
po in standard JPEG (a 24 bit quindi) e
della misura di 320x240 pixel alla quale
ci necessita imporre:
- un resize a 240x180 con l'inserzione
di un bordino simmetrico di colore blu.
- la correzione della gamma cromati¬
ca.
- un effetto di deformazione prospet¬
tica verticale.
- la riduzione del numero di bitplane
per la conversione in GIF.
Se queste 4 differenti operazioni fos¬
sero eseguite, ad esempio, nell'ambien¬
te di PaintShop Pro. dovremmo operare
con quattro distinte fasi e manualmen¬
te. Con Image Robot, al contrario, pos¬
siamo svolgere le operazioni in un'unica
soluzione, su tutte le immagini che vo¬
gliamo (e quindi di qualsiasi formato cia¬
scuna sia) e in pieno automatismo.
La riduzione dei tempi di lavorazione
è evidente, come è evidente la pulizia
del lavoro e la sua ripetitività. Salvando
il batch creato potremo tornare ad usar¬
lo tutte le volte che ci servirà.
Il funzionamento di Image Robot è
estremamente semplice ed intuitivo e
possiamo rapidamente verificarlo osser¬
vando la figura 3. Com'è possibile nota¬
re, Image Robot si compone di tre ri¬
quadri di lavoro e di una serie di bottoni
di controllo.
Per iniziare un nuovo script basta co¬
minciare ad inserire i comandi nella fi¬
nestra Current Script procedendo alla
loro selezione dalla lista denominata
Available Commands ed aggiungendoli
ad uno ad uno cliccando sul bottone
Add Command To Script I comandi a
disposizione sono 56 e garantiscono ef¬
fetti di deformazione, equalizzazione, fil¬
traggio e bitplane-conversion.
Su ciascuno dei comandi selezionati
potremo ovviamente agire settando gli
specifici parametri per mezzo di un pan¬
nello di configurazione che si visualizza
premendo il bottone Edit. Settati i para¬
metri d'assegnare al primo comando e
verificatane la giusta incidenza sull'im¬
magine (tramite il bottone denominato
'Exec Cmd") potremo poi passare alla
selezione e l'inserimento nello script di
tutti i comandi successivi.
Una volta creato il batch-file sarà an¬
che possibile testarne la corretta ese¬
guibilità cliccando sul bottone Test
Script. Nella finestra di Preview posta in
basso a sinistra apparirà l'effetto finale
dell'insieme dì comandi operati su
un'immagine-campione.
Se tutto è ok, oltre a poter salvare il
batch-conversion file appena generato,
potremo finalmente dare inizio al pro¬
cesso di conversione premendo il bot¬
tone di Start.
A questo punto, al centro dello scher¬
mo, apparirà il requester Batch Process
Input File, dal quale sarà possibile sele¬
zionare i file delle immagini da proces¬
sare. Queste potranno essere selezio¬
nate in qualsiasi ordine siano elencate,
tenendo premuto il tasto CTRL e clic¬
cando con il bottone del mouse. Dieci,
cento oppure mille immagini che si pos¬
sa aver selezionato, queste verranno
trattate una dopo l'altra con lo script di
comandi inseriti nel campo Current
Script.
Ulead "Web
Extensions" plug-in
Gli altri ci mettono il loro raffinato
image-processor, l'Ulead vi aggiunge le
estensioni giuste (via plug-in) che met¬
tono in grado l'applicativo grafico di ge¬
nerare immagini, clip, effetti e mappatu¬
re per le pagine del Web.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
283
0
Alea) Hot Keyi AVI Fi. | Scred | Uom. |
AVI Fi. Naia-1 ^ x'*-' 11 a r.
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P flaconi S'>' ld
flaje c Fiamei pel Seccnd. Recoid [T ttajfcK* p-
E«y (rame ovmy [^i lume*.
Fiamo jcouxescion oAaMv p^- *
yideoCcnCMucr |Amo Seleci • StKf^y fle co mnendcd
Brame
Start Ree Slatf
-jCnepa* Codec ó Rodut
4 Intel lndto|R|V«fcoRi2
■art Virimi-
figura 9 - HyperCam II pannello per il
settaggio dei paiamolo video deno¬
minazione del file, inserzione della
componente sonora, numero di trame
aI secondo sia in acquisizione che in
riproduzione, valore del key-trame.
eoe
figura IO - HyperCam I
settaggi relativi alla com¬
ponente sonora acquisi¬
ta in sincrono
Rapidamente, con facilità e minima
spesa.
Gli effetti che le Web Extensions
mettono a disposizione sono i seguenti:
3D Buttons Da tale pannello è pos¬
sibile scegliere tre differenti plug-in: 3D
buttons, 3D text e 3D graphics effeets,
con l'ulteriore differenziazione a secon¬
da se l'oggetto da trattare è di forma
rettangolare oppure irregolare. Con un
po' di esperienza attraverso tali opzioni
è possibile generare bottoni e banner.
Backgrounds Per creare sfondi da
impiegare nelle pagine Web.
OneStep Drop Shadows Per ag¬
giungere rapidamente delle ombre a se¬
lezioni di testo e di oggetti di forma irre¬
golare Questo effetto permette di ave¬
re sempre la preview in tempo reale ad
ogni intervento si faccia sui parametri.
Dalla trasparenza alla direzione imposta,
alla consistenza (blending) del bordo ed
ai colori d'assegnare alla sfumatura del¬
l'ombreggiatura
Frames and Shadow Con tale ef¬
fetto e possibile ag¬
giungere dei riqua¬
dri di forma rettan¬
golare all'oggetto
selezionato, usando
sia dei colori solidi
che delle sfumature e delle texture.
Image Map Tags Altra notevole ca¬
ratteristica delle Web Extensions che
chi acquista il plug-in della Ulead si ritro¬
va a poter utilizzare dal proprio image-
processor è senz'altro quella della ge¬
nerazione di mappe. Con tale opzione è
possibile settare delle selezioni di aree
ed assegnare a queste le coordinate di
riferimento, client-side, sia in modalità
CERN che NCSA Oltre a ciò è ovvia¬
mente possibile aggiungere gli indirizza¬
Figura 11 - Il file di
prova realizzalo da
HyperCam e riprodot¬
to dall 1 Acme Movie
menti alle URL, copiare il codice cosi
generato e, tramite il paste della clip-
board, inserirlo all'interno di una pagina
HTML in lavorazione nel nostro Web-
editor.
La versione da noi provata è libera¬
mente utilizzabile per un periodo di 30
giorni, mentre la versione integrale è
acquistabile a 50 dollari circa.
Un'ultima nota: le Web Extensions
per funzionare correttamente necessita¬
no della preventiva installazione delle li¬
brerie dinamiche MSVCRT20.DLL e
MSVCRT40.DLL. Al momento di fare il
download delle Web Extensions dal sito
di Ulead ricordatevi di scaricare anche
lo zip che contiene queste due librerie.
Photolmpact
SmartSaver GIF
Sappiamo benissimo quanto pesano,
e di conseguenza possono rallentare il
caricamento, le immagini che si immet¬
tono all’interno delle pagine HTML II
problema, anche con i formati a piu alta
compressione, come lo sono GIF e
JPEG, è nella palette. Nell'abbondanza
di informazioni cromatiche, spesso ri¬
dondanti e poco significative. Per prov¬
vedere ad una migliore ottimizzazione
delle loro caratteristiche solitamente si
ricorre all'utilizzo delle pur ottime fun¬
zioni di riduzione cromatica comprese
nei menu degli image-processor utilizza¬
ti, ma il procedimento impiegato è sem¬
pre empirico e basato solo ed esclusiva-
mente su di una riduzione numerica dei
colori.
Per risolvere definitivamente il proble¬
ma proponiamo un'utility tanto sempli¬
ce quanto efficace. Lo SmartSaver di
Ulead
Sempre appartenente all'interessan¬
tissima serie "Photolmpact’ (composta
oltre che dallo SmartSaver e dalle Web
Extensions, anche da un image-proces¬
sor e da un generatore di GIF animate)
lo SmartSaver punta all’ottimizzazione
delle immagini (rigorosamente in forma¬
to GIF e JPEG) facendo procedere l’u¬
tente in maniera graduale (anche ridu-
cendo un colore per volta).
L'operatività, del tutto manuale, viene
seguita passo passo attraverso la visua¬
lizzazione di un doppio display nel qua¬
le, in piena modalità WYSIWYG, appaio¬
no sia l'immagine originale che la sua
versione trattata. Sul bordo dei due di¬
splay sono inoltre segnalati il preceden¬
te quantitativo di byte dell'immagine
originale e quello dell'immagine in lavo¬
razione e che, via via, varia con il dimi-
284
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
NET TOOB™ SO r ani
Player
ideo Piover Modale
:bck on ih» U«nt thd ytw wouJd hit «plmwd i
ideo Piover Controls PUu* ehclr
Se re e n Saver Modale iPWm d*ck
System
Monitor
ir NEI IOOB Slream »3 0 MASTER CONTROL
nuire del numero dei colori. Si osservi a
riguardo la figura 7.
Sarà quindi il nostro occhio, sia osser¬
vando le due immagini sul display che il
quantitativo di Kbyte in riduzione, a sta¬
bilire fin dove è possibile spingere la ri¬
duzione cromatica senza che vengano a
deteriorarsi i particolari cromatici.
Photolmpact SmartSaver 'Trial ver-
sion' è scaricarle (dal sito
innpy/www.uieaa.còml e distribuibile li¬
beramente. L'utilizzo è comunque limi¬
tato a soli trenta giorni dalla prima ese¬
cuzione.
HyperCam:
la telecamera
del desktop
HyperCam, è uno ‘screen movie cap-
ture‘ Cioè un applicativo in grado di cat¬
turare l'azione che si svolge in un'area
(precedentemente delimitata con un se¬
lettore) del desktop di Windows 95/NT.
Lanciato in registrazione. HyperCam
può quindi ricavare, con un determinato
numero di frame al secondo, il file AVI
dell'azione svolta. Unitamente alla cat¬
tura dello schermo, HyperCam è abilita¬
rle anche alla cattura sincronizzata di
un commento microfonico.
Come possiamo vedere osservando
la figura 8, l'applicazione si presenta co¬
me un pannello dotato di richiami a lin¬
guette. In quello denominato Screen
Area è possibile settare la regione di
schermo desiderata oppure una specifi¬
ca finestra.
Sia che si selezioni Select Region che
Select Window, automaticamente si at¬
tiverà un selettore a croce che taglia
tutto lo schermo, con il quale saremo
invitati a delimitare la zona da riprende¬
re.
Una volta dimensionata la zona dello
schermo da riprendere dinamicamente
è quindi possibile passare, dopo aver
selezionato la linguetta 'AVI File', all'as¬
segnazione dei parametri del file AVI.
In questo pannello, com'è possibile
vedere osservando la figura 9. è possi¬
bile inserire il nome del file, assegnare
la path, attivare o meno la registrazione
della componente sonora e quindi set-
tare i valori relativi al rate in frame al se¬
condo (fps), il controllo del key-frame, la
qualità di compressione e l'eventuale
scelta del compressore video. Per que-
st'ultima comunque è lo stesso applica¬
tivo ad avvisarci che è preferibile la fun¬
zione Auto Select. Con tale funzione di¬
fatti sarà lo stesso HyperCam a sceglie-
Figuia 12 - Personal AVI
Editor: l'alternativa ad
Adobe Premiere al lavo-
rol
Figura 13 - L’insieme
dei controlli di Net
Toob
Play ^
Select tr
Media Fllet-7
Media File le nettoob.mlS
Test ^
Slream ^
Slream ^
Options ^
<- Streaming Controls
re il codec più adatto per soddisfare, in
base ai settaggi da noi imposti, la mi¬
gliore eseguibilità del file AVI.
Il programmino segnala comunque
che. per ottenere le migliori performan¬
ce, è consigliato il settaggio di una riso¬
luzione grafica temporanea di soli 8 bit
In tali condizioni, l'HyperCam è in teoria
capace di catturare 10 fotogrammi al
secondo da una zona attiva pari a
640x480 pixel. A 16 bit ci viene segna¬
lato che HyperCam è in grado di cattu¬
rare schermi da 320x240 a 5 fotogram¬
mi al secondo.
Riprendendo il nostro step-by-step,
una volta settato il tipo di compressore,
se abbiamo l'intenzione di registrare an¬
che la componente sonora, dovremo
necessariamente portarci sul pannello
Sound e qui settare sia la risoluzione
che la frequenza di campionamento (fig.
10 )
Fatto ciò. dalla pulsantiera che appare
sempre in primo piano nella parte bassa
del pannello, potremo cliccare sul botto¬
ne play ed iniziare la registrazione delle
azioni che avverranno nella zona di
schermo selezionata precedentemente.
Assegnato nel pannello Hot Keys, lo
stop ad un tasto qualsiasi (ad esempio
l'ESC). quando riterremo sufficiente la
ripresa in diretta degli eventi prodotti
sullo schermo, potremo fermare la regi¬
strazione.
Premendo il tasto Play, potremo subi¬
to verificare la riuscita della registrazio¬
ne. Sempre nella figura 10 possiamo
notare uno stop-frame dell'ActiveMo-
Select rt
Media Fllet-7
Media File is nettoob.m15
Playback _
Location .
Start A«erpMlnute(8| "fj
Sound Once |oM|tft j Screen Saver | ^orr|
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
285
1
.Stream Options and Controls
Stream Options Control Panel iflu» tiri on U* in >u yoo««u u. «rimai 1
Figura 14 - Nel Toob II
pannello per sellare i
paramele relativi alla
1 •“ NEI IOUB Stieaa Uplions Conliol Panel
nao
connessione per fruire
1 Dita Rate
dello streaming-softwa -
T 9800 bps
T 56 Kbps (ISDN-A)
r 512 Kbps
C 14.400 bps
r 128 Kbps PSDN-B)
C 1.024 Kbps
IS 28.800 bps
r 258 Kbps
C 1,536 Kbps (T-'l
Video Sire
Play Video
Video Mode
<• x 1 (Bect Quality)
G On Web Page
S Colo.
x 2 (Normal Quality)
r In External Window
C Biadi *WhHe
C Custom Sire *|i"^
| QK || Advanced |
Qefault | Concel |
vie. sulla prima registrazione di prova da
noi effettuata. Per ciò che concerne la
qualità di registrazione, segnaliamo che
alcune 'prove in libertà', comprensive di
commento microfonico, le presentere¬
mo su C&Vweb n. 6.
HyperCam è un'applicazione sha¬
reware per la registrazione della quale
sono necessari trenta dollari. L'unica
differenza tra la versione registrata e
quella non-registrata è che quest'ultima
realizza i file AVI imponendo in alto una
barra con la scritta 'Unregistered Hyper¬
Cam'. La registrazione, cosi come il
download della versione shareware,
possono essere effettuati all’indirizzo:
ntto //www hypenorrcs.corri/]
Personal AVI Editor
Per quanto riguarda il Personal AVI
Editor, più che le parole contano le im¬
magini. Le sue caratteristiche difetti so¬
no tutte visibili, sotto forma di controlli
iconici, sullo sheet di lavoro. Uno sheet
di lavoro che osservando la figura 1 2 si
mostra particolarmente denso di opzio¬
ni e controlli C'è tutto, dalla 'Project
Window' per caricare i contributi media¬
li (avi, wav e bmp) alla finestra degli ef¬
fetti (di transizione, di chromakeying, di
titolazione e persino di mixing audio) ed
alla finestra 'Information Window' sulla
quale vengono settati e rifiniti i tempi di
sincronizzazione. Sopra queste tre fine¬
stre operative lo sheet con le tracce a
disposizione una per il video e l'altra
per l'audio. Un piccolo, ma efficiente
editor digitale che riprende tutte le ca¬
ratteristiche di Premiere e le riduce di
scala Personal AVI Editor costa 50 dol¬
lari (la ventesima parte di Premiere!)
funziona in maniera
stabile ed oltre al
modulo di editing è
anche fornito di
quello di cattura La
versione shareware
può essere provata per trenta giorni,
quindi va effettuata la relativa registra¬
zione presso la FlickerFree Multimedia
Products Fhitp:7/www.f1iclc'eirtèe. corri] .
Net Toob: il
"mediastreamer"
Net Toob Stream, cosi come segnala¬
to nella lista di presentazione, 6 un
software di controllo per la generazione
dello streaming di file audio e video in
formato MPEG-1. AVI, MOV. FLC/FLI,
WAV, MIDI e QuickTime VR Capacità
questa che vi invito a verificare diretta-
mente sul Web navigando su C&Vweb
n 6. La specificità di Net Toob è che lo
streaming viene realizzato senza ricorre¬
re al controllo via server e quindi, così
com'è ad esempio per il TrueSpeech
Player, delegando al singolo sito Web la
capacità di gestire gli accessi ed i flussi.
La sw-house che l'ha realizzato, la Du-
plexx nnitp:;/www.aupiexx comi ne ga¬
rantisce il corretto funzionamento an¬
che con connessioni lente quali quelle
effettuate con modem da 28,8 Kbit/sec.
Altra caratteristica interessante di Net
Toob è quella di essere in grado di de-
Ufi IOUB Slieam v3 ? MuHimrifc.) Pljyr,
Figura 15 - Net Toob
Il player mentre ese¬
gue Iancora oll-lmel
un file mpg
m
—1< | PLAYING
m®
terminare automaticamente la banda
passante a disposizione del Client e di
provvedere quindi alle prestazioni mi¬
gliori dello streaming in relazione a tale
banda.
Dal punto di vista dei controlli a dispo¬
sizione (fig. 131 Net Toob si mostra par¬
ticolarmente dotato. Tra i controlli più o
meno consueti, spiccano comunque il
bottone Stream Options e quello dello
Screen Saver Nel primo caso si tratta
dei controlli supplementari per meglio
adeguare la riproduzione dello strea¬
ming (vedi fig. 14), nel secondo caso,
cliccando sul bottone Screen Saver, si
attiva la funzionalità di Net Toob per il
salvataggio del file da riprodurre, men¬
tre la navigazione si sposta verso altre
pagine link dopo link!
In figura, come si faceva notare
poc'anzi, possiamo vedere tutti i con¬
trolli relativi al flusso dei dati che il no¬
stro sistema è in grado di supportare e
di conseguenza quali saranno i parame¬
tri qualitativi delle riproduzioni in strea¬
ming. Ciò è interessante, giacché ad
una connessione precedentemente set¬
tata alla quale non corrisponde un buon
streaming, è possibile apportare delle
modifiche appropriate di volta in volta
che si generi il collegamento.
In figura 15, infine, possiamo notare il
player mentre, ancora off-line, riproduce
un file MPEG di prova. La fila dei con¬
trolli. oltre che essere corredata dai tra¬
dizionali Play. Stop, FF/Rewmd, dispone
anche del livello dell'audio, del replay e
della funzione zoom per l'ingrandimento
del display.
Conclusioni
Un filtro MPEG raffinatissimo da uti¬
lizzare con un altrettanto raffinatissimo
audio editor Un processore-convertito¬
re di immagini multifunzionale e quindi
un insieme dì plug-in per l'estensibilità
verso le specifiche del Web da utilizzare
con il nostro image-processor preferito.
Un applicativo per catturare tutto quan¬
to si produce sul desktop di Windows
trasformandolo in normalissimi file Avi
che. magari, possiamo pure rieditare
sullo sheet di lavoro del Personal AVI
Editor. Infine, un ottimizzatore di GIF
Ultimo, ma non ultimo, lo streaming-
software, un eccellente player a flusso
continuo buono per il Web. ma anche
per le riproduzioni off-line. Totale, sette,
piccoli gioielli tirati giù dal Web. che
possono soddisfare qualsiasi attività
creativa. Dalla pura sperimentazione al¬
l'effettiva applicazione.
286
MCmicrocomputer n. 174- giugno 1997
com/64tt)
Sound BUfttvr, Crtativ* Ub» o il logo Cr*«tiv* tono marchi regir
30 Potiiional Audio • Soundfont sono marchi registrati di E mù
Tutte le altre marche e i nomi di prodotti citati tono marchi dcpa
; <>4
CREATIVI!
CREATIVE LABS
Per saperne di più, visitate il nostro
"Creative Zone" su internet
di Creative Technology Ltd
Ine
i appartengono al rispettivi proprietari.
la barriera del
suono..
Slntetaatora EMU8000
Creative WavaSynth/WG
Uscita digitale SP/EIF
Uscite RCA placcete in oro
RAM onboard
AWE64 Standard
512KB
(espandibili • 24MB)
AWE64 Gold
Irappono ieonal«rurnore -120 db)
Si
Irappono seonsla'njmora -90 db)
4MB
(espandibili ■ 28MB)
Vi presentiamo Sound Blaster AWE64 Standard e AWE64 Gold:
le schede sonore che sognavano gli appassionati
di audio e i musicisti sono finalmente a portata di mano.
E di portafoglio!
Nel 1989 Creative Labs ha creato lo standard di riferimento nel
mondo delle schede audio per PC. Fin da allora Sound Blaster
è stato sinonimo della tecnologia più avanzata.
La nostra ultima nata, la straordinaria Sound Blaster AWE64 Gold,
vi offre audio realistico a 64 voci contemporanee e incredibili
sonorità strumentali finora disponibili solo nei migliori sistemi
professionali. E tutto attraverso una singola porta MIDI!
AWE64 Gold vi dà una riproduzione sonora impareggiabile, e
vi permette di sfruttare le più avanzate tecnologie audio come
SoundFont 5 2.0 e E-mu’ 3D Positional Audio. Per un periodo
limitato, la AWE64 Gold includerà Cubasis Audio della
Steinberg, software per l'editing musicale in tempo reale e per
la registrazione di audio digitale.
Se invece siete un musicista in boccio, o se per voi il gioco è
una cosa saria, Sound Blaster AWE64 Standard vi darà il più
incredibile realismo superando la barriera delle 32 voci. E in più
potrete godere di stupefacenti effetti sonori.
Sia la AWE64 Gold che la AWE64 Standard sono pienamente
compatibili con gli altri prodotti Sound Blaster.
a cura di Massimo Truscelli
MPEG-1 Layer 3
alla scoperta dell'audio ad alta fedeltà
A volte ritornano. Dopo aver smesso di occuparci di MPEG, almeno
per un certo periodo, ed aver sempre focalizzato il discorso sulla
sua natura prettamente "video" e solo di riflesso audio, questa volta
è d'obbligo concedere una rivincita proprio all'audio. L'MPEG-1
Layer 3 è (sembra) quanto di meglio si possa ottenere, sia in termini
di flusso che di qualità intrinseca
per la riproduzione sonora
multimediale di elevata qualità.
Provare per credere.
di Massimo Novelli
ISO/MPEG Audio
Quanti MPEG
esistono?
La domanda non è casuale; infatti, al¬
lo stato delle cose, e nelle sue varianti,
lo standard MPEG gode di una certa va¬
rietà di versioni, sia per ciò che riguarda
la componente audio che quella video.
Di conseguenza diverse sono le caratte¬
ristiche riguardanti le capacità di flusso
ed i parametri-base, ma tutto sommato,
le "feature" delle diverse "release" pos¬
sono essere sintetizzate in una sempli¬
ce elencazione.
MPEG-1 - ’Codmg of moving pictures
and associated audio for digitai Storage
at up to about 1.5 Mbit/sec".
MPEG-2 - "Generic coding of moving
pictures and associated audio informa¬
tico"
MPEG-3 - In origine pianificato per ap¬
plicazioni broadcast TV, ora fuso nelle
specifiche MPEG-2.
MPEG-4 - "Coding of audio-visual
object".
Come avete visto, abbiamo adottato
le definizioni rigorosamente originali per
consentire anche una più precisa ricer¬
ca di informazioni, magari via Internet.
A seguire, non mancano una serie di
sotto-insiemi, sia nell’MPEG-1 che nel-
l'MPEG-2, e che per dovere di cronaca
vorremmo riportare sia per chiarire be¬
ne ciò di cui parliamo, sia per comple¬
tezza, anche non solo didattica.
MPEG-1
ISO-11172-1 "System", descrive la sin¬
cronizzazione ed il multiplexing dei se¬
gnali audio e video.
ISO-11172-2 "Video", descrive la com¬
pressione del segnale video e la scansio¬
ne dello stesso (principalmente riguardo
a produzioni Video-on-CD).
ISO 11172-3 "Audio", descrive una fa¬
miglia di codec audio generica, con tre
membri gerarchicamente compatibili
(chiamati Layer-1, Layer-2 e layer-3).
ISO 11172-4 "Compliance Testing", de¬
scrive le procedure per determinare le
caratteristiche dei flussi codificati, il pro¬
cesso di decodifica e parametri di test
per la compatibilità con altri sistemi
DTR 11172-5 "Software Simulation",
rapporto tecnico sulla completa imple¬
mentazione software delle prime tre par¬
ti dell'MPEG-1.
L'MPEG-2 consiste invece di nove par¬
ti, alcune già standard dal 1994, ed altre
a differenti livelli di completamento.
MPEG-2
ISO-13818-1 "System", descrive la
sincronizzazione ed il multiplexing dei
segnali audio e video; è anche uno stan¬
dard adottato dalla ITU-T come "H.222"
288
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Il sommano schema a
blocchi di un encoder
ISO-MPEG-1 Audio,
mappatura dei dati,
quantizsazione e codifi¬
ca con aggiunta di un
modello psicoacustico,
impacchettamento dei
dati in trame
PCM lutilo a irci*
c*t»u»*«oauc
" noi»
H m»*» Lfc
«rdcodmg
n
00111714 «io4«
«*O3«0
tuthfitm
> VlKH IflptCfctl'G I
'«fiMl'lt ‘O*
H 1 '"’® 1 * I
fmpoino T
ooni7f-j
.0-0 tir? «»i«
Il sommario schema a
blocchi di un decoder ISO-
MPEG-1 Audio, lo ‘spac-
cliettamento' dei dati, la lo¬
ro ricostruzione spettrale,
la mappatura inversa.
Per produrre <He mp3
da sorgenti ,vav non
c'É niente di meglio
che tornirci della mas¬
sima qualità originale,
un ambiente di cattura
dati da CD audio è
quello che occorre In
questo caso stiamo
usandone uno tra i mi¬
gliori. Il CD Wors
EHi
WMIH
SSSÌS
ssss
1* M M M tl M •: M
(I M UN U ti U ftl
«HUUUH
EKnSErr
o n li n o n
Bff OlTOff
c» rr m n is n
tì rr mn u ir
il " C " "
onnnun
k rr ti rr r« ir
rr. rr ri ir nt n
u n n rr c rr
n rr c< fT o rr
nrrannrr
u rr n ir b n
urrniriiir.
n. ir u rr fi rr r _
ERBSBRfc £
io ii n ir n n li ^
ri ir li rr n rr w ►
rtmrrrr rri.
SBLSrìSE
re rr u rr m ■
nrrwrrni __
u ir u rr n ir '/ ir ri ir m rr ri rr u ii
rv rr rr ri rr n n ir :ì n r< rr :i rr
ri rr r: rr tr rr c: ir p n m rr a rr rr
n ir m ir n ir k rr o ir » rr o rr u ir
i» ir w ir o ir di rr ri ir w rr n rr n ir
nrTurrriiTMrrr. rrurrnrrurr
n rr it rr r» ir a n n ir « n r n ir rr
r« rr ie rr ri rr urr ri rr » rrorr mt
ISO-13818-2 ‘Video’, descrive un ge¬
nerico tool set di codifica video, con
supporto della scansione interlacciata;
è anche uno standard adottato dalla
ITU-T come 'H.262'
ISO-13818-3 ‘Audio’, descrive un'e¬
stensione ’backward’ compatibile del-
l'MPEG-1 per codifiche audio multi-
channel (surround, multilingual) ed una
estensione 'no backward’ compatibile a
bassi ’sample rate', adatta a supportare
applicazioni sonore con limitate richie¬
ste di larghezza di banda.
ISO-13818-4 ’Conformance Testing’,
descrive le procedure per determinare
le caratteristiche dei flussi codificati, il
processo di decodifica e parametri di
test per la compatibilità con altri siste¬
mi
DTR-13818-5 ‘Software Simulalion’,
rapporto tecnico sulla completa imple¬
mentazione software delle prime tre
parti dell'MPEG-2.
ISO-13818-6 "System Extension - Di¬
gital Storage Media Command and
Control (DSM-CC)’. descrive un set di
protocolli per applicazioni client-server
CD-I3818-7 'Audio, No-Backward-
compatible (NBC) coding', descrive più
evoluti schemi di codifica audio per se¬
gnali mono, stereo e multichannel.
13818-8 "Video, extension to 10-bit
input sample'. è stato cancellato dal
sotto-insieme, a causa dell’insufficiente
interesse, dal gruppo di lavoro.
ISO 13818-9 'Real time interface spe-
cification for low-jitter applications', de¬
finisce le costanti di tempo per lo svi¬
luppo di 'trasporti' reai lime dei flussi
MPEG-2.
WD-13818-10 'Conformance exten¬
sion - DSM-CC', descrive aggiunte all'l-
SO-13818-4 perii DSM-CC.
Dopo questa sintetica descrizione
delle specifiche MPEG, ciò di cui ci oc¬
cuperemo riguarda la compressione au¬
dio MPEG-1. come componente base
di un flusso di dati, e non a completa¬
mento di quella video.
Senza una riduzione dei dati, come
tutti sappiamo, i segnali audio digitali
consistono tipicamente di campioni a
16 bit registrati a più del doppio della
comune larghezza di banda audio (per
esempio a 44.1 KHz per i compact di-
sc). che, alla fine, hanno flussi di circa
1,4 MBit per ogni secondo di musica
stereo in qualità CD. Una quantità diffi¬
cile da trattare per tutta una serie di
motivi che non torneremo a dire visto
che ne abbiamo già ampiamente di¬
scusso su queste pagine.
Il comitato dedito all’MPEG-1. quindi,
ha scelto di raccomandare tre metodi di
compressione di una sorgente sonora,
nominandoli Audio Layer 1. Layer 2 e
Layer 3. Il primo è il più semplice: è un
codec sub-band aggiunto ad un model¬
lo psicoacustico, il secondo consta di
piu sofisticate tecniche di 'bit allocation'
ed una più grande accuratezza, il terzo
si delinea aggiungendo filtraggi di tipo
ibrido e quantizzaziom non-uniformi, co-
difiche Huffman, una più alta risoluzio¬
ne in frequenza (almeno 15-20 volte) e
tecniche di 'bit reservoir". I tre layer so¬
no quindi, dal primo all'ultimo, in ordine
di qualità, livello di compressione e in-
Qualità
banda
modo
bitrate
riduzione
telefonica
2,5 KHz
mono
8 Kbps
96:1
onde corte
4,5 KHz
mono
16 Kbps
48:1
radio AM
7.5 KHz
mono
32 Kbps
24:1
radio FM
11 KHz
stereo
56 .64 Kbps
26.24:1
simile CD
15 KHz
stereo
96 Kbps
16:1
CD
>15 KHz
stereo
112.. 128 Kbps
14 .12:1
Nota:
128 Kbps
= 15,6 KByte/sec; 96 Kbps =11,7 KByte/sec;
64 Kbps =
7,8 KByte/sec; 32 Kbps = 3,9 KByte/sec,
16 Kbps =
2,0 KByte/sec; 8 Kbps
= 7 KByte/sec.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
289
cremento della complessità e delle ri¬
sorse necessarie al trattamento dei se¬
gnali. Per quanto riguarda i decoder, le
specifiche dettano una necessaria ed
ovvia compatibilità all'indietro, dall'uno
all'altro.
Usando codifiche MPEG, potremo
"decimare' opportunamente, con tutta
una serie di validi criteri, i flussi lineari
generati dalle sorgenti digitali Un
esempio fra tutti proprio il flusso speci¬
fico dei compact disc. con il quale si
può giungere ad ottenere fattori di ridu¬
zione da 110 fino ad 1 24 e mantenere
Un alno ambilo di cat¬
tura bav CD audio e lo
splendido CO Crab
Pro loi Windows che
permette di catturare
molto facilmente i dall
audio, facilitati anche
dalla splendida inter¬
faccia grafica
una qualità sonora che è ancora signifi¬
cativamente migliore di quella che si
otterrebbe solo riducendo il sampling
rate e la risoluzione dei campioni in
esame
Tutto ciò è realizzato mediante tecni¬
che di "codifiche percettuali'. che ade¬
guano la percezione delle onde sonore
alle possibilità dell'orecchio umano,
Usando IMPEG Audio si possono
avere, per esempio, riduzioni di data ra¬
te nei termini (a partire dal flusso linea¬
re 16 bit, ossia a 1400 Kbps) illustrati di
seguito:
1:4 Layer 1 (flussi a 384 Kbps stereo)
1:6/1:8 Layer 2 (flussi a 256..192 Kbps stereo)
1:10/112 Layer 3 (flussi a 128..112 Kbps stereo)
Il IlIpTech Visual En-
coder è un ambiente
che si lega in modo
snello ai 'L3ENC' del
Fraunhofer Institut,
governandone grafica¬
mente il suo funziona-
mento, con opzioni e
parametri
Con questi valori è ancora possibile
mantenere una qualità paragonabile a
quella dei CD audio.
Esasperando gli effetti stereo e limi¬
tando la larghezza di banda, gli schemi
di codifica possono ottenere un'accet¬
tabile qualità audio anche a p ù bassi bit
rate II Layer 3 è il piu potente membro
della famiglia, proprio dedito alla mag¬
giore riduzione del bit rate con un dato
livello qualitativo in riproduzione, se vo¬
gliamo. stabilito un certo bit rate è in
grado di fornire la più alta qualità rispet¬
to ad altri codec audio,
Le performance tipiche di un codec
Layer 3 possono essere riassunte, met¬
tendo insieme le voci principali, così
come potete vedere nella tabella pub¬
blicata in queste pagine
Si può notare che anche a bit-rate di
soli 50-60 Kbps avremo a disposizione
una qualità audio più che dignitosa,
senza apparenti pesanti "artifacts" e
con una notevole riduzione di dimen¬
sioni dall'originale.
Ma quali sono le tecniche che per¬
mettono di ottenere simili risultati? An¬
diamo a vedere le vane fasi di codifi¬
ca/decodifica.
Encoder e decoder
Fermo restando, come dicevamo,
che la potenza necessaria ad una codi¬
fica reai time di flussi Layer 3 necessita
di hardware molto veloce, dell'ordine
dei 20 MIPS per canale; molte sono le
case dedite allo sviluppo di hw specifi¬
co, come: Telos (Zephir) con tecnologia
Audioactive. Dialogò AVT, CCS. Abbia¬
mo a disposizione, a titolo sperimenta¬
le (e non in reai time). anche una serie
di programmi (encoder più decoder)
sviluppata dal Fraunhofer Institut Inte-
grierte Schaltungen di Erlangen, in quel
di Germania, serissima istituzione che
• «•a»» SCORCE»*
P Ir*» •#UU1CK
— 1 I
L'MP3 FrontEnd, offre
una interfaccia grafica
con molte piu possibi¬
lità rispetto a " L3ENC '
In un solo ambiente
avviene la codifica, la
decodifica e la cattura
dati CD audio median¬
te interfaccia con CO¬
DA, semplice program¬
ma di cattura
290
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Continuando negli
esempi, questo Arìes
MP3 Manager olire an¬
eli esso le solite cose,
con in più possibilità di
playback file mp3 e
midi,
coder (per il momento DOS il primo.
DOS e Windows il secondo) adatto a
sperimentare, produrre, file compatibili
MPEG-1 Layer 3. I file corrispondenti
ai programmi in questione (reperibili al¬
l’indirizzo [nTT£]77wwwTis7nci]cIH sono
L3ENC.EXE, L3DEC.EXE e WinPIay 2.0
player Layer 3 e corrispondono a pro¬
grammi di tipo shareware, ragione per
la quale, per l'encoder. non è possibile
impiegare tutti i data rate consentiti.
Come al solito, con il programma regi¬
strato è possibile impiegare ogni cop¬
pia di valori data rate, le modalità ste¬
reo o mono, eseguire scelte riguardan¬
ti flusso ed altre impostazioni.
L'impiego del software è semplice, a
corredo esiste un'ampia documenta¬
zione. ed il loro intervento è sufficien¬
temente rapido, anche se dipende for¬
temente dall'unità impiegata nelle va¬
rie fasi. Il WinPIay 2.0 è, attualmente, il
solo vero decoder reai Urne di flussi
Layer 3 ed il suo impiego è quanto di
più immediato si possa auspicare. Ba¬
sta caricare un file MPEG perché im¬
mediatamente ne parta il playback Se
volete occuparvi di MPEG Layer 3, vi
consiglio di partire proprio da queste
voci, anche se una certosina ricerca
sulla rete vi potrà fornire almeno un'al¬
tra decina di programmi che hanno a
che fare con l'MPEG Layer 3, per
esempio, partendo proprio dall'indiriz¬
zo fitrpV/www mpeg orgl
più di ogni altra ha contribuito allo svi¬
luppo delle caratteristiche MPEG-1
Layer 3.
tornando ad occuparci delle varie fasi
di trattamento del segnale, nello sche¬
ma a blocchi dell'encoder si può notare
una prima "mappatura" dei dati, nel do¬
minio della frequenza, ottenuta con
banchi di filtri di tipo polifase ed inte¬
grata dalla quantizzazione e la codifica
mediante modelli psicoacustici (per eli¬
minare le consuete ampie ridondanze
nel segnale). Il tutto è convertito in "tra¬
me" successivamente impacchettati in
ordine (ferme restandone le differenze,
il processo è simile al trattamento del
video MPEG), ai quali si potranno poi
aggiungere altri dati ausiliari. Infatti, il
sistema di codifica divide lo spettro del¬
le frequenze in 32 sub-bande ed appli¬
ca filtri di tipo FFT in parallelo con il mo¬
dello psicoacustico definito L'encoder
usa tali componenti spettrali come
informazioni aggiunte alla codifica, al fi¬
ne di ottenere una più alta risoluzione
alle basse frequenze, dove l'orecchio
umano è più sensibile.
Il decoder, invece, molto più semplice
e di facile implementazione, esegue il
procedimento inverso, dallo "spacchetta-
mento" (demultiplex) dei trame (con l'e¬
strazione degli eventuali dati ausiliari), al¬
la ricostruzione della trama sonora quan¬
tizzata, alla mappatura dei dati.
Come dicevamo, una codifica
hardware reai time ha ancora una diffu¬
sione ridotta ed un costo elevato che
la rende adatta esclusivamente agli ad¬
detti ai lavori. Via Internet, e proprio al
Fraunhofer Institut, è reperibile una
versione software (peraltro per più
piattaforme hardware) di encoder e de-
Win Encodc Hf"] E3
Brtrete
r 128.000
r iizooc
r 96.000
r 64.000
r 56,000
a 32.000
r 24.000
r i6,ooo
r 8.000
Comma*) «olio L3enc
llenc ctalgnbynvi.inv mv ctcdpwipniva iov np3 «
Ma a chi può
interessare?
Se solo pensiamo alla ridotta larghez¬
za di banda della quale necessita, pur
rimanendo di ottima qualità sonora, po¬
tremmo dire senza smentite che l'M-
PEG Layer 3 potrebbe interessare qual¬
siasi applicazione legata all'obbligo di
impiego di canali di trasporto a capacità
limitata, vuoi in tempo reale che in dif¬
ferita, per ottimizzare archivi sonori o
per fornire audio di ottima qualità in
ambiti broadcast, LAN, ecc. Ed il di¬
scorso non poteva non cadere sul suo
utilizzo all'interno di Internet, laddove
già decine e decine di siti hanno in es¬
sere materiale Layer 3, sia per trasmis¬
sioni reai time di materiale audio infor¬
mativo. sia come archivio di produzioni
commerciali (e non) in tale formato. An¬
che qui, basta pro¬
durre una ricerca
con chiavi come
"mp3", "Layer 3".
"MPEG-1 Layer 3" e
varianti, per ottene-
Aboul
Il Win Encode. inve¬
ce. olire lo stretto
necessario, ma con
una buona scelta di
parametri,
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
291
re una miriade di siti, tra ortodossi e
non (al limite dell'infrazione dei diritti di
copyright), che vi potranno fornire tutte
le informazioni del caso.
Ma se ambiti di tipo consumer da
gente della rete') ne stanno proponen¬
do a forza la sua adozione, in campo
broadcast radio, MPEG Layer 3 è già
una realtà consolidata: molti collega-
menti ISDN tra enti radiotelevisivi av¬
vengono in tale standard, altrettanto
per i link audio tra sedi diverse, link tra
postazioni mobili sul campo e gli studi
a»;i q| > ■>■»! «I * ^aal sii *»| n-
n— r ■- — r V M r i'lwi‘ 1 ,
- N, Tnj ir-'.-
CLAOTCUtf'J - -No Ta* Irto-
1 -I.I-I
—3
111,11 IIMIHI Il'M
LEOXEP.MPJ Na Ta* irle
iKm.un- KvT.| :rJ>
SPCTTMEPS- -NjTo* i',!.-
StOT3«M- -NaTajlria.
1 M
r. km
r Mai-»».»—
V loe fvz
«M * Hk
r Mrf ri*
r hM
r **"*
avi».
« IVutki
r ima a»-
VMUUM»
LU
-n-iTi-m-i-i
Lo Studio 3. sofisticato
■playlist organze!’ per¬
mette il playback di
materiali mp3 in modo
evoluto e sofisticalo,
mediante tutta una se¬
ne di opzioni
In basso è presente il
WmPlay 2 0, unico reai
rime decoder MPEG-I
Layer 3.
Per il playback MPEG-I
Layer 3 esiste anche il
Resonate, comodissi¬
mo player di materiale
audio MPEG tper tutti e
tre i layer). anche se la
decodifica è 'quasi' in
reai urne.
Boss net è uno dei piu
completi tra le decine e
decine di sui Internet in
cui trovare materiale
MPEG-t Layer 3. link
verso alto siti, archivi di
file in standard, utility
per la loro gestione
r
centrali Tutta una serie di servizi di
pubblica utilità stanno già usando le co-
difiche MPEG audio per i loro collega-
menti.
Fra le decine di case produttrici coin¬
volte. l’artefice principale di questo pro¬
liferare di applicazioni è proprio la Te-
los, più nota tra gli addetti ai lavori per
le proprie apparecchiature digitali
broadcast in ambito audio-telefonico e
per la sua tecnologia Audioactive. alla
realizzazione della quale ha partecipato
anche il Fraunhofer Instìtut.
Ma la concorrenza?
Come abbiamo visto, ed altro ancora ci
sarebbe da dire, le codifiche Layer 3 sono
quanto di meglio ci si possa attendere da
una compressione dati cosi stringente e
'decimante', soprattutto in rete. Anche
soluzioni di altro tipo possono aspirare ad
avere un impiego comune, per materiali
audio di ottima qualità. Una per tutte, e
standard 'de facto' anche se il livello qua¬
litativo è nettamente diverso, la soluzione
RealAudio, cosi come la quasi sconosciu¬
ta Liquid Audio. Prove effettuate confron¬
tando i diversi sistemi hanno evidenziato
cose interessanti: con il bit rate di una co¬
municazione via modem 28,8 (16 Kbit/s),
il materiale RealAudio 3.0 (codec, ricor¬
diamo, basato su tecnologia Dolby-Net)
suona in maniera molto simile all'MPEG-
1 Layer 3 (pur se con qualche dropout di
troppo). Tuttavia, quest'ultimo mostra
una leggera preponderanza dei toni bassi,
apparentemente meno presenti nel Laver
3. mentre altri test, basati su confronti tra
i primi due ed il classico ADPCM Micro¬
soft. hanno decretato, con inserita l'op¬
zione '-hq‘ tipica del 'L3ENC' Fraunhofer,
una chiara vittoria di quest'ultimo, soprat¬
tutto nella stabilità spettrale del segnale
La soluzione Liquid Audio, invece, co¬
dec basato su una variante del Dolby AC-
3 con flussi di almeno 20 Kbit/s, è risulta¬
to il migliore fra tutti, soprattutto in test di
musica leggera e pop, con performance
anche migliori del Layer 3 -hq a 24 Kbit/s.
Conclusioni
Il caro, vecchio. MPEG continua a stu¬
pirci quando ne vengono scoperte sem¬
pre nuove possibilità. Quella ’only audio'
ci sembra da tenere d'occhio attenta¬
mente, al di là delle classiche soluzioni vi¬
deo MPEG che abbiamo sempre apprez¬
zato con le dovute riserve quand'era il ca¬
so.
La compressione dei dati, qualunque
sia. è una soluzione per molti versi difficil¬
mente evitabile, e necessariamente ob¬
bligata per altrettanti, se poi si riesce a
realizzarla rispettando la massima qualità
dell'originale, tanto meglio.
I concetti legati alle tematiche 'lose-
less' sembra debbano ogni volta essere
rimessi in discussione, specialmente
quando accade che il segnale compresso
sembra suonare, confrontato con l'origi¬
nale, meglio di quest'ultimo o, quanto¬
meno, inganna fortemente l'ascoltatore.
MS
292
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
di prossimita e per
automazione degli
ouooordii
Lettore-Apriporta
per scotole do
incasso 503 o
bosso costo e con
tutti i tipi di corte
deitrooidse. _
lettore do PC formolo 3,5' per il controllo
degli occessi informatici con l'uso di carte
eleltroniclie. a.
lettor ad ampio spoltro
applicativo con corte
lettori evoluti per il rileva¬
mento deile presenze con
lutti i tipi di corte
elettroniche
lettori-scrittori portatili
di carte chip per appli¬
cazioni evolute
(monetai,
Messeci
Mmisistema peno
naie di controllo
di allarmi, mime
Centrale multime¬
diale evoluta per
lo gestione di
allorini, immagini
e suoni, concen¬
trabile su linee
girsi e suoni su
linee commutata
Sistemo di controllo
degli ascensori, con
dati per lo monulenzio-
ne e con citofono in
cabro, gesti» o richie¬
sta 24 ore su 24 dola
Eurcp Assistala
IL ®
Secur
hbì
SGRUPPO EMMEPI
THE EU TU Fi E MA KER Via Torino, 64 - 00040 Pavona (Roma) - Tel. 06/9311000 - Fax 06/9311033 (contatto Ing. A. Perla)
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coordinamento di Andrea de Prisco
Elysium UltraScaler
Realtà Virtuale ad elevata scalabilità
su macchine Pentium based
Sul numero di aprile di MC abbiamo introdotto la discussione su una
delle prime aziende al mondo, e sicuramente la prima in Europa, che ha
fatto della realtà virtuale il proprio core business. Stiamo parlando di
Virtuality Group che con le proprie stazioni da gioco ha imposto da
analizziamo l’ultima workstation nata in
casa Virtuality, frutto di una
collaborazione in atto già da alcuni anni
con mamma IBM: Elysium UltraScaler.
subito, ed ha saputo mantenere, una
leadership sul mercato mondiale della
realtà virtuale ludica. Questo mese
di Gaetano Di Stasio
suo ha le di¬
mensioni per
poter stare alla
finestra a guardare l’evoluzione tecno¬
logica aspettando il momento giusto
per entrare anch'essa sul mercato con
la forza di un global competitor. Cosi è
stato per il personal computing, con
l'introduzione del PC solo quando il
mercato dei microcomputer aveva rag¬
giunto dimensioni di interesse, oppure
Elysium UltraScaler di IBM
e Virtuality
Dopo una pausa di un mese eccoci
dunque a riprendere il discorso interrot¬
to sul numero 172 di MC in cui abbia¬
mo ripercorso, con mal celata nostal¬
gia, le origini della computer grafica in¬
terattiva. In quelle considerazioni è
emerso l’interesse che l'azienda anglo-
sassone ha sempre avuto per il settore
ludico, che ancor oggi rappresenta una
nicchia molto interessante grazie ai
margini di profitto piuttosto elevati. An¬
che se, dai primi anni '90. le stazioni da
gioco della Virtuality hanno più che di¬
mezzato il prezzo di listino raddoppian¬
do la qualità del feedback sensoriale,
l’esperienza acquisita e le economie di
scala introdotte con la diffusione del
prodotto hanno permesso d mantene¬
re sotto controllo i costi di produzione e
d> mantenere contemporaneamente
elevati gli standard qualitativi.
Questo suc¬
cesso commer¬
ciale che si è an¬
dato sempre più
consolidando è
frutto della me¬
todica attenzio¬
ne che Virtuality
mette nei parti¬
colari. Non solo
design ricercato, ma soprattutto soli¬
dità, durevolezza ed ottimo comfort.
Particolari questi di estrema importanza
per periferiche che vanno indossate.
Ciò che è stato sempre messo in evi¬
denza dalla stampa tecnica d’oltralpe e
d'oltreoceano è stato infatti, oltre alla
tecnologia in sé (risoluzione, campo di
vista, etc.), l’eccellente indossabilità
delle periferiche, la comodità, la legge¬
rezza, la buona fruibilità.IBM dal canto
294
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
per le workstation
con l'imposizione al
mercato della serie
AS. Per la realtà
virtuale si sta assi¬
stendo dunque a
qualcosa di già spe¬
rimentato: la scelta
da parte di IBM di
un partner consoli¬
dato e di grande
esperienza per
quanto riguarda software e periferiche
virtuali col quale è stato aperto un rap¬
porto di collaborazione già da almeno
quattro anni, e lo sfruttamento della
propria esperienza nel settore worksta¬
tion grafiche trasposto in ambito perso¬
nal.
IBM ha dunque annunciato oltre tre
anni fa la partnership con Virtuality indi¬
cando in Èlysium il progetto pilota che,
inizialmente sposato a macchine di fa¬
scia medio-bassa (serie APTIVA), ha
oggi a listino macchine sempre di fa¬
scia PC ma con caratteristiche di picco
invidiabili e ad elevatissima scalabilità
Ecco dunque Elysium UltraScaler.
Progetto Elysium
Sviluppato a partire dall'inizio del
1996 Elysium UltraScaler è oggi dispo¬
nibile m una serie di configurazioni dif¬
ferenziate dal numero degli accelerato¬
ri grafici II cuore dell'architettura è la
nuova scheda acceleratrice PCI dotata
del processore grafico GLINT della 3D
Labs. Tali schede sono dotate inoltre
di chip ASIC come Rendering Engine
per permettere il texture mapping e la
Per maggiori informazioni:
Virtualrty House
3 Oswin Road
Brailsford Industriai Park
Leicester LE3 1HR
United Kingdom
Tel: *44 116 2337000
Fax: +44 116 2337100
URL hitgv/www.vinuaiiiv.com^
Distributore esclusivo per l'Italia:
Software 80 Srl
CISI Campania
Via A. Olivetti. 1
80078 Pozzuoli - Napoli
Tel: 081 5255223
Fax 081 5255152
I - n 1-41 IT X
Il sistema da gioco virtualità
SU2000 con Viselte2 e joy¬
stick 3D II dettaglio sulle ot¬
tiche del casco identiche alla
versione Professional.
proiezione di filma¬
ti MPEG full
screen in reai ti-
me; a questi si ag¬
giungono due pro¬
cessori RISC Mo¬
torola 603E a 100
MHz (uno per ca¬
nale! come Geo-
metry Engine.
Ogni scheda acce¬
leratrice è dunque
a doppio canale e
può lavorare in pa¬
rallelo con altre 4 per un totale di ben
otto canali, con una performance di
picco stimata di oltre un milione di poli¬
goni texture mapped al secondo (con
quattro schede) Ciò equivale ad un fili
rate di picco alla massima espansione
di circa 90 milioni di punti texture map¬
ped al secondo, che equivale ad un
massimo di 22 milioni di punti con sin¬
gola scheda acceleratrice
Il casco utilizzato in Elysium Ultra¬
Scaler è il VisettePro, rielaborazione
del Visette2 uno dei caschi più apprez¬
zati, più venduti e più sperimentati gra¬
zie all'intenso uso che ne viene fatto
sui sistemi di intrattenimento ludico di
Virtuality. Grazie alla presenza di due
canali, ogni scheda acceleratrice per¬
mette di gestire la visione stereoscopi¬
ca con una resa grafica ed un frame ra¬
te mai sperimentati su piattaforma PC.
A questa technical overview sinteti¬
ca possiamo aggiungere altri dettagli:
16 MByte di geometry memory su
scheda grafica, espandibile fino ad un
massimo di 64 MByte con un accesso
in lettura/scrittura di 264 MByte al se¬
condo: 16 MByte di texture DRAM, 4
MByte di Video Memory con un acces¬
so in lettura/scrittura di 200 MByte a
50 MHz; risoluzione di 640x480 pixel in
modalità VGA (limite del casco Visette-
Pro) ed NTSC/PAL non interlacciata.
L'audio supportato ha le caratteristi¬
che espresse dalla Sound Blaster 32
della Creative Labs.
Periferiche ed
accessori
Il sistema in input per eccellenza è
un mouse 3D denominato V-Flexor che
si impugna come un joystick ed ha sulla
punta tre tasti funzione. Al loro posto
può essere integrato un trackerball.
Questo strumento di puntamento,
estremamente comodo e funzionale, è
dotato inoltre di un sistema di acquisi¬
zione della pressione delle dita: questa
feature permette di gestire il controllo
della gestualità delle dita nelle fasi di
manipolazione degli oggetti rappresen¬
tati, in modo da emulare una mano vir¬
tuale. Il tracciamento è a sei gradi, dan¬
do piena libertà di movimento nello spa¬
zio con una risoluzione di circa un gra¬
do, una latenza di 12 millisecondi ed
una frequenza di campionamento di cir¬
ca 60 Hz.
Il sistema di tracciamento elettroma¬
gnetico è un InsideTrack della Polhe-
mus che gestisce oltre al V-Flexor an¬
che il casco. Il casco, come già sottoli¬
neato, è un VisettePro con risoluzione
massima in pseudo VGA di 640x480
pixel (in PAL 756x244 ed in NTSC
742x230). Il campo di vista si attesta sui
60x46,8 gradi e 71,5 in diagonale. L'ag¬
giustamento della messa a fuoco è indi¬
pendente per ciascun occhio ed arriva
fino a 4 diottrie: la sovrapposizione otti¬
ca del sistema stereoscopico si spinge
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
295
fino al 75%.
A questa corposa componente
hardware si affianca un package di stru¬
menti software realizzato da Virtuality
per la progettazione e l'assemblaggio di
mondi virtuali.
A completare il sistema c'è infatti un
ambiente di sviluppo denominato Ely-
sium Studio, ultima versione di Integra-
ted Development Environment che Vir¬
tuality ha sviluppato negli ultimi anni co¬
me ambiente di creazione ad esclusivo
uso interno.
Esso comprende un toolkit costituito
fondamentalmente da tre elementi chia¬
mati World Builder, VShell e V-Library. Il
risultato è un prodotto integrato che si
basa sull’esperienza decennale di Virtua¬
lity nel settore e che è stato ottimizzato
per sfruttare appieno le potenzialità grafi¬
che delle workstation ÙltraScaler II si¬
stema gira sotto Windows 95.
World Builder è un visualizzatore di
ambientazioni tridimensionali che funge
da authonng System per lo sviluppo di
oggetti e mondi virtuali anche estrema-
mente complessi. Inizialmente esso è
stato pensato come ambiente di svilup¬
po a sé stante per la creazione delle am¬
bientazioni virtuali alla base dei giochi Vir¬
tuality. Successivamente è stato reso
aperto all'uso di oggetti sviluppati in altri
II casco adottalo nella
workstation Elysium 0
l'ottimo Visette nella ver¬
sione Professional Da
più parti riconosciuto Ira
i migliori caschi ad otti¬
che a cristalli liquidi per
resistenza, indossabilitè.
leggerete e feedback
sensoriale II modulo di
interfaccia, denominato
MMD multimedia distn-
bution, comprende tutti i
connettori di I/O per i se¬
gnali video, audio, siste¬
mi di tracciamento e peri¬
feriche virtuali Buona
l'integrazione e l’mge-
gnerizzazione del prodot¬
to
di programmazione è
il Model Simplifica-
tion che permette di
migliorare il frame ra¬
te semplificando in
fase di esecuzione il
modello visualizzato,
diminuendone il nu-
ambienti di creazione e progettazione.
L'interfaccia dell'ambiente di program¬
mazione dei mondi è estremamente
user friendly con tre finestre su tre diver¬
se viste sull'oggetto in fase di editing ed
una quarta finestra sulla Scene Graph,
un browser ad albero gerarchico che per¬
mette di avere sotto controllo sia le sin¬
gole componenti dell’oggetto, sia la loro
collocazione nelle gerarchie di gruppo, in
cui sono inserite le strutture geometri¬
che, le texture, le animazioni. Le ambien¬
tazioni possono essere importate in for¬
mato DXF ed inoltre viene garantita la
compatibilità con i prodotti Autodesk e
con gli standard Direct X e VRML 2.0.
Uno degli strumenti particolarmente
innovativi introdotti in questo ambiente
mero di poligoni in
funzione della vici¬
nanza dell'oggetto
stesso in modo da
renderlo piu veloce¬
mente visualizzabile
e gestibile. Tutto ciò
viene realizzato man¬
tenendo sempre l'in¬
tegrità del modello e
riducendone la com¬
plessità solo dove
questa non apporta
alcun miglioramento
alla qualità della rap¬
presentazione ma è
solo fonte di rallenta¬
mento delle proce¬
dure di drawing.
Questa funzione è
attivabile con due click di mouse e risul¬
ta uno strumento estremamente como¬
do quando si ha a che fare con oggetti
creati in package di progettazione o di¬
segno 3D non pensati per le visualizza¬
zioni interattive in reai time: in tal modo
gli oggetti possono essere liberamente
importati perché sarà il sistema ad occu¬
parsi automaticamente della loro sempli¬
ficazione per tenere quanto piu basso
possibile il numero di poligoni, mante¬
nendo invariata la qualità della rappre¬
sentazione. Questa procedura automati¬
ca è estremamente semplice ed effi¬
ciente ed è un passaggio obbligato per
permettere a sistemi Pentium based di
raggiungere performance da worksta-
296
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
La potenza dei sistemi
Etysium UllraScaler
permette un feedback
sensoriale ed una grafi¬
ca interattiva mai pri¬
ma sperimentata su
PC.
tion a costi contenuti.
Wold Builder dunque non si propone
sul mercato come ambiente di modella¬
zione. ma è piuttosto uno strumento in¬
tegrato che permette il progetto e l'as-
semblazione di un mondo virtuale a pani-
re da componenti già realizzate, grazie
ad un loro facile posizionamento e alla
definizione delle gerarchie, delle caratte¬
ristiche delle superfici e delle animazioni.
VShell è poi il visualizzatore, ovvero la
bacchetta magica che dà vita al mondo
virtuale assemblato in World Builder
mentre V-Library è la libreria di interfacce
a basso livello con le periferiche virtuali
Conclusioni
Questo ingresso di IBM nel mondo
della realtà virtuale ed in generale della
computer grafica interattiva di media
complessità fa riflettere. In primo luogo
annuncia l'avvenuta volgarizzazione dello
strumento in sé, inteso come mezzo per
la progettazione, lo sviluppo ed il Virtual
prototyping. La realtà virtuale non è rele¬
gata più solo ai centri di ricerca ma vede
riconosciute le proprie potenzialità grazie
ad una chiara ed effettiva utilità margina¬
le all'interno di ogni processo di produ-
V-Rex VR Surfer:
occhiali LCD attivi a basso costo
-Rex ha sempre puntato, dalla sua nascita, al 3D
stereoscopico proponendo proiettori stereoscopici ad LCD per
presentazioni e dimostrazioni a media ed alta risoluzione,
proiettori di diapositive stereoscopici ultracompatti e portatili,
videocamere stereoscopiche analogiche, computer portatili con
monitor ad LCD 3D stereoscopico ovvero con un sistema
integrato a LED per il pilotaggio di occhialini a tecnologia attiva,
etc Un mondo di prodotti e soluzioni tutti legati in qualche
modo al 3D stereoscopico analogico e digitale.
A questi si è aggiunto recentemente VR Surfer, un kit basato
su un paio di occhialini a tecnologia attiva lad LCD, sincronizzati
via LEDI per la visione
tridimensionale
stereoscopica di immagini
e filmati proiettati sul
monitor di un comune PC.
Il costo di soli 100 dollari e
le discrete qualità tecniche
lo rendono uno strumento
estremamente
interessante non solo per
la ludica. Moltissimi
comunque già oggi i
prodotti compatibili con
questa periferica
(Autodesk, Caligari,
Wavefront e Softimage in
testai, per non parlare dei giochi interattivi del calibro di
Descent, Flight Unlimued. Mayan Ruins, Slip Stream 5000 e
molti altri.
La massima risoluzione di
1024x768 pixel e la possibilità
di essere connesso non solo ad
un PC ma anche a Video o ad
Per maggiori informazioni:
una console da gioco e
soprattutto il basso prezzo lo
rendono un affascinante
per il gioco ed
soluzione economica
per il lavoro.
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MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997
297
Prototi p azione Virtuale: il Workin g Model
“ 1 introduzione del concetto di Virtual prototypmg ha
permesso l'ingresso sulla scena di tool per la simulazione della
statica e della dinamica di sistemi tisici complessi con i quali è
possibile mettere "a lavoro" un pezzo ancor prima di realizzarlo
fisicamente. In altre parole con la prototipazione virtuale si simula
il reale comportamento ed il moto di una macchina o di un
insieme di oggetti modellati e collegati assieme tramite giunti,
guide, molle, attuatori, ancor prima di costruirli e sotto l’azione di
forze che possono fedelmente mutuare quelle alle quali verranno
sottoposti nella realtà Uno strumento che si pone a metà strada
fra la progettazione assistita da calcolatore e la prototipazione
rapida.
Il Working Model, della KnowLedge Revolution, si presenta come
strumento stand-alone per il Virtual prototypmg ma può essere
utilizzato anche all'interno di AutoCAD o di Mechanical Desktop di
Autodesk, di Solid Edge di Intergraph, di Solid Works 97, in
maniera del tutto trasparente, come se fosse una unica
applicazione multi-modulo.
Il Working Model sfrutta criteri di programmazione grafica
estremamente semplici ed intuitivi, ed in tutta la sua potenza si
presenta come una componente fondamentale ed immancabile
sulla scrivania digitale di un progettista
Importando oggetti CAD bidimensionali e tridimensionali, o
disegnandoli direttamente all'interno del Working Model, è
possibile collegarli
variamente con giunti,
guide, molle,
ammortizzatori, corde,
motori, attuatori. ecc., e
simulare cosi il loro moto
sotto l'azione di campi
gravitazionali, elettrostatici
o sotto l’azione di vettori di
forze imposte (teleutente
Inoltre questo ambiente
dispone di script che
consentono: di simulare il
comportamento a flessione
di parti rigide, di calcolare la
risposta delle travi
(momento flettente, forza
elastica trasversale,
tensioni, ecc.) sia in caso di
carico statico che dinamico,
di simulare con un solo
comando le cerniere con
attrito, ecc. In questo
ambito inoltre le proprietà di
ciascun elemento sono
completamente definibili, e per
ognuno di essi sono disponibili
in linea finestre dinamiche di
misura che in tempo reale
rendono conto dell’andamento
dei parametri cinematici e
dinamici che si ritengono piu
significativi durante la
simulazione e che si desidera
tenere sott'occhio. La
simulazione stessa viene
registrata come un filmato
video che l'utente può
esaminare fotogramma per
fotogramma.
A tutto ciò si aggiungono la
possibilità di personalizzazione
e le potenzialità della programmazione avanzata di Working
Model, in un ambiente Microsoft Visual Basic Llke In tal modo è
possibile inserire nell'esperienza virtuale componenti anche
estremamente complesse o monitorare l'evoluzione del
fenomeno tramite una interfaccia del tipo "cosa succede se” In
questo senso la
programmazione ad oggetti
esprime tutta la sua potenza
Lo scambio di dati con
programmi CAD esterni o
applicativi Windows e Mac e
totale. Non solo è possibile
infatti importare file generati
con generici CAD esterni,
ma la stessa simulazione
può essere direttamente
comandata in tempo reale da
un file Microsoft Excel o
altro file dati generato da un
software di spread-sheet
operante sotto MS Windows
3.1 o 95, o sotto Macintosh
OS System 7.0 o superiore
In entrambi i casi è
consigliata una memoria
centrale di almeno 16 MByte
di RAM e microprocessore di
classe medio-alta.
Working Model & Working Model c
The Definitive Environment far Virtual Prt
- * ^
Distributore per l'Italia di
Working Model:
USTA STUDIO Srl
Via Costa 36
36030 Fara Vicentino (VI)
Tel: 0445 300391
Fax: 0445 874283
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URL. fntp://www Krvconi
zione m cui si faccia uso della simulazio¬
ne in grafica di sintesi.
Ciò è stato reso possibile dalla con¬
giunzione di due fenomeni di natura eco¬
nomica, oggi entrati con grande prepo¬
tenza anche nel settore delle worksta¬
tion grafiche: il fenomeno del downpri-
cing (progressiva diminuzione dei prezzi
dei sistemi e delle soluzioni) e l'effetto
combinato del downsizing (inteso come
migrazione o sviluppo di applicazioni ver¬
so architetture e strutture distribuite, ba¬
sate su sistemi aperti sempre più poten¬
ti). che hanno fatto un po' la storia del¬
l'informatica m generale.
Il calo dei prezzi è dunque un elemen¬
to importante della volgarizzazione ed
IBM. con Virtuality. sa perfettamente
che può aver successo contro i simulato¬
ri interattivi, gli Image Generator dell'ulti¬
ma generazione di Silicon Graphics, Digi¬
tal, SUN, Intergraph solo con una politica
commerciale aggressiva che proponga
un prodotto che non ceda il passo
all'evoluzione tecnologica dopo soli po¬
chi mesi, ma che invece si presti ad una
elevata scalabilità, cioè ad una espansio¬
ne che segua le richieste del cliente in
termini di capacità grafiche e di perfor¬
mance.
Una entrata che non mancherà di ge¬
nerare contraccolpi su un mercato
tutt'altro che assestato. «S
298
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
ilioni
i numeri
telefonici
tutti
CD RonT.
g opzioni di ricerca anche da dati parziali.
(Mei
■
CD-Tei raccoglie olire 24 milioni di numeri telefonici, cioè lutti gli elenchi d'Italia. Un solo CD Rom per guadagnare tempo ri¬
sparmiando anche nello spazio. Per fare ricerche su CAP, città, strade, cognomi, professioni con una flessibilità estrema e
ideale per quanti hanno bisogno di creare maillng lisi. I dati, Inoltre, possono essere facilmente esportati per la
stampa di etichette e i numeri telefonici selezionati composti automaticamente dal
modem del vostro computer versione DOS, Windows 3.1 e Windows 95. CD-Tel lo M
trovate nei miglion computer shop, librerie, cartolerie. In ultimo, ma non ultimo, il ^ET'll'U
prezzo di vendita: solo 59.900 oer 24,000.000. Di numeri telefonici, naturalmente.
( '.I)-Trl. La grande rubrica telefonica piccola come un CI) Rom. _
II>-l'vl (■ protlollo ila Mivrn lnnm srl 00/6/ Roma riti Ultimiti Musa. IH lai Olili 12131)33 fax 1)6/11212836
Vini>://iruir.iiilittili<i. ruii\ <• ina il \nlii(y)mliiiilia.i 1
a cura di Corrado Giustozzi
Il commercio elettronico
Uno degli argomenti che più si sta discutendo tra gli “addetti ai lavori” a
proposito di Internet. Dall’invenzione del World Wide Web e dei protocolli
relativi, dalla versione 1.0 di Mosaic, si parla della vendita via Rete. Un
paragone che si faceva qualche anno fa era quello della scoperta del Far
West: per primi iniziano ad arrivare i coloni, filosofi alla ricerca della
libertà, ma poi... immediatamente arrivano i cercatori d’oro ed assieme ad
essi i fuorilegge e la prostituzione. Poi arrivano i giocatori d’azzardo e gli
sceriffi, poi i ranger ovvero gli sceriffi del governo, ed assieme a loro le
banche. Ecco che il modello economico del Far West è costruito, i territori
conquistati, il business partito e... sono nati gli Stati Uniti d’America, una
federazione legata da interessi economici, tra un mare e l’altro.
Prima puntata
di Sergio Pillon
Ecco che, per chi segue Internet da
prima dell'evoluzione del WWW, il mo¬
dello fino ad oggi è chiaro. Solo che in
quattro anni è successo quello che nel
Far West ha avuto bisogno di circa un
secolo, e la "federazione" non è ancora
completa. Che succederà della Comu¬
nità Economica Europea? Riuscirà a
mantenersi tale in un mondo, come ha
recentemente detto Talbot del DGIII (il
gruppo della Comunità Europea che se¬
gue internet), dove il concetto stesso di
"vicini" scompare? Il vicino oggi è colui
che è raggiungibile per e-mail, gli altri
sono lontani; il telefono con la telesele¬
zione continuava a selezionare tra busi¬
ness vicini e lontani, ma adesso?
Nei giorni in cui scrivo, dal 7 al 9 apri¬
le, si è tenuto a Bonn il primo incontro
sul commercio elettronico dei G7, i set¬
te "grandi” del mondo, a dimostrazione
dell'interesse che suscita l'argomento.
In contemporanea partono una speri¬
mentazione sul GSM per le transazioni
commerciali, due studi pilota sui mezzi
di pagamento via Internet, e le banche
stanno già attivandosi. Il '97 rischia in-
somma di essere l'anno del commercio
elettronico.
Vorrei darvi una panoramica di quello
che sta succedendo, senza nessuna
pretesa di fare una lezione ma solo un
panorama per poi dare a chi ha
un'azienda gli elementi per pensare, e a
chi sta cercando un lavoro, chissà, il
modo di farsi venire un'idea...
I consumatori
Quando si parla di mercato la prima
cosa su cui riflettere è: "Chi è il mio ac¬
quirente? A chi vendo?". Era facile
aprendo un negozio di alimentari in una
strada: si analizzava il livello economico
del quartiere, gli abitanti, i concorrenti,
ed ecco che si sapeva già molto. Apren¬
do un ipermercato le cose sono più
complesse, ma sempre legate a feno¬
meni di questo tipo. Su Internet i survey
danno una sensazione del mercato, al¬
meno questo, ed è quasi l'unica cosa fa¬
cile. I più recenti sono quello delle GVU,
Grafie, Visualization ed Usability Group,
mtn://w ww.cd.aatech.edu/ovu/
user survevs/ . che assieme ad altri ha
realizzato un rapporto mettendo un que¬
stionario sulla Rete. Il primo limite e
quindi che il rapporto non indica quelle
che sono le reali percezioni della gente
ma solo di coloro che navigano su Inter¬
net. Il vantaggio è che è il sesto, e quin¬
di permette una analisi delle tendenze
della Rete, completato alle fine del '96
dove 15.000 persone hanno risposto a
domande sia "demografiche" che rivol¬
te ad una analisi di consumo
È sponsorizzato dal W3C, il consorzio
per la definizione degli standard del
WWW, e da INRIA, la struttura che ospi¬
ta il W3C al CERN di Ginevra, dove è
stato "inventato" il WWW. A proposito,
300
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
il mio primo impatto con Mosaic lo devo
ad Alberto Berretti, professore alla II
Università di Roma che, al ritorno da un
incontro al CERN, mi presentò Mosaic,
appena uscito in versione beta. Sembra¬
no secoli, erano solo 4-5 anni fa!
Ma torniamo ai risultati del survey
L’impatto sulla società
e sulla cultura
Il 36% ritiene che la censura sia uno
dei principali problemi con cui si debba
misurare Internet, il 26% la riservatezza
delle informazioni ed il 14% la navigabi¬
lità di Internet. Tra gli europei invece la
navigabilità è al secondo posto, prima
della riservatezza. Tra le donne al primo
posto la riservatez¬
za, tra i giovani la
censura, tra i più
anziani la navigabi¬
lità.
Un primo com¬
mento è che quan¬
do il questionario è
stato realizzato era
ancora forte l'eco
del tentativo del
congresso ameri¬
cano di mettere un
"controllo" sulla
Rete. Personal¬
mente non scom-
Figura 2 - Un dato in¬
teressante. nel perio¬
do settembre/novem-
bre 1996 chi ha rispo¬
sto al questionano si
aspettava nell‘60%
dei cast di usare Net¬
scape Navigator nel
prossimi 12 mesi. At¬
tualmente i dati più
prudenti danno Inter¬
net Explorer al 30%
del concorrente,
quelli Microsoft al
40%. La campagna
condotta ha davvero
modificato lo fono in
oamnnl
Figura I - Il sito del
College of Computing,
della Georgia Tech
University. Merita dav¬
vero una visita, è pieno
di informazioni, veloce
e soprattutto ci trovate
dei dati veri, di valore,
sulla Flètè.
-
menerei oggi che la censura si piazze¬
rebbe al primo posto...
Che cosa pensa la Rete del dominio
della lingua inglese? Il 59% concorda
che i vantaggi di un’unica lingua supera¬
no di molto gli svantaggi. Le persone ol¬
tre i 50 anni sono molto più concordi
neiraffermaro i vantaggi della unicità
della lingua, i più giovani temono una
perdita di identità nazionale.
Strano? Non tanto. Non è la prima vol¬
ta che i giovani fanno la figura dei con¬
servatori, mentre i più anziani sono più
"rivoluzionari"..,
Il 46% sente che da quando usa la
Rete è meno solo, che condivide mag¬
giormente gli stessi interessi con altre
persone, e questo è un dato molto im¬
portante, indicando, e di commercio
stiamo parlando, che la Rete viene vista
con un luogo di con-
divisione di interessi
oltre che una fonte
di informazioni, per
la realizzazione di
comunità basate su¬
gli interessi comuni
piuttosto che sulla
posizione geografi¬
ca. Insomma la rivo¬
luzione continua e
farne parte lo trovo
un'esperienza emo¬
zionante.
Figura 3 - Il prodotto
più acquistato, ovvia¬
mente, dai navigatori
0 il cibo . Ma ben po¬
chi lo cercano sulla
rete. Per cui www.sa-
laml.com non do¬
vrebbe neppure esi¬
stere. altro che gua¬
dagnarci In realtà si
tratta sempre di un
mercato ‘‘generale"
dove gli spazi di nic¬
chie esistono sempre.
Certo, oggi lo investi¬
rei In senrizl via Rete..
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
301
IViiiMiùita
Seeking Behavior Across Mediums
Percent
taf» OAJm WWW SufCandutM OcMw «•**)
<1« Nìps— f «
IMI erse • M i«>CS«S0MI)
Cm>n MwiuM^rrgriichidi
Figura 4 - Cosa cercano
sui vari mezzi? La dia¬
positiva mi sembra
esplicita.
Figura 5 - Non sono
molti quelli che acqui¬
stano tra I navigatori e
non è neppure vero
che le donne siano
quelle che spendo¬
no...
Frequency of Using Web for Shopping
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Copy*>(7t 1S9S CTRC AUfttXTSUEtfR^D
Pei il tipo di lavoro svolto sostanzial¬
mente c'è l'eguaglianza uomo/donna su
Internet, e chi naviga ha tra i 26 ed i 50
anni e lavora soprattutto nel campo
dell'informatica.
Quali sono le idee
sul pagamento
dei servizi Web?
Il 68% non pagherebbe per avere ser¬
vizi via Web, ma chi ha analizzato le ri¬
sposte ritiene che si tratti più della per¬
cezione che i servizi attuali non meritino
il pagamento.
Un’altra ipotesi vede nel fatto che la
maggior parte degli utenti paghi un for¬
nitore di accesso la ragione della rispo¬
sta, visto che percepirebbe come un
"secondo pagamento" quello dei servi¬
zi. Chi è disposto a pagare preferisce
una iscrizione piuttosto che un paga¬
mento a collegamento, ovviamente i
giovani sono meno disposti a pagare
ma anche le donne (il modello della
donna di casa economa che gestisce il
portafoglio esiste anche sulla Rete’
Scherzavo, non intasatemi la mailbox!),
La politica
Il 38% sono di centro, 27% liberali di
sinistra (socialisti) e 25% "liberisti”,
cioè coloro che ritengono che il governo
debba servire solo per proteggere dalla
violenza e dalla coercizione; oltre il 50%
ha votato nelle ultime elezioni.
Dati demografici
L'età media del sesto survey è di 35
anni, con un aumento dell'età media
lento ma continuo, nel quarto 32.7, nel
quinto 33. In media le donne sulla Rete
sono più giovani degli uomini e gli euro¬
pei piu giovani degli americani. La "vec¬
chia" Europa è poco tecnologica? Temo
proprio di si!
Il rapporto maschi/femmine si è stabi¬
lizzato, il 32,4% femmine, il 68,6% ma¬
schi. In Europa le cose sono diverse,
80% maschi, un lieve aumento delle
donne in generale oltre i 50 (da 24,7% a
27. 1%)
Speriamo che anche da noi le cose
cambino con l'evoluzione della Rete, fi¬
no al terzo survey anche in USA le don¬
ne erano solo il 18% !
Per valutare questi dati bisogna an¬
che tenere presente che l'83% di colo¬
ro che hanno risposto al survey viene
dagli Stati Uniti: perché lo studio non è
stato ben condotto in Europa (magari il
questionario era su siti poco "visti" da¬
gli europei oppure in genere da noi non
si risponde..) o perché il WWW è anco¬
ra un fenomeno in cui gli americani han¬
no una orevalenza schiacciante?
Intanto nell’ultimo rapporto CENSIS si
Stimano in oltre 600 000 gli utenti Italia¬
ni del WWW.
Il 45,7% di coloro che hanno risposto
sono sposati, il 36,7% single (ed il 17,6
cosa sono? Cosa avete capito, convi¬
venti!) I tre quarti di quelli tra i 19 ed i
26 anni sono single ed i tre quarti di co¬
loro che hanno più di 50 anni sono spo¬
sati. Mi sembra una buona indicazione
che tutti gli strati sociali siano rappre¬
sentati.
Quanto spesso
forniscono dati falsi
sulla Rete?
Un problema importante. Il 63% non
lo ha mai fatto, il 33% lo ha fatto qual¬
che volta, il 4% preferisce non rispon¬
dere; come da aspettativa si riduce con
l'età il numero di coloro che qualche
volta barano. Insomma, le informazioni
raccolte via Web hanno il 37% di proba¬
bilità di essere false i Attenzione
I navigatori non si registrano se richie¬
sto dal sito (nel 70% dei casi) perché
non è spiegato chiaramente che uso si
fara dei dati raccolti, ed inoltre nel 70%
dei casi ritengono che per accedere ad
un sito non debba servire fornire dati
302
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
personali. Inoltre il livello di fiducia in chi
raccoglie le informazioni è davvero bas¬
so: nel 62% dei casi non credono nei si¬
ti che le raccolgono.
Un problema importante è il tempo ri¬
chiesto per completare il questionario
(costituisce IL problema per il 38% dei
navigatori): il 45% non si registra se si
chiede l'indirizzo postale, il 31% perché
si chiede il nome e cognome, il 22%
perché si chiede l'indirizzo di posta elet¬
tronica.
Pensate, e questo è un dato vera
mente su cui riflettere, che solo il 27%
ritiene che quando si esegue una tran¬
sazione si debba registrare l'indirizzo IP
del computer ed il sistema operativo, il
21% l'e-mail ed il luogo da cui ci si col¬
lega. Solo il 19% accetterebbe di avere
un identificativo univoco se fosse possi¬
bile Di fatto si tratta di un esempio di
come la comunità accetti ben poco
l’uso dei cookie che servono per questo
scopo D'altro canto non è strano, con
quale fastidio accetteremmo che ci ve¬
nisse chiesto un controllo del documen¬
to se dovessimo entrare in un negozio?
La posta elettronica non richiesta e la
pubblicità non vengono viste con favo¬
re, ma non in modo assoluto. Viene ben
percepita la richiesta di registrazione
per ricevere informazioni, ma solo il 6%
vota a favore di provvedimenti che ren¬
dano illegali gli invìi non richiesti (spam¬
ming).
Collegamenti
I due terzi si collegano da casa, in Eu¬
ropa solo un terzo, ma il 77% di quelli
che hanno più di 50 anni si collega da
casa. In media uno su cinque si collega
oltre 20 ore la settimana, uno su tre da
10 a 20 ore, il 17% da 7 a 9 ore ed un
altro 17% da 4 a 6 ore In 18 mesi, co¬
me risulta da un altro rapporto analogo.
11 tempo di collegamento medio analiz¬
zato è raddoppiato!
Pensate, Telecom, pensate. Se ieri la
famiglia media si collegava 20 minuti al
giorno, oggi la famiglia con Internet si
collega 1 ora e 20 al giorno! Si tratta di
triplicare gli incassi, non so se mi spie¬
go, ce lo fate un altro scornicino? Se
Telecom Italia non ci pensa chissà che
non ci pensino British Telecom o Fran-
ce Telecom...
Purtroppo per i venditori attuali il 78%
si collega solo per gironzolare, il 63%
per divertirsi, per imparare il 54% e per
lavorare il 50%. Insomma la forza che
muove la Rete è il divertimento, ma an¬
che il lavoro ha un grosso spazio
Per i tre quarti dei navigatori la velo¬
cità è il problema principale, anche se
sta migliorando: dall'80% che avevano
problemi 6 mesi fa al 69% di oggi. Im¬
mediatamente dopo è quello di trovare
informazioni.
Web-Televisione
è davvero
un match impari?
Recentemente leggevo un articolo
dove grandi esperti analizzavano la ca¬
duta di ascolti televisivi nel "prime ti-
me" che va dal 3 al 10% ! In particolare
i giovani, con grandi pensamenti, chis¬
sà, forse escono la sera, meglio... bah!
Guarda caso gli utenti Internet sono al
massimo proprio nel prime lime ed è
ben noto che se si naviga sulla Rete dif¬
ficilmente si guarda la TV, ed in quelle
ore si trova la linea del provider sempre
occupata. Meditate gente, meditate. Se
avessi una società di produzione televi¬
siva inizierei ad esplorare la conversio¬
ne: il 37% dei navigatori va sul Web
piuttosto che guardare la TV quotidiana¬
mente, ed un altro 23% lo fa settima¬
nalmente.
Acquisti e venditori
È aumentato molto l'uso del Web co¬
me strumento di ricerca ed informazio¬
ne sui prodotti da acquistare, in partico¬
lare per prodotti "informatici", software
ed hardware, in particolare per oggetti
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
303
che costano più di 50 dollari, con una
percentuale tra il 15 ed il 30% dei navi¬
gatori che ha fatto acquisti nel settore.
Altri settori di vendita sono le combina¬
zioni di viaggi (49% ha cercato ed il
20,1% acquistato), libri e riviste (43%
ha cercato, il 18% ha acquistato) e pro¬
dotti musicali, CD. cassette, ecc. ( 36%
ha cercato, 14% acquistato) (Fig. 3).
In pratica l'acquisto di viaggi è stato il
doppio dello scorso anno, ma solo il 6%
in più di dischi, il 4% di libri: grossolana¬
mente, come è apparso dall'uso del
Web, un utente su 5 acquista via Inter¬
net La conclusione è che la crescita del
commercio è ancora lenta ma ormai è
un dato certo,
Quanto hanno speso e quanto spen¬
deranno nei prossimi sei mesi? Il 36%
meno di 17.000 lire, oltre il 20% tra
17.000 e 170.000, ed un altro 30% oltre
170 000, con una crescita dell'8% tra
coloro che spendono oltre 170.000.
Quanto spenderanno è risultato finora
sovrastimato dai dati raccolti nei survey
precedenti ma il 32% dichiara che
spenderà oltre 170.000 lire nei prossimi
6 mesi
L'uso della carta di credito via Web è
considerato più rischioso che via telefo¬
no, via fax o ad un negozio sconosciuto.
Una paura forse irrazionale ma con la
quale fare i conti, aumentata oltretutto
rispetto alle analisi precedenti.
Si compra via Web perché le informa¬
zioni sul prodotto sono buone, si com¬
pra se c'è sicurezza, per ricevere prima
ed a casa gli oggetti ma è sorprendente
come i motivi di minore importanza sia¬
no il prezzo inferiore e la semplicità di
pagamento.
E per questo, la sicurezza, seguita
dalla difficoltà di riavere i soldi se ci so¬
no problemi, dalla semplicità di cancel¬
lare gli ordini, dall'affidabilità e dal cu-
stomer Service che la gente preferisce i
venditori tradizionali. Quelli via Web so¬
no semplici da contattare, hanno prezzi
inferiori, molte informazioni e semplicità
di ordinazione.
Insomma se su Internet arriva il nuo¬
vo protocollo VISA. MasterCard, Amex
e banche, il SET con la sicurezza delle
transazioni, le cose potrebbero cambia¬
re profondamente. Ad aprile-maggio
partirà il primo progetto pilota, assieme
ne partiranno altri, di cui uno italiano.
Hanno sei mesi di tempo per verificare i
problemi e fornire una prima valutazio¬
ne. vedremo.
La Nielsen
Quella con la I, non il sapone per i
piatti. Ha un accordo con
commerce.net ed ha realizzato uno stu¬
dio sull'uso commerciale della Rete. È
in vendita per alcuni milioni (8 all'incir-
ca), http://www.ni.eisenme.qia.com, md
il riassunto è disponibile al pubblico!
con la caratteristica interessante di es¬
sere fatto su una analisi condotta per
la strada, anche se solo tra le persone
maggiori di 16 anni in America e Cana¬
da, con un protocollo rigido e scientifi¬
co di raccolta e distribuzione dei dati, in
modo da poter fare una proiezione at¬
tendibile In realtà si tratta di due studi
diversi, il primo fatto ricontattando
quelli che avevano risposto nel '95 ed
uno nuovo, ed è possibile fare i primi
paragoni con quello dell'agosto ’95.
Tra questo gruppo di persone
JAVA
erita un discorso a parte: decolla, non decolla, si ferma.
Microsoft spinge ActiveX mentre W3C. Sun e Netscape spingono
Java. assieme ad Apple che però ha un sistema operativo che ren¬
de l'uso di Java complesso e soprattutto lentissimo.
Nel survey un capitolo a parte è stato dedicato a Java, gli autori
di siti Web che lo hanno usato sono passati dal 17 al 24% negli ul¬
timi 6 mesi, più gli Europei degli Americani (!). Non è chiara la per¬
cezione del futuro, di conseguenza chi risponde non sa indicare
chiaramente se lo userà nei prossimi 6 mesi.
Quali sono i vantaggi principali di Java?
Si poteva scegliere tra più di una risposta, oltre il 50% ritiene che
l'indipendenza dalla piattaforma sia il vantaggio principale, 1/3 che il
fatto di non richiedere permessi particolari sia uno svantaggio im¬
portante (diversamente dal
CGI) ed il 22% ritiene che il
buon livello di Interattività
che fornisce sia un vantag¬
gio. Sono più gli Europei de¬
gli Americani a vederne i
vantaggi
Quale è la conoscenza e la
percezione della sicurezza
diJava?
Il 45% dichiara di non sa¬
pere quanto sia sicuro Java,
tra coloro che assegnano un
punteggio l'8% ritiene sia
molto insicuro, il 28 % abba¬
stanza insicuro, il 54% abba¬
stanza sicuro, il 9% molto si¬
curo.
Rispetto al precedente
survey c'è sotto un buon in¬
cremento verso la percezio¬
ne della sicurezza di Java.
Plans to Use Java
Split by Location
Vaa
D*n1kr*N
A*
UT*
U**
17M
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»*’
tra
ca O/Ue »I*1 wxnw lB* «ur*%r (CondLKttd OctoM? Itt
Cflp VV* ' w« omc • AU. *KI «M)
C«tM! www«urvay0ccfa»cna«j
Use of Ready Made Java Applets
Split by Location
**»c# furiar (ConOjct*a OctoOer l»Ml
<c ptKh*A««*AjMT_ai/vn*>
CW#* Iti* OT*C • All «BWVtÙ
Covaci Mww-'MvnOccgaUcAtfe
304
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Le URLa del mese
o spazio questo mese è poco ma due siti italiani
vanno segnalati: nuu);;www.vimuio.n è il primo. I ragazzi di
Matrix stanno facendo un buon lavoro Certo, ci sono i soldi di
Telecom dietro, ma bisogna essere obiettivi. Si tratta di un sito
che è davvero cresciuto, bello anche se con poca grafica e ben
fatto All'inizio ha avuto problemi di gioventù ma ora e special-
mente dopo l'accordo con Infoseek è uno dei migliori sulla Re¬
te in assoluto e non solo perché è in Italiano. Le ricerche sono
assistite, trova quanti Link ci sono nel mondo al tuo sito, quan¬
te pagine ha il tuo sito e cosi via Veramente semplice e ben
fatto. Poca grafica, come si conviene ad un sito di servizio, ve¬
loce, una redazione con la quale si può o no essere d'accordo
ma attenta a quello che succede sulla Rete. Merita davvero la
URL del mese. Sarebbe da dire che è un peccato che sia solo in
Italiano!
hUOiLwwA.li5.calrei.it/hscainet/tnet ntm per un aiuto fiscale
Questo si che doveva essere in Italiano, le tasse così combina¬
te sono solo nostre. Non credo che farete a meno del commer¬
cialista ma un aiuto importante si può trovare anche qui
Che nasca il commercialista telematico? Il mio è già telefoni¬
co, penso che non sarebbe complesso farlo diventare telemati¬
co. ci sarebbe sempre il problema delle firme ma magari lui mi
compila un 740 elettronico da stampare a casa . . chissà.
Bvnvvnutl In PlscalNel.
FiscolNet
NcXUumI r RmU»
Rassegne tUmpa
Rnpottr m Ounn
ScjòwiMrt
Siti Irti «traumi
nell'agosto '95 il 16% aveva accesso
ad Internet, il 10% aveva usato Inter¬
net negli ultimi 3 mesi e l'8% aveva
usato il WWW negli ultimi 3 mesi So¬
no state reintervistate le stesse perso¬
ne. La crescita dell'accesso è stata del
50%, il 24% ha accesso alla Rete dopo
6 mesi dal primo survey. il 17% ha usa¬
to Internet negli ultimi 6 mesi ed il
13% ha usatoli WWW.
Nello studio '96 sempre tra i maggiori
di 16 anni il 23% sta usando Internet, il
17% è sul WWW ed il 73% di coloro
che usano il WWW lo usa per ricerche
su prodotti e servizi. Praticamente 5,6
milioni di utenti (od il 15% dei nordame¬
ricani) hanno fatto acquisti sulla Rete!
Tanti o pochi? Pochi se si fa il para¬
gone con i 220 milioni di abitanti, tanti
se si pensa alla crescita che sta avendo
il settore.
La sicurezza nel pagamento elettroni¬
co è. anche secondo la Nielsen, il moti¬
vo principale che frena gli acquisti sulla
Rete.
Gli utenti sono principalmente mana¬
ger e professionisti, meno che nel sur¬
vey precedente, erano il 50% ora sono
il 39%, ma sempre più della media del¬
la popolazione, dove sono il 25%. Il
53% dei "navigatori" dichiara di aver
usato il Web per scegliere il prodotto
da acquistare, con una crescita rispetto
allo studio precedente del 60% in 6
mesi.
I maschi sono il 58% ma sono anche
i migliori acquirenti via Rete, molto più
delle donne.
Ci fermiamo qui, con un senso di fa¬
stidio Pensate che questo rapporto è
stato commissionato da Commerce.net
alla Nielsen. pagato, immagino, e viene
venduto ancora per 8.000.000 di lire.
La mia impressione è che la Nielsen.
o Commerce.net. nonostante gli studi,
abbia capilo ben poco delle filosofie
della Rete, di condivisione delle infor¬
mazioni e del profitto ''giusto”. Credo
che spendere forse una sessantina di
milioni, mi rifiuto di credere che sia co¬
stato di più, per un rapporto commis¬
sionato e poi venderlo ancora a 5000 $.
senza mettere in linea neppure l'execu¬
tive summary. sia veramente un segno
di protervia da parte di chi è pagato dal
governo per diffondere il commercio
sulla Rete; inoltre il rapporto su CD e
quindi in formato elettronico non costa
meno, ma 700.000 lire di più! Quando
poi ne esiste un altro gratuito, con tutti
i set di dati liberi, credo sia uno spreco
comprarlo, mi dispiace per le teste
pensanti della Nielsen ma i rapporti del
GVU hanno una analisi davvero ben fat¬
ta dietro, siamo al sesto, per la Nielsen
solo al secondo.
Nella prossima puntata il denaro elet¬
tronico. i server per le transazioni com¬
merciali, le banche, esempi e studi. Al
prossimo mese.
«e
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
305
a cura di Corrado Giustozzi
Cascading Style Sheet
Uno dei limiti che è sempre stato riconosciuto all’HTML è quello di non
aver un controllo ottimale sull’editing finale della pagina. Un difetto non da
poco, visto che il World Wide Web fa dell’aspetto grafico il suo cavallo di
battaglia. A risolvere i problemi stanno arrivando gli Style Sheet. Con
questi nuovi comandi possiamo progettare una pagina quasi come se ci
trovassimo in tipografia. Questo mese vedremo dunque quali sono le
specifiche e le prime nozioni necessarie per poter utilizzare questi
potentissimi comandi.
Prima parte
di Giuliano Boschi
Se navigale spesso nella rete, e se
avete visitato siti dedicati all'HTML o ai
browser o comunque alla progettazione
di pagine WWW. vi sarete sicuramente
imbattuti nei Cascading Style Sheet
(CSS) o, piu semplicemente, Style Sheet
(io stesso ne ho fatto alcuni accenni nei
numeri precedenti) Vediamo ora di che
si tratta, come si utilizzano e quali inno¬
vazioni portano e porteranno nel World
Wide Web
Personalizziamo
le pagine
E' indispensabile, come preambolo,
precisare che la funzione primaria degli
Style Sheet è quella di permetterci di
comporre una pagina Web secondo uno
''stile" da noi scelto, permettendoci un
controllo raffinatissimo sui testi e sulla
struttura della pagina stessa.
Un Cascading Style Sheet altro non è
che una lista di attributi che permettono
di modificare le proprietà dei tag HTML.
Tali attributi possono essere prerogativa
di un solo tag, di più tag contemporanea¬
mente, di un intero documento o addirit¬
tura di una serie di documenti. Le infor¬
mazioni riguardanti uno specifico stile
possono essere molte e varie, da questo
insieme di informazioni (da cui il termine
"cascading", cioè cascata), si giunge alla
composizione dello stile desiderato
Le specifiche dell'attuale "Cascading
Style Sheet Levell " sono stabilite dal
W3C, il World Wide Web Consorlium di
cui abbiamo parlato nel numero 170.
Queste specifiche, tanto per cambiare e
tanto per complicarci la vita, sono ancora
in via di definitiva approvazione. Il gruppo
del W3C che se ne occupa riceve ancora
input da parte dei membri del consorzio
di cui fanno parte anche aziende del cali¬
bro di Apple, Microsoft e Netscape.
Recentemente sono stati fatti molti
tentativi di estensione dell'HTML per
permettere un maggiore controllo sullo
stile definitivo della pagina Web. Gli Sty¬
le Sheet superano questi problemi intro¬
ducendo elementi sino ad ora presenti
solo nella nostra fantasia di perfetti pro¬
gettisti di pagine. Il colore di sfondo può
ora essere assegnato non solo al BODY
ma a qualsiasi altro elemento HTML, i
bordi possono essere assegnati a qual¬
siasi elemento, non solo alle tabelle, e
cosi via
Ovviamente, e come non pensarlo,
non tutti i browser supportano gli Style
Sheet. In teoria una pagina costruita con
gli Style Sheet può essere letta anche da
un browser che non lo supporta, ma il ri¬
sultato è spesso cosi scadente da sconsi¬
gliarne l'utilizzo. Questo vuol dire che pri¬
ma di progettare un sito utilizzando que¬
sti potenti elementi dobbiamo fare i conti
con la distribuzione dei browser che li
supportano Attualmente gli Style Sheet
sono supportati da Internet Explorer 3.0
beta 2 le successivi) e da Netscape Com-
municator 4 0 beta 2 (e successivi).
Come si utilizzano?
Entriamo ora nello specifico ed esami¬
niamo come si utilizzano gli Style Sheet
Possiamo utilizzare tre metodi di im¬
plementazione: il primo, detto inline.
consente di definire ogni singolo tag del
documento In tal modo ogni tag HTML
può avere un suo stile proprietario. Il se¬
condo metodo, chiamato embeddmg
(letteralmente vuol dire incastonare) o
style, permette di creare uno stile per
ogni tag HTML. Tale stile viene applicato
a tutti i tag di quel tipo presenti nella pa¬
gina. Per ultimo, ma non certo meno im¬
portante, l'external, che consente di defi¬
nire un documento che viene utilizzato
come riferimento da più documenti. Tale
sistema viene implementato quando ab¬
biamo una sene di pagine diverse che
utilizzano lo stesso stile
I nomi dei tre metodi non sono codifi¬
cati e spesso possono essere chiamati
con vocaboli diversi.
E’ bene precisare che la sintassi degli
Style Sheet non è di immediata com¬
prensione, ma, come al solito, le cose
sono molto più facili a farsi che a spie¬
garsi
Ogni elemento di uno Style Sheet vie¬
ne chiamato definizione. La definizione,
racchiusa tra parentesi graffe, è compo¬
sta da una serie di proprietà specifiche di
quel tag. Ogni proprietà è identificata dal
nome della proprietà seguito dai due
punti e da un valore. Il punto e virgola se¬
para eventuali proprietà multiple.
306
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
rcfnMf».
HTML and Stylesheet Support
1h« sampta \v*b paga batow was d»slgn©d ustrrg stylashMts. Th# GIF
• mago to th« right Is v/hat you would be seeirrg witti all tha contont
support of Internet Explorer 3.0. If tney don t look alike. what oO\er
great content might you be mlssing out on?
These SHOULD look alike!
^ Dothey? ^
SfrfeSMMl C 00 C/H»
Above:
TOTAL SI2E: J.5-
Sfyfc Sfitti can create
uvpraz-.Ne lampa t
wthout tha narp ofgnptuci
Above:
TOTAL SIZE:
Figure > e 2 Mei silo della Microsoft e ben evidenziato il vantaggio, in termini
di byte trasferiti, nell'utilizzo degli Style Sheet 0,5 k contro 5.3 k. un risparmio
di orca IO volte'
N.i.c.p.-f!t O.n.no.1 mr.rt
L’esempio che segue assegna al tag
<H1> un font della grandezza di 13 (inte¬
so come tredici puntil e con carattere
neretto tbold):
HI {font^sjze:JL3pt;Jont-we ig h t:
bold)
External Style Sheet
Come visto precedentemente, l’Exter-
nal Style Sheet permette di utilizzare
uno stile desunto da un file "esterno" e
che influenza lo stile di più pagine.
La procedura perché un file HTML ri¬
chiami un External Style Sheet è quella
mostrata nell’esempio 1. Per ora non
preoccupatevi se alcuni comandi non vi
sembrano chiari. Nel prossimo numero
analizzeremo con attenzione tutti gli ele¬
menti necessari alla loro implementazio¬
ne. Quello che ora mi interessa sottoli¬
neare è il tipo di sintassi globale che per¬
mette al documento HTML di riconosce¬
re il file Style.css come depositario degli
"stili” dell'impostazione del documento
HTML stesso.
Se vogliamo inserire alLinterno del file
un testo di commento, ignorato quindi
dalla procedura, dobbiamo far precedere
al testo in questione il simbolo /* e. al
termine del testo, il simbolo 7.
Embeddino Style Sheet
Quando utilizziamo questo metodo in¬
seriamo gli elementi necessari alla com¬
posizione della pagina all’inizio del docu¬
mento HTML L’esempio 2 ci mostra la
sintassi di un Embedding Style Sheet.
I tag <STYLE> e </STYLE>, che con¬
tengono gli elementi dello Style Sheet,
devono essere inseriti dopo il tag
<HTML> e prima del tag <BÒDY>. Gli
elementi cosi definiti avranno valore per
l'intero documento HTML
Il problema può sorgere quando un
browser che non supporta gli Style
Sheet legge il nostro documento In tal
caso sul monitor vengono mostrati tutti
gli elementi compresi tra <STYLE> e
</STYLE> che il browser interpreta co¬
me se si trattasse di un normale testo
Per ovviare all'inconveniente possiamo
usare i tag di commento <!-- e Que¬
sti tag indicano al browser di ignorare
quanto racchiuso tra i due simboli e quin¬
di di non far visionare quel testo sul vi¬
deo Se invece il browser supporta gli
Style Sheet, leggerà il documento anche
se vi sono <!- e -> rendendo attivi gli
stili scelti.
Ialine Style SheeJ
E’ il metodo più semplice, anche se in
genere più dispendioso, dovendo essere
implementato all’interno di ogni tag che
desideriamo influenzare. La sintassi è,
ad esempio
<H1 STYLE= "font-sìze: 13pt;font-
weight: bold">
</H1>
In effetti esistono delle "scorciatoie”
che ci permettono di evitare la digitazio¬
ne di tutti i comandi. Ne parleremo me¬
glio all'interno di ogni singolo comando
Per ora basti sapere che la linea di cui
sopra può ridursi a:
<H1 STYLE="font: 13pt bold">
Scorciatoie e priorità
Un altro tipo di "scorciatoia”, applica¬
bile ad un file esterno, è quella di attribui¬
re a tag diversi, divisi da una virgola,
stesse funzioni;
Quello che segue è l’esempio di un file HTML che richiama una procedura External
Style Sheet:
<HTML>
<HEAD>
<TITLE>External Style Sh eet</TITLE> _
«LINK REL=STYLESHEET HPt*~=nttP //www pippo.com/style.csd TYPE='text/css">
</HEAD>
<BODY>
</BODY>
</HTML>
Ecco invece un esemplo di come si può presentare il file style.css:
BODY (font: lOpt "Arial")
/• Questa parte è un commento e viene ignorata dalla procedura 7
HI (font: 15pt "Arial’; font-weight: bold, color: red)
H2 (font: 14pt "Couner New", font-weight: bold: color blue)
P (font 10pt 'Arial'; color: blue)
Esempio 1
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
307
tf £» X— 6- ■
Mcm 4
Today 1 » Slarxt
T lf “.H'gf .ffg
TH« .VVot«r-Co°!£
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Natica* - [Wttcom* lo Mr ShowtJl?
t«3*» ti Qfno* Cnn>y K“»“ a»*
= ì
Ih
A«aiiMAaiiuai
é
Figure 3 e 4 - La sressa pagi¬
na vista con e senza gli "oc¬
chi" dello Style Sheel. ma
sono sicuro che voi non avre¬
te occhi che per Minnie'
uno schema di riferimento sulle
priorità di applicazione.
HI. H2, H3 {font-size: 13pt}
Si possono inoltre indicare stili da uti¬
lizzare solo con elementi che rispondono
a più caratteristiche. Il comando HI B
{colorred} applica un font di colore ros¬
so a tutti gli elementi contraddistinti da
<H1> e dal carattere bold.
Introduciamo ora un nuovo attributo:
CLASS Questo attributo ci permette di
dare allo stesso tag due valori diversi.
Più di tutto può chiarire un esempio:
Hl.black {color: black)
HI.blue {color: blue}
<H1 CLASS=BLACK>Testo
nero</H1>
<H1 CLASS=BLUE>Testo blue</H1>
A volte possiamo avere la necessità di
inserire uno stile senza doverlo obbliga¬
toriamente abbinare ad un tag. Ci viene
in aiuto il comando ID Nel file esterno, o
nella parte compresa tra i tag <STYLÈ>
e </STYLE>, possiamo inserire il caratte¬
re # seguito da un nome Nel documen¬
to HTML vero e proprio dobbiamo inve¬
ce inserire ID. come attributo di un tag.
seguito dal nome precedentemente
scelto. Il testo che segue ID viene cosi
abbinato allo stile indicato. Anche qui va¬
le più l’esempio di mille parole.
frtestorosso {color: red}
<P ID="testorosso">questo testo
utilizza un font di colore rosso</P>
Precedentemente abbiamo visto i tre
diversi metodi che si possono utilizzare
per implementare degli Style Sheet. A
questi va in effetti aggiunto quello speci¬
fico del browser dell'utente. Infatti, nelle
opzioni dei browser, possiamo settare
un font di default e una dimensione spe¬
cifica del carattere. Inoltre l’utente stes¬
so può utilizzare dei propri Style Sheet
che influenzano le pagine WWW visua¬
lizzate sul monitor. Tutti questi elementi
possono compor¬
tare dei conflitti di
priorità.
Riferendoci ai
soli Style Sheet
redatti dall'autore
è basilare sapere
che un comando
mime ha la prece¬
denza su uno erri-
bedding o linking.
un comando em-
bedding ha la pre¬
cedenza su uno
linking. Ciò con¬
sente di differen¬
ziare lo stile di un
singolo tag anche
se questo è stato
già determinato
con un comando,
ad esempio,
linking Nel box 1
potete trovare
A cosa servono?
Mi accorgo ora, rileggendo quanto
scritto, che ho parlato degli Style Sheet
come entità astratta. Forse si è capito
poco il vero potenziale e la loro praticità
di utilizzo. Commentiamo quindi alcune
delle ligure presenti nell'articolo, per me¬
glio capire a cosa servono.
Nel preparare le figure ho utilizzato le
versioni 3 di Internet Explorer e di Net¬
scape Navigator. Questo perché solo il
primo supportava gli Style Sheet. In tal
modo è possibile paragonare le pagine e
vedere la differenza tra utilizzare e non
gli Style Sheet. Comunque anche l'attua¬
le versione 4 di Navigator supporta gli
Style Sheet. Quasi tutte le immagini cor¬
relate all'articolo sono comunque dei de¬
mo. In effetti, il fatto che i browser che
supportano gli Style Sheet non siano an¬
cora diffusissimi ne ha di fatto bloccato
l'implementazione sui siti Ma le cose
stanno cambiando e, tra qualche mese, i
siti che utilizzeranno questo sistema, se
non la maggioranza, saranno comunque
moltissimi. Questo solo per spiegare che
si possono fare cose molto migliori di
quelle che potete vedere qui
Incominciamo con le figure 1 e 2. Le
immagini sono tratte dal sito della Micro¬
soft che, avendo implementato gli Style
Sheet prima di Netscape Navigator, ne
ha fatto molta pubblicità. In questo caso
ci viene mostrata la potenzialità del siste¬
ma. Nelle due figure potete vedere, al
centro, due testi molto simili (quelli con
la scritta cool di sfondo). Quella di destra
è una normale gii, quella di sinistra è ela¬
borata con gli Style Sheet. I vantaggi so¬
no due. Il primo, come evidenziato dal
testo, è quello di risparmiare banda. In¬
fatti l'immagine occupa 5,3 KByte, men¬
tre il testo Style Sheet solo 0.5 KByte (e
non è cosa da poco!). Inoltre la qualità
stessa dell'immagine è minore
nell'esempio della gif Ma cosa visualizza
un browser che non supporta gli Style
Sheet? Esattamente quello che potete
Se invece avete necessità di implementare un Embedded Style
Sheet eccone
la sintassi:
<HTML>
<HEAD>
<TITLE>Embedded Style Sheet</TITLE>
</HEAD>
<STYLE>
BODY {font lOpt 'Arial'l
/* Questa riga è un commento e viene ignorata dalla procedura */
HI {font- I5pt 'Arial'. font-weight: bold: color- red)
H2 (font: I4pt 'Courier New', font-weight: bold; color: blue)
P (font: lOpt 'Arial', color: blue)
</STYLE>
<BODY>
</BODY>
Esempio 2
308
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
t E8PN6T Spor*«2on« - Microsoft lnt*rn*
E*k E«ir ¥*• 6*
SPORTSZONE -*as
Huston: No
problem
on Day 1 of
Masters
Uh VA':
News
Frnffli'ta
issiti
Urtiti.
n»ln»i <'wl»
S»ln>. clinch
fin» cMvIvIoh
UlkJnJ*
vfiirs
A» alwn".
• lonl^n foil*
Knlck»
[Irfll'vjlin.
llf lo invinoli
Figure 5 e 6 - La differenza rra utilizzare e non gli Style Street potrebbe non
sembrare eccessiva, ma spesso sono pregno i piccoli dettagli che fanno di una
pagina Qualcosa di veramente gradevole ed originale-
Naticuta - [ESPMPT Snnrta7onaJ
fc» |« 0 kMr*i
SPORTSZONE -«a=
Huston: No problem
on Day 1 of Masters
News
bada ma
12
k*d Mrnt*
b*rrnrt«kiUu
Hkk F*do (Votar)
<5 o'»t(
4
OC
'•"i 4 fmrnn
ina* c* w»**
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I filar MI
fHtar. C**M
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Adwocjcy
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Today on
Policy.com
Pr.ild.nt Clinton
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B*cioi*nfs Into foderai office*
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wraia mou(«.
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»rttel»c rvM( rala*ia« j«nH raiwf* *
KocartlKn •• »«* c, i vto.witi
>/lA,i . *** tho latti» •«<(**. p>*n ’ataatai
ano >*poru cn toflay'* «aOng UMI Wr*»# jutt
addati Ava n#* arati pP *0<u* i» ovt COrMtga
vedere in figura 2.
Compariamo ora le figure 3 e 4, alme¬
no se mi promettete di non farvi distrar¬
re dalla prosperosa pin-up! Le due pagine
sono relativamente simili, ma è innegabi¬
le che quella di figura 3 abbia una perso¬
nalità maggiore. La pos¬
sibilità di scegliere il
font permette di perso¬
nalizzare il documento,
di renderlo più mosso e
maggiormente accatti¬
vante. Attenzione co¬
munque a non esagera¬
re. L'uso di font diversi
nella stessa pagina può
rendere il documento
pacchiano e volgare. In
questo senso la pagina
di figura 4 risulta più so¬
bria ed elegante, anche
se meno originale.
Decisamente più
equilibrata l'immagine
di figura 5. Qui l'utilizzo
di font diversi, proprio BOX 1
il
« fcc«:a.
r* Oooaaa* tea
*(»•••*•
MKf «•
«Hll OC*»»*»
Pwvtroing
Mudai
*<*o»«aang
il
af
Figure 7 e 8 Policy con con e senza Style
Street Oliale vi piace di piu> Se dite senza allora
abbiamo dei gusti decisamente diversi.
per un'oculata scelta dei font stessi, ri¬
sulta più armonica e gradevole. I titoli
vengono maggiormente enfatizzati ri¬
spetto a quanto si vede nella figura 6 che
non utilizza gli Style Sheel.
Ultimo confronto tra le figure 7 e 8. La
pagina di figura 7, che utilizza gli Style
Sheet, è decisamente superiore, come
Ordine di priorità
La tabe la che segue mostra l'ordine di priorità utilizzato dai browser quando due o più stili diversi entrano in
conflitto tra di loro. La priorità è crescente da destra verso sinistra. Ovviamente vengono applicati gli elementi
con priorità maggiore.
Bassa priorità
-► Alta priorità
Priorità nel proprio computer Valori di default del browser Style Sheet dell'utente Style Sheet dell'autore
Priorità dei metodi di Style Sheet Linking Embedding Inline
Priorità nel tag Valori inseriti nel tag CLASS ID
Esiste comunque un elemento di priorità quasi assoluta, il comando limportant La sintassi è: HI (color: red
limportant) Quando questo comando viene inserito, gli viene assegnata la priorità più alta, anche in contra¬
sto con la tabella di cui sopra Un limportant presente in un documento dell'utente ha pnorità su qualsiasi ele¬
mento dell'autore, un limportant presente su un documento dell'autore ha priorità su qualsiasi documento
dell'utente, anche se contiene un limportant.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
309
f .Tir/, r.
L lypr »po:tmo - Arni - Microsoft lotamet £ «plorar
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freely avallatole to any user
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that load in secondi
Ihe abllity lo Control
Ih» presentanoti of a
Wob document...
thè facility to change thè
style attributo* of an enllre «ito
by jmending just orto file
«vithout compromtamg
Ih* undorlylng «Iructuro
of thet document
and a me» cor
Figura 9 - Ecco un esempio
di pagina siile "Indipendence
Day", astronave e raggio la¬
ser inclusi. Il tutto solo digi¬
tando podie righe di testo
FFigura IO - La possibilità di inserire del te¬
sto sopra un altro testo o sopra un'immagi¬
ne e una delle novità più piacevoli degli
Style Sheet I numeri di sottofondo sono
comunque del semplice testo non c'è uso
di grafica
WMim.-rnsmuHi-ii-;
f> la- k— 4» tw
Stylt sheflt prrtym dir abito) la
rimirili dir prrwnliuim afallfb
doaunrnt " illuni roinpromumy
iis luutrrtyuis unir turi
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tomenti risulteran¬
no praticamente il¬
leggibili.
In figura 9 ecco
un esempio di pa¬
gina stile "Indi¬
ai
-»-***< m
irNanlCn^
• — lj<- -4|.
Figura 12 - In questa pagina non c'è
neanche un byte di grafica Se non ci
credete andate a visitarla e verificate
di persona Non sarà un opera d'arte,
ma per essere editata con poche righe
di testo non e propno niente mate
impano, a
quelle di figura
8 che non li uti¬
lizza Le diver¬
se dimensioni
dei font per¬
mettono di in¬
dividuare. già con un breve colpo d'oc¬
chio, la gerarchia di importanza delle noti¬
zie presenti nella pagina L'impaginazione
risulta più gradevole e maggiormente in
linea con l'impostazione "da giornale"
della pagina stessa.
Esaminiamo ora alcuni esempi ''didatti¬
ci" (senza nessuna pretesa artistica) pre¬
senti sul sito Microsoft Tutti gli esempi
che seguono sono stati realizzati senza
l'utilizzo di alcuna immagine grafica, ma
solo con l'implementazione di Style
Sheet II tempo necessario a scaricare
queste pagine e perciò ridottissimo. Ri¬
sulta evidente che, a differenza degli
esempi sin qui visti, le pagine che seguo¬
no possono essere visionate solo da un
browser che supporta gli Style Sheet, al-
pendence Day
L'utilizzo di font di stile e dimensioni mol¬
to diverse tra di loro conferiscono alla pa¬
gina un aspetto particolare, con il testo e
gli sfondi che simulano aspetti grafici e
architettonici.
Anche la figura 10 risulta di immediato
impatto I numeri presenti sotto il testo
conferiscono alla pagina un aspetto che
si avvicina a documenti prima pensabili
solo su carta stampata. Eppure anche lo¬
ro sono prodotti dagli Style Sheet. Da no¬
tare che viene introdotta la possibilità, de¬
cisamente innovativa e dalle grandi po¬
tenzialità, di inserire testo su testo, come
in questo caso, o, se necessario, del te¬
sto su di una immagine.
In figura 11 ecco la pagina di un quoti¬
diano realizzata interamente con gli Style
pi
Sheet lad esclusione della
foto del personaggio). An¬
che qui è possibile ricono¬
scere a questo sistema
enormi potenzialità di realiz¬
zazione con, non mi stan¬
cherò mai di dirlo, ridotte di¬
mensioni dei file da inviare
Per concludere ecco la simpatica realiz¬
zazione di un bizzarro autore che in figura
12 si è divertito a realizzare un facsimile
di una pagina di Netscape Navigator utiliz¬
zando solo Style Sheet Roba da non cre¬
derci, ma non è presente un solo byte di
grafica!
Nel prossimo numero entreremo nello
specifico degli Style Sheet esaminando i
comandi e la sintassi necessaria ad ela¬
borare le pagine che avete appena visto,
anzi, sono sicuro che riuscirete a realizza¬
re lavori decisamente superiori a quelli
sin qui mostrati Mi raccomando non
mancate all'appuntamento
Kg
Figura 11 - Per diventare di-
reItor/editon/giomalisti ser¬
ve solo qualche comando
Style Sheet e lo spazio ne¬
cessario su d un server, e
ne basia veramente poco 1
310
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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TQPCQM
a cura di Francesco Romani
Gli aspetti computazionali
del progetto Virgo
Un esperimento scientifico dal costo di 150 e passa miliardi, che pro¬
durrà milioni di Megabyte di dati all'anno per molti anni, pone colos¬
sali problemi di analisi dei risultati sia dal punto di vista hardware che
software.
Introduzione
Il progetto Virgo è un progetto Italo-Francese per la costruzio¬
ne e l'uso di una antenna Laser per la ricezione di Onde Gra¬
vitazionali Per descriverne in breve le caratteristiche ospito
una nota di uno dei responsabili del progetto: il Prof. Fidecaro
dell'Università di Pisa
Dal mio punto di vista voglio accennare ai principali problemi
matematici e numerici che comporta la rivelazione delle onde
gravitazionali. Se i lettori di MC saranno interessati al proble¬
ma (domanda retorica tanto lo faccio lo stesso!) potremo stu¬
diare in maggiore dettaglio, nei prossimi mesi, alcuni degli
aspetti matematici e informatici di un problema di così gran¬
de attualità. Ovviamente l'esposizione sarà curata con l'aiuto
di Mathematica (certamente il linguaggio più adatto per studi
di questo tipo).
Gran pane del lavoro può essere fatto in questi anni in cui si
sta costruendo materialmente il rivelatore; si possono distin¬
guere 3 filoni principali
• Studio delle caratteristiche delle sorgenti di Onde Gravi¬
tazionali e del segnale atteso;
• Studio delle caratteristiche del rumore e della distorsione;
• Analisi e sintesi degli algoritmi di rivelazione e loro te -
sting su dati simulati.
Le sorgenti
Il lavoro preliminare spetta ai fisici teorici che devono predire
la forma in cui il segnale "buono" si può presentare per i casi
tipo di fenomeni stellari suscettibili di generare onde gravita¬
zionali (tipicamente applicando la teoria della relatività genera¬
le). Si distinguono sorgenti stazionarie (le Pulsar o Stelle a
Neutroni che dovrebbero emettere O.G in modo regolare,
con una stretta relazione con la loro emissione di onde radio)
e sorgenti impulsive (catastrofi stellari quali la collisione tra
stelle, le supernovae o la caduta di corpi massicci nei buchi
neri) Le sorgenti impulsive sono molto piu potenti di quelle
stazionane ma la loro emissione è imprevedibile e di brevissi¬
ma durata.
Si noti che questa è la parte più critica; una volta che tutte le
altre variabili del problema siano state studiate e analizzate
con sufficiente chiarezza, e qualora i dati di più progetti (per
esempio Virgo e Ligol svolti in parti diverse del mondo e ana¬
lizzati da equipe diverse con diversi algoritmi diano gli stessi
risultati, sarà possibile usare questi esperimenti per convali¬
dare o rifiutare parti delle varie teorie della gravitazione, tutto¬
ra prive di conferme. Allo stesso modo, in passato, i risultati
degli esperimenti con i rivelatori di particelle hanno permesso
di confermare o invalidare molte teorie sulla struttura della
materia.
Una parte più alla portata di tutti è lo studio delle distorsioni
motivate da cause astronomiche; la variazione in frequenza
dovuta all'effetto Doppler della rotazione terrestre, e dell'orbi¬
ta della terra intorno al sole e le variazioni in ampiezza dovute
al variare dell'orientamento del rivelatore rispetto alla sorgen¬
te. Tutto il male non viene per nuocere, queste distorsioni,
facilmente prevedibili e calcolabili, potranno servire per discri¬
minare i segnali stazionari di origine terrestre da quelli di ori¬
gine astronomica e convalidarne l'esatta collocazione nello
spazio. In Figura 1 si vede una mappa stellare (prodotta con
Mathematica ) in cui i punti colorati rappresentano le 706 pul¬
sar note con il colore che schematizza la frequenza di emis¬
sione e la grandezza che rappresenta l'incertezza nella posi¬
zione.
Il rumore
Oltre alle attese O.G il rivelatore sarà affetto da molti tipi di
rumore, alcuni dei quali di intensità molto superiore al segna¬
le buono;
312
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
• rumore sismico (terremoti, autocarri sulla vicina super¬
strada, fisici con il raffreddore allergico nelle vicinanze
degli specchi);
• rumore elettromagnetico (linee ad alta tensione, stazioni
radio, macchie solari, telefonim nelle vicinanze);
• rumore meccanico delle parti del rivelatore (risonanze
degli specchi sospesi);
• rumore di conteggio dei fotoni della luce laser (ticchettio
o shot noise );
• rumore elettrico delle apparecchiature analogiche a valle
dei fotodiodi;
• rumore digitale dovuto al processo di discretizzazione
(campionamento e conversione analogico/digitale, irrego¬
larità della base dei tempi, aliasing, etc.).
Una volta ottenuto il modello (o più probabilmente una serie
di modelli di accuratezza crescente) è possibile generare dati
"simulati'’ in cui un segnale buono di caratteristiche stabilite
a priori è stato opportunamente iniettato e mascherato con il
rumore Quando sarà disponibie il primo prototipo si potran¬
no infine fare misure dirette sulla forma del rumore.
Gli algoritmi di rivelazione
Si noti che tipicamente per le sorgenti stazionarie la potenza
istantanea del rumore è qualche ordine di grandezza sopra
quella del segnale, la speranza di una rivelazione sì basa sul
fatto che essendo il rumore in gran parte scorrelato, in una
integrazione a lungo periodo la media del rumore tende a ze¬
ro e il segnale (fortemente correlato) può affiorare
Per le sorgenti impulsive il problema principale è la ricerca
nel "pagliaio" del rumore dei pochi "aghi" (i rari eventi cata¬
strofici) e nessun limite si pone alla fantasia dello sviluppato-
re di algoritmi.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
313
L'interferometro VIRGO:
Un esperimento per rivelare le onde gravitazionali
di Francesco Fidecaro
La gravità governa innumerevoli fenomeni. Causa della caduta
dei corpi, la forza di gravità agisce, apparentemente, in maniera
sempre uguale. La direzione verticale non è cambiata nei secoli
(anche se la torre di Pisa vorrebbe sostenere il contrario). Ma
l'azione della gravità è sempre la stessa? La direzione della ver¬
ticale, indicata dal filo a piombo, rimane costante? Vedremo
che questa domanda, apparentemente innocente, porta a
esplorare un argomento fondamentale della Fisica.
Corpi massivi si attraggono. La Terra attrae un corpo che si tro¬
va nelle sue vicinanze e la direzione della forza esercitata punta
verso il centro del nostro pianeta, Questa direzione è quella che
chiamiamo verticale e che dovrebbe rimanere costante nel
tempo. Ma va considerata un'altra caratteristica di questa forza,
ovvero che l'effetto diminuisce al crescere della distanza, senza
annullarsi mai Sorge il sospetto che occorra considerare altri
corpi massivi, come la Luna e il Sole, e in effetti questi astri
hanno una influenza rilevante II risultato è che la forza di gravità
non è costante, cambia leggermente nel tempo, secondo la po¬
sizione relativa di Sole. Terra e Luna Osservando un filo a
piombo sufficientemente preciso si può studiare la gravità. Si
hanno piccole variazioni della posizione del piombo, la forza di
gravità non è costante, ma per cause note: la Luna e il Sole.
La forza gravitazionale diventa rapidamente trascurabile con la
distanza. Una stella non è in grado di avere la minima influenza
sugli eventi terrestri Esiste però anche un altro fenomeno:
quando un oggetto massivo quanto una stella si muove in ma¬
niera brusca, con grandi accelerazioni, sorgono nuovi effetti
connessi con la gravità. La caratteristica più saliente è che essi
si propagano a grande distanza e giungono fino a noi. All'attra¬
zione gravitazionale terrestre si sovrappone una perturbazione,
il filo a piombo si muove, questa volta per una causa molto più
remota che non la presenza della Luna o del Sole. In questa si¬
tuazione si parla di 'onde gravitazionali" Onda, per analogia con
l'onda sull'acqua che nasce dove cade un sasso e si propaga,
gravitazionale, perché agisce su qualsiasi corpo massivo, come
la gravità che conosciamo
Questa perturbazione dello spazio vuoto può percorrere l'intero
Universo senza venire apprezzabilmente alterata, portando
informazioni su quello che avviene ai confini dell'Universo, op¬
pure in posti inaccessibili alle tecniche astronomiche.
Le onde gravitazionali sono previste dalla teoria della Relatività
Generale, elaborata da Einstein e pubblicata nel 1916 Non so¬
no mai state osservate sperimentalmente, ovvero nessuno ha
visto un filo a piombo (o uno strumento equivalente) muoversi
per causa loro. Si ha solo una evidenza indiretta della loro esi¬
stenza, in condizioni molto particolari Sono stati identificati dei
sistemi composti da due stelle che ruotano l’una attorno all'al¬
tra molto rapidamente, una rivoluzione in qualche decina di ore.
La traiettoria delle stelle può essere calcolata con o senza l'ipo¬
tesi di emissione di onde gravitazionali, ottenendo dei risultati
notevolmente diversi. Ebbene, le stelle di questi sistemi si
muovono in preciso accordo con l’ipotesi di esistenza delle on¬
de gravitazionali.
Per vedere effetti indiretti dovuti alle onde gravitazionali è stato
quindi necessario trovare sistemi di stelle in condizioni vera¬
mente particolari: tuttora tra le numerosissime stelle studiate si
conoscono solo tre sistemi di coppie di stelle che mostrano l'ef¬
fetto delle onde gravitazionali. Agli astrotisici Hulse e Taylor, per
aver scoperto il primo di questi sistemi, è stato assegnato il pre¬
mio Nobel per la Fisica nel 1993
La dimostrazione sperimentale dell'esistenza di onde gravitazio¬
nali consiste nella messa in evidenza del loro passaggio, per
esempio osservando lo spostamento di un filo a piombo. Un
metodo per osservare deviazioni dalla direzione verticale è quel¬
lo di usare due fili a piombo e confrontare la distanza tra i due
piombi. È caratteristica peculiare delle onde gravitazionali agire
tanto più diversamente sui due fili a piombo quanto più essi so¬
no lontani, Ma l'effetto è veramente minuto: se si mettesse un
filo a piombo sulla Terra e l'altro alla distanza della stella più vici¬
na si osserverebbe uno spostamento del piombo minore del
diametro di un capello. Rimanendo sulla Terra e allontanando i
piombi l'uno dall'altro di alcuni chilometri lo spostamento previ¬
sto è di un miliardesimo del diametro di un atomo, E questo
benché alla fonte ci sia una catastrofe a livello cosmico, come la
morte di una stella, uno dei pochi eventi che possa causare una
intensa emissione di onde gravitazionali
Per tanto tempo i fisici hanno ritenuto che non sarebbe mai sta¬
to possibile dimostrare l'esistenza delle onde gravitazionali per¬
ché esse non avrebbero avuto effetti misurabili su oggetti terre¬
stri. Ma mentre la ricerca di fenomeni cosmici che potessero
essere potenti sorgenti di onde gravitazionali andava avanti, da¬
gli anni '60 si sono sviluppate tecniche di fisica sperimentale
sempre piu sensibili. L'ingegno mostrato nell'immagmare nuovi
sensori e il progresso tecnologico sono stati tali da potere pro¬
gettare apparecchiature in grado di rivelare i segnali di alcune
potenti sorgenti. La rivelazione delle onde gravitazionali costitui¬
sce una delle grandi sfide scientifiche per la Fisica. Raggiunto
questo obiettivo lo studio delle loro caratteristiche permetterà
di approfondire le nostre conoscenze sulla gravità Migliorando
la sensibilità degli strumenti si potranno registrare onde gravita¬
zionali provenienti dai limiti dell'Universo a noi accessibile, e si
potrà parlare di una nuova Astronomia che sfrutta un occhio di¬
verso da quello usato finora
Uno strumento con una adeguata sensibilità per rivelare onde
gravitazionali provenienti da catastrofi stellari verrà costruito sul
territorio del Comune di Cascina (in Provincia di Pisa), Esso por¬
ta il nome 'Virgo', dall'ammasso di galassie suscettibile di emet¬
tere i segnali ricercati Si tratta di uno strumento in grado di mi¬
surare minute variazioni di distanza tra masse sospese (i nostri
fili a piombo) e isolate al meglio da ogni perturbazione terrestre
314
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Per essere certi che la variazione di distanza sia dovuta al pas¬
saggio di un'onda gravitazionale, si usano due coppie di masse
sospese e si confrontano le distanze tra le masse di ciascuna
coppia Le masse vanno disposte in posti diversi, altrimenti si
muoverebbero all'unisono. La disposizione più efficiente richie¬
de di misurare distanze lungo rette perpendicolari tra loro. Que¬
sto porta a usare un apparato sperimentale a forma di L. con
due bracci uguali. Per aumentare la sensibilità al passaggio del¬
l'onda gravitazionale i bracci devono essere della massima lun¬
ghezza possibile. Il costo e le capacita di accoglienza del territo¬
rio hanno imposto un limite pratico, decisamente ragguardevo¬
le, di 3 chilometri per ciascuno di essi.
L'interferometro Virgo è costituito da due tubi a vuoto di tre chi¬
lometri di lunghezza perpendicolari l'uno all'altro con. alle estre¬
mità. delle torri contenenti pendoli in cascata che sorreggono
specchi Una sorgente laser di una ventina di watt e grande sta¬
bilità emette il fascio usato per le misure di distanza. Un senso¬
re permette la registrazione dell'intensità luminosa, e il profilo
del segnale verrà poi analizzato per capire se siamo in presenza
di ''rumore" residuo, oppure dei tanto attesi segnali provenienti
dal cosmo
Il problema dell'analisi del segnale, cioè dell'identificazione di
un evento stellare mischiato a innumerevoli segnali spuri prove¬
nienti da cause terrestri, è di difficoltà notevole. Le informazioni
saranno raccolte al ritmo di un Megabyte al secondo e l'appara¬
to. attivo per anni, accumulerà enormi quantità di dati. Il ricono¬
scimento del segnale dovrà quindi avvenire con metodi auto¬
matici, basandosi su modelli per le possibili forme di onde gra¬
vitazionali. Per essere pronti fin dal primo istante a ‘macinare’ i
dati raccolti è in corso già da tempo un notevole sforzo teorico
e pratico per sviluppare gli algoritmi necessari.
L'esperimento Virgo viene realizzato da una collaborazione di fi¬
sici di Annecy, Orsay, Parigi e Lione in Francia, e di Frascati.
Napoli. Perugia, Pisa e Roma in Italia, che lavorano nei labora¬
tori del Conseil National de la Recherche Scientifique (CNRS) e
dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). In aggiunta
gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Fisica e di Informatica del¬
l'Università di Pisa si stanno interessando allo sviluppo di nuovi
algoritmi per l'analisi dei dati
È mento dei due promotori dell'esperimento. Adalberto Giazot-
to (della Sezione di Pisa dell'INFN) ed Alain Brille! (del Labora¬
torio di Orsay) che gli Enti di Ricerca dei due paesi abbiano
scelto di finanziare una impresa di tali dimensioni (un investi¬
mento di 65 milioni di ECU) Che il sito per l'esperimento si tro¬
vi in Italia e merito di quella simbiosi di Università, Scuole ed
Enti di Ricerca con la città di Pisa e il territorio circostante Co¬
me termine di paragone si può menzionare che un progetto si¬
mile da parte di tedeschi e inglesi rimarrà in letargo ancora per
diversi anni e una sorte simile sta avendo l'interferometro au¬
straliano. L equivalente statunitense di Virgo si chiama LIGO
(Laser Interferometry Gravitational wave Observatory ) ed è
frutto di una collaborazione tra il California Institute of Techno¬
logy (Caltech) ed il Massachusetts Institute ot Technology
(MIT), ovvero i due più prestigiosi Politecnici degli Stati Uniti
L'esperimento Virgo inizierà tra breve la costruzione, che si
prevede termini alle soglie dell'anno 2000 I fisici pisani dovran¬
no sormontare ancora numerose difficoltà tecniche e anche
amministrative per mantenere i tempi previsti, che coincidono
con quelli della costruzione dell'apparato concorrente UGO
Francesco Fidecaro e docente di Fisica presso l'Università di Pisa Ifide-
Karov/aal!ieo.n.'nrn.:t\
RICERCHE
ART BANK:
una banca dati suirarte
Art Bank è a tutt'oggi l’unica banca dati sull’arte antica al mondo che si occupa di
pittura, disegno, incisione. In essa sono state catalogate le opere a noi giunte e
prodotte dal X fino a tutto il XVIII secolo. Il 1800 è preso in considerazione solo per
quella parte che è continuazione del 1700, ovvero per quelle opere che sono
prodotte da autori vissuti a
cavallo fra i due secoli. Questa
scelta è stata determinata da
considerazioni di carattere
pratico quali la necessità di
limitare inizialmente il campo
d’azione, visto l’esplosione del
dilettantismo che ha fatto
incrementare più che
esponenzialmente il numero di
artisti e la produzione di opere
negli ultimi due secoli.
Seconda parte
di Caelano Di Stasio
Nello studio di un critico d'arie, di un antiquano
o di un collezionista non può mancate una nutri¬
ta biblioteca latta di libo, monografie, cataloghi
d'asta... Art Bank è stato realizzato in Visual
FoxPro Professional e lavora sotto Windows 95
Lo scopo primario di questo metodi¬
co lavoro di ricerca e catalogazione è
stato la schedatura sistematica delle
opere prodotte nei nove secoli presi in
considerazione. Ogni opera d'arte infatti
riporta la relativa descrizione con i dati
essenziali fra i quali il titolo, l'autore, i
contenuti rappresentati, le misure, la
provenienza e, se passata ad un'asta, la
data, il luogo, il prezzo di stima e di ag¬
giudicazione.
L'obiettivo di Art Bank è di mettere
insieme tutte le opere conosciute di un
determinato autore, gestirle in maniera
da soddisfare qualsiasi ricerca tematica
e di aggiornarne costantemente i conte¬
nuti
Questo colossale lavoro è stato atti¬
vato oltre cinque anni fa dall'Archivio
Bulgarini d'Elci In collaborazione con
l'Università di Padova e la Cattedra di
Storia dell'Arte dell 1 Università Gregoria¬
na di Roma.
A guardar bene comunque questo connu¬
bio fra Arte ed Informatica non è cosa del tut¬
to nuova. Nella nostra Pisa infetti abbiamo un
esempio di estrema importanza scientifica e
culturale; ciò che offre di nuovo Art Bank è
316
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Durante la selezione
della scheda di SaI- forse l'impatto "viO-
vator Rosa. lento" : la digitalizzazio¬
ne di tutte le opere al
mondo e non solo la
catalogazione di una parte delle opere italia¬
ne.
Comunque, mantenendo la sua uni¬
cità, l'impresa non è del tutto nuova. In¬
fatti in Via della Faggiola a Pisa, dove
Giacomo Leopardi scrisse "A Silvia",
già nella seconda metà degli anni 70 ha
trovato sede l'attività di ricerca e di di¬
dattica che la Scuola Normale Superiore
svolge nel campo dell'elaborazione
informatica per i Beni Culturali ed Arti¬
stici. Da anni infatti in quella sede svol¬
ge la propria attività il "Centro di Ricer¬
che Informatiche per i Beni Culturali"
evolutosi dal vecchio "Centro di Elabo¬
razione Automatica di Dati e Documenti
Storico-Artistici". In questo contesto
molti sono stati i progetti di ricerca atti¬
vati: dalle collaborazioni con "The Har¬
vard University Center for Italian Renais¬
sance Studies" e con diversi Istituti di
Storia dell'Arte in Italia ed all'estero, e
col CNR
L'obiettivo è stato anche qui la tutela
del patrimonio culturale ed artistico ita¬
liano, tramite la potenza di ricerca e ca¬
talogazione messa a disposizione dai
mezzi informatici, con l'idea di realizzare
un sistema informativo locale nel setto¬
re artistico ed un sistema più comples¬
sivo per la gestione di una base di dati
di schede inventariali dei beni mobili
storico-artistici in collaborazione con le
Soprintendenze per i Beni Ambientali,
Architettonici, Artistici e Storici di alcu¬
ne delle province italiane a maggior con¬
centrazione d’arte.
Necessità di un
supporto informativo
La potenza messa a disposizione dal¬
la tecnologia informatica non poteva non
coinvolgere anche il mondo della Stona
dell'Arte.
Per tutti gli studiosi, studenti universi¬
tari. antiquari, restauratori, critici d'arte,
collezionisti, editori, case d'asta, appas¬
sionati che desiderassero approfondire
un tema della storia dell'arte o un auto¬
re, di confrontare opere e stili, si pro¬
spettavano fino a ieri ricerche lunghe,
costose, imprecise, frammentarie
Come sarebbe possibile avere infor¬
mazioni ed immagini delle opere legate
ad esempio al tema "i ritratti del 1500 a
Bologna", "la natura morta e le battaglie
del '600 napoleta¬
no", "i paesaggi
fiamminghi", senza
aver l'obbligo di gi¬
rovagare per giorni
in biblioteche e mu¬
sei di mezza Euro¬
pa? Un problema
non da poco per chi
desidera non sof¬
fermarsi sulla este¬
nuante e mera ri¬
to figura la scheda dì
Salvator Rosa. Nella
llnestra "libri colle¬
gati " sono indicali i
codici sintetici del li¬
bri ed li riferimento
alla pagina in cut
viene pubblicala una
o più opere dell'arti¬
sta.
cerca bibliografica,
ma che ha voglia o
interesse a lasciare
più spazio possibile
all'affinamento delle
capacità mtercon-
nettive e analitiche.
A conferma di
questo, pensiamo
inoltre alla difficoltà di gestione e consul¬
tazione dei cataloghi d'asta presenti nel¬
la nostra biblioteca privata come si fa a
ritrovare un'immagine vista tempo ad¬
dietro? Al limite, bisogna sfogliare uno
per uno i cataloghi fino a che non si tro¬
va l'immagine cercata, magari tentando
di ricordarne il periodo di pubblicazione.
C'è dunque la necessità anche in questo
campo di un supporto informativo inte¬
grato e digitale.
Anali
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Fare una ricerca tema¬
tica e semplicissimo. In
Figura la ncerca per ot¬
tenere gli autori che
han fatto htratti a Bolo¬
gna nel 1500. Trovere¬
mo in lutto ben 110 ri¬
ferimenti ad altrettanti
artisti.
tu:
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
317
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318
Oggi con Art Bank è possibile avere
subito l'informazione cercata e la relati¬
va bibliografia, che rimane un dato indi¬
spensabile, fondamentale, basilare per
chi deve sviluppare uno studio su un au¬
tore o un tema Sulla base di queste
informazioni è oggi possibile impostare
in brevissimo tempo un menabò per ap¬
profondire le conoscenze su un artista o
un argomento con un conseguente ri¬
sparmio di tempo e denaro che non è
più obbligatorio investire per affrontare
le ricerche bibliografiche e la classifica¬
zione delle informazioni raccolte Con
questo strumento inoltre è possibile
avere con l’immagine dell’opera i valori
(prezzi) d’asta, aprendo un nuovo oriz¬
zonte per gli studiosi e gli editori, che
possono aggiungere al libro edito dati in¬
dispensabili per dare una panoramica
completa ed esauriente
Art Bank gestisce più di 500.000 im-
II bozzetto, disegno su
carta, e la pittura su te¬
la de "La fragile uma¬
nità " di Salvator Rosa.
La pittura e conservata
al Museo di Cambrid-
ge
I- I < IU >l I E« I M*. Is..|ih| _ I | Ove | ip 9| »M
Omm ftacotf Bllt C-cUnt | >mT
La diffusione di questo strumento di
consultazione è stata pensata anche su
Internet È infatti in stadio già avanzato
lo studio di mettere via Internet l'Archi¬
vio Bulgarim d’Elci in modo tale da per¬
mettere a chi lo desidera di consultarlo
m tempo reale in modalità remota
L'apertura al pubblico avverrà entro la fi-
magim in ol¬
tre 32.000
schede in cui
Ecco Salvator Rosa,
l'eclettico pittore del ‘600
napoletano, in due autori¬
tratti.
sono sintetiz- -
zate le infor¬
mazioni artista per artista. In altre parole
la versione digitale di oltre 2000 libri e
2000 cataloghi d'asta tutti scrupolosa¬
mente selezionati ri¬
guardanti la pittura,
il disegno, l'incisio¬
ne dell'antichità.
ne del 1997.
In questo contesto è da citare l'inizia¬
tiva di un provider italiano. Rigel Engi¬
neering si propone infatti come primo
provider ad aver pensato ad inserire su
Internet un catalogo di opere d'arte, le¬
gato comunque ad una decina di autori
contemporanei esposti in alcune Galle¬
rie d'Arte del nord Italia. Non consideria¬
mo quindi la quantità e la completezza
delle informazioni ivi immagazzinate
|h~:p //www.artemama ti| è invece da
considerare con interesse la struttura
del sito web, in cui sono accessibili
informazioni e link a Musei, Antiquari,
Gallerie, Artisti, Riviste d'Arte non trala¬
sciando di dare informazioni dettagliate
su Mostre ed eventi di settore.
Evoluzione del
database
Art Bank nasce dunque dalla sentita
esigenza di trovare raccolte in un unico
luogo fisico, o metafisico, informazioni
relative alla storia dell'arte.
Inizialmente il progetto, partito con
scopi meramente didattici e di puro uti¬
lizzo personale, è stato sviluppato su un
prodotto cosiddetto integrato (il Works)
cioè uno di quei prodotti da ufficio che
oltre a gestire testi offrono la possibilità
di impostare calcoli e creare piccoli data¬
base.
L'opera di catalogazione iniziata oltre
cinque anni fa si scontrò ben presto col
limite di Works che fissa a 16 mila il
massimo numero di record memorizza-
bili. Da questo primo prototipo, utile per
l’analisi della fattibilità del progetto si
passò dunque al Microsoft FoxPro e
quindi recentemente al VisualFoxPro.
Questo passaggio generazionale ha
obbligato a rivalutare la mole di dati da
archiviare e contemporaneamente a ri¬
pensare l'organizzazione del database.
FoxPro è stato scelto perché serviva
un database potente dotato di un lin¬
opere censite Quest'ultimo database è
stato il più complesso da organizzare,
non tanto per la quantità di campi da ge¬
stire ma piuttosto per i collegamenti alle
immagini che sono estremamente co¬
stose in termini di risorse macchina im¬
pegnate
Con l'ingresso sul mercato di Vi¬
sualFoxPro 3.0 l'applicazione è stata in
buona parte riscritta per avvantaggiarsi
dei 32 bit, del linguaggio di programma¬
zione ad oggetti, della possibilità di ge¬
stire OCX di terze parti e anche librerie
di gestione e compressione di immagini.
Le ricerche oltre a sfruttare gli indici
principali sono state strutturate in modo
da poter cercare dati anche con una pa¬
rola contenuta in un qualsiasi campo del
database.
Caratteristica interessante e la possi¬
bilità di filtrare i dati per una qualsiasi
combinazione di parole contenute nei
campi del database, liberando di fatto le
ricerche da vincoli predefimti
A questo proposito la tecnica utilizza¬
ta è quella di leggere la composizione
dei dati specificati per la ricerca e di co¬
struire dinamicamente una frase SQL.
Cosi scopriamo che
più volle Salvator Rosa
ha rappresentato figure
mitologiche e draghi
con San Giorgio e Gia¬
sone.
guaggio di pro¬
grammazione che
consentisse una
gestione dell’archi¬
vio ed un suo uso
al tempo stesso
semplice, efficien¬
te ed efficace. Inol¬
tre per gestire ade¬
guatamente stam¬
pe grafiche e la
memorizzazione
delle immagini era
necessario rimanere sotto ambiente
Windows.
Col FoxPro chiaramente è venuto
meno il limite della dimensione dell’ar¬
chivio, fissato da Microsoft nel limite fi¬
sico dell'hard disk; si è potuto beneficia¬
re di un potente linguaggio di program¬
mazione che assomiglia in parte ad altri
linguaggi Xbase; si è potuto accedere al
supporto della sintassi SQL per le ricer¬
che complesse e non legate agli indici
I database attualmente sono nel
complesso tre.
Un archivio per i dati bibliografici do¬
ve vengono catalogati libri e cataloghi
d'asta con tutti i riferimenti alla casa
editrice, titolo e date di pubblicazione.
Un archivio per i dati anagrafici degli
artisti operanti nei 9 secoli considerati
ed infine un archivio relazionato col pre¬
cedente che contiene, per ogni artista, i
rifenmenti ai libri dove è stata pubblica¬
ta una sua opera (attualmente il solo da¬
tabase dei riferimenti bibliografici degli
artisti contiene oltre 130.000 record per
un totale di 25 MB).
A questi tre si affianca un ulteriore
archivio che contiene le immagini delle
i> I - < 1 » I >i I em I N*. Is.«a4 _| pai.| ou» | EJ5 e| al
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(•«lodo:
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
319
o attivi a Napoli nel XVII secolo, autori al¬
meno una volta nella loro vita di un di¬
pinto a tema guerresco. Fra tanti minori
riconosceremo però anche autentici
maestri come Belisario Corenzio, An¬
drea da Lione, Francesco De Mura, Gia¬
como del Po, Aniello Falcone, Cesare
Fracanzano, Domenico Gargiulo detto
Micco Spadaro, Luca Giordano, Nicola
Malinconico, Mattia Preti, Francesco So¬
limene. e ovviamente lo stesso Rosa.
Volendo misurarci poi con un altro ge¬
nere, perché no il ritratto, ed un'altra
realtà territoriale, per l'occasione la dot¬
ta Bologna del 1500, troveremo a con¬
frontarci con un elenco di centodieci no¬
mi, che ancora una volta vanno dai me¬
no noti ai più celebri Francesco Albani,
Guercino, Agostino, Annibaie e Ludovi¬
co Carracci, Bartolomeo Cesi, Lorenzo
Costa. Hans Cranach, Lavinia Fontana,
Parmigianino, Palma il Giovane. Lelio
Orsi, Primaticcio, Ercole e Giulio Cesare
Procaccini, Guido Rem, Scolante, Leo¬
nello Spada, Alessandro Tiarini, Giorgio
Vasari e il Domemchino, anche essi cor¬
redati da scheda e dipinti.
Gli esempi qui riportati confermano
l'importanza di questo strumento di in¬
dagine e la sua facilità d'uso indispensa¬
bile per un numero vasto di utenti, non
sempre del tutto a proprio agio con gli
affascinanti misteri dell'informatica; sa¬
rebbe opportuno però inserire fra i cam¬
pi disponibili per ogni opera anche le da¬
te di realizzazione a corredo dell’immagi¬
ne ed una duplicazione della banca dati
in lingua inglese per favorirne la sua
consultazione anche agli operatori stra¬
nieri.
Va dato infine un riconoscimento al
lavoro svolto da Gerolamo Bulgarmi d'EI-
ci e da Marco Galla, vastissimo per mo¬
le e qualità, ma purtroppo assolutamen¬
te infinito, suscettibile come è di conti¬
nui aggiornamenti ed integrazioni, che
solo le nuove scoperte o le continue in¬
dagini storico-artistiche potranno deter¬
minare nel corso del nostro futuro di
studiosi ed appassionati.
Kg
Golfo con barche.
che non consideri
i campi di ricerca
lasciati in bianco e che risponda al set di
record che soddisfino le specifiche.
La gestione delle immagini (dalla
scansione alla memorizzazione) è otte¬
nuta con l'ausilio delle librerie commer¬
cializzate dalla Leads Queste librerie so¬
no in formato OCX a 32 bit e si integra¬
no bene con l’architettura ad oggetti di
VisualFox Esse permettono la gestione
completa dell'Immagine senza uscire
dall'applicativo.
vi in pittura, e presenti nel numero di al¬
meno dodici. Per Salvator Rosa la sche¬
da si presenta con le attività (pittura, in¬
cisione e disegno), genere (ritratto, pae¬
saggio, vanità, nature morte, battaglie,
animali, nudo, coste, marine, architettu¬
re. armi, gioie), periodo (1615-1673) e
città in cui ha svolto la sua attività (Napo¬
li, Roma, Siena e Pisa). Dalla scheda si
può accedere alla bibliografia sintetica
ed estesa in cui sono catalogate le pub¬
blicazioni in cui il Rosa è trattato In tutto
ben trecentoquarantasei titoli, fra libri,
cataloghi, articoli e cosi via Ma parlando
di arti visive, il tutto apparirebbe decisa¬
mente incompleto, se non venisse of¬
ferta anche la "icona" del dipinto, ripro¬
dotta generalmente in bianco e nero se¬
condo la tradizione degli archivi museali,
corredata di titolo, genere, misure, tipo,
collocazione ed eventuali note
Ma parlando di Salvator Rosa potreb¬
be automaticamente sorgere la curiosità
per un'altra indagine per cosi dire limi¬
trofa. cioè quella sui grandi autori di bat¬
taglie di tutto il '600 napoletano. Selezio¬
nando per genere e per località otterre¬
mo cosi un cospicuo elenco di ben cin-
quantadue nomi, tutti pittori napoletani
Sul campo
In seguito all'articolo pubblicato sul
numero di aprile di MC è opportuno
mettere a fuoco alcuni aspetti più prati¬
ci. legati direttamente all’evoluzione di
una possibile ricerca di carattere storico-
artistico. Evidenziati i pregi ed i vantaggi
che anche nel campo dell'arte l'informa¬
tica può offrire a qualsivoglia forma di in¬
dagine legata a questo particolarissimo
segmento della produzione culturale, re¬
sta dì interesse il modo in cui un tale ap¬
proccio può rendersi praticabile.
Ipotizziamo di essere interessati ad
un noto ed origina¬
le pittore del ‘600
napoletano, l'eclet¬
tico Salvator Rosa,
artista certo, ma
anche poeta, spa¬
daccino e dicitor
cortese.
Ricercando per
cognome "Rosa"
si aprirà l'elenco
con tutti i Rosa atti-
320
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Facciamoci un "Master"
Non vi spaventate: non abbiamo intenzione di riassumere in un articolo di
poche pagine un intero “Master” post-universitario. Stiamo parlando
semplicemente delle pagine utilizzate dai programmi di Desktop Publishing
per raccogliere elementi comuni a tutta la struttura della pubblicazione, che
vengono appunto chiamate “master” o “mastro”, ma anche pagine di sfondo
o pagine modello. Per usare bene questo strumento può essere utile
conoscere qualche trucco: cercheremo di insegnarvene qualcuno.
di Mauro Gandini
Tutti per uno,
uno per tutti
Ormai praticamente tutti i programmi
di impaginazione e alcuni di disegno dan¬
no la possibilità di inserire degli elementi
fissi da riprodurre su ogni pagina della no¬
stra pubblicazione. Normalmente, la diffe¬
renza tra i programmi di impagmazione e
quelli di disegno consiste nel fatto che i
primi utilizzano delle vere e proprie pagi¬
ne master, mentre i secondi spesso uti¬
lizzano una tecnica di disegno che sfrutta
più livelli sovrapponibili.
Non è nostra intenzione entrare nella
funzionalità di ogni singolo programma,
ma vi forniremo solo qualche idea su co¬
me sfruttare pagine master e di sfondo
per arricchire le nostre pubblicazioni (ov¬
viamente quando necessario faremo dei
riferimenti esemplificativi ad alcuni pro¬
grammi).
La possibilità di inserire degli elementi
fissi in ogni pagina è senza dubbio una
comodità, ma anche una possibilità in più
di creare layout ricchi e interessanti. Dal
punto di vista della comodità possiamo ri¬
cordare la più classica delle applicazioni,
l'inserimento automatico del numero di
pagina, mentre per quanto riguarda la
grafica della pagina, potremmo citare le
immagini utilizzate come sfondo.
Le funzionalità offerte dalle pagine
master sono molteplici: in passato veni¬
va offerta la possibilità di inserire ele¬
menti mastro su una sola pagina che poi
veniva utilizzata come sfondo per tutte le
pagine della nostra pubblicazione. Il pri¬
mo miglioramento fu quello di poter ave¬
re due pagine master, una per le pagine
di sinistra e una per quelle di destra. Nei
programmi dell'ultima generazione pos¬
siamo persino generare una pagina ma¬
stro per ogni pagina della nostra pubbli¬
cazione, con la possibilità di escludere al¬
cune pagine dall'inserimento di qualsiasi
tipo di master.
Uno sfondo soft
Una delle possibilità più interessanti
offerte dalle pagine mastro è quella di
poter inserire delle immagini come sfon¬
do per tutte le pagine della nostra pubbli¬
cazione Queste immagini, se inserite a
quasi totale copertura delle pagine, do¬
vranno essere trattate appositamente in
modo da non creare problemi di leggibi¬
lità dei testi.
Se la nostra immagine è in bianco e
nero, dovremmo trasformarla in un grigio
molto chiaro e, se possibile, limitarla a
zone poco impegnative dal punto di vista
della lettura, come il titolo. Le immagini
al tratto si possono elaborare andando
ad indicare come colore, al posto del ne¬
ro. un grigio compreso tra il 5 e il 15% di
intensità (anche di più, fino al 25-30% se
va ad impattare solo con un titolo) Per le
immagini al tratto di tipo bitmap, utiliz¬
zando un qualsiasi programma di elabo¬
razione (PhotoShop, PhotoPaint, Paint-
Shop), potremmo giocare sulla lumino¬
sità o, se il tratto è abbastanza uniforme,
scegliere dalla tavolozza dei colori un gri¬
gio molto chiaro e riversarlo nelle aree
nere con lo strumento secchiello di riem¬
pimento.
Per le immagini a colori, le procedure
sono simili, tuttavia non si può andare a
modificare ogni singolo colore per ren¬
derlo più chiaro. Nel caso di disegni, al¬
cuni programmi consentono di eseguire
operazioni di sovrapposizione tra ele¬
menti con effetti di trasparenza. In que¬
sto caso possiamo sovrapporre al nostro
disegno un quadrato o un rettangolo
bianco e applicare un'opportuna traspa¬
renza: il nostro disegno ci apparirà con i
colori sfumati, cosi come ci serve per
farlo diventare uno sfondo di pagina.
Nel caso di fotografie, non è consiglia¬
bile utilizzare la regolazione di luminosità
presente in tutti i programmi di fotoritoc¬
co, perchè i risultati sarebbero piuttosto
deludenti (si perde definizione dell'imma¬
gine), Naturalmente si può utilizzare lo
stesso trucco sopra indicato che sfrutta
la trasparenza: e tuttavia possibile agire
sul comando di gamma che consente un
322
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
MélfàiM Milite
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Jo« 4 n torti
buon effetto di ammorbidimento dei
colori, senza grande perdita di defini¬
zione.
Quando si inseriscono immagini
di qualsiasi tipo come sfondo di una
pubblicazione c'è un'ulteriore avver¬
tenza: al momento dell'importazione, 0
successivamente, bisogna ricordarsi di
disattivare, per l'immagine che si inten¬
de inserire, la funzione di aggiramento
automatico: infatti, nel momento in cui
andremo poi ad inserire il nostro testo
potremmo rischiare di vederlo girare in¬
torno all'immagine anche se essa si tro¬
va sulla pagina mastro.
Pagine sinistre
e destre
Le pagine mastro ci consentono chia¬
ramente di identificare con elementi gra¬
fici le pagine di
destra e di sini¬
stra. Se intendia¬
mo utilizzare dei
disegni, ci sono
due possibilità: la
prima è quella di utilizzare la stessa im¬
magine, ma riflessa come se fosse in
uno specchio, mentre la seconda potreb¬
be essere quella di utilizzare immagini si¬
milari o attinenti (es. se a sinistra mettia¬
mo un disegno di un uomo, a destra po¬
tremmo inserirne uno di una donna in un
atteggiamento simile, ma speculare).
Per poter preparare il primo tipo di pa¬
gina mastro, possiamo avvalerci delle
possibilità ormai offerte da tutti i princi¬
pali programmi di impaginazione, che ci
consentono, una volta importata un’im¬
magine, di rifletterla sia da destra a sini¬
stra, sia dall’alto in basso, 0 viceversa. La
disposizione delle immagini deve essere
simmetrica e deve essere accompagna¬
ta da una simme-
tricità totale degli
altri elementi che
compongono la
pagina stessa, come titoli, filetti, ecc.
Numeri di pagina
Come detto anche in precedenza, uno
degli usi più comuni delle pagine mastro
è l'inserimento dei numeri di pagina con
incremento automatico. Gli usi più cor¬
renti e conosciuti sono quelli classici che
vedono il posizionamento in basso a de¬
stra/sinistra o al centro, oppure in alto
Possiamo tuttavia utilizzare il numero
di pagina anche in forma più creativa: un
esempio abbastanza sfruttato è quello di
mettere un quadrato a lato della pagina e
inserire il numero per esempio in negati¬
vo. Questo sistema può essere utilizzato
anche in altre parti della pagina, come
In questo esempio vedia¬
mo il disegno originale ri¬
prodotto in piccolo a colori
e lo sfondo che abbiamo
realizzato in giigio
In questo secondo
caso abbiamo sfrut¬
tato una foto a colon
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
323
per esempio in bas¬
so al centro.
Abbastanza poco
utilizzato, ma inte¬
ressante dal punto
di vista grafico, è
l'inserimento di un
numero piuttosto
grande sull'angolo
della pagina in bas¬
so, come se fosse un disegno di fondo.
Qualsiasi sia il colore che si decìde di uti¬
lizzare, dovremo adottare le stesse caute¬
le sopra citate, nel caso vi sia della so¬
vrapposizione con il testo: colori quindi
tenui o grigi molto chiari. I font da utilizza¬
re sono tendenzialmente quelli bold,
black, heavy, con un avvicinamento spin¬
to, quasi con le cifre che si accavallano:
inoltre è possibile che i numer giungano
fino al taglio della pagina.
Motivi come sfondo
La simmetricità è una
dote importante per
le pagine di una pub¬
blicazione: in questo
caso abbiamo inseri¬
to due immagini simi¬
li, ma con un uomo
(smisti# e una donna
(destra!.
salvare tempo e denaro
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Sa'wdwsa. a. WV 4U Via« ).
■
Se si vuole mettere uno sfondo unifor¬
me sulla nostra pagina, un'idea interes¬
sante può essere quella di utilizzare dei
caratteri speciali, come per esempio alcu¬
ni Zapf Dingbats. Si scrive il carattere che
si vuole riprodurre come sfondo, poi ser¬
vendosi della ripetizione multipla lo si du¬
plica fino ad ottenere
la pagina compieta-
mente piena (è consi¬
gliabile attribuire al
carattere già la for¬
mattazione definitiva,
per esempio corpo
72 pt, colore grigio
chiaro e sfasare i ca¬
ratteri tra loro in altez¬
za in modo da ottene¬
re un motivo con i di¬
segni regolari).
Tutto questo deve
essere fatto nella pa¬
gina mastro in modo
da poter essere ripe¬
tuto in tutte le pagine
interessate. Questo
tipo di sfondi, piu che
essere utilizzati sotto
del testo, possono
essere messi nelle
pagine sinistre vuote
prima dell'inizio di un
capitolo sulla pagina
destra.
Ecco un esempio di nu¬
meri di pagina utilizzati
come sfondo
L’unghia stampata
In una pubblicazione si chiama unghia
quel semi circolo tagliato nella pagina che
consente di identificare facilmente il capi¬
tolo che ci interessa (come la "scaletta"
con le varie lettere nelle rubriche telefoni¬
che). Possiamo cercare di ricreare qualco¬
sa del genere da inserire nei vari capitoli
della nostra pubblicazione.
Per prima cosa dobbiamo creare tante
pagine mastro quanti sono i capitoli, ap¬
pendici e altre parti della pubblicazione. In
ogni singola pagina mastro andiamo a di¬
segnare una mezza luna o un altro ele¬
mento grafico (solitamente partendo
dall'alto della pagina stessa) e all'interno
di questo scriviamo il titolo dell'argomen¬
to trattato in un certo capitolo, oppure
semplicemente il numero del capitolo
stesso: naturalmente ripetiamo il tutto
per ognuno dei capitoli, poi applichiamo
le pagine mastro relative ad ogni singolo
capitolo.
Similmente possiamo identificare ogni
singolo capitolo, per esempio con un'im¬
magine o una fotografia. Se per esempio
abbiamo 4 argomenti da trattare, selezio¬
niamo 4 fotografie, ognuna con un riferi¬
mento ad un argomento e le posizionia¬
mo nella pagina mastro dopo averle rese
più chiare con i metodi indicati preceden¬
temente (possiamo inserirle per esempio
sui lati esterni delle pagine, una sopra l'al¬
tra). In ogni singolo capitolo dovremo so¬
lo inserire la foto relativa con i colori pieni
posizionandola esattamente sopra alla
sua copia dai colori più tenui. Anche in
questo caso avremo un simpatico siste-
Altri consigli utili per creare la pagine
A
l’iaBiurt cuk
r» «(svial i» Me
b possibilità ili escludere alcu-
nelle arre nere o*! lo Mnimen-
xe.-iarolj
ih pattine dall’inserimento ili
io secchiello Ji riempimento.
i|ujImjh lip«>ili master
t ivi «fondu snfl
Le pagne master
Una «kilt- pa»v*ablillà più micivs
e LA GRAFICA
salili oflcrtc dalle pnpnc mastro
fr quella di poter inwnre delle
DELIA RIVISTA
iiiiiiuinii ionie » li.indo ivi tul¬
le te pupne della nostra pubbli-
IVi le lmuu|!ini a alluri, le pri*-
cartone Queste immagini, h-
i eduie som* Minili, lullavu non
jqm.! n naie eepcnurj
SI può alidore .1 il» slilicaiv ogni
delle pigline, dovranno essere
singi'lo colore (vr icnsJerlo più
IrjlUlc jp)*oMUnvnte in ii*»Jv
ihiarn Nel caso di disegni, al-
ila non creare problemi di
cuoi progni timi consentono
teggiftlti del tesili
Ofvmikmc d wiappovirnMir
Se la ihMrj iiiiiiupntO in bun-
tra elementi e con e (Testi di ira
sparrn/ii In ifcstiicaso povsia-
co s* nero dovremmo nasi or-
in.) M»vrap|sine al nosuo dix-
maria in un jrtpo mollo chiaro
gre» un quadrato o un letumgo
e. w poiMhilr. Iimiiaila a zone
li i bntk Ili c ifpbcare una i ippi x
poco '.niicvnaiisv dal punto di
lunaliasparcs/a: il nosuodtv
vista della tenui a. come il tito-
plutei apparici con unltm slu-
li* 1 k inmugini al irwlo vi pos-
nuli. o»|* corikr ci verse |v:
sono ebborarr andando jd in-
lailo diveniate tu» - sfondo di
die are come coknv. al pjsio del
papilla
nero, un (pigio i<xnpievi ira il
5c II 15« di iracntìiAlanche di
Nel euso di fctoyiulic. non è
più, linn ij x’ sa ad
consigliabile utilizzare la
iinpjlidie solo con un lilokd.
ree> Li/» «re di luminosità pre
l’cr le lanugini al trullo di tipo
sente in tulli i programmi di
bniikip miliz/undo un qiulsusi
lotonioccn. perché > mullah
piogrjiinu di (labDIUiDK
sarebbcit) pimuiskulcKidenn (si
iHiotoShop. l'holol'alni,
perde de lini/m oe dell minugi
l'diniShnpi pnuemmo gioeaie
nc> Nauta)nenui i pur. unii/
sulla luninnuU o. « tl iraim e
/are k) ucssolnKCOMtprn indi
abKrstanra uniforme, scegliere
cuu» che slruta la trasparen/a:
dalla laiok vai dei colori un gn-
-e nveraarhi
e tuli os i j poulMle agire sul c»»-
nurnl» di •■•diaim Jk Li.nrenic-
324
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
teff ite MilMiu
ma di identificazione
dei capitoli.
Spazio alla
pubblicità
Anche questa volta
si tratta di creare un
certo numero di pagine
mastro, per l'inserimento di differenti
composizioni di piccoli annunci di pubbli¬
cità. Per esempio possiamo creare una
pagina mastio con la mezza pagina di
pubblicità al piede oppure una pagina
con una colonna di pubblicità o un quar¬
to di pagina.
Assegnando alle varie pagine della
pubblicazione la relativa pagina di ma¬
stro. otterremo un'automatica assegna¬
zione degli spazi da destinarsi alla pubbli¬
cità.
Altri usi accessori
Sulla pagina sini¬
stra all'Inizio di
ogni capitolo ab¬
biamo realizzato
uno sfondo, ap¬
plicato ad una
pagina mastro,
con dei cuori ri¬
cavati dal toni
Zapi Dingbats.
Al. CUOR NON SI COMANDA
Capitolo 3
N:
li 4M ;»«>«»■■ ili Iva.» IXInLif |vt («
,i ivj*v i
«m .*/ v ft.ifi* ,«*“• m**, R.** i
U<M,N ei •* •«»•*'»** f*' K»k l*-»V DN»|
I n iuo«w «Ri» < WIMIID In» * t t»<nnri* i «J jh an !•«■»»,
U|»MKfiiiiiMiriv^b.li Munii
«.Il ai |I..'»| li™ 'riti m Itihi rMu.* IUI fvtn «Oisllun^i
|"“Ui«IivniWi»* I*<«■*•<.I nmwm. HMi'iki mmJ pai*'.
remi i»i 4>m- »r»iU - »... uiu *,m* poi «ni m V .mie* «rio.* ,.«■»
I/I«VI*U nOnw ' . hi » H|M.I I|»||«|||I|M>
lUiik-M-i* (*.4»I ■ih>>RM«iM«nli p* iliiHv* .t»l<(w«»m
t»|‘<l.4»IU'--l.p<M^ >->rt lt|*m ».
.IMI .lupi 1 *. JiAca, Savana* tri 0>>r*
pmcniM* P 7 .-.« pi.u* «u r*p-j p. -i« p.f*. * I. »«o
n — .ort MpWRM4>.-alwkwiMiU* itinoit«MMMt [*imi
t:M*fepMNMl p.MnoMKfliVilRftrpagmraM.ifyab R««r**fc
V U « •RI »»!■*«* » « «•«•> r*i J*l RRIUM-«ARI» MI* f niir •«-1 *» 1 1
« pnoTih. IM.UIH* p*x OJlutti ,S »... hi. VII-..--. 4 W«. I «
ICM^I « Ila»! U I«»w v c*(ii R*l**l>< »i nvt» ;>W». al pw iV iva* -»
r1 •• •>-* VV-p.IWila;im.M.kM*r^>v«
2.1
Vediamo per finire altri tre usi non comu¬
ni delle pagine mastro.
Crocini di taglio - Spesso può essere
comodo lavorare su una grande pagina
per impaginare una pubblicazione dal
formato più piccolo, per esempio del for-
Facciamoci un “Master”
Noe ri xri'cni.ta- r«>n dina «troafri f«cn»> ihi nfmnwnti
«O imrvto* «jf I" rvm|*IVaMal«kutfpierai»
ve amo»»di putir pjjrnr un mi
rto. Slum» r«nl’Aio «mp<Kr- I » po»»itn!m di munir degli
rrk*niidellefufi-k- rlcnarnU lì*»i per ogm pjftrui
pti>gr«mnu di OroUop wn/adubbili ut* m*
isiHiutPf pc« ra.'O’flKfr eie «ad* un* paaMlnfctt ih itnn
«v*i il imeni j luB.i L itami L>)i«M p«i» fWxb» c inkWsUWl
'«tirila p.v^K j/xioc.ev \tn Dal ftwkf di vmu delta curo»
inno appaino chiamai* du p-cuan»» rfcurtjrr I* pii
•rimirr"o“«vMnr.mj«ncV tiro»*ideileipphca/i-n< 1 * 1 »
pigine di «fonti» o pigiar nv* wTfcnrrnii*i*<ti&iftV(klfiu<iv
dello Per usare bene «patio m ih jugiru ntenie r*ifNBU
urvnato p*»> on.fr mlr tic ripianta U gialle a della pajiru.
nncerv «(aikhiM'uc" nu be (vervitin**» cilair le imnupni
remi idi pvpanviripiti»i
Mei |*r imo, ino per unii
l mnai pnvvammie uni I pni
grarrarn ili nrfx^ru/*mr e al¬
ieni di doegno damo tu piu
uuh//alc ci etK* \!( nxt»
t c lun/v«uhauticne dalle (si
gin»' mailer uni nx4icptkii in
I sei vati i lOMaolleiu lapin
l'.liudi DMTtnrcknKMi oudn»
w una v lj pajr.aj i bc p i veni
Mina ili imerfrr drglr elcnMii »» Uill//dU uw sliwdo p-r
Imi ita riprodurre mi ngti pigi- u*ir bpip oc del la om«a puN
M della ronn pihMicarliirc bbcomnc II pnmi ouglnta
S-m na lrw m r ladlltcrmr.igj t nrotn lo gi^ll* di pMn nere
prngranaradi irnpi|piur*nre du. pagine iionkT uiu jw Iik
iprlli d» ilneg»" *'■ wl l*Khe le k pagine Ji iìriu/u e una pi
i fvrmi «Ultr/aiK» delle irte e iute ipK'Br di de* In Nei pn.
pnpne pagine mailef. rnetun* i panviu dell uhitiu ptua/uw
icciindi sprono oiili//a»ii ina pnmr»>prvic> prmareima
nmaihiVieg»Hhcirmidpn pagro* moti» pn i>gni pipna
Incili wnraftsioilnh. dell* m«lra itbliMaa/iioe. un
I. poMMilh di oclaikic alia
N>ne malta iiaen/mivmirare ne pagivc dall imenincimi di
rari b fviranilni ih ogni ungi»- ifulwi tip* di mauri
I» programmi ma »i tonMtmi
«•A’guilihr idra «Od■furainn- llMMlHh
l*rr pifric mailer r di ifi«Hl>
prr anirtwe le noMrc p;Wih liodrlkpavlriiilpl Wnr»
cumnKiPVMmrivr iguadune- canli<<(l«nc dalle t*aj’iK nuaUii
mato UNI A4 andiamo ad impaginare un
invito in formato 105x210 mm (1/3 A4).
In questo caso possiamo disegnare sulla
nostra pagina mastro i crocini di taglio
che poi verranno stampati e utilizzati in
fase di finitura. Tuttavia mentre stiamo la¬
vorando potrebbe essere più
utile inserire un vero e proprio
rettangolo oltre ai crocini, in
modo da visualizzare meglio
quali parti delle immagini inse¬
rite verranno poi eliminate dal
taglio. Una volta finito il lavo¬
ro, si toglierà il rettangolo dal¬
la pagina mastro lasciando so¬
lo i crocini di taglio.
Pagine controllate - Dopo
aver creato le nostre pagine
mastro, se ne ricreano altret¬
tante identiche, ma con una
scritta in rosso ben visibile del
tipo "Controllata". Quando in
una pubblicazione con un
gran numero di pagine abbia¬
mo tempi lunghi di controllo,
per esempio da parte del
cliente, possiamo "marcare"
la pagine già controllate an-
4
Mentre le immagini del pallone,
del cane e del rubinetto, poste sul¬
le pagina mastro, appaiono appena
accennare, il papero, a cui si riferi¬
sce il capitolo. 6 slato inserito in
modalità "full color".
dando a cambiare la loro pagina mastro di
riferimento con quella identica, ma sulla
quale avevamo scritto appunto "Control¬
lata". Alla fine basterà andare a togliere
queste scritte dalle pagine mastro per
avere la pubblicazione pronta per la stam¬
pa.
Rapporto sulla pubblicazione - Spesso,
quando si deve mandare un lavoro ad un
Service, si deve preparare un rapporto
sulla pubblicazione con tutte le ndicazioni
utili per una buona riuscita del lavoro. Le
pagine mastro possono aiutarci anche in
questo: creiamo una pagina mastro con
tutte queste indicazioni e non la applichia¬
mo a nessuna parte della nostra pubblica¬
zione. Essa risulterà permanentemente
legata al documento, non verrà mai stam¬
pata per errore, ma sarà sempre a dispo¬
sizione di chi deve elaborare quel docu¬
mento.
Conclusione
Anche questo mese abbiamo cercato
di aiutarvi a sfruttare meglio una delle
funzionalità più conosciute dei program¬
mi di desktop publishing, ma spesso sot¬
toutilizzate Ormai i programmi proposti
dalle grandi software house sono in gra¬
do di svolgere compiti impensabili fino a
pochi anni orsono: è solo la nostra pigrizia
mentale che ci trattiene dall'imparare a
sfruttare tutto questo ben di Dio che ci
viene messo a disposizione.
MS
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
325
i
»
Grafica di presentazione:
non trascuriamo la qualità
La finalità di questo articolo è quella di sensibilizzare gli utenti dei prodotti
grafici di presentazione al problema della qualità del loro lavoro. La qualità
estetica (nell'articolo cercheremo di capire cosa si intende per qualità
estetica) di una presentazione è infatti un requisito fondamentale per
l'efficacia del suo messaggio, requisito che non deve essere né sottovalutato
né sopravvalutato.
di Francesco Pefroni e Aldo Azzari
Con il succedersi delle versioni, nei pro¬
dotti per utenti finali in genere, e nei
prodotti di desktop presentation in parti¬
colare. sono state via via aggiunte fun¬
zionalità per la facilitazione del lavoro.
Gli strumenti che facilitano il lavoro di
qualsiasi utente sono ormai gli stessi in
tutti i prodotti e costituiscono quindi
una dotazione standard. In tutti i prodot¬
ti si lavora per ‘modelli’, sia estetici, sia
contenutistici, di presentazione. In tutti i
prodotti sono disponibili procedure di
autocomposizione (anche se assumo¬
no, a seconda della casa, nomi diversi)
con le quali si creano, dal nulla, rispon¬
dendo ad una serie di domandine 'facili
facili', presentazioni su qualsiasi argo¬
mento. Nelle prime tre figure dell'artico¬
lo vediamo proprio come questi stru¬
menti siano diventati sofisticati, arrivan¬
do addirittura a suggerire le cose da di¬
re ad un autore a corto di idee.
Una volta realizzata, partendo da un mo¬
dello preconfezionato o sfruttando una
procedura di autocomposizione, la pri¬
ma versione della presentazione, si pos¬
sono duplicare slide, copiare stili, inseri¬
re elementi grafici di tutti i generi, ag¬
giungere o togliere elementi testuali,
definire tecniche di animazione, fino al
raggiungimento del risultato finale.
È chiaro che il risultato finale deve co¬
munque rispondere ad una serie di re¬
quisiti di qualità che sono indipendenti
dal modo con cui il risultato stesso è
stato raggiunto.
Ricordiamo anche che, fino a pochi anni
fa, la grafica di presentazione era riser¬
vata solo agli specialisti, già abituati a
ragionare in termini di 'comunicazione".
Il problema della qualità si pone molto
di più oggi che la grafica di presentazio¬
ne viene usata da tutti.
Usi produttivi della
desktop presentation
Una presentazione elettronica è uno
strumento attraverso il quale un autore
comunica un suo messaggio a più de¬
stinatari L'occasione può essere una
semplice riunione aziendale, un conve¬
gno, una mostra, una lezione, ecc. Il
'media' utilizzato può essere un proiet¬
tore collegato ad un PC, con il quale si
proiettano le slide in una sala, un di¬
schetto che viene distribuito ai parteci¬
panti. una rete di PC su cui viaggiano le
varie slide, che vengono quindi viste in
una sorta di riunione virtuale, anche via
Internet se si voglia utilizzare la rete del¬
le reti per trasmettere il messaggio.
In ogni caso della presentazione si può
stampare una copia su carta, che rima¬
ne al destinatario.
Il tema trattato può essere qualsiasi,
non ci sono argomenti dello scibile
umano che non siano esprimibili in una
presentazione elettronica: quindi pre¬
sentazioni che riguardano l'informatica,
la medicina, la storia, la finanza, la pro¬
duzione di un'azienda manufatturiera,
l'erogazione di servizi per tali tipi di
aziende, ecc.
Cosa si intende
per qualità
Qualsiasi sia l'argomento trattato, qual¬
siasi sia il pubblico di riferimento, il ri¬
sultato ottenuto deve comunque rispet¬
tare alcune regole generali di comunica¬
zione. come la gradevolezza, che rende
la presentazione piacevole da seguire, e
la leggibilità, che rende la presentazione
ben comprensibile da parte del destina¬
tario.
Ci sono regole generali, che valgono
sempre, e regole variabili in funzione
del 'media' scelto (ad esempio una pre¬
sentazione del tipo 'Rollmg Demo', op¬
pure una molto interattiva, che deve
quindi essere guidata nel suo svolgi¬
mento dall'utente, oppure una che ha
come destinazione Internet), in funzio-
326
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Saiittui.
ne del tema trattato e del pubblico
di riferimento.
In questo articolo parleremo degli
strumenti a disposizione dell'auto¬
re di una presentazione, poi dare¬
mo, in modo discorsivo, dieci rego¬
le, quasi un decalogo, da rispettare
per realizzare una presentazione di
buona qualità. Cominciamo però
con due parole sul concetto di per¬
cezione.
Le teorie della
percezione
Tutte le tecniche che riguardano la
comunicazione sono state suppo'-
tate, via via che sono nate, da studi
teorici, la cui finalità è quella di stu¬
diare e di affinare le tecniche stesse, al¬
lo scopo di migliorarne il risultato. Si
pensi ad esempio alla pubblicità, an-
ch’essa è una forma di comunicazione,
il cui risultato si può concretamente mi¬
surare in termini di incremento delle
vendite del prodotto pubblicizzato.
Tutte le tecniche di comunicazione, che
riguardano la visione, si basano sul con¬
cetto di percezione, ovvero di come
l'occhio umano percepisce gli oggetti, i
loro contorni, il loro colore, e di come li
associ a concetti già presenti nella me¬
moria di ciascuno e quindi acquisiti, nel
corso degli anni, con l'esperienza, con
l'apprendimento.
Anche una slide realizzata con un pro¬
dotto di desktop presentation può esse¬
re analizzata attraverso la teoria della
percezione.
Figura I - MS PowerPoint 97 -
La procedura di autocompost-
noie.
I prodotti di desktop presenta¬
tion sono diffusissimi ed utiliz-
zatissimi in decine di occasioni
da tantissimi utilizzatori. Un
oratore prepara una presenta¬
zione elettronica quando deve
illustrare al suo pubblico, e lo
vuole o lo deve fare anche in
maniera grafica, concetti, idee,
dati, proposte, ecc. Ma una
presentazione non 6 fatta solo
di contenuto, c'e anche il suo
aspetto estetico, che deve ri¬
spettare una sene di regole
ovanti come fine quello di cs
sere di supporto alla presenta¬
zione Il modello estetico non
deve essere talmente mode¬
sto da svilire il messaggio né
talmente spettacolare da so¬
vrastarlo.
Figura 2 - Lotus Free¬
lance 97 - Le procedure
di autocomposizione.
Le procedure di auto-
compostzione. ormai di¬
sponibili in tutti l pro¬
dotti. permettono di
realizzare presentazioni
di buona ovalità esteti¬
ca anche alle 'persone
normali', cioè che non
si occupano per profes¬
sione degli aspetti della
comunicazione Ormai
queste procedure si oc¬
cupano anche degli
aspetti contenutistici
proponendo, come nel
caso mostrato, una se¬
ne di argomenti esposti
già m forma di diapositi¬
va. utili soprattutto per
chi sia a corto di idee
La percezione è, ad esempio, influenza¬
ta dalle posizioni assolute e reciproche
degli oggetti nell'immagine. La niente,
in base alla conoscenza di ciascuno,
tende a modificare, raggruppare, asso¬
ciare gli oggetti per ricondurli a concetti
già noti. La percezione è influenzata dal¬
la presenza di elementi di sfondo, di
elementi di contorno.
La percezione dell'occhio umano è già
abituata a cogliere la profondità, effetti¬
va nelle immagini reali, simulata nelle
immagini ricostruite. La profondità può
essere simulata con vari sistemi, om¬
bra, sovrapposizione, effetti di colore,
oggetti visti in 3D, o in vista assonome¬
trica o in vista prospettica.
È stata studiata la percezione del colo¬
re, sono stati creati modelli per il colore,
necessari, m tantissime tecnologie, per
la produzione artificiale dei colori. È sta-
Figura 3 - Lotus Free¬
lance 97 - Librerie di
ideogrammi.
I prodotti dispongono
ovviamente di abbon¬
dante materiale ClipArt
nel quale cercare le im¬
magini da usare per ar¬
ricchire la propria pre¬
sentazione. Sono molto
interessanti gli schemi,
li definirei ideogrammi,
che servono per rende¬
re in forme grafiche
comprensibili, concetti
o idee complesse. Ne
esistono in librerie pre¬
confezionate. ma si
possono creare anche
con gli appositi stru¬
menti di disegno a di¬
sposizione.
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327
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rw— disisi
0
In una immagine tendiamo a individua¬
re, inconsciamente, strutture nascoste.
Ad esempio, se in un'immagine ci sono
tanti elementi simili, ci sembra naturale
allinearli rispetto ad un bordo, renderli
equidistanti, ecc.
In genere la struttura dell'immagine si
può materializzare in una gabbia (che è
uno schema di struttura regolare, che
rende più comprensibile e dà maggiore
credibilità al messaggio). Ma dietro ad
un’immagine, e dietro ad una serie di
immagini, ci può essere una struttura ir¬
regolare, poco, se l'irregolarità è, ad
esempio, progressiva, molto, se nell im¬
magine non c'è struttura, ma casualità
assoluta.
Esistono decine di tipologie di struttura,
ognuna delle quali è adatta ad un tipo
particolare di messaggio.
Ad esempio ci sono strutture con ele¬
menti singolari, del tutto estranei al resto
della struttura, che in questo modo ven¬
gono messi in evidenza, oppure strutture
con elementi a contrasto, si pensi ad
un'immagine con vane scritte a colori te-
ta studiata, con il coinvolgimento di
equipe di medici, l’associazione dei co¬
lori a sensazioni, a stati d'animo, ecc. I
colori sono stati classificati, ad esempio
colori caldi, colori freddi; addirittura è
stata studiata l'associazione dei colori ai
segni dello zodiaco.
Le teorie della percezione riguardano
tantissime tecnologie, si pensi alla pittu¬
ra, alla stampa, alla fotografia. Si consi¬
deri anche il fatto che tutte queste tec¬
nologie sono state, ormai da anni, "pre¬
se in carico" dal computer.
Con i prodotti di presentazione elettro¬
nica si fa, in un certo senso, il percorso
inverso. Si tratta di una tecnologia che
nasce con il PC, ma alla quale si può as¬
sociare la teoria della percezione.
Il PC adotta altri strumenti tipici della
grafica tradizionale, si pensi ai retini, alle
texture, ovvero ai metodi di riempimen¬
to di superficì definite con disegni ripeti-
Figu r a 4 - MS Power¬
Point 97 - La diapositi¬
va modello
Lo sfondo comune dà
continuila alla presen¬
tanone. cosi come la
scelta di tipi di caratte¬
ri omogenei tra le va¬
rie diapositive È com¬
pito dei modelli della
diapositiva quello di
raccogliere tutto ciò
che accomuna le varie
diapositive, in termini
di contenuto, e quindi
lo sfondo, i Ioghi dei
l'azienda, e di stili del-
tivi, si pensi ai font, che a loro volta co¬
stituiscono una tecnologia a sé stante,
ben nota, ad esempio, ai tipografi, ma
che ora viene presa in carico dal PC.
Riguarda la percezione l'equilibrio di una
immagine. E evidente che la centratura
di un elemento rispetto ad un contorno
comunica una sensazione di equilibrio,
le pani testuali
Figura 5 - MS Power¬
Point 97 - La vista strut¬
tura.
Una presentazione uti¬
lizza vari tipi di \nsta. Ol¬
tre a quella normale,
costituita dalle slide,
c ’é quella che isola la
parte testuale, e mo¬
stra le scritte in una vi¬
sta della struttura lutile
per concentrarsi solo
sul testoI, c'e quella
con te note, nella quale
inserire commenti te¬
stuali. a beneficio del¬
l'oratore che deve in¬
trattenere il pubblico.
r )Q
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• omnwn limami i amia 11111111111
Gaatterlsttch#» vantaggi
• mila* ni» iknciiM in ili a mi li 1 ■11111111111)1 IH mi ini
■ niiinmrui cinainnidi ■ camini muti, mimici cu liiiinuva iti
il al camini
• ninnimi 1 ninni nr racninm
• li iiiirniiitlinin iiiIiiiiiim nr linci lanuti IH trillili
Possibili applie stoni
• lineari I iman ammulinanti un linai li laminarli tinnii.
li «UH. mali ci lenii
SDSCljtchS
' IB Titolo
Fumici rumi
Tullia il li
10 Informazioni generali
Figura 6 ■ MS Power¬
Point 97 - La griglia.
Tutti 1 lavori di grafica Ili-
bri, giornali, cataloghi,
presentazioni, ecc.) de¬
vono basarsi, lo si vo¬
glia 0 no, su una griglia
di impaginatone, o gab¬
bia Lo scopo principale
della gabbia è quello di
suddividere l'area di la¬
voro Itogho o schermo
che sial in moduli e sot¬
tomoduli, che devono
guidare nell’inserimento
e nella disposizione di
disegni, immagini e te¬
sti. Occorre quindi, pri¬
ma di utilizzare il pro¬
dotto di presentazione,
ideare, al limite dise¬
gnare su carta, lo sche¬
ma della gabbia che si
vuole applicare.
nui ed una scritta a colore vivace.
Gli strumenti standard
Per il nostro articolo useremo sia Office
97 della Microsoft, sia Freelance
Graphics della Lotus.
I due prodotti sono pressoché allineati in
termini di funzionalità in fase di costru¬
zione della presentazione e delle varie
slide.
II primo concetto fondamentale è che
una presentazione deve seguire un mo¬
dello, in cui sono definiti gli elementi in
comune tra le diapositive, sia gli ele¬
menti apparenti, ad esempio gli sfondi, i
titoli e i loghi di intestazione e/o piè di
pagina, sia le impostazioni estetiche, ad
esempio gli stili dei vari elementi testua-
328
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Figura 7 - MS Power¬
Point 97 La creazione
dello sfondo.
Lo sfondo di una slide e
un elemento importan¬
tissimo nell'eauilibrio
dell'immagine e dell'in¬
tera presentazione, va
guindi molto curato so¬
prattutto per ciò che ri¬
guarda il suo equilibrio
cromatico. Per sfondo
può essere utilizzata
una immagine fotografi¬
ca opportunamente ela¬
borata con un program¬
ma di fotoritocco, utilizzando gualche particolare filtro che la renda più 'soft' e più trasparente, in modo
che non sovrasti il contenuto vero della slide.
Il decalogo del buon
presentatore
Eccoci dunque ai nostri dieci "consigli"
per chi prepara la presentazione.
1) Preparazione dello storyboard.
Lo storyboard è il "copione" della pre¬
sentazione, con l'indicazione, anche di
massima, del contenuto e della sua di¬
stribuzione in slide È necessario indica¬
re la sequenzialità degli argomenti, gli
eventuali collegamenti, soprattutto nel
caso di presentazioni molto interattive
In caso di grossi volumi è necessario in¬
serire delle slide con indici degli argo¬
menti e delle slide successive, e slide
di riepilogo alla fine della trattazione di
un macro argomento Sono necessarie
per non perdersi in pubblico. Una delle
nuove funzionalità di MS PowerPoint è
li, titoli, sottotitoli, elenchi e quant'altro.
Se un'azienda, o in riunioni interne o in
riunioni con il pubblico, ad esempio con
la propria clientela, usa le presentazioni
elettroniche è bene che utilizzi mo¬
delli aziendali standard, messi a
punto da specialisti una volta per
tutte e che tutti poi sono obbligati
ad usare.
Altro concetto fondamentale è co¬
stituito dagli oggetti inseribili nella
slide Questi possono essere dise¬
gni, schemi, immagini prese dalla
realtà, grafici di tipo business. Le
strade praticabili sono due: o si im¬
porta l'elemento, se già disponibile,
o si crea per l'occasione. In questo
secondo caso i vari prodotti metto¬
no a disposizione una serie di stru¬
menti per creare diagrammi com¬
merciali, ideogrammi, grafica di tipo
business, ecc.
Una presentazione utilizza vari tipi di
vista. Oltre a quella normale, costi¬
tuita dalle slide, c'è quella che isola la
parte testuale, e mostra le scritte in una
vista della struttura (utile per concentrar¬
si solo sul testo), c'è quella con le note,
in cui inserire commenti testuali, a be¬
neficio dell'oratore che deve intrattene¬
re il pubblico.
La presentazione piu rapida da preparare
è quella che consiste nel matrimonio tra
un testo, molto strutturato, ed un mo¬
dello di presentazione già predisposto.
Con il passare delle versioni sono state
via via aggiunte nuove funzionalità, ad
esempio quelle che consentono la navi¬
gabilità nella presentazione, grazie a pul¬
santi per saltare tra le diapositive, e
quelle che consentono di impostare de¬
gli effetti speciali, sia nella transizione
tra una diapositiva e la successiva, sia
nell'entrata "in scena" di singoli elementi
in una data diapositiva.
Insomma da una parte funzionalità che
facilitano il lavoro, dall'altra funzionalità
che consentono di realizzare presenta¬
zioni più efficaci.
Figura 8 - MS PowerPoint 97 -
Lo sfondo a colori - Gradiente
Lo sfondo della slide può es¬
sere un 'immagine che fa un
po' da 'filigrana' per le diaposi¬
tive. ma può essere semplice¬
mente un colore, pieno o con
effetto sfumatura La scelta
del colore 6 un elemento fon¬
damentale per l'efficacia della
presentazione, in quanto i co¬
lori esercitano una grande in¬
fluenza su chi li percepisce,
perché vengono associati a
stati emozionali e psicologici
di diversa natura. Ad esempio
il rosso induce sensazioni di
aggressività ed eccitamento, è
stato dimostrato che la sua vi¬
sione aumenta il battito cardia
co e la pressione.
Figura 9 - MS Power¬
Point 97 - Lo sfondo a
colori - Trama.
C è una tale abbondan¬
za di texture. con le
guali riempire sfondi o
elementi grafici, che è
facile farsi prendere la
mano. Come resistere
alla tentazione di crea¬
re degli oggetti di mar¬
mo, di sughero, di le¬
gno. Bisogna ricordarsi
che si sta realizzando
una presentazione elet¬
tronica, non un mobile
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
329
quella di creare automaticamente slide
di riepilogo che raccolgono i titoli di una
serie di slide.
2 ) Disegno della griglia (figura 6).
In generale in tutti i lavori di grafica (li¬
bri. giornali, cataloghi, presentazioni,
ecc.) si utilizzano griglie di impaginazio¬
ne, o gabbie. Lo scopo della gabbia è
quello di suddividere l'area di àvoro (fo¬
glio o schermo) in moduli e sottomodu¬
li, che devono guidare nell'Inserimento
e nella disposizione di disegni, immagi¬
ni e testi.
Le due fondamentali tipologie di gabbia
sono: quella di tipo ripetitivo, in cui l’a¬
rea disponibile è divisa in parti uguali,
determinando una composizione molto
'statica', ma ordinata, pulita, oppure
quella di tipo irregolare, nella quale l’a¬
rea disponibile è divisa in moduli di for¬
me e grandezze diverse, determinando
una composizione sicuramente più di-
U Micioioll PnwmPwnl - |Peicbn ppl|
•fjQb {*cdf«è fo rnito fiumani ^raruam dar»'-*-.'* FfjMfia > -Itfl *1
dishs? e -■ « - # sana 1 uso'.® • o
Figura IO - MS Power¬
Point 97 - La scelta di
un buon carattere
Uno dei principali errori
che si commettono,
non sempre, fortunata¬
mente, nella creazione
di una presentazione è
quello di realizzare del¬
le slide con troppo re¬
sto InoiosoII. Il testo
deve essere formato
da frasi brevi Isloganl
che devono 'suggerire '
piuttosto che descrive¬
re e soprattutto devo¬
no garantire una buona
leggibilità , Quindi an¬
che la scelta del font ri¬
sulta di fondamentale
importonza. Bisogne
evitare font con le 'gra¬
zie'. molto ornamenta¬
ti. anche se bellissimi,
e scegliere invece font
semplici, lineari, geometncamente puliti (Arai, Helvetica, Untvers. Futura, ecc.l,
Il Corpo
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Figura 11 - MS Power¬
Point 97 - Non dimenti¬
cate il vostro Ioga
In una presentazione
aziendale, specie nel
caso in cui sia presente
un pubblico extra azien¬
dale. è tradizione che le
varie slide mostrino il
logo dell'azienda stes¬
sa Anche la posizione
e la dimensione del lo¬
go sono oggetto di stu¬
dio da parte degli spe¬
cialisti della comunica¬
zione La posizione otti¬
male è in basso a de¬
stra Il logo m generale
è già disponibile in
azienda Se bisogna co¬
struirne uno in quattro
e quattr'otto si può uti¬
lizzare il rinnovato Wor-
dArt
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iPt *t tt^lu ftauriur» Inwrwi fonano prumrntt pro»«*«ilonc ««polline l«nm -Ifft xl
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anso
Figura 12 - MS Power¬
Point 97 - Effetto ombra.
L ombreggiatura di un og¬
getto grafico o di un testo
piazzato m una slide fa ap¬
parire l'oggetto come
emergente dallo sfondo, e
quindi dà profondità alta
slide, la rende tridimensio¬
nale Con PowerPoint è
possibile impostare la
profondità e la direzione
dell'ombra. Il colore del¬
l'ombra va scelto in funzio¬
ne del colore dello sfondo
od eventualmente dell'og¬
getto in secondo piano su
cui si proietta l'ombra lad
esempio: sfondo bianco,
ombra grigia, sfondo az¬
zurro, ombra blu, ecc.l. Al
limite e meglio usare il ne¬
ro. mai colori diversi tra
sfondo e ombra.
namica e ritmica. Ma attenzione a non
eccedere con la libertà.
3 ) Impostazione dello sfondo (figure 7,
8 e 9).
Lo sfondo di una slide è un elemento
importantissimo nell’equilibrio dell'im¬
magine, va quindi molto curato soprat¬
tutto per quanto riguarda la scelta cro¬
matica. Lo sfondo poi deve accomunare
più diapositive, anche tutta la presenta¬
zione, specie quando queste rappresen¬
tino lo svolgimento di uno stesso argo¬
mento.
Come sfondo pud essere utilizzata
un'immagine fotografica opportunamen¬
te elaborata con un programma di fotori¬
tocco, utilizzando qualche particolare fil¬
tro che la renda più 'soft' e o maggior¬
mente trasparente, oppure altri effetti
cromatici o effetti di riempimento.
4) Attenzione al testo.
Uno dei principali errori che si possono
commettere nella creazione di una pre¬
sentazione è quello di creare delle slide
con troppo testo, che alla lunga rende la
presentazione stessa noiosa, spesso in¬
sopportabile per gli ascoltatori. Il testo
deve essere quindi formato da frasi bre¬
vi (quasi degli slogan) che devono "sug¬
gerire' piuttosto che descrivere nel det¬
taglio e soprattutto devono mantenere
un alto grado di leggibilità. Altra cosa da
evitare sono gli errori di ortografia. E
per questo basta usare il correttore or¬
tografico. Personalmente quando seguo
una presentazione e vedo un errore mi
distraggo moltissimo.
5 ) Attenzione ai font (figura 10).
Anche la scelta del font risulta di fonda-
mentale importanza. Sono da evitare i
font con le 'grazie' cioè i font molto or-
330
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
namentali, sono da scegliere invece
font semplici, lineari, geometricamente
puri (Anal, Helvetica, Umvers, Futura,
ecc.ì. Per quanto riguarda il corpo (l'al¬
tezza del carattere) per i titoli e sottoti¬
toli si può spaziare dal corpo 36 al corpo
28, mentre per il testo normale non bi¬
sognerebbe mai scendere al di sotto
del corpo 16 in quanto si comincia a
perdere la leggibilità del carattere (il tut¬
to è naturalmente in relazione alla riso¬
luzione del video)
6) l colori.
La scelta del colore dei vari elementi del¬
la slide è un momento fondamentale del
lavoro, in quanto, come detto, i colori
esercitano una grande influenza su chi li
percepisce, perché vengono associati a
stati emozionali e psicologici di diversa
natura.
Ad esempio i rosso induce a sensazioni
di aggressività ed eccitamento. È stato
dimostrato che la sua presenza aumenta
il battito cardiaco e la pressione del san¬
gue. Al contrario il blu è un colore che in¬
duce sensazioni di calma, di riflessione,
di pace. Genericamente tutti i colori co¬
me i rossi, i gialli, gli ocra appartengono
alla gamma dei colori caldi, mentre le to¬
nalità del blu, gli azzurri, i verdi, apparten¬
gono a quelli freddi.
Per lo sfondo la scelta deve ricadere su
un colore della gamma dei colori freddi
con una gradazione medio scura. Anche
la sfumatura ha la sua importanza in
quanto determina un effetto di spazialità
e profondità che il colore piatto non rie¬
sce a comunicare.
7 ) I loghi, le intestazioni, i piè di pagina
(figura 11 ).
Una slide, specie se extra aziendale, nel
senso che il pubblico al quale è destinata
non appartiene all'azienda in cui la pre¬
sentazione è stata realizzata, deve sem¬
pre riportare elementi per la sua identifi¬
cazione L'azienda, in genere, viene iden¬
tificata con il suo logo, già disponibile in
forma di file grafico, va poi identificata
l'occasione, ad esempio "Rimini
10/11/97- Meeting FI97", che dovrebbe
significare che l'occasione nella quale si
sta proiettando la presentazione è l’in¬
contro annuale, che si tiene, per l'anno
fiscale 97. a Rimini il dieci novembre.
8) Gli oggetti in scena.
I vari oggetti grafici (simboli, elementi
geometrici, diagrammi, organigrammi,
loghi, marchi, ecc.) ed i testi, devono
■uscire" dallo sfondo, mettendosi nella
giusta evidenza Questa può essere defi¬
nita in vario modo, agendo sulla grandez¬
za dell'oggetto, sul suo colore, sulla sua
posizione.
9 ) Effetti tridimensionali (figure 12 s 13),
Figura 13 - MS Power¬
Point 97 - Come dare
profondità alla presen¬
tanone.
Esistono numerosi
trucchi per dare
profondità alla slide
Oggetti tridimensiona¬
li. scritte ed elementi
ombreggiali, effetti di
luce. Il tutto per dare
all'immagine un aspet¬
to più moderno.
Figura la - MS Power¬
Point 97 - Effetti di
transizione.
Una presentazione
elettronica è compo¬
sta da più slide che si
succedono l una all'al¬
tra. Si pud impostare,
scegliendo tra decine
di possibilità, una mo¬
dalità di passaggio tra
una slide e la succes¬
siva Anche in questo
caso non bisogna sce¬
gliere per forza l'effet¬
to più spettacolare le
ce ne sono tanti) ma
Quello più adatto al ti¬
po di presentazione,
sobrio se la presenta¬
zione è sobria, più ap¬
pariscente se la pre¬
sentazione deve far
colpo.
Ci sono tanti modi per creare effetti tridi¬
mensionali. Ad esempio l'associazione di
un'ombra ad un oggetto bidimensionale
lo fa emergere dal piano dello sfondo.
Con PowerPoint è possibile impostare
'finemente' la profondità e la direzione
dell'ombra. Il colore dell'ombra va poi de¬
finito in relazione al colore dello sfondo o
eventualmente dell'oggetto in secondo
piano sul quale è proiettata l'ombra (ad
esempio: sfondo bianco ombra grigia,
sfondo azzurro ombra blu. ecc.). Al limite
è meglio usare il nero, mai colori diversi
tra di loro.
10) Effetti di transizione delle slide e de¬
gli elementi della slide (figura 14).
Gli effetti di transizione sono le modalità
■visuali’ di passaggio da una slide alla
successiva. All’effetto, e ce ne sono de¬
cine, è abbinato un tempo di esecuzione:
basso, medio, alto.
Ci sono effetti più o meno gradevoli, e
più o meno rapidi, la loro scelta dipende
molto dal tipo di slide e di presentazione
alla quale è abbinato. Gli effetti più utiliz¬
zati, quindi più sicuri sono: apertura e
chiusura (verticale ed orizzontale), com¬
pressione ed espansione, veneziane, dis¬
solvenza e scacchi (sinistra e destra). Ce
ne sono di sobri e di spettacolari, la scel¬
ta dipende dal tipo di occasione.
È bene evitare di assegnare a tutte le sli¬
de lo stesso effetto (monotono!) e so¬
prattutto di assegnare la velocità bassa
(snervante!).
Dalla versione 7 di PowerPoint è possibi¬
le assegnare anche ai singoli oggetti (te¬
sti. oggetti grafici, singoli elementi in un
diagramma, ecc.) degli effetti di 'movi¬
mento'. Questa possibilità può servire
per dare maggiore enfasi alle parti più
importanti del messaggio. K®
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
331
Outlook 97: utilizzo
da parte di un utente singolo
Nel presentare, nei numerosi articoli dedicati ad Office 97, i vari
componenti della suite, siamo partiti dai tre componenti storici, Word,
Excel e PowerPoint. Poi abbiamo parlato, in uno specifico articolo
pubblicato nel numero scorso, di Access. Rimane quindi da affrontare
l'ultimo componente importante, che costituisce anche la novità più
importante della suite, ovvero Microsoft Outlook 97.
di Francesco Petroni
Outlook: a cosa serve e
a chi può essere utile?
Outlook è uno strumento per la gestio¬
ne delle informazioni, indirizzato sia ai
singoli utenti sia ai gruppi di utenti. Ser¬
ve per creare, organizzare, gestire ed in¬
tegrare tra di loro: la posta elettronica, il
calendario, le attività, i contatti, i docu¬
menti, e quant'altro serve per tenere
sotto controllo il proprio tempo, i propri
impegni, di lavoro e non, i rapporti con
le altre persone con le quali si entra in
relazione.
Outlook è quindi composto da una sene
di moduli differenti, facilmente raggiun¬
gibili da una speciale barra, la ‘Barra di
Outlook’, posta sulla sinistra della videa-
ta standard, utilizzabili separatamente
l'uno dall'altro, ma soprattutto usabili in
totale sinergia.
Se usato in un’ottica aziendale, Outlook
‘sfodera - una serie di funzionalità specifi¬
che per il lavoro di gruppo, che vanno
dalla semplice condivisione delle infor¬
mazioni, a quelle che servono per il
coordinamento delle attività di gruppi di
persone, fino a quelle che consentono
di appoggiare su Outlook veri e propri
processi aziendali, realizzando delle ap¬
plicazioni di tipo workflow.
In questo articolo, primo di due, parlere¬
mo delle funzionalità di base dì Outlook
e del suo utilizzo individuale. Nel prossi¬
mo articolo parleremo del suo utilizzo
aziendale, in una situazione operativa
‘ottimale", nella quale ci sia "dietro" un
Server BackOffice, ben installato e ben
funzionante.
Cosa vedremo
nel prossimo articolo
Il prossimo articolo avrà quindi un 'ta¬
glio' più tecnico.
Innanzitutto analizzeremo aspetti ‘archi¬
tetturali’, in quanto Outlook, se utilizzato
m azienda, deve essere incasellato cor¬
rettamente nella architettura hardware e
software, esistente o creata allo scopo
(la vediamo schematizzata in figura 1).
Parleremo di aspetti di installazione, co¬
me detto, nel caso in cui il server sia
quello di casa Microsoft, e quindi un
BackOffice ‘ultimo modello' (Windows
NT Server 4.0 e MS Exchange Server
5.0, quest'ultimo nel frattempo dovreb¬
be essere disponibile). Poiché ci interes¬
sa anche l'aspetto Intranet, parleremo
anche di Internet Information Server.
Parleremo di problematiche di condivi¬
sione. Molte delle risorse gestite con
Outlook, in una situazione aziendale, ò
bene che siano 'pubbliche", che siano
quindi sottoposte al controllo del server.
Non ci interessano invece, perché trop¬
po particolari, tutti i problemi di compati¬
bilità con altri tipi di servizi del server, e
con altri tipi di Client di posta.
Parleremo, perché mi sembra l'aspetto
più intrigante (è la prima volta che uso
questo aggettivo, anche se di moda, ma
penso che non lo farò mai più), dell’uti-
iizzo di Outlook in applicazioni di tipo
workflow aziendale Cosa intendiamo
per workflow lo vediamo nella figura 2 e
lo diciamo nella didascalia della figura 3.
Lo scenario,
in casa Microsoft
e nel resto del mondo
Outlook, ovviamente, non è un prodotto
completamente nuovo. I suoi nonni so¬
no il Mail di Windows per Workgroup e
Schedule-i- di Office 4.3, i suoi genitori
sono Exchange di Windows 95 e Sche-
dule+ di Office 95. Outlook li sostituisce
completamente, in quanto ne ripropone
tutte le funzionalità, ed in più si arricchi-
332
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
sce di nuove funzionalità, alcune delle
quali vanno nella direzione dell'integra¬
zione con il resto di Office,
Attenzione. Se limitiamo il discorso alla
sola e-mail. un utente Microsoft oggi ha
tre alternative:
- Internet Mail (componente di MS Inter¬
net Explorer), se la sua posta, in parten¬
za o in arrivo, viaggia solo su Internet,
- Exchange Client, in caso di posta Inter¬
net e di posta aziendale, e nel caso non
usi Office 97,
- Outlook Client, in caso di posta Inter¬
net e di posta aziendale, e nel caso usi
Office 97
Il server ideale di Outlook è, come det¬
to. MS Exchange Server, il quale, dal
suo canto, è compatibile con tutte le
precedenti versioni di MS Mail, e con
tutti gli altri Client di posta elettronica an¬
che non Miciosoft (lo vediamo nello
schema di figura 1).
Insomma, per la Microsoft, la soluzione
ideale in una situazione aziendale, anche
complessa e di grosse dimensioni, è co¬
stituita dalla combinazione tra NT Ser¬
ver, Internet Information Server. Ex¬
change Server e, lato Client, Outlook.
Il prodotto concorrente piu agguerrito e,
come noto, Notes della IBM/Lotus, che,
rispetto alla soluzione tutta Microsoft, si
presenta come prodotto più compatto.
Parliamo di Notes in questo stesso nu¬
mero nella rubrica Workgroup.
Tutto Outlook,
modulo per modulo
La parte sinistra della maschera iniziale
di Outlook è caratterizzata dalla grossa
"Barra di Outlook", che contiene i vari
pulsanti che attivano i moduli, ovvero le
varie funzionalità principali del prodotto.
La barra è inizialmente divisa in tre se¬
zioni: Outlook, Posta ed Altro ed ogni
sezione contiene una serie di pulsanti.
Anche la barra di Outlook è personaliz¬
zabile. si possono aggiungere sezioni e,
all'interno della singola sezione, collega-
menti a cartelle e a sottocartelle- In ca¬
so di un'organizzazione personale con
molte cartelle, può risultare comodo
aprire una seconda finestra verticale
che mostra la vista ad albero con tutte
le cartelle.
La parte destra della videata contiene
l'applicazione lanciata, oppure, nel caso
Supporto Multiprotocollo
r .. -
+, ♦ i ♦
MITPSS P0P3 LDtr i NNTP
W ♦ f
Microsoft Exchange Server
Ny
PROFS
Mero soft Mail
X.4O0
/ Netn
««MAIL
\ fi
C
KmN
Figura 2 - MS Outlook di Office 97 - Applicazio¬
ni di tipo workflow - Ambiente di programma¬
zione.
Anticipiamo un argomento che tratteremo nel
prossimo articolo, per mostrare già da ora 'fino
a che punto' può arrivare Outlook Outlook à
programmabile si
possono realizzare M ! 1 .'.
moduli il cui contenu¬
to. in termini di dati,
diventa un messaggio
di posta elettronica
Quando, nel! ambien¬
te di sviluppo di Out¬
look. si progetta un
modulo, se re proget¬
ta sia la parte di chi
INVIA, che contiene
in genere dei campi
da riempire, sia à par¬
te di chi RICEVE, in
cui gli stessi campi di¬
ventano semplici eti¬
chette Il linguaggio di
programmazone è un
sottoinsieme del Vi¬
sual Basic, linguaggio
standard che accomu¬
na tutti i componenti
della suite Olfice.
Figura I - MS Out¬
look di Office 97 - Il
partner ideale di MS
Exchange Server
5.0.
Divideremo l'articolo
dedicato a Outlook in
due parti. Nella pri¬
ma. questa, parlere¬
mo delle funzionalità
di Outlook utilizzabili
comunque, anche da
un utente individua¬
le. non connesso ad
una rete aziendale
Nella prossima parle¬
remo di Outlook usa¬
to in una situazione
aziendale e quindi in
una classica situazio¬
ne Workgroup' Par¬
leremo delle funzio¬
nalità che permetto-
_ no ai vari utenti di in¬
teragire tra di loro, in
vari modi e per vane
finalità In particolare useremo Outlook come
'Client' in una rete locale il cui server sia MS
Windows NT 40 e il cui server di posta elet¬
tronica sia MS Exchange Server 50
f* l» «- 1~" X«* c«b>~ r<te Lmx ire
0 A- 0 uwwiiiliueiii J] sf
tf 5?
di puntamento ad una cartella, il suo
contenuto. Le applicazioni della sezione
Outlook sono Posta, Calendario. Contat¬
ti, Attività, Diario. Note, Cestino.
Posta Alla posta è dedicata una speci¬
fica sezione che contiene, inizialmente,
le cartelle "Posta in Entrata" e "Posta in
Uscita", ma che può essere arricchita
con cartelle personali. Al lancio del mo¬
dulo Mail patte la procedura di aggiorna¬
mento della posta in arrivo o in partenza.
che vediamo in figura 4
La vista sicuramente piu comoda, con la
quale vedere la posta in arrivo, è quella
detta anteprima, che mostra il mittente,
la data, l’oggetto e poi le tre prime righe
del messaggio (in figura 5).
Il classico doppio click sull'elemento di
interesse lo apre completamente e ne
fa vedere il contenuto
La posta si riceve e si invia. In questo
secondo caso si può utilizzare il "Modulo
MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997
333
Messaggio' caratterizzato da due pagi¬
ne, quella in cui si inseriscono i vari de¬
stinatari e si scrive e si formatta, sfrut¬
tando un micro word processor, il testo
(figura 61, La seconda linguetta, Opzioni,
attiva la pagmetta in cui si impostano le
caratteristiche del messaggio, ad esem¬
pio l'urgenza, la ricevuta di ritorno, ecc.
Ovviamente è possibile allegare file di
tutti i tipi, inserire oggetti OLE, inserire
immagini e, funzionalità ormai standard
in tutti i prodotti Office 97. inserire colle¬
gamenti ipertestuali ad altri documenti
Office o a pagine Internet,
Interessante è la possibilità di creare dei
messaggi per le 'Votazioni", in pratica
messaggi la cui risposta sia un sì o un
no, oppure un valore numerico corri¬
spondente ad una scelta. In questo caso
lr~" B»
ITTjIxI
-isrt B =s > a. t me, r ■ i © * ^ ©
Richiesta Supporto
Figura 3 - MS Outlook
di Olhce 97 - Applica¬
zioni di tipo workflow-
L Invio.
Cosi appare il modulo,
visto p'ima. all’utilizza-
tore che sta preparan¬
do un messaggio Per
applicazioni di tipo
workllow si intende
un applicazione che
preveda il coinvolgi-
mento di vari perso¬
naggi. ognuno dei
puah svolge una speci¬
fica Iunzione . ed
ognuno dei guah entra
in relazione con altri, secondo cene logiche e secondo certi tempi Ad esempio, in un'azienda, c'è un
utente che richiede al responsabile dell'assistenza un intervento tecnico sul proprio PC Riempie ed in¬
via un modulo Outlook, che viene ricevuto dal destinatario che lo controlla e che, a sua volta, lo smista
ad un tecnico, competente per quel tipo di intervento. Costui a sua volta può interagire con il primo
personaggio, ad esempio per chiedere informazioni di maggior dettaglio sul tipo di intervento richiesto,
o per fissare un appuntamento, e cosi via. Eseguito finalmente l'intervento, il tecnico dovrà, in un cer¬
to senso, chiudere la pratica riempiendo un ultimo modulo.
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Figura 5 - MS Outlook di Office 97 - Organizza¬
zione della posta ricevuta
La posta ricevuta può essere smistata in più
cartelle, a seconda del
tipo di messaggio Ov¬
viamente l'organizza¬
zione in cartelle è del
tutto analoga all’orga¬
nizzazione in cartelle di
Windows 95 La si può
vedere in vane maniere
usando delle viste pre¬
confezionate o creando
ex novo delle viste per¬
sonalizzate La funzio¬
nalità con la quale si
creano le viste perso¬
nalizzate consente di
scegliere i campi da ve¬
dere tra quelli disponi¬
bili In pratica ogni
messaggio contiene,
oltre al messaggio vero
e proprio, una sene di
informazioni struttura¬
le. utilizzabili per orga¬
nizzare e ricercare I _
messaggi stessi \ u« mi•mimmi
piopria posta da MC-link
Figura 4 - MS Ou¬
tlook di Office 97 -
Ricezione della posta
da parte dell'utente
individuale.
Per utente individua¬
le intendiamo quella
persona che non è
collegata ad una rete
aziendale, e che quin¬
di usa Outlook per
gestire la propria po¬
sta personale, il pro¬
prio calendario, i pro¬
pri contatti, le proprie
attività Se costui di¬
spone di un indirizzo
e-mail, ad esempio
un indirizzo Internet,
può usare Outlook
per ricevere e per in¬
viare la posta Inter¬
net Qui vediamo co¬
me il sottoscritto, dal
computer di casa
provvede a ritirare la
■ -m»l
c- d- -c tu "* c*oiw -gjjo
l 0 ””
9Mo cowt/ w o .0 1 tarmato (B *oo WH)
Motuno IniHM qurwolMd mmotetf 07 04.‘
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taatu-. luto* Ctoni
I Cart»a Sto ctnmwgn n
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*e«u_ Paolo Ciarde!!
taitu- Gianfranco Tortalo
C<*A3CCATO ITMAa IBOtnU
Ala Cortei* Atte- gtovtd 21 / 03 / 91 13
[tad: Disperata ri- gloved 27/03/97 12
Comunicato Stai
Marco Pedoni
Marto Storicene
. mmoledl 24/03/97
domenica 23/03/97
Che An* ha fallo l_ salato 13/03/97 12
--'mlB'ti torre s>*« .edere ideaselo Orto mal (
y% 9 ino<n <y ette** <t»—- »
il messaggio di risposta, generato auto-
maticamente, contiene il voto, che poi
può essere facilmente conteggiato,
Calendario (figure 8 e 9) - Si tratta di
una agenda "zoommabile" a volontà in
quanto si può andare dalla vista del sin¬
golo giorno, con un dettaglio fino ai 5
minuti, alla vista del mese completo.
Aprendo il calendario si controllano gli
impegni che possono essere inseriti in
varie maniere. Ad esempio cliccando di¬
rettamente su giorno e ora di interesse,
oppure definendo in una specifica ma¬
schera gli impegni ricorrenti, oppure an¬
cora sfruttando la funzionalità, che ha
senso solo in un uso in rete, con la qua¬
le si organizza una riunione consultando
i calendari dei vari partecipanti.
È possibile, per gli impegni più impor¬
tanti, attivare un sistema di preavviso,
cosi come è possibile conservare in
agenda traccia degli impegni effettiva¬
mente svolti.
Contatti (figura 10) - Corrisponde ad
una rubrica personale, nel caso di un
uso personale, cui si può affiancare la
rubrica pubblica, nel caso di utilizzo in
rete. Contiene tutte le informazione che
si vogliono per le varie persone inserite.
I campi, impostabili per ciascun contat¬
to, sono svariate decine (ad esempio ci
sono quattro telefoni, tre indirizzi di po¬
sta elettronica, un indirizzo WEB, di tipo
a collegamento automatico), per cui è
presumibile che siano sufficienti per
qualsiasi tipo di utilizzo. Se non lo fos¬
sero ricordiamo che sono definibili nuo¬
vi moduli con ulteriori campi, creati allo
scopo.
Ci sono numerose funzionalità che faci¬
litano l'inserimento dei nuovi contatti,
ad esempio quando si inseriscano più
contatti di una stessa azienda.
334
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Attività (figura 11) - Chiariamo subito
cosa si intende per attività, ed in cosa
differisca un'attività da un normale im¬
pegno inserito nel calendario, Un'atti¬
vità è un impegno lavorativo del quale si
voglia registrare una serie di informazio¬
ni, come l'inizio, la durata prevista, la fi¬
ne e quindi la durata effettiva, la per¬
centuale di avanzamento, il costo, anzi i
costi, nel caso l'impegno vada contabi¬
lizzato, il grado di priorità, da considera¬
re nel caso in cui nello stesso periodo
siano state schediate altre attività.
Utilizzato in una situazione workgroup, il
modulo delle attività può essere usato
dal responsabile per comunicare, sfrut¬
tando le funzionalità di mail, le varie atti¬
vità assegnate ai propri collaboratori e
per controllare lo stato di avanzamento
delle attività stesse.
È evidente che il modulo attività di Ou¬
tlook non ha nulla a che vedere con il
concetto di attività presente in un pro¬
dotto per il project management. In pro¬
dotti di questo tipo si lavora su progetti,
in cui sono coinvolte e coordinate tra di
loro centinaia di attività di tutti i tipi, in
cui sono coinvolte tantissime risorse,
ed in cui il responsabile del progetto ha
come obiettivo quello di ottimizzare e di
coordinare le attività, di abbinarle in ca¬
so di propedeuticità di una rispetto ad
un'altra, di risolvere i conflitti in caso di
sovrapposizione, di ridurre i costi, sia
quelli delle risorse che quelli delle atti¬
vità, di ridurre i tempi di esecuzione,
cercando di rispettare i vari vincoli al
contorno, primo tra tutti il termine di
scadenza del progetto.
Diario - Il diano viene riempito con la
registrazione automatica degli eventi
che accadono sul proprio computer, ad
esempio l'apertura, il salvataggio e la
stampa di un documento Office. È pos¬
sibile impostare, al solito il comando è
"Strumenti/Opzioni", il tipo dì eventi da
registrare sul proprio diario, in modo
che siano controllabili e ricercabili anche
"a posteriori - . Ad esempio si può regi¬
strare la ricezione di messaggi, ritenen¬
doli più importanti degli altri, inviati da
un particolare mittente.
Gestione Risorse (figura 12) - Svolge,
all'interno di Outlook, le stesse funzioni
dell'applicazione "Gestione delle Risor¬
se di Windows 95", solo che permette
anche altre modalità di visualizzazione,
tipiche di Outlook.
È in questo modulo che si coglie, più
che in tutti gli altri, la nuova filosofia im¬
posta da Office 97, legata non al file,
non al messaggio, non al collegamento
Internet, ma più globalmente al docu¬
mento.
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jion. H<»r f b ' i• io ffSMi '»' •
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L
Figura 6 - MS Out¬
look di Office 97 - In¬
vio della posta
Il modulo che si oc¬
cupa dell'invio della
posta dispone di un
mieto 'word proces¬
sor' con il Quale è
possibile generare
dei testi formattati
IRTF). È ovviamente
possibile appoggiarsi,
per scrivere il testo
della lettera da invia¬
re, a Word. Nella fi¬
gura vediamo anche
la finestra che appare
al momento dell'im¬
postazione del desti¬
natario. nella Quale si
possono selezionare
le proprie rubriche
personali o Quelle
pubbliche, proposte
dal server
Figura 7 - MS Out¬
look di Office 97 - Im¬
postazioni di Outlook
in questa figura ve¬
diamo una fase della
configurazione di
Outlook, nel caso di
un suo utilizzo come
Client di un Server Ex¬
change, connesso via
rete, e dedicata ad un
utente, che sarei io,
la cui cassetta posta¬
le si chiama FRANCE-
SCOP Si può confi¬
gurare anche la posta
Internet, si possono
predisporre le cartelle
personali, e imposta¬
re le rubriche, perso¬
nali o pubbliche.
Pu»r« d 'rtvira t>e»
lavagna
(Sita Bancn
tìr Marrad laverò coni
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Pranzo a Caia coti
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Odami» a Tatti
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tett»»an»)
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Va ala tot
Fratto rtMbMMv..
Figura 8 - MS Outlook
di Office 97 - Il Calen¬
dario visto in scala
oraria.
Il Calendario 6 una
classica agenda per¬
sonale. Permette di
inserire i vari impegni
con grande ricchezza
di dettagli, ad esem¬
pio per definire la ti¬
pologia dell impegno.
Permette vari tipi di
visualizzazione, ad
esempio, nella figura,
vediamo insieme due
giorni in quanto nel
calendanetto mensi¬
le. posto in alto a de¬
stra, abbiamo selezio¬
nato due giorni in se¬
quenza. La scala ora¬
ria puO arrivare alla
precisione del minu¬
to Nel menu rapido,
visibile sulla destra.
possiamo verificare i tipi di impegno inseribili, ad esempio quelli ricorrenti, oppure le riunioni, ecc.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
335
L'apoteosi
del Drag and Drop
La barra di Outlook contiene altre funzio¬
nalità. ad esempio il "Post-lf per scrivere
note o per prendere appunti al volo. I fo¬
glietti gialli o si buttano o si nobilitano,
facendoli diventare un contatto, un mes¬
saggio, un impegno di calendario, un'at¬
tività o più cose insieme. Contiene an¬
che un cestino analogo a quello di Win¬
dows 95
Da un punto di vista operativo, in Ou¬
tlook è stata molto sfruttata la tecnica
del drag and drop, grazie alla quale un
contatto può generare immediatamente
un messaggio oppure un'attività, una no-
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M/04/. M/04...
Figura 9 - MS Outlook
di Office 97 - il Calen¬
dario visto per tipolo¬
gia di impegno.
Chi ha molti impegni li
può assegnare a cate¬
gorie m modo da ren¬
dere più semplice l'or¬
ganizzazione del Ca¬
lendario Esistono ca¬
tegorie predefinite, ed
esiste la possibilità di
crearne di nuove In
questo caso la vista
prescelta raggruppa
gli impegni per cate¬
goria Nelle viste, a
seconda del tipo di elemento visualdaato. appaiono una sene di simboletti che indicano io stato del¬
l'elemento stesso Oltre a scegliere ed a confezionare le viste è possibile utilizzare dei filtri per isola¬
re gli elementi di interesse Ad esempio e possibile cercare una parola chiave nel campo oggetto di
un messaggio, o nel messaggio stesso Ovviamente si tratta di strumenti che diventano tanto più
importanti quanto più elevato è il volume degli elementi gestiti.
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Figura 10 - MS Out¬
look di Office 97 - Il
modulo Contatti
In questo caso si
tratta della rubrica
personale È chiaro
che in un utilizzo
aziendale sarà l'a¬
zienda stessa che
metterà a disposizio¬
ne di tutti gli utenti
una o più rubriche
pubbliche, ad esem¬
pio quella dei dipen¬
denti, ad esempio
quella dei dienti e
dei fornitori Questa
vista sintetica non fa
vedere neanche un
decimo dei campi
utilizzatilii quando si
inserisce un nuovo
contatto. I contatti
non sono mai fini a
se stessi, servono
come punto di par¬
tenza per creare una mail. per organizzare un appuntamento o una riunione, per fare una telefonata,
ecc Anche i moduli nei quali si inseriscono i dati relativi al 'contatto'possono essere pesantemente
odiare
fmini.y.
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Figura 11 ■ MS Outlook di
Office 97 - Il modulo Attività.
Il modulo delle Attività con¬
sente di registrare le proprie
attività indicandone la natu¬
ra. la data prevista per l'ini¬
zio, il tempo previsto per il
loro espletamento, il grado
di priorità rispetto alle altre
Se l'attività ha una durata
lunga è possibile indicarne
via via la percentuale di
completamento. A consunti¬
vo, terminata quindi l'atti¬
vità. è possibile Indicarne i
costi, allo scopo, ad esem¬
pio, di predisporre una fattu¬
ra per contabilizzare il lavoro
svolto Attenzione lo tunzio-
nalità inserite nel modulo At¬
tività non raggiungono la
completezza di quelle pro¬
prie di un prodotto per il
'Project Management'
ta può diventare un contatto, oppure un
impegno di calendario o un'attività e così
via. Basta selezionare l'elemento d'origi¬
ne e trascinarlo sul secondo modulo per
creare una registrazione, da completare
con altri dati, specifica del nuovo modu-
lo.
È molto interessante il fatto che qualsiasi
modulo si stia vedendo, e quindi qualsia¬
si elenco di informazioni si stia vedendo,
è sempre possibile impostare una sene
di viste. Queste sono sempre personaliz¬
zabili, ma comunque ricadono in cinque
categorie predeterminate:
- Tabella
- Calendario
- Scheda
- Icone
- Cronologia.
Si creano quindi delle modalità di visua¬
lizzazione assolutamente nuove, come
ad esempio quella che fa vedere un
elenco di file in scala cronologica, oppure
i file di una cartella in un calendario
Le viste sono personalizzabili, an¬
che pesantemente, intervenendo
non tanto sull'estetica quanto sul
contenuto, ad esempio inserendo
campi calcolati.
Nel caso si stiano gestendo grossi
volumi di dati sono utilizzabili dei fil¬
tri per trovare, tra tutti i documenti
registrati, quelli desiderati. I dati
nelle viste si possono ordinare, rag¬
gruppare, ed in tal caso si crea una
vista gerarchica, e cosi via.
Integrazione con
Office
Outlook è un componente ufficia¬
le di Office, è quindi un "pari gra-
336
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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il
figura 12 ■ MS Out¬
look di Olhce 97 - Ge¬
stione delle Risorse.
Outlook, in quanto
componente ili Oni¬
ce. e del lutto sinergi¬
co con gli altri com¬
ponenti della suite
Oui vediamo il suo
modulo Risorse del
Computer, attivabile
dalla barra di Outlook,
che funge da gestore
delle risorse, oppure
da File Manager, co¬
me si diceva una vol¬
ta. Vediamo i lile con¬
tenuti in una cartella organizzata per tipo di
documento.
do" di Word, Excel, PowerPoint e Ac¬
cess, non un accessorio.
È presente nella barra delle applicazioni
di Office che, se lasciata attiva, per¬
mette. in qualsiasi momento e qualsia-
me di collaborazione sono la possibilità
di allegare documenti Office ad una
mail, ad una attività e cosi via, oppure
la possibilità di eseguire, da Word, un
mail merge "elettronico" usando le ru¬
briche di Outlook.
Conclusioni
Outlook può costituire, grazie alle sue
funzionalità interne e grazie alle sue si¬
nergie con i prodotti presenti nel siste¬
ma. uno strumento globale per la ge¬
stione delle informazioni, di qualsiasi ti¬
po siano e dovunque risiedano. Può di¬
ventare uno strumento risolutivo per
quelle persone che effettivamente han¬
no bisogno di mettere ordine nel pro¬
prio lavoro, lavoro che prevede di avere
contatti, di ricevere posta, di tenere ag¬
giornata un'agenda, ecc., nonché di pre¬
parare degli elaborati, dei testi, dei cal¬
coli, ecc.
L'utente deve solo avere la pazienza di
riportare sempre tutte le informazioni
su Outlook, e deve eseguire lo sforzo,
iniziale, di caricare, con i dati preesi-
si cosa si stia usando, di creare una no¬
ta, di scrivere un messaggio, di creare
un nuovo contatto, una nuova attività,
ecc Insomma di richiamare, con un
click, direttamente un modulo di Ou¬
tlook.
Outlook sfrutta le finestre condivise di
Office, ad esempio quella "File/Apn* e
quella "File/Crea Nuovo Documento".
Questa finestra, che vediamo in figura
13, propone un campionario di moduli
personalizzati.
Qualsiasi modulo di Outlook può conte¬
nere oggetti Office, realizzati quindi
con altri prodotti della famiglia. Ad
esempio, in figura 14. vediamo una
mail che contiene un documento Word
che a sua volta contiene un'immagine
BMP e un foglio Excel. In questo caso
si sfrutta la tecnologia OLE. Altre for¬
Figura 13 ■ MS Out¬
look di Office 97 -
Apri documento Offi¬
ce.
Outlook fa parte di
Office e i suoi rap¬
porti con il 'resto di
Office' sono nume¬
rosissimi. I vari com¬
ponenti della suite
condividono le fine¬
stre 'File/Nuovo Do¬
cumento Office' e
'File/Apri' Le nume¬
rosissime funziona¬
lità di Office che per¬
mettono d: passare
da un'applicazione
ad un altra, attraver¬
so i nuovi strumenti
di collegamento Iper¬
testuale. sono valide
anche in Outlook.
Figura 14 - MS Out¬
look di Office 97 - Uti¬
lizzo di oggetti Office
m una mail Outlook.
Qui vediamo come sia
possibile inserire, co¬
me oggetto OLE, in
un messaggio Out¬
look un documento
Word, che a sua volta
contiene una immogi
ne bit-map e un foglio
Excel. È praticabile an¬
che la strada dell’alle¬
gato. con la Quale si
inviano file, realizzati
con Word, con Excel,
o di qualsiasi altro ti¬
po In questo caso
non si vede il contenu¬
to del file ma una
semplice iconcma con
il nome del file allega¬
to al messaggio
Rema
Milano
Torto®
Napol
179
141
152
47 J
195
180
170
535
111
134
179
421
105
101
173
45?
188
187
166
53?
116
151
100
36 1
108
128
103
33?
198
192
188
576
154
104
146
401
142?
1-318
1.375
4.115
stenti, i vari moduli.
Se usato in questa ottica Outlook di¬
venta uno strumento estremamente
produttivo.
Nel prossimo articolo parleremo di Ou¬
tlook usato in una situazione work-
group, dove non è il singolo utente che
decide di usare Outlook, ma è un’azien¬
da che decide di far usare Outlook ai
propri dipendenti, e non solo li dota del
prodotto, ma fornisce loro materiale già
sviluppato, rubriche aziendali con indi¬
rizzi, ed impone che certe operazioni,
ad esempio un responsabile che convo¬
ca una riunione, o un capo progetto che
assegna delle attività, ecc., siano svolte
esclusivamente con Outlook.
«ss
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
337
di Claudio Petroni e Luigi Sandulli
Il server Web con Lotus Domino
Questo mese continuiamo a parlare di Domino della Lotus.Ricordiamo
che Domino è una tecnologia che si appoggia sulle già note e potenti
funzionalità deM'ambiente di workgroup Lotus Notes, delle quali abbiamo
parlato nello scorso articolo di questa stessa rubrica. Approfondiremo
due dei suoi aspetti più interessanti e cioè la capacità di realizzare e di
far funzionare un server HTTP e quella di permettere la realizzazione di
applicazioni pronte per il Web. Esamineremo il problema dal punto di
vista dell'installazione e della configurazione, elencando i passi
fondamentali per attivare il server anche se solamente in un contesto
Intranet.
I servizi attuali e futuri
del WEB
Quando parliamo di servizi del Web
intendiamo indicare quella serie di utiliz¬
zi che stanno nascendo in questo perio¬
do a causa sia della ■fisiologica’ evolu¬
zione degli strumenti HW e SW, sia del¬
la crescente domanda da parte degli uti¬
lizzatori della rete.
Non parleremo quindi di Internet co¬
me mera infrastruttura di rete, in grado
di supportare tutta una serie di servizi
utilizzati già con molti anni di anticipo ri¬
spetto al Web stesso, insomma quando
ancora non c’era Internet
Il boom di Internet ha avuto inizio
con il diffondersi di un nuovo modo di
predisporre i documenti e di metterli a
disposizione via rete a chiunque ne fac¬
cia richiesta. La novità consiste nel fatto
che il documento originale contiene, ol¬
tre al testo, una serie di marcatori, alias
caratteri di controllo, che, nel rispetto di
un certo standard, definiscono alcune
caratteristiche grafiche del testo stes¬
so
Chi riceve il documento deve dispor¬
re di un software, che, sulla base dello
standard sopra citato e durante la stes¬
sa fase di ricevimento, è in grado di in¬
terpretare quei caratteri di controllo e di
riproporre il documento con tutti gli ele¬
menti grafici definiti da chi lo ha proget¬
tato inizialmente.
È noto peraltro che l'abbellimento e
la gradevolezza raggiunta dai documenti
che è possibile visualizzare dalla rete è
stato il motivo che maggiormente ha
contribuito al diffondersi della rete stes¬
sa.
Il successo di questo sistema risiede
nel fatto che l'informazione che transita
sulla rete è il più possibile 'povera', in
termini di caratteri da trasmettere (al fi¬
ne di ridurre il traffico sulla rete), pur
raggiungendo un risultato estetico mol¬
to gradevole.
A titolo di similitudine riportiamo un
aneddoto, ripreso da una intervista pub¬
blicata su una rivista americana, che fa
capire subito qual è l'idea che sta alla
base di questa tecnologia, anche se, es¬
sendo una situazione tipica, è probabile
che sarà capitata almeno una volta a
tutti noi.
L’intervistato raccontava di una cop¬
pia di sposi che, in privato, aveva lunga¬
mente discusso riguardo ad un fatto oc¬
corso ad una coppia di loro amici. Qual¬
che sera dopo, a cena con un gruppo di
altri amici, si riparlò, casualmente, del
fatto di cui la coppia aveva già discusso,
ma con degli elementi nuovi che chiari¬
vano alcuni dubbi che erano rimasti alla
coppia alla fine della loro prima discus¬
sione.
Ebbene, bastò loro toccarsi con il gi¬
nocchio sotto il tavolo per chiudere la
lunga discussione che avevano avuto
qualche giorno prima. In un attimo e
con un solo gesto, i due si sono scam¬
biati un'innumerevole quantità d'infor¬
mazioni. Questo è stato possibile in
quanto vi era già stato un lungo scam¬
bio di idee ed informazioni riguardo al¬
l'accaduto.
Tornando a noi. se chi riceve è già a
conoscenza o in possesso di una serie
di elementi comuni ad ogni documento
che può ricevere, sarà in grado di rico¬
struire anche il documento più sofistica¬
to e complesso dal punto di vista grafi¬
co.
Un esempio significativo di questa
tecnica lo si può osservare utilizzando
l'applicazione grafica, di tipo chat, chia¬
mata 'The Palace'.
Si tratta di un'accoppiata di moduli, il
338
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
La Banca Dati "EITROSPORTELLO" • (tata realizzata con la ttrnologio piu avanzata nal
rampo dall'infonnarira ad i loftwara piu agcionian addanti tal marrato.
D programma hoit dal «mino telematico t Internai Information Servar di Microsoft
Imtallato su Windows NT, I dati sono restituiti attravano dalla Query preimpostato, par
facilitar* Tutanta, • sono visualizzati tramite pagina HTML compilata "on tha fly" do un
servizio di Windows NT denominato dbWob.
I dati in questo coso risiedono in un orrkivio MDB e sono viti «polari tramite ODBC e
presentati all'ina lite con tona la rolozioni possibili impostola in foia di costruzione dalla
tabelle.
primo dei quali, il Client, deve essere
scaricato ed installato sulla propria mac¬
china prima di poter effettuare il colle¬
gamento. Il secondo modulo è invece
un server che accetta i collegamenti dei
singoli utenti e ne ridistribuisce le azioni
ed i messaggi a tutti.
La caratteristica peculiare di questo
Figure I. 3 - Application sul Web - Esempio di applicatone tradizionale
Internet, dopo aver monopolizzato il mondo delle Informazioni h comunicati stampa di tutte le aziende
che si occupano di Informatica vengono ormai pubblicati solo su Internet}. sta per monopolizzare il mon¬
do delle applicazioni Questo significa che moltissime applicazioni distribuite, anche di tipo gestionale,
possono, teoricamente, appoggiarsi sulla rete Internet ed utilizzare il suo linguaggio standard HTML Ve¬
diamo un esempio di applicazione, realizzata dalla Archimedia, eseguibile direttamente da un browser
per Internet Nella prima hgura possiamo osservare il funzionamento della procedura che serve a ricer¬
care aziende sulla base di una sene di criteri impostati in una maschera. Pochi istanti dopo l’invio della
richiesta il sistema risponde con una 'Tabella di nomi' che soddisfano il criterio impostato e dai quali poi
è possibile risalire alle informazioni anagrafiche e di dettaglio deile aziende stesse II tutto è realizzato
con it dbWeb della Microsolt
software consiste nel fatto che chi ac¬
cede al server vede la propria immagi¬
ne. rappresentata da un'icona, che con¬
vive con tutte quelle degli altri utenti
collegati e presenti nella stessa stanza.
Si tratta di una ambientazione molto cu¬
rata da un punto di vista grafico Le ico¬
ne si muovono e producono suoni. Cia¬
scuno può spostare la propria, sempli¬
cemente facendo clic su una nuova par¬
te di schermo e, se per caso seleziona
una 'porta', entra in un'altra stanza
Ogni frase digitata compare sotto
forma di fumetto vicino all'icona di chi
l'ha prodotta e tutti la possono osserva¬
re come possono osservare le frasi digi¬
tate da tutti gli altri presenti.
In realtà quasi tutto quello che si ve¬
de sullo schermo o si ascolta dagl alto¬
parlanti, già risiede sul proprio PC. Dal
server arrivano e partono solo coordina¬
te, brani di testo e comandi per l’esecu¬
zione di suoni, il traffico sulla rete è mi¬
nimo, l'effetto invece è fantastico.
Anche i browser per navigare in In¬
ternet funzionano su questo principio e
quando si parla di "plug-in" si intendono
estensioni che possono essere aggiun¬
te al browser per poter riconoscere ed
eseguire moduli software compatibili
con i plug-in stessi.
In questo modo il browser, piano pia¬
no, aggiunta dopo aggiunta, può diven¬
tare l'unico software Client, tramite il
Figura 3 - Applicazioni sul Web - Esempio di
plug-m VRML
Questo è un classico esempio di plug-m che
produce una modifica visibile sia nell'aspetto del
browser che nette sue
funzionalità II modulo
plug-m va scaricato ed
installato, il che vuol dire
anche associarlo ad un
certo tipo di file che può
essere richiamato via re¬
te Il modulo viene atti¬
vato automaticamente
cgm volta die In qualche
modo si abba a che fare
con un file dello stesso
tipo In questo caso si
tratta di un file che vi¬
sualizza oggetti m uno
spazio tridimensionale
Tramite i pulsanti del
plug-in ci si può muove¬
re nella scena in tutte le
direzioni. avvicinandosi o
cambiando punto di vi¬
sta Un buon silo da cui
scaricare file m questo
formato è 'httpZ/wvvw
ocnus.com/vrml.html'
quale si possono eseguire praticamente
tutte le attività che normalmente si
svolgono sul PC.
Dopo l'unificazione dell'interfaccia, si
sta puntando all'unificazione del pac¬
chetto.
La tendenza e quella di costruire mo-
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
339
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Figura 4 - Un clien t ad
hoc The Palace
Ouesto è un divellente
esempio di clien; svilup¬
pato a hoc pei interagi¬
re attraverso Internet,
quindi tramite il proto¬
collo TCP/IP, con un ap¬
plicativo che risiede su
un server Nel caso di
The Palace è possibile
prelevare anche il
software per il server .
quindi chiunque volesse
costruirsi un proprio
‘palazzo’ ha la possipi
liti di farlo II Client, ol¬
ire alle funzionalità tipi¬
che del programma lvi¬
sualizzazione degli am¬
bienti e delle icone che
raffigurano i vari utenti
connessi in quel mo¬
mento e presenti nella
stessa stanza , ricezione
ed invio dei messaggi di chatl. si porta dietro una serie di immagini e di suoni relativi al palazzo ’di de-
fault’, che è quello gestito dagli stessi ideatori del sistema The Palace , olire a costituire un efficace
esempio di applicazione sviluppala Isia Client che serverI per funzionare su Internet, é un buon esempio
di come se possibile ridurre il traffico di rete pur ottenendo degli ottimi risultati in termini di interfaccia
e di effetto finale Nella figura 6 mostrato un momento di apparente calma Inessuna Irase visualizzatal
Qualche istante dopo si é scatenala una bagarre tra i presenti per avere un contatto con la bellissima
Angel.
9 &
tori che. al posto della propria classica
interfaccia verso il mondo esterno, pro¬
ducano codice HTML (sigla con cui si
identifica lo standard di scrittura dei do¬
cumenti che possono essere trasmessi
via Internet ed interpretati dal browser)
e che quindi sono controllabili tramite il
browser usato per la navigazione
Se vogliamo, questo è un ulteriore
passo avanti rispetto alla classica confi¬
gurazione client/server, in cui si riparti¬
sce la forza di calcolo tra un Client, che
normalmente gestisce le funzionalità e
le varie elaborazioni dell'applicativo, ed
un server che si occupa di gestire i dati
e di rispondere alle richieste del Client.
Figure 5. 6 - Lotus Notes - L‘applicazione Rubrica Pubblica 'al naturate'.
Vi presentiamo due momenti dell'utilizzo del database di Lotus Notes per l'amministrazione della 'Rubri¬
ca Indirizzi Pubblica' Il primo mostra la vista iniziale divisa in due nquadr, principali, a sinistra l'elenco
delle viste disponibili ed a destra l’elenco dei documenti raggiungibili dalla vista selezionata, nella secon¬
da hgura vediamo il documento Se ci fossimo trovali nella modalità Modifica sarebbero apparse le tipi¬
che parentesi a spigolo che individuano i campi da impostare
In questa nuova configurazione an¬
che il programma è in esecuzione sul
server, Il Client si limita a gestire l'input
da tastiera ed a produrre l'output sullo
schermo.
I più polemici tra di voi potrebbero di¬
re che tutto questo corrisponde, piutto¬
sto, ad un passo indietro In effetti, se
consideriamo il funzionamento di un
classico mainframe, cui sono collegati
numerosi terminali ‘scemi’, troviamo
molte analogie.
Ma esaminiamo i vantaggi di cui go¬
diamo adesso: il terminale di oggi è
multimediale, permette cioè di vedere
colon, immagini, animazioni, filmati, il
tutto rallegrato da suoni, e questo non è
poco Si gode della capillarità dei colle¬
gamenti ad Internet, e cioè del fatto
che il Client che deve interagire con un
programma può trovarsi ovunque nel
mondo. Del fatto che Internet è multi-
piattaforma: il Client in questa configura¬
zione può essere di tutto, dal mitico
Commodore 64 a qualsiasi macchina
che in qualche modo si possa collegare
ad Internet ed eseguire un browser
Web (pensate ai modernissimi HPC, ve¬
ri e propri PC da palmo con cellulare in¬
corporato).
II vantaggio viene ulteriormente ac¬
cresciuto dal fatto che anche il server
può essere qualsiasi macchina in grado
di produrre del codice HTML e di rice¬
vere istruzioni di controllo tramite lo
stesso protocollo
Immaginate cosa potrebbe significa¬
re applicare questa tecnologia a qualsia¬
si apparecchiatura che sia predisposta
per ricevere comandi e mostrare stati.
Pensate al vostro scaldabagno, forse
l'elettrodomestico più stupido, che
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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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UfelMlififii .«Ufi 1*4 filiti 4fil KIWI
Ckifijfifiu
ir Ir fi aia t
I I -
possiede due indicatori di stato e due
controlli: rispettivamente la spia acce¬
so/spento, l'indicatore della temperatura
dell’acqua, l'interruttore di accensione e
il potenziometro per la regolazione del
termostato.
Pensate ora se al posto di queste 'ru¬
dimentali" appendici vi fosse un sempli¬
ce componente elettronico in grado di
produrre un semplice file in formato
HTML, contenente semplici oggetti che
raffigurano lo stato dell'elettrodomesti-
co (la spia e l'indicatore dell'acqua) e
che ne permettano l'impostazione (il
pulsante acceso/spento ed un cursore
per la temperatura)
A parte gli scherzi questa tecnologia
ci sta portando piano piano alla "grande
unificazione dell'interfaccia' e forse le
parole di quel tizio che, qualche anno fa,
pensando di fare lo spiritoso, diceva "Bill
Figure 7. fi 9 - Lotus Notes - L applica¬
tone Rubrica Pubblica in formato Web.
La stessa applicatone, vista al naturale
nelle ligure precedenti. Questa volta vie¬
ne aperta dal Microsoft Explorer attraver¬
so il server Web Domino Nella prima fi¬
gura si può notare l'elenco delle viste di¬
sponibili. Facendo clic su una di queste
viste. Domino genera un codice HTML
che contiene l'elenco dei documenti visi¬
bili con la vista selezionata. Nella secon¬
da figura si può vedere proprio questo
documento e si può notare come, nella
versione Web, vengano riportate anche
le categorie espandibili Nella terza figura
si può invece vedere una maschera di ac¬
quisizione Non tutte le funzioni di for¬
mattazione di Lotus Notes vengono sup¬
portate da Domino perchè lanche Domi¬
no può essere miglioratoI nel protocollo
HTML non esistono marcatori che per¬
mettano la riproduzione, via Web, di certi
elementi grafici o funzionali tipici di No¬
tes.
Gates ha intenzione di installare Win¬
dows anche sulle lavastoviglie" alla luce
dei fatti, si fanno più realistiche.
Torniamo con i piedi per terra e con¬
cludiamo questa premessa dicendo che
grazie ad una serie di strumenti softwa¬
re che in questi ultimi mesi stanno pren¬
dendo forma, l'attività tipica del "netsur-
fista" passerà da quella della semplice
visione di pagine molto belle, ma stati¬
che, sempre più a quella dell'utilizzo,
magari involontario o inconsapevole, di
vere e proprie applicazioni.
Ma cosa serve?
Cerchiamo ora di capire cosa serve
per poter mettere in rete un'applicazio¬
ne. un programma cioè in grado di risol¬
vere una problematica qualsiasi, tramite
maschere di acquisizione e
report di presentazione dei
dati.
In un contesto normale
un'applicazione di questo ti¬
po non presenta alcuna par¬
ticolare difficoltà per quanto
riguarda l’interfaccia. Con i
moderni strumenti di svilup¬
po si riescono infatti a pro¬
durre maschere efficaci e
gradevoli, contenenti con¬
trolli di ogni genere e for¬
ma.
Anche per l'output esi¬
stono svariati tool che aiuta¬
no lo sviluppatore nel dise¬
gnare il layout, a prescinde¬
re dalla periferica (schermo,
stampante o file) coinvolta
nell'operazione, in modo
grafico e diretto, sollevandolo dal compi¬
to di estenuanti calcoli per il posiziona¬
mento nel foglio degli oggetti da stam¬
pare.
Resta chiaramente la complessità del
codice che è direttamente proporzionale
alla complessità dell'applicazione stessa
ed inversamente proporzionale alla bra¬
vura dello sviluppatore.
È chiaro che quando si pensa di per¬
mettere l'uso di un'applicazione, anche
di tipo gestionale, attraverso Internet, e
soprattutto da un browser Web, bisogna
fare i conti con le capacità grafiche del
browser, che dipendono direttamente
dalle estensioni delle varie versioni del
protocollo HTML. Ogni nuova versione
del protocollo contiene infatti nuovi mar¬
catori che via via ampliano sia le capa¬
cità di rappresentazione grafica delle pa¬
gine Web, sia il tipo di oggetti che esse
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
341
Figure tO. II- Lotus
Notes - La configurazione del server HTTP
In queste due ligure si possono ossen/are tutti r parametri che e possibile impostare per configurare il
server Domino I parametri più importanti sono citati nel testo dell articolo, qui ne vediamo alcuni È
possibile impostare opzioni di cachmg con directory e dimensione massima di disco da utilizzare, con
modalità di svuotamento e di ottimizzazione detta stessa cache. Domino usa questa directory per me¬
morizzale i lite HTML generati dinamicamente in seguito alle richieste degli utenti Se Domino riceve
un altra richiesta della stessa pagina, utilizza l'immagine memonzzata nella cache È possibile impostare
varie opzioni relative alla conversione delle immagini presenti nei documenti Notes :n formato GIF o
JPEG, con possibilità di arrivare la modalità di tracciamento interlacciato per le GIF o di tracciamento
progressivo per le JPG
possono contenere.
Si rende quindi necessario trasforma¬
re, o comunque interfacciare, l'input
/output del nostro programma verso il
protocollo HTML nel caso di puro Client
Web, o comunque prevedere uno scam¬
bio di informazioni via Internet, quindi
tramite protocollo TCP/IP, verso un
Client progettato a hoc.
Per raggiungere questo obiettivo vi
sono diversi livelli di soluzioni, che preve¬
dono diverse tecnologie e implementa¬
zioni.
Facciamo degli esempi per capire.
La soluzione piu articolata potrebbe
prevedere la scrittura di un modulo Client
personalizzato per l'uso del programma,
che quindi va distribuito agli utenti del
programma stesso, Gli utilizzatori, dopo
aver ricevuto il Client, devono installarlo
sulla propria macchina per poi, attivata la
connessione ad Internet, utilizzarlo per
interagire con la porzione del programma
situata sul server.
Un esempio di questa tecnica, imme¬
diatamente verificabile da tutti coloro
che si possono connettere ad Internet, è
"The Palace".
Chiunque voglia 'chattare' in modo
grafico e bidimensionale (a proposito sta
per arrivare la versione 3DI deve prima
collegarsi al sito thepalace.com per scari¬
care il software Client, che, solo dopo
l'installazione su PC. può essere utilizza¬
to per connettersi ad uno dei 'palazzi'
presenti sulla rete.
In questa fase iniziale il browser è ser¬
vito solo per reperire il software
Un modo alternativo per interagire
con un programma attraverso Internet, e
senza usare il browser, consiste nell'uti-
lizzare la funzionalità Telnet, che trasfor¬
ma il PC in un terminale che si collega ad
un programma che risiede su un server
Nel caso di Telnet le schermate sono
esclusivamente a caratteri, anche se si
usa un Telnet per Windows, che vive
quindi in una finestra grafica
All'estremo opposto abbiamo un sem¬
plice programma che sfrutta le capacità
naturali del browser, che è già in grado,
per conto suo, di visualizzare caselle in
cui digitare testo, o box da cui scegliere
delle chiavi, o altri semplici oggetti di
questo tipo.
In questo caso è necessario intercet¬
tare le impostazioni che l'utente remoto
effettua tramite il browser e passarle in
qualche modo al programma Questo
deve elaborarle e deve mandare la rispo¬
sta della avvenuta transazione all'utente
remoto che ha iniziato l'operazione Un
esempio classico di questo meccanismo
potrebbe essere una qualsiasi Maschera
di Autoregistrazione (in Internet se ne
possono trovare ovunque) ove vengono
richiesti i dati anagrafici per effettuare l'i¬
scrizione dell'utente ad un qualche servi¬
zio.
Una strada intermedia è costituita dal
modulo che accresce le capacità del
browser stesso, in modo che possa es¬
sere in grado di svolgere compiti partico¬
lari,
Un esempio tipico, e al contempo
spettacolare, è il plug-in per utilizzare i fi¬
le VRML, tramite i quali è possibile rap¬
presentare oggetti o ambienti in tre di¬
mensioni. In pratica, se durante la navi¬
gazione, a seguito di un clic su un colle¬
gamento che invece che puntare ad un
file HTM punta ad un file WRL, parte au¬
tomaticamente un modulo software che
aggiunge una pulsantiera al browser che
a sua volta permette di muoversi in rela¬
zione all'ambiente o all'oggetto raffigura¬
to.
Anche in questo caso, nonostante la
maggiore interattività dovuta al fatto che
muovendosi si può esplorare l'ambiente,
ci si trova davanti a qualcosa di statico.
In altre parole se esistesse una porta
non potrà essere aperta o chiusa a piaci¬
mento. ma si vedrà sempre cosi come è
stata disegnata originariamente.
Alla fine di questa lunga premessa è
giunto il momento di parlare di come si
può realizzare, con Lotus Domino, un'ap-
plicazione usabile attraverso il Web
Domino:
gli applicativi sul Web
Decidiamo innanzitutto di utilizzare,
come interfaccia del nostro applicativo,
342
MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997
un browser qualsiasi. Poi abbiamo biso¬
gno di scrivere il programma con un
qualsiasi linguaggio e di interfacciarlo
verso il mondo HTML in modo dinami¬
co Ci serve in pratica qualcosa che rie¬
sca a produrre in tempo reale pagine in
formato HTML, rilevando alcune impo¬
stazioni inserite dall'utente su quelle
pagine, per produrne altre in risposta.
Oggi tutte le grandi case hanno in
catalogo un prodotto che riesce a fare
questo tipo di lavoro. Passeremo in ras¬
segna tutti i più importanti, comincian¬
do con la soluzione della Lotus, sia per¬
ché siamo in argomento con l’articolo
precedente, sia perché ad oggi la solu¬
zione Lotus è, tra tutte, quella più inte¬
grata.
Il prodotto con il quale lavoreremo si
chiama Domino e viene distribuito as¬
sieme all'ultima versione di Notes, la
4.5.
Detto in poche parole si tratta di un
software che è in grado di trasformare
"on thè fiy" le schermate di una applica¬
zione Notes in codice sorgente HTML,
che, grazie al server HTTP integrato,
possono essere distribuite sul Web
In pratica Domino traduce automati¬
camente gli elementi di Notes, quali
navigatori, viste, documenti e collega-
menti, ecc., in HTML, per consentirne
la visualizzazione nei Client Web Ad
esempio i collegamenti ed i pulsanti ti¬
pici delle operazioni di Notes vengono
convertiti in URL nel Client Web.
È sufficiente quindi sviluppare le ap¬
plicazioni Web con Notes e poi affidare
a Domino la loro traduzione in HTML.
Questo vuol dire che non è richiesto
nessuno sforzo aggiuntivo allo svilup¬
patore Notes, in quanto le sue applica¬
zioni possono essere utilizzate sul Web
senza particolari modifiche o adatta¬
menti.
Gli unici adattamenti a cui il pro¬
grammatore deve provvedere riguarda¬
no la "Lista Controllo Accessi”, in modo
da definire se e con quali diritti un uten¬
te anonimo, che accede dal Web, può
operare con l'applicazione.
La forza di questa soluzione sta nel
fatto che l'intero ambiente Notes gode
già, ed in modo nativo, di meccanismi
molti sofisticati relativamente alla sicu¬
rezza, gestibile a tutti i livelli, dal singo¬
lo campo all’intera rete Notes.
Inoltre, grazie al supporto offerto a
tutti gli standard di messaggistica, la
piattaforma della Lotus propone una
soluzione unitaria, organica ed integra¬
ta. alle problematiche che si incontrano
quando in Azienda si intende lare il
grande passo
Figura 12 - Lotus No¬
tes - Configuratone
della sicutezza
Ecco alcune imposta¬
zioni riguardanti la sicu¬
rezza. Sellando a 'SI' il
campo 'Consenti con¬
nessioni HTTP anoni¬
mi' si consente a qual¬
siasi utente I accesso
al database, in quanto
l'anonimo viene gesti¬
to dalla propria 'Lista
Controlla Accessi'
Sellandolo a 'No' Do¬
mino ignora le impo¬
stazioni delle LCA dei
singoli database relati¬
ve agli utenti anonimi e
richiede il nome urente
e la password a tutti gli
utenti che tentano di
accedere al server lm- _
postando a 'Sì' il cam-
po 'Consenti ai dient
HTTP di scorrere t da¬
tabase' gli utenti del Web potranno visualizzare
l'elenco dei database del server. In caso contra¬
rio potranno accedere solo ai database per i
quali dispongono di autorizzazione di accesso.
Jl" n**- 'ir— -
V Sicurezze
lapoeleàom
CoràcrtocNe- C Si
CnttÀebe con Quetc
traile r**« Riivee
IrrtICZi
a no
Accede cerile» t*o f S • Ho
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Corner* aule* Hi TP.» 9
temete t riatto-.*
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Accatto al Sogoelti
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Corner* f eccetto é No
irf~r «g» Jtnt
etere
Rvtnca inAca
Dm ponente Soooetti
Accetto é server
lirMrVo—ei.
2\
Riepilogando l'accoppiata Notes/Do¬
mino offre: un pieno ambiente
client/server, sia per quanto riguarda la
messaggistica, sia per il motore data¬
base, sia per i classici strumenti di In-
tranet/lnternet.
Ricordiamo ancora una volta che ol¬
tre alle proprie applicazioni browser
(personal Web, server Web e il plug-in
Weblicator) il client Notes è in grado di
eseguire applet Java. offre supporto al¬
le estensioni ActiveX, offre compatibi¬
lità con i plug-in per Netscape eventual¬
mente contenuti in documenti, oltre a
mettere a disposizione, ovviamente, le
sue funzionalità naturali quali posta,
schedulazione del tempo, ed altro (vedi
numero precedente).
Dal punto di vista del server Intra-
net/lnternet va ribadito il fatto che è
possibile implementare un server WEB
estremamente pratico e funzionale, in
grado di comportarsi come un classico
server HTTP o, grazie appunto a Domi¬
no, come un "HTTP server Application".
Non mancano i supporti ai protocolli:
SMTP e POP3 per l'E-mail, IRC per le
funzionalità di "Conferencing’, FTP per
il downloading dei file, e complete fun¬
zionalità di gestione di questi servizi.
A questo proposito occorre spende¬
re due parole anche sulle funzionalità
offerte da SSL. riguardo la sicurezza
dell'intero sistema.
Il protocollo SSL (Secure Sockets
Layer) fornisce riservatezza per le co¬
municazioni in Internet e la possibilità
di eseguire l'autenticazione dell'utente.
Se il server Web Domino è configurato
per le transazioni SSL è in grado di crip-
tare i dati scambiati in entrambi i sensi,
tra i client Web ed il server Inoltre i da¬
ti vengono corredati di una serie di
informazioni, anch'esse cifrate, che
permettono di controllare sia che i
messaggi non siano stati modificati du¬
rante il percorso, sia, grazie alle firme
digitali, l'identità del server.
Requisiti del sistema
e installazione
del prodotto
Un sistema che debba assolvere a
tutti questi compiti necessita di
hardware robusto e ben dimensionato,
pena una lentezza insopportabile, Sono
consigliati 64 MB di RAM (molti li usa¬
no solo per fluidificare l'azione dei vi¬
deogiochi) e, per i file di sistema e
quelli necessari alla cache, almeno 1 gi¬
gabyte di spazio sul disco
Come già detto il server HTTP e Do¬
mino vengono offerti insieme alla ver¬
sione 4.5 di Lotus Notes e vengono in¬
stallati automaticamente quando, du¬
rante l'installazione, si spunta l'opzione
'server"
Sulla macchina che ospita il server
deve essere attivo il protocollo TCP/IP
e chiaramente dovrà essere presente
un collegamento Lan o Wan.
A questo proposito occorre ricordare
che Notes non installa nessun protocol¬
lo né è in grado di eseguirne la gestio¬
ne. È in grado di appoggiarsi su qualsia¬
si piattaforma e protocollo preinstallato
sulla macchina, anche se, per l'uso
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
343
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« s.
r no
•COTMT1P 4* *
izorxt i tUiàbve
r no
Figura 13 - Lotus Notes
- Domino - Configurano-
ne di server virtuali
Grane a questa funzio¬
nalità è possibile defini¬
re un nuovo sito in un
server a più Siti, nel ca¬
so. ad esempio, di una
società che venda il ser
vizio di 'hostmg' In que¬
sto modo l'amministra¬
tore di un fornitore di
servizi Internet, che
vende servizi a più clien¬
ti, pud configurare ser¬
ver virtuali che sono, in
realtà, un singolo server
Web Domino. Questo
consente di gestire siti
distinti senza dover ac¬
quistare altri componen¬
ti hardware e software
Ciascun sito deve esse¬
re configurato in Domi¬
no in modo da disporre
di un proprio indirizzo IP.
di Home URL, di Home Page predelinta e di directory HTML, CGI e Icons Chiaramente, prima di confi¬
gurare le impostazioni del server virtuale in Domino, sarà necessario impostare le connessioni di rete
per ciascun server virtuale Bisogna intatti disporre di un distinto indirizzo IP statico per ciascun server
virtuale definito e non è possibile mappare nomi diversi con lo stesso induizzo IP
Car*ofe
Accano al SoQoelh
iw vai
Coniar* r«c«et>o « No
specifico nell'ambito Internet, si rende
necessario il TCP/IP.
Configurazione
ed esecuzione
del server HTTP
L'amministratore dovrà, a seconda
delle esigenze della propria installazio¬
ne, attivare tutti i database di sistema
necessari all'amministrazione del ser¬
ver. Ricordiamo infatti che le attività di
monitoraggio, di statistica, di reporting,
di supporto automatico ai processi am¬
ministrativi, di contabilizzazione dell'uti-
lizzo, di sicurezza, di schedulazione ta¬
sk, di sincronizzazione ed altre ancora,
necessitano tutte, per il loro funziona¬
mento, dell'attivazione di appositi data¬
base che l'amministratore deve creare
e configurare.
Fatto tutto ciò. il server può essere
avviato e quindi si potrà cominciare ad
usare l'ambiente nella forma classica
per la messaggistica e per l'uso di data¬
base condivisi.
Prima di poter attivare il server HTTP
è necessario impostare alcuni parame¬
tri nel documento 'server' della ‘Rubri¬
ca Indirizzi Pubblica", che è il vero e
proprio centro vitale di tutta l'installa¬
zione dell'ambiente.
Elenchiamo qui di seguito i parame¬
tri principali da impostare per configura¬
re un server Domino, presenti come
campi nelle varie box:
- Numero Porta TCP/IP Porta attra¬
verso la quale hanno luogo le transazio¬
ni HTTP tra i Client Web e il server Web
Domino II numero di porta standard è
80 ed è il numero predefinito per tutti i
browser
- Stato porta TCP/IP É necessario
che la porta TCP/IP sia attivata per con¬
sentire connessioni Web standard non
SSL, che invece potrà essere attivato
da un campo successivo sempre della
stessa sezione.
- Nome Host I Client Web utilizzano
questo nome per raggiungere il server.
Si tratta del nome dell'host (nel nostro
caso Odino) registrato da un DNS (Do¬
main Name Servicel o dell'indirizzo IP
statico del server
- Directory HTML. Domino cerca in
questa directory eventuali file HTML
esistenti. GII utenti possono accedere
agli URL che si trovano nella directory
HTML e nelle relative sottodirectory.
- Directory CGI. Memorizza pro¬
grammi CGI utilizzati da Domino.
- Home URL. Indica il database No¬
tes (desinenza NSF) richiamato da Do¬
mino quando gli utenti passano a un si¬
to senza specificare una directory o un
percorso. Ad esempio immettendo
httDV/domino.lotus. corri viene visualiz¬
zato il Database eventualmente specifi¬
cato nel campo Home URL. L'imposta¬
zione predefìnita 7?Open" visualizza in¬
vece un elenco di database nel server.
- Home Page predefinita. Per utiliz¬
zare un file HTML, anziché crearne uno
in Notes, occorre indicarne il nome in
questo campo. Il file deve trovarsi nella
directory HTML di Domino e il campo
Home URL non deve contenere valori
A questo punto si deve salvare e
chiudere il documento server, poi biso¬
gna verificare che nella sottodirectory
dichiarata in precedenza sia disponibile
il documento HTML o il database visua¬
lizzato per default, quindi si può avviare
il task relativo al server Web Domino
digitando nella console del server No¬
tes Toad http".
Accesso al server
da un browser
Se tutto è stato eseguito a regola
d'arte, un qualsiasi computer sulla rete
può attivare il proprio browser e punta¬
re al sito coincidente con il nome host
specificato durante la configurazione.
Se, come nel nostro caso, è stato
definito come 'URL Home' un databa¬
se, questo viene aperto automatica-
mente e viene mostrata la vista di de¬
fault.
In caso contrario è possibile visualiz¬
zare un classica "home page' in forma¬
to HTML.
Bisogna dire che l'aspetto e l'opera¬
tività delle viste e delle maschere,
quando si accede via Web, è legger¬
mente differente rispetto all'utilizzo di¬
retto.
In Domino viene supportata la mag¬
gior parte delle funzioni di formattazio¬
ne di Notes, grazie alla loro conversio¬
ne in marcatori HTML. Alcune funzioni
di formattazione di Notes, quali II rien¬
tro, la spaziatura in Interlinee e le tabu¬
lazioni, non vengono visualizzate in un
browser Web. a causa della mancanza
in HTML di un formato corrispondente.
È inoltre possibile, a causa delle diver¬
se versioni di protocollo e di browser
oggi disponibili, che la visualizzazione
dei marcatori cambi a seconda del
browser utilizzato e che i marcatori
HTML, creati da Domino, non siano
supportati da tutti i browser.
In ogni caso bisogna riconoscere il
gran lavoro che Domino è chiamato ad
eseguire nel momento della ricostruzio¬
ne delle vldeate e dei vari meccanismi
operativi tipici dei database Notes. Si¬
curamente, con l'evolvere sia del proto¬
collo HTTP, sia delle capacità stesse di
Domino, si riuscirà ad emulare sempre
meglio l'operatività del Client nativo.
KG
344
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
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a cura di Corrado Giustozzi
Dalle intranet alle extranet
Continuiamo a parlare di intranet. La scorsa puntata finiva con un interrogativo
davvero inquietante: ce la faremo a dir tutto in una secondo puntata?
Provavamo a risponderci da soli, concludendo con un diremmo di no.
E cosi è, mannaggia alla mancanza di sintesi.
In questo articolo passiamo
dall'Intranet all’extranet, suturando
solo alcune delle lacerazioni lascia¬
te aperte lo scorso numero. Si
parla ancora di reti locali nella
prima parte, mentre si esce da que¬
st'ambito con la seconda
(e più ricca) sezione.
di Leo Sorge
L’interfaccia utente grafica, mostran¬
do contemporaneamente ed intuitiva¬
mente l'organizzazione dell'hard disk,
ha dato un contributo fondamentale
all'elaborazione personale, Si può dire
che i software di gestione di rete con
interfaccia grafica e geografica hanno
svolto una funzione analoga nel
campo delle reti, rendendo semplice
un compito prima possibile solo se
svolto da mani esperte. Ma la vera
rivoluzione, indipendente dall'interfac¬
cia grafica ma da essa certamente
agevolata, è stata il drag and drop,
ovvero la funzione di spostamento dei
file attraverso il simbolico trascina¬
mento del nome che li rappresenta da
una parte all'altro dello schermo (che
rappresenta l'hard disk). Se si pensa
che oggi ciò è possibile anche per file
fisicamente posti su unità remote col¬
legate in rete si può meglio capire
l'importanza di tale miglioramento.
ili l ( 0 li Junction
JUNCTION
» OfTcrrd!
1 Ne- Web <*fc
JSiMh Annuo! Slunford
Medicai fetori Stori Drlir
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THE TECH PUBS LIBRARY
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POWERED BY: SMconGraphics
** Computer Systems
Indirizzi IP come file
Una funzione analoga applicata alle
connessioni in rete locale porterebbe
a gestire i gruppi di lavoro con la stes¬
sa immediatezza e semplicità
Abbiamo usato il condizionale, ma in
realtà avremmo dovuto affidarci al pre¬
sente, perché questa possibilità esiste
già Ad esempio c'è la famiglia di swit-
ch Ethernet integrati LANmaker di
LanOptics, che gestisce gli indirizzi
Ethernet via software tramite un appo¬
sito programma assolutamente analo¬
go al file manager di Windows. Non è
Silicor i Junction, dal sito
intranet SGI. Le imma¬
gini seno di Silicon
Graphics. Ine
questa la sede
per entrare nel
dettaglio, ma
alcune cose
vanno dette. L'idea è di integrare
nello switch un pannello delle connes¬
sioni di rete (patch panel ) in cui ciascu¬
na porta viene controllata da un micro-
processore piuttosto potente (attual¬
mente è l'Intel I960) che consenta di
vedere gli indirizzi Ethernet via softwa¬
re. In questo modo qualsiasi cambia¬
mento nella struttura della rete e nei
vari gruppi di lavoro viene fatta tramite
un semplice ed immediato drag'n'drop
346
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
del suo indirizzo sullo schermo. Finora
bisognava andare con pinze e cacciavi-
ti fino al pannello e fisicamente modifi¬
care le connessioni.
Questi prodotti mettono a disposizio¬
ne un numero elevato di porte
Ethernet (fino a 37 per unità) di vari
tipi, da 10, 100 o 1000 Mbps, e con
due modalità di connessione, condivisi
e diretti. Le connessioni dirette si
e* t* *- ar-—— <*- a* •
»l«°l e?ltfl Mfc oj al
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il Sh«*f>(» KC SMto.itCw.Tpal 1
il SMtorfVt K» Sb*o»tOCw.T Par «
«f“" “- r '“- J 3
Ecco gli indirizzi IP
gestiti via software con
VIEWmaker di
Lanoptics. Questa
famiglia di prodotto
permette il drag'ndrcp
degli indirizzi senza
dover modificare te
connessioni fisiche.
•P UVUNOa.1!
l'B» |
ilSMrrfalM! SMn.ICCw.TPat l/trlno» lla»l
ilSMnCtatm SMn.IICw.TPat VWincbUoml
ilSMnPa-Kl SMno ICCw»l Pai VWooWhCoontl
il SMtotpxot .« SMn.KCw.TPo» VWMcfttota.
•J_1 IT
«~v
Piccoli IP crescono
11 »
Internet Protocol o IP nasce in ambiente Unix alla
fine degli anni ' 60 . e da allora si è evoluto fino alla versione attua¬
le. la 4, in breve IPv4. in piedi dagli inizi degli anni '80. Ha resistito
a tutti i tentativi di destituzione, in primis a quelli degli standard
OSI di ISO, che pur facendo chiarezza su meccanismi e soluzioni
non hanno potuto sostituire uno standard di fatto cosi funzionale.
Nonostante il successo, IPv4 non è esente da critiche. In partico¬
lare gli si attribuiscono perlomeno due pecche: lo scarso numero
di indirizzi disponibili per le macchine in rete e la gestione della
trasmissione. In entrambi i casi le soluzioni sono già state dibat¬
tute ed impostate: è in arrivo la versione 6, o IPv6, nota anche
come IPng (next generation) Se ne occupa la IETF. Internet
Engineering Task Force, che ha partorito il documento ufficiale
RFC 1752, 'Raccomandazioni per la prossima generazione del
protocollo IP'.
IPv6 ha più indirizzi e parla bene con soluzioni vecchie e nuove
che permettono trasmissioni più efficienti senza che la qualità del
servizio ne risenta durante la trasmissione. In particolare si tratta
di due altri protocolli, il RSVP e l'RTP, Il nome del primo è stato
faticosamente derivato dall'espressione francese Répondez S ii
Vous Plait, segnalando ironicamente un problema di IPv4. In
realtà per capire le funzioni del protocollo lo spelling viene fatto
derivare da IResource) ReSerVation Protocol, in quanto permette
di chiedere al provider una banda minima lungo tutto il percorso
punto-punto e per l’intera durata della comunicazione. Si tratta
d'una evoluzione dell'RTP, Real-Time Protocol, già esistente ed
implementato dalle principali soluzioni di videoconferenza già esi¬
stenti sul mercato
Parlavamo dei protocolli superiori ad IP Nella descrizione ISO-OSI
IP è la parte superiore del livello 3, mentre al livello 4 troviamo il
TCP (Transpoit Control Protocol) e l'UDP (User Datagram
Protocol). Le funzioni previste da questi ed altri protocolli sono in
fase di riscnttura, in quanto la multimedialità in rete non permette
una facile schematizzazione in componenti separate, bensì richie¬
de una maggiore flessibilità. Le applicazioni stesse dovranno
gestire lutti i parametri qualitativi oggi demandati al livello 4.
facendo dell'IP l'ultima barriera standardizzata in tutti i suoi punti.
Comunque i punti d'intervento dalla v4 alla v6 sono stati essen¬
zialmente di quattro tipi:
- aumentare gli indirizzi disponibili (da 32 a 128 bit);
- semplificare l'autoconfigurazione degli host;
migliorare le prestazioni grazie ad un alleggerimento di alcune
sezioni del pacchetto dati;
- estendere le caratteristiche e riservare spazio per ulteriori
estensioni.
Se è chiaro che IPv6 sostituirà IPv4, ancora non è chiaro come
questo fatto avverrà, nè cosa succede ai protocolli sovrastanti Già
oggi esiste una 68one, ovvero una sottorete che funziona m IPv6.
cosi come esiste un percorso di migrazione all'ultima release. Vale
la pena di ricordare che ancora oggi la migrazione all'IPv4 non è
completa nè omogenea, in quanto alcuni usano ancora la versione
3 e molti implementano solo i meccanismi fondamentali d'un pro¬
tocollo che se completo può essere complesso, soprattutto a
livello di router. La compatibilità assoluta non è ancora stata dimo¬
strata, e si cerca di incrementare le funzionalità esistenti agendo
anche a livelli superiori sia sugli indirizzi che con nuovi protocolli:
un esempio può essere il CIDRP, Cassless Inter-Domain Routing
Protocol. D'altronde anche in questo ambito, nel quale non entre¬
remo. si stanno muovendo fenomeni complessi per la riscrittura
dei protocolli, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione
con l'host vicino, in gergo il next hcp.
Sembra plausibile che a parte gli sperimentatori e gli innovatori
nessuno abbandonerà IPv4 finché non sarà costretto. Ad esempio
3Com ha proposto un suo approccio che prevede una migrazione
morbida in tre fasi, dalla seconda meta del 1997 alla fine del 1998,
più successive migliorie alcune delle quali non secondarie neppu¬
re oggi: tra queste la QoS. Qualitv of Service, e la crittazione
Per finire una domandina: che fine ha fatto IPv5?
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
347
L'Allin-One Vlan
Switcb di LanOplIcs.
rivolgono ai po-
- wer users. e
mettono a dispo¬
sizione tutta la banda della connessio¬
ne ad un singolo utente, mentre quel¬
le condivise se la ripartiscono. In que¬
st'ultimo caso c'è il bilanciamento
automatico del carico. Vista la grande
variabilità delle configurazioni il prezzo
è difficile da calcolare, ma negli States
va da 120 a 200 dollari per porta, alto
ma tutto sommato non altissimo visto
che apre anche una porta alla compati¬
bilità verso le connessioni a maggior
velocità
Irrompono
le extranet
Il successo del Web è stato tale che
anche le reti locali lo stanno adottan¬
do. Si è generata una nuova realtà,
quella delle intranet: la semplicità del¬
l'approccio, basato su moduli da leg¬
gere o compilare che nascondono
all'utente finale qualsiasi complessità,
ha avuto il sopravvento sulle grosse
difficoltà che I IP pone a livello locale.
Fatto sta che tutto il software viene
riscritto o adattato alle nuove modalità
di accesso Sono in arrivo alcuni
ambienti software che promettono di
evitare tutto questo lavoro: tra queste
SCO Tarantella, che include applica¬
zioni 3270, 5250, Windows, X e data¬
base ODBC.
Ma non ci si ferma qui, perché l'atti¬
vità aziendale include anche clienti e
fornitori Collegandosi tutti insieme si
ha la extranet, una rete basata sul
Web che rende possibile un unico,
grande processo produttivo. In pratica
Textranet si basa sull'outsourcing di
hardware e software di comunicazio¬
ne secondo una formula molto cara
ad aziende quali EDS, che oggi propo¬
ne la formula del co-sourcing. che
riguarda anche il personale in un
piano decennale.
Oggi le extranet sono un servizio di
base incluso nei listini prezzo dei prin¬
cipali fornitori. Uno di questi è MFS
Communication Company, originaria
del Nebraska, che con successive
fusioni (UUNet prima, WorldCom poi)
sta acquisendo una grande visibilità
internazionale. In particolare la funzio¬
ne con UUNet è operativa in
ExtraLink, il primo servizio extranet
Le distribuzioni di Linux
di Giuseppe Zanetti
Il kernel di Linux, senza il software di sistema e quello da farci
funzionare sopra, non avrebbe di per sé molta utilità Poiché però
prelevare il kernel ed aggiungerci a mano il software necessario
sarebbe un'impresa alquanto Improba, c è stato subito qualcuno
che ha avuto l'idea di fare il lavoro al posto nostro, impacchettan¬
do il kernel assieme ai file che ne rendono possibile l’utilizzo ed ai
comandi necessari ad installare il tutto nell'hard disk dell'utente
finale. Il risultato, magari condito con una bella interfaccia e con
un manualetto di installazione, prende il nome di 'distribuzione di
Linux'
Siti FTP relativi alle distribuzioni di Linux
Caldera
Craftworks
Debian
Linux FT
Red Hat
S.u.S.E.
Slackware
WGS Linux
Yggdrasil
Pro.
mtDV/www.caidera.comii
pttp://www cattwcrk comi
httoV/www oepian.oTa/
nttp://www.iasermoon.co.ukl
hnp://www-reahat. conti
httD.V/www.suse.coTnl
httc://www. cdrom, comi
http://www.all-linux.comt
hrioV/www.vaoarasii.comd
Al contrario di quanto accade con gli altri sistemi operativi, di
Linux non esiste un'unica versione creata da un unico fornitore,
bensì distribuzioni diverse, fornite da più aziende (o enti no profit,
come nel caso di Debian), ognuna con proprie caratteristiche
peculiari (semplicità di installazione, diverso target di utenza, ecce¬
tera). È importante, parlando di una distribuzione di Linux,
non confondere il numero di versione della distribuzione
stessa col numero di versione del kernel di Linux che usa
(la Red Hat versione 4.0 monta, a dispetto del nome, la
versione 2.0.18 del kernel).
Attualmente tutte le distribuzioni vengono fomite su CD¬
ROM. Data la natura free di Linux, l'eventuale prezzo richie¬
sto serve per pagare il costo del CD e dei manuali oppure,
nel caso dei prodotti commerciali, il valore aggiunto dall'a¬
zienda che l'ha pubblicato, il programma di installazione e l'even¬
tuale software commerciale incluso, che non è compreso invece
nelle versioni disponibili gratuitamente in FTP I siti a cui fare riferi¬
mento per le distribuzioni sono l'soliti' dedicati a Linux:
sunsite.unc.edu in /pub/os/Lmux e tsx-11 mit.edu, oltre ovviamen¬
te ai siti ufficiali dei produttori delle distribuzioni, come
mttp://www.redhat.cófn| o |nttp://www.de 0 tan.ora| .
I componenti free di Linux (e solo quelli!!!) rimangono comunque
tali anche se prelevati da una distribuzione commerciale, grazie alla
licenza GNU secondo cui vengono distribuiti.
La prima distribuzione di Linux ad apparire su Internet è stata SLS,
oramai da tempo defunta, seguita dalla Slackware. Entrambe le
distribuzioni ebbero molto successo in quanto disponibili gratuita¬
mente su Internet o su CD-ROM a basso costo. Ciò tuttavia è
senz'altro vero per quanto riguarda gli appassionati, ma non per
quanto concerne l'utenza professionale, che non considera il basso
costo l'elemento principe in base a cui effettuare la propria scelta
Nel prossimo numero:
A confronto le distribuzioni di Linux in circolazione
348
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Voice over IP nello
schema concet¬
tuale 01 Micom.
e WindowsNT, è
compatibile con qual¬
siasi telefono, fax,
centralino o centrale
telefonica. La qualità
del servizio è garantita attraverso il
nuovo protocollo RSVP (Reservation
Protocol) Dopo il lancio nella regione
di origine, ovvero gli immancabili Stati
Uniti, V/IP è ora disponibile anche in
Europa.
Concludendo
Avevamo promesso di parlare di
molte cose, tra queste del Tcp/lp e
delle extranet, e ci siamo riusciti. Ma
L'IP versione 4. Nel
tempo lo spazio per gli
indirizzi è diventalo
scarso
completo. Già atti¬
vo negli States, in
diffusione altrove
entro l'estate,
oggi II servizio
costa un mimmo di 1700 dollari al
mese per una banda passante di 1,5
Mbps (una linea TI). Tra i servizi
disponibili troviamo la orinazione.
l'ISDN o le chiamate in dial-up.
Oli
16
24
32
Versione | IHL | Servizio
lunghezza totale
Identificazione
Flags | Fragnient offset
TTl (Protocollo
Header checksum
indirizzo di partenza
Indirizzo di destinazione
Opzioni
Padding
Heador deH'IPv4
Multimedia:
la voce su IP
Il successo del protocollo IP è anche
a livello aziendale, dove la rete
voce/fax è in via di fusione con quella
dati In attesa di funzioni avanzate
quali la videotelefonia e la formazione
a distanza, la multimedialità spinge
per inglobare anche la tradizionale
telefonia. Sono infatti disponibili più
tecnologie per inviare la voce su pro¬
tocollo IP. Il concetto è semplice: digi¬
talizzando la voce e garantendo la
qualità del servizio possiamo mandare
la voce su intranet, extranet o
Internet. In effetti è lo stesso schema
usato tradizionalmente dalle stesse
Telecom pur senza usare TIP. I merca¬
ti di riferimento sono sia la telefonia
su Internet che gli stessi provider di
servizio in rete.
Uno dei prodotti di questo tipo è la
famiglia V/IP di Micom, che imple¬
menta una rete voce/fax su una qual¬
siasi infrastruttura IP, anche locale,
consentendo su chiamate intraazien-
dali una qualità analoga a quella delle
telefonate interurbane a costi pratica-
mente nulli. La tecnologia campiona
un segnale a 8 Hz per poi comprimer-
0 il 4 8 16 24 32
Versione | Priorità |
flovr laoel
Lunghezza del payload Prossimo header Limite di hop
TTL | Protocollo
Header checksum
indirizzo di provenienza
(128 bit)
Indirizzo di destinazione
(128 bit)
Header dell'IPv6
lo secondo lo standard vocale G.729
ed elaborarlo (soppressione del silen¬
zio, cancellazione dell'eco e correzio¬
ne d'errore), usando meno del 3%
della banda solitamente ritenuta
necessaria. La famiglia di prodotto si
compone d interfacce analogiche e
digitali con uno o due canali voce/fax.
L'installazione va fatta su un solo PC
in rete e gira su ambienti operativi
quali Ms/Dos. NetWare, Windows95
non dovevamo
parlare anche di
CBT ( computer -
based training),
videoconferen¬
za, VideoServer,
personal
Il nuovo IP versione 6.
o IPng C'è più spazio
per qh indirizzi ma
anche per lulure evolu¬
zioni. A proposito, IPv5
non 6 mai diventalo né
un prodotto né un pro¬
totipo lunzionante
ed ob/ect
firewall
monitoring ? Beh, non tutte le reti fini¬
scono in gloria...
SE
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
349
Gioco d'azzardo
In Italia le slot machine conobbero la vera fama con l'arrivo degli
Alleati: in pratica solo una cinquantina d anni addietro. La loro storia,
invece, è molto più vecchia di quanto si possa pensare. Le prime “mac¬
chinette mangiasoldi” furono costruite in Europa, e ce ne sono di
splendidi modelli in mostra al Casinò di Montecarlo. Il loro fascino dun¬
que va oltre il gioco in sé e per sé e possedere una slot machine anche
solo di una trentina di anni fa, funzionante, vuol dire avere in casa un
oggetto d'antiquariato che aumenta di valore con il tempo. Presentiamo
stavolta un gioco che simula il funzionamento di una slot machine, con
i suoi colori e caratteri in movimento. Gli manca solo la gettoniera...
di Paolo Ciardelli
Slot Machine
• Nome archivio: SLOT.ZIP
• Compressione: PKZIP 2.03g
• Autore: Claudio Tarantino
• Tipo: Shareware
• Sistema Operativo: MS-DOS
A chi non piace il
gioco d'azzardo alzi la mano. Certo non
è bello rischiare di farsi prendere dal
demone del gioco, ma sfidare la fortu¬
na in un casinò è forse il sogno di
molte persone. Slot Machine è il gioco
che permette di sfidare la fortuna,
senza però scommettere dei soldi
Una sfida virtuale contro il computer,
come ce ne sono molte Di divertente
Slot Machine dovrebbe comunque pro¬
porre il modo di trascorrere qualche
momento in maniera spensierata,
senza spargimenti di sangue: non è
altro che una sfida con la fortuna.
i SLOT MAGHINE
*0
^ 1 MEa s
L_y
A
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I By Claudio I araritino
[T
■
La Slot Machine, infatti, è un tipico
gioco puramente di fortuna, in cui l'abi¬
litò del giocatore non è tenuta in nes¬
sun conto, ma è proprio questa sua
caratteristica che lo rende estrema-
mente appassionante.
Sullo schermo viene simulata una
slot machine vera e propria. Tirando la
leva virtuale (cioè premendo la barra
dello spazio) si azionano le tre caselle
350
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Ecco come si presenta la schermata iniziale del gioco. Non ci resta che tirare
la leva.
Il risultalo non è soddisfacente. per cui proviamo a bloccare la casella 3 con le
ciliege.
By dei adio T&r&utiao
Punti o
Nulla di fallo"!
1 ■ 2 ,
r, 1
nMM
1
_1
Nulla di tallo. Andiamo avanti.
Stavolta la fortuna ci ha sorriso, con tre sette abbiamo totalizzato cento punti.
contenenti dei simboli, che si mettono
a ruotare. I simboli sono quelli classici
di questo gioco le tre ciliege, la pru¬
gna. il BAR, il 7. la campanella e la
fetta d'anguria.
Lo scopo è quello di ottenere una
delle possibili combinazioni visualizzate
nella tabella "Legenda".
Il massimo punteggio si ottiene con
la combinazione di tre ciliege, mentre
quello minimo è rappresentato dalla
combinazione della sequenza di due
fette di anguria ed un BAR.
Se al primo tiro non si è ottenuta
nessuna combinazione tra quelle con¬
template, è sempre possibile bloccare
una delle tre caselle e ritentare Una
sola naturalmente, come con una mac¬
chinetta vera.
La grafica è molto curata, e la velo¬
cità del gioco è più che sufficiente a
farci prendere dall'emozione nell’atte¬
sa del risultato. Anche il movimento
della barra è quasi reale, sia come
velocità che come prospettiva.
Per uscire dal gioco è sufficiente
premere il tasto ESC
Questo programma è stato scritto
da Claudio Tarantino, un autore già
noto per il programma La Luna Nera
pubblicato sul numero 166 di
MCmicrocomputer. ed è stato codifica¬
to in linguaggio C++ per il buon vec¬
chio sistemi operativo MS-DOS su di
un Personal Computer IBM compatibi¬
le 486 DX4 100 MHz.
Questa versione è di tipo shareware
(dimostrativa) e se si è soddisfatti, per
cui interessati all'acquisto, basta invia¬
re un vaglia postale di L. 25.000 all’au¬
tore per ricevere la copia registrata
(senza limitazioni).
Il programma non necessita di un
computer particolarmente potente o
veloce per cui dovrebbe poter funzio¬
nare sulla maggior parte dei PC dotati
di scheda VGA.
Il programmatore avverte che tutta¬
via è sempre possibile qualche incom¬
patibilità con qualche hardware, ma tìa
prove effettuate ha funzionato tutto al
primo colpo: come tirare una leva di
una slot machine.
KS
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
351
a cura di Corrado Giustozzi
Internet Connection Server
Internet, intranet, extranet e via dicendo, ormai è quasi un imperativo per
le nuove applicazioni nascere direttamente con un'interfaccia "Web" e una
progettazione a "tre livelli" che tanto va di moda. Ma qual è la colla che
lega il livello dell'interfaccia utente con quello del "database server" e
dell"’application server"? Chiaramente il server World Wide Web che, da
semplice server per il supporto del protocollo HTTP (HyperText Transfer
Protocol), sta evolvendo in un sistema con sempre maggiori funzionalità
rivolte soprattutto alla facilità di dialogo con altre componenti, alla facilità
d'uso ed alla sicurezza delle comunicazioni.
di Giuseppe Cosarono
Ormai la tecnologia Web non è sola¬
mente usata per pubblicare documenti
in formato elettronico ma è sempre
più impiegata per creare applicazioni in
rete da utilizzare all'interno delle azien¬
de. L'interazione del server Web con
gestori di basi di dati, con TP Monitor
e con applicazioni scritte ad hoc risulta
quindi sempre più frequente Per ren¬
dere sempre piu semplice questo tipo
di interscambio di dati, molti produttori
stanno proponendo delle varianti alle
CGI (Common Gateway Interface), fino
ad adesso il metodo più comune, ma
non molto efficiente, per far interagire
il server Web con altri programmi
Proprio in quest'ottica risulta molto
interessante l 'IBM Internet Connection
Secure Servers versione 4.2. con il
quale è possibile utilizzare i servlets
Java che non solo in alcuni casi posso¬
no ottenere migliori performance
rispetto alle CGI ma soprattutto sono
multipiattaforma e permettono quindi
la realizzazione di applicazioni realmen¬
te portabili sia lato Client che lato ser¬
ver.
Internet Connection
Servers
L'IBM con Internet Connection
Servers ha ideato un prodotto multi-
piattaforma che permette la creazio¬
ne di un sito Web per Internet o intra¬
net in maniera semplice e veloce.
L Internet Connection Servers è stato
rilasciato per diverse piattaforme,
IBM e non, come: AIX, OS/2 Warp,
Microsoft Windows NT. Sun Solaris e
Hewlett-Packard HP-UX In linea con
una politica marketing sempre più
orientata a proporre servizi diretta-
mente usufruibili da Internet, è possi¬
bile scaricare l' Internet Connection
Servers per le diverse piattaforme,
sia in versione secure che in quella
normale, direttamente alla URL
ptt p://www. ics.raiei.qh.ibm. cqit|
inoltre sullo stesso sito è presente
anche una versione beta per il sistema
operativo Windows 95.
La versione secure è presente sia per
il mercato Americano e Canadese, con
un'implementazione più sicura dei pro¬
tocolli di cifrazione. ad esempio l'algo¬
ritmo RSA con chiave di lunghezza fino
a 1024 bit, sia in una versione esporta¬
bile secondo le leggi Americane vigen¬
ti al momento del rilascio, ovvero con
l'algoritmo RSA con chiave a 512 bit,
RC2 e RC4 a 40 bit e via dicendo
l 'Internet Connection Servers, nella ver¬
sione 4 1, è liberamente prelevabile da
Internet mentre l' Internet Connection
Secure Servers 4.2 può essere valuta¬
to m tutte le sue potenzialità per un
periodo di 60 giorni dopo i quali le fun¬
zionalità di sicurezza non sono più abili¬
tate. Nella versione per OS/2 basta
ordinare e pagare il prodotto per avere
sia la documentazione sia il software
necessario a riabilitare le funzionalità di
sicurezza, qualora fossero trascorsi più
di 60 giorni, senza dover installare nuo¬
vamente il server.
Tra le funzionalità di base dell' Internet
Connection Secure Servers troviamo: il
supporto completo alle specifiche della
versione 1.1 del protocollo HTTP-, la
possibilità di funzionare come un Proxy
352
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
is>i»aiw»
L'Internet Connection Servers
per OS/2 nella versione Secure
per t’esponazione in paesi
diversi da USA e Canada.
La pagina iniziale deirinternel Connection
Servers subito dopo la sua installazione
visuatzzala tramite Netscape Navigator
per OS/2 in versione italiana
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IBM.
Immtri • «Iiiimioii Scnrr r»r Os/2
Supp orto p er a pp licazioni Windows
a 32 bit su OS/2? No! o forse sì ...
p
V he confusione! Al lancio di OS/2 Warp 4 IBM e Citrix
hanno annunciato che finalmente da un personal com¬
puter con il sistema operativo OS/2 si poteva avere il supporto per
applicazioni Windows scritte a 32 bit, ovvero applicazioni sviluppa¬
te per essere eseguite sui sistemi operativi come Windows NT/95.
La cosa che ha creato 'un po" di confusione è che il supporto a
queste applicazioni non si ha in maniera nativa su una macchina
con OS/2 ma è in realtà ottenuto tramite un prodotto.
WinFrame/Enterprise della Citrix. che prevede una architettura più
articolata con la presenza di almeno un server con Windows NT e
di una rete attraverso la quale potervi accedere.
Questo annuncio ha creato non poca confusione al punto che si è
diffusa la notizia che con OS/2 Warp 4 si potevano utilizzare i clas¬
sici pacchetti applicativi a 32 bit per Windows NT/95; più di una
persona mi ha scritto per e-mail che il suo OS/2 doveva avere qual¬
che problema perché... non riusciva ad utilizzare Word 95!
Cerchiamo di chiarire come funziona WinFrame/Enterprise e, come
vedremo, siamo ben lontani da un supporto nativo di applicazioni
Win32 sotto OS/2. WinFrame/Enterprise è un'applicazione
client/server, la componente server viene eseguita su Windows NT
mentre i Client supportati sono DOS, Windows 3.x, Windows NT.
Windows 95, Macintosh, UNIX ed anche Win-OS/2.
WinFrame/Enterprise permette l'esecuzione di applicativi scritti per
Windows NT sul server e di rendere remota sul Client la compo¬
nente di interfaccia grafica, si può quindi eseguire Word 97 sul ser¬
ver NT, a partire da una richiesta di un Client sotto Win-OS/2, sul
quale verrà visualizzata la componente di interfaccia dell'applicazio-
ne, rendendo cosi possibile l'utilizzo di tutte le funzionalità di una
applicazione per Windows NT a 32 bit anche su un Client che non
supporta l'esecuzione di questo tipo di codice. In definitiva
WinFrame/Enterprise è un classico esempio di una applicazione in
architettura network-centric, con thin-client tanto cara ad IBM
Ogni copia dell'applicazione Win32 viene eseguita sul server NT in
una sessione separata e solo la GUI (Graphical User Interface) è
passata al Client che quindi non ha bisogno di avere tutte le risorse
hardware come RAM, CPU. spazio disco, ecc., che necessitano
all'applicazione eseguita sul server. Il dimensionamento del server
dipende da molti fattori, in particolare dal tipo di applicazioni che si
vogliono eseguire; grosso modo però la Citrix stima che un server
con quattro Pentium in architettura SMP (Simmetrie Multi
Processor) con 256 MByte di RAM può supportare un uso contem¬
poraneo di 40 utenti esperti o di 60 utenti occasionali.
In un mondo IBM che propone sempre più OS/2 come Client di
rete questa soluzione può essere interessante per qualche grande
azienda che ha un certo installato di OS/2 e non vuole perdere l'oc¬
casione di distribuire ai suoi utenti di rete l'ultima applicazione di
moda in ambiente Win32.
IBM tempo fa disse che se avessero ritenuto opportuno il suppor¬
to per applicazioni Win32, i suoi tecnici avrebbero provveduto ad
implementarlo, attualmente si sentono rimostranze persino sull'im-
plementazione delle API Open32 che dovrebbero permettere un
facile porting delle applicazioni dall'ambiente Windows ad OS/2, la
direzione verso Java e lo sviluppo in questo linguaggio è forte e
chiara e credo proprio che non avremo mai il supporto Win32 nati¬
vo ma magari qualche versione in più di applicativi IBM in versione
Java e quindi multi piattaforma.
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
353
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»■■ ,.M~U,OTM-ffr ItaN.
Per poter accedere atte
tunzioni di amministra¬
zione dei server si deve
superare un livello di
autenticazione con
userid e password
gestite direttamente
dall'Internet Connection
Servers
— «iaiVl9<»-('ll— l-là'W'Hli
t» t-*.. vaufcu <*| )«a< (Unii - («*•• 1
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Java Servici Configuralion
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Marmua rumba: oN.T.ibit.d'
9lvtM ìskuuj
imiti otnift Imi
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server che, in
quesia moda
lità, a sua volta
supporta i proto¬
colli HTTP. FTP,
Gopher, WAIS e
HTTPS: la possi¬
bilità di funzio¬
nare come un Proxy in modalità cache
per permettere un accesso ancora più
veloce alle pagine maggiormente acce¬
dute; CGI scritte in linguaggi come C,
REXX, Perl e soprattutto servlet scritti
in Java, i certificati in standard x.509;
nella versione secure viene offerto
anche il supporto al protocollo SSL
v3.0 ed al S-HTTP. E' presente inoltre
un agent SNMP {Simpte Network
Management Protocol per poter moni¬
torare le performance del server da un
P=n
F
Inwrwnvj
IlVVWMiVl
qualsiasi network
manager SNMP,
come ad esempio
potrebbe essere
NetView. Troviamo
anche una comple¬
ta pagina di impo¬
stazione dei Java
sorvlol. una dello
funzionalità più
interessanti di que¬
sto server.
ta funzione di log che permette di
memorizzare informazioni dettagliate
sull’uso del sistema, la possibilità di
identificare il browser per restituire
Qualche accenno alla sicurezza
I server Web detl’IBM in prova è in versione "secure",
ovvero è nella configurazione in cui supporta una serie di
protocolli che possono rendere sicura la comunicazione tra Client e
server. Le sicurezza nel mondo WWW (World Wide Web) è un
argomento sempre più in auge, considerato il fatto che molte appli¬
cazioni stanno migrando verso questo tipo di architettura. Un vec¬
chio detto informatico (ma potranno esistere "vecchi" detti in infor¬
matica’) recita più o meno cos : "La sicurezza? Non è un problema,
basta pagarla" Spesso il costo non è solo economico e una corret¬
ta analisi dei rischi con una conseguente elaborazione della politica
della sicurezza possono forzare scelte tecniche che si allontanano
da standard aperti pur di conseguire i propri obiettivi. Nella filosofia
tipica di Internet, dove tutto deve essere raggiungibile da qualsiasi
posto e da qualsiasi persona, pensare di allontanarsi da un browser
o da un protocollo standard pub essere poco sensato; ad esempio,
nell'ambito del commercio elettronico, uno dei più grandi vantaggi
consiste nell'avere un mercato di possibili acquirenti pari a tutti i
navigatori su Internet: se. per essere sicuri, si dovesse usare un
"qualcosa" di proprietario il tutto perderebbe molto di senso.
I maggiori sforzi tecnologici nell'ambito della sicurezza per il
mondo Web sono stati indirizzati alla risoluzione delle seguenti pro¬
blematiche: la confidenzialità, l’autenticazione, l'integrità e la non
ripudiabilità. Con la confidenzialità si tende a proteggere la riserva¬
tezza delle informazioni che vengono scambiate: se introduco un
numero di carta di credito o una password non voglio che qualcuno
sulla Rete possa intercettare in chiaro queste informazioni e quindi
devono essere cifrate in maniera sufficientemente sicura Oltre al
fatto che nessuno possa leggere le mie informazioni è importante
che il mio interlocutore sia veramente chi io mi aspetto, con l'au¬
tenticazione è possibile garantire sia il mittente che il destinatario
sull'identità l'uno dell'altro. L'integrità inoltre garantisce che nessu¬
no possa modificare le informazioni scambiate senza che il mitten¬
te 0 il destinatario si rendano conto di una manomissione ed infine
la non ripudiabilità garantisce che una determinata transazione o un
determinato documento siano veramente stati originati da una spe¬
cìfica persona e da lei soltanto.
Attualmente i due protocolli più diffusi a supporto della sicurezza
sono il SSL (Secure Sockets Layer) ed il S-HTTP (Secure HyperText
Transfer Protocol), in molti casi essi sono uno il complemento del¬
l'altro
Entrambi i protocolli sono stati definiti nelle loro prime versioni nel
1994: l'SSL ha come padre Kipp Hickman ed il suo team presso la
Netscape e, nella sua versione v3.0, copre tutte le esigenze per
una comunicazione sicura; l'S-HTTP vede la sua prima implementa¬
zione da parte di Shiffman e Rescorla presso i Terisa System e
anche questo garantisce confidenzialità, autenticazione, integrità e
non ripudiabilità. L'approccio dei due protocolli è abbastanza diver¬
so: mentre I SSL garantisce un canale di comunicazione sicuro tra i
due partner, l'S-HTTP firma documenti individuali in maniera privata
e sicura: considerato il fatto che non sono mutuamente esclusi fra
di loro nulla vieta di usare l'S-HTTP al di sopra di un canale SSL: la
sicurezza in Internet non è mai troppa'
354
MCmicrocomputer n. 173 - maggio 1997
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a Su . urlìi un laminami»
a j-. .
a £»» d t^ni am iiim'.i j crm l'jiiL'.Lai
■
Con un unico prò
dotto si ha sia un pagine adatte alle
Web server che un sue funzionalità, la
Froiyserver. possibilità di utiliz¬
zare più indirizzi IP
che fanno riferi¬
mento alla stessa istanza del server ed
anche di utilizzare ì Virtual hosts, tutte
tecniche che consentono di gestire più
siti su un'unica macchina con un unico
server attivo
Installazione
e configurazione
I requisiti minimi per l'installazione
sono abbastanza modesti: un qualsiasi
personal computer con una versione
di OS/2 Warp V3.0 o successiva, un
mouse, una scheda di rete, fino a circa
14 MByte di spazio libero su hard disk
e 12, meglio se 24, MByte di RAM a
disposizione del server. In realtà la
scheda di rete non è strettamente
necessaria per l'uso dell'/nfernet
Connection Secure Servers, infatti è
possibile ottenere una installazione
stand-alone abilitando e sfruttando
l'interfaccia di loopback del TCP/IP, in
questo caso si potrà accedere al ser¬
ver all'indirizzo http://120.0.0.1.
La partizione su cui si installa
l 'Internet Connection Secure Servers
deve essere formattata con il file
System HPFS per avere un diretto
supporto ai nomi di file lunghi fino a
254 caratteri. L'installazione avviene
tramite l'utility Installation and
Maintenance che permette l'aggicrna-
mento, il ripristino o la cancellazione di
una applicazione installata con questa
utility in maniera semplice e guidata,
senza che ci si debba preoccupare di
quanti file sono stati copiati o di dove
siano stati copiati. L'installazione pro¬
cede abbastanza speditamente e
viene proposta solo l'impostazione di
alcuni parametri fondamentali che in
ogni caso hanno quasi sempre un
default; già in questa fase è possibile
modificare la directory di destinazione
di alcune componenti fondamentali
come le CGI, gli eseguibili, i file di log
e via dicendo E' possibile abilitare o
meno il supporto a Java e se il server
deve essere avviato automaticamente
alla partenza del sistema operativo. La
maggior parte di questi parametri pos¬
sono in ogni caso essere modificati
anche dopo I installazione tramite le
normali funzionalità di manutenzione
del server.
Volendo è consentito eseguire più
istanze del server Web anche da linea
di comando, specificando per ognuna
una diversa porta su cui aspettare
eventuali richieste dai Client.
La configurazione del server avviene
tutta tramite browser e pagine HTML,
questo permette un'eventuale manu¬
tenzione remota da un qualsiasi Client
collegato in rete, senza avere la
necessità di accedere fisicamente al
server II programma di installazione
provvede anche a copiare una versio¬
ne in HTML dei documenti ’Quick
Beginnings 1 e "WebMaster's Guide-
che risultano cosi raggiungibili online
tramite un browser accedendo alla
pagina principale del server dopo la
sua esecuzione; inoltre accedendo al
,. . ,., . La documentazio-
sollto sito Web per ne onlme è tutta
la famiglia di prò- scritta con il tin-
dotti Internet Con-
nection Servers attraverso un qual-
I htto://www. siasi browser
ics.raleiqh. -
jbm.com) è possi¬
bile prelevare tutte e tre le guide
("Quick Beginnings’, 'WebMaster's
Guide" e "Web Programming Guide")
in formato PDF in modo tale da poter
essere visualizzate ed eventualmente
stampate tramite il programma Adobe
Acrobat Reader.
Conclusioni
L'ultima versione dell'/nfernef
Connection Servers ha migliorato mol¬
tissimo le performance e si può tran¬
quillamente pensare di usarlo per pub¬
blicare informazioni su un sito Web e
per creare Web application. Inoltre la
versione per OS/2 è installabile su di
un sistema relativamente poco costo¬
so, in particolar modo se confrontato
con il prezzo di architetture UNIX
L'uso deW Internet Connection Servers
per OS/2 può essere particolarmente
indicato quando è necessario collegar¬
si con mainframe IBM: il sistema ope¬
rativo OS/2 possiede tutti gli strumenti
necessari per funzionare come
gateway verso il mondo host e questi
strumenti sono programmi testati e
funzionanti da anni come il
Communication Server.
«e
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
355
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Corrado Giustozzi
La rincorsa all'upgrade
Ormai è una prassi sia per gli applicativi che per gli stessi sistemi operativi, ed
OS/2 non fa eccezione. E' da poco uscito il primo fixpak per OS/2 Warp 4 e
quando leggerete questo articolo dovrebbero essere usciti diversi altri aggior¬
namenti tra cui il runtime JAVA 1.1 e Netscape Navigator v.4 (in ogni caso sarà
disponibile una beta). Altri update sono in programma ma non si sa, nel
momento in cui vi scriviamo, la data del rilascio (es. Warp 4.1 ).Vi consigliamo
perciò di leggere JustWARP! e di controllare il nostro sito WWW su MC-link
per le ultime novità.
Questo mese vi presentiamo: FTP Browser, un ottimo Client grafico dotato di
tutte le funzionalità più avanzate e perfettamente integrato con OS/2; Initor, un
editor freeware per esaminare e modificare i file INI di OS/2 e delle sue applica¬
zioni; MathMate, un buon programma matematico che sarà utile a molti stu¬
denti.
a curo del Team OS/2 Italia
FTP Browser 1.6
• Genere: ftp Client, shareware
(23$)
• File: ftpbr16.zip 439kB
• Autore: Jason Rushton
(rush |ton(a)netcom~cà1
• Reperibilità Internet:
http://hobbes.nmsu.edu/os2/
internet/ftp
• Reperibilità BBS:Running
with thè devii e molte altre
• Autore recensione: Jurgen
Assfalg |(vigo(g)treenet.hut.ti1
Internet è nota
ormai a tutti, e fra i moltissimi servizi
che ci vengono offerti, uno dei più
interessanti è sicuramente il File
Transfer Protocol (acronimo FTP). Con
esso possiamo procurarci file di qual¬
siasi tipo, dai documenti ai programmi
shareware, dai suoni alle immagini e
via discorrendo. Per poter però usufrui¬
re di questo servizio è necessario un
programma apposito: il Client ftp.
OS/2 Warp 4, in quanto Client di
rete per eccellenza, da questo punto di
vista è sicuramente ben attrezzato,
giacché offre almeno tre soluzioni,
dalla semplice linea di comando alla
meravigliosa integrazione nella WPS.
Quest'ultima soluzione è senz'altro la
più interessante perché permette di
lavorare in maniera molto intuitiva con
il mouse e non richiede la conoscenza
degli arcani del Client a riga di coman¬
do, le cui sintassi sono state ereditate
dal mondo UNIX.
Tuttavia la soluzione non si rivela
molto vantaggiosa per chi si collega ad
Internet per mezzo di una normale
linea telefonica commutata: non vi è
infatti modo di tenere sotto controllo lo
stato di un trasferimento in corso, sia
che si voglia conoscere la velocità
della connessione sia che ci interessi
356
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
t
PD SOFTWARE ■
BHBl&Tlfrlfrl»N«|o|o|
»j |hV<onmVfTp\iemp
^:/ca«Tw»«/np/rtewf
F:/cmn/ftp/Interne flpbrl4.zip
F:/cun/ftp/Interne nuirtvcm zip
F : /cu*/ 1tp/Interne H5?OH .Off
F:/com/ftp/Interne pli «| m :> . zip
F:/coMt/ftp/Interne pnnIV./lp
IMIIM MB
^a|sj^iai©IHMl®JEEloj
Vigo punir t wwilUbylfi
F:/co—/ftp/Inti
la percentuale di dati già tra¬
sferiti.
Per questo motivo conti¬
nuano a fioccare validissime
proposte dal mondo dello sha¬
reware, e fra queste vorrei
segnalare FTP Browser.
Le caratteristiche che lo
rendono particolarmente inte¬
ressante sono molteplici, a
cominciare dalla sua interfac¬
cia grafica. Nella finestra prin¬
cipale si distinguono tre zone:
il menu e la toolbar, l'elenco
dei siti e quello dei gruppi in
cui detti siti possono essere
raccolti per mantenere un
certo ordine. L'uso dei menu
è praticamente nullo, visto
che si può accedere alle varie
funzioni attraverso i bottoni
della toolbar oppure acceden¬
do ai menu a tendina con il
tasto destro del mouse. A
seconda dei gusti possiamo
disabilitare il menu e/o la barra
degli strumenti.
Con un semplice doppio
click si crea la connessione — ~a
con il sito desiderato e quindi 2
si ottiene una nuova finestra
in cui sono visualizzati i vari
archivi, esattamente come se
fosse una cartella della WPS di OS/2
(visualizzazione dettagli) arricchita con
qualche iconcma colorata Attraverso la
toolbar o i menu, o semplicemente tra¬
scinando il file in una cartella del siste¬
ma locale, possiamo dare inizio al tra¬
sferimento. Una volta iniziato un tra¬
sferimento compare una finestra in cui
e evidenziato lo stato, sia con del testo
che con una barra grafica.
FTP Browser dispone anche della
funzione di résumé: questa permette
di riprendere il trasferimento di un file
precedentemente interrotto (magari a
causa di un disturbo sulla linea).
Questa funzionalità risulterà sicura¬
mente la salvezza per coloro che. per
la forma di contratto con il provider,
non posso restare collegati ad Internet
oltre un certo limite di tempo. Nelle
impostazioni del programma si può
decidere quale debba essere il com-
narr*
1*1*
oafe/THK
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56-05-26 «Ciò
The ftAcwftg file s»e*dv envv
portamento predefinito: oltre al résu¬
mé sono previste la sostituzione o la
ridenominazione dell'archivio.
La funzione di ■coda" (queue). inol¬
tre, permette una gestione ancora più
intelligente delle sessioni ftp in quanto
ci viene offerta la possibilità di compi¬
lare una specie di lista della spesa
mentre si va a giro per un sito e quindi,
giunti alla cassa, si trasferiscono in
blocco tutti i file. Resta sottinteso che
tale lista è completamente modificabi¬
le finché non si inizia il trasferimento.
Ovviamente il programma gestisce
anche più connessioni, allo stesso ser¬
ver, oppure a più siti differenti Sono
possibili anche i trasferimenti da server
a server, semplicemente trascinando i
file da una finestra all'altra.
Fra le altre funzioni vorrei segnalare
quella che permette la connessione
immediata a tutti i siti contenuti nella
stessa cartella, la possibilità di sondare
la velocità di connessione con un sito
con il comando ping premendo un solo
bottone, la configurazione di firewall
per una maggiore sicurezza del siste¬
ma, la personalizzazione individuale per
ogni sito. E ancora: trasferimenti ricor¬
sivi di intere directory, sincronizzazione
fra sistema locale e remoto (interes¬
santissimo per gli utenti di laptop),
esecuzione automatica di un program¬
ma al termine del trasferimento, visua¬
lizzazione di file testo e del contenuto
di archivi compressi.
Insomma, il programma offre una
gamma molto ampia di funzioni per
soddisfare tutte le esigenze, dalle piu
banali alle più avanzate II tutto condito
da un'interfaccia intuitiva e moderna,
in perfetta sintonia con il modo di ope¬
rare della WPS. Un must per lo scarica¬
tore folle..
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
357
■ PDSOFTWARE
Initor 2.0
• Genere: editor per i file INI,
freeware
• File: initor20.zip 70Kb
• Autore: Jobst Schmalenbach
• Reperibilità Internet:
(ftp://hobbes.nmsu.edu)
• Reperibilità BBS. Running
with thè Devii (2:331/205
0363-303567)
• Autore recensione:
Alessandro Cantatore
La complessità
derivante dall'essere un sistema opera¬
tivo ad oggetti, ha comportato la neces¬
sità per OS/2 di usare dei file di inizializ-
zazione in formato binario piuttosto del
semplice formato ASCII dei file di inizia-
lizzazione, per esempio, della nota shell
grafica del DOS: Windows. Questo per¬
mette al sistema ed ai programmi di
accedere ai dati con efficienza molto
maggiore, ma impedisce all'utente di
accedere direttamente alle impostazio¬
ni dei vari programmi o del sistema
stesso,
Tutto ciò spesso non rappresenta un
problema perché attraverso il "Blocco
impostazioni' dei vari oggetti possiamo
controllare tutti i parametri necessari
nell'uso normale, o se abbiamo un
minimo di conoscenza del potente lin¬
guaggio di scripting incluso nel siste¬
ma, il REXX, possiamo usarlo per una
più completa interazione con i vari
oggetti.
Quando ci troviamo di fronte a qual¬
che strano problema, può comunque
essere utile esaminare direttamente i
vari parametri presenti nei file di inizia-
lizzazione del sistema, OS2.INI e
OS2SYS.INI, o delle singole applicazio¬
ni. Se poi abbiamo lo spirito dell'hacker
e ci piace scoprire i più piccoli segreti
del sistema operativo, troveremo
numerose fonti di ispirazione per i
nostri esperimenti in questi file. Un nor¬
male editor esadecimale sarà tuttavia di
scarsa utilità perché i dati non sono
organizzati in modo sequenziale, ma in
modo gerarchico, divisi cioè in 'applica¬
zioni" che a loro volta sono divise in
"key".
Initor 2.0 è una semplice applicazio¬
ne, dall'interfaccia scarna e forse non
troppo gradevole, che però permette di
interagire abbastanza facilmente con i
vari file INI, essendo organizzata nel
modo più logico con vane finestre che
rappresentano:
- l'elenco delle "applicazioni",
- l'elenco delle "key" associate all'ap¬
plicazione selezionata,
- i dati relativi alla "key" selezionata,
visualizzati sia nel formato esadecimale
che in quello ASCII.
Sopra le finestre c'è la solita barra
dei menu cui si affiancano, nel rispetto
della tradizione OS/2, diversi menu con¬
testuali.
Diverse sono le operazioni possibili
sul file visualizzato. Oltre all'onnipre¬
sente menu "File" che ci permette di
selezionare lo 'User Profile' (OS2.INI), il
'System Profile' (OS2SYS.INI) o qual¬
siasi altro file INI, e alla consueta possi¬
bilità di editazione in formato ASCII o
binario, sia dei nomi delle 'applicazioni'
che delle 'key' e dati relativi, è possibile
copiare o importare singole applicazioni
o key in (o da) un differente file INI
Nel caso ci siano informazioni relati¬
ve ad applicazioni che abbiamo provve¬
duto a cancellare dal disco fisso possia¬
mo tranquillamente cancellar¬
le cosi da avere un file INI più
'snello".
Per l'installazione del pro¬
gramma è sufficiente scom¬
pattare l'archivio in un'apposi¬
ta directory, creando poi una
copia collegata o un apposito
oggetto programma sulla
'Scrivania', sul "Pannello di
avvio" (o Launchpad, o Toolbar
come è stato "ribattezzato' in
Warp 4.0) o sul Warp Center.
Agendo sul blocco imposta¬
zioni di lmtor.exe possiamo
associare ad esso tutti i file
con estensione ".INI, così
sarà sufficiente un doppio
click sull'icona del file per
avviare una sessione di edita¬
zione.
In conclusione Initor è un pro¬
gramma essenziale, privo di
abbellimenti estetici come
barre di pulsanti o di funziona¬
lità avanzate di altri program¬
mi, come ad esempio
Multimaint, ma tutto ciò è
ampiamente compensato dal¬
l'estrema facilità di uso e "last
but not thè least" dal fatto che
è completamente gratuito.
*3
CtfiW
358
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
PD-SOFTWARE ■
□ • ...
Sorvtol Orioni Aiuto
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Indietro Avalli
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y = 2
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Sparlai
Intoptation modo- Oidi lo drago
MathMate v. 1.1
• Genere:
programma matematico
• File: mathmate.zip (278KB)
• Autori: E.Berzugly.
S.Golovko, A. Russakovskii
• Reperibilità Internet: ftp-os2.
cdrom. com:/pub/os2/math/
• Autore recensione:
Alessandro Mascherpa
l lcreQQI 2(g>cdcsun cdc pol|
mi.it)
MathMate, più
che un generico programma matemati¬
co, lo si può inquadrare come un assi¬
stente affidabile per il calcolo numeri¬
co, dal più semplice al più complesso.
Questo programma, usabile da un
ampio spettro di utenti, è in grado di
calcolare espressioni, integrali, somma¬
torie parziali e risolvere numericamente
equazioni.
L'installazione è semplicissima: si
scompatta l'archivio e si esegue il pro¬
gramma di installazione. Questo prov¬
vede a copiare i file necessari nella
directory indicata a creare sulla scriva¬
nia una cartella contenente le icone del
programma e della documentazione in
linea.
Come si può vedere anche dall'im¬
magine. MathMate si presenta con una
finestra non ridimensionabile, menu a
tendina e barra dei suggerimenti. Si
può notare nella parte superiore della
finestra il lungo campo dove inserire le
espressioni e le icone che permettono
di scegliere il tipo di elaborazione da
effettuare. Nella parte inferiore sono
presenti: una finestra dove inizializzare i
parametri delle espressioni, una fine¬
stra dove sono riportati i risultati delle
operazioni e due keypad. Questi ultimi
permettono di scrivere le espressioni,
nel campo di immissione, usando solo
il mouse. I due tastierini visualizzano
rispettivamente: i numeri da 0 a 9 e le
quattro operazioni oppure i simboli di
alcune costanti, quello di sinistra, e
delle funzioni elementari oppure delle
funzioni speciali, quello di destra, In
mezzo campeggia un pulsante con la
scritta 'Do it!" per eseguire i calcoli
impostati.
Nel programma sono predefinite
costanti come la carica dell'elettrone, la
velocità della luce o la costante di
Plank. Le funzioni preprogrammate si
dividono in: elementari, come le trigo¬
nometriche e logaritmiche, ed in com¬
plesse, come la funzione errore o le
funzioni di Bessel e Legendre (queste
ultime sono introdotte, nell'aiuto in
linea, con la classica notazione mate¬
matica).
I metodi di calcolo, a cui si era
accennato precedentemente, permet¬
tono: la valutazione di espressioni, l'in¬
tegrazione numerica, la sommatoria
parziale numerica e la risoluzione
numerica di equazioni Vediamoli breve¬
mente.
Se si deve risolvere un'espressione
è sufficiente inserirla nel campo di
immissione e cliccare sul pulsante "Do
iti". Se invece si vuole risolvere numeri¬
camente un integrale (che deve essere
unidimensionale ad una variabile), si
fornisce al programma la funzione da
integrare, gli estremi d'integrazione e...
"Do iti". Si otterrà il risultato, in una pre¬
cisione voluta dall'utente, accompagna¬
to da una stima dell’errore commesso.
Per il calcolo della sommatoria il proce¬
dimento è del tutto analogo all'integra¬
zione. Nell'ultimo dei quattro metodi di
calcolo elencati, la risoluzione numerica
di un'equazione, il procedimento da
seguire è del tutto analogo ai prece¬
denti. Qui, invece di fornire gli estremi
di integrazione, si indica l'intervallo in
cui cercare la radice.
Concludendo, il motore di calcolo
(scritto in C, mentre l'interfaccia grafica
è scritta in VREXX) ci è sembrato molto
buono. Le operazioni sono fatte usando
numeri in notazione floating pomt ad 80
bit che permette di avere una buona
velocità ed una elevata precisione
Utile ed interessante è la possibilità di
avere una stima dell'errore dei calcoli
eseguiti. Si è inoltre apprezzato un vali¬
do aiuto in linea, arricchito con delle
pagine 'How to ..." per una veloce riso¬
luzione dei problemi che si incontrano
al primo approccio con il programma.
E' un po' deludente l’interfaccia
uomo-macchina che sembra essere
solo una semplice trasposizione in
ambiente grafico di un programma nato
per l'interfaccia a caratteri, tipica di
alcuni anni fa. Anche l’impossibilità di
poterlo programmare o di creare nuove
funzioni, partendo da quelle già presen¬
ti, ha in parte deluso.
Tutto sommato, questo programma
sarà sicuramente apprezzato da chi ha
bisogno di una pronta risoluzione
numerica di espressioni, dalle più sem¬
plici alle più complesse.
MS
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
359
coordinamento di Andrea de Prisco
FreeHand Graphic Studio 7.0
Seconda parte
di Raffaello De Masi
La signorina Barbieri, insegnante di
matematica del periodo delle mie scuo¬
le medie, anziana professoressa terrore
dell’Istituto "E. Cocchia” di Avellino,
era pressoché realizzata in acciaio al
carbonio. Verso noi allievi nascondeva
(come al solito si scopre dopo diversi
anni) un cuore d'oro e un affetto degni
di un'amorevole madre, riferendosi for¬
se proprio a se stessa soleva dire che il
meglio delle cose non è quello che, al
primo impatto, appare. Questo poteva
essere anche vero, ma riusciva a terro¬
rizzarci solo guardandoci: con una sem¬
plice occhiata ci levava la pelle e ci fa¬
ceva rimpiangere di non essere in qual¬
che altra sezione. A me faceva maledi¬
re il giorno in cui mio padre, d'accordo
con ('allora preside Cillo, aveva deciso
di mandarmi nella famigerata sezione
"C", dove insegnava, nell'area umani¬
stica, il professor Sauro (dal significati¬
vo nome di Nazario, quasi a ricordarci
che da quella classe si usciva o pro¬
mossi, o impiccati). Fatto sta che è a lei
che devo il mio amore per la matemati¬
ca e il fatto che abbia poi saputo affron¬
tare all'università, io che provenivo dal
liceo classico, discipline scientifiche
senza sentirmi mai inferiore ad altri stu¬
denti che giungevano da scuole che
prevedevano studi matematici ben più
avanzati e puntuali.
L’altra volta mi sono lasciato un po'
andare nelle lodi di FreeHand, anche
perché stavo parlando di un pacchetto
che mi ha accompagnato, nel mio lavo¬
ro per la rivista e anche nel mio impe¬
gno professionale, fin dalla prima relea-
se. Il pacchetto è eccezionale, manco a
FreeHand Graphic
Studio 7.0
Macromedia Ine. 1996
60D Townsond Si
San Francisco. CA 94103
USA
Distribuito in Italia da:
Modo srl
Via Masaccio, 17 -41100 Fleggio Emilia
Tel 0522 - 504111
Prezzo UVA esclusal
llaliano 1. 1 699.000
dirlo, ma gli add-in che la versione 7
contiene sono, per certi versi, molto
più entusiasmanti e divertenti di quanto
offerto dal pacchetto che dà il nome al
gruppo. FH, in questa versione 7, è in¬
fatti solo la punta dell'iceberg di un am¬
biente raffinato e potente, che, guarda
caso, appare sulle pagine di questa ru¬
brica immediatamente dopo un suo di¬
retto concorrente, il Corei Suite che si
propone come nuovo standard nell'area
della grafica DTP, con l'intenzione di
emulare il successo di cui già gode in
area Windows.
Gli add-in di FreeHand
Veramente definirli add-m è abba¬
stanza riduttivo In pratica si tratta di
ben tre pacchetti dotati di propria per¬
sonalità, indipendenti tra loro nelle fun¬
zioni e nella gestione e complementari
a FH nel creare un ambiente grafico
raffinato, elegante ed estremamente
potente, che necessita solo di un wp
funzionale per rappresentare un'insula
grafica del tutto autosufficiente I pac¬
chetti aggiuntivi sono quattro, cosi rap¬
presentati:
- Extreme 3D. un pacchetto di grafi¬
ca tridimensionale avanzata, che rap-
360
MCmicrocomputer ri. 174 - giugno 1997
presenta un "3D Authoring Tool" di
grande pregio per realizzare disegni,
immagini multimediali, e materiale de¬
dicarle a Internet;
- xRes. un potente tool per creare,
stampare e realizzare immagini compo¬
site per diversi ambienti, con elezione
verso Internet, Attraverso di esso si
preparano e realizzano immagini per si¬
ti WEB, anche attraverso tecniche di
drag&drop fra programmi di grafica
esterna; inoltre il pacchetto permette
di modificare e customizzare foto e im¬
magini in maniera rapida e intuitiva, e
di pubblicare immagini in WEB usando
ShockWave;
- ShockWave, appunto, è un pac¬
chetto (che può essere considerato di
supporto o stand-alonel che trasporta
in ambiente WEB immagini vettoriali,
ma che permette di inserire anche im¬
magini bitmap, font anti-aliased, imma¬
gini 3ti prodotte da altre applicazioni;
- FontoGrapher. un "old favorite",
come dicono negli States; esso incor¬
pora un potente motore per la realizza¬
zione, la modifica e l'editing di font;
- infine il package incorpora una lus¬
suosa libreria di immagini di diverso ti¬
po e formato, e un nutrito gruppo di
font superbamente realizzate, oltre a
una completa collezione di tessiture e
di motivi grafici da utilizzare nei pro¬
grammi già descritti
L'installazione è, come al solito, affi¬
data ai cinque CD presenti nella pesan¬
tissima e robusta scatola che custodi¬
sce anche i manuali. Questi sono realiz¬
zati tutti comunemente adottando la
tecnica deH'Using..., vale a dire che
ogni fascicolo-volume è insieme tuto-
rial e manuale di riferimento. I volumi
sono realizzati (poteva mai non essere,
visto che si tratta di programmi proprio
a questo dedicati) in una grafica estre¬
mamente accattivante e hanno il gran¬
dissimo pregio di riuscire a esaurire, in
non piu di una o due pagine, l'argomen¬
to specifico, dando chiare e brevi spie¬
gazioni delle tecniche da adottare Ov¬
viamente le tecniche di installazione
La finestra minate di
delaull. con il working
piane al centro dello
schermo, la camera a
destra e le luci con la
direzione del lascio
della parabola
sono due. Se si desidera utilizzare tutto
l'ambiente in maniera professionale e
continuativa, occorre dedicare un bel
po' del nostro CD all'installazione com¬
pleta (almeno un centinaio di Mb per i
soli programmi, senza tenere conto
delle immense librerie; queste, in ogni
caso, conviene tenerle sul CD; se il dri¬
ver ò sufficientemente veloce, esse
possono essere attinte direttamente
senza grandi problemi).
Il re di queste applicazioni è senza
ombra di dubbio Extreme 3D; ambiente
grafico tridimen¬
sionale dell'ultima
generazione, com¬
prende quanto di
più raffinato ed
elegante si sia vi¬
sto finora in que¬
sto genere di appli¬
cazioni. Realizza¬
zione del modello
in pianta o sezio¬
ne, estrusione, ap¬
plicazione di om¬
bre e tessiture,
rendering è, per
quanto possibile,
qui reso agevole e
intuitivo attraverso
una interfaccia pra¬
tica e rapida da im¬
parare. Occorre te¬
nere conto anche, e questo vale per
tutti i pacchetti, che, accanto ai manuali
realizzati con la tecnica monctematica
di cui si è detto, esiste un help in linea
molto ben realizzato che, in maniera ra¬
pida ma rigorosa, fornisce dirette infor¬
mazioni su quanto si sta facendo e su
come fare per giungere al risultato de¬
siderato.
Il principio di funzionamento di E3D
è presto detto; l'ambiente iniziale è rap¬
presentato dalla solita finestra abbinata
a una palette. Ma la finestra, ad onta
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
361
Il piano di lavoro, evidenziato da una
griglia quadrata, è sempre presente nel
workspace; lo sì può nascondere, ma
resta sempre il punto di riferimento
dell'immagine e del disegnatore Inol¬
tre è dotato di un sistema di automatic
ad]ustment. Una volta che si è, quindi,
realizzata una immagine, che so, un
quadrato o un cerchio, entra in funzio¬
ne il potente motore tridimensionale,
offrendo passo passo i suggerimenti
necessari per passare dall'immagine
2D a quella 3D.
Immaginiamo adesso di aver estru¬
so il nostro cerchio trasformandolo in
un cilindro. E' arrivato il momento di
utilizzare la seconda potente opzione;
regoleremo cosi il punto di visuale, che
ci farà orientare nello spazio il modello
appena creato per organizzarlo nella
posizione voluta
A questo punto il pacchetto mette a
disposizione il ground-piane, il piano di
appoggio dell'oggetto su cui lo stesso
può essere mosso, trascinato o. ancora
una volta, ruotato.
Certo, detta cosi è dura, ma è piu
semplice di quanto sembri II tutorial
guida, passo passo, alla realizzazione di
un oggetto in 3D (in particolare un pu¬
pazzetto dotato di una molla d'appog¬
gio) attraverso la costruzione delle sin¬
gole parti (il cilindro di custodia, la testa
sferica dell'oggetto, i particolari della
stessa, gli accessori, come la manica
del contenitore o la molla di sostegno).
Creare l’oggetto, in una mezz’ora di la¬
voro, è possibile anche per chi, di 3D,
non sa neppure l'esistenza e non cono¬
sce le tecniche.
La finestra delle prete-
reme. tra cut. eviden¬
ziata. Quella dell’anima¬
zione
delle sue dimensioni, è un workspace;
al centro di esso c'è il piano di lavoro (il
ben noto working piane) che fornisce
una griglia da utilizzare come superficie
di riferimento per il disegno. Tutto ciò
che si vede sullo schermo è più che
sufficiente per creare oggetti 3D e as¬
semblare modelli per lo stesso.
Intendiamoci in un'altra maniera;
quando si sceglie un tool e si realizza
un disegno su una superficie di lavoro,
sembra di lavorare su una superficie
piatta (e niente impedisce di utilizzare
questa superficie per disegno in 2D).
Ma ci si accorge presto che si stanno,
invece, disponendo oggetti in uno spa¬
zio in tre dimensioni (che, sovente, in
gergo informatico, viene definito
3Dworld-Mondo tridimensionale). Una
volta realizzato l’oggetto in pianta o se¬
zione si può guardare a questo da ogni
angolo e cambiare la sua posizione e
orientamento secondo i tre assi carte¬
siani.
Infatti, sebbene lo schermo visualizzi
l'immagine come presente su una pagi¬
na piatta, è opportuno pensare a essa
come a una vista su un mondo in 3D;
oltre lo spazio e la superficie di lavoro il
mondo 3D si estende indefinitamente
m tutte le direzioni; il piano di lavoro ap¬
parirà sempre come una superficie sta¬
zionaria, ma può essere spostato libe¬
ramente nel mondo 3D, posizionandolo
e orientandolo secondo il capriccio
dell'utente.
362
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Pensate che sia finito? Manco a dir¬
lo! Il pupazzetto che abbiamo creato è
montato su una molla, che, per suoi
compiti istituzionali, deve oscillare. Ec¬
co avanzare ancora una volta la tecnica,
creando animazioni autocostruite e ge¬
stite (basta solo assegnare il "path", il
percorso dell'animazione, come posi¬
zione finale e iniziale o come pure posi¬
zioni intermedie). Addirittura l'esempio
visualizza non solo il salto del pupazzet¬
to dall'interno del contenitore, ma an¬
che l'apertura del coperchio della sca¬
toletta cilindrica stessa; anche per que¬
sta non è necessario ricorrere a chissà
quali tecniche complesse di successio¬
ne di fotogrammi. Basta assegnare
l'immagine iniziale e finale e il program¬
ma costruirà tutta l'animazione gesten¬
do tra l'altro le prospettive dei pezzi in
movimento, ad esempio se questi non
sono perfettamente ortogonali alla vi¬
suale dell'osservatore
E non è certo finita; da buoni emuli
di Cecil De Mille, ci piace lavorare con
le luci perché il nostro pupazzo passi
da una atmosfera giocosa a una se¬
quenza fumosa e onirica degna di Fritz
Lang. Eccoci quindi a giocare con il
controllo delle luci, con i colori di fon¬
do. con le ombre e i giochi di riflesso
sulle superfici stesse. Povero Walt Di¬
sney, che cinquant'anni fa doveva di-
Ambiente raffinato ed sle-
^ gante, potente senza essere
Q 1 complesso, offre mezzi intu-
fy ; itivi e ben integrati per rea-
2* i lizzare, dal nulla, grafica di
! eccellente livello Modulo 3D
potente e discretamente ve¬
loce. ben integrato e riferibile
all'applicazione principale
Possibilità di inserire, in una
pagina WEB, materiale sofisticato e di prezio¬
sa fattura
Editor di caratteri rappresentante il punto di
riferimento di altri pacchetti del genere
o
m oc
Applicazioni, specie quelle
relative al 3D, estremamente
affamate di memoria
I risultati migliori, in termini di
rapidità e di praticità d'uso,
sono ottenibili solo su
macchine di classe elevata
.a selezione a quattro
/iste, utile per lavora-
e sullo stesso ogget-
o da punti di vista di
tersi, sema muover-
o.
Alcuni controlli di am¬
biente, tra cui luci, tes¬
siture, materiali, viste e
illuminazione.
segnare i suoi cartoon immagine per
immagine. Naturalmente la riflessione
su un punto dell'oggetto ha caratteri¬
stiche diverse dalla luce che illumina
l'oggetto stesso. E allora ecco la no¬
stra brava finestra, che consente di cu-
stomizzare l’intensità, l’angolo di cono,
l'ombra, l'assorbimento della luce da
parte della superficie. E gli effetti sono
direttamente e automaticamente legati
anche alle caratteristiche della luce
che illumina. Cosi avremo differenze
se si usa luce naturale, luce di teatro,
presenza di polvere o foschia e cosi
via.
Ma ci siamo dimenticati del meglio,
come disse il signore che entrava nella
casa d’appuntamenti Gli oggetti non
hanno superfici immaginarie, di colore
neutro, obbedienti alle piU rigorose leg¬
gi dell'ottica Gli oggetti sono fatti di
materia, con tutte le sue caratteristi¬
che e imperfezioni. E allora, ecco nel
primo caso andarci ad addentrare nelle
tessiture, nei materiali, nei colori, nella
granulosità della superficie. Molte ma¬
terie di utilizzo sono già precostruite
(ad esempio plastica liscia, legno con
venature, metalli vari), ma niente ci im¬
pedisce di abbinare caratteristiche che
magari in natura non esistono, disegni
e materiali immaginari, superfici pie¬
ghettate o finemente perforate o crate-
rizzate II nuovo materiale, meraviglia
della nostra creatività, sara diligente¬
mente conservato per una futura utiliz¬
zazione. E, sulla bottiglia che avete ap¬
pena creato, vi piacerebbe aggiungere
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
363
una etichetta personalizzata? Nessun
problema, createla a parte e incollatela
sul corpo della bottiglia, essa vi si adat¬
terà e aderirà. 0 addirittura provate a
incollarla sulla spalla del collo e vedrete
cosa succede.
E cosi siamo arrivati alla fase finale,
quella del rendering. Esso può essere
applicato a un solo fotogramma o a tut¬
ta l'animazione. Come al solito, è que¬
sto il tallone d'Achille di tutte le applica¬
zioni 3D, in forma di tempi anche piut¬
tosto lunghi di realizzazione, E3D non
fa certo eccezione e fa sicuramente ri¬
cordare quanto raccomandato sulla co¬
pertina nelle norme di installazione (ne¬
cessità di disporre di un PPC o di un
Pentium, per la versione Windows, ad
elevata velocità). Certo non si avranno
Alcuni esempi, traiti
dalle librerie tornite col
CD
gli effetti speciali di Toys, ma con una
macchina polivalente come quella delle
nostre scrivanie, è già un buon essere
soddisfatti.
Macromedia xRes 3.0
Pregevole pacchetto di fotoritocco e
di postproduzione. xRes ha avuto su
364
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
queste pagine già ampia ospitalità nelle
versioni precedenti. Oggi, alla versione
3, offre numerose più avanzate caratte¬
ristiche. migliorative di quelle già pre¬
senti. e nuove feature cosi riassumibili:
- possibilità di lettura diretta di file
Photoshop, di manipolazione di succes¬
sivo salvataggio nel formato d'origine,
preservandone gli attributi;
- possibilità di acquisire file EPS. at¬
traverso una interfaccia appositamente
realizzata IPS RipLink Acquire Interfa¬
ce). attraverso cui rasterizzare un file
PostScript incapsulato, manipolarlo se¬
condo le proprie esigenze e salvarlo nel
formato originario o nella serie di forma¬
ti esportabili a disposizione del pacchet¬
to;
- manipolazione di mappe di immagi¬
ni destinate a WWW; si possono cosi
creare intere mappe con aree multiple
che un utente può usare cliccandole per
attivare hyperlink;
- nuovo e avanzato controllo dei fat¬
tori di anti-aliasing, controllo che può
essere formalmente "spento" usando i
tool Wand, Bucket e Testo. Oggi que¬
sta caratteristica è disponibile anche
per i tool Pen. Lasso ed Ellisse;
- nomi degli oggetti nella palette dei
canali: per rendere più chiaro e imme¬
diato quali canali si stanno usando, la
relativa finestra oggi mostra il nome
dell'oggetto attivo;
- resettaggio dei box di dialogo, quan¬
do, dopo una serie di settaggi si doves¬
se decidere di ritornare a quelli di par¬
tenza. o, magari, solo di visualizzarli per
controllarne le differenze;
- memorizzazione degli ultimi quattro
file utilizzati, per una scelta rapida degli
ultimi lavori recentemente adottati;
- gestione completa delle tecniche di
drag&drop da e verso altre applicazioni
supportanti l'oggetto trascinato;
- editing diretto, attraverso xRes, di
immagini bitmap
presenti in un fo¬
glio FreeHand
Parlare di xRes
è per la verità ab¬
bastanza semplice.
se appena appena si è imparato a usare
Photoshop, anche solo nelle varie ver¬
sioni Lite incluse diffusamente in tanti
pacchetti. Il principio di funzionamento
è più o meno simile, e rimandiamo il let¬
tore alla prova più ampia ed esauriente
delle precedenti versioni. Ritroviamo la
pratica interfaccia articolata su finestre
e cartelle con categorie di scelta, l'uso
di filtri sofisticati e avanzati tra cui gli
effetti metallico, silhouette, techno (che
inserisce un rumore di fondo e una di¬
storsione definibile dall'utente), borda¬
tura (in cui l'outline delle immagini vie¬
ne arricchita da un sottile filetto dal co¬
lore predefinito), saturazione separata
dei colori. Il tutto può essere eseguito,
come al solito, su tutta l’immagine o
definendo una maschera, vera e propria
area di clippmg in
cui limitare gli ef¬
fetti. Anche in que¬
sto pacchetto la
tecnica di manipo¬
lazione dei canali si
fa sofisticata e pre¬
cisa, supportata da
un manuale rapido
da consultare, che
non tralascia nep¬
pure di fornire
informazioni di ba¬
se per chi non co¬
nosce la materia.
Un altro capitolo
permette di creare o modificare brush e
texture, con una serie di layout predefi¬
niti di grande effetto e interesse; a brac¬
cio ricordiamo gli effetti buccia d'aran¬
cio, feltro, spugna, rete metallica, neb¬
bia, acquerello, superficie pellucida e
traslucida, ma la particolarità interessan¬
te è data dal poter definire le caratteri¬
stiche di base dell'effetto stesso desi¬
derato. Tanto per perdere tempo e con¬
segnare l'articolo in ritardo come al soli¬
to, ci siamo messi a creare impasti vari
per il fondo della scrivania, o sfondi, cie¬
lo, terreni da importare in altri pacchetti
come KTP.
Dopo un tutorial abbastanza comple¬
to, giustamente il manuale offre una
rassegna esplicativa abbastanza precisa
e particolareggiata delle nuove caratteri-
MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997
365
none
m lilf Idi» Uipu» Srlect Modlfy Itfed» Hlrat UMndou. H47Q»ft>) 0? & X B
EBEBffl
msm
InKanKI
stiche, approfittando di questa trattazio¬
ne per ricordare concetti di carattere
generale o altri patrimonio delle versioni
precedenti. Ma la cosa più interessante
è il nuovo orientamento di questo pro¬
gramma verso Internet e verso le esi¬
genze sempre più avanzate realistiche
degli utenti e dei progettisti delle pagi¬
ne WEB. ShockWave, questo il nome
della sezione dedicata al problema, per¬
mette passo passo, ma con la rapidità
offerta dai più moderni tool di creazione
delle pagine attualmente disponibili, di
realizzare sofisticate pagine con hyper¬
link complessi, combinazione di imma¬
gini di formato diverso in modo da com¬
penetrare esigenze differenziate, indi¬
cizzare colori e forme, realizzare imma¬
gini trasparenti o link poligonali. Il tutto
Alcune immagini rica¬
vale dal CD di mstalla-
366
MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997
FontoGrapher,un pa-
kage ben noto ai no¬
stri lettori.
ovviamente eredi¬
tando parti o com¬
plessi realizzati in
xRes, con tutte le
possibilità intrinse¬
che (un esempio
per tutti; le opzioni
della matita sono
addirittura una die¬
cina) che vanno
dalla concentrazio¬
ne del colore, al
verso di scrittura,
alla opacità, alla
spaziatura delle
particelle di colore lasciate dal pennello
o dal carboncino, al bleed (possibilità di
spandere particelle del colore al di fuori
del tracciato principale, come avviene,
talora, con pastelli dalla punta grossa o
dalla mescola tenera). E' evidente, quin¬
di, come sia facile realizzare effetti spe¬
ciali sempre più avanzati, vera gioia e
delizia delle pagine WEB, specie duran¬
te il caricamento.
Prima di chiudere, una occhiatina ai
filtri; xRes supporta, di serie, una buona
dose di filtri forniti col pacchetto: blur,
che può essere gaussiano, di base, in
movimento o radiale, sharpening, fina¬
lizzato al miglioramento del contrasto,
aggiunta di disturbo (noise-rumore), di¬
storsione, dal cilindro fino al fish-eye,
stilizzazione, diffusione, solarizzazione.
Ma la cosa più interessante è che xRes
accetta plug-in realizzati per Photoshop
da altri produttori, come Kai’s Power
Tools e Gallery Effects.
FontoGrapher 4.1
Pacchetto di tradizioni vecchissime
(comparve praticamente allappante del¬
la prima LaserWriter, la gloriosa I forma¬
to vascello da arrembaggio) è l'editor di
caratteri più sofisticato ed elegante che
si possa immaginare. Acquistato da Alt-
sys, che lo aveva realizzato e commer¬
cializzato fin dal lontano 1985, è fermo
alla versione 4 da ben quattro anni, pro¬
babilmente perché è ben difficile imma¬
ginare nuove caratteristiche da include¬
re. Al contrario di pacchetti similari, FG
è un editor completo di caratteri, siano
La finestra di editing di
un carattere, con / relatb
vi controlli
essi in bitmap, in ou-
tline, e in tutti i for¬
mati attualmente di¬
sponibili, dal più co¬
mune TrueType ai
font vettoriali, e que¬
sto nell'ottica di di¬
verse piattaforme,
compreso NEXT e
SUN. Con FG, di cui
abbiamo offerto le
prove di tutte le ver¬
sioni, dalla 0.9 (quan¬
do era ancora una
betal fino alla odierna, passando talvolta
anche attraverso versioni minori, se
particolarmente interessanti, si possie¬
de un controllo completo dei caratteri,
con possibilità di intervento mirato o
globale su valori di spessore, inclinazio¬
ne, blending, risorse KCHR, inserimen¬
to o eliminazione di grazie, utilizzo di
penne calligrafiche, crenatura automati¬
ca e non, autotracing, campionatura di
caratteri da un documento di scansione,
per creare scritture personali, e cosi via.
I font possono essere salvati in tutti i
formati, e, solo per Macintosh, possono
essere realizzati font Multiple Master.
E' possibile, inoltre, costruire caratteri
di tipo embedded, con visualizzazione
della scrittura originale anche su mac¬
chine che non hanno quel particolare
font installato in sistema Ancora, è
possibile realizzare caratteri speciali,
usualmente inseriti nella codifica da 129
ASCII in poi, e, grazie alla completa ge¬
stione dello spazio utile del carattere, è
possibile assegnare a un tasto o a una
combinazione di essi immagini, firme
elettroniche, o logo di aziende o studi
realizzati con altri package.
Conclusioni
Concludiamo quindi la prova di uno
dei pilastri del mondo Macintosh affer¬
mando. senza possibilità di smentita,
che FH Graphic Studio è uno dei più po¬
tenti strumenti di grafica esistenti al
mondo. Versatile, utilizzabile egualmen¬
te dal professionista e dall'utente occa¬
sionale, immediato e oggi anche velo¬
ce. dotato di una documentazione tec¬
nica, su carta e in linea, di prim'ordme.
continua la tradizione del primo pac¬
chetto che, allorché comparve, stabili,
de facto, lo standard per questo am¬
biente di lavoro Oggi arricchito da un
motore tridimensionale, da un attento
orientamento verso il mondo Internet,
e con, come buona giunta, un pacchet¬
to come FontoGrapher, aspetta solo di
essere sposato a una macchina di leva¬
tura elevata per tirare fuori gli artigli e
dimostrare cosa è capace di fare. Diffi¬
cile, davvero, fare di meglio, e con me¬
no fatica
KB
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
367
Produttore:
Software Architecls Ine
19102 North Creek ParkWay «101
Botheìl, Washington 980 11 -8005 - USA
|nup://www.so(iarcn.conl
le-n l iailsui)po'P5oll:in. | . l ....n|
Distribuito in Italia da:
LEAD srl - Via C Battisti. 3
21045 Gazzada Scranna «VAI
Tel. 0332/870780
prezzo UVA esclusal L 160 000
migliora praticamente tutte le prestazio¬
ni presenti nei diversi pacchetti, con un
occhio particolare al mondo di Windows
95. nel quale alcune delle applicazioni
nominate si trovano, per essere legger¬
mente datate, non proprio a completo
agio.
DOS Mounter, cosa fa
e come funziona
DM95 monta automaticamente di¬
schi DOS sul desktop di Mac. Con que¬
sta utility gli utenti Mac posso leggere,
scrivere, trasferire file DOS, Windows
3.X e Windows 95 con la stessa meto¬
dologia adottata per i file Mac L'inter¬
faccia e le tecniche di trasferimento e
lettura sono del tutto trasparenti. In tal
modo è possibile:
- leggere dischi DOS, incluso floppy
HD, dischi magneto-ottici. Syquest.
Bernuolli, Zip e Jaz e altri media removi-
bili;
- aprire direttamente file DOS. Win¬
dows 3.0 e Windows 95;
- mappare e ricordare estensioni di
questi tre sistemi operativi, per poter
lanciare automaticamente le applicazio¬
ni Mac corrispondenti o compatibili;
- "vedere" nomi di file Win95 nella
loro configurazione estesa, e/o i loro
equivalenti in formato Mac o DOS;
- copiare file su dischi DOS per esse¬
re usati su un PC.
- preparare media rimovibili per usarli
su altre piattaforme.
In addizione a tutte queste caratteri¬
stiche DM95 può creare, su dischi an¬
che removibili di adeguata capacità, par¬
tizioni destinate ad ambedue i sistemi
DOS Mounter 95
di Raffaello De Masi
Un vecchio adagio dice che il meglio
è nemico del bene; vero, verissimo, ma
questa regola si applica poco in infor¬
matica. Per la verità io l'ho applicata po¬
co anche nella vita; non pensiate con
questo che io sia uno che riesce a mi¬
gliorare qualunque cosa su cui mette le
mani, per l'amor di Dio. Anzi è il contra¬
rio! Generalmente mi imbarco a fare co¬
se di cui vedo l'inizio ma la fine è nasco¬
sta nella più fitta tenebra, e i esultati ri¬
specchiano quasi sempre questa solida
preparazione di base Ad esempio ho
deciso qualche settimana fa di sostitui¬
re da solo la cinghia di distribuzione del¬
la mia Mazda e mi sono ritrovato dopo
un paio di giorni in ginocchio davanti alla
macchina implorando la miracolosa Ma¬
donna di Montevergine luna famosa ab¬
bazia presso Avellino), cui nulla, a quan¬
to sapevo, è impossibile, di salvarmi dal
ginepraio in cui mi ero cacciato, con da¬
di sistemati in posti in cui nemmeno
Biancaneve avrebbe fatto arrivare le
sue piccole mani, bulloni e copiglie che
proliferavano senza ritegno, pezzi in più
sicuramente errore progettuale di que¬
gli ignoranti degli ingegneri giapponesi,
liquidi vari che colavano da ogni parte e
che, per tapparli, mi facevano sentire
come il protagonista di quella lettura
delle scuole elementari che tenta di fer¬
mare l'oceano che vuole passare attra¬
verso un forellino di una diga nei Paesi
Bassi.
Meno male che a qualcun altro le co¬
se riescono meglio In questo caso
Software Architects ha creato un pro¬
grammino che migliora le prestazioni di
altri pacchetti che, in tempi diversi e
con una cadenza piuttosto regolare, si
sono già visti e che, come funzione di
base, avevano lo stesso scopo, che poi
sarebbe quello di traslare file da e verso
altre piattaforme, specificamente DOS
e Windows. La cosa fa tornare in men¬
te utility come DOS-Translate, Soft PC,
PC-Exchange e altri di tal fatta, funzio¬
nanti più o meno bene e trasparente-
mente. DOS Mounter 95 raccoglie e
DOS Mounter 95
368
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
«■«mirilo ilf l wwlioll»
Q >CIum*
0 iw. *.«.*
0 Tmi*.
D
0
«wtonilon Mopping
Alcune Finestre di
Setup del program¬
ma
di periferiche SCSI. In questa ottica è
da notare una accurata gestione degli
attributi di partizione (una partizione può
essere anche esclusa dalla formattazio¬
ne e dalla utilizzazione, ad esempio per
essere usata, in caso di indecisione, in
un secondo tempo) Queste poi posso¬
no essere "locked" e rese read-only,
né più né meno come quando si apre lo
sportellino dei floppy Una partizione,
ancora, può essere resa bootable e il
contenuto può essere cancellato com¬
pletamente senza per questo eliminare
grandezza e tipo di formato,
E non basta; DM95 permette di ese¬
guire un test accurato del drive e delle
partizioni, in tre modi diversi; verifica
ECC (Error Correction Codes), verifica di
sola lettura, e test distruttivo, in cui un
pattern viene scritto su disco, viene ri¬
letto e poi confrontato con l'originale Di
ogni test il pacchetto fornisce un report.
che può essere salvato per un successi¬
vo confronto.
^ Vi $4»
;o Installer. DM95
| j è pronto per esse-
ie utilizzato, esso
1 è composto es-
serialmente da
un INIT e da un
Pannello di con¬
trollo. Il provvedimento è abbastanza si¬
mile a quello dei pacchetti della concor¬
renza, fatte salve numerose piccole e
grandi facility, che rendono piacevole la
vita. Ad esempio, esiste già una lista
preordinata di estensioni DOS ricono¬
scibili e per quelle non presenti non oc¬
corre digitare nulla; in una apposita fine¬
stra si trascina il file sull'applicazione
che dovrà aprirlo, e il pannello ricorderà,
d’ora in poi, la corrispondenza
DM95 permette di formattare dischi
MS-DOS usando un motore che non è
quello del sistema operativo. Ancora, il
manuale contiene una utile guida di rife¬
rimento incrociato tra le estensioni PC e
i riferimenti [Type] e [creator] specifici
di Mac. Ancora Multimounter permette,
finalmente, di gestire al meglio partizio¬
ni diverse su dischi esterni e removibili
ricordiamo, infatti, che purtroppo non
tutti i driver che accompagnano i media
sono conformi alle specifiche Apple:
DM95 formatta e partiziona pressoché
qualunque memoria di massa secondo
le più rigide specifiche Mac. Lo stesso
dicasi per Multiformatter, la bella utility
per la formattazione, anche composta,
operativi. Nella utility di partizione è
compresa anche una routine che testa il
disco; è garantita l'assoluta integrità del
trasferimento dei dati.
Una volta sistemato su disco col soli-
Sostituisce PC Exchange di
sistema operativo, offrendo
qualche opzione in più e una
libreria di estensioni DOS
abbastanza accurata
Buono il supporto via e-mail e
Internet, dove si può
scaricare gratuitamente
l'ultimo upgrade disponibile.
Conclusioni
DOS Mounter 95 e una eccellente uti¬
lity che sostituisce egregiamente quella,
analoga, supportata e fornita col sistema
operativo. E' più efficiente e possiede
migliori caratteristiche (ad esempio per¬
mette, dove possibile, di definire il fatto¬
re di interfoliazione tra settori). Comple¬
tamente trasparente per l'utente, pos¬
siede già numerosi settaggi relativi alle
estensioni proprie dei più diffusi file MS-
DOS. Un prodotto di buona qualità che
rende ancora più pratico l'ambiente di si¬
stema operativo.
Erraticamente si verifica
qualche conflitto con porzioni
di Now Utilities, che
costringono a spegnere
almeno una di queste CDEV
CV»
0
c**
tó!ciw*j IO
CV*.
*• K2 CI»MV>rt| I 0
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co»
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cz
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O 04 •
nM.rw*
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
369
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Andrea de Prisco
La scatola musicale
Da quando il lettore di CD è diventato un elemento standard tra le
periferiche dei computer si assiste alla strana conseguenza per cui una
persona, dopo aver speso una fortuna per acquistare un impianto stereo
di altissima qualità, finisce per ascoltare i CD dalle casse del computer.
La qualità è generalmente appena appena passabile ed è oltretutto
offuscata dai soliti rumori che provengono dal ventilatore e dal disco
interno del Mac. Ciononostante questa esperienza deve essere molto
diffusa, almeno a giudicare dalla quantità di programmi che vengono
scritti proprio per gestire il CD interno come Juke Box.
di Valter Di Dio
CD Equalizer
• Genere: Utility Audio.
Shareware 20$
• Nome File:
digital-equalizer-20-ppc.hqx
• Autore: Huben Consulting Ine.
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
Ascoltare un CD
audio dal drive interno del Macintosh
può essere nello stesso tempo un’espe¬
rienza eccitante e frustrante. Al piacere
di ascoltare il proprio autore preferito,
mentre si lavora al computer, si associa
il dispiacere per un audio ben lontano da
quello del più economico hi-fi.
Grazie a questo equalizzatore a 27
bande le cose possono cambiare note¬
volmente. E' pur
vero che gli alto¬
parlanti interni e
l’amplificazione
del Mac non
saranno mai
"ideali'', ma alme¬
no potremo dare
un po' piu di
potenza ai bassi e
un po' di presenza
ai medi.
L'uso è imme¬
diato. si apre l'e¬
qualizzatore e si
inserisce un CD
audio. Il mini Pla¬
yer incorporato
permette di ascol¬
tare la musica mentre un click sulle
barre relative alle 27 bande di frequen¬
za permette di modificare sensibilmen¬
te la gamma audio. Le impostazioni
preferite possono essere salvate, e poi
richiamate, grazie ad una comodissima
pulsantiera con sette preset CD
Equalizer può funzionare anche in abbi¬
namento ad un qualsiasi altro CD-
Player. La registrazione del programma
attiva anche la possibilità di filtrare il
"cantato” e mixare il microfono per
ottenere un comodo Karaoke da qual¬
siasi CD
370
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
PD-SOFTWARE ■
CD-Namer
• Genere: Utility CD-Audio,
Shareware 5$
• Nome File: cd-namer-209.hqx
• Autore: Christoph Schaffhauser
(cschaffhauser@datacomm .eh)
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
Magari non tutti
se ne sono accorti, ma il lettore di CD-
Audio che fa parte del System 7 con¬
sente di associare a ciascun CD un titolo
ed una lista dei brani in esso contenuti.
Al reinserimento del medesimo CD il
Player riconosce automaticamente il
CD e ricarica le informazioni relative.
Effettuare però
l'inserimento e la
modifica diretta-
mente attraverso il
CD-Player è piutto¬
sto scomodo. Con
CD-Namer potrete
editare il file che
contiene l'elenco
dei CD conosciuti
dal Player in un
modo molto più
naturale e senza la
necessità di carica¬
re il CD nel lettore.
Potrete quindi
usare la lista anche
come archivio dei
CD e potrete importare ed esportare la
lista in modo da integrarla con quelle di
altre persone
è MPEGAud
• Genere: Utility Audio.
Freeware
• Nome File: mpeg-aud-IO.hqx
• Autore: George Warner
)warnerqt@alott.att.com|
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
Il formato audio
MPEG si basa su degli algoritmi di
compressione molto efficienti che
permettono di eliminare quella parte
di informazione audio che il nostro
orecchio non sarebbe comunque in
grado di percepire. L'algoritmo MPEG
esiste oggi in tre versioni via via piu
raffinate, la I, la II e la III Ciascuna con
una efficienza maggiore ed una qualità
audio superiore a quella della versione
precedente. Purtroppo anche la com¬
plessità dell'algoritmo aumenta con il
tipo e quindi questo programma fun¬
ziona solo fino all‘MPEG2. MPEGAud
converte un suono MPEG2 in AIFF e
viceversa. Grazie al DragSDrop fa
tutto m automatico. Il guadagno di
spazio è particolarmente sensibile, la
qualità audio, almeno sentita dagli
altoparlanti del Mac. del tutto compa- =
rabile.
^.....
è SndConverter Pro
• Genere :Convertitore Suoni,
Shareware 25$
• Nome File:
snd-converter Pro-23.hqx
• Autore: Dejal Userware
(dejal@pobox.com)
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
SndConverter Pro converte in batch
gruppi di file di suoni da un formato ad
un altro. Permette di cambiare anche
la compressione, la frequenza di cam¬
pionamento. la parola (8 o 16 bit) e fil¬
tra i nomi per adeguarli, ad esempio, al
formato 8 + 3 del mondo MS-Dos.
Converte oltre ai soliti AIFF (lisci o
compressi) e System 7, anche i forma-
ti di SoundEdit, Sound Mover,
HyperCard Funziona con il classico
Drag&Drop ed è possibile trascinare
altri file sull'icona di SndConverter
anche mentre sta già processando altri
suoni.
A
(om*i*rtinq a nnqle tound.
fip«tr «ritti • lonwiwoo fai mal.
NIFI or NIFI-( Dot umani*
kTI (Audio Inlmhongr Fik Format.onc round per file)
_ Sound! dii”’ Documenti
QJp (round in fcrdal* fcuk.On* round p«- Itk)
* <\«md por filo)
O 61 «».M» »«•****«
u pj tinM.ìpw’Mim.
O ffil H» 1 *» .Munto»-
o@|
□ MOV. augln.l lo Ih. li.ih II lauri.".
1 Oo"°"V )
MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997
371
■ PD SOFTWARE
HMD lrtt HoHWfl
•nord *gump«
liOik: [F] »o<Je Dui: |p [ fr
«•ri: [F]nu« [i~]wc [i 1 rr
Audio CD:
Irack I» 15:081
Irock 14 15:121
link »5 14:261
lr*ck 16 15:181
Irack 17 17:541
Irock 18 12:51»
Trotk 18 15:52»
Irock 20 15:721
Irock 21 12:50»
Irock 2 2 11:55»
Irock 25 12:50»
fio Frole» oocoi
lampi* Hale: #44100 11/
022050 8/
o M823 Ut
lampi* tiro: #16 811
Oim
CDToAIFF
• Genere: Convertitore Audio,
Shareware 10$
• Nome File: cd-to-aiff-12c.hqx
• Autore: Tim Kask
|tyra@physik-rzu umzh.chl
• Reperibilità Internet:
ht1p://hyperarchive.lcs.mit edu/
HyperArchive.html
Vi sarà senz'altro
capitato di avere un brano su CD e di
volerlo trasformare in un file, magari
per metterlo come sottofondo alla
vostra home-page; bene CDToAIFF è
proprio il programma che fa per voi.
Direttamente dal
CD (Apple 300, 600
o interno) è possibi¬
le ottenere un file
AIFF senza alcuna
perdita di informa¬
zione (attenzione, 3
minuti di musica
stereo a 44.1 KHz
creano un file da 30
Mega!).
L'operazione
avviene in tempo
reale e congela
qualsiasi altra atti¬
vità del Mac, ma il
risultato è esatta¬
mente il contenuto
binario del CD.
Un pannello di
selezione permette di scegliere le
tracce da estrarre, dopodiché il tutto
funziona in modo del tutto automati¬
co.
* Sound Sculptor 1.1.1
• Genere: Utility Audio,
Shareware 30$
• Nome File:
sound-sculptor-lll.hqx
• Autore: Jeff Smith
(CompuServe: 74353,3243)
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
Sound Sculptor è
un editor di suoni grafico e di alta qua¬
lità. Sia l'aspetto che l'uso sono quelli
di un classico, solido e intuitivo pro¬
gramma Macintosh. Decine gli effetti
e i controlli, dal classico eco e riverbe-
• ConvertMachine
• Genere: Convertitore Suoni.
Shareware 10$
• Nome File:
convert-machine-111 .hqx
• Autore. Rod Kennedy
(rod@kagi.com)
ro ai sofisticati
LFO e inviluppo.
Oltre che editare
suoni preesistenti.
Sound Sculptor
può generare
nuovi suoni grazie
agli oscillatori, ai
filtri e agli invilup¬
pi; esattamente
come un qualsiasi
sintetizzatore a
LFO. Il suono ri¬
sultante può es¬
sere sia quello
generato interna¬
mente sia un mix
o un inviluppo tra
suoni esterni e
suoni sintetizzati.
Lo strumento
"penna" permet¬
te anche di correggere a mano o inse¬
rire puntualmente singoli campioni
• Reperibilità Internet:
http ://h y perarchi ve. Ics. m it. ed u/
HyperArchive.html
Si tratta
principalmente di un converti¬
tore da far girare in back¬
ground. La quantità di formati
riconosciuti è impressionante
sonori Può editare suoni anche men¬
tre li sta riproducendo
e oltre al cambio di formato permette,
sempre in modo completamente
Vwc" 1 1.1 1996-1997
372
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
PD-SOFTWARE ■
''unattended”. di modificare la com¬
pressione. il campionamento e il
mono/stereo dei file da convertire.
Non è importante sapere il formato del
file in ingresso, tutto quello che serve
è di comunicare al programma quale
dovrà essere il formato in uscita e le
opzioni relative. Converte file Finder
Sound (sfili. AIFF. WAVE. AU p-law e
lineari, QuickTime Audio (Movie) e
Sound Designer II. Il risultato può
essere inviato automaticamente ad un
Player predefmito. Necessita almeno di
QuickTime 2.1 e Sound Manager 3 1
Per qualsiasi informazione basta riferir¬
si al completissimo Balloon Help (chis¬
sà perché sono cosi pochi i programmi
che lo utilizzano?).
è MacMikMod
• Genere: Player MOD,
Freeware
• Nome File.
mac-mik-mod-30.hqx
• Autore: Dmitry Boldyrev
tdemos@komkon org]
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
I file MOD sono
una delle migliori eredità dell'Amiga.
Con quattro oscillatori (nella versione
base Amiga) e la possibilità di includere
nel file le forme d'onda da risintetizza¬
re, il file MOD si pone a metà strada tra
il MIDI e il Sound. Nel primo caso ven¬
gono registrate solo le azioni, nel
secondo solo il
risultato II file
MOD contiene il
minimo di en¬
trambi, consen¬
tendo un'ottima
musicalità e un
controllo preciso
del risultato indi¬
pendentemente
dalla piattaforma
MacMikMod è un
semplice ma fun¬
zionale Player
MOD ispirato a
quello scritto da
J e a n - P a u I
Mikkers per IBM
PC. Legge e ri¬
produce file
MOD nei formati:
STM - Scream Tracker 2.x MOD - ProTracker
S3M - Scream Tracker 3 x ULT - UltraTracker
MTM - MultiTracker XM - FastTracker II
:
* SoundMachine
• Genere: Sound Player,
Shareware 10$
• Nome File:
sound-machine-270.hqx
• Autore: Rod Kennedy
(rod@kagi.com)
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
SoundMachine è
un Player semplice e funzionale utile
in tutti quei casi in cui occorra un pro¬
gramma semplice, piccolo ma versati¬
le SoundMachine legge i più diffusi
formati come p-
law (p-law), AIFF.
SDII e WAVE
Ha una interfac¬
cia molto leggera
e minimale ed è
quindi particolar¬
mente adatto per
essere utilizzato in
congiunzione con i
Web Browser.
Il fatto di essere
una versione FAT
gli consente di
girare al meglio
sui PowerPC e di
funzionare anche
sulle macchine
68k
Necessita del
System 7 e preferi¬
bilmente del So¬
und Manager 3.2 e di QuickTime 2.5
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
373
coordinamento di Andrea Suatoni
Amiga F/X
Oggetti virtuali in scenari reali
Torniamo finalmente a parlare di grafica 3D ed effetti speciali, e lo facciamo
con un progetto che è la copia speculare di quelli dedicati aH'inserimento
di attori reali in scenari virtuali. Vedremo infatti come realizzare l'effetto
inverso: l'inserimento di un
elemento in computer grafi¬
ca aH'interno di una immagi¬
ne (o ripresa) del mondo
reale.
di Massimiliano Marras
Come al solito, la luce
Abbiamo badato cosi spesso dell'im¬
portanza della luce, che ritornare sull'ar¬
gomento sembra quasi uno spreco di
tempo Eppure, continuiamo a vedere
con dispiacete immagini ed animazioni
realizzate con perizia ma con un assolu¬
to disprezzo per le piu elementari
norme di illuminazione della scena. Da
un lato questo può essere giustificato
con il fatto che al crescere del numero
delle luci presenti nella scena, anche il
tempo di rendering cresce esponenzial¬
mente, ma come è noto 'there is no
thing such as a free lunch', non esisto¬
no pasti 'gratis' Se si desiderano risul¬
tati professionali, è indispensabile
accettare tempi di calcolo proporzional¬
mente maggiori Se questo è già vero
per quanto riguarda le immagini e le
animazioni tradizionali, quando rivolgia¬
mo la nostra attenzione alle delicate
operazioni necessarie per integrare
computer grafica e immagini reali,
porre una cura particolare nello studio
della luce diviene una condizione impre¬
scindibile. Le tecniche che abbiamo illu¬
strato in passato prevedevano tutte, in
modi diversi, una forma di manipolazio¬
ne del materiale girato per ottenere
una convincente fusione nella scena
virtuale. In altre parole, al materiale
ripreso dal vivo con una illuminazione
prevalentemente piatta e diffusa si
sommava una illuminazione virtuale
assai più caratterizzata ed incisiva, che
rafforzava l'illusione di fusione delle
diverse componenti Questa illumina¬
zione virtuale, rafforzata dalla presenza
di ombre studiate appositamente per
essere integrate con gli altri oggetti,
attenuava per così dire le inevitabili
dissonanze.
Nel caso del procedimento inverso,
questo non è più possibile
L'illuminazione virtuale non può
influenzare quella della scena reale.
che è definita al momento della ripre¬
sa. ed è quindi necessario porre una
cura particolare nella realizzazione del
parco luci virtuale affinché questo
somigli il più possibile a quello origina¬
le Diciamo subito che sperare di rea¬
lizzare una illuminazione realistica con
gli strumenti attualmente a nostra
disposizione è un'impresa non impos¬
sibile ma comunque poco concreta
Pensiamo alla complessità di una nor¬
male illuminazione artificiale d'ambien¬
te. con ombre, luci diffuse e colorate
dagli oggetti, riflessi speculari (che, a
differenza della computer grafica, por¬
tano la luce su altri oggetti) e altre
amenità. Ci sono ovviamente dei
metodi che permettono di ovviare a
374
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
questi inconvenienti, ma sono decisa¬
mente complessi e saranno oggetto di
un futuro articolo. Ci limitiamo a sugge¬
rire l'attenta osservazione di alcuni film
anche recenti (pensiamo a Batman 3,
ad esempio) dove una illuminazione
artificiale da fumetto contribuisce non
poco a mascherare i difetti di una com¬
puter grafica che, seppure di altissimo
livello tecnico, non convince sul piano
suggestivo. Oppure, ancora e in opposi¬
zione, l'eccellente lavoro svolto dagli
studios di Phil Tippet per Tremors 2. un
vero capolavoro di integrazione tra
computer grafica e realtà che funziona
proprio grazie alla scelta di un ambiente
tra i più semplici da simulare in compu
ter grafica: gli esterni di un deserto,
praticamente una condizione di illumi¬
nazione totale, dove le complesse inte¬
razioni di cui sopra svaniscono imme¬
diatamente e naturalmente. Rivolgiamo
quindi la nostra attenzione ad uno sce¬
nario piuttosto semplice, una ripresa in
esterni, ben illuminata, dove tenteremo
di integrare un oggetto semplice e con¬
sueto come può essere una automobi¬
le Anche per questo progetto faremo
ricorso a Lightwave, che rispetto ad
Imagine permette di definire più facil¬
mente degli oggetti particolari capaci di
ricevere ombre senza essere visualizza
ti nel rendering definitivo, permettendo
una efficace composizione con il mate¬
riale retrostante.
Prendiamo le distanze
Assumendo che si disponga del
modellino virtuale di una automobile,
possibilmente ben proporzionato, l'ope¬
ra di modellazione della scena può dirsi
quasi inesistente. Saranno infatti
necessari solo un paio di oggetti, sem¬
plicissimi piani da porre come riferi¬
menti per posizionare correttamente
l'automobile in rapporto con gli altri
oggetti (quelli veri) della scena
Incominciamo quindi con l'effettuare la
ripresa reale, che in questo particolare
caso potrà anche essere una semplice
fotografia. E' però assolutamente indi¬
spensabile che la ripresa o lo scatto
vengano effettuati da noi, e non si
ricorra a materiale già esistente
Perché questo? Perché cosi facendo
disporremo di un maggior controllo sul
tipo di ripresa, ma soprattutto potremo
conoscere esattamente le distanze e i
parametri di ripresa in modo da poterli
replicare con sufficiente precisione
all'interno di Lightwave. A questo
punto è necessaria una breve divaga¬
zione, relativa al complesso problema
del ’Perspective Matching" che è di pri
maria importanza quando si cerca di
far coesistere riprese reali e virtuali
Abbiamo già spiegato CUn digitalizza¬
tore 3D per volti umani') come, dispo¬
nendo di una vista stereoscopica della
scena, e di precisi punti di riferimento,
sia possibile ricavare le informazioni di
profondità da una immagine bidimen
sionale Cerchiamo adesso di trovare
un modo per adattare il piu possibile
l'inquadratura di
Lightwave con
una immagine
reale.
Posizioniamo la
nostra videocame¬
ra su un treppiede, possibilmente assi¬
curandoci che sia perfettamente in
piano grazie alla livella a bolla
Misuriamo con precisione l'altezza dal
suolo della macchina da presa e tema
mo da conto questo valore. Aiutandoci
con qualche riferimento oggettivo (ad
esempio le linee perpendicolari delle
piastrelle sul pavimento) cerchiamo di
inquadrare un oggetto che sia anche
esso dotato di evidenti punti di riferi¬
mento, ad esempio una libreria
Registriamo o acquisiamo direttamen¬
te questa immagine e quindi importia¬
mola dentro Lightwave come immagi¬
ne di background. Adoperando i valori
misurati precedentemente poniamo la
macchina da presa alla stessa altezza
della scena reale, perfettamente alli¬
neata, e creiamo un oggetto (un sem¬
plice piano è sufficiente) che rappre¬
senti la libreria mantenendo le propor-
Figura I
La scena senza la vettu¬
ra Notare l'allineamento
delle linee guida con l'im¬
magine di sfondo
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
375
r
zioni reali. Posizioniamolo quindi alla
distanza (reale) dalla macchina da
presa, ed osserviamo il risultato: ben
difficilmente l'immagine di sfondo e il
nostro piano sembreranno coincidere!
Eppure i valori sono corretti, sono esat¬
tamente quelli misurati. Il problema è
nella prospettiva, che deve essere
aggiustata Cmatching') fino ad ottenere
una perfetta fusione. Agiamo quindi
sullo zoom, fino a che i contorni del
nostro piano non giungano ad essere
perfettamente allineati con quelli del¬
l'immagine di sfondo e salviamo quindi
il tutto. A questo punto disponiamo
della scena 'registrata' o 'accoppiata' e
possiamo con tutta sicurezza aggiunge¬
re oggetti complessi (purché si man¬
tengano le proporzioni) e muoverli
senza che essi appaiano fuori posto.
irreali, o incollati senza criterio.
Ovviamente il metodo appena
impiegato è sufficiente solo per scene
assolutamente semplici, nelle quali la
macchina da presa sia perfettamente
perpendicolare alla scena, e gli oggetti
da integrare non presentino profili irre¬
golari o peggio ancora curvi (come
appunto la carrozzeria di un'automobi¬
le!) perché in questi casi sarebbe prati¬
camente impossibile effettuare a
mano con un minimo di precisione l'al¬
lineamento. Una soluzione al proble¬
ma degli oggetti complessi, peraltro
molto usata anche in ambito profes¬
sionale, consiste nel ricorrere ai boun-
ding box degli oggetti stessi.
Trattandosi di forme regolari, è molto
più semplice allinearle alla scena, e
una volta fatto questo si può essere
certi che anche l'oggetto complesso
che essi racchiudono risulta allineato.
Ben diverso è il discorso per quan¬
to riguarda la macchina da presa
Ignorando per il momento la possibi¬
lità che si disponga dei dati reali di alli¬
neamento e posizione (come avviene
invece nel caso di sistemi di punta¬
mento e motion control) è indispensa¬
bile fare ricorso a una forma di sempli¬
ficazione allineando non più un piano
di riferimento all'immagine di sfondo,
ma mantenendo l'oggetto fermo sul
posto e cambiando l'orientamento
della macchina da presa fino ad otte¬
nere un risultato soddisfacente
Questa è esattamente la tecnica che
adopereremo per integrare l'automo¬
bile nell'immagine reale da noi cattu¬
rata.
Immaginando 1997:
Visioni di g itali dell'Etruria
la quarta edizione della manifestazione di
Computer-Grafica
A
nche quest'anno il Comune di Grosseto ed il Circolo
di Cultura Informatica 'Binary
Digit' organizzano
Immaginando, la manifesta¬
zione-concorso di compu¬
ter grafica che anno dopo
anno riscuote sempre
maggiori consensi. La
piu significativa novità
dell'edizione 1997 è
senz'altro rappresentata dall'evolu
zione del concetto di concorso a tema (ricordiamo che lo scor¬
so anno il tema era "Musica e Pixels') in qualcosa che vuole
avvicinare, diremmo trasversalmente, gli artisti al concorso
Tema del concorso è infatti 'Visioni digitali dell'Etruria', e questo
radica fortemente le opere nella realtà e nella storia della
maremma grossetana L'organizzazione considera questo il
primo progetto di 'catalogo culturale e turistico di una regione
ad alto contenuto storico-archeologico' e quel che è certo è che
si tratta di un significativo passo in avanti verso il superamento
di quell'evidente dilettantismo che affligge la maggior parte
delle opere in computer grafica che partecipano alle manifesta¬
zioni più popolari Altra novità e l'annullamento della distinzione
di categoria tra immagini 2D e 3D. mentre anche per quest'an¬
no non è prevista l'apertura alle animazioni.
Per permettere comunque la partecipazione anche agli artisti
che non desiderassero cimentarsi su un tema specifico, è pre¬
sente una seconda sezione a tema libero. Unitamente al bando
di concorso, viene fornita una locandina contenente 100 imma¬
gini di siti archeologici e reperti che possono costituire uno
spunto per la realizzazione di immagini originali destinate a par¬
tecipare nella categoria a tema. La documentazione è disponibi¬
le anche via Internet o comunque telematicamente attraverso il
BBS del circolo Binary Digit. Naturalmente non esistono restri¬
zioni in merito alla piattaforma scelta per la realizzazione delle
Per maggiori informazioni
Immaginando '97
Via dei Gracchi 25
58100 Grosseto
Tel /Fax 0564-454881
e-mail: I diqifg q ol.grosseto .i)
trttp7/www gol qrosseto.it/Dinarv.ntnT
Italia Net BBS
+39-564-496161
+39-564-496562
+39-564-472021
(fast login Immagina 1997 password immagina)
immagini, anche se i sup¬
porti magnetici dovranno
tassativamente essere
in formato MS-DOS,
AmigaDOS o
^Macintosh. Il ter-
Pmine ultimo per
la presentazione
delle opere è il 31
Agosto 1997 Una
giuria qualificata si
occuperà di assegnare
tre premi alle opere
della categoria a tema,
mentre il voto del pubbli¬
co determinerà il vincitore
della categoria a tema libero.
I valore complessivo dei premi è di tre milioni e mezzo di lire
Come nelle precedenti edizioni, le opere verranno esposte nella
suggestiva cornice del Cassero Mediceo di Grosseto dal 19 al 26
ottobre 1997 La premiazione avrà luogo domenica 26 ottobre.
376
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
In pratica
Facendo riferimento alla figura 1 pos¬
siamo vedere una possibile soluzione al
problema La macchina da presa è stata
posta ad una altezza approssimativa¬
mente identica a quella della ripresa
reale, ed anche la distanza dal soggetto
coincide. Sfruttando il puntamento al
Null-Ob|ect visibile al centro della
scena, ruotiamo la macchina da presa
finché non assume un orientamento
che permette alle linee di riferimento
dei piani di coincidere quasi perfetta¬
mente. Possiamo notare come i piani
che simulano lo scalino del cortile si
intersechino e siano più o meno allinea¬
ti alle linee della griglia di riferimento.
Questo è molto importante: se infatti ci
limitassimo a ruotare gli oggetti,
potremmo si ottenere un risultato simi¬
le. ma il movimento degli oggetti non
sarebbe più allineato con gli assi, com¬
plicando enormemente qualsiasi tentati¬
vo di animazione In figura 2 vediamo la
stessa scena con l'aggiunta del veicolo,
che non ha richiesto alcun genere di alli¬
neamento particolare: l'unica restrizione
è che le gomme poggino esattamente
sul piano che simula l'asfalto (altrimenti
l'ombra apparirebbe sollevata) e che
l'automobile non oltrepassi il gradino
rappresentato dal secondo piano. Prima
di rivolgere la nostra attenzione all'illu¬
minazione. osserviamo la figura 3 che
mostra la stessa scena di prima ma
include anche la macchina da presa
Adesso è decisamente più evidente il
puntamento e conoscendo il luogo di
ripresa sarebbe estremamente facile
‘riempire i vuoti" mentalmente e ren¬
dersi conto che in effetti tutto corri¬
sponde. Se Lightwave permettesse di
lavorare con più macchine da presa
Figura 2 .
La scena con
anche l'automobi¬
le. una volta alli¬
neate le linee
guida anche II vei¬
colo e allinealo.
separate, sarebbe per¬
sino possibile adopera¬
re lo stesso ambiente
con diverse sequenze
di sfondo, permetten¬
do un montaggio
incrociato della stessa
scena da diversi punti
di vista, un vero tocco di classe che
aumenta enormemente il realismo del
prodotto finito
Dedichiamoci quindi alla parte più
complessa e più gratificante l'illumina¬
zione della scena Abbiamo già detto
che una ripresa in esterni semplifica
enormemente il nostro compito.
Infatti, osservando le ombre portate
dell'Immagine acquisita possiamo facil¬
mente determinare la posizione del
sole in quel momento. Esso è in alto,
sulla sinistra e davanti della macchina
da presa. Proprio in quel punto posizio¬
niamo una luce spot, adattando legger¬
mente il colore all'illuminazione della
scena. Questa luce spot deve poter
proiettare ombre e saranno proprio
queste ombre a dare realismo ed inte¬
grazione aH'immagine. I pian di riferi¬
mento. infatti, non verranno in alcun
modo visualizzati, se non dove cade
una porzione di ombra dell'automobile
Questo si ottiene atti¬
vando il modo
Shadow Alpha dal
pannello dei materiali
ed assegnando un
colore bianco puro
Figura 3.
La scena, vista dal
di fuori, mostra
anche la macchi¬
na da presa
MCmicrocomputern. 174 - giugno 1997
377
all'oggetto. Il risultato? Invece di limi¬
tarsi a colorare più o meno intensa¬
mente di scuro l'oggetto, l'ombra
determinerà anche la percentuale di
composizione tra
l'oggetto e lo sfon¬
do Di conseguen¬
za. tanto maggiore
sarà l'illuminazione sul punto e tanto
minore sarà la presenza dell'oggetto
nell'immagine calcolata. In questo
modo dove l’automobile non proietta
ombra, avremo l'immagine di sfondo,
cioè il cortile, e dove la proietta avre¬
mo una miscelazione tra un colore gri¬
gio (il piano bianco, scurito dall'ombra)
e l'immagine di sfon¬
do... ottenendo esat¬
tamente ciò che desi¬
deriamo un'ombra
portata sulla scena
realel Naturalmente
questa tecnica può
essere resa assai più
efficace creando degli oggetti di riferi¬
mento molto più complicati, che
seguano i contorni di elementi di sfon¬
do, in modo da dare una maggiore illu¬
sione di tridimensionalità (si pensi alla
proiezione delle ombre sui monumenti
in ’lndependence Day") Da ultimo, si
tratta di regolare la luce d'ambiente in
Lightwave in modo tale che sia simile
all’illuminazione riflessa dalla scena, e
poiché questa contiene prevalente¬
mente tinte azzurre e verdi, privilege-
remo appunto queste ultime E' bene
notare come questo sia rilevante quasi
solo per il piano destinato a ricevere le
ombre, e non per l'automobile che
invece riceverà la maggior parte dei
propri riflessi da una mappa di ambien¬
te. Come è ovvio questa mappa d'am¬
biente è esattamente la stessa scena
che si usa come sfondo, anche se si
potrebbero ottenere risultati assai
migliori facendo ricorso ad uno pseu¬
do-cubo di riflessione (o a mappe di
ambiente cubiche, purtroppo non pre¬
senti in Lightwave)
A questo punto non resta che inizia¬
re ad effettuare rendering di prova,
modificando via via le luci in modo da
ottenere una ancora più difficile forma
di accoppiamento: quella dei colori.
Diciamo subito che nella maggior
parte dei casi l'accoppiamento è quasi
impossibile da ottenere all'interno dei
software di rendering, e si ricorre
anche in ambito professionale ad un
ritocco a posteriori dei diversi canali. In
questo caso abbiamo preferito mostra¬
re le immagini non ritoccate, che sono
comunque indicative del grado di com¬
posizione che è possibile ottenere. La
discrepanza maggiore può essere per¬
cepita confrontando il rosso spento e
azzurrato dell'automobile (reale) sullo
sfondo rispetto a quello vivo e squil¬
lante del modello virtuale La soluzio¬
ne? Ma ovviamente è quella di elimi¬
nare dalla ripresa reale il termine di
paragone! Ciò che per noi può risulta¬
re un utile elemento didattico, in una
produzione reale dovrebbe essere
rimosso o fisicamente (prima della
ripresa) o digitalmente in un secondo
tempo, ad esempio virandone il colore
verso qualcosa di meno dissonante
rispetto alla nostra vettura
/se
MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997
Figura 5
Un esempio ai renae-
ring con monon blur.
378
Figura 4
Un'altra versione
dell 'immagine caF
colata. Sicontronn
l'effetto di riflessio¬
ne sulla carrozzeria
con la foto d'aper
tura.
l ecmca,
installazioni,
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prezzi.
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spedizione e gestione del servizio. I programmi classilicati Shareware comportano da parte dell'utente l'obbligo morale di corrispondere all'autore un
contributo Indicato al lancio del programma
CODICE
TITOLO RIVISTA
CODICE
TITOLO RIVISTA
CODICE
TITOLO
RIVISTA
CODICE
TITOLO RIVISTA
WFR08
WORDY
mc113
AMCO 23 AMIPHONE
mc 166
MICO/15
MACWEB
mc158
IVlb-UUb e WINUUWS
W 3 R 10
BREEZE
mc 116
AMCO/24 MWM
me. 166
MICO/16
BBEDIT LITE
me 160
WPR/11
BOXER
mcl2l
AMCO'25 TELEMAKO
mc167
MICOSI 7
BBEDIT FTP
me 160
COMUNICAZIONE
W 3 R 12
FED
mc124
AMCO'26 SCATTI
mc169
M ICO'18
WEe COLOR
me 162
WPR/13
BOOKLET
me 136
AMCO 27 YAM
mcl7l
MICO/19
PAGE SPINNER
mclG4
COM 15
FORTE FREE AGENT
me 153
WPR/14
SLEEK
mc136
MICO/20
HTML VIEWER
mc!65
COM'17
REMINDER
me 163
WPR 15
AURORA EDITOR
mcl37
DATABASE
MICO/21
CINDY S HYPERCARD mc167
COM1B
NEWS EMAIL AUIO
me 166
M ICO/22
MACSOUP
me 169
OS/2
AMDBT2
SCICN
me 155
MICO/23
DECODER 1 1.3 FAT
mc17!
DATABASE
AM DB/13
BUD
me 157
AMDB 14
MCFILER
me 158
EDUCATIVO
DBS 44
NONSOLOCAP
mci59
OS2/OI
PROGRAM COMM. 2
mci55
AMDB 15
PDBASE
me 158
DBS4S
WINCCP
me 159
OS2/02
FILE MANAGER'2
me 155
AMDB 16
ALBIN MUI
mc 162
MIED'06
JUST POR KIDS
mcISO
DBS 46
FANTAPRO
mcl6l
OS2/03
ZAP O COMM
■nel 55
AMDB'17
EO
mcl 62
DBS 47
PRENOTAZIONE LIBRI
mcl6l
OS2 04
FILE COMMANDER
mc156
AMDB. 18
CD VOYAGER
mc 166
GIOCO
DBS 48
COINS & STAMPS
me 163
OS2'05
OS/2 COMMANDER
mc156
AMDB 19
ROLCMAN
mci 70
DBS49
DIGITAL DIARY
me 165
OS2/06
ZTREEBOLD
mcl56
MIGI94
ONSLAUGHT
mc158
DBS'50
COCKTAIL
mc168
OS207
FILEJET
mc156
GIOCO
MIGI/95
DOOM 1
me! 59
DBS51
LA BUONA CUCINA
mcl71
OS2 08
CONFIG.SYS
me 157
MIGI96
CRUNCH
me 159
OS2/09
PMVIEW
me 157
AMGI22
DEMON
me 156
MIGI97
DESERT TREK
mc159
EDUCATIVO
OS2/10
TASKBAR
mcl57
AMGI'23
FI GP-ED
mcl57
MIG198
MORPHION
mcl59
OS 2/11
ZIPSTREAM
me 159
AMGL24
TIMESHIFT
me 163
MtGI/99
PENTRIS
mc159
EDU/01
ABC FUN KEYS
me 103
OS2/12
YARN-2
me 159
AMGI25
HYDROCIS
me 165
MIGI/100
QUARTO*
me 160
EDU/04
GEOBASE
me 109
OS2-13
ROIDS
me 159
AMGI26
MANIAC BALL
mc17l
MICI'101
TRESSETTE
mcl61
EDU-05
CHIMICA
me 122
OS2/14
ZIP E UNZiP
mcl 60
MIGLT02
SKITTLES
mc163
EDU06
GEOG RAPANDO
mcl5?
OS2/15
WPS BACKUP
me 160
GRAFICA
MIG1103
KEY WACK
me 164
EDU.07
ECLIPSE
mci69
OS2/16
SOUPER8SOUP2SQ
me 160
MIGL104
MAC JONG
mclC4
OS2/17
FILE PHOENIX
mc161
AMGR'26 TAPECOVER
mc154
MIGI105
ROMI
mc164
OIOSO
OS2'18
9 LIVES
m C 161
AMGR/27 ICON DELUXE
mcl54
MIG1106
DELIRIUM
mc165
OS2/19
GAMMA! ECH
mc 161
AMGR 28 FRAPHIX
me 158
MIGL107
RCHESS
me 165
GIO'85
TOMBOLA
mc157
OS2/20
NPS WPS 1 81
me 162
AMGR'29 AMIFIG
mcl61
MIGL108
SUPER ROBOTS
me!67
GI0 86
DAMA DELUXE
mcl58
OS2/21
SCREENSAVER
me 162
AMGR 30 GUIBLOB
me 167
MIGI/109
INTERNET GAMIN3 Z
me 168
GIO'87
DERNIER
me 159
OS222
POPBIFF VI 1
me 162
AMGR 31
PICTUREMENU
me 167
MIGl'IIO
MUNCHIES 1 0.6
mc169
GIO'88
SIM BORSA
mci60
OS2/23
POST ROAD MAILER
me 163
AMGR’32 PHOTOALBUM
me 168
MIGLI II
SOLDIER OF THE SUN mc!7t
GIO60
SPACCA
me 162
OS2/24
POV
me 163
MIGL11?
RONK 1 4 3
mcl7l
GI090
LA LUNA NERA
me 166
OS2/25
GO BOARD
mc163
SPREADSHEET
MIGL113
GOPHER GOLF
me 172
GIO/91
GIOCO D'AZZARDO
me 174
OS2'26
YTALK 0.91 BETA
mc164
MIGL114
IMAGE MAPPFR
me172
OS2/27
PMMAIL 1 5
mc164
AMSP/03
MUIPROCALC
mcl58
MIGITI5
RESFORK KILLER
me 172
GRAFICA
OS2/28
NEOLOGIC NETW
mcl58
OS229
WEBWRITER
mc165
UTILITY
GRAFICA
GRF,28
PCXDUMP
me 149
OS2i30
iLINK'2
me 165
GRF 29
FOTOEFT
me 150
OS2/31
MAKMAN’2
mc165
AMUT 65
MIDNIGHT
mci58
MIGRI 9
TRANSPARENCY
mc151
GRF30
MASK
me 152
OS2/32
INTERCOM 3 12
me 166
AMU1/86
COPY-C
me 159
MIGH20
HOT ICONS
me 152
GRF.31
LABEL LA80RAT0RY
me 153
OS2/33
ZIP CONTROL 2.30
me 166
AMUT,87
SYSSPEED
mc 16 l
MIGR/21
MANDLE ACID
mc152
GRF 32
CBARlt
me 159
OS2/34
INFOLINE
me 166
AMUT 88
MCP
mc 161
MIGR/22
VIRTUAL
me 153
GRF 33
WARPOWER
mcl54
OS2/35
FLEETSTREET VI .17
mc167
AMUT 89
PLAY 16
mc 161
MIGR23
MERIDIANA
mc154
GRF 34
IPERWIN
me 173
OS2/36
JVIEW VI .0 E PRO
mc167
AMUT 50
BLACKS EDITOR
me 162
MIGR24
SHAREDROW
me 1 56
OS2/37
TOYLAND 10
mcl67
AMUT 91
MCP
me 165
MIGR/25
NIH IMAGE
me 160
MIDI
OS2/38
PROMINARE DESIG 5
me 168
AMUT’92
STARTMENU
me 165
MIGR.26
IMAGE WORKSHOP
me 160
OS2/39
PM COMMANDER 2.22 mc168
AMUT 93
DCF77
mc168
MIGR'27
JADE
mci6i
MSD.07
GESTIONE BASI
me 157
OS2/40
SIRTET 1.0
me 168
AMUT 94
ITAL
me 169
MIGR/28
ERIK S DESKTOP
me 162
MSDD8
JINGLE S JINGLÉ
mc161
OS2/41
KORN SHELL
me 169
AMUT 95
AMIBROKER
mcl69
MIGR'29
KNOT
me 162
OS2'42
KWQMAIL/2 1.21
me 169
AMUT/96
DECRITT
mc170
MIGR,30
GIF BUILDER
me 163
SPREADSHEET
OS2'43
PM-DUP
me 169
AMUT97
VIRUSZ
mc170
MIGRAI
FLl PLAYER
me! 65
OS244
NFNF 1.12
mc170
AMUT 98
XOPA
mcl7l
MIGR.32
PIXELCAT
mc165
SPDYM
ASEASYAS
mci32
OS2/45
WPTOOLS 1.9
mci70
AMUT 99
APLAYER
mcl72
MIGR33
LANDSCULPTOR 3D
mc167
SPD.05
SSHEET
me 139
OS2/46
MR EDITOR V 1.15
mc170
MIGR/34
BEVIEW 1 1
me 170
OS2/47
ELECTRONIC TELLER
mcl7l
VARIE
MIGR/35
PRINT TO JPEG 1 0
mcl 70
UTILITY
OS2M8
FONTFOLDFR3 0
mel7i
MIGR/3G
WFR CAI FNDAR 1 1
mel 70
OS2'49
PGP 2.6.31
mc172
AMVR92
BYTEMARK
melGO
MIGR<37
STARSHIPS 1 1
mcl 71
UTI/80
IDRAULICA
me 158
OS2/50
GNU EMACS 19.30 1
me 172
AMVR93
XTRUDER
me 160
MIGR'38
FOCUS MAJESTIC
mcl 72
UTI'81
VIRIT LITE
mclGS
OS2/51
RAR 2.0
mcl73
AMVR94
TYPEFACE
me 160
MIGFL39
LUNAR VIEW1.3
mcl 72
UT 182
WINDOWS COMMAND. mc168
OS2/52
HOME PAGE PUBLIS
mc173
AMVR95
BIGTIME
mcIBO
MIGR40
MOOVER
mcl 72
UTIE3
PC STADIO 2 0
me 170
OS2'53
EZ LINK 1.0
me 173
AMVR96
LOTTOFOBIA
me 162
MIGR/41
COCOMCP22
mcl 73
03254
INITOR 2.0
me 174
AMVR/97
FINDIT GUI
mcl64
MIGR/42
HVS COLOR 1.2.7
mcl 73
VARIE
OS2/55
MATHMATE 1.1
enei 74
AMVR'98
WAVEBLASTER GUIDE mc168
MIGR/43
COLOR SWAP
mcl 73
OS2756
FTP BROWSER 1.6
me 174
AMVR'99
PARALLELPORT TEST mc!68
MIGR'44
DROP SHADOW I 1
mcl 73
VAR35
MDIFF
mci6l
AMVR^OOMATHSCRIPT
me 171
MIGR/45
FRANK S COLOR
mcl 73
VAR86
ANAG
me 162
AMIGA
AMVR/101CHIMCAD
mcl72
MIGR'46
FROSTY 1.0
mcl 73
VAR'87
WEGTAROT
me 162
AMVR 102SVSPEED
mc172
MIGR/47
INDIA INK 1 3
mcl 73
VAR-88
CLOCK3D
me 163
MIGR48
DITHER 1 0
me 173
VAR 89
VINCOLI E REAZIONI
mc163
COMUNICAZIONE
MACINTOSH
MIGR/49
RETROSCAN10
mcl 73
VAR‘90
MUSICA ESTATICA
me 168
MIGR/50
TESSELATION
mcl 73
AMCO/18 GUI FTP
mcl63
MIGR/51
VITRIOL
mcl 73
WORDPROCESSOR
AMCOT9 VOYAGER
mc164
COMUNICAZIONE
AMCOI20 AIRMAIL
mc164
MIDI
WPR06
EDITOR
meno
AMCO'21 AMIPPP
me 164
MICO'13
INTERNET CONFIG
me 157
WPR07
NOTEBOOK
mc 1 l 2
AMCO/22 AMIRC
mc165
MICOT4
UUCD
mc157
MIDI'12
ZAK
mcl 58
380
MCmicrocomputer 174 - giugno 1997
CODICE
TITOLO
RIVISTA
CODICE TITOLO
RIVISTA
CODICE TITOLO
RIVISTA
MIDI. 13
MEGALOMANIA
mcl 61
MIVR/120 FLASHY CURSOR
mcl 72
MIVR/132 MPEGAUD
mcl 74
MIDI'14
ARNOLD'S MIDI
me 162
MIVR/129 KEYBOARD MENU
mcl 72
MIVR/133 CDTOAIFF
mcl 74
MIDI/15
MIDIGRAPHY
mcl 63
MIVR/130 CD EQUALIZER
mcl 74
MIVR/134 SOUND SCULPrOR
me 174
MIDI/16
MIOI/17
MIDPLAY 10.4E
MIDICHAOS 1.5
mcl 69
mcl 70
MlVR/131 CD-NAMER
mcl 74
MIVR/135 MACMIKMOD
mcl74
CODICE TITOLO
RIVISTA
MIVR/136 SOUNOMACHINE mc174
MIVR/137 CONVERT MACHINE mcl74
MIVR/130 SNDCONVERTER PROmcl74
MIVR/139 SHHH1 E SMADDUPI mcl 74
SPREADSHEE T
MISP.02 STOCK TREND
STACK
MISIC08 PLAY MOD BUNDLE
MtSK.09 GRIMOIRE
mcl 42
mc!4S
UTILITY
MIUTI/76
MIUTI/77
MI UT 1/78
MIUT1/79
MIUT1/80
MIUTI/81
MIUTL82
MIUTI/83
MIUTI/84
VARIE
MIVFV116
MIVRTI7
MIVR/116
MIVR'119
MIVRT20
MIVR/I2I
MIVR/121
MIVR/122
MIVR/123
MIVRT24
MIVR 125
MIVR/126
MIVRI27
CLIPFILER
TECH TOOL
RNDER WINDOWS
FONT FINDEH
EASY ERRORS I 11
ERRDITORI 1
WORLOCLOCK LITE 2
BIG BROTHER 1.1
PREFERENCE KILLER
mclfil
mc!64
mcl6S
mcl68
mcl 69
inc169
mcl69
mcl 70
mcl 72
ECHO mcl 66
PUSHPUSH mcl 66
CALCOLATRICE PROG mc!67
CLIPSPEAKER mcl 67
MOON mcl 67
KALEIDOSCOPE mcl 68
PROGRAM SWITCHER mcl 68
SIMPLETEXT COLOR mc!68
PLAY IT COOL 1.5 mcl 70
START ONCE 1.0 mcl 70
STORY PROJECT mcl 70
MINICALENDAR 1.1 mcl 71
OUICKHIDE 2.1.5 mcl 71
Compilare e spedire a: MCmicrocomputer
Desidero acquistare II sotlware di seguilo elencalo al prezzo di L. 8.000 a molo (ordine
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Nome e Cognome
Indirizzo
CAP/Città
Telefono
MCmicrocomputer non olire alcuna garanzia e non si assume alcuna responsabilità sugli
eventuali danni diretti o indiretti derivanti dall'utilizzo del software distribuite
Il PD-software dei lettori di MCmicrocomputer
L o spazio tradizionalmente dedicato al
software dei lettori e quello occupato dal
PD-software sono stati unificati.
Questo spazio sarà dedicato al PD-software
(Freeware o Shareware) disponibile in Italia
attraverso i vari canali PD. e tutti i programmi
presentati saranno reperibili anche attraverso il
canale Mcmicrocomputer, sia su supporto
magnetico sia su MC-Link. Saranno recensiti
sia programmi già nei circuiti PD, sia quelli che
i lettori stessi vorranno inviarci affinché, se
ritenuti meritevoli dalla redazione, siano resi di
Pubblico Dominio.
I lettori di Mcmicrocomputer (autori dei
programmi dei quali si parlerà in queste
pagine e i cui programmi saranno distribuiti
come PD dalla rivista) saranno ricompensati
con un «gettone di presenza» di 100.000 lire.
E necessario attenersi ad alcune semplici
regole nell'inviare i programmi in redazione
1- Il materiale inviato deve essere di Pubblico
Dominio (o Shareware) e prodotto dallo
stesso lettore che lo invia.
2- Il programma inviato deve risiedere su
supporto magnetico (non saranno presi in
considerazione listati)
3- I sorgenti eventualmente acclusi devono
essere sufficientemente commentati.
4- Per ogni programma inviato l'autore deve
includere due file («readme» e «manuale»), il
primo contenente una breve descrizione del
programma ed il secondo una vera e propria
guida all'uso per gli utenti, con tutte le
informazioni necessarie per un corretto
impiego (se il programma è particolarmente
semplice può essere sufficiente il solo
readme, mentre saranno particolarmente
apprezzati fra i programmi più complessi quelli
dotati di help in linea) In calce ad entrambi i
file deve essere apposto il nome, l'indirizzo ed
eventualmente il recapito telefonico
dell'autore
5- Al lancio, il programma deve dichiarare la
sua natura PD lo Shareware), nonché nome e
indirizzo dell'autore. È ammesso, alterna¬
tivamente, che tali informazioni siano
richiamabili da programma con un metodo
noto e indicato nelle istruzioni.
6- Saranno presi in considerazione solo i lavori
giunti in redazione accompagnati dal talloncino
riprodotto in questa pagina (o sua fotocopia)
debitamente firmato dall’autore.
I programmi classificati non come Freeware
ma come Shareware (quindi non
propriamente di Pubblico Dominio, anche se
consideratine generalmente parte)
comportano da parte dell'utente I obbligo
morale di corrispondere all'autore un
contributo a piacere o fisso secondo quanto
indicato dall'autore e conformemente a
quanto appare al lancio del programma
Mcmicrocomputer non si assume alcuna
responsabilità od obbligo riguardo a questo
rappono intercorrente tra autore ed utilizzatore
del programma
A titolo informativo precisiamo che l'obbligo
morale alla corresponsione del contributo
scatta non nel momento in cui si entra in
possesso del programma, ma nel momento in
cui si passa a farne uso dichiarando
implicitamente di apprezzarne le carat¬
teristiche.
In nessun caso (per ragioni organizzative) sara
reso noto all'autore l'elenco o il numero delle
persone che hanno eventualmente deciso di
entrare in possesso del programma attraverso
il canale Mcmicrocomputer.
Compilare e spedire a : Mcmicrocomputer ■ Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma
Questo tagliando (o lolocopia o equivalente) deve essere inviato ad MCmicrocomputer,
unitamente al materiale da selezionare, da parte degli autori di software che presentano
i propri lavori per la recensione sulla rivista e l'inserimento nei canati PD
Il sottoscritto:
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residente in _Via_
Telefono
invia il programma _
dichiarando di esserne l’autore ed autorizzando Mcmicrocomputer alla
disiribuzione secondo le regole ed i canali consueti del Pubblico Dominio
Data Firma
MCmicrocomputer 173 - giugno 1997
381
Per gli annunci a carattere Attenzione,
commerciale-speculativo è
specificamente prevista la rubrica
MC MicroTrade Non inviateli a
MC MicroMarket sarebbero cesti¬
nati. Le istruzioni e il modulo sono
in fondo alla rubrica Per motivi
pratici si prega di non lasciare co¬
municazioni o chiedere informazio¬
ni (telefoniche o scritte) riguardanti
gli annunci inviati.
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le usato o comunque in unico esemplare fra priva¬
ti Vedere istruzioni e modulo a pagina 384
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